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Autore: Mistress Lay    20/10/2007    22 recensioni
Dopo l'assassinio di Sirius la vita di Harry è radicalmente tanto che fugge da Privet Drive senza dare più notizia di sè, senza avvertire gli amici, senza dare una spiegazione. Torna dopo due anni. Non solo, ma accompagnato da un altro ragazzo che odia ferocemente Albus Silente. Ma durante l'assenza di Harry è cambiato qualcosa a Hogwarts? Sono cambiati i suoi amici? E i suoi nemici? Chi sono i Rinnegati? E Draco Malfoy, che ruolo avrà?
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry, Potter, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RAGGI DI SPERANZA by MISTRESS LAY

[Cap. XXIV]

[R, Slash, ®J.K. Rowling, tranne i personaggi nuovi, situazioni e quanto ci sia di malato in ciò che state per leggere, appartengono alla sottoscritta]

 

 

 

*

 

 

CAPITOLO CINQUANTUNESIMO

IL GIOCO DELLA VOLPE

 

 

*

 

 

Tuttavia, ciò che l'uomo non conosce, e ciò che l'uomo per primo ignora, è che esista un essere superiore.

Per Essere Superiore non intendo una creatura di natura escatologica, onnisciente e signore del creato.

Essere Superiore è colui che tira le fila di tutti noi, siamo burattini, sottoposti ai suoi capricci e ai suoi desideri, ci sentiamo importanti, qui, a pensare che una Mente ci stia comandando, perchè noi apparteniamo ad un disegno complesso di cui nessuno di noi è a conoscenza.

Quello che dovrebbe farci riflettere è questo: se Lui ci muove, noi per lui non abbiamo alcun valore, e allora potrebbe ucciderci in un batter d'occhio.

Quanto è fallace la convinzione umana!

Basta un Suo desiderio e noi siamo morti! Zac! In un istante!

Lo chiamano Destino.

Ma chi crederebbe mai ad una favola del genere?

È lui che decide tutto.

Ha un suo disegno.

 

 

*

 

 

Albus Silente aveva imbastito un piano preciso, che non lasciasse scoperta alcuna possibilità di errore e si era adoperato in maniera che tutti i membri a sua disposizione dell’Ordine della Fenice avessero parte in quell’immensa ragnatela: l'arrivo di Tom e Harry ad Hogwarts lo aveva fatto in parte tranquillizzare, e soprattutto vedere Harry sorridente.

 

Harry dalla parte di Voldemort?

No, impossibile.

 

Eppure non era un'eventualità da sottovalutare... dopotutto Harry si accompagnava a Tom Riddle e da quanto riusciva a vedere il vecchio preside i due erano palesemente innamorati. Ci sono tante cose incredibili, ma quella, riflettè Albus, era stata una delle più incredibili.

In ogni caso non lasciò ai due fidanzati la possibilità di stare ancora un poco assieme, convocò immediatamente Harry nel suo ufficio per spiegargli brevemente la situazione. Forse si stava movendo in ritardo, ma almeno aveva cominciato a muoversi.

- Siediti Harry - lo invitò immediatamente Albus, rivolgendogli un breve sorriso - Desideri un tè? -

Harry scosse la testa, prendendo posto e salutando con un cenno del capo Emilia, che sventolò la mano in risposta.

- Mi dispiace averti sottratto la possibilità di continuare la tua vacanza a Parigi - cominciò Silente guardando il pupillo con occhi scintillanti - E immagino che Tom sia del tuo stesso avviso, non è vero? -

 

Tom...

Oh, sì, Tom non ne era stato per niente contento, ma non si era troppo lamentato. Termine relativo.

 

Harry arrossì al dolce pensiero, pensando alla notte appena trascorsa e che gli aveva lasciato in pegno due leggere occhiaie sotto gli occhi.

Per scacciare l'imbarazzo, perchè aveva l'impressione che il preside in un certo senso aveva capito cosa stava pensando, domandò direttamente: - Che cosa desiderava, preside? -

Immaginò di essere stato troppo schietto e si morse il labbro, che era irritato era evidente, dal momento che il suo naso per i guai stavano fiutando che il preside ne aveva un'altra delle sue. E poi provava una strana sensazione di deja-vù: almeno, se ci sarebbe stato qualcosa di cui il preside lo avrebbe messo al corrente, Harry poteva stare pur certo che non gli avrebbe svelato tutto. Tutto e niente, come sempre.

- Avevo bisogno di te qui - rispose Silente.

Harry lo guardò con aspettativa ma il preside non accennò ad andare avanti, quindi, sospirando interiormente, decise di estrapolare lui le risposte ponendo delle domande dirette: - Come ha fatto a trovarmi? -

Ricordava ancora alla perfezione il guizzo dorato e rosa che Nix aveva intravisto nello specchio di fronte al letto della camera.

