RAGGI DI SPERANZA by MISTRESS LAY
[Cap. XXIV]
[R, Slash, ®J.K. Rowling, tranne i personaggi nuovi,
situazioni e quanto ci sia di malato in ciò che state per leggere, appartengono
alla sottoscritta]
*
CAPITOLO CINQUANTUNESIMO
IL GIOCO DELLA VOLPE
*
Tuttavia, ciò che l'uomo non conosce, e ciò che l'uomo per primo
ignora, è che esista un essere superiore.
Per Essere Superiore non intendo una creatura di natura
escatologica, onnisciente e signore del creato.
Essere Superiore è colui che tira le fila di tutti noi, siamo
burattini, sottoposti ai suoi capricci e ai suoi desideri, ci sentiamo
importanti, qui, a pensare che una Mente ci stia comandando, perchè noi
apparteniamo ad un disegno complesso di cui nessuno di noi è a conoscenza.
Quello che dovrebbe farci riflettere è questo: se Lui ci
muove, noi per lui non abbiamo alcun valore, e allora potrebbe ucciderci in un
batter d'occhio.
Quanto è fallace la convinzione umana!
Basta un Suo desiderio e noi siamo morti! Zac! In un istante!
Lo chiamano Destino.
Ma chi crederebbe mai ad una favola del genere?
È lui che decide tutto.
Ha un suo disegno.
*
Albus Silente aveva
imbastito un piano preciso, che non lasciasse scoperta alcuna possibilità di
errore e si era adoperato in maniera che tutti i membri a sua disposizione
dell’Ordine della Fenice avessero parte in quell’immensa ragnatela: l'arrivo di
Tom e Harry ad Hogwarts lo aveva fatto in parte tranquillizzare, e soprattutto
vedere Harry sorridente.
Harry dalla parte di
Voldemort?
No, impossibile.
Eppure non era un'eventualità
da sottovalutare... dopotutto Harry si accompagnava a Tom Riddle e da quanto
riusciva a vedere il vecchio preside i due erano palesemente innamorati. Ci
sono tante cose incredibili, ma quella, riflettè Albus, era stata una delle più
incredibili.
In ogni caso non lasciò ai
due fidanzati la possibilità di stare ancora un poco assieme, convocò
immediatamente Harry nel suo ufficio per spiegargli brevemente la situazione.
Forse si stava movendo in ritardo, ma almeno aveva cominciato a muoversi.
- Siediti Harry - lo invitò
immediatamente Albus, rivolgendogli un breve sorriso - Desideri un tè? -
Harry scosse la testa,
prendendo posto e salutando con un cenno del capo Emilia, che sventolò la mano
in risposta.
- Mi dispiace averti
sottratto la possibilità di continuare la tua vacanza a Parigi - cominciò
Silente guardando il pupillo con occhi scintillanti - E immagino che Tom sia
del tuo stesso avviso, non è vero? -
Tom...
Oh, sì, Tom non ne era
stato per niente contento, ma non si era troppo lamentato. Termine relativo.
Harry arrossì al dolce
pensiero, pensando alla notte appena trascorsa e che gli aveva lasciato in
pegno due leggere occhiaie sotto gli occhi.
Per scacciare l'imbarazzo,
perchè aveva l'impressione che il preside in un certo senso aveva capito cosa stava
pensando, domandò direttamente: - Che cosa desiderava, preside? -
Immaginò di essere stato
troppo schietto e si morse il labbro, che era irritato era evidente, dal
momento che il suo naso per i guai stavano fiutando che il preside ne aveva
un'altra delle sue. E poi provava una strana sensazione di deja-vù: almeno, se
ci sarebbe stato qualcosa di cui il preside lo avrebbe messo al corrente, Harry
poteva stare pur certo che non gli avrebbe svelato tutto. Tutto e niente, come
sempre.
- Avevo bisogno di te qui -
rispose Silente.
Harry lo guardò con
aspettativa ma il preside non accennò ad andare avanti, quindi, sospirando
interiormente, decise di estrapolare lui le risposte ponendo delle domande
dirette: - Come ha fatto a trovarmi? -
Ricordava ancora alla perfezione
il guizzo dorato e rosa che Nix aveva intravisto nello specchio di fronte al
letto della camera.
- Dilys è andata a chiedere
aiuto da parte mia a Mademoiselle Chantal de Chatillon - rispose Silente - E'
uno spirito imprigionato in uno degli specchi della sala degli specchi di
Beauxbatons. E' stata lei a trovarti -
- Capisco... - sussurrò più
a se stesso che ad altri, Harry - Come mai mi ha voluto qui? -
Silente sospirò: - Emilia
ha avuto una visione, Harry, proprio ieri. Ha visto i postumi di una battaglia
imminente... -
Immediatamente Harry si
tese, preoccupato: - Come... che... -
Silente alzò la mano per
fermare il torrente di domande di cui Harry lo avrebbe fatto bersaglio con un
cenno della mano: - Non temere, Emilia ha visto anche quando sarebbe accaduto.
Ho già allertato l'ordine, non devi temere. Per questo volevo che tu fossi qui,
nel qualcaso qualcosa andasse storto in ogni caso... vorrei chiederti di non
lasciare il castello per nessun motivo -
Harry annuì, recependo
quelle parole e rilassandosi: - Dove sarà l'attacco? Quando? -
- Non posso dirtelo, Harry.
