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Autore: Nikki Potter    03/04/2013    2 recensioni
"E' successo qualcosa, Sherlock".
Rimase zitto in attesa di altro. Perchè aveva un brutto presentimento? Centrava forse Moran?
"Non so come dirtelo, ma tanto se non lo faccio io presto lo saprai dai giornali..." Mycroft sospirò di nuovo. "Si tratta di John".
Non si rese nemmeno conto di aver trattenuto il respiro. Allora aveva ragione, era successo qualcosa a John...
"L'ispettore Lestrade mi ha appena chiamato dal S. Mary Hospital...John è morto, Sherlock"
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"Vogliamo che lei torni in Afghanistan a servire il suo paese, ovviamente sotto una falsa identità" rivelò Patterson.
"E se rifiutassi?" domandò per curiosità più che altro.
"Non credo che abbia molta scelta visto che tutti la credono morto" aggiunse Patterson.
Gli ci volle qualche secondo per comprendere appieno quelle parole prima di esplodere in un rabbioso "COSA?!"
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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S&J8 8. CAOS: VIVERE O MORIRE

La vita dell'uomo è fatta di scelte.
Sì o No. Dentro o Fuori. Su o Giù.
E poi ci sono le scelte che contano.
Amare o Odiare. Essere un Eroe o essere un Codardo.
Combattere o Arrendersi. Vivere o Morire.
Vivere o Morire, questa è la scelta importante.
E non sempre dipende da noi.
(Derek Shepherd, Grey's Anatomy 6x24)

John tossì forte aprendo piano gli occhi. Lo scenario che gli si presentò davanti gli fece venire un attacco di nausea che si impose di bloccare. Calma, doveva ragionare. Sentiva ancora un ronzio nelle orecchie, dovuto al boato dell'esplosione.

La loro jeep era capottata e lo legava al sedile solo la cintura di sicurezza. Appoggiò una mano per terra mentre con l'altra sganciò la cintura di sicurezza e con un agile mossa si ritrovò coricato di pancia sulla capotte.

Gattonò verso Murray e gli mise una mano sul collo respirando sollevato. Sì, era vivo anche se privo di sensi.

"Oddio...ma che è successo?"

Rob, grazie a dio. "Stai bene?"

"John è scoppiata una bomba?" domandò Rob ancora confuso per il colpo preso.

"Come sta Ramsey?" chiese invece John.

"Si sta svegliando...ehi Michael, come ti senti?"

"Stordito" rispose semplicemente Ramsey.

Un gemito fece voltare John verso il tenente Charles Murray.

"Tenente..." proruppe John.

"Maggiore, credo che mi sia uscita la spalla sinistra" riferì Murray.

"Ok, sentite dobbiamo uscire dall'auto, non sappiamo se potrebbe esplodere" cercò di ragionare John.

Lì era il maggiore di grado, doveva coordinare lui tutto quanto.

Sganciò con attenzione Murray e notò infatti la spalla sinistra dislocata. Con i piedi spaccò il vetro della sua portiera che era bloccata e strisciò fuori graffiandosi le braccia con qualche scheggia. Poi girò intorno alla jeep, spalancò le altre tre portiere e aiutò Murray ad uscire senza tirargli più di tanto il braccio sinistro.

Una volta che furono usciti tutti notò Rob guardarlo a occhi aperti.

"Che c'è tenente?"

In situazione di emergenza tutti erano stati abituati a chiamarsi per grado.

"Hai tutto il viso sporco di sangue, maggiore" rispose Ramsey.

In effetti sentiva il fastidio provocato dal sangue secco sulle guance e sulla fronte, ma non ci aveva fatto più di tanto caso.

Guardò Murray. "Devo farti rientrare la spalla, ti avviso che sarà parecchio doloroso".

"Non importa, fa già un male cane" replicò Murray.

"Paxton tienilo fermo per l'addome" ordinò John e lo osservò stringere con entrambe le braccia la vita di Murray.

Gli prese il braccio e tirò con un colpo secco. Si sentì un rumore sinistro prima dell'urlo di Murray.

"Cazzo!"

"Ramsey portami la valigetta del pronto soccorso che c'era nella jeep...vedi se c'è ancora" John avvicinò il braccio al petto di Murray tenendolo piegato per alleviargli un minimo il dolore.

Dopo un paio di minuti Ramsey tornò con una valigetta bianca con sopra una croce rossa un po' sporca di terra.

John l'aprì e prese delle bende larghe per creare una fascia in modo che Murray potesse tenere il braccio piegato. Solo una volta completata la medicazione si guardò finalmente intorno.

Gli abitanti erano tutti chiusi in casa che li fissavano dalle finestre, gli occhi terrorizzati. Poco più in là c'era un'altra jeep che doveva aver rotolato un bel po' prima di fermarsi in piedi con le ruote a terra vicino a un bazar di spezie.

"Allontanatevi dall'auto. Paxton vieni con me, andiamo a vedere se qualcuno è ancora vivo" John iniziò a correre verso la jeep seguito dal compagno.

In mente aveva diverse ipotesi, i talebani, Al-Quaeda...

Aprì una portiera e guardò dentro. I due soldati davanti erano morti, avevano entrambi gli occhi aperti e vitrei. Merda.

