Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: RLandH    30/03/2013    3 recensioni
Kagome Higurashi era una ragazza sveglia o almeno così si sarebbe definita, ed era certa che il motivo che avesse mosso sua madre a comportarsi così era valido quanto nobile, ma non poteva non sentirsi almeno in minima parte tradita. A nessuno piaceva essere sradicata dalla propria casa, dalla propria vita per un'altra città.
Kagome è costretta a trasferirsi a Tokyo (insieme alla madre ed il fratello) ed in una nuova scuola, dove finisce per intrecciare la sua vita con le più svariate personalità, Kikyo una ragazza riservata, Naraku un manipolatore, l'aspro Inuyasha di che si rivela per lei il più grande enigma e Koga ragazzo beffardo invaghito di lei e totalmente sordo ai sentimenti di Ayame. Intrecciarsi con le vicende di Jackotsu e Bankotsu amici da sempre, legati da un destino indissolubile. Ed il freddo Sesshomaru, all'ultimo anno, cinico, che incontra la dolce Rin. E Sango femminista convinta in continua lotta con Miroku all'apparenza frivolo donnaiolo. Midoriko giovane professoressa in erba che con il più scontato dei cliché finisce per invaghirsi di un suo studente, il teppista Magatsui.
Attenzione questa storia copre molti più personaggi di quelli indicati sotto o citati sopra.
InuyashaKagome principale!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Bankotsu/Jakotsu, Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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tutto ciò che c'è di semplice

Allora, eccoci con il secondo capitolo di questo capitolo, non avrei mai aggiornato in tempo e non avrei dovuto aggiornare perché dovevo studiare ed invece ho scritto (e sommerso la mia cucina di dolci, questo però non ha reso fattibile le mie Reazioni) quindi spero gradiate questo capitolo ed io intanto vado a mangiucchiare dei muffin che ho sfornato ieri.

Ringrazio di cuore le sei persone che hanno inserito questa storia nelle seguite e serin88 che ha recensito.

Baci baci

RL&H

 

 

 

Tutto ciò che ‘è di semplice

 

 

 

(Kagome II)

 

 

 

Il ragazzo aspro come una scorza di limone

 

 

 

Kagome aveva afferrato il libro di Ayame di chimica, per confrontare gli esercizi, Kikyo era in ritardo, cosa profondamente strana. “Mi sa che questo è sbagliato” aveva commentato Sara Asano, piantando il dito su un esercizio, “Impossibile, li ho copiati da Jackotsu” aveva spiegato la ragazza dai capelli ramati, prima di indicare il ragazzo dal volto efebico che continuava a passarsi il rossetto sulle labbra, davanti l’occhiata stupefatta del suo compagno di banco e di Shunran Pantera che continuava a punzecchiarlo dicendoli che non era il suo colore. “Si è corretto” aveva detto Byakuya quando Kagome li aveva posto l’esercizio sotto gli occhi, “Bene” aveva detto, prima di vedere con soddisfazione che anche il suo era corretto.

Era da buone due settimane che si era trasferito in quella città ed in quella nuova scuola; quasi le sembrava strano pensarlo ma poteva essersi ambientata meglio di quanto avesse mai fatto. “Qualcuno ha visto Kikyo?” aveva domandato, guardando Naraku che si divertiva a svuotare l’astuccio di Ginta ogni volta che questo si distraeva, per spargerli un po’ ovunque, “Io si” aveva detto Hiten, mentre rovesciava il contenuto della borsa sul banco alla ricerca di chi sa cosa, “Credo che abbia intenzione di marinare la scuola” aveva commentato quello. “Kikyo?” aveva domandato esterrefatta, quella Kikyo? Quella stessa ragazza tutta precisa e seriosa che si appuntava qualunque cosa dicessero i professori? Quella lì? “Sei sicuro?” aveva domandato Kagome, “Certo” aveva commentato quell’altro.

