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Autore: Budicca    28/03/2013    2 recensioni
In seguito ad un incidente automobilistico la vita di Megan Black verrà completamente stravolta e il soprannaturale entrerà a far parte della sua vita, come anche Gabriel, il suo angelo custode
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono ancora un paio di settimane prima che Megan potesse tornare a casa.
Rufus le faceva visita quasi ogni altro giorno,sembrava così sereno, riusciva a ridere e a fare battute. Megan avrebbe fatto di tutto per avere un quarto della sua pace,invece le sembrava di passare per un inferno le cui fiamme la bruciavano viva.
Ogni tanto sorrideva a sua madre per convincerla che prima o poi sarebbe stata bene, ma non riusciva nemmeno a convincere sestessa, stava ogni giorno peggio. Anche se le sue guance riprendevano colore e i tagli si rimarginavano, la voragine che le squarciava il petto non le dava pace.
-buon giorno piccola mia- disse Jo entrando dalla porta -non sei felice?- Megan aveva un'espressione spaesata -oggi ti dimettono!- disse la donna -te n'eri già dimenticata?- Megan chiuse la rivista -i  giorni qui si somigliano tutti- fece.
Jo sistemò tutte le sue cose in un borsone -vedrai, sarà tutto migliore una volta tornata a casa- disse la madre accarezzandole una guancia.
Megan uscì dal letto e si infilò i jeans e a maglietta, alzando il pigiama si guardò la pancia, una profonda cicatrice era disegnata in alto a  destra, la sfiorò con le dita.
Uscita dall'ospedale Jo la aiutò a salire in macchina e partirono verso casa -con il tempo tutto tornerà apposto, domani tornerai a scuola e rivedrai i tuoi amici- la incoraggiò, la ragazza guardava fuori dal finestrino gli alberi che scorrevano veloci - Vicky era mia amica- ci fu una pausa silenziosa, come una sorta di commemorazione per la ragazza.
-nessuno ti riporterà Chad e Vicky ma Rufus c'è e ti resterà accanto- disse Jo, un sorriso amaro si disegnò sulle labbra di Megan.
Il profumo di bosco così familiare la invase quando aprì la porta di casa. -ben tornata Meg- la assalirono suo fratello maggiore Kevin e la sorellina, lei li strinse forte a se - ciao ragazzi- fece. Finito di salutare tutti si infilò gli stivali e una felpa e uscì.
La sua casa era circondata da boschi, sin da quand'era piccola amava perdersi e camminare per ore quando non vedeva una luce alla fine del tunnel, perchè sua madre era depressa e di tutto si occupava Kevin, oquando c'erano problemi di soldi, o quando ancora i bulli loa prendevano di mira.
Il bosco sembrava assorbire tutto, c'era sempre per consolarla, ad asciugare le sue lacrime e a calmare i suoi pianti. Sempre.Quella sera non aveva voglia di parlare o stare in compagnia, in un certo senso la solitudine che provava in ospedale era diventata un'amica da cui rifugiarsi, così passò la serata nella sua camera, a leggere, a sistemare cd, a guardare vecchie foto, a piangere. Cercò di prepararsi mentalmente al ritorno a scuola, alle domande, alle occhiate di compassionevoli e pietose di tutti, sperava di poter avere spazio per se stessa. Si addormentò con quei pensieri e quelle preoccupazioni nella testa.
Lo squillo della sveglia si ripeteva martellante, Megan la gettò a terra.
Scese in cucina per la colazione, non mangiò molto, aveva lo stomaco chiuso, forse la paura.
Scesa dalla corriera venne travolta dalla vita frenetica della scuola, sospirò come per prendere una boccata di coraggio prima di buttarsi nella mischia.
Tutti la salutavano ed le sorridevano, anche persone che non conosceva, la trattavano con i guanti bianchi, e ne aveva bisogno, ma allo stesso tempolo odiava, odiava lo sguardo pietoso con cui la guardavano, tutti a fissarla con gli occhi tristi pensando "poverina, come soffrirà", come la dava fastidio!
Dopo il suono della seconda campanella, uscendo dalla classe vide rufis infondo al corridoio  che le veniva incontro salutandola con una mano.
-.fortuna che sei tornata- le sorrire -già, è così strano, intorno a noi non è cambiato niente- disse Meg guardandosi intorno , poi ritornò con lo sguardo a lui che stava mettendo in bocca una pastiglia -Rufus che cos'è?- lo rimproverò -tranquilla è solo un anti depressivo, ne devo prendere un bel  pò fino a che non starò meglio- rispose il ragazzo, in quel momento lla campanella suonò e i due si salutarono. Megan entrò in classe, non seguiva le lezioni, ma non veniva rimproverata, i professori pensavano che probabilmente quei luoghi facessero riaffiorare riordi di Chad e Vicky. 
Terminate le lezioni Megan uscì dalla classe come persa in un mondo che non le apparteneva.Un ragazzo con lo skate le sbattè contro, come svegliata da un meditazione alzò gli occhi e incontrò quelli profondi e blu del ragazzo -scusa- fece lui, rimasero a fissarsi negli occhi per qualche istante, poi lui montò sulla tavola e scomparve tra la folla.
Eligor era seduta fuori vicino ad Azazel, Gabriel arrivò vicino a loro e fermò lo skate. -l'ho vista- disse Gabriel -io invece ho visto l'angelo di Rufus- fece Azazel, Eligor si alzò in piedi -non possiamo occuparci anche di lui- ribattè secca - Rufus è a pezzi, non credo ce la farà, e se non ce la farà lui non ci riuscirà nemmeno Megan e dovreste sapere bene che non possiamo salvarla dal suicidio- continuò Azazel, Eligor e Gabriel rimasero zitti.
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