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Autore: LORIGETA    18/10/2007    13 recensioni
Donne, donne, donne, bionde, brune, castane..possibile che pensasse soltanto a loro? Nessun altro argomento lo interessava a tal punto, come l'altra metà del cielo...
Genere: Romantico, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goten, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Un piccolo  grande guaio...in casa Son.

 

 

“Santo cielo! Ma quanto ti ci vuole per venire ad aiutarmi?” Esclamò il giovane Brief.
La vita del genitore non faceva per Goten, questo era evidente.
Difatti lui scosse la testa e si accigliò, quel moccioso sgambettava a più non posso e sembrava difficoltoso persino fargli il bagnetto.
“Com’è possibile che sia diventato padre?” Si chiese a voce alta, trascinandosi verso il tavolo dove era poggiata la tinozza straripante d’acqua.
“Sono cose che succedono quando non si prendono le dovute precauzioni!” Lo rimbrotto l’altro.
Nel frattempo Karys muoveva le manine alla ricerca di un appiglio e gli afferrò un orecchio.
“Sei un monello, eh?" Chiese, scoppiando a ridere.
Cosa ci trovasse di tanto divertente per il Son restò un mistero, anche se effettivamente l’unico ad essere immusonito era proprio lui.
Anche suo padre aveva preso a scherzare, faceva versi e linguacce ottenendo in cambio vagiti divertiti.
“Enggèè!” Urlò all’ennesima buffa espressione del nonno.
“Rovescia il sapone sulla spugna, ma non esagerare!” Ordinò Trunks con aria seriosa.
Quando i piedini paffuti vennero a contatto con l’acqua, sulla boccuccia si delineò un sorriso, cominciò ad agitarsi finché non venne immerso.
“Gheeeè!” Strillò sbatacchiando le mani e facendo schizzare l’acqua in ogni parte del soggiorno.
“Ti piace, vero?” Il saiyan dai capelli color glicine si era intenerito, mentre l’altro era immobile, con gli occhi sbarrati.
“Che disastro! ” Pensò.
“Che aspetti? Insaponalo!” Proferì seccamente.
L’indifferenza mostrata nei confronti di quella creatura lo infastidiva.
Con svogliatezza, stringendo la spugna, Goten cominciò a compiere movimenti circolari sul pancino del figlioletto che sembrava gradire.
I loro occhi si incrociarono, erano simili, grandi e neri come la notte.
Rimasero a fissarsi per un istante, finché una spruzzata centrò in pieno il viso del ragazzo.
“Accidenti, mi ha fatto la doccia!” Esclamò arretrando tutto gocciolante.
Le risate che seguirono lo fecero irritare, l’erede batteva le manine e mostrava il suo sorriso sdentato.
“Basta! Ci rinuncio, quello lì è un flagello e non intendo sopportarlo!”
La voce sua era più forte di un uragano.
Con uno scatto di nervi lanciò la spugna sul pavimento, facendola cadere proprio davanti ai piedi del padre, che muovendosi la calpestò e ruzzolò a terra.
“Che botta!” Esclamò alzandosi e massaggiandosi il sedere.
Kerys si era spaventato e sembrava sul punto di piangere.
“Enguu... ” mugugnò.
“Sei un disastro e un incosciente!” Disse Trunks spazientito.
“Senti, lasciami in pace, domattina vado a cercare quella e glielo rendo!” Rispose, facendo una smorfia.
Non sarebbe stato di certo quel marmocchio a fargli cambiare abitudini e a privarlo del suo assoluto bisogno di libertà.
Senza rispondere, l’amico d’infanzia sollevò il piccino e lo avvolse in un telo di spugna, lo strofinò con delicatezza per asciugarlo.
“Ecco, adesso sei pulito.” mormorò teneramente.
Lui frignò e protese le braccine in direzione del padre, che ignorandolo abbassò lo sguardo.
“Engeeeeeee!” strillò, come risentito.
Fu allora che Goku decise di parlare al figlio, si avvicinò posandogli una mano sulla spalla.
“Ascolta, lo sai che non mi sono mai intromesso nella tua vita, ma questa volta non posso evitarlo. Stai sbagliando, non puoi far finta che non esista.” Disse pacatamente, ma lui sembrava non ascoltarlo ed era tesissimo.