Sappi comunque che abbiamo la situazione sotto controllo -
Harry si trattenne dal
gemere frustato per quell'indecorosa mancanza di notizie.
- Inoltre ti ho fatto
venire qui per dirti un'altra cosa -
- Cosa? -
- Prima di tutto vorrei che
mi facessi una promessa - Silente gli rivolse un sorriso triste - So di
chiederti tanto, in luce agli ultimi fatti, ma vorrei che non ne facessi parola
con nessuno di ciò che sto per dirti. In primis, Tom - Harry fece per aprire
bocca ma Silente ancora una volta lo fermò - Non si tratta di una questione di
fiducia, Harry, ma solo di tentazione -
- Che intende dire? -
- Sono venuto a conoscenza
del passato di Lord Voldemort e di alcune altre cose che potrebbero aiutarti a
sconfiggerlo una volta per tutte. Ora vorrei fartene partecipe, ma è necessario
che tutto ciò che dirò non uscirà da questo ufficio, Harry. Non dico di non
fidarmi di Tom, ma vorrei comunque tenerlo lontano dalla tentazione di sapere.
Puoi promettermi che non gliene farai parola? -
Harry non ebbe esitazioni:
- Non posso. Come ha detto lei, 'in luce degli ultimi fatti' non posso non
parlargliene -
- Harry, mi deludi -
ribattè il preside, ferito nello sguardo come nel cuore - Non voglio separarvi,
voglio solamente tenerti in vita. Voglio che tu vinca la guerra. So che lo ami,
lo so, cosa credi Harry? Ma devi capire che tu non sei un ragazzo qualsiasi e
devi adempiere anche ad una profezia. Senza di te, la resistenza a Voldemort è
del tutto vana -
- Non si tratta di questo -
Harry si mosse sulla sedia, a disagio per quelle parole e per il tono deluso
con cui Silente le accompagnava.
- E di cosa si tratta
allora? Hai tenuto nascosto ben altro ai tuoi migliori amici - replicò senza
scrupolo Silente - Non dirmi che sanno chi sia veramente Tom Rice! -
Harry abbassò lo sguardo,
colpevole: - No, non lo sanno -
No, certo, come avrebbe
potuto, dopo tanto aver penato, rivelare a Ron ed Hermione che la persona di
cui si era innamorato perdutamente è niente meno che Tom Riddle, il futuro Lord
Voldemort?
Non che avesse mentito loro
deliberatamente, al fine di tenerli all'oscuro di tutto, ma voleva per ora dare
loro la possibilità di metabolizzare la cosa. Un passo alla volta.
- Harry, non voglio
metterti in alcuna maniera sotto pressione, ma devi capire che si sono certe
cose che sono di tua competenza. Più tue che mie, a dire la verità - sorrise il
preside - Hai il dovere di sapere qualcosa di più su Voldemort e come fare a
sconfiggerlo -
- Non voglio dire che
preferirei sottrarmi a tutto questo, professore! - esclamò Harry - Non è
assolutamente così! Io mi sto preparando per lo scontro solo... -
- So che ti fidi di Tom -
sospirò Silente - E io mi fido di te. Ma a volte per proteggere le persone bisogna
fare qualche sacrificio come non rivelare loro qualcosa che li potrebbe mettere
nella posizione sbagliata -
- Posizione sbagliata?
Scusi, ma non la seguo -
- Harry, hai capito
benissimo -
Sì, aveva capito, ma Harry
si rifiutava di crederci.
Tom era Tom, aveva una
possibilità di diventare in futuro Lord Voldemort, questo non voleva dire che
doveva diventarlo.
La loro storia era diversa.
Tom aveva lui, Harry, e
questo era qualcosa che Voldemort mai aveva avuto e mai lo avrebbe avuto.
Però Silente aveva timore
che Tom scegliesse la via del suo 'predecessore', quindi, tentarlo con dei
discorsi su come Harry lo avrebbe ucciso, non sarebbe stato proprio il caso.
Ma Silente si sbagliava
ovviamente, e Harry aveva piena fiducia in Tom, come lo aveva nel loro amore.
Però, c'era un'altra
riserva in Harry.
Sentiva di potersi definire
ipocrita a sbandierare in fronte a Silente la sua incrollabile fiducia in Tom
poichè lui per primo gli aveva tenuto nascosto un segreto importante della sua
vita: lui possedeva il 'tocco', come lo chiamava Altair, e a Tom non ne aveva
mai fatto parola.
Non aveva tenuto quel
segreto deliberatamente, c'era da dire spezzando una lancia a suo favore.
'Harry, giurami che non lo
dirai a nessuno. Nemmeno a Tom, promettimelo'
Lo aveva detto Altair, quel
giorno lontano, guardandolo con quegli occhi di colore indefinibile, così duri
e determinati che Harry si era ritrovato ad annuire senza nemmeno chiedersi
perchè. Mai fare arrabbiare quegli occhi, Altair non era priva d'interesse come
sembrava alla prima occhiata. Era pericolosa, molto, ma questo Harry lo aveva
scoperto dopo quando la ragazza era diventata la sua maestra e guida.
Altair aveva sempre dettato
le regole da quanto lo aveva incontrato, si arrogava di quel diritto
giustamente, avendo salvato la vita ad entrambi e avendoli accolti in quel
castello, dando loro asilo gratuito e disinteressato.
A lei doveva molto, in ogni
campo.
Harry pensò un attimo alla
richiesta di Silente.