- Dilys è andata a chiedere aiuto da parte mia a Mademoiselle Chantal de Chatillon - rispose Silente - E' uno spirito imprigionato in uno degli specchi della sala degli specchi di Beauxbatons. E' stata lei a trovarti -

- Capisco... - sussurrò più a se stesso che ad altri, Harry - Come mai mi ha voluto qui? -

Silente sospirò: - Emilia ha avuto una visione, Harry, proprio ieri. Ha visto i postumi di una battaglia imminente... -

Immediatamente Harry si tese, preoccupato: - Come... che... -

Silente alzò la mano per fermare il torrente di domande di cui Harry lo avrebbe fatto bersaglio con un cenno della mano: - Non temere, Emilia ha visto anche quando sarebbe accaduto. Ho già allertato l'ordine, non devi temere. Per questo volevo che tu fossi qui, nel qualcaso qualcosa andasse storto in ogni caso... vorrei chiederti di non lasciare il castello per nessun motivo -

Harry annuì, recependo quelle parole e rilassandosi: - Dove sarà l'attacco? Quando? -

- Non posso dirtelo, Harry. Sappi comunque che abbiamo la situazione sotto controllo -

Harry si trattenne dal gemere frustato per quell'indecorosa mancanza di notizie.

- Inoltre ti ho fatto venire qui per dirti un'altra cosa -

- Cosa? -

- Prima di tutto vorrei che mi facessi una promessa - Silente gli rivolse un sorriso triste - So di chiederti tanto, in luce agli ultimi fatti, ma vorrei che non ne facessi parola con nessuno di ciò che sto per dirti. In primis, Tom - Harry fece per aprire bocca ma Silente ancora una volta lo fermò - Non si tratta di una questione di fiducia, Harry, ma solo di tentazione -

- Che intende dire? -

- Sono venuto a conoscenza del passato di Lord Voldemort e di alcune altre cose che potrebbero aiutarti a sconfiggerlo una volta per tutte. Ora vorrei fartene partecipe, ma è necessario che tutto ciò che dirò non uscirà da questo ufficio, Harry. Non dico di non fidarmi di Tom, ma vorrei comunque tenerlo lontano dalla tentazione di sapere. Puoi promettermi che non gliene farai parola? -

Harry non ebbe esitazioni: - Non posso. Come ha detto lei, 'in luce degli ultimi fatti' non posso non parlargliene -

- Harry, mi deludi - ribattè il preside, ferito nello sguardo come nel cuore - Non voglio separarvi, voglio solamente tenerti in vita. Voglio che tu vinca la guerra. So che lo ami, lo so, cosa credi Harry? Ma devi capire che tu non sei un ragazzo qualsiasi e devi adempiere anche ad una profezia. Senza di te, la resistenza a Voldemort è del tutto vana -

- Non si tratta di questo - Harry si mosse sulla sedia, a disagio per quelle parole e per il tono deluso con cui Silente le accompagnava.

- E di cosa si tratta allora? Hai tenuto nascosto ben altro ai tuoi migliori amici - replicò senza scrupolo Silente - Non dirmi che sanno chi sia veramente Tom Rice! -

Harry abbassò lo sguardo, colpevole: - No, non lo sanno -

 

No, certo, come avrebbe potuto, dopo tanto aver penato, rivelare a Ron ed Hermione che la persona di cui si era innamorato perdutamente è niente meno che Tom Riddle, il futuro Lord Voldemort?

Non che avesse mentito loro deliberatamente, al fine di tenerli all'oscuro di tutto, ma voleva per ora dare loro la possibilità di metabolizzare la cosa. Un passo alla volta.

 

- Harry, non voglio metterti in alcuna maniera sotto pressione, ma devi capire che si sono certe cose che sono di tua competenza. Più tue che mie, a dire la verità - sorrise il preside - Hai il dovere di sapere qualcosa di più su Voldemort e come fare a sconfiggerlo -

- Non voglio dire che preferirei sottrarmi a tutto questo, professore! - esclamò Harry - Non è assolutamente così! Io mi sto preparando per lo scontro solo... -

- So che ti fidi di Tom - sospirò Silente - E io mi fido di te. Ma a volte per proteggere le persone bisogna fare qualche sacrificio come non rivelare loro qualcosa che li potrebbe mettere nella posizione sbagliata -

- Posizione sbagliata? Scusi, ma non la seguo -

- Harry, hai capito benissimo -

 

Sì, aveva capito, ma Harry si rifiutava di crederci.

 

Tom era Tom, aveva una possibilità di diventare in futuro Lord Voldemort, questo non voleva dire che doveva diventarlo.

La loro storia era diversa.

 

Tom aveva lui, Harry, e questo era qualcosa che Voldemort mai aveva avuto e mai lo avrebbe avuto.

 

Però Silente aveva timore che Tom scegliesse la via del suo 'predecessore', quindi, tentarlo con dei discorsi su come Harry lo avrebbe ucciso, non sarebbe stato proprio il caso.

Ma Silente si sbagliava ovviamente, e Harry aveva piena fiducia in Tom, come lo aveva nel loro amore.

 

Però, c'era un'altra riserva in Harry.

 

Sentiva di potersi definire ipocrita a sbandierare in fronte a Silente la sua incrollabile fiducia in Tom poichè lui per primo gli aveva tenuto nascosto un segreto importante della sua vita: lui possedeva il 'tocco', come lo chiamava Altair, e a Tom non ne aveva mai fatto parola.

Non aveva tenuto quel segreto deliberatamente, c'era da dire spezzando una lancia a suo favore.

 

'Harry, giurami che non lo dirai a nessuno. Nemmeno a Tom, promettimelo'

 

Lo aveva detto Altair, quel giorno lontano, guardandolo con quegli occhi di colore indefinibile, così duri e determinati che Harry si era ritrovato ad annuire senza nemmeno chiedersi perchè. Mai fare arrabbiare quegli occhi, Altair non era priva d'interesse come sembrava alla prima occhiata. Era pericolosa, molto, ma questo Harry lo aveva scoperto dopo quando la ragazza era diventata la sua maestra e guida.