"John, qui c'è Tom" disse Rob spostandosi per farlo passare.

John entrò dietro e notò Tom privo di sensi e mortalmente pallido. Toccò con le dita la giugulare e sentì un debole battito. Gli aprì la giacca e strappò la maglietta, ci aveva visto giusto.

"Merda!"

"John, cos'ha?" domandò Rob preoccupato.

"Aiutami a tirarlo fuori" John sganciò la cintura e con l'aiuto di Rob lo trascinò fuori coricandolo sulla strada sterrata.

"Cos'è?" Rob guardò terrorizzato il petto dell'amico che stava diventando violaceo in corrispondenza soprattutto del cuore.

"E' un tamponamento cardiaco, dobbiamo drenare il pericardio per alleviare la pressione o morirà. Presto, passami quel tubicino che c'è lì dentro" John si infilò dei guanti di lattice e afferrò un bisturi scartandolo e facendo una piccola incisione appena sotto il cuore.

Poi prese l'ago spinale da 18 dalle mani di Rob disinfettandolo con uno spray.

"Che vuoi fare?" Rob era chiaramente teso.

John sospirò. "Dovrò andare alla cieca, non ho un ecocardiografo".

"Se sbagli?" osò chiedere Rob.

"Se sbaglio gli buco il cuore e lo uccido" rispose John cercando di stare calmo e respirare a fondo.

Poi lo fece, infilò l'ago spinale nella ferita da lui stesso fatta e lo spinse in basso e verso la spalla, fino a quando non uscì il sangue che andò a riversarsi in una sacca attaccata all'altra estremità dell'ago. In contemporanea Tom aprì gli occhi di scatto probabilmente per il dolore.

"Sta fermo Tom, ho quasi finito, va tutto bene. Rob tienilo fermo per le spalle" ordinò John.

Rob obbedì mentre Tom cercava di trattenere gemiti di dolore.

"Tu non morirai Tom, non oggi. Devi tornare dalla tua fidanzata e dovete sposarvi, per cui scordatelo, chiaro?" disse John serio.

Tom annuì, gli occhi lucidi per il dolore.

*

"Generale abbiamo perso il cambio di guardia" esordì il capitano Cooper entrando di botto nell'ufficio di Richards.

"Che vuol dire che li avete persi?" Richards si alzò di scatto.

"I GPS delle tre jeep si sono spenti, non abbiamo più comunicazioni con loro...temo il peggio" rispose Cooper preoccupato.

"Rintracciateli, andate nel luogo in cui sono stati segnalati l'ultima volta, muovetevi!" ordinò Richards.

"Sì signore, agli ordini signore" Cooper fece il saluto militare prima di uscire dalla stanza in fretta e furia.

Richards fissò la lista dei nomi dei dieci soldati inviati e gli venne un colpo. Mycroft Holmes l'avrebbe fatto a pezzi, e stranamente lui aveva un certo timore nei confronti di quell'uomo.

Ti prego Watson, devi essere vivo!

*

"Holmes, è scoppiata una bomba!" esclamò il ministro della difesa entrando nel suo ufficio.

"Dove? Quanti morti ci sono?" domandò Mycroft agitato.

"Afghanistan, non sappiamo ancora nulla, solo che è un attentato rivendicato dai talebani" rispose il ministro sedendosi sulla sedia e prendendosi la testa tra le mani.

"Afghanistan dove?"

"Lashkar Gah" rispose il ministro con un sospiro.

Mycroft chiuse gli occhi.

Ti prego, John no...ti prego...

Se John era morto sapeva che sarebbe stata la fine anche di Sherlock. Suo fratello aveva già sofferto abbastanza, per la miseria.

Prese il numero di Richards che aveva sulla scrivania e lo compose, cercando di restare tranquillo, mentre il ministro lo fissava curioso.

"Pronto? Sono Mycroft Holmes, passami subito il Generale Richards...all'istante soldato!"

Ecco che aveva tradito la sua agitazione, maledizione!

"Richards finalmente, c'era anche John Watson?" domandò solo.

Alla risposta affermativa chiuse gli occhi lentamente per poi riaprirli.

"Sapete se è vivo? Appena lo sa mi chiami, è un ordine!"

Riattaccò il telefono sotto lo sguardo sbigottito del ministro.

"Presto sapremo qualcosa in più, ho chiamato il capo della base di Lashkar Gah. Dobbiamo solo aspettare, ministro" chiarì Mycroft teso come una corda di violino.

Quello annuì ancora leggermente confuso, ma aveva imparato che era del tutto inutile fare domande a Mycroft Holmes, per cui scelse il silenzio.

*

"Abbiamo trovato l'altra jeep, è completamente bruciata" disse Ramsey raggiungendoli con Murray.

"Che bastardi!" esclamò Rob incazzato.

"Come sta?" Murray indicò Tom.

"E' grave ma se vengono a ripescarci in fretta starà bene" rispose John serio.

In risposta quasi alle sue parole sentirono il rumore di motori che stavano venendo verso di loro.

John rilasciò un sospiro di sollievo gettando la testa all'indietro alla vista di tre jeep con i soccorsi.

*

Si sentiva nervoso, uno strano peso lo attanagliava da quando si era svegliato. Fissò la sveglia, erano le