“Non sei certo tu che puoi farmi la morale, quando sono nato eri ad allenarti e non ti sei neppure chiesto che aspetto avessi!” Sbotto.
Silenzio.
Si pentì immediatamente di quanto aveva detto.
“Smettila, non hai il diritto di giudicarlo!” Lo rimproverò l’amico esterrefatto da quelle parole, si accorse che Goku era impallidito e si sforzava di parlare.
“Sì, forse hai ragione e mi dispiace, lo ammetto, in un certo senso sono stato egoista e per questo ti prego di non fare il mio stesso errore.”
Il sudore colava sul viso del saiyan maturo, gli era stato inflitto un duro colpo e stentava a riprendersi, nel suo cuore si era risvegliato un antico dolore.
Goten a mente fredda provava rimorso, non intendeva ferirlo, gli voleva un gran bene.
“Papà,  scusami...” sussurrò.
Lui sorrise, ma non rispose.
Proprio in quell'istante il bambino riprese ad urlare, era disperato e l’altro ragazzo, cullandolo, cercava di calmarlo.
Il giovane Son voleva farsi perdonare l’atteggiamento ostile.
“Avete ragione, mi assumerò le mie responsabilità, dallo a me.” D’istinto lo prese e lo strinse fra e braccia.
Che succede? Su, da bravo, calmati.” gli mormorò.
Riuscì a tranquillizzarlo, ora lo guardava con quei suoi occhioni lucidi sotto le ciglia nere e folte.
“Ha fame!” Osservò Goku, pensando che le sue parole non erano state vane.
Ci vollero parecchi minuti prima che i tre saiyan riuscissero a preparare un biberon di latte, pareva avessero realizzato la più ardua delle imprese, tanto si sentivano soddisfatti.
“Ecco, mangia!” Disse Goten.
 Sedette e avvicinò la tettarella alle piccole labbra che si attaccarono con foga, ciucciando a più non posso. In pochi secondi riuscì a svuotare la bottiglietta e cominciò a strillare, reclamandone ancora.
“Urcaaa! E' proprio mio nipote!” Esclamò il nonno orgoglioso.
In effetti era innegabile che condividessero gli stessi geni, anche fisicamente erano pressoché identici.
Il nipotino ingurgitò altri cinque biberon prima di ritenersi sazio.
Liberò un rutto potentissimo che fece trasalite tutti i presenti.
Eguggu!” Emise contento.
“Ecco qui, bello pronto per addormentarti, vero?” Domandò il ragazzo, speranzoso di vederlo crollare.
Possibile che non fosse stanco? Perché sgambettava a quella maniera, era rosso in viso e sembrava si sforzasse.
“Credo stia facendo la cacca.” Valutò Trunks, fregandosi il mento.
Goten cambiò espressione, il cuore accelerò i battiti, le guance divennero pallide.
“OmmioDende!” Urlò disgustato, sollevando il bimbetto che lo guardò sorpreso dalla brusca reazione.
“Gugu?” Fece imbronciato.
ll giovane non aveva assolutamente considerato quel piccolo particolare, gli occorse tutta la sua sfrontatezza per consegnarlo nelle braccia dell’amico prima di dileguarsi su per le scale.
“Scusa, ma anch’io ho un bisogno urgente!” Spiegò con aria innocente e in un baleno sparì dalla sua vista.
“Razza di ...” sbotto Trunks, digrignando i denti.
Rivolse lo sguardo all’altro Son.
“Dammi una mano tu, così lo cambio.” disse avvicinandosi.
“Che puzza!” Goku arricciò il naso e sembrava ansioso di andarsene.
“Mi sono ricordato di una questione urgente!” Mentì, ma non riuscì a essere convincente.  Si portò due dita alla fronte e si smaterializzò sotto lo sguardo sbigottito del figlio di Vegeta.
Erano rimasti soli, lui e il bambino.
“D’accordo, che sarà mai.” Lo distese e cominciò a spogliarlo, tolse il pannolino e trattenne il fiato.
“La miseria, non ti sei trattenuto, eh?” Si affettò a pulirlo con la spugna e imprecò contro l’amico.
Il suo sguardo si illuminò quando Kerys gli sorrise.
“Zio Trunks ha rimediato, contento?”
“Enggè!” emise gioioso.
Subito dopo salì al piano superiore, giungendo davanti alla porta della stanza di Goten e la spalancò senza bussare.
