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Autore: Violet Tyrell    03/02/2014    2 recensioni
Sequel di "Profumo di Tenebra".
Dopo i MAGO, Anastasia Silente deve pensare al suo futuro... e a come allontanarsi dall'influenza di Tom Riddle che ha rischiato di schiacciarla: accettata per un apprendistato presso un noto Spezzaincantesimi nordico, la giovane ex-Corvonero parte per la Finlandia e ottiene un lavoro come insegnante di Volo a Durmstrang per non dover pesare sulle spalle della famiglia.
La avrà una sorpresa-non sorpresa ovvero la presenza di chi inizialmente ha collaborato al suo rapimento. La convivenza sarà difficile, soprattutto se è proprio quell'uomo che il destino ha deciso di metterle al fianco per tutta la sua vita.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Buon sangue non mente'
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Il lato più affascinante della luna è quello che non ci è consentito vedere Angolo di benvenuto_ 

no, non sono un miraggio! La Vio è di ritorno con questa long: se credevate che l'aveva mollata, avete proprio sbagliato! Buona lettura :=)



Il lato più affascinante della luna è quello che non ci è consentito vedere



Capitolo 5 - Dagli errori si impara?
 


Tre giorni passarono molto rapidamente: la partita avrebbe avuto luogo nel giro di un'ora e Anastasia stava guardando per l'ennesima volta la formazione che aveva messo in piedi in poco meno di cinque ore quando qualcuno bussò discretamente alla porta del suo studio. La strega invitò a entrare, ma l'ultima persona che si aspettava di vedere era Dorian Thorvaldsen che indossava un pesante mantello nero sopra... sì, quella sembrava la divisa da Quidditch dei Falchi.
Miroslav Dietrich le aveva riferito della voce secondo cui Stilling aveva ingaggiato un professore a sua volta per la squadra, ma a lei non era venuto in mente che potesse essere proprio
quello. Dopotutto era il più giovane e sicuramente era in grado più degli altri di sostenere un incontro di Quidditch. “Mia cara collega, desidero informarti che uno dei tuoi Battitori si trova in infermeria sotto l'effetto di una potente... sta cercando di espellere tutto quello che ha mangiato a colazione, per usare parole chiare.”
La strega non battè ciglio, ma non poteva nascondere di essere fortemente irritata: a così poco tempo dal fischio iniziale quella era una delle notizie peggiori che potesse ricevere. “E perchè mai sei tu a riferirmelo e non l'infermiere di Durmstrang?” Anastasia mantenne la voce ferma, ricordando quasi con nostalgia lo scorbutico Perce Weaver, che aveva curato generazioni di studenti a Hogwarts: un personaggio poco adatto a una chiacchierata piacevole, ma serio e competente. Le sembrava davvero strano che a Durmstrang dovessero ricorrere agli insegnanti, e soprattutto perchè non chiamare lei.

Lo ha fatto, sono io che mi occupo dei nostri amati studenti e dei loro problemi: forse non te l'hanno detto, ma ho il diploma di Guaritore e per alcuni anni ho lavorato esclusivamente in quel campo. Il nostro Preside ha pensato bene di assegnarmi ufficialmente quel posto in aggiunta al mio ruolo di professore: mi paga abbastanza bene devo dire, per cui non mi lamenterò troppo”, concluse con un sorriso talmente ostentato che anche da lontano si poteva capire quanto fose falso. Anastasia assunse un'espressione sorpresa di fronte a quella notizia, per poi dirsi che avrebbe già dovuto saperlo: se era ancora in vita era anche grazie al suo aiuto.
Scacciò subito quel pensiero. “Ho capito... grazie per avermelo riferito. Si è forse trattato di un incidente?” La strega ne dubitava fortemente: quell'imprevista tegola su di lui aveva praticamente la firma di Stilling, non poteva che essere così. Non sarebbe neppure stato strano che avesse cercato di giocarle un tiro mancino, eppure la cosa la infastidiva ugualmente. Il mago si strinse nelle spalle. “
Ich weiss nicht, meine liebling fräulein... aber credo di poter dire – da anni di esperienza personale – che non mi sorprenderebe che qualcuno gli abbia rifilato una Pozione Lassativa: una dose non eccessiva, evidentemente Herr Krepnis ha lo stomaco molto debole o passerebbe l'intera giornata al bagno.”
Anastasia si limitò a incassare il colpo: dubitava fortemente che la Pozione Lassativa gli fosse stata propinata proprio dall'insegnante, e allo stesso tempo credeva a quelle parole. Anche a Hogwarts c'erano stati casi del genere.
Solo che i Serpeverde avrebbero probabilmente riempito Franz Krepnis di pozione al punto da farlo stare al bagno almeno per una settimana, Sören Stilling è più cauto: non vorrà farsi scoprire. La ragazza sapeva che non c'era nulla da fare, solo che come lo trovava un sostituto in così breve tempo?
Prima che mi dimentichi della cosa... anche a
Herr Holdes ho riscontrato gli stessi sintomi, solo che lui è stato più furbo: aveva già un antidoto a portata di mano, mezz'ora e il suo colorito tornerà normale.”
Anastasia per poco non imprecò: Terence Hodes era il suo asso nella manica nonostante molti l'avrebbero derisa per quella scelta. Era la riserva del Portiere dei Falchi, solo che era incredibilmente più bravo del titolare e Anastasia si era stupita quando aveva saputo che faceva sempre panchina. Era appena del terzo anno, ma aveva un modo i volare quasi ipnotico e sembrava cogliere la direzione della Pluffa prima ancora che fosse lanciata. Un talento naturale... eppure Stilling lo derideva apertamente, preferendogli il ragazzo dell'ultimo anno che era più grosso, ma meno talentuoso.

