Un piccolo grande guaio...in casa Son.
“Santo cielo! Ma
quanto ti ci vuole per venire ad aiutarmi?”
Esclamò il giovane Brief.
La vita del
genitore non faceva per Goten, questo era evidente.
Difatti lui
scosse la testa e si accigliò, quel moccioso sgambettava a
più non posso e
sembrava difficoltoso persino fargli il bagnetto.
“Com’è possibile
che sia diventato padre?” Si chiese a voce alta,
trascinandosi verso il tavolo
dove era poggiata la tinozza straripante d’acqua.
“Sono cose che
succedono quando non si prendono le dovute precauzioni!” Lo
rimbrotto l’altro.
Nel frattempo
Karys muoveva le manine alla ricerca di un appiglio e gli
afferrò un orecchio.
“Sei un monello,
eh?" Chiese, scoppiando a ridere.
Cosa ci trovasse
di tanto divertente per il Son restò un mistero, anche se
effettivamente
l’unico ad essere immusonito era proprio lui.
Anche suo padre
aveva preso a scherzare, faceva versi e linguacce ottenendo in cambio
vagiti
divertiti.
“Enggèè!” Urlò
all’ennesima buffa espressione del nonno.
“Rovescia il
sapone sulla spugna, ma non esagerare!” Ordinò
Trunks con aria seriosa.
Quando i piedini
paffuti vennero a contatto con l’acqua, sulla boccuccia si
delineò un sorriso,
cominciò ad agitarsi finché non venne immerso.
“Gheeeè!”
Strillò sbatacchiando le mani e facendo schizzare
l’acqua in ogni parte del
soggiorno.
“Ti piace,
vero?” Il saiyan dai capelli color glicine si era intenerito,
mentre l’altro
era immobile, con gli occhi sbarrati.
“Che disastro! ”
Pensò.
“Che aspetti?
Insaponalo!” Proferì seccamente.
L’indifferenza
mostrata nei confronti di
quella creatura lo infastidiva.
Con
svogliatezza, stringendo la spugna, Goten cominciò a
compiere movimenti
circolari sul pancino del figlioletto che sembrava gradire.
I loro occhi si
incrociarono, erano simili, grandi e neri come la notte.
Rimasero a
fissarsi per un istante, finché una spruzzata
centrò in pieno il viso del
ragazzo.
“Accidenti, mi
ha fatto la doccia!” Esclamò arretrando tutto
gocciolante.
Le risate che
seguirono lo fecero irritare, l’erede batteva le manine e
mostrava il suo
sorriso sdentato.
“Basta! Ci
rinuncio, quello lì è un flagello e non intendo
sopportarlo!”
La voce sua era
più forte di un uragano.
Con uno scatto
di nervi lanciò la spugna sul pavimento, facendola cadere
proprio davanti ai
piedi del padre, che muovendosi la calpestò e
ruzzolò a terra.
“Che botta!”
Esclamò alzandosi e massaggiandosi il sedere.
Kerys si era
spaventato e sembrava sul punto di piangere.
“Enguu... ” mugugnò.
“Sei un disastro
e un incosciente!” Disse Trunks spazientito.
“Senti, lasciami
in pace, domattina vado a cercare quella e glielo
rendo!” Rispose, facendo una smorfia.
Non sarebbe
stato di certo quel marmocchio a fargli cambiare abitudini e a privarlo
del suo
assoluto bisogno di libertà.
Senza rispondere,
l’amico d’infanzia sollevò il piccino e
lo avvolse in un telo di spugna, lo
strofinò con delicatezza per asciugarlo.
“Ecco, adesso
sei pulito.” mormorò teneramente.
Lui frignò e
protese le braccine in direzione del padre, che ignorandolo
abbassò lo sguardo.
“Engeeeeeee!”
strillò, come risentito.
Fu allora che
Goku decise di parlare al figlio, si avvicinò posandogli una
mano sulla spalla.
“Ascolta, lo sai
che non mi sono mai intromesso nella tua vita, ma questa volta non
posso
evitarlo. Stai sbagliando, non puoi far finta che non
esista.” Disse
pacatamente, ma lui sembrava non ascoltarlo ed era tesissimo.
“Non sei certo tu
che puoi farmi la morale, quando sono nato eri ad allenarti e non ti
sei
neppure chiesto che aspetto avessi!” Sbotto.
Silenzio.
Si pentì
immediatamente di quanto aveva detto.