Voleva che tenesse un altro
segreto, mantenendo all'oscuro Tom ancora una volta.
Altair era un conto,
dopotutto il 'tocco' non era poi una cosa che Harry riuscisse a governare bene,
tutt'altro, quindi non era proprio un segreto, abche perchè Tom sapeva bene che
qualche capacità innata di spiccata attitudine Harry l'aveva.
Però acconsentire alla
richiesta di Silente voleva innanzitutto prevaricare ogni briciola di fiducia
che riponeva in Tom e poi... 'tentazione' l'aveva chiamata Silente.
Tentazione...
Silente aveva comunque toccato
i tasti giusti... Harry voleva rifiutarsi di sapere cosa avrebbe distrutto
definitivamente Voldemort? Bastava che facesse quella piccola promessa...
'Il tuo dovere...'
Allora era quello il
ragionamento di Silente sul proteggere le persone che gli stavano a cuore. Era
per questo che non aveva rivelato nulla ad Harry della profezia fino a quando
era stato troppo tardi. Harry di certo non voleva ripetere gli errori del suo
mentore.
Ma questa era un'altra
questione, era un problema di coscienza, e solo Harry avrebbe dovuto portarne
l'onere.
La questione ora era:
accettare quella confessione e prometterne di non farne parola a nessuno?
Nasconderlo deliberatamente a Tom?
Harry sospirò, conscio che
la sua risposta sarebbe stata tutto meno che semplice e condivisa.
Silente sapeva bene come
muovere il cuore delle persone, sapeva quali fossero le loro debolezze, sapeva
come piegarli senza spingerli...
- E va bene, glielo
prometto - rispose a denti stretti Harry.
Il viso del preside si
rilassò visibilmente: - Ottima scelta Harry... -
Harry annuì distrattamente,
rimpiangendo già quella sua decisione: - Di cosa si tratta? -
- Horcrux. Questa è la
parola magica, Harry. Horcrux -
*
Ripensandoci, la situazione
si presentava ridicola.
Horcux.
Doveva essere questa la via
per la distruzione completa di Voldemort?
Strano. Ironico.
Mentre tornava nel
dormitorio cercava di riflettere sulla situazione: che cosa voleva però Silente
da lui? Si era limitato a raccontargli di questa storia di Tom e la fabbricazione
degli artefatti magici, lo aveva messo al corrente che erano andati distrutti
due Horcrux, e che altro?
Silente era stato criptico
come sempre e Harry aveva avuto come la spiacevole impressione che stesse
nascondendo altro, dietro quegli occhi luminosi e quella barba bianca e non
volesse però metterlo al corrente. Aveva detto che nell’anno in cui Harry era
risultato irreperibile aveva fatto delle ricerche ed era stato in grado di
rintracciare i pochi frammenti di vita che Tom Riddle si era lasciato alle
spalle.
Non gli aveva detto altro.
In effetti, sembrava quasi
che Silente fosse all’erta.
Che cosa nascondeva questa
volta?
Sarebbe risultata
necessaria un’altra morte per fargli sputare il rospo?
Quel pensiero gli fece
venire in mente Sirius e il cuore si strinse come sempre al ricordo del suo
padrino.
In quel momento sentì due
braccia afferrarlo per la vita e attirarlo ad un petto caldo, poi le labbra di
Tom gli lambirono le proprie, lente ed esasperanti. Harry si abbandonò a quel
bacio, sentendo però il fantasma dell’insincerità inondargli la mente.
- Mi aspettavi? – domandò
Harry giocosamente.
Tom gli rivolse una
smorfia: - Niente affatto. Passavo di qui… -
- Tom… il tuo dormitorio è
dall’altra parte del castello… - gli fece notare con un sorriso Harry.
- Ho fatto il giro lungo -
- Da dove vieni? – domandò
maliziosamente Harry, divertito dal quiete imbarazzo nella spiegazione
strampalata di Tom.
- Che importanza ha da dove
vengo? -
Harry rise finalmente e Tom
dimenticò l’imbarazzo per bearsi della meravigliosa sensazione del riverbero
della risata nella sua cassa toracica.
- E va bene, ti aspettavo –
ammise alla fine.
- Ci voleva tanto ad
ammetterlo? – lo stuzzicò Harry, strizzandogli l’occhio.
- Bah – fu l’unico commento
di Tom, detto con cadenza infastidita.
- Che voleva il
vecchiaccio? - domandò Tom in un soffio contro il suo orecchio.
Harry si rabbuiò in viso: -
Il solito. Avvertimenti criptici e altro -
Tom notò che c'era qualcosa
di strano in Harry, sentiva sotto le sue mani una strana corrente di
nervosismo, come se Harry avesse teso tutti i muscoli a quella sua domanda e
fosse in ansia per qualcosa.
- C'è qualcosa che non va?
-
Harry sospirò e si domandò
silenziosamente come poteva nascondere qualcosa a Tom. No, non poteva, non
reggeva. Solo...
- Non... -
- Non puoi dirmelo? - Tom
aggrottò le sopracciglia, contrariato. Vide Harry mordersi il labbro inferiore,
colpevole, e abbassare gli occhi mentre lentamente di allontanava da lui. Non
poteva permetterglielo, lo attirò a sè, baciandogli la fronte - Va bene, non
dirmelo. Dimmi solo questo, ti metterà in pericolo? -
- No - rispose Harry -
Senti Tom io... -
- Perchè parli sempre,
Potter? - lo rimproverò Tom - Fà silenzio e baciami -
- Ma… - voleva spiegargli, seppur
in esigua parte, la promessa che aveva fatto a Silente ma Tom non lo lasciò
continuare e lo baciò incurante della replica che il ragazzo voleva dargli.