D'accordo, allora grazie anche per questa informazione... ce ne sono altre prima che vada in cerca del sostituto?” Anastasia lo chiese con voce mielata, quasi volesse prenderlo in giro: non le era piaciuto quel modo di porsi strafottente e ironico e desiderava ripagarlo con la stessa moneta. Inoltre vederlo in divisa da Quidditch l'aveva anche indispettita, ma non poteva farci niente: se Stilling si sentiva più al sicuro prendendo un insegnante... che facesse! “Ja... in verità si tratta di una mia curiosità personale”, rispose l'uomo lisciandosi il mento, fingendo persino di riflettere quando a lei era palese che morisse dalla voglia di parlare. “... mi chiedevo: che cosa pensi di ottenere con questo spettacolino,
mein Kind? Rispetto? Sören Stilling è un figlio di papà ed è sempre stato accontentato in tutto... ma mi aspettavo meno ingenuità da una professoressa di Durmstrang.”
Le parole del mago parvero risuonare di uno strano eco, eppure Dorian non aveva urlato anzi, la sua voce era bassa rispetto al solito; Anastasia percepì qualcosa schiudersi dentro di lei e capì che non lo poteva tollerare. Lui era l'ultima persona al mondo a poterla giudicare, ma quando fece per parlare lui l'anticipò. “Inutile negare, conosco perfettamente i termini del vostro accordo: quando il ragazzino è venuto da me per chiedermi di giocare rideva così instericamente che sono stato sul punto di tacitarlo a vita. Non riuscivo quasi a credere che la stessa strega in grado di sfidare Grindelwald anche se disarmata – mossa non del tutto intelligente, ma senza dubbio coraggiosa e in parte degna di stima – si fosse abbassata a battibeccare con uno che si comporterà da stronzo per... non lo so, sicuramente fino alla fine dei suoi anni di studio.”
L'accenno alla prigionia e a Grindelwald portò Anastasia a tremare: leggermente, ma sentiva di non avere una presa salda sulla bacchetta ed era sempre un segnale preoccupante. All'improvviso aveva l'impressione di essere una fallita: per quanto le circostanze fossero estremamente diverse, quella siituazione le ricordava vividamente un'altra più lontana nel tempo, con Tom Riddle e Evan Rosier che parlavano di lei.
Di quanto fosse
stupida.
Di come si fosse fatta abilmente raggirare.
Anastasia vide la stanza girare attorno a lei, ma riuscì a non perdere la lucidità e ad aggrapparsi alla scrivania per evitare che le gambe cedessero.
Santa Rowena, è come se fossi ancora sua prigioniera... non è cambiato nulla! Se lui si fosse reso conto di aver parlato nello stesso modo di un anno prima, quando anche il gesto più semplice la terrorizzava, non sapeva dirlo. Aveva anche lo stesso sguardo duro, canzonatorio e freddo, lo aveva visto così tante volte che le era rimasto impresso quanto e più di un marchio.
Invece quelli che vedeva in quel momento erano diversi, eppure appartenevano alla stessa persona, e le rievocavano ricordi differenti.