Altair aveva sempre dettato le regole da quanto lo aveva incontrato, si arrogava di quel diritto giustamente, avendo salvato la vita ad entrambi e avendoli accolti in quel castello, dando loro asilo gratuito e disinteressato.

A lei doveva molto, in ogni campo.

 

Harry pensò un attimo alla richiesta di Silente.

Voleva che tenesse un altro segreto, mantenendo all'oscuro Tom ancora una volta.

Altair era un conto, dopotutto il 'tocco' non era poi una cosa che Harry riuscisse a governare bene, tutt'altro, quindi non era proprio un segreto, abche perchè Tom sapeva bene che qualche capacità innata di spiccata attitudine Harry l'aveva.

Però acconsentire alla richiesta di Silente voleva innanzitutto prevaricare ogni briciola di fiducia che riponeva in Tom e poi... 'tentazione' l'aveva chiamata Silente. Tentazione...

Silente aveva comunque toccato i tasti giusti... Harry voleva rifiutarsi di sapere cosa avrebbe distrutto definitivamente Voldemort? Bastava che facesse quella piccola promessa...

 

'Il tuo dovere...'

 

Allora era quello il ragionamento di Silente sul proteggere le persone che gli stavano a cuore. Era per questo che non aveva rivelato nulla ad Harry della profezia fino a quando era stato troppo tardi. Harry di certo non voleva ripetere gli errori del suo mentore.

Ma questa era un'altra questione, era un problema di coscienza, e solo Harry avrebbe dovuto portarne l'onere.

 

La questione ora era: accettare quella confessione e prometterne di non farne parola a nessuno? Nasconderlo deliberatamente a Tom?

 

Harry sospirò, conscio che la sua risposta sarebbe stata tutto meno che semplice e condivisa.

Silente sapeva bene come muovere il cuore delle persone, sapeva quali fossero le loro debolezze, sapeva come piegarli senza spingerli...

- E va bene, glielo prometto - rispose a denti stretti Harry.

Il viso del preside si rilassò visibilmente: - Ottima scelta Harry... -

Harry annuì distrattamente, rimpiangendo già quella sua decisione: - Di cosa si tratta? -

- Horcrux. Questa è la parola magica, Harry. Horcrux -

 

 

 

*

 

 

 

Ripensandoci, la situazione si presentava ridicola.

Horcux.

Doveva essere questa la via per la distruzione completa di Voldemort?

 

Strano. Ironico.

 

Mentre tornava nel dormitorio cercava di riflettere sulla situazione: che cosa voleva però Silente da lui? Si era limitato a raccontargli di questa storia di Tom e la fabbricazione degli artefatti magici, lo aveva messo al corrente che erano andati distrutti due Horcrux, e che altro?

Silente era stato criptico come sempre e Harry aveva avuto come la spiacevole impressione che stesse nascondendo altro, dietro quegli occhi luminosi e quella barba bianca e non volesse però metterlo al corrente. Aveva detto che nell’anno in cui Harry era risultato irreperibile aveva fatto delle ricerche ed era stato in grado di rintracciare i pochi frammenti di vita che Tom Riddle si era lasciato alle spalle.

Non gli aveva detto altro.

In effetti, sembrava quasi che Silente fosse all’erta.

 

Che cosa nascondeva questa volta?

 

Sarebbe risultata necessaria un’altra morte per fargli sputare il rospo?

 

Quel pensiero gli fece venire in mente Sirius e il cuore si strinse come sempre al ricordo del suo padrino.

In quel momento sentì due braccia afferrarlo per la vita e attirarlo ad un petto caldo, poi le labbra di Tom gli lambirono le proprie, lente ed esasperanti. Harry si abbandonò a quel bacio, sentendo però il fantasma dell’insincerità inondargli la mente.

- Mi aspettavi? – domandò Harry giocosamente.

Tom gli rivolse una smorfia: - Niente affatto. Passavo di qui… -

- Tom… il tuo dormitorio è dall’altra parte del castello… - gli fece notare con un sorriso Harry.

- Ho fatto il giro lungo -

- Da dove vieni? – domandò maliziosamente Harry, divertito dal quiete imbarazzo nella spiegazione strampalata di Tom.

- Che importanza ha da dove vengo? -

Harry rise finalmente e Tom dimenticò l’imbarazzo per bearsi della meravigliosa sensazione del riverbero della risata nella sua cassa toracica.

- E va bene, ti aspettavo – ammise alla fine.

- Ci voleva tanto ad ammetterlo? – lo stuzzicò Harry, strizzandogli l’occhio.

- Bah – fu l’unico commento di Tom, detto con cadenza infastidita.

- Che voleva il vecchiaccio? - domandò Tom in un soffio contro il suo orecchio.

Harry si rabbuiò in viso: - Il solito. Avvertimenti criptici e altro -

Tom notò che c'era qualcosa di strano in Harry, sentiva sotto le sue mani una strana corrente di nervosismo, come se Harry avesse teso tutti i muscoli a quella sua domanda e fosse in ansia per qualcosa.

- C'è qualcosa che non va? -

Harry sospirò e si domandò silenziosamente come poteva nascondere qualcosa a Tom. No, non poteva, non reggeva. Solo...