“Smettila, non hai
il diritto di giudicarlo!” Lo rimproverò
l’amico esterrefatto da quelle parole,
si accorse che Goku era impallidito e si sforzava di parlare.
“Sì, forse hai
ragione e mi dispiace, lo ammetto, in un certo senso sono stato egoista
e per
questo ti prego di non fare il mio stesso errore.”
Il sudore colava
sul viso del saiyan maturo, gli era stato inflitto un duro colpo e
stentava a
riprendersi, nel suo cuore si era risvegliato un antico dolore.
Goten a mente
fredda provava rimorso, non intendeva ferirlo, gli voleva un gran bene.
“Papà, scusami...”
sussurrò.
Lui sorrise, ma
non rispose.
Proprio in quell'istante
il bambino riprese ad urlare, era disperato e l’altro
ragazzo, cullandolo,
cercava di calmarlo.
Il giovane Son
voleva farsi perdonare l’atteggiamento ostile.
“Avete ragione,
mi assumerò le mie responsabilità, dallo a
me.” D’istinto lo prese e lo strinse
fra e braccia.
Che succede? Su,
da bravo, calmati.” gli mormorò.
Riuscì a
tranquillizzarlo, ora lo guardava con quei suoi occhioni lucidi sotto
le ciglia
nere e folte.
“Ha fame!”
Osservò Goku, pensando che le sue parole non erano state
vane.
Ci vollero
parecchi minuti prima che i tre saiyan riuscissero a preparare un
biberon di
latte, pareva avessero realizzato la più ardua delle
imprese, tanto si
sentivano soddisfatti.
“Ecco, mangia!”
Disse Goten.
Sedette e
avvicinò la tettarella alle piccole
labbra che si attaccarono con foga, ciucciando a più non
posso. In pochi
secondi riuscì a svuotare la bottiglietta e
cominciò a strillare, reclamandone
ancora.
“Urcaaa! E'
proprio mio nipote!” Esclamò il nonno orgoglioso.
In effetti era
innegabile che condividessero gli stessi geni, anche fisicamente erano
pressoché identici.
Il nipotino
ingurgitò altri cinque biberon prima di ritenersi sazio.
Liberò un rutto
potentissimo che fece
trasalite tutti i presenti.
Eguggu!” Emise contento.
“Ecco qui, bello
pronto per addormentarti, vero?” Domandò il
ragazzo, speranzoso di vederlo
crollare.
Possibile che
non fosse stanco? Perché sgambettava a quella maniera, era
rosso in viso e
sembrava si sforzasse.
“Credo stia
facendo la cacca.” Valutò Trunks, fregandosi il
mento.
Goten cambiò
espressione, il cuore accelerò i battiti, le guance
divennero pallide.
“OmmioDende!”
Urlò disgustato, sollevando il bimbetto che lo
guardò sorpreso dalla brusca
reazione.
“Gugu?” Fece imbronciato.
ll giovane non
aveva assolutamente considerato quel piccolo particolare, gli occorse
tutta la
sua sfrontatezza per consegnarlo nelle braccia dell’amico
prima di dileguarsi
su per le scale.
“Scusa, ma
anch’io ho un bisogno urgente!” Spiegò
con aria innocente e in un baleno sparì
dalla sua vista.
“Razza di ...”
sbotto Trunks, digrignando i denti.
Rivolse lo sguardo
all’altro Son.
“Dammi una mano
tu, così lo cambio.” disse avvicinandosi.
“Che puzza!”
Goku arricciò il naso e sembrava ansioso di andarsene.
“Mi sono
ricordato di una questione urgente!” Mentì, ma non
riuscì a essere convincente.
Si portò
due dita alla fronte e si
smaterializzò sotto lo sguardo sbigottito del figlio di
Vegeta.
Erano rimasti
soli, lui e il bambino.
“D’accordo, che
sarà mai.” Lo distese e cominciò a
spogliarlo, tolse il pannolino e trattenne
il fiato.
“La miseria, non
ti sei trattenuto, eh?” Si affettò a pulirlo con
la spugna e imprecò contro
l’amico.
Il suo sguardo
si illuminò quando Kerys gli sorrise.
“Zio Trunks ha
rimediato, contento?”
“Enggè!” emise
gioioso.
Subito dopo salì
al piano superiore, giungendo davanti alla porta della stanza di Goten
e la
spalancò senza bussare.
Lo trovò seduto
sul letto con la testa china e lo sguardo assente.
“Bravo, bisogna
ammettere che affronti le situazioni con coraggio! ” Disse
con tono ironico.