- Lascia i problemi fuori,
adesso, Harry – gli disse per risposta Tom.
- Tom io… - Harry si staccò
leggermente da Tom in modo da guardarlo
negli occhi – Non volevo ma Silente mi ha fatto promettere… non lo faccio
perché non ho fiducia in te, ti amo e non vorrei veramente nasconderti questa…
cosa. Tom, io… -
Tom sbuffò sonoramente,
posando l’indice sulle labbra di Harry e poi dandogli un lieve buffetto sulla
guancia con un sorriso: - Ho capito, come al solito il vecchiaccio ti ha
incastrato in un altro dei suoi strambi giuramenti. Sento che questa cosa ti
turba Harry, ma capisco anche che il pupillo della nobile casata di Grifondoro
non può non adempiere a qualche strampalato impegno. Sappi solamente che io ci
sono e ci sarò sempre, intesi? –
Harry annuì, abbracciandolo
stretto.
- Intesi, Potter? – sibilò
insistemente Tom, preoccupato che qualsiasi tipo di mero dubbio potesse
offuscare la mente di Harry su quel punto. Non gli aveva detto che lo amava, ma
per certe cose non servono le parole, voleva che Harry lo sentisse il suo
amore, che lo vedesse.
Harry annuì ancora: - Sì,
certo – poi sorrise, divertito – Tom, come sei carino con quell’espressione
preoccupata! –
Tom inarcò un sopracciglio,
contrariato: - Che vuoi dire? –
- Niente – biascicò Harry
facendogli un sorriso enorme.
Pensava che Tom si sarebbe
arrabbiato ma non era stato così.
Lo ringraziò mentalmente
per quella prova di fiducia spassionata.
Tom lo guardò ancora
qualche secondo, fermo e in silenzio, poi le sue dita presero a fargli il
solletico, ridacchiò non appena Harry cercò di divincolarsi dalle sue braccia,
ridendo come un ossesso.
- Così impari a darmi del
carino – aggiunse con una traccia di malignità Tom, senza poter trattenere, suo
malgrado, un sorriso.
- AHAH… va bene, va bene, Tom, mi arrendo! -
- AAAH! -
Harry e Tom si staccarono
immediatamente, allarmati da quell’improvviso urlo. Si girarono verso la fonte
del rumore e trovarono Dean che si era schiaffato una mano in faccia, scotendo
la testa e Seamus che saltellava da una parte all’altra.
- PERCHÉ NON HO PORTATO LA
MACCHINA FOTOGRAFICA!!!! -
- Addio vacanza… - borbottò
in tono funereo Tom.
Harry si concesse un
piccolo sorrisino.
*
- Potremmo parlare. Non lo
facciamo mai - esordì Luigi con naturalezza estrema, posando una mano sul petto
candido di Philius e sollevando il viso in modo da volgere verso di lui i suoi
occhi color dell'oro.
Philius sfuggì il suo
sguardo e il suo esame attento, spostando il suo interesse altrove, verso un
punto indecifrabile della buia stanza illuminata fiocamente dal bagliore morente
di una candela, la quale, affogata nelle sue stesse lacrime di cera, stava
spegnendosi.
Luigi allungò le sue dita
diafane verso il mento di Philius, girandolo verso di sè: - Non ti chiedo mica
di raccontarmi la storia di tutta la tua esistenza... - gli rivolse un
sorrisetto - Solo qualcosina -
Era un bisogno naturale
dell'uomo conoscere il proprio simile, era impermeato di necessità spasmodica,
la ricerca di quell'anima compatibile con la propria.
Che cosa Philius non voleva
rivelare a Luigi? Che cosa Luigi non voleva ammettere a Philius?
Segreti, tutti
appartenenti ad una rete incredibilmente complessa, fatta di inganni, verità e
illusioni.
La camera da letto non era
di certo il luogo più appropriato per discutere di tali problemi, ma lì si
stava consumando la pantomima dei sentimenti, delle ammissioni e delle domande.
C'era da stupirsi che non
era capitato prima.
Facevano sesso da giorni e
notti, dividevano la stessa stanza, lo stesso letto, i medesimi orgasmi, eppure
non avevano mai parlato.
Un rapporto puramente
carnale, passionale, senza alcuno spazio per i sentimentalismi. Qualcosa di più
simile ad una sfida, ad un duello, piuttosto che una relazione.
Era quello che volevano
entrambi, dopotutto.
Però ultimamente qualcosa
era cambiato. Impercettibilmente, ma qualcosa si era mossa.
Come se una piuma leggera
avesse sfiorato i loro cuori, come se il desiderio di conoscere l'altro per
portare il loro rapporto al livello successivo si fosse insinuato nelle loro
menti.
Da dove derivava? Che cosa
lo aveva causato?
A mente fredda Philius non
sapeva la risposta, a mente lucida, Luigi la conosceva eccome.
Era passato così tanto
tempo dall'ultima volta che si erano sentiti così bene con qualcun altro, così
da poter condividere qualcosa di speciale, di unico, di prezioso.