- Non... -

- Non puoi dirmelo? - Tom aggrottò le sopracciglia, contrariato. Vide Harry mordersi il labbro inferiore, colpevole, e abbassare gli occhi mentre lentamente di allontanava da lui. Non poteva permetterglielo, lo attirò a sè, baciandogli la fronte - Va bene, non dirmelo. Dimmi solo questo, ti metterà in pericolo? -

- No - rispose Harry - Senti Tom io... -

- Perchè parli sempre, Potter? - lo rimproverò Tom - Fà silenzio e baciami -

- Ma… - voleva spiegargli, seppur in esigua parte, la promessa che aveva fatto a Silente ma Tom non lo lasciò continuare e lo baciò incurante della replica che il ragazzo voleva dargli.

- Lascia i problemi fuori, adesso, Harry – gli disse per risposta Tom.

- Tom io… - Harry si staccò leggermente da Tom  in modo da guardarlo negli occhi – Non volevo ma Silente mi ha fatto promettere… non lo faccio perché non ho fiducia in te, ti amo e non vorrei veramente nasconderti questa… cosa. Tom, io… -

Tom sbuffò sonoramente, posando l’indice sulle labbra di Harry e poi dandogli un lieve buffetto sulla guancia con un sorriso: - Ho capito, come al solito il vecchiaccio ti ha incastrato in un altro dei suoi strambi giuramenti. Sento che questa cosa ti turba Harry, ma capisco anche che il pupillo della nobile casata di Grifondoro non può non adempiere a qualche strampalato impegno. Sappi solamente che io ci sono e ci sarò sempre, intesi? –

Harry annuì, abbracciandolo stretto.

- Intesi, Potter? – sibilò insistemente Tom, preoccupato che qualsiasi tipo di mero dubbio potesse offuscare la mente di Harry su quel punto. Non gli aveva detto che lo amava, ma per certe cose non servono le parole, voleva che Harry lo sentisse il suo amore, che lo vedesse.

Harry annuì ancora: - Sì, certo – poi sorrise, divertito – Tom, come sei carino con quell’espressione preoccupata! –

Tom inarcò un sopracciglio, contrariato: - Che vuoi dire? –

- Niente – biascicò Harry facendogli un sorriso enorme.

Pensava che Tom si sarebbe arrabbiato ma non era stato così.

Lo ringraziò mentalmente per quella prova di fiducia spassionata.

Tom lo guardò ancora qualche secondo, fermo e in silenzio, poi le sue dita presero a fargli il solletico, ridacchiò non appena Harry cercò di divincolarsi dalle sue braccia, ridendo come un ossesso.

- Così impari a darmi del carino – aggiunse con una traccia di malignità Tom, senza poter trattenere, suo malgrado, un sorriso.

- AHAH…  va bene, va bene, Tom, mi arrendo! -

 

- AAAH! -

Harry e Tom si staccarono immediatamente, allarmati da quell’improvviso urlo. Si girarono verso la fonte del rumore e trovarono Dean che si era schiaffato una mano in faccia, scotendo la testa e Seamus che saltellava da una parte all’altra.

- PERCHÉ NON HO PORTATO LA MACCHINA FOTOGRAFICA!!!! -

- Addio vacanza… - borbottò in tono funereo Tom.

Harry si concesse un piccolo sorrisino.

 

 

 

*

 

 

- Potremmo parlare. Non lo facciamo mai - esordì Luigi con naturalezza estrema, posando una mano sul petto candido di Philius e sollevando il viso in modo da volgere verso di lui i suoi occhi color dell'oro.

Philius sfuggì il suo sguardo e il suo esame attento, spostando il suo interesse altrove, verso un punto indecifrabile della buia stanza illuminata fiocamente dal bagliore morente di una candela, la quale, affogata nelle sue stesse lacrime di cera, stava spegnendosi.

Luigi allungò le sue dita diafane verso il mento di Philius, girandolo verso di sè: - Non ti chiedo mica di raccontarmi la storia di tutta la tua esistenza... - gli rivolse un sorrisetto - Solo qualcosina -

Era un bisogno naturale dell'uomo conoscere il proprio simile, era impermeato di necessità spasmodica, la ricerca di quell'anima compatibile con la propria.

Che cosa Philius non voleva rivelare a Luigi? Che cosa Luigi non voleva ammettere a Philius?

 

Segreti, tutti appartenenti ad una rete incredibilmente complessa, fatta di inganni, verità e illusioni.

 

La camera da letto non era di certo il luogo più appropriato per discutere di tali problemi, ma lì si stava consumando la pantomima dei sentimenti, delle ammissioni e delle domande.

C'era da stupirsi che non era capitato prima.

Facevano sesso da giorni e notti, dividevano la stessa stanza, lo stesso letto, i medesimi orgasmi, eppure non avevano mai parlato.

Un rapporto puramente carnale, passionale, senza alcuno spazio per i sentimentalismi. Qualcosa di più simile ad una sfida, ad un duello, piuttosto che una relazione.

 

Era quello che volevano entrambi, dopotutto.

 

Però ultimamente qualcosa era cambiato. Impercettibilmente, ma qualcosa si era mossa.

Come se una piuma leggera avesse sfiorato i loro cuori, come se il desiderio di conoscere l'altro per portare il loro rapporto al livello successivo si fosse insinuato nelle loro menti.