Il professore era entrato, ma a sorpresa non era entrato il professor Gyu-oh di chimica, con quel sorriso affascinante in viso, ma al contrario era arrivato il professori di educazione fisica, il signor Hoshiyomi, “Ragazzi” aveva detto con la stessa severità di quanto contava le flessione, “Il professor Izumo ha avuto un piccolo incidente” aveva commentato, “Intossicazione alimentare” aveva aggiunto, roteando gli occhi al cielo, “Sono stati i ragazzi dell'ultimo anno” aveva detto sommessamente Byakuya, facendo ridacchiare Ayame, prima che commentasse che effettivamente ne aveva sentito parlare. “Quindi per la vostra gioia, farò vedere più sole ai vostri visi pallidi da computer dipendente” aveva commentato il professore, “Non abbiamo la tuta” si era lamentata Sara Asano, “Faremo qualcosa di poco impegnativo” aveva risposto quello, prima di afferrare il registro per fare l’appello, “Miiko dov’è?” aveva chiesto, guardandosi intorno, “E’ assente” aveva risposto Kagome, “Inusuale” era stato il commento del professore Hoshiyomi, prima di scriverlo ed uscire dalla classe.

Così li altri lo seguirono, “Tutta ieri a studiare chimica per niente” si era lamentata Ayame, “Ma non avevi copiato gli esercizi?” aveva chiesto indiscreto Moryomaru, ricevendo dalla ragazza un’occhiata fredda, “Che classe ha educazione fisica a quest’ora?” aveva domandato Hiten, “Mio fratello” era stata la precipitosa risposta di Shunran, “Quarta sezione del terzo anno” aveva aggiunto. Kagome si fermò a riflettere su chi conoscesse di quella classe, Jinenji e Tsubaki, che pareva averla presa in antipatia solo perché per la scuola girovagava con Kikyo, ed anche Koga Yoro ed il suo amico dalla cresta, si e se non sbagliava c’era anche lo scorbutico ragazzo che guidava la moto, quello che il primo giorno l’aveva chiamata Strega.

Jackotsu le si era letteralmente buttato addosso, “Un’ora intera a poter guardare il mio bel Inuyasha, dopo potrei anche morire” aveva squittito con gli occhi sognanti, Kagome aveva riso a vederlo così, quel ragazzo era proprio strano, oltre al suo aspetto così femmineo, che accentuava con il trucco pesante, ma proprio nella sua interezza, un giorno mentre passeggiava con Kikyo aveva domandato di descriverglielo, aveva risposto che per le ragazze era più che innocuo. La ragazza si infilò i capelli dietro l’orecchio, “Un bel ragazzo?” aveva chiesto, “Il più bello del mondo” aveva esclamato quello, lei aveva ridacchiato e la tranquillità di quel momento era stata rovinata da Naraku, “Qualcuno si mangerà le mani per non esser venuto” aveva detto scanzonato, lanciando un eloquente sguardo a suo cugino che aveva riso senza mezzi termini, Jackotsu si era morso il labbro. C’era qualcosa di non detto in quella conversazione.

Quando arrivarono al campetto, Kagome notò immediatamente i ragazzi che giovano a calcetto, le ragazze invece parevano starsi esercitando con la corda. Tsubaki stava saltava la corda, mentre Abi si era intrecciata la corda alle gambe ed era caduta a terra come una pera. Un ragazzo, invece non sembrava star giocando con i ragazzi, ma tentasse la corda con le ragazze, ma come l’altra ragazza sembrava parecchio incapace, “Kao! Kao!” l’aveva chiamato Moryumaru alzando le mani per farsi vedere, quello aveva ricambiato il saluto, prima che una pallonata lo colpisse in pieno viso. “Povero” aveva detto il ragazzo dai capelli a caschetto, “E quello chi è?” aveva domandato la nuova, guardando quel povero ragazzo dai capelli ricci che cercava di togliersi le corde di dosso, “Il capo del club di Giardinaggio” aveva detto Ginta, “Un tipo abbastanza strano” aveva commentato Ayame, Jakotsu aveva fatto un mellifluo commento sul fatto che l’orientamento sessuale di quel tizio fosse anche più incerto del suo, era effettivamente alla vista molto femminile, “Perché sul tuo ci sono mai stati dubbi?” aveva domandato Hiten sardonico, prima di allontanarsi, seguito da una sghignazzante Shunran.

