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Autore: Violet Tyrell    28/03/2013    3 recensioni
Sequel di "Profumo di Tenebra".
Dopo i MAGO, Anastasia Silente deve pensare al suo futuro... e a come allontanarsi dall'influenza di Tom Riddle che ha rischiato di schiacciarla: accettata per un apprendistato presso un noto Spezzaincantesimi nordico, la giovane ex-Corvonero parte per la Finlandia e ottiene un lavoro come insegnante di Volo a Durmstrang per non dover pesare sulle spalle della famiglia.
La avrà una sorpresa-non sorpresa ovvero la presenza di chi inizialmente ha collaborato al suo rapimento. La convivenza sarà difficile, soprattutto se è proprio quell'uomo che il destino ha deciso di metterle al fianco per tutta la sua vita.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Buon sangue non mente'
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Il lato più affascinante della luna, è quello che non ci è consentito vedere Angolo di benvenuto_ 

buondì tesorini miei ^^ sempre grazie a chi legge, recensisce e sta in silenzio^^ vi voglio tanto bene <3 come promesso, in questo capitolo si parla di Anastasia come insegnante u.u spero vi piaccia!


Il lato più affascinante della luna è quello che non ci è consentito vedere



Capitolo 4 - Un'insegnante troppo giovane
 


Maghi e Dei del Nord era un libro interessante: Anastasia aveva sfogliato alcune pagine ma ancora non aveva avuto il tempo di leggerlo in maniera approfondita. Dicembre si era concluso e Gennaio si era mostrato, portando una bufera di neve talmente gelida e potente da indurre Dekan a permettere l'uso del fuoco all'interno della scuola. La ragazza aveva infine firmato il contratto che le avrebbe garantito un posto da docente: si trattava più che altro di una sostituzione, una prova fino al termine dell'anno scolastico, ma c'erano le premesse per farsi assumere a titolo definitivo come insegnante se tutto fosse andato bene.
Il suo ufficio non era molto grande ma lei aveva già pensato di arredarlo: un paio di colpi di bacchetta e la stanza pareva molto simile al suo vecchio dormitorio, con tende e lenzuola blu con decorazioni di bronzo. Il fatto era che Anastasia sentiva nostalgia del posto che aveva chiamato casa per sette anni: la Torre dei Corvonero era stata la sua dimora, il rifugio in cui trovare la pace se qualcosa andava male e desiderava ricreare l'atmosfera familiare anche tra i ghiacci. Solo che, sedendosi sul letto e guardandosi attorno, Anastasia comprese che a rendere tanto piacevoli quegli anni erano state le amicizie costruite: aveva ricevuto un breve messaggio di Evangeline pochi giorni prima, ancora in luna di miele nella - così diceva - romantica Parigi magica assieme al novello sposo, e anche Tiffany le aveva mandato una lettera piena di aneddoti. Da Minerva era invece arrivato un resoconto delle ultime notizie sul Quidditch, cosa che Anastasia aveva gradito moltissimo: aveva risposto a tutte e tre in fretta e si era sentita meglio, tuttavia le sembrava strano non vederle più tutti i giorni, o almeno spesso.
Il primo giorno della ripresa delle lezioni coincideva anche con la prima apparizione pubblica di Anastasia al tavolo dei professori: aveva saputo che i suoi colleghi erano quasi tutti presenti ma lei aveva preferito rimanere nel suo ufficio, facendosi portare i pasti da un elfo domestico. Di giorno si limitava ad andare a Karich Town per scrutare da vicino il contenuto dei negozi: molti somigliavano a quelli che si incontravano a Londra o Hogsmeade, tuttavia Anastasia aveva notato un'abbondante presenza di articoli oscuri, molti più di quanti non avesse creduto.
Quel giorno il sonno l'aveva abbandonata molto presto: erano appena le tre di mattina quando Anastasia fu svegliata dall'ululato del vento che batteva contro le finestre, e si raggomitolò meglio tra le coperte. Prese di nuovo in mano il libro ma alcune ore dopo era ancora bloccata sulla seconda pagina: alle sei decise di alzarsi e prepararsi, così da rendersi presentabile per la sua prima colazione pubblica a Durmstrang. Era incerta su cosa indossare e alla fine optò per la propria divisa da Quidditch, solo priva dello stemma di Hogwarts e di Corvonero, con sopra un mantello per proteggersi dal freddo.
Erano trascorse da poco le sette quando Anastasia si accomodò al tavolo: un bagno bollente l'aveva rinfrancata ed era felice di essere la prima ad arrivare. Aveva appena preso posto quando giunse Dekan, che si fermò a scambiare con lei alcune parole: il tempo si era fatto più clemente e il vento non avrebbe infastidito il suo esordio, così da poter portare subito gli allievi sul campo. La sua prima lezione sarebbe stata semplice dato che si trattava degli allievi dell'ultimo anno, già in grado di volare e più autonomi degli altri; a poco a poco cominciarono ad arrivare anche gli altri insegnanti e infine gli studenti, quasi tutti in gruppo e per nulla interessati al tavolo dei docenti.