 

Da dove derivava? Che cosa lo aveva causato?

 

A mente fredda Philius non sapeva la risposta, a mente lucida, Luigi la conosceva eccome.

Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che si erano sentiti così bene con qualcun altro, così da poter condividere qualcosa di speciale, di unico, di prezioso.

- Comincio io se vuoi - propose Luigi, notando l'ostinato mutismo dell'altro. Si alzò a sedere, appoggiandosi alla sponda del letto, spalla a spalla con Philius - Luigi De Pacis, sono preside della scuola di magia più importante e celeberrima d'Italia - lo guardò intensamente, divertito - Ebbene, che cosa ne deduci da questa piccola e semplice presentazione? -

Philius finse di pensarci su: - Uhm... da questa striminzita presentazione deduco due cose -

- Nome e professione? - scherzò Luigi.

- No - Philius gli rivolse un sorriso divertito - Deduco che sei poco originale e poco loquace -

Luigi lo guardò un attimo, sorpreso.

 

Quello... era un sorriso?

Un sorriso senza secondi fini, nè malizioso nè maligno, nè ghigno nè smorfia?

 

Era... un sorriso?

 

- Bè? Che hai? - domandò Philius.

Luigi abbassò un attimo lo sguardo, cercò con gli occhi la mano di Philius tra le lenzuola e la strinse. Poi sollevò lo sguardo, guardando Philius negli occhi, sorridendogli: - Continuo, non vorrei davvero che tu mi considerassi poco originale. Ho come l'impressione che le cose senza fantasia non ti piacciano molto e non vorrei davvero perdere interesse di fronte ai tuoi occhi - ammise.

Philius rimase spiazzato da quella replica e da quel bisogno di notizia e rassicurazione che trapelava da quelle parole.

C’era un significato nascosto, unno strato di nebulosa consapevolezza che il loro era un ricercarsi e relazionarsi l’un l’altro.

 

 

Gioco di maglie incrociate, di strati e strati di ragnatela preziosa.

Chi la spunterà?

 

 

Luigi gli rivolse un sorriso fermo: - Da dove vuoi che cominci? –

 

 

 

*

 

 

- Mia cara Minerva, a che cosa posso dare l’onore della tua visita? -

Minerva McGranitt ansimò pesantemente avvicinandosi alla scrivania di Albus Silente, il giornale ben stretto nelle mani, aveva corso dal suo ufficio fino a quello di Silente solo per essere la prima a portargli la notizia.

- Credo che tu debba leggere questo, Albus – disse tendendogli il giornale.

Albus lo prese: - Non è un po’ tardi per la ‘Gazzetta del Profeta’? –

- E’ l’edizione straordinaria, questa, Albus. Leggi che cosa l’ha resa straordinaria, tale da dove stampare anche la sera -

Albus Silente dispiegò il giornale, lesse brevemente l’articolo in prima pagina, aggrottò le sopracciglia a quelle notizie scritte in neretto, impaziente, Minerva prese la parla: - Credi che i due fatti siano collegati? L’attacco ad Hogwarts tra poco meno di una settimana e questo? –

- Di certo non è un caso – rispose Silente stancamente – Un colpo di stato in piena regola, ecco che sarebbe stato se fossero riusciti ad attaccare anche Hogwarts, sebbene questa non sia caduta nel futuro visto da Emilia. Hogwarts non era caduta al primo tentativo, ma questo non vuol dire che non cadrà per sempre. In ogni caso… se vuoi la mia opinione, Minerva, i due eventi sono collegati -

- Convoco l’ordine? -

- Dopo. Prima chiama Augustus Meyer. Prima ancora che la tempesta si scateni è meglio andare al ministero e risolvere la questione. Andrò io, ma nel frattempo fai venire Augustus qui -

- Credi che sia un buon sostituto? -

- Uno dei migliori alleati che abbiamo guadagnato in questa guerra. È la persona giusta, anche se momentaneamente è solamente il Ministro degli Sport Magici -

Silente si alzò, facendo apparire un pesante mantello, mentre Minerva annuiva e usciva dall’ufficio, un attimo prima di sparire, il preside lasciò il giornale sulla scrivania, ben dispiegato.

 

 

TRAGICO OMICIDIO DEL MINISTRO DELLA MAGIA RUFUS SCRIMGEOUR

Oggi, nel suo ufficio al Ministero della Magia, è stato trovato il cadavere senza vita di Rufus Scrimgeour. Si ignorano le cause della morte

 

 

 

*

 

 

 

- Che cosa ci fai qui? -

Harry sobbalzò, portandosi una mano al cuore: - Mi hai spaventato -

Edwin fece una smorfia irritata, richiuse il libro che teneva tra le mani, dipinto dall'artista del quadro con la copertina nero pece, si sporse dalla cornice: - Scusa se il tuo cuoricino da budino non regge la mia presenza! -

Harry non replicò in risposta, attirato dal paesaggio dipinto, quella biblioteca gli sembrava famigliare, come se lui stesso vi fosse stato una volta: - Posso farti una domanda indiscreta? -

Edwin sbuffò e sul viso perlaceo si disegnò un'espressione disperata: - I giovani d'oggi! - uscì dal quadro, una presenza fluttuante, incorporea, che però aveva mantenuto tutta l'autorevolezza che aveva espresso in vita, Harry notò che il libro che teneva in mano ora giaceva sulla poltrona dipinta.