Kagome stava cercando di sollevare il busto, mentre Jakotsu teneva le sue mani sulle sue scarpe da tennys, per aiutarla a fare le flessioni. “Suto! Suto!” stava chiamando Byakuya, mentre teneva i piedi di suo cugino che ignorava deliberatamente quello che doveva fare, preferendo starsene steso sull’erba fresca, sotto lo sguardo curioso della ragazza, Naraku si era difeso come un ragazzo più intellettuale; “Che vuoi?” aveva gracchiato il compagno di educazione fisica di Kagome, “Dov’è Banryu?” aveva chiesto indicando i ragazzi che giocavano a calcio, “Aveva un compito” aveva gracchiato Jakotsu, prima di tornare a contare le flessioni della ragazza, intrecciandosi un po’ con i numeri, non era alquanto brillante nei conti.

“Certo che Inuyasha è proprio bello” aveva detto sognante il ragazzo, liberando i piedi della ragazza dalla sua morsa, quella si sollevò e guardò il campo, “Qual è?” aveva domandato, “Il più incantevole” aveva detto con la voce tipica delle ragazzine innamorate Jakotsu, mancavano solo cuori svolazzanti attorno alla sua testa o rubicondi angioletti armati d’arco e frecce. Gli esaminò: Koga era un bel ragazzo, ma il più carino Kagome dovette ammettere era il motociclista, non sapeva il suo nome ma da quando l’aveva quasi investito il primo giorno di scuola l’aveva rivisto tutti i giorni, era alto dai capelli chiari ed occhi di miele puro, sarebbe stato il suo uomo ideale se non avesse avuto un carattere aspro come quello di un limone. “Quello” disse additando discretamente il motociclista, “Vedi Higurashi, abbiamo gusti simili” aveva squittito il ragazzo. Bene l’acido sbruffone dai capelli pallidi si chiamava Inuyasha.

Il resto accadde troppo velocemente perché sapesse spiegare bene come, ma la pallonata la colpì dritta in testa, così che lei finì a terra. Quando riaprì gli occhi, un mucchio di facce la stavano guardando, i due Onigumo, Suto, Inuyasha, Koga e Tsubaki. “E’ viva” aveva commentato acida l’unica ragazza, infilando una mano tra i capelli albini, “Sorella ti chiediamo scusa” aveva detto Koga con incredibile aulicità, con un espressione seria, afferrando con entrambe le mani una sola delle sue e stringendola calorosamente, “Non preoccuparti” aveva detto imbarazzata lei, cercando di far scivolare via la mano dalla presa, “No dobbiamo, è stata colpa di questo Botolo qui” aveva detto quello con un tono rancoroso quasi ringhiando verso il ragazzo dai capelli pallidi, “Non dar la colpa a me se non sai riprendere un pallone e se questa stregaccia era in mezzo ai piedi” aveva detto sostenuto quello. Kagome si era sollevata dalla sua posizione supina, “Hei tu” aveva detto arrabbiata, “Abbi almeno la buona creanza di scusarti” aveva detto infervorata, una pallonata nell’ora di educazione fisica era più che legittima, ma un comportamento così antipatico no. Inuyasha aveva incrociato le braccia per enunciare la sua superiorità, gli occhi miele brillavano di stolta audacia, “Io non devo delle scuse proprio a nessuno” aveva stabilito; Koga l’aveva guardato, “Veramente dovresti” aveva esclamato, “Probabilmente la bella Kagome avrà un livido a deturparle il viso a causa tua” aveva aggiunto, con gli occhi azzurri infiammati di ardore, prima di prendere la mano della ragazza, “Ma ciò non toglie che la tua bellezza resterà immutata” aveva detto troppo invadente. Lei era di tutti i colori dell’arcobaleno.

Jakotsu aveva ridacchiato, “Koga amo la tua intraprendenza e se fosse rivolta a me ti sarei già saltato addosso” aveva commentato il ragazzo, accarezzandoli il braccio, “Ma direi che così traumatizzi Kagome” aveva detto prima di liberare le mani della ragazza dalla presa del ragazzo. E lei ma li fu più immensamente grata, “Appurato che la principessina è sana e salva, torniamo tutti ai propri affari” aveva commentato Tsubaki, con un tono infastidito, arricciando il naso. Byakuya aveva tossicchiato, “A me piacerebbe vedere come finisce” aveva squittito, ricevendo un pizzicotto dalla ragazza. Allora Naraku aveva parlato per la prima volta, “Sperare in un atto di tale maturità da Inuyasha sarebbe stupido quanto inutile” aveva detto con quel suo tono di incredibile superbia, ma un attimo dopo il ragazzo in questione l’aveva atterrato con un pugno sul naso, “Tu non devi permetterti Bastardo!” aveva gracchiato infervorato, Jakotsu aveva intercettato il polso prima che potesse colpirlo di nuovo, così come Byakuya si era impegnato per soccorrere il cugino, mentre Tsubaki asciugava con un fazzoletto il naso sanguinante del ragazzo. Si erano poi allontanati a teste basse, ma macchinosi.