Ad Anastasia faceva uno strano effetto osservarli da quella parte: solo fino a pochi mesi prima anche lei sedeva a un tavolo simile, e ora eccola a osservare ragazzi e ragazze di età inferiore alla sua anche se di poco. Si sentiva nervosa al punto che mangiò veramente poco, inquieta all'idea di dover affrontare la sua prima prova da docente; si ritrovò seduta tra Dorian e un altro insegnante che non conosceva e cominciò a pentirsi di essersi fatta vedere. Stava quasi per congedarsi quando Dekan scelse quel momento per alzarsi, facendo ammutolire a poco a poco il brusio provocato dalle voci degli studenti.
"Miei cari ragazzi, bentornati a scuola. Mi auguro che abbiate trascorso delle belle vacanze assieme ai vostri cari, o anche assieme a noi per i fortunati che hanno deciso di non abbandonarci", disse il Preside e qua e la scoppiarono alcune risatine divertite, e Anastasia riconobbe un gruppo di ragazzi che già aveva avuto modo di vedere in quei giorni. Dekan attese che l'ilarità si calmasse prima di riprendere a parlare. "Tra poco potrete tornare alla vostra colazione e alle lezioni che vi attendono ma prima ho una lieta notizia da darvi: abbiamo con noi un docente di Volo che insegnerà fino alla fine dell'anno e vi permetterà di riprendere il campionato interno di Quidditch! Ho il piacere di presentarvi la signorina Anastasia Silente, giunta fino a noi dal lontano Regno Unito: confido nella vostra educazione nel mostrarle l'ospitalità della nostra scuola."
La ragazza sentì su di te gli sguardi di tutti, insegnanti inclusi, e sperò di non essere diventata rossa come un pomodoro; si alzò con grazia a un cenno della testa di Dekan e rivolse un rispettoso inchino alla schiera di studenti che la osservavano come se fossero ipnotizzati. Una mano tra le tante scattò in aria. "Prego, devi chiedere qualcosa di importante?" Dekan era sorpreso ma in fondo era normale che gli studenti fossero curiosi.
"Sì... ecco, magari mi chiedevo se la... la professoressa avesse bisogno di una guida per i dintorni e..." Anastasia avrebbe voluto sprofondare, soprattutto perchè vicino a lei pareva che Dorian reprimesse una risata nel tovagliolo, e che attorno tutti gli studenti ridevano. Dekan sembrava spazientito. "O anche un aiuto per imparare la lingua", esordì un altro giovane di circa quindici anni, facendo scoppiare a ridere apertamente tutti i compagni.
"Il prossimo che fa una domanda scema lo spedirò personalmente sul veliero a pulirlo da cima a fondo per almeno dieci volte, senza magia. Sono stato chiaro?!" La voce imponente del Preside riuscì a placare l'ilarità e poco dopo tutti gli studenti iniziarono ad alzarsi; Anastasia, recuperato il proprio normale colorito, aveva fatto finta di nulla e a dire il vero non aveva percepito l'offesa in quel tono anche se l'inizio non era stato proprio come aveva creduto.
Alle nove Anastasia era pronta sul  campo da Quidditch che sorvolava a cavallo della sua fedele Freccia d'Argento con cui aveva ottenuto molti successi: il vento si era fatto più fastidioso ma a lei non risultava per nulla complicato volare anzi, l'aveva sempre trovato stimolante. Era certa che non sarebbe stato per nulla difficile a persone che convivevano da anni con un clima tanto inospitale; il primo gruppo era dell'ultimo anno e, come aveva già avuto modo di controllare, quasi tutti facevano parte delle squadre di Quidditch. Anastasia aveva già avuto modo di studiare il il diagramma in merito: c'erano ben dodici squadre - numero che l'aveva impressionata - ma solo quattro partecipavano alla fase finale del campionato, cosa che rendeva aspra la competizione e che sicuramente aveva distrutto negli anni molte amicizie. Non poteva che essere così, ne era certa. A lei sarebbe spettato il compito gravoso di studiare le combinazioni e arbitrare: infatti l'incarico di giudice spettava a lei, così come quello di visionare e - se lo desiderava - modificare i regolamenti della scuola che riguardavano la sua materia. Al momento le sembrava che fosse tutto a posto ma forse con il tempo, una volta compreso il meccanismo ci sarebbero state modifiche da apportare.
L'idea di poter avere delle responsabilità le piaceva, soprattutto in una materia che da sempre aveva amato; si alzò ancora di più per poter avere una visuale migliore di Durmstrang vista dall'alto. Anche avvolta in un mantello bianco sembrava molto austera, priva del calore familiare tanto comune a Hogwarts; Anastasia fece un giro del campo lasciandosi trasportare dal vento, sempre più gelido e potente finchè non ricordò la lezione. Di sicuro non avrebbe dato una buona impressione di sè volteggiando come una sciocca invece di occuparsi di loro.
Quando atterrò si rese conto che lo stadio era vuoto e questo la meravigliò: di sicuro erano in ritardo di alcuni minuti e non voleva sembrare troppo intransigente il primo giorno. Finchè non vide l'orario sull'orologio da polso: era trascorsa più di mezz'ora e ancora non si vedeva nessuno; Anastasia cominciò a chiedersi se non avessero preferito restare all'interno della scuola, al caldo, anche se la cosa la infastidiva molto. Marciò verso l'ingresso finchè non cambiò idea e ripercorse la strada al contrario; saltò in sella alla scopa e decise di controllare dall'esterno i dormitori all'ultimo piano. Era difficile che fossero in biblioteca, molto più probabile che si trovassero sui loro letti: a una prima occhiata però vide che non c'era nessuno e la cosa la sorprese.