Si era preparato appositamente la pozione... usandola avrebbe ottenuto quello che voleva, non sarei stata in grado di oppormi. Anzi, lo avrei desiderato...
Una finzione, una violenza peggiore di quella che avrebbe potuto esercitare Dorian Thorvaldsen su di lei se l'avesse presa con la forza. L'Amortentia era micidiale e lei sapeva che ne bastavano poche gocce per ammansire completamente una persona; Anastasia era stata sul punto di vomitare quando lui gliel'aveva confessato, con le lacrime che gli scendevano sulle guance. Anche quello l'aveva stravolta perchè non lo credeva in grado di fare una cosa del genere in modo sincero; in fondo poteva essere stata soltanto una commedia recitata brillantemente. Invece no, aveva continuato a sorprenderla ogni parola che diceva, con quell'egoismo che sapeva non avrebbe mai realizzato.
Ma sono stata io a sorprenderlo sul serio...
ed era riuscita a farlo anche con se stessa perchè baciarlo non era mai stato nei suoi programmi, tantomeno avrebbe creduto di trovarlo piacevole. Come se l'avesse desiderato da tanto tempo... non aveva mai avuto modo di riflettere davvero su quello che era accaduto e credeva di avere dimenticato quel momento, invece aveva quasi l'impressione di riviverlo in quell'istante. Anche quella volta l'aveva stretta così tra le braccia, con possessività ma senza farle male. E per un momento pensò che si sarebbe ripetuto anche il bacio. Maledizione a te, non potevi essere ripugnante come il tuo stupido collega? Visti da vicino quegli occhi grigi le sembravano la cosa più bella mai vista.
Sei certa di stare bene? Tremi come se ti avessi colpita con una maledizione, ma ti giuro che non ho neppure preso la bacchetta...” Anastasia sentì le parole del mago come se provenissero da una distanza infinita, eppure riuscì a capire che cos'era accaduto perchè il braccio sinistro sembrava infuocato di dolore e tutto il suo corpo tremava.
Una maledizione... già, il marchio d'amore di Tom Riddle... E come dimenticare una cosa del genere? Certo che aveva scelto il momento sbagliato per attivarlo. “Io... sì, benissimo...” Anastasia lasciò bruscamente la presa di Dorian e fu lieta che l'uomo non insistesse; la menzogna che gli aveva appena detto era necessaria, nessuno doveva sapere quale orribile sfregio la condannava, tantomeno lui che era reo di averla già vista indifesa più e più volte. L'ultima cosa che voleva era rendersi ridicola più del dovuto.
Un semplice calo di zuccheri... mi succede di tanto in tanto... ora scusa, devo andare a occuparmi dello spettacolino.” Ripetè la stessa parola pronunciata da Dorian per riportare la conversazione su un piano stabile: non aveva nessuna voglia di passare il suo tempo a fantasticare su cosa sarebbe o no potuto accadere, non l'aveva mai fatto con nessuno.
Bevitela, non indagare... Anastasia aveva quasi l'impressione che il mago fosse sul punto di replicare, invece le scoccò un'occhiata inespressiva e si avviò alla porta. “Troppo debole per il ghiaccio del Nord: tornatene a casa, trovati un marito che ti riempia la pancia di figli – nell'ordine che preferisci, non ha importanza - e dimentica questo posto. Oppure smentiscimi... e non con questi patetici spettacolini.”



Una cosa buona del Quidditch era che aiutava a distrarsi: Anastasia era completamente esausta, ma nel giro di pochissimo aveva allontanato da se qualunque tipo di problema. Guardando il Boccino svolazzare per la stanza le tornò in mente quello che le aveva detto Dorian prima della partita. In qualche modo le parole del mago si erano radicate dentro di lei e la cosa le dava fastidio; lui non aveva alcun diritto di giudicarla, ma sapeva che l'aveva fatto nel modo giusto. Patetica ragazzina è l'appellativo che meriterei, non Professoressa... cosa mi è saltato in mente di gareggiare con uno studente? Ha ragione, mi sono solo resa ridicola...
E la vittoria le dava la stessa gioia che la sconfitta aveva disegnato sul volto di Sören Stilling: il ragazzo aveva lasciato il campo molto in fretta, ma ciò non gli aveva impedito di essere vittima dei fischi e dei cori maligni di quasi tutta la scuola. Anche se il cronista aveva fatto del suo meglio per mettere in ridicolo la squadra di Anastasia, erano stati loro a dominare il campo e a mettere sotto pressione i Falchi. Solo nella prima mezz'ora di gioco i loro avversari si erano trovati in vantaggio, per poi cedere sempre di più e la colpa era dovuta tutta al fatto che Stilling aveva perso del tutto la lucidità. A ogni suo errore sbraitava e ben presto la grande armonia nella squadra era venuta meno; per contro Anastasia aveva visto i suoi lottare così tanto che non le sarebbe importato nulla neppure se avessero perso. Miroslav Dietrich era un gran Battitore e anche se non era stato affiancato da Franz Krepnis aveva fatto un ottimo lavoro; Christianna aveva giocato discretamente per una abituata a essere Cacciatrice, e sicuramente la sua stazza l'aveva aiutata a sorreggere il peso della mazza. Anche i Cacciatori se l'erano cavata molto bene: si trattava i due gemelli del quinto anno, Christian e Christopher, a cui aveva affiancato il loro amico del cuore. Tra tutti e tre avevano dato vita a belle strategie, anche se sicuramente avrebbero sentito la mancanza delle loro ossa aggiustate prima che i Bolidi li colpissero.
Ma il suo asso nella manica era stato il Portiere: Terence Holdes si era fatto fischiare centinaia di volte, ma dopo i primi quaranta minuti – in cui si era fisicamente stabilizzato – aveva fatto piangere chi l'aveva sottovalutato. Per quanto bravi fossero stati i tre Cacciatori dei Falchi, lui li aveva superati e deteneva il record di porte inviolate nell'ultima mezz'ora di gioco; Anastasia aveva visto il furore distorcere i bei lineamenti di Sören Stilling quando non era più riuscito a segnare. La strega non aveva idea del modo, ma il ragazzino riusciva sempre a indovinare la traiettoria della Pluffa e nel momento preciso in cui aveva cominciato a dare il meglio di se, per gli altri non c'era stata storia. Se il suo occhio non sbagliava, Holdes avrebbe potuto avere una gran carriera da professionista nel Quidditch.