“Sai che odio essere d’accordo con te” aveva enunciato Koga, “Ma si, Kami, era ora che qualcuno rompesse quel visino” aveva ringhiato quello, Inuyasha aveva annuito, sorridendo appena. Kagome era rimasta in silenzio, non sembrava difficile decretare che tutti odiassero Naraku e con sincerità non le era eccessivamente estranea come idea. Jakotsu aveva accennato un sorrisetto, “Tipo strano hai intenzione di lasciarmi?” aveva chiesto il ragazzo dai capelli chiari, cercando di divincolarsi dalla stretta di quello, “Una volta che ti ho preso, non ti lascio più” aveva commentato suadente, appiccicandosi al suo fianco, il ragazzo dagli occhi azzurri era scoppiato a ridere, “Qualcuno mi salvi” aveva detto Inuyasha, cercando di sfuggire a due labbra a polipo come quelle dell’altro ragazzo che si avvicinavano pericolosamente a lui. L’unica ragazza lo arpionò per le spalle, “Suto, credo che sia meglio che tu non lo baci, rischieresti di prenderti un’indigestione” aveva detto, allontanando dall’altro ragazzo, “Credo sia caustico” aveva aggiunto scherzando.

 

Era finita l’ora della professoressa Midoriko quando si era chiusa in bagno per cercare di chiamare Kikyo, era certa che avrebbe gioito nel sapere che qualcuno aveva colpito Naraku in pieno viso.  Aveva incrociato una ragazzina di primo anno che cercava di lavar via una macchia non identificata dalla camicia, “Serve aiuto?” aveva domandato, ma quella aveva mosso la testa in segno di negazione, era piccola con i capelli scuri ed un ciuffo di capelli raccolti in una piccola coda, “D’accordo” aveva detto prima di chiudersi in un gabinetto, aveva poco tempo prima che il professore dell’ora dopo venisse, così compose il numero. “Pronto” aveva sentito la voce di Kikyo dall’altro lato del capo mentre soffocava una risata, “Sono Kagome” disse, prima di mordersi il labbro, era ovvio che lo sapesse, aveva registrato il numero, “Dimmi” aveva detto bonaria l’altra, “Volevo sapere come va, oggi non sei venuta” aveva commentato, “Il mio vicino di casa mi ha praticamente obbligato a saltare la scuola” disse lei, con una mezza accusa, dall’altro lato del telefono sentì qualcuno lamentarsi, “Volevo anche dirti che il professore di chimica è assente, si vocifera che l’abbiano intossicato di proposito” aveva bisbigliato lei,  Kikyo aveva espresso il suo disappunto, “Ed un ragazzo della quarta sezione ha tirato un pugno a Naraku oggi” aveva comunicato Kagome cristallina, così l’altra aveva ridacchiato, “E’ fantastico” aveva squittito. Sarebbero rimaste a parlare al telefono ma la ragazza doveva scappare alla lezione successiva, non comunque con la promessa dell’altra di passare a trovarla quel pomeriggio per prendere i compiti.

Durante le ore di storia, Shunran si era seduta accanto a lei, per poter infastidire Ayame , sebbene aveva giustificato la situazione dicendo che non aveva voglia di avere a che fare con il misogino del suo vicino di banco, Hiten le aveva mandato un bacio. Kagome non aveva detto niente, non aveva molto parlato con quella ragazza, aveva sempre un espressione di superbia e spendeva tutte le lezioni a parlocchiare con Goryomaru o Hiten, mentre tutto il resto degli intervalli con un gruppo di altre tre persone. “Signore, la vostra presenza illumina la mia giornata” aveva detto Byakuya con un sorriso sornione,  ricevendo una gomitata dalla compagna di banco, “Ricordatevi dell’elezione a rappresentate di classe” aveva aggiunto il ragazzo, ignorando il gestaccio di Ayame. Kagome trovò singolare il suo continuo ricordarlo, “Vuoi per caso candidarti?” chiese alla fine, “Naraku non mi perdonerebbe mai” aveva detto indicando il cugino, che se ne stava incupito mentre continuava a premere il cerotto sul naso, tremendamente infastidito. Il ragazzo si voltò verso di lei e fece la cosa che meno la ragazza si sarebbe aspettata: sorrise; e la cosa l’inquietò.