Si riscosse dai suoi pensieri, rivolgendo tutta la sua attenzione ad Edwin.

- Che vuoi, giovane Godric? - domandò con una formula elegante, ma con tono sbrigativo. Non aveva avuto una buona giornata, a correre qua e là tra i quadri.

- Tu... Senti... dov'è questo luogo? - chiese Harry, indicando l'interno del salotto dipinto nel quadro.

Edwin gli rivolse un'occhiata annoiata: - Perchè lo vuoi sapere? -

- Mi sembra di averlo già visto... - riflettè ad alta voce Harry. Sì, quel camino scoppiettante, quella poltrona, quei scaffali nei quali i libri erano disposti in maniera maniacale, persino il tappeto e le tende gli ricordavano qualcosa. Chissà come mai il pittore aveva dipinto un 'unica finestra perennemente rigata di pioggia...

Edwin fece un ghignetto soddisfatto: - Davvero? E dove? -

Harry scosse la testa: - Non mi ricordo proprio... sai, a me piacciono molto più gli spazi aperti che quelli chiusi - si giustificò.

Edwin arrovesciò gli occhi, sbuffando.

- Che cosa ho detto? -

- Niente, niente - lasciò cadere l'argomento - Senti un po', Godric, che volevi? Sei venuto fin qui, quindi immagino che volessi entrare nel dormitorio... -

- Sì, per favore - rispose Harry sorridendo.

- La parola d'ordine? -

- Ehmm... mi sono dimenticato di chiederla a Tom... -

- Sei un caso perso, Potter. Per questa volta ti lascio passare, ma che non si ripeta - fece un cenno con la mano e il ritratto, con un debole 'clic' si desigillò, spostandosi e rivelando l'entrata del dormitorio di coloro che venivano definiti i 'Rinnegati Serpeverde'.

- Ehmmm... scusa, non è che sapresti se Draco è dentro? -

- E poi? Volevi anche una burrobirra? Non sono la tua stramaledetta civetta, Godric! -

Harry alzò le mani: - Ok, ok, scusa! -

- Comunque il biondino è dentro - borbottò di cattivo umore Edwin. Harry lo ringraziò ed entrò nel dormitorio.

Trovò Draco seduto su una poltrona di fronte al camino con libri e pergamene disposte tutte attorno.

- Ti disturbo? -

Draco si voltò verso Harry di scatto, sorpreso: - Harry? Che diavolo ci fai qui? - poi, come ricordandosi di qualcosa, chiude di scatto il libro che stava leggendo, un colpo di bacchetta e rigovernò tutto, disponendolo in un angolo.

Harry lo raggiunse e occhieggiò curioso il materiale di studio che Draco prima stava esaminando: - Che cos'era? -

- Compiti - rispose sbrigativamente Draco, posando il libro che prima sta leggendo di fianco, incastrato al bracciolo della poltrona - Allora?Che ci fai qui? Non dovresti essere... - 'a Parigi con quel mentecatto di Rice?' - in vacanza? -

- Silente ci ha richiamati indietro -

Draco lo guardò intensamente.

- Ok, ok, ti racconto tutto -

 

Strano, Draco sembrava cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto, al ballo, sembrava più... bello. Come se adesso curasse di più il suo aspetto fisico. Inoltre aveva negli occhi una scintilla particolare di vivacità, chissà che genere di compiti stava facendo, visto che lo avevano interessato così tanto.

 

- Che cosa c'è? - domandò Draco, sorpreso dagli occhi attenti di Harry che lo scandagliavano, per un attimo credette di essere stato scoperto quando Harry gli sorrise - Sei diverso -

Draco inarcò un sopracciglio: - In che senso? -

Harry scrollò le spalle, liquidando la questione, ma Draco insistette, ripetendo la sua domanda.

- Non so... sembri... più vivo, ecco. Lo so, è una replica sciocca la mia, però mi sembri diverso, ecco - 'Un po' più te stesso'

Draco gli rivolse un sorriso di sbieco: - Capito. Sai, da Natale le cose sono un po' cambiate per tutti immagino - si appoggiò allo schienale della poltrona, lasciando che il viso si palesasse ai giochi di luce del fuoco scoppiettante - Ho sentito Pansy ieri e a quanto pare si trova molto bene con i Weasley, temo che si trovi fin troppo bene con Ronald. Millicent è un fascio di nervi dal ballo, è più arcigna del solito, se ti immagini... Blaise è tutto pimpante, sembra uno scolaretto innamorato - scosse la testa - la tua amica Fata Turchina ha operato un bell'incantesimo su di lui. Lo ha stregato -

Harry strabuzzò gli occhi: - Altair? - domandò con voce rauca - Blaise si è... -

- ... preso una sbandata per lei, sì - completò Draco, si sporse verso Harry, curioso - Pensi che non abbia speranze, vero? -

- Oh no, no! - Harry cercò di immaginarsi Altair e Blaise...

- Dimmi la verità - ribadì Draco.

Harry sbuffò: - Come fai ad essere così petulante? -

Draco sorrise: - So sempre ottenere quello che voglio - 'O quasi. Non ti ho ancora ottenuto, purtroppo'

- Non saprei che dire di Altair... lei è... - Harry cercò una parola per descriverla - ... particolare. E'... fatta a modo suo, è del tutto indecifrabile - 'Ma è speciale'

- Ho capito, Blaise non ha speranze - concluse Draco - Per favore, dillo tu a Blaise, scommetto che a me non darebbe retta -

- Non ho detto questo! - ribattè Harry - Solo... non so esattamente che genere di ragazzo piaccia ad Altair, ecco -

- L'hai conosciuta in questo ultimo anno, vero? - domandò Draco a bruciapelo.