Consegnò il
piccolo tra le sue braccia robuste.
“Prendilo, io
devo scappare.” Spiegò con tono risentito.
“Co- come?”
Balbettò.
“Sì, non vorrai
che passi la notte qui a fare la mammina, vero?”
Il giovane avvertì
un ondata di nausea, in realtà era proprio quello che
desiderava.
“Sì, vorrei che
ti fermassi.” mormorò, facendo sedere il bimbo
sulle ginocchia.
Notò che profumava
di borotalco e si sentì sollevato.
“Lo sai che ti
voglio tanto bene Trunks, tu sei...”
malgrado
il tono dolcissimo, fu interrotto bruscamente.
“Smettila, so
cosa cerchi di fare, adesso mi fai anche la dichiarazione, tanto non
cambio
idea e torno a casa. Ciao, ci sentiamo domani.”
Goten lo ascoltò
in silenzio, incapace di replicare e lo seguì con lo sguardo
mentre usciva
dalla stanza.
Quell’abbandono
lo fece precipitare nella disperazione.
Turbato, decise
di assumere un'aria severa, era giusto che il piccolo imparasse ad
ubbidirlo.
“Ora dormi,
capito?” Strillò puntandogli contro un dito.
“Guggug!” Vagì. Era
vispo, sbavava e portava alla bocca un
bordo del lenzuolo.
Sconsolato dal
fatto che quella minaccia non avesse sortito alcun effetto, il saiyan
si alzò
in piedi e sbuffò.
“Ora vado a
prendere la cesta, ti ci ficco dentro e ti addormenti, altrimenti ti
sbatto in
cantina!” Proferì duramente, la stanchezza
cominciava a farlo sragionare,
troppe emozioni in poche ore.
Rimasto solo il
bambino si guardò attorno, rotolò sul letto e
cadde sul tappeto.
“Engee! fece
trovandosi a carponi.
Cominciò a
muoversi gattonando, attirato dell’ armadio e da un'anta
lasciata aperta.
Una
volta raggiunto vi infilò dentro una manina.
Cominciò a
tastare tra i maglioni morbidi piegati con cura da Chichi, poi
avvertì qualcosa
di ruvido, incuriosito afferrò quella cosa e la
tirò a sé.
“Guggu!”
strillò, i suoi occhioni si illuminarono davanti a tutta
quella grazia divina.
Sulla
rivista vi erano tette grandi come quelle della sua mamma,
immaginò fossero
piene di squisito latte e cominciò ad agitarsi.
“Engeeeeeee!”
Strepitò, tastando il foglio e avvicinando il viso ad esso.
Infastidita da
tutto quel baccano, Chichi si svegliò e scese dal letto.
Era preoccupata,
forse il ragazzo si trovava
in difficoltà, infondo gli faceva tenerezza.
“Sono stata
troppo dura con lui.” Pensò, uscendo dalla camera
per dirigersi verso quella
del figlio.
Aprì lentamente
la porta e si affacciò, rimase sorpresa nel vedere che il
nipotino era solo e
per giunta seduto sul pavimento freddo.
“Oh cielo, dov’è
tuo padre?” Chiese muovendo qualche passo.
Venne colta da
un momentaneo mancamento quando si rese conto di cosa tenesse fra le
mani.
Con uno scattò
gli tolse quell’ indecenza facendolo piangere.
“Razza di
depravato, guarda cosa gli ha dato da guardare, ma io lo faccio secco,
stavolta
non la passa liscia!” Fu assalita da un'incontenibile rabbia.
Accucciandosi, sollevò
il bimbo e lo strinse al petto.
“Goten, dove
sei?” Chiese a voce alta.
Rabbrividì.
Era
plausibilissimo che se ne fosse andato in giro, alla ricerca di qualche
gonnella e magari senza un profilattico in tasca.
Continua
...
Wew,
mi è tornata l’ispirazione per questa
fic...scusate il ritardo.
Il
mio pc è in tilt, devo portarlo ad aggiustare, piango...
Se
riesco domani posto un nuova storia, prima di lasciarvi per qualche
giorno.
Grazie
a :
emyc,
francyssj,
Bra, Elechan86,
millissima,
Ally
chan, MajinLollo69,
sweet
giuly Ss, linasyan, hilaryssj,
frakkia31,
liri,
Laia 92, lilly.
Spero
vi sia piaciuto il capitolo ...vi interessa ancora la storia?
Un
bacione alla mia adorata Nihal_N ^^ grazie tesoro.
LORIGETA ^^