- Comincio io se vuoi -
propose Luigi, notando l'ostinato mutismo dell'altro. Si alzò a sedere,
appoggiandosi alla sponda del letto, spalla a spalla con Philius - Luigi De
Pacis, sono preside della scuola di magia più importante e celeberrima d'Italia
- lo guardò intensamente, divertito - Ebbene, che cosa ne deduci da questa
piccola e semplice presentazione? -
Philius finse di pensarci
su: - Uhm... da questa striminzita presentazione deduco due cose -
- Nome e professione? -
scherzò Luigi.
- No - Philius gli rivolse
un sorriso divertito - Deduco che sei poco originale e poco loquace -
Luigi lo guardò un attimo,
sorpreso.
Quello... era un sorriso?
Un sorriso senza secondi
fini, nè malizioso nè maligno, nè ghigno nè smorfia?
Era... un sorriso?
- Bè? Che hai? - domandò
Philius.
Luigi abbassò un attimo lo
sguardo, cercò con gli occhi la mano di Philius tra le lenzuola e la strinse.
Poi sollevò lo sguardo, guardando Philius negli occhi, sorridendogli: -
Continuo, non vorrei davvero che tu mi considerassi poco originale. Ho come
l'impressione che le cose senza fantasia non ti piacciano molto e non vorrei
davvero perdere interesse di fronte ai tuoi occhi - ammise.
Philius rimase spiazzato da
quella replica e da quel bisogno di notizia e rassicurazione che trapelava da
quelle parole.
C’era un significato
nascosto, unno strato di nebulosa consapevolezza che il loro era un ricercarsi
e relazionarsi l’un l’altro.
Gioco di maglie
incrociate, di strati e strati di ragnatela preziosa.
Chi la spunterà?
Luigi gli rivolse un
sorriso fermo: - Da dove vuoi che cominci? –
*
- Mia cara Minerva, a che
cosa posso dare l’onore della tua visita? -
Minerva McGranitt ansimò
pesantemente avvicinandosi alla scrivania di Albus Silente, il giornale ben
stretto nelle mani, aveva corso dal suo ufficio fino a quello di Silente solo
per essere la prima a portargli la notizia.
- Credo che tu debba
leggere questo, Albus – disse tendendogli il giornale.
Albus lo prese: - Non è un
po’ tardi per la ‘Gazzetta del Profeta’? –
- E’ l’edizione
straordinaria, questa, Albus. Leggi che cosa l’ha resa straordinaria,
tale da dove stampare anche la sera -
Albus Silente dispiegò il
giornale, lesse brevemente l’articolo in prima pagina, aggrottò le sopracciglia
a quelle notizie scritte in neretto, impaziente, Minerva prese la parla: -
Credi che i due fatti siano collegati? L’attacco ad Hogwarts tra poco meno di
una settimana e questo? –
- Di certo non è un caso –
rispose Silente stancamente – Un colpo di stato in piena regola, ecco che
sarebbe stato se fossero riusciti ad attaccare anche Hogwarts, sebbene questa
non sia caduta nel futuro visto da Emilia. Hogwarts non era caduta al primo
tentativo, ma questo non vuol dire che non cadrà per sempre. In ogni caso… se
vuoi la mia opinione, Minerva, i due eventi sono collegati -
- Convoco l’ordine? -
- Dopo. Prima chiama
Augustus Meyer. Prima ancora che la tempesta si scateni è meglio andare al
ministero e risolvere la questione. Andrò io, ma nel frattempo fai venire Augustus
qui -
- Credi che sia un buon
sostituto? -
- Uno dei migliori alleati
che abbiamo guadagnato in questa guerra. È la persona giusta, anche se
momentaneamente è solamente il Ministro degli Sport Magici -
Silente si alzò, facendo
apparire un pesante mantello, mentre Minerva annuiva e usciva dall’ufficio, un
attimo prima di sparire, il preside lasciò il giornale sulla scrivania, ben
dispiegato.
“TRAGICO OMICIDIO DEL MINISTRO DELLA MAGIA RUFUS SCRIMGEOUR
Oggi, nel suo ufficio al Ministero della Magia, è stato trovato il cadavere senza vita di Rufus Scrimgeour. Si ignorano le cause della morte”
*
- Che cosa
ci fai qui? -
Harry
sobbalzò, portandosi una mano al cuore: - Mi hai spaventato -
Edwin fece
una smorfia irritata, richiuse il libro che teneva tra le mani, dipinto
dall'artista del quadro con la copertina nero pece, si sporse dalla cornice: -
Scusa se il tuo cuoricino da budino non regge la mia presenza! -
Harry non
replicò in risposta, attirato dal paesaggio dipinto, quella biblioteca gli sembrava
famigliare, come se lui stesso vi fosse stato una volta: - Posso farti una
domanda indiscreta? -
Edwin
sbuffò e sul viso perlaceo si disegnò un'espressione disperata: - I giovani
d'oggi! - uscì dal quadro, una presenza fluttuante, incorporea, che però aveva
mantenuto tutta l'autorevolezza che aveva espresso in vita, Harry notò che il
libro che teneva in mano ora giaceva sulla poltrona dipinta.
Si
riscosse dai suoi pensieri, rivolgendo tutta la sua attenzione ad Edwin.
- Che
vuoi, giovane Godric? - domandò con una formula elegante, ma con tono
sbrigativo. Non aveva avuto una buona giornata, a correre qua e là tra i
quadri.
- Tu...