Harry sobbalzò, ma pensò che la risposta era abbastanza evidente anche se avesse negato tutto. La domanda di Draco era un'affermazione, nientemeno.

- Sì -

- Capito -

Trascorse un attimo di silenzio, interrotto da Harry: - Stavi dicendo prima? Sui cambiamenti dopo il ballo di Natale? -

- Ah sì, tutti siamo cambiati. Compreso te. E me. Anzi, a ben pensarci gli unici che sono rimasti loro stessi sono Vince e Greg, si abbuffano sempre nelle cucine e ormai non li vede più nessuno - Draco tornò serio - Tu stai con Rice, vero? Imprescindibilmente? -

Harry annuì: - Sì, è così -

- Beh, mi pare di aver perso tutte le mie speranze quindi... ci ho messo una pietra sopra. definitivamente - 'Quasi'

Harry non approfondì l'argomento, ma annuì solamente: - Immaginavo. Tu... sei forte Draco, non importa a cosa la gente dice di te. Tu sei forte, veramente forte. So che magari adesso sto usando un clichè ma... rimarremo amici, vero? -

Draco rise brevemente, tendendogli la mano: - Certo, Grifondoro dei miei stivali -

Harry sorrise, prendendogli quella mano che un tempo aveva disdegnato con sdegno. A contatto con la pelle di Harry, Draco represse un brivido.

- Adesso sarà tutto più facile - disse Draco a denti stretti. Più facile, certo, che perfetta bugia...

Lasciata la mano del biondo Harry si alzò: - Ti lascio ai tuoi interessanti studi, ci vediamo a cena. A proposito, hai ricevuto il mio regalo? -

- Certo. Bel pensiero, spero che ti sia piaciuto anche il mio -

Harry annuì: - Grazie a proposito. Ok, ora ti lascio veramente. A dopo! - e uscì dalla sala comune.

Appena uscito questi sospirò, sbattendo più volte le palpebre, scacciando un brutto pensiero. Come se qualcuno lo avvertisse che da ora in poi le cose non sarebbero state per niente facili... Scacciò violentemente quel pensiero, salutò Edwin, e tornò in sala comune.

 

 

Una volta solo Draco sospirò pesantemente, tirando fuori il libro accanto a sè. Diede una veloce occhiata alla pila ammonticchiata di appunti e volumi che aveva accatastato con la magia.

Poi aprì il libro che aveva in mano al capitolo che stava studiando.

- Mi spiace, ma nulla sarà più facile - sussurrò Draco.

 

"L'incantesimo destabilizzatore è uno dei più complessi esempi di magia nera. Il primo ad introdurlo fu Salazar Serpeverde e venne successivamente ripreso da Grindelwald nel 1945..."

 

 

 

*

 

 

Edwin si sedette sulla poltrona, posando il libro che stava leggendo prima che Potter lo disturbasse sul grembo.

- Sai, - iniziò, rilassandosi sulla poltrona, si rivolse al niente apparentemente, ma gli occhi perlacei erano rivolti al camino - avevi ragione. Non è sveglio. Tantomeno non è pronto. Dovremmo lavorarci un bel po' -

Dal camino la figura si voltò, in un fruscio di stoffa del mantello, gli occhi brillavano di divertimento mentre i neri capelli erano sciolti sulle sue spalle, morbidamente scompigliati, a darle un tocco di eleganza distratta in più.

Altair sorrise ad Edwin: - Entro qualche mese sarà pronto, fidati -

- Se lo dici tu... -

Altair tornò a fissare il fuoco e vi buttò un frammento di quella che pareva un pezzo di carta finissimo.

- Fidati, Edwin. Andrà tutto come abbiamo previsto - e i suoi occhi cambiarono colore.

 

 

*

 

 

FINE CINQUANTUNESIMO CAPITOLO

CONTINUA...

Mistress Lay

 

 

*

 

 

Noticina necessaria:

 (e non risponderò ad eventuali domande riguardante questa nota. Chi la legge saprà, a chi non la legge e mi fa qualche domanda a questo riguardo, non risponderò)

 

Come mi è stato detto l’indizio che ho dato al capitolo precedente per farvi capire chi fosse la prima figura ad apparire nel suddetto capitolo è troppo criptico. Beh, pazienza, lasciate stare, lo capirete chi è man mano che leggerete, e vi assicuro che non vi sarà sconosciuto (leggete più avanti, in fondo). Nemmeno per chi non ha letto bene tutta RdS.

Ribadisco inoltre che se volete capire meglio chi sia Philius, dovete anagrammare il nome ‘wnellter’, cambiando però la N in M. altro indizio che avevo già dato: il nome fa riferimento ad un libro di Terry Brooks.

Forse troverete molti punti insoluti, per ora, in RdS: mi dispiace ma per il momento è necessario, ma sappiate che tutto avrà una risposta, alla fine. Forse avete l’impressione che tutto sembra appartenere ‘ad un disegno più grande’ (cito Moony) ma non è solamente un’impressione, è la vera essenza della fic.