Fece il giro dell'edificio e si arrestò: in una stanza del secondo piano, un'aula vuota, vide i suoi studenti intenti a divertirsi con le Gobbiglie e a bere Burrobirra. La ragazza sentì la collera invaderla ma optò per una soluzione immediata: fece una retromarcia per poi accelerare bruscamente ed entrare di botto dalla finestra.
Minuscole schegge di vetro schizzarono ovunque, e gli strilli dei ragazzi furono la prima cosa che sentì Anastasia; ancora a cavallo della scopa li osservava con aria divertita, per nulla dispiaciuta per il vetro rotto, la Burrobirra ormai tutta a terra e le Gobbiglie sparse ovunque. "Ma è impazzita?! Poteva ammazzarci tutti!" Anastasia osservò il giovane che aveva parlato, indignato: per un istante pensò di trovarsi di fronte Tom Riddle ma a un'occhiata più attenta si rese conto che si trattava di una somiglianza non troppo evidente. Certo l'espressione glaciale degli occhi azzurri somigliava moltissimo a quella del Serpeverde, così come il portamento che denotava un'eccessiva sicurezza di sè, tuttavia i capelli erano fulvi e sulla pelle alcune lentiggini la rendevano differente. Anche il tono di voce, così arrogante, le aveva ricordato l'ex compagno di studi.
"Come ti chiami?" Il gruppetto di ragazzi ammutolì: non si aspettavano di certo che l'insegnante irrompesse dalla finestra sorprendendoli, e in quel momento incuteva in loro un certo timore, tuttavia il giovane sembrava del tutto incurante di ciò. Sorrise come se non fosse successo nulla di particolare. "Sȍren Stilling, Professorin. Settimo anno, capitano dei Falchi, Cacciatore e  CapoGuardiano."
Anastasia notò la risposta pronta ma anche il sorrisetto ironico che aveva sul volto ma decise di non farsi scoraggiare. Aveva già visto i Guardiani, un gruppo ristretto di studenti che di tanto in tanto pattugliava Durmstrang. Un po' come facevano i Prefetti e i Caposcuola a Hogwarts. "Piacere, signor Stilling. Ora fammi un favore: sistema la finestra o vi congelerete tutti, e non ho voglia di chiedere una Pozione adatta al collega Thorvaldsen. Inoltre la prossima volta assicurati di non perdere la strada per il Campo da Quidditch, magari spargi a terra qualche briciola di pane..." La ragazza sentì alcune risatine soffocate. "Se poi non sbaglio, in base all'articolo 10 del regolamento scolastico, è proibito portare alcolici all'interno dell'istituto e consumarli... Forse ti è sfuggita la loro presenza... può capitare. Infine... chi non si presenterà alle lezioni di Volo, perderà il posto in squadra e incrinerà la propria media. Ci vediamo venerdì, confido nella puntualità di tutti voi."
Il giovane osservò l'uscita teatrale di Anastasia che, sempre a cavallo della scopa, aveva fatto dietrofront e si era librata nell'aria senza problemi. "Chi si crede di essere quella mocciosa? Ragazzi, è il momento di insegnare alla nostra Fräulein a rispettare... i superiori..."


Anastasia era sommersa da una valanga di pergamene: aveva sempre pensato che insegnare Volo fosse solo una questione di pratica, invece anche lei come gli altri insegnanti doveva assegnare i punteggi, annotare l'assenza degli studenti e le eventuali punizioni. Dopo due settimane non era sicura di riuscire a reggere il ritmo; Nastassos aveva fatto pervenire un messaggio convocandola per la settimana successiva, perciò poteva contare su ben sette giorni di pace. Il problema era che l'agognato relax sembrava solamente un miraggio: il martedì e il venerdì erano i giorni peggiori perchè era costretta a fare lezione a quelli dell'ultimo anno, del quinto e del sesto. I più sopportabili erano quelli del sesto: Anastasia aveva potuto notare come tra loro ci fossero molte persone educate e pronte a collaborare. Con alcuni di loro aveva provato diversi schemi complessi, oltre a insegnare ai Cercatori presenti la perfetta esecuzione della Finta Wronsky, una mossa che non aveva mai sbagliato. La loro prova era stata tutt'altro che impeccabile, tuttavia Anastasia aveva provato la sensazione di essere accettata.
Almeno da loro. Quelli del quinto anno erano in maggioranza presuntuosi e convinti di essere i migliori, ma cinque minuti erano bastati ad Anastasia per capire che di Quidditch erano portati proprio come i Babbani erano graditi a Salazar Serpeverde. Tra loro, comunque, pochi erano parte delle squadre della scuola, perciò Anastasia non era neppure molto preoccupata: li osservava insultarsi tra loro se non riuscivano a scansare i Bolidi o se ruzzolavano giù dalla scopa, di più non erano in grado di fare.