Senti... dov'è questo luogo? - chiese Harry, indicando l'interno del salotto
dipinto nel quadro.
Edwin gli
rivolse un'occhiata annoiata: - Perchè lo vuoi sapere? -
- Mi
sembra di averlo già visto... - riflettè ad alta voce Harry. Sì, quel camino
scoppiettante, quella poltrona, quei scaffali nei quali i libri erano disposti
in maniera maniacale, persino il tappeto e le tende gli ricordavano qualcosa.
Chissà come mai il pittore aveva dipinto un 'unica finestra perennemente rigata
di pioggia...
Edwin fece
un ghignetto soddisfatto: - Davvero? E dove? -
Harry
scosse la testa: - Non mi ricordo proprio... sai, a me piacciono molto più gli
spazi aperti che quelli chiusi - si giustificò.
Edwin
arrovesciò gli occhi, sbuffando.
- Che cosa
ho detto? -
- Niente,
niente - lasciò cadere l'argomento - Senti un po', Godric, che volevi? Sei venuto
fin qui, quindi immagino che volessi entrare nel dormitorio... -
- Sì, per
favore - rispose Harry sorridendo.
- La
parola d'ordine? -
- Ehmm...
mi sono dimenticato di chiederla a Tom... -
- Sei un
caso perso, Potter. Per questa volta ti lascio passare, ma che non si ripeta -
fece un cenno con la mano e il ritratto, con un debole 'clic' si desigillò,
spostandosi e rivelando l'entrata del dormitorio di coloro che venivano
definiti i 'Rinnegati Serpeverde'.
- Ehmmm...
scusa, non è che sapresti se Draco è dentro? -
- E poi?
Volevi anche una burrobirra? Non sono la tua stramaledetta civetta, Godric! -
Harry alzò
le mani: - Ok, ok, scusa! -
- Comunque
il biondino è dentro - borbottò di cattivo umore Edwin. Harry lo ringraziò ed
entrò nel dormitorio.
Trovò Draco
seduto su una poltrona di fronte al camino con libri e pergamene disposte tutte
attorno.
- Ti
disturbo? -
Draco si
voltò verso Harry di scatto, sorpreso: - Harry? Che diavolo ci fai qui? - poi,
come ricordandosi di qualcosa, chiude di scatto il libro che stava leggendo, un
colpo di bacchetta e rigovernò tutto, disponendolo in un angolo.
Harry lo
raggiunse e occhieggiò curioso il materiale di studio che Draco prima stava
esaminando: - Che cos'era? -
- Compiti
- rispose sbrigativamente Draco, posando il libro che prima sta leggendo di
fianco, incastrato al bracciolo della poltrona - Allora?Che ci fai qui? Non
dovresti essere... - 'a Parigi con quel mentecatto di Rice?' - in vacanza? -
- Silente
ci ha richiamati indietro -
Draco lo
guardò intensamente.
- Ok, ok,
ti racconto tutto -
Strano,
Draco sembrava cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto, al ballo,
sembrava più... bello. Come se adesso curasse di più il suo aspetto fisico.
Inoltre aveva negli occhi una scintilla particolare di vivacità, chissà che
genere di compiti stava facendo, visto che lo avevano interessato così tanto.
- Che cosa
c'è? - domandò Draco, sorpreso dagli occhi attenti di Harry che lo
scandagliavano, per un attimo credette di essere stato scoperto quando Harry
gli sorrise - Sei diverso -
Draco
inarcò un sopracciglio: - In che senso? -
Harry
scrollò le spalle, liquidando la questione, ma Draco insistette, ripetendo la
sua domanda.
- Non
so... sembri... più vivo, ecco. Lo so, è una replica sciocca la mia, però mi
sembri diverso, ecco - 'Un po' più te stesso'
Draco gli
rivolse un sorriso di sbieco: - Capito. Sai, da Natale le cose sono un po'
cambiate per tutti immagino - si appoggiò allo schienale della poltrona,
lasciando che il viso si palesasse ai giochi di luce del fuoco scoppiettante -
Ho sentito Pansy ieri e a quanto pare si trova molto bene con i Weasley, temo
che si trovi fin troppo bene con Ronald. Millicent è un fascio di nervi dal
ballo, è più arcigna del solito, se ti immagini... Blaise è tutto pimpante,
sembra uno scolaretto innamorato - scosse la testa - la tua amica Fata Turchina
ha operato un bell'incantesimo su di lui. Lo ha stregato -
Harry
strabuzzò gli occhi: - Altair? - domandò con voce rauca - Blaise si è... -
- ...
preso una sbandata per lei, sì - completò Draco, si sporse verso Harry, curioso
- Pensi che non abbia speranze, vero? -
- Oh no,
no! - Harry cercò di immaginarsi Altair e Blaise...
- Dimmi la
verità - ribadì Draco.
Harry
sbuffò: - Come fai ad essere così petulante? -
Draco sorrise:
- So sempre ottenere quello che voglio - 'O quasi. Non ti ho ancora ottenuto,
purtroppo'
- Non
saprei che dire di Altair... lei è... - Harry cercò una parola per descriverla
- ... particolare. E'... fatta a modo suo, è del tutto indecifrabile - 'Ma è
speciale'
- Ho
capito, Blaise non ha speranze - concluse Draco - Per favore, dillo tu a
Blaise, scommetto che a me non darebbe retta -
- Non ho
detto questo! - ribattè Harry - Solo... non so esattamente che genere di
ragazzo piaccia ad Altair, ecco -
- L'hai
conosciuta in questo ultimo anno, vero? - domandò Draco a bruciapelo.