Aspettava sempre Souta alle fontanelle, lui andava sempre li con i suoi compagni di classe e lei l’aspettava approfittandone per sorseggiare qualcosa. “Volevo dirti grazie” aveva esordito qualcuno affiancandosi a lei, un ragazzo alto dai capelli più chiari che avesse mai visto, “Per avermi salvato dalle labbra a ventosa di Suto” aveva squittito quello, “Oh Inuyasha io ho salvato le sue labbra dal tuo sapore aspro da scorza di limone” aveva risposto lei, infilando una mano tra i capelli scuri. Il ragazzo aveva sorriso malefico, “Stregaccia” aveva detto lamentoso. Davanti quell’espressione buffa, la ragazza era scoppiata a ridere, “Comunque …” aveva enunciato, “Non ci siamo formalmente presentati: Kagome Higurashi” aveva affermato allungando la mano, il ragazzo l’aveva presa, “Inuyasha NoTaisho” aveva risposto lui, rispondendo alla stretta; lei non seppe esattamente cosa, l’avrebbe poi imputato al suono, ma c’era qualcosa in quel nome che le piacque particolarmente. “Sei strano però” aveva commentato la fanciulla, “Mi ringrazi per un nonnulla e non mi chiedi scusa per una pallontata” aggiunse con un sorriso sardonico, quello si limitò a sbuffare, “Tu sei una stregaccia e basta” aveva stabilito scorbutico prima di andare via.

Kagome si perse in un mero sorriso nel vedere la schiena di Inuayasha sparire nel parcheggio. Non amava particolarmente gli sbruffoni, aveva sempre avuto una cotta per Hojo perché era distante anni luce da questo genere di persona, era dolce, amichevole e dolce, con quella passione inusuale per i doni mitologici; aveva sempre pensato che sarebbe andato d’accordo con suo nonno. Una mano si posò sulla sua spalla, “Sei radiosa” aveva enunciato una voce leziosa, Naraku Onigumo nei suoi suadenti occhi scuri come una notte senza stelle la fissava, “Grazie” disse lei a disaggio, spostandosi qualche passo indietro per sfuggire alla presa sulla spalla, c’era qualcosa in quel sorriso che la metteva a disaggio. Dopo qualche titubanza chiese solamente come andava il naso, il ragazzo si era tastato il cerotto, “Nulla di grave, probabilmente domani non farà neanche male” aveva detto quello, accompagnando il tutto con un sorriso favolistico, Kagome aveva adocchiato suo fratello che veniva verso di lei, mentre confabulava con un ragazzo dai capelli ramati, “Devo andare” disse allora evasiva all’altro ragazzo.

Afferrò Souta per un braccio trascinandolo via, quello si era lamentato malamente ed aveva urlato all’amico di salvarlo da quella ragazza, “Oh! L’avessi io una ragazza che mi prende così” aveva squittito l’altro con un sorriso divertito, “Shippo è mia sorella” si era lamentato il ragazzino bruno cercando di liberarsi dalla presa di rapace della sorella, che a sentir quel discorso aveva ridacchiato divertita. Lasciò la presa solo fuori i cancelli della scuola, “Kagome che ti è preso?” aveva detto lamentoso il fratellino, “Dovevo liberarmi di una persona” aveva risposto quella, prima di invitarlo a procedere per andare a casa, aveva una certa fame e non sapeva esattamente quando Kikyo sarebbe arrivata; “Va bene” si era lamentato il ragazzino.