Lo trovò seduto sul letto con la testa china e lo sguardo assente.
“Bravo, bisogna ammettere che affronti le situazioni con coraggio! ” Disse con tono ironico.
Consegnò il piccolo tra le sue braccia robuste.
“Prendilo, io devo scappare.” Spiegò con tono risentito.
“Co- come?” Balbettò.
“Sì, non vorrai che passi la notte qui a fare la mammina, vero?”
Il giovane avvertì un ondata di nausea, in realtà era proprio quello che desiderava.
“Sì, vorrei che ti fermassi.” mormorò, facendo sedere il bimbo sulle ginocchia. 
Notò che profumava di borotalco e si sentì sollevato.
“Lo sai che ti voglio tanto bene Trunks, tu sei...”  malgrado il tono dolcissimo, fu interrotto bruscamente.
“Smettila, so cosa cerchi di fare, adesso mi fai anche la dichiarazione, tanto non cambio idea e torno a casa. Ciao, ci sentiamo domani.”
Goten lo ascoltò in silenzio, incapace di replicare e lo seguì con lo sguardo mentre usciva dalla stanza.
Quell’abbandono lo fece precipitare nella disperazione.
Turbato, decise di assumere un'aria severa, era giusto che il piccolo imparasse ad ubbidirlo.
“Ora dormi, capito?” Strillò puntandogli contro un dito.
“Guggug!” Vagì.  Era vispo, sbavava e portava alla bocca un bordo del lenzuolo.
Sconsolato dal fatto che quella minaccia non avesse sortito alcun effetto, il saiyan si alzò in piedi e sbuffò.
“Ora vado a prendere la cesta, ti ci ficco dentro e ti addormenti, altrimenti ti sbatto in cantina!” Proferì duramente, la stanchezza cominciava a farlo sragionare, troppe emozioni in poche ore.
Rimasto solo il bambino si guardò attorno, rotolò sul letto e cadde sul tappeto.
“Engee! fece trovandosi a carponi.
Cominciò a muoversi gattonando, attirato dell’ armadio e da un'anta lasciata aperta.
Una volta raggiunto vi infilò dentro una manina.
Cominciò a tastare tra i maglioni morbidi piegati con cura da Chichi, poi avvertì qualcosa di ruvido, incuriosito afferrò quella cosa e la tirò a sé.
“Guggu!” strillò, i suoi occhioni si illuminarono davanti a tutta quella grazia divina.
Sulla rivista vi erano tette grandi come quelle della sua mamma, immaginò fossero piene di squisito latte e cominciò ad agitarsi.
“Engeeeeeee!” Strepitò, tastando il foglio e avvicinando il viso ad esso.
Infastidita da tutto quel baccano, Chichi si svegliò e scese dal letto.
 Era preoccupata, forse il ragazzo si trovava in difficoltà, infondo gli faceva tenerezza.
“Sono stata troppo dura con lui.” Pensò, uscendo dalla camera per dirigersi verso quella del figlio.
Aprì lentamente la porta e si affacciò, rimase sorpresa nel vedere che il nipotino era solo e per giunta seduto sul pavimento freddo.
“Oh cielo, dov’è tuo padre?” Chiese muovendo qualche passo.
Venne colta da un momentaneo mancamento quando si rese conto di cosa tenesse fra le mani.
Con uno scattò gli tolse quell’ indecenza facendolo piangere.
“Razza di depravato, guarda cosa gli ha dato da guardare, ma io lo faccio secco, stavolta non la passa liscia!” Fu assalita da un'incontenibile rabbia. Accucciandosi,  sollevò il bimbo e lo strinse al petto.
“Goten, dove sei?” Chiese a voce alta.
Rabbrividì.
Era plausibilissimo che se ne fosse andato in giro, alla ricerca di qualche gonnella e magari senza un  profilattico in tasca.

 

 

Continua ...

 

 

Wew, mi è tornata l’ispirazione per questa fic...scusate il ritardo.

Il mio pc è in tilt, devo portarlo ad aggiustare, piango...

Se riesco domani posto un nuova storia, prima di lasciarvi per qualche giorno.

 

Grazie a :

 

emyc, francyssj, Bra, Elechan86, millissima, Ally chan, MajinLollo69,

sweet giuly Ss, linasyan, hilaryssj, frakkia31, liri, Laia 92, lilly.

 

 Spero vi sia piaciuto il capitolo ...vi interessa ancora la storia? 

 

Un bacione alla mia adorata Nihal_N ^^ grazie tesoro.

 

 

LORIGETA ^^

  
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