Harry
sobbalzò, ma pensò che la risposta era abbastanza evidente anche se avesse
negato tutto. La domanda di Draco era un'affermazione, nientemeno.
- Sì -
- Capito -
Trascorse
un attimo di silenzio, interrotto da Harry: - Stavi dicendo prima? Sui
cambiamenti dopo il ballo di Natale? -
- Ah sì,
tutti siamo cambiati. Compreso te. E me. Anzi, a ben pensarci gli unici che
sono rimasti loro stessi sono Vince e Greg, si abbuffano sempre nelle cucine e
ormai non li vede più nessuno - Draco tornò serio - Tu stai con Rice, vero?
Imprescindibilmente? -
Harry
annuì: - Sì, è così -
- Beh, mi
pare di aver perso tutte le mie speranze quindi... ci ho messo una pietra
sopra. definitivamente - 'Quasi'
Harry non
approfondì l'argomento, ma annuì solamente: - Immaginavo. Tu... sei forte
Draco, non importa a cosa la gente dice di te. Tu sei forte, veramente forte.
So che magari adesso sto usando un clichè ma... rimarremo amici, vero? -
Draco rise
brevemente, tendendogli la mano: - Certo, Grifondoro dei miei stivali -
Harry
sorrise, prendendogli quella mano che un tempo aveva disdegnato con sdegno. A
contatto con la pelle di Harry, Draco represse un brivido.
- Adesso
sarà tutto più facile - disse Draco a denti stretti. Più facile, certo, che
perfetta bugia...
Lasciata
la mano del biondo Harry si alzò: - Ti lascio ai tuoi interessanti studi, ci
vediamo a cena. A proposito, hai ricevuto il mio regalo? -
- Certo.
Bel pensiero, spero che ti sia piaciuto anche il mio -
Harry
annuì: - Grazie a proposito. Ok, ora ti lascio veramente. A dopo! - e uscì
dalla sala comune.
Appena
uscito questi sospirò, sbattendo più volte le palpebre, scacciando un brutto
pensiero. Come se qualcuno lo avvertisse che da ora in poi le cose non
sarebbero state per niente facili... Scacciò violentemente quel pensiero,
salutò Edwin, e tornò in sala comune.
Una volta
solo Draco sospirò pesantemente, tirando fuori il libro accanto a sè. Diede una
veloce occhiata alla pila ammonticchiata di appunti e volumi che aveva
accatastato con la magia.
Poi aprì
il libro che aveva in mano al capitolo che stava studiando.
- Mi
spiace, ma nulla sarà più facile - sussurrò Draco.
"L'incantesimo
destabilizzatore è uno dei più complessi esempi di magia nera. Il primo ad
introdurlo fu Salazar Serpeverde e venne successivamente ripreso da Grindelwald
nel 1945..."
*
Edwin si
sedette sulla poltrona, posando il libro che stava leggendo prima che Potter lo
disturbasse sul grembo.
- Sai, -
iniziò, rilassandosi sulla poltrona, si rivolse al niente apparentemente, ma
gli occhi perlacei erano rivolti al camino - avevi ragione. Non è sveglio.
Tantomeno non è pronto. Dovremmo lavorarci un bel po' -
Dal camino
la figura si voltò, in un fruscio di stoffa del mantello, gli occhi brillavano
di divertimento mentre i neri capelli erano sciolti sulle sue spalle,
morbidamente scompigliati, a darle un tocco di eleganza distratta in più.
Altair
sorrise ad Edwin: - Entro qualche mese sarà pronto, fidati -
- Se lo dici
tu... -
Altair
tornò a fissare il fuoco e vi buttò un frammento di quella che pareva un pezzo
di carta finissimo.
- Fidati,
Edwin. Andrà tutto come abbiamo previsto - e i suoi occhi cambiarono colore.
*
FINE
CINQUANTUNESIMO CAPITOLO
CONTINUA...
Mistress
Lay
*
Noticina
necessaria:
(e non risponderò ad eventuali domande riguardante
questa nota. Chi la legge saprà, a chi non la legge e mi fa qualche domanda a
questo riguardo, non risponderò)
Come mi è
stato detto l’indizio che ho dato al capitolo precedente per farvi capire chi
fosse la prima figura ad apparire nel suddetto capitolo è troppo criptico. Beh,
pazienza, lasciate stare, lo capirete chi è man mano che leggerete, e vi
assicuro che non vi sarà sconosciuto (leggete più avanti, in fondo). Nemmeno
per chi non ha letto bene tutta RdS.
Ribadisco
inoltre che se volete capire meglio chi sia Philius, dovete anagrammare il nome
‘wnellter’, cambiando però la N in M. altro indizio che avevo già dato: il nome
fa riferimento ad un libro di Terry Brooks.
Forse
troverete molti punti insoluti, per ora, in RdS: mi dispiace ma per il momento
è necessario, ma sappiate che tutto avrà una risposta, alla fine. Forse avete
l’impressione che tutto sembra appartenere ‘ad un disegno più grande’ (cito
Moony) ma non è solamente un’impressione, è la vera essenza della fic.
Vi
risulterà magari un po’ difficile seguire bene gli indizi che metto, dal
momento che non aggiorno molto frequentemente, scusate! >.<
Siamo
ancora a metà, miei cari lettori, stringete i denti!