Erano le prime ore del pomeriggio quando sua madre entrò in camera sua. La ragazza era stesa sul letto che tormentava il suo gattino, “Kagome è arrivata la tua amica” disse sua madre, titubando un po’ sull’ultima parola, “Scendo” aveva risposto lei con allegria, prima di lasciare le zampette della bestiolina. Aveva detto a sua mamma che una compagna di classe sarebbe venuta a studiare da lei quel pomeriggio e quando viveva ad Osaka erano scene correnti, forse la titubanza di sua madre era dovuta al fatto che dopo due settimane non potesse considerare Kikyo propriamente un amica. Capì il vero motivo di quell’incertezza solo quando entrò in salotto e suo nonno stava spacciando una testa di lucertola per un manufatto taumaturgico ad una ragazza dai capelli castani, che pareva davvero interessata. “Nonno!” l’aveva rimproverato lei, prima di voltarsi verso la ragazza, non era Kikyo si accorse, non era neanche una ragazza, era Jakotsu con i capelli sciolti, il viso truccato, vestita d’abiti femminili, compresa una svolazzante gonna ed una sciarpa di mille colori; si in quelle condizioni poteva apparire davvero una ragazza sebbene la marcatura del volto tradisse un aspetto più che maschile.

“Non mi aspettavo di vederti” disse lei, avvicinandosi e dandoli due baci sulle gote, “Ed io non mi aspettavo che tu e Kikyo non mi invitaste” si era lamentato il ragazzo, pigiandole un dito sulla guancia; “Era per studiare” si era difesa Kagome, “Non importa” aveva detto Jakotsu mettendo un espressione indispettita sul viso ed incrociando le braccia al petto. Suo nonno nel frattempo era ripartito all’attacco con un unguento che si dicesse in grado di far cadere ogni uomo ai propri piedi, “Potrei usarlo con Inuyasha” aveva gracchiato il ragazzo, prima che la proprietaria di casa li tirasse una pizzicata all’orecchio, “Non lasciarti abbindolare” disse categorica, “Ma potrei conquistare l’uomo della mia vita” aveva esclamato quello, con gli occhi persi nel mondo dei sogni, “Sei tutto matto” squittì lei. Allora suo nonno aveva cominciato ad elogiare l’unguento nei suoi molteplici usi, cominciando a mostrare il listino dei prezzi, “Ma ad un’avvenente signorina come te potrei regalarlo” aveva aggiunto, “Se non fosse così stagionato mi butterei anche su di te, nonnino” aveva detto suadente Jakotsu, ma Kagome l’aveva ripreso per la vita, con una risata prigioniera tra le labbra e l’auto imposizione di non dire a suo nonno il vero sesso del ragazzo.

Souto rimase in silenzio assoluto quando vide la scena che si presentava davanti a loro, “Sono arrivati i tuoi amici” aveva commentato il ragazzino, indicando qualcuno alle sue spalle, “Come?” aveva inquisito lei, prima di sollevare gli occhi e vedere alle spalle di suo fratello Kikyo, incantevole in un vestito sobrio, ed ai suoi fianchi Ayame e Byakuya, l’ultimo con un sorriso frivolo sul viso. “Ragazzi che ci fate qui?” aveva domandato Kagome sciogliendo la presa dalla vita dell’amico, “Lui” aveva detto Ayame, indicando Jakotsu che aveva sorriso malizioso, Kikyo aveva battuto la mano sul viso, tremendamente dispiaciuta, mentre Onigumo aveva informato dispiaciuto che Hiten si scusava per non essere riuscito a venire, i suoi fratelli minori avevano diversi e svariati problemi; “Non fa niente” aveva commentato la padrona di casa grattandosi la testa.

Si erano sistemati tutti in sala a studiare, poiché erano più di quanti la sua scrivania potesse contenere. Anche se il termine studiare era stato alquanto esagerato; in tanta gente era difficile concentrarsi ed anche se alcuni di loro brillavano in svariate materie, quando era stato il momento di inglese tra i ragazzi era cominciato il vero dramma, tra pronunce sbagliate e frasi da ambigui significati. La signora Higurashi era venuta da loro con un vassoio con del tè bollente e dei biscotti al cioccolato, “Ho convinto mio suocero che avreste preferito questo che baffi di tengu” aveva detto quella, posando il vassoio sul tavolo; “Grazie mamma” sussurrò la ragazza, “Siete gentilissima” aveva detto Byakuya facendoli un baciamano, guadagnando un occhiataccia dall’amica. Ayame aveva ringraziato con costanza, mangiucchiando un biscotto, Kikyo anche aveva dimostrato un immensa gentilezza e solo quando la signora era andata via, Byakuya aveva espresso il suo parere che anche il nonno sarebbe andato bene con le sue strane reliquie. “Comunque dovete spiegarmi il pugno che hanno tirato ad Onigumo” aveva detto la ragazza che era stata assente, “Penso mi mangerò le mani per averlo perso” si era lamentata elegiaca Ayame, “Non mi pronuncio” aveva commentato il cugino della vittima sollevano le mani al cielo, “Non è stata poi così epico” aveva invece sminuito la situazione Jakotsu, mordendosi il labbra tinte di rosso, con una certa incertezza.