Vi risulterà magari un po’ difficile seguire bene gli indizi che metto, dal momento che non aggiorno molto frequentemente, scusate! >.<

Siamo ancora a metà, miei cari lettori, stringete i denti!

Se può rassicurarvi qualche giorno fa ho sistemato in schema gli ultimi punti che risultavano insoluti anche a me. beh, il ‘disegno’ è un po’ complicato, ma passo per passo ci arriveremo! XD

Oh, ma quanto sono orgogliosa di ‘Raggi di Speranza’! *.*

E di voi, ovviamente! ^//^

 

Purtroppo non riesco proprio a rispondere alle vostre recensioni per penuria di tempo, purtroppo la scuola si sta giocando ogni mio sano neurone che ancora è in mio possesso (tralasciamo che ne ho solo uno e non è per natura molto collaborativi… >.<

In ogni caso, vi ho risposto un po’ sommariamente prima, volevo inoltre conferire uno speciale premio a Potere ai Panda che è arrivata alla soluzione tanto agognata: ti spetta un pupazzo di Tom in versione Nonna Papera (che cooosa? NdTom) (Qua qua ndPupazzo) (Guarda, starnazza pure se gli premi la pancia! NdHarry) (Grrrr… verrà il giorno… ndTom )!  ^^

 

Un immenso bacione va però ad Alicesimone che ha scritto per il mio compleanno una shottina specialissima, che invito tutti a leggerla! XD Si tratta di una Missing Moment di RdS, la troverete nel suo account. (L’indirizzo è il seguente http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=169671)

Grazie tesoro! LOL

Comunque, se qualcuno volesse scrivere qualsiasi cosa su RdS, prego, non si faccia scrupoli, che mi rende solamente stra-felice! ^^

 

Mi dispiace non essere riuscita ad aggiornare prima, ma come sapete, sono impegnatissima in questo periodo, e dal momento che a causa del blocco dell’account le settimane scorse, ho perso l’unico periodo parzialmente scevro da impegni.

So che è difficile seguire questa fic, già di per se complicata, con la frequenza con cui la posto. Me ne dispiace ma non posso fare altrimenti.

Momentaneamente non riesco ad rispondere ad alcuna recensione poiché non sono al mio computer, ma sappiate che ringrazio ciascuno di voi, con il cuore e con affetto.

Grazie a chi legge, a chi recensisce soprattutto, grazie ai fedelissimi e ai nuovi arrivati (bentornata Sammy Malfoy!) e a coloro che mi sostengono (Moony, sei un mito!).

Il prossimo capitolo è prontissimo da settimane, ma per impegni non saprei proprio quando postarlo, in caso di ritardo, tranquilli, Moony da buon angelo qual è lo posterà per me, dal momento che gliel’ho spedito da un bel po’.

Stasera, comunque, sono su msn, quindi chi vuole, mi becca lì! XD

 

Altair è tornata, chissà che legame ha con Edwin – vi ho dato due begli indizi però, chi si ricorda qualcosa di questa fic si farà certe domande eheh -, Draco sembra nascondere qualcosa e Silente ha in mente qualcosa… senza contare che tornano gli Horcux.

Vi starete forse chiedendo perché ho tirato in ballo gli Horcrux… intanto sappiate che è stata una decisione un po’ sofferta, ma è stata presa per dare un tocco di semplicità alla trama. Penso che non ci sia nessuno che non abbia letto il sesto libro, quindi non ho messo alcun avvertimento di eventuali spoiler.

Altra precisazione: NON ci sarà alcun spoiler nei riguardi di HP7. lo ripeto a scanso di equivoci.

In ogni caso, per eventuali similitudini con il settimo libro, sappiate che ciò è venuto fuori dalla mia mente malata PRIMA dell’uscita del libro, e non DOPO (eh sì, c’è una cosa che RdS ha in comune con la fine ufficiale della saga di Harry Potter. Del tutto casuale, vorrei precisare).

Non allarmatevi, in ogni caso questa ‘cosa’ verrà fuori moooolto più avanti, e molto probabilmente in quel periodo avrete tutti letto una cinquantina di volte il vostro settimo libro (o anche meno, dipende da voi… io dopo la seconda lettura l’ho lasciato lì nello scaffale… >.<).

Altro chiarimento in materia del capitolo precedente, il personaggio descritto in primis a cui molti di voi hanno associato il nome di Silas de ‘Il codice da Vinci’… ebbene, NON è Silas, NON è albino, NON appartiene all’Opus Dei e soprattutto NON è il misterioso William.

Il misterioso personaggio è stato introdotto dalla sottoscritta nel capitolo XV, oltre ad essere stato ripreso più volte (particolare accento al cap XXI), quindi NON è un nuovo personaggio. La descrizione più completa probabilmente è quella del capitolo scorso, in ogni caso.

Vorrei inoltre mettervi una fastidiosa pulce nell’orecchio: il rosario che tiene tra le mani, deve PER FORZA essere cristiano?

Un’altra cosa, la parte in corsivo che ho scritto all’inizio del capitolo, è una citazione di me stessa, di una fic che non è stata pubblicata, ne troverete altre, andando avanti... eheh, sto cercando di farvi venite un po’ di curiosità… XD

 

Grazie a tutti coloro che hanno letto e soprattutto a coloro che hanno recensito!

Continuate così! ^//^

 

 

Commentate, vero?

Miss

 

  
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