Se può
rassicurarvi qualche giorno fa ho sistemato in schema gli ultimi punti che risultavano
insoluti anche a me. beh, il ‘disegno’ è un po’ complicato, ma passo per passo
ci arriveremo! XD
Oh, ma
quanto sono orgogliosa di ‘Raggi di Speranza’! *.*
E di voi,
ovviamente! ^//^
Purtroppo
non riesco proprio a rispondere alle vostre recensioni per penuria di tempo,
purtroppo la scuola si sta giocando ogni mio sano neurone che ancora è in mio
possesso (tralasciamo che ne ho solo uno e non è per natura molto
collaborativi… >.<
In ogni
caso, vi ho risposto un po’ sommariamente prima, volevo inoltre conferire uno
speciale premio a Potere ai Panda che è arrivata alla soluzione tanto
agognata: ti spetta un pupazzo di Tom in versione Nonna Papera (che cooosa?
NdTom) (Qua qua ndPupazzo) (Guarda, starnazza pure se gli premi la pancia!
NdHarry) (Grrrr… verrà il giorno… ndTom )!
^^
Un
immenso bacione va però ad Alicesimone che ha scritto per il mio
compleanno una shottina specialissima, che invito tutti a leggerla! XD Si
tratta di una Missing Moment di RdS, la troverete nel suo account. (L’indirizzo
è il seguente http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=169671)
Grazie
tesoro! LOL
Comunque,
se qualcuno volesse scrivere qualsiasi cosa su RdS, prego, non si faccia
scrupoli, che mi rende solamente stra-felice! ^^
Mi
dispiace non essere riuscita ad aggiornare prima, ma come sapete, sono
impegnatissima in questo periodo, e dal momento che a causa del blocco dell’account
le settimane scorse, ho perso l’unico periodo parzialmente scevro da impegni.
So che è
difficile seguire questa fic, già di per se complicata, con la frequenza con
cui la posto. Me ne dispiace ma non posso fare altrimenti.
Momentaneamente
non riesco ad rispondere ad alcuna recensione poiché non sono al mio computer,
ma sappiate che ringrazio ciascuno di voi, con il cuore e con affetto.
Grazie a
chi legge, a chi recensisce soprattutto, grazie ai fedelissimi e ai nuovi
arrivati (bentornata Sammy Malfoy!) e a coloro che mi sostengono (Moony,
sei un mito!).
Il prossimo
capitolo è prontissimo da settimane, ma per impegni non saprei proprio quando
postarlo, in caso di ritardo, tranquilli, Moony da buon angelo qual è lo
posterà per me, dal momento che gliel’ho spedito da un bel po’.
Stasera,
comunque, sono su msn, quindi chi vuole, mi becca lì! XD
Altair è
tornata, chissà che legame ha con Edwin – vi ho dato due begli indizi però, chi
si ricorda qualcosa di questa fic si farà certe domande eheh -, Draco sembra
nascondere qualcosa e Silente ha in mente qualcosa… senza contare che tornano
gli Horcux.
Vi
starete forse chiedendo perché ho tirato in ballo gli Horcrux… intanto
sappiate che è stata una decisione un po’ sofferta, ma è stata presa per dare
un tocco di semplicità alla trama. Penso che non ci sia nessuno che non abbia
letto il sesto libro, quindi non ho messo alcun avvertimento di eventuali
spoiler.
Altra
precisazione: NON ci sarà alcun spoiler nei riguardi di HP7. lo ripeto a
scanso di equivoci.
In ogni
caso, per eventuali similitudini con il settimo libro, sappiate che ciò è
venuto fuori dalla mia mente malata PRIMA dell’uscita del libro, e non DOPO (eh
sì, c’è una cosa che RdS ha in comune con la fine ufficiale della saga di Harry
Potter. Del tutto casuale, vorrei precisare).
Non
allarmatevi, in ogni caso questa ‘cosa’ verrà fuori moooolto più avanti, e
molto probabilmente in quel periodo avrete tutti letto una cinquantina di volte
il vostro settimo libro (o anche meno, dipende da voi… io dopo la seconda
lettura l’ho lasciato lì nello scaffale… >.<).
Altro
chiarimento in materia del capitolo precedente, il personaggio descritto
in primis a cui molti di voi hanno associato il nome di Silas de ‘Il codice da
Vinci’… ebbene, NON è Silas, NON è albino, NON appartiene all’Opus Dei e
soprattutto NON è il misterioso William.
Il
misterioso personaggio è stato introdotto dalla sottoscritta nel capitolo XV,
oltre ad essere stato ripreso più volte (particolare accento al cap XXI),
quindi NON è un nuovo personaggio. La descrizione più completa probabilmente è
quella del capitolo scorso, in ogni caso.
Vorrei
inoltre mettervi una fastidiosa pulce nell’orecchio: il rosario che tiene tra
le mani, deve PER FORZA essere cristiano?
Un’altra
cosa, la parte in corsivo che ho scritto all’inizio del capitolo, è una citazione
di me stessa, di una fic che non è stata pubblicata, ne troverete altre,
andando avanti... eheh, sto cercando di farvi venite un po’ di curiosità… XD
Grazie a
tutti coloro che hanno letto e soprattutto a coloro che hanno recensito!
Continuate
così! ^//^
Commentate,
vero?
Miss