Una vittoria che non sa di niente...
Anastasia cercava di arrivare a una soluzione, ma aveva la mente svuotata da ogni emozione; come promesso aveva confiscato la scopa al ragazzo che l'avrebbe avuta solo per le lezioni, anche se era più opportuno dire che era stato lui a gettargliela ai piedi in un momento di puro rancore e la strega non aveva preteso che si scusasse per il gesto e i modi. Ci sarà tempo: lo zio dice sempre che non bisogna mai affrettare i tempi... aspetterò che si sia calmato, non servirebbe a nulla tentare adesso. Anastasia non aveva alcun dubbio, il ragazzo in quel momento era un leone ferito, forse privo di artigli e con l'orgoglio schiacciato, ma pur sempre uno a cui piaceva attaccare.
Rabbrividì vistosamente: una delle cose che non riusciva proprio a capire era perchè a Durmstrang il fuoco dovesse essere così risparmiato... e non era possibile neppure approfittarne, ovunque c'erano degli incantesimi che impedivano di accenderlo senza autorizzazione o di ravvivare la fiamma. La cucina però era la sola eccezione ed era anche vietata agli studenti; la strega si alzò rapidamente e lasciò le sue stanze quasi gelide per scendere.
Decisamente qui si sta molto meglio, pensò la ragazza raggomitolata su una sedia imbottita e avvolta da un pesante mantello scuro, mentre teneva le braccia rivolte verso il caminetto da cui sprigionava un calore appagante; oltre a lei non c'era nessun altro, a quanto pareva gli elfi domestici avevano terminato di sbrigare le loro faccende oppure si occupavano di altro nelle varie ale del castello.
Davvero strano, avrei giurato di averti vista alla grande festa a cui tutta la scuola partecipa: per l'occasione il nostro Preside ha persino acceso il fuoco per impedire di far crescere le stalattiti nei capelli dei nostri adorati studenti.” Anastasia sobbalzò: era così intenta a fissare le fiamme a una rispettosa distanza che non si era accorta di passi felpati in avvicinamento. Pensò che era proprio sfortuna incontrare due volte nello stesso giorno Dorian, soprattutto perchè in entrambi i casi non c'era nessuno. Sospirò mentre raccoglieva meglio le gambe che aveva raggomitolato. “Non sono tipo da feste, preferisco lasciarle ai giovani e godermi il silenzio in tranquillità”, rispose con un'occhiata eloquente: se era sveglio avrebbe capito subito che si riferiva a lui e l'avrebbe lasciata tranquilla, anche se non nutriva molte speranze in merito.
Lo vide ammiccare mentre con la bacchetta metteva in azione gli oggetti della cucina affinchè preparassero qualcosa da bere. “E cosa sei se non una giovane fanciulla? Non vedo alcuna ruga sul tuo volto, anche se hai sicuramente gli occhi stanchi: cosa preferisci per combattere questo freddo? Caffè o tè? Temo che Dekan abbia preso sul serio il divieto di avere alcolici nella scuola... peccato, sono molto efficaci.” La strega lo guardò sgranando gli occhi: gli aveva forse chiesto qualcosa? Solo che si sentiva così stanca da non avere neppure voglia di litigare per una sciocchezza simile. “Come vuoi, il tè andrà bene, anche se non sarà di certo come quello inglese.”
Lei adorava quella bevanda, persino quando studiava si fermava alle cinque in punto per il sacro rito del tè: l'importante era berlo, quasi tutti gli inglesi osservavano quella tradizione e anche lei lo aveva sempre fatto. “Tipica ragazza
british... ecco qua, non sarà come quello preparato dai tuoi elfi domestici, ma nessuno è mai morto. A noi insegnanti non risulta, per lo meno...” Anastasia guardò quella tazza che levitava proprio di fronte a lei e la prese con le mani, percependo subito un forte calore avvolgerla. Mugugnò un ringraziamento fingendo di essere occupata a bere: in verità si limitava a bagnarsi le labbra perchè non era esattamente come piaceva a lei, tuttavia essere gentili non costava molto sforzo, non per una cosa così banale. Il silenzio durò alcuni minuti lunghi come giornate intere.
Mi stavo chiedendo quanto tempo continuerà questa farsa, quella di sorridere entrambi gentilmente e fingere che tutto vada alla perfezione.” Eccolo la. Anastasia fece uno sforzo per non stringere convulsamente la tazza, ma la verità era che non si aspettava un commento del genere in quel momento. Anzi, avrebbe desiderato che in effetti non si arrivasse mai a parlarne: già, anche se lui non aveva esplicitamente specificato cosa intendesse, era chiaro a entrambi. Pensò anche di fingere di non capire. No, per oggi è già bastato una volta che mi abbia dato della ragazzina, una seconda non lo sopporterei e magari darei in escandescenze. E non era veramente il caso, non dopo la reazione disastrosa di poco tempo prima.
Non c'è nessun bisogno di essere amici, gli studenti sopravvivranno sicuramente a questo...” Inoltre lei sapeva come non ci fosse bisogno di spiegar loro proprio nulla: lo scandalo era stato eclatante e spesso sentiva su di se sguardi di compassione che lei mal digeriva. Il mago sbuffò. “Amici? Non è quello che ho proposto: anzi, se proprio vuoi saperlo è stato il Preside a dirmi che era mio dovere prostrarmi ai tuoi piedi e implorare la tua benevolenza”, dichiarò con foga rabbiosa, anche se aveva leggermente esagerato scegliendo le parole “... e visto che l'ultima volta che siamo stati a contatto hai reagito peggio di quando eri nella condizione di poterti permettere di volermi morto, magari non sarebbe una cattiva idea... discuterne. Anche se forse sarebbe più logico domandarti qualcosa sui motivi che ti han portata qui e a distorcere la realtà in un'aula di tribunale.”
Alla strega sarebbe piaciuto sapere quanti volti aveva quell'uomo: sembrava seriamente infuriato, ma lei non aveva nessuna intenzione di lasciarsi dominare nuovamente. Eppure mentre parlava riusciva a renderla nervosa.
È tutta suggestione, mi passerà, non ho bisogno di dirlo a lui per saperlo. Aveva sempre superato tutto con le sue forze, anche quella volta ci sarebbe riuscita. “Io non ho distorto nulla, ho soltanto detto ciò che sapevo: non mi sembra che tu e il tuo amichetto Grindelwald mi abbiate mai fatto partecipi dei vostri loschi piani.”
Una risata accolse quella frase e la strega osservò Dorian, incredula. “Ti prego raccontamene un'altra, questa non è credibile. Visto lo zelo di quel maledetto Auror, direi che mi hai reso un favore con quella testimonianza: a quest'ora sarei a contare le ossa ancora sane... e non sarebbero molte.” Un brivido attraversò la schiena di Anastasia che si sentiva avvolta dal disprezzo che trasudava dal tono di voce del mago; non aveva idea di chi stesse parlando e tutto sommato non le interessava affatto. Appoggiò la tazza di tè sul tavolino e si alzò, era rimasta persino troppo tempo. “Non sono problemi miei se non ci credi, ora scusami ma credo me ne andrò a dormire prima che mi si formi il ghiaccio nei piedi.” Aveva già appurato che nel letto si stava davvero benissimo, cosa che spingeva sempre gli studenti a fingere di dormire al posto di alzarsi. Non aspettò una risposta, raccolse la sua lunghissima chioma e se ne andò rapidamente.