Quelli del settimo anno erano i ribelli. Spalleggiati da
Sȍren Stilling, quasi tutti finivano per saltare le lezioni, per nulla spaventati dalle sue parole; una decina di studenti si presentava comunque sul campo, quelli che probabilmente temevano una vendetta da parte sua. Anastasia aveva osservato Sȍren Stilling da lontano più volte durante quella settimana: era chiaro che si trattava del belloccio di turno, osannato dalle ragazze e invidiato dai ragazzi. Aveva molti amici che spesso non esitavano a comportarsi come lui, convinti che l'aura di potere del giovane li rendesse intoccabili a loro volta. Da quello che aveva sentito dire dagli altri insegnanti, era anche un ottimo studente, portato soprattutto per la Trasfigurazione e le Antiche Rune.
Poi il mercoledì era il giorno dedicato a quelli del primo anno: Anastasia aveva previsto che fossero i più entusiasti, difatti era la lezione che preferiva, soprattutto perchè durava ben tre ore di seguito. Salvo incidenti, ovviamente. Il mercoledì e il giovedì erano i giorni di lezione per gli studenti del secondo, terzo e quarto anno: in entrambi i giorni Anastasia aveva organizzato una partitella amichevole ed era rimasta sorpresa nel vedere quanta aggressività agonistica mettessero mentre giocavano. Alcuni di loro si erano persino presi per i capelli e si erano rincorsi con le mazze da Battitore; Anastasia era stata costretta a intervenire per evitare una rissa in piena regola anche se aveva ancora un livido all'altezza della spalla in ricordo della lezione.
Sabato, Domenica e Lunedì erano per lei giornate di riposo e quel giorno - domenica pomeriggio - era seduta in sala insegnanti a scrivere il rapporto della sua prima settimana; la piuma era incantata per tracciare le parole al suo posto mentre lei rimaneva stravaccata sulla poltrona, la schiena indolenzita soprattutto dal freddo. Era difficile comprendere la ragione per cui il fuoco dovesse rimanere spento durante l'inverno, tuttavia aveva talmente tanto da fare che difficilmente avrebbe avuto il tempo per accorgersene; stava già stilando la settima pergamena quando sentì un rumore di passi in avvicinamento e alzando lo sguardo riconobbe ben tre insegnanti. Aveva già scambiato alcune parole con loro durante quei giorni - per le presentazioni - ma poi non c'erano state altre occasioni per parlare: Anastasia era sicura di riconoscere l'insegnante di Trasfigurazione, Kathrina van Arpien, accompagnata da Maximilian Foster di Rune e Proto Stoevi di Arti Oscure.
La donna lasciava sorpresa Anastasia ogni volta che si incontravano perchè le sembrava di essere un invisibile passero di fronte a una fiera aquila: la strega era semplicemente splendida e si muoveva con estrema grazia, producendo un delizioso fruscio della veste quando camminava per i corridoi della scuola. La ragazza aveva visto molti studenti maschi pendere letteralmente dalle labbra della donna, che aveva la fama di insegnante severa e molto competente; per contro le ragazze della scuola un po' la detestavano, oppure l'invidiavano. La sola cosa che Anastasia non comprendeva era come la van Arpien potesse portare sempre i capelli perfettamente pettinati: lei faticava a farli stare in ordine anche quando non volava sulla scopa, cosa che non sembrava essere affatto un problema per la donna.
Maximilian Foster era - assieme a lei - uno straniero e proveniva dall'Irlanda; di lui Anastasia sapeva che aveva frequentato Hogwarts e che era giunto a Durmstrang dopo una lunga carriera come scrittore. Anche lei aveva letto alcuni suoi libri, tutti riguardanti la storia della magia, e non faticava a immaginare che fosse molto più vivace del professor Rüf; doveva avere circa sessant'anni ma ne dimostrava molti di più a causa di un abbigliamento molto antico, tuttavia aveva un'espressione intelligente che ad Anastasia piaceva.
Proto Stoevi invece era ormai una sorta di leggenda: da alcune indiscrezioni lette sui giornali, sembrava che insegnasse già ai tempi in cui Grindelwald era uno studente e la ragazza più volte si era chiesta se non avesse imparato da lui tutto quello che sapeva. Scacciò il pensiero mentre ritornava alla realtà: la strega più anziana si era seduta vicino a lei e la guardava come se la stesse studiando. "Allora, come si trova con noi? I ragazzi si comportano bene?"
Ad Anastasia sembrava una domanda curiosa, tuttavia non vedeva ragione per non rispondere. "Diciamo di sì, probabilmente serve loro del tempo per abituarsi e io non ho alcuna fretta." Più o meno era vero, non desiderava rivelare le difficoltà sorte con gli studenti dell'ultimo anno; del resto non ce ne sarebbe stata ragione, era questione di tempo e sarebbero andati d'accordo. Nella peggiore delle ipotesi li avrebbe dovuti sopportare solo fino a giugno.
"Le piace il nostro Paese? Ho saputo che ha fatto alcune escursioni la settimana scorsa, spero siano state di suo gradimento." A parlare era stato Foster e Anastasia si chiese come facesse a saperlo; chiamarle escursioni era esagerato poi, si era semplicemente spostata da un luogo all'altro per osservare e cercare eventuali tracce di tesori magici, nel vano tentativo di anticipare la prossima prova di Nastassos. "Sì, devo solo abituarmi al freddo e al cibo, il posto è affascinante e trabocca di magia che non conosco: inoltre mi confesso curiosa, a Hogwarts non si imparano le Arti Oscure e spero di apprendere anche io qualcosa per non farmi battere dagli studenti."