Kikyo lo aveva guardata preoccupata, “Scherzi?” aveva esclamato perdendo il suo autocontrollo, “Nessuno colpiva Naraku da Giugno” aveva aggiunto, ma il sorriso che aveva sulle labbra era sparito velocemente, così aveva afferrato quello che restava del tè nella sua tazza ed aveva mandato giù, il ragazzo in gonnella aveva posato una mano sulla sua schiena e l’aveva fatta scivolare in modo dolce. Kagome aveva trovato quel atteggiamento alquanto sospetto ma gli altri due non avevano dato segno di accorgersene, “Ritorniamo a Shakespeare?” aveva proposto Byakuya, esibendo il libro di inglese ormai da troppo abbandonato sul tavolo a se stesso, “Essere o non essere questo è il dilemma” aveva commentato Ayame, sollevando un sopracciglio, “Odio Amleto” aveva confessato la padrona di casa.

L’ultima ad andare via fu Kikyo, scusandosi innumerevoli volte per essersi lasciata sfuggire del pomeriggio con il loro ambiguo amico che aveva poi invitato gli altri, “Tranquilla” aveva detto Kagome, stringendola in un abbraccio confortevole. Non le era dispiaciuto un pomeriggio in allegria, l’aiutava moltissimo a socializzare ed in una situazione angustia come una nuova scuola non poteva che farle piacere. “Ad Osaka lo facevamo spesso, era una cosa che mi mancava” aveva commentato la padrona di casa, con un sorriso amichevole, che l’ospite aveva contraccambiato.

 

Shippo aveva aspettato la mattina Souta ai cancelli, ma con loro c’era anche un ragazzo più alto dai capelli bruni, aveva mosso a malapena la mano quando li aveva visti, “Hirakoitsu del secondo” le aveva illustrato il fratellino, lei aveva comunque sorriso di miele. Aveva lasciato i ragazzi per conto proprio ed era entrata nello spiazzale davanti l’ingresso, cercando con gli occhi i suoi compagni di classe, ma aveva trovato Jinenji che conversava con Inuyasha, il ragazzo si era allontanato dall’amico e si era diretto verso di lei. La prima cosa che Kagome notò non era l’aspetto trasandato o quanto radiosi fossero gli occhi, ma l’ambigua spilletta che esibiva sul blazer nero, era rossa e sembrava un cane. “Ciao stregaccia” enunciò lui immediatamente, con quell’espressione spinosa sul viso; più lo conosceva più si convinceva fosse aspro come un limone, era già pronta sulla punta della sua lingua una battutaccia sull'agrume in questione quando di nuovo l’attenzione su catturata dalla spilla ed allora la parola le uscì fuori spontanea: “Accuccia” e l’espressione di Inuyasha era stata una maschera di puro stupore, “C-Come?” aveva balbettato poi, “Mi hai capito” aveva imbeccato Kagome, pigiando il cane rosso sulla divisa a quel punto il ragazzo dai capelli chiari aveva compreso. Probabilmente, pensò la ragazza, avrebbe voluto dibattere, vedeva già fiorire dalle sue labbra chi sa quale offesa, ma l’avvicinarsi cheto di Kikyo l’aveva zittito. “Ciao Kagome” aveva detto la sua vicina di banco con tranquilla, ma molto più mestamente aveva salutato il ragazzo, dal canto suo lo sbruffone era stato come defraudato dalla spavalderia o della parola stessa ed aveva salutato la mano come accenno. Questo, si disse, era veramente sospetto.

 

[Nel prossimo capitolo se ci sarà: Kagome III e a scanso di equivoci dovrebbe chiamarsi “La cospirazione ai danni del Ragno”]

   
 
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