Non sarebbe riuscito a dormire prima dell'alba, il mago ne era certo, così aveva trascorso la notte a dare i voti ai lavori degli studenti; non un'idea meravigliosa, ma in qualche modo il tempo doveva passare e sicuramente gli allievi avevano molta fantasia. Quando appoggiò l'ultima pergamena corretta il sole ancora dormiva profondamente, ma il cielo si stava già preparando al risveglio. La tempesta di neve si era potenziata e probabilmente sarebbe durata settimane. Non avrebbe voluto essere un gufo, con quel tempaccio non si sarebbe meravigliato se non avrebbero lasciato né raggiunto la scuola.
Peccato che la partita non fosse oggi, mi sarei risparmiato quella stupida farsa.
Ma Dorian sapeva che era anche colpa sua, dopotutto Stilling non poteva obbligarlo a giocare; invece l'aveva fatto ed era stato divertente vedere la sicurezza del ragazzino crollare come un castello di carte. Chissà se si sarebbe fatto un bagno di umiltà dopo essere stato pubblicamente messo in ridicolo: il mago spalancò la finestra permettendo a un vento gelido di schiaffeggiargli il volto.
Lo faceva spesso quando si sentiva a terra e ne traeva sempre un gran beneficio, ma aveva la testa così piena di quesiti da rischiare di impazzire. Tutto sommato non era stata una buona idea cercare la ragazza per provare a parlarle: nulla, era stato come schiantarsi contro un muro, non era interessata a risolvere il problema.
È accaduto troppo...