I tre risero anche se Anastasia non riteneva divertente quella frase. "Se vuole posso mostrarle qualche libro, la pratica è estremamente controllata anche sugli studenti e sono sicuro che potrebbe trovare molte cose interessanti. Anche se il libro che ha con lei è veramente affascinante, sogno di leggerlo da decenni." Stoevi aveva infatti puntato lo sguardo su Maghi e Dei del Nord, il grosso tomo che Anastasia aveva appoggiato di fianco alle pergamente, e la ragazza rimase sorpresa. "Non lo conosce? Credevo che fosse un libro comune", disse sinceramente la strega.
"No, ormai sul mercato è un titolo che non si trova più, i pochi esemplari esistenti sono in mano a collezionisti o gente che lo venderebbe a un prezzo impossibile... Inoltre ho saputo che è protetto da ogni tipo di sortilegio per evitare che qualcuno possa copiarne i contenuti. Da chi l'ha avuto?" Il professore sembrava sinceramente interessato, al punto che Anastasia cominciò a pensare che avrebbe fatto meglio a cominciare a leggerlo. "Dal mio mentore, Fjodor Nastassos, che presumo conosciate tutti..:"
La ragazza aveva notato una colossale differenza tra gli inglesi e gli abitanti di quel posto gelido: quando ancora era a casa, quasi tutti l'avevano compatita sentendo della sua intenzione di diventare l'apprendista di un mago ignoto ai più. Alcune eccezioni c'erano state, come i Malfoy che sapevano perfettamente chi fosse Nastassos, e lo zio nonchè alcuni membri del Ministero tra cui il Ministro in persona, e anche suo nonno mentre la nonna no; invece al Nord tutti conoscevano l'oscura fama di Fjodor Nastassos e i più si erano mostrati sorpresi, come se non si aspettassero una scelta del genere.
"Ah, ecco... Se fossi in lei starei attenta: Nastassos è un mago potentissimo, ma in quanto a scrupoli non ha nulla da invidiare a Gellert Grindellwald, immagino possa capire le mie parole..." Le parole di Stoevi scavarono un solco profondo nel cuore di Anastasia: lei faceva di tutto per dimenticarsi del passato, invece questi tornava prepotente, anche se in quel caso particolare era sicura che l'uomo non l'avesse detto con l'intenzione di ferirla. Era curioso ma sembrava persino preoccupato. Anastasia prese il libro e lo porse al mago, con un sorriso. "Se vuole leggerlo lo prenda, Nastassos non lo saprà mai, e se proprio desidera farlo non vedo la ragione di perdere quest'occasione..."
Stoevi era spiazzato da tanta generosità: chi possedeva un libro raro come quello faceva di tutto per tenerlo al sicuro, nascosto e protetto dagli incantesimi più potenti. Per lui era incomprensibile la ragione per cui Nastassos l'avesse fatto avere proprio a una strega tanto giovane, tuttavia era intrigato dal fatto che a lei andasse bene condividere il Sapere con gli altri. Erano in pochi a farlo. "Lo legga prima lei, quando l'avrà finito allora ne discuterò volentieri e..."
La porta della stanza si aprì e Anastasia notò che il nuovo arrivato era Dorian e cominciò a sentirsi improvvisamente nervosa; non aveva gradito trovarsi addirittura seduta vicino a lui durante i pasti, tuttavia in quei primi giorni a Durmstrang non si erano incrociati spesso e questo le aveva dato l'illusione che il mago comparisse solamente di tanto in tanto a scuola. Ma quello che la lasciò ancora più sorpresa fu vedere l'espressione della strega più anziana mutare: nel preciso momento in cui Dorian Thorvaldsen era entrato nella stanza, Kathrina van Arpien sembrava un'adolescente alle prese con una cotta. Ad Anastasia ricordava quasi Caroline ogni volta che incontrava un ragazzo di suo gradimento: la strega si toccava continuamente i capelli e rideva un po' troppo forte, come se volesse farsi notare. Inoltre -ma questo non le dispiaceva troppo - si era dmenticata della sua esistenza, presa com'era dal discutere con il mago di argomenti inerenti all'insegnamento. Con la coda dell'occhio osservò gli altri: Stoevi sembrava preso da alcuni temi da correggere e lo stesso Dorian pareva seccato, mentre Foster ridacchiava piano, trovando divertente l'atteggiamento della strega. Anastasia sorrise, rinfrancata dal fatto che anche qualcun altro trovasse ridicolo un comportamento del genere da parte di una donna adulta; portò lo sguardo su quello che la piuma scriveva e fu costretta ad apportare alcune correzioni.
Si trattava dello schema del campionato di Quidditch e doveva essere perfetto: mercoledì ci sarebbe stata la prima partita, ovvero i Falchi contro le Piovre. Alcune squadre avevano già giocato nei mesi precedenti e al momento la classifica vedeva in testa i Falchi; le Piovre erano all'ultimo posto e da quello che aveva sentito dire, era così ogni anno. Salutò distrattamente alcuni colleghi che uscivano ed era così presa da ciò che faceva da non accorgersi di altro; nella sua testa c'era posto solo per le mille combinazioni possibili.
Fu l'istinto a guidarla. Nel preciso momento in cui sentì una mano sconosciuta posarsi sulla sua spalla sinistra, Anastasia afferrò la bacchetta e colpì d'impulso in quella direzione; il movimento era stato così repentino da impedire all'altro qualunque possibilità di difesa. Una sensazione sgradevole aveva avvolto Anastasia, che neppure si era accorta dell'incantesimo scagliato: un'esplosione aveva letteralmente mandato a sbattere Dorian contro il muro, allarmando il professor Stoevi che era rimasto nella stanza.
Anastasia comprese l'errore ma non era sicura che gli altri avrebbero potuto capire: in quel momento le era perfettamente chiaro che avrebbe dovuto affrontare l'argomento con il mago, lo stesso che aveva colpito violentemente senza motivo al petto. "Scu... io non volevo! Chiedo scusa!" Presa dal panico la ragazza si avvicinò, Stoevi era già accorso pronunciando alcuni incantesimi di Guarigione anche se il danno non era stato poi molto alto. Anastasia però sapeva che cosa l'aveva spinta ad agire, ovvero il terrore. Aveva riconosciuto quella mano, o se non altro l'aveva fatto il suo corpo, e aveva agito senza riflettere; l'esplosione avrebbe potuto arrecare più danni di uno stordimento e venne colta dalla paura di quello che avrebbe potuto fare.
"Lo porto io in infermeria, non è niente di pericoloso ma tu farai bene a trattenerti: ti aveva chiesto solo una cosa riguardante uno studente, dal momento che non rispondevi ha pensato di attirare la tua attenzione... Ci è riuscito fin troppo bene, vero?" La voce di Stoevi era severa ma Anastasia comprese che lui sapeva e aveva capito perfettamente ciò che aveva provato; tuttavia lui aveva ragione, non poteva mettersi a fulminare la gente senza motivo. "Quando si riprenderà ti consiglio di parlargli, non credo la prenderà troppo bene e sarebbe utile per tutti se appianaste le divergenze."
Anastasia rimase sola a fissare le pergamente: Stoevi aveva ragione ma come si poteva pensare di parlare di qualcosa che aveva fatto male a entrambi? In realtà non era sicura che fosse la stessa cosa anche per Dorian, tuttavia l'illusione di superare tutto senza fare nulla era crollata miseramente. La strega rimase in sala insegnanti fino a sera e rispose meccanicamente quando qualcuno bussò; alzò lo sguardo e vide un irritato
Sȍren Stilling che veniva verso di lei, più che mai infuriato.
"Come le è venuto in mente di buttarmi fuori dalla squadra? Lei è pazza!" Anastasia sospirò. Ci mancava solamente quello, un ragazzino isterico che la credeva ritardata. "Se ben ricordo, ho già detto che chi non si presenta alle lezioni non potrà giocare... Le regole valgono anche per te quindi sparisci e fatti vedere sul campo da Quidditch quando devi."
Lo aveva previsto, sapeva che impedire a Stilling di giocare durante la partita avrebbe spaccato le opinioni degli altri e rotto ogni canale diplomatico con il ragazzo, tuttavia non poteva comportarsi diversamente: se gli avesse permesso di fare i propri comodi tutti avrebbero pensato che aveva paura, e se lo avesse spogliato del titolo di Capitano e Cacciatore si sarebbe attirata le ira di quasi tutta Durmstrang. Non poteva soprassedere, del resto era un obbligo per tutti, Stilling non faceva certo eccezione.
Il ragazzo era completamente fuori di sè. "Mi rivolgerò al Preside e lei sarà rispedita molto presto tra i trogloditi da cui proviene: non è altro che una dilettante che gioca a fare la professionista!"
L'ira di Anastasia ruppe gli argini ma la ragazza impedì a sè stessa di dare di nuovo spettacolo: si limitò a far sparire le pergamene con la bacchetta e a lasciare il giovane da solo in sala insegnanti, ben decisa a dimenticare quella giornata assurda. Era arrabbiata ma la certezza di aver visto un'espressione ebete di incredulità sul volto del giovane riuscì comunque a metterla di buon umore.

L'arena era gremita di studenti e Anastasia riusciva a percepire la forte eccitazione che solo una partita di Quidditch riusciva a portare; due colori ben distinti spiccavano tra la folla, divisa tra i supporters dei Falchi - rigorosamente tutti vestiti come il blu della notte delle loro divise - e quelli delle Piovre - che omaggiavano il colore arancio talmente intenso da risultare persino più brillante del Boccino d'Oro. Anastasia si era già detta - osservando le loro divise - che probabilmente un colore simile disorientava i Cercatori avversari, anche se quello dei Falchi era al momento impegnato a raccontare una serie di barzellette ai compagni che ridevano a crepapelle. Non sembrava per nulla intimorito.