Sei in piena attività da quello che ho sentito dire”, disse al mago anziano dopo essersi accertati di non avere spie attorno. La stanza era vuota a parte un tavolo su cui erano state stese delle pergamene: mappe, ne dedusse correttamente Dorian. “Esatto, ho bisogno del tuo servizio: la mia ospite è più ostinata del previsto e tende a farsi del male quando parla...”

Fin troppo facile, vuol dire che lui la costringe a ferirsi perchè la piccola non sa tenere la bocca chiusa. Lui invece si tratteneva sempre, non aveva mai perso il controllo ne mostrato interesse a essere sadico quando non ce ne era bisogno. “Capisco, il luogo è questo?” Dorian si chinò a osservare il disegno: un maniero protetto da una sirena. Copenaghen, non c'erano dubbi.

Una volta al giorno sarà sufficente, ma non di notte: a quel pappamolle di Dekan potrai anche raccontare che ti scopi delle donne, ma non ci crederà a lungo... mi servono le tue pozioni per tenerla in vita, un paio di settimane e poi morirà.” Grindelwald lo disse tranquillamente mentre addentava un frutto: era sempre più difficile procurarsene, anche con il potere nulla era semplice.

Dorian Thorvaldsen si limitò ad annuire. “Puoi fidarti. Come sempre.”



Quanto pensi che durerà ancora questa prigionia?” Dorian pareva stanco fisicamente: erano ormai settimane che continuava a muoversi da Durmstrang a Copenaghen e dovendo evitare di essere rintracciato, era costretto spesso ad affidarsi alla scopa. Non un'idea geniale, ma qualunque spostamento magico poteva essere rintracciabile. “Poco, Albus Silente non permetterà mai che accada qualcosa alla sua preziosa nipotina: si sta comportando bene?”
Dorian annuì senza riflettere: era vero che Anastasia era più docile, ma ciò era dovuto soltanto alla continua confusione che le maledizioni Imperius di Grindelwald avevano su di lei. A volte lottava mentre spesso era prigioniera di un limbo senza fine; e poi c'era lui che le aveva alleggerito la condizione, procurandole vestiti e coperte pesanti perchè nella segreta si gelava e qualche volta si azzardava a lasciare delle piccole fiamme che riscaldavano l'ambiente. Un'inezia, ma a volte era più forte di lui e non era in grado di reggere la visione patetica della ragazzina che cercava solo un rifugio immaginario per combattere a testa alta.

Quanto a lui non aveva intenzione di aizzare Grindelwald, era già abbastanza che la torturasse di tanto in tanto; anche lui aveva i suoi trascorsi di magia nera, ma a quel punto non era arrivato: che gusto c'era a misurarsi a un avversario privo di bacchetta? Non che lei si potesse difendere, ovvio, ma quella scelta era al di sopra dei suoi standard di azione. “Non manca molto: sto pensando di privarla di una parte del suo corpo, magari le farò strappare via la lingua. Non lo trovi un regalo perfetto per il grande Silente?”


Poi non era accaduto, ma oggi come allora Dorian aveva avuto i brividi. A volte quando ripensava agli anni in cui aveva appoggiato il mago oscuro si chiedeva che cosa ci avesse guadagnato; potere... sì, era diventato abile con la magia nera, ma aveva rischiato di perdere tutto. Azkaban era stata un incubo e lui ci era rimasto meno di dieci giorni, ma erano serviti per capire che non c'erano ragioni per barattare la sua libertà.
Restava solo da capire perchè la ragazza lo avesse salvato: con tutti i dati che aveva in mano il Ministero della Magia quello sarebbe stato solo un processo-farsa: Conrad Wallace, quel maledetto sadico Auror, gli aveva riso in faccia ogni singolo momento di prigionia, deridendolo per la sua poca resistenza ai Dissennatori. Lui parlava bene protetto com'era dal suo tupido Patronus... le ferite che gli aveva procurato grazie alla maledizione Cruciatus erano state lenite, ma ogni tanto Dorian gemeva sentendo riacutizzare il dolore.
Se non ci fosse stato Albus Silente sicuramente mi avrebbe ammazzato, quel fottuto bastardo... il mago aveva ancora i brividi al pensiero: un grande e coraggioso Auror, che torturava un sospettato dopo averlo privato di bacchetta e immobilizzato. Sui giornali ciò avrebbe fatto una bella figura, ne era sicuro.
Ma era finito tutto: con il tempo sarebbe sbiadito sinoa diventare soltanto un terribile ricordo, non avrebbe più avuto il potere di fargli del male; decise di uscire dal suo ufficio e fare un giro di controllo della scuola. C'erano i Guardiani, ma la presenza di un docente era sempre molto utile e lui avrebbe potuto scaricare i nervi per almeno un'oretta.
Tutto sembrava in ordine, nessun temerario ragazzino fuori dal letto, solo qualche bassorilievo canterino che ridacchiava e intonava canzoncine inutili. Stava per svoltare quando vide un'ombra sospetta correre in modo folle. “Stilling!” Lo aveva riconosciuto subito mentre sgattaiolava chissà dove: si aspettava che cercasse di scappare, invece lo vide fare dietrofront e raggiungerlo ansimando. “Non è il tuo turno di guardia, cosa credi di fare?” Forse avrebbe potuto sfogare le sue frustrazioni su di lui: non era un pensiero nobile, ma nessuno lo avrebbe contestato.
Il ragazzo aveva un aspetto orribile: i capelli fulvi erano spettinati, gli occhi blu dilatati e sulla pelle avva... “Sangue?” Dorian lo sfiorò con la bacchetta: era fresco, difficile però dire di chi fosse. Finalmente il ragazzo riuscì a riprendere fiato. “Professore mi punisca dopo la prego, devo solo mettere distanza tra me e quella... quella bestia della professoressa Silente!” Il mago fu tentato di ridergli in faccia: tutta la scuola sapeva che la strega si era portata dietro un Thestral che trattava quasi come se fosse il suo migliore amico, ma era un animale senza alcuna aggressività. Dorian aveva visto addirittura alcuni studenti portargli da mangiare, quelli che la potevano vedere naturalmente, e dubitava che avesse aggredito chiunque.
Forse per difesa?