"Cos'è che non capisci della parola no, Stilling? Ho già detto che chi non viene a lezione non avrà il permesso di prendere parte alle partite, neppure a quelle amichevoli. Figurarsi a quelle ufficiali: ora vai sugli spalti e lascia il posto al tuo sostituto." Anastasia era davvero irritata; da una parte poteva comprendere la rabbia del ragazzo, ma dall'altra lei si era sempre attenuta alle regole e non avrebbe cambiato idea. Per quale ragione proprio a lui sarebbe dovuto essere permesso di violarle? Solo perchè era il mago più bravo a scuola, o perchè era il capo dei Guardiani? Sistemò con la mano i capelli, nel tentativo di non farsi poi intralciare in seguito durante il volo; lei aveva optato per una divisa bianca che aveva trovato in un negozio di abbigliamento per maghi, Herr Kleiden, lo stesso da cui si rifornivano gli studenti. Il gestore era un uomo molto anziano ma dall'aspetto estremamente distinto: si era presentato con una veste nera molto elaborata ed elegante, con guanti bianchi e un berretto dello stesso colore nonostante la sua testa fosse priva di capelli. Ad Anastasia era piaciuto molto il suo modo di fare discreto ma cordiale, e anche il fatto che non avesse esitato a trattarla come una qualunque cliente. Non a caso, favorevolmente colpita, gli aveva ordinato tutto il guardaroba. La divisa era il suo fiore all'occhiello: il mago gliel'aveva fatta personalizzare con il simbolo di Durmstrang sulla schiena e più piccolo all'altezza del cuore, oltre ad avere aggiunto anche il suo nome. Era così bella che quasi le dispiaceva l'idea di sporcarla!
Era appena entrata nel campo quando il giovane le sbarrò la strada, inseguito da entrambe le squadre che cercavano di convincerlo a non insistere. Anastasia notò che non ascoltava neanche i suoi compagni. "No! Lei non lo può fare. Il Capitano sono IO e giocherò, che le piaccia oppure no! Il Preside non le permetterà mai di estromettermi, ha capito? Quindi si levi lei dai piedi e lasci fare a dei professionisti."
Ad Anastasia cominciavano a prudere le mani: era raro che le venisse voglia di picchiare qualcuno, tuttavia l'arroganza e la totale assenza di rispetto del ragazzo iniziavano a stancarla veramente. Sentì vagamente altri che cercavano di parlare, le voci sempre più alte: anche dagli spalti i rumori erano sempre più forti e alla fine si trovò circondata da ben quattordici giocatori che urlavano senza comprenderne la ragione. Estrasse la bacchetta dopo essersi resa conto che Stilling aveva puntato la sua contro di lei, anche se ben tre suoi compagni stavano cercando di impedirgli di muoversi, strattonandolo. "Basta così."
La ragazza aveva parlato pacatamente e incredibilmente tutti e quattordici tacquero: le era venuto in mente lo zio Albus, che si sapeva imporre senza starnazzare come un Ippogrifo, e aveva deciso di imitarlo anche se non era certa di aver reso bene l'espressione. Si rivolse direttamente al ragazzo infuriato, ignorando gli altri. "Te lo dico un'ultima volta. Tu-non-giocherai-questa-partita-di-Quidditch. Se insisterai con il tuo atteggiamento irrispettoso, ti proibirò di salire in sella a una scopa fino alla fine dell'anno scolastico e potrai usarle solo per spazzare i pavimenti." Si era aspettata una ribellione in piena regola, invece il giovane si limitava a controllare la rabbia e ad ascoltarla, cosa che voleva. "In ogni caso per oggi ho visto abbastanza. Se tu ti fossi fatto da parte quando te l'ho chiesto non saremmo arrivati a tanto, credimi: assegno la vittoria a tavolino alla squadra delle Piovre. 150-0. Per il tuo atteggiamento arrogante e privo di rispetto verso i tuoi stessi compagni: un Capitano non si dovrebbe mai comportare così, non hai agito per il bene della squadra.  Se credevi di poter fare i tuoi comodi solo perchè sono giovane e donna, hai proprio sbagliato persona. Tutti di nuovo a scuola, lo spettacolo non avrà inizio."
Un'ora dopo Anastasia era nell'ufficio del Preside a riferire la novità a Dekan. Subito dopo la partita, Anastasia si era ritrovata di fronte all'ufficio l'intera squadra dei Falchi, tutti furibondi ed era stata costretta ad ascoltarli. Il Preside non era sceso al Campo, avrebbe voluto farlo ma alcuni gufi urgenti lo avevano trattenuto; era estremamente curioso di vedere all'opera la sua nuova insegnante dopo aver sentito molte voci su di lei. I più entusiasti erano gli alunni più giovani e le ragazze: Dekan non avrebbe mai creduto che proprio loro, tanto incontentabili, si trovassero bene con un'insegnante donna tanto giovane. Invece sembravano quasi averla presa come esempio, e quelle che solitamente si lasciavano comandare a bacchetta dai compagni maschi erano diventate molto più sicure di sè. Poi dal gruppo dell'ultimo anno erano giunti commenti contrastanti: la maggior parte la riteneva del tutto incompetente e inaffidabile, mentre gli altri erano propensi a non pronunciarsi troppo presto. Il resto della scuola si divideva tra l'opinione di chi la odiava e di chi la adorava; questi ultimi non erano molti, la giovane età non l'avvantaggiava.
"Vorrei farle una proposta, se ha voglia di ascoltarmi, e credo che potrebbe trovarla interessante." Il tono di voce di Sören Stilling era tranquillo anche se la ragazza aveva notato una sfumatura ironica: era evidente che faticava a considerarla un'insegnante, forse era quella la ragione per cui era tanto pronto a darle battaglia. La ragazza avrebbe tanto voluto scagliargli un incantesimo ma non doveva lasciarsi sopraffarre dalla collera.