Non dire stupidaggini, i Thestral sono tranquilli... o forse sei riuscito a farti odiare non solo dalla professoressa, ma pure dal suo animale?” Voleva essere ironico, ma l'altro non pareva divertito. “Vada a vedere, allora! È nella sua stanza che striscia a terra come... come...” A quel punto Dorian capì che c'era qualcosa di sbagliato: i Thestral volavano,ma non lo disse a Stilling.
Si fece seguire, senza dargli scelta, e si avviò in fretta verso gli alloggi della ragazza: capì il motivo del terrore dello studente non appena mise piede all'interno. La strega era accasciata a terra... e attorno a lei strisciava un orrendo cobra nero, che probabilmente era lungo vari metri; il rettile sembrava quasi una macabra guardia d'onore, ma ancora non l'aveva visto. “Di chi è quel sangue che hai in faccia?” Lo chiese piano allo studente che stava ben vari passi dietro di lui: mai lo aveva visto tanto spaventato. “Dell'insegnante, almeno credo... forse l'ha morsa... e...”
Se l'avesse morsa e basta sarebbe stato tutto più facile... A un'occhiata più approfondita, Dorian aveva riconosciuto la bestia: era un esemplare di Cobra Sputatore, così chiamato perchè amava sputare il veleno anche a due metri di distanza dalla vittima, soprattutto all'altezza degli occhi di cui poteva causare la cecità. L'uomo cercò di riflettere rapidamente. “Vai nel mio ufficio e prendi tutti gli antidoti che trovi... anche... no, i bezoar sono finiti. E avvisa Dekan, dobbiamo allertare l'ospedale magico. Muovi quel tuo culo e fai il più in fretta possibile.” Non c'era nessun bisogno di perdere tempo perchè l'animale si accorse di lui; Dorian dubitava però che fosse di appartenenza di Anastasia, era un genere di rettile che non si trovava dalle loro parti. Clima troppo freddo per resistere. Una magia volontaria.
Della strega? Era stata tanto ingenua? Agitò la bacchetta e imprigionò l'animale in una piccola teca di vetro intrangibile. Non avrebbe fatto danni e neppure sarebbe morto, forse il suo veleno doveva essere esaminato; poi si chinò sulla strega e scoprì che era stata morsa alla mano sinistra, da dove fuoriusciva il sangue. Fermare un'emorragia per lui era una sciocchezza, ma c'era da preoccuparsi del veleno sicuramente in circolo. Dorian osservò attentamente il volto e vide tracce di veleno attorno agli occhi.
Questa bestia merita bene il nome di Cobra Sputatore.
Dei passi alle sue spalle, Stilling di ritorno. “Nulla professore, ho frugato dove ho potuto, ma non ho trovato antidoti!” Dorian imprecò. Stupido lui a non ricordare che li aveva dovuti utilizzare per le lezioni del sesto anni; sentì un gelo innaturale avvolgerlo. Senza antidoti la strega era spacciata. “Dì un po', non è che sei stato tu a creare questo seprente? Tu sapevi che io non avevo antidoti.”
Poteva averlo fatto apposta: il ragazzo era davvero bravo con la magia e di tanto in tanto faceva qualche scherzo a chi lo infastidiva; tutta la scuola aveva assistito alla sua umiliazione, niente di più facile che avesse cercato una vendetta. Gli studenti si credevano tanto furbi e spesso sottovalutavano i rischi delle loro azioni, lui non sarebbe stato il primo: il giovane diventò cadaverico in volto. “Io?! Non mi prenda in giro, io... io ho la fobia per i serpenti! Non ne creerei mai uno, solo stargli vicino mi rende nervoso!”
Dorian pensò che almeno quello era vero: lo sguardo del ragazzo saettava da lui al rettile, come se temesse che spezzasse il vetro e lo attaccasse... ma il resto? “Ne parleremo poi. Torna nel mio ufficio e portami tutti gli ingredienti che trovi nell'armadio, quelli situati in alto a destra... dopo avvisa Dekan, anche se te l'avevo già detto.”
Ma in quel caso ad avere la priorità era la gravità della situazione, il Preside poteva anche continuare a dormire per altri due o tre minuti; quando Stilling tornò aveva le braccia piene di ingredienti mentre lui stava praticando un incantesimo sul volto della strega, tenendole bene gli occhi aperti con la mano – uno per volta. “Cosa vuole fare con questa roba? Sembrano utili per un...” il ragazzo non finì la frase, ma Dorian lo aiutò. “Antidoto, esatto: ho già avuto modo di constatare che il veleno è in circolo, devo rallentarlo in qualche modo... e dal momento che so preparare gli antidoti, ne fabbricherò uno in questo momento.” Il più inutile, ma doveva pur fare qualcosa. “Tira giù dal letto Dekan, dovrà contattare quanto prima l'ospedale, anche se con questa bufera è più facile che lei muoia durante il viaggio...”
E in quel caso? Dorian cercò di non pensarci mentre trafficava con i vari ingredienti: doveva necessariamente conservare il sangue freddo o avrebbe perso la testa. Puntò la bacchetta verso il serpente: questi si accasciò, senza vita, e Dorian lo fece levitare fino a se. Doveva capire da cosa era composto il veleno prima di commettere una follia.




Note:

passiamo subito alle traduzioni in tedesco
Ich weiss nicht, meine liebling fräulein... aber
: in pratica suona tipo "non saprei, mia amata collega, ma..." una cosa così u.u suona meglio in tedesco, lo riconosco
mein Kind: piccola mia, ma in questo caso Dorian lo dice in modo dispregiativo, quasi come se volesse offenderla quindi intendetela tipo "ragazzina", inteso come immatura u.u

ora veniamo a noi: ho impiegato molto tempo per postare il capitolo, la verità è che tipo la settimana scorsa lo volevo mettere... e scopro il file vuoto! mi ero depressa un po', ma nel giro di pochi giorni l'ho riscritto! e in alcune parti è diverso, forse migliore... ma non so dirlo, sta a voi il giudizio!
analisi dettagliata su Dorian, ciò nell'altra versione era limitato(e c'era lo spazio dedicato alla partita, che credo appesantisse tutto u.u) e piccolissimi flashback su qualcosa di cui sapevate già tutto u.u ma non dalla sua versione. Ho anche esaltato il suo lato da Guaritore e professore, che giustamente capisce che Anastasia sta facendo una cazzata a darla vinta a uno studente e non ha paura di dirlo u.u
povero Stilling, fischiato da tutta la scuola u.u sono davvero crudele XD ma la meritava una lezioncina u.u e poi Stacy non è nata ieri in fatto di Quidditch u.u
costruire la squadra improvvisata mi ha divertito un mondo, lo confesso u.u
ho iniziato ad addentrarmi nello specifico sul rapporto contorto che ha Anastasia con Dorian e che nonostante tutto ci sarebbe bisogno di chiarire u.u anche se lei dice di no u.u
penso che vi chiediate di chi sia il serpentaccio: ho dovuto scandagliare il web per tre giorni prima di trovare quello giusto, il mascalzoncello si nascondeva è__è
vi lascio commentare(se volete ovvio^^) e vi do' appuntamento al prossimo, che non so quando sarà, ma penso minimo tra un mese :=)

   
 
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