Un minuto dopo avrebbe voluto aver davvero colpito il ragazzo, non aveva capito nulla di quello che gli aveva detto. "Quindi, se ho ben capito, vorrebbe sfidarmi in una partita a Quidditch per decidere le sorti mie e sue? Se vincesse lei, dovrei annullare questa decisione e farvi giocare la partita, mentre se perdesse potrei espellerlo direttamente dalla squadra e assegnargli un'insufficenza finale?" La voce della ragazza trasudava incredulità e il cenno affermativo di Stilling le sembrava ridicolo; non somigliava neppure al ragazzino indemoniato che fino a un'ora prima avrebbe voluto picchiarla pur di giocare, era calmo e tranquillo.
"Se mi è concesso, professoressa..." Anastasia portò lo sguardo su Miroslav Dietrich, un altro componente dei Falchi del quarto anno, che aveva il ruolo di Battitore: la ragazza lo lasciò proseguire "...noi non contestiamo la decisione sulla gara, anzi siamo pronti ad accettare la sua scelta. Però preferiremmo che non venisse espulso definitivamente, il nostro Capitano... A volte fa il cretino ma è uno bravo... insomma, lo so che la nostra voce non conta molto ma volevamo dirglielo..."
Anastasia sorrise gentilmente all'indirizzo del ragazzo ma non rispose, portando poi lo sguardo sul resto dei presenti: non le sarebbe servito altro che rifiutare e farsi valere prepotentemente. Non aveva necessariamente bisogno di accontentare quel ragazzino borioso, eppure...
"Va benissimo. Scelga pure il giorno, signor Stilling. E, guardi, può decidere anche le squadre: lascio a lei la scelta dei miei componenti, purchè me li faccia sapere. Vorrei solo poter decidere il nome della squadra, ne prenderei in prestito uno da quelle della scuola.Vanno bene le Folgori Bianche?" Sorrise ironicamente al giovane: sapeva di avere spiazzato tutti, nessuno si aspettava tanto da lei ma era sicura di farcela. "Benissimo, auguro a tutti voi una splendida giornata."
"Certo, arbitrerò la partita, anche se non ne vedo proprio l'utilità..." Lo sguardo di Dekan era penetrante, come se cercasse di capire il motivo reale che era all'origine della richiesta; Anastasia non gli aveva riferito quello che era successo, era una cosa tra lei e Stilling, però doveva ugualmente informare il Preside di quell'iniziativa. In un certo senso l'idea le piaceva, da tanto non giocava una partita ed era difficile durante le lezioni ricordarsi che era lei l'insegnante. "Sarà un divertimento per i nostri ragazzi, glielo garantisco." La voce di Anastasia non mostrava nulla così il mago fu costretto a desistere e limitarsi ad attendere il giorno fatidico: non doveva essere un caso se la sfida era contro i Falchi ma li avrebbe lasciati fare.
La mattina seguente Anastasia scoprì un pezzo di pergamena arrotolato davanti alla porta del suo ufficio: dopo averlo aperto vide una calligrafia stilizzata un po' disordinata ma comprensibile.

Professoressa, si crei pure la squadra che vuole, non potrà comunque vincere. Miroslav Dietrich è disponibile ad aiutarla: anche se è un buon Battitore, non ha le qualità per essere un vero vincente.
L'incontro sarà tra tre giorni, con qualunque tempo.

Anastasia non aveva neppure bisogno di decifrare la firma per sapere di chi fosse, il foglio trasudava abbastanza arroganza da consentirle di indovinare. Ridusse in coriandoli il foglio con un sorriso.


Note:

Professorin: professoressa in tedesco u.u
Fräulein: signorina in tedesco
Kleiden: vestito in tedesco. Quindi il negozio è praticamente il Signor Vestito u.u un giochino di parole mio xd

è difficile fare gli studenti, ma pure gli insegnanti come vedete LOL ovviamente non poteva andare tutto bene, eh no u.u serviva lo stronzetto/belloccio di turno che rompe i Bolidi alla nostra protagonista u.u anche se già da sola sclera, avete visto con Dorian?o.o ah beh, un confronto è sempre più vicino no?xd
Mi sono inventata un negozio di abiti u.u Herr Kleiden è un tipo simpatico, sappiatelo, se fa spendere volentieri i soldi alle streghe XDD
nel prossimo quindi ci sarà...il Quidditch U__U tra parentesi, la divisa di Anastasia è troppo figa u.u i nomi delle squadre di Durmstrang sono inventati da Enide, tranne le Piovre U___U
non ho idea se esistano le vittorie a tavolino ma penso di sì: il 150 è simbolico dal momento che è il punteggio che il Cercatore guadagna quando acchiappa il Boccino.
solo Enide potrebbe riconoscere Miroslav Dietrich LOL il padre di un mio OC altrove, Sven Dietrich xd e futuro zietto di Krum u.u lo conoscerete meglio xd anche se non è del tutto fondamentale xd
nel prossimo tornerà a farsi sentire Nastassos U__U c'è una prova in vista sese tosta e complessa xd di cui dovrò occuparmi in non eno di 2 capitoli temo u.u ma credo che darò spazio anche a Dorian, bisogna iniziare a pensare di metter su famiglia U__U
so che in questo capitolo c'è una frase poco chiara ma non riesco a renderla meglio >__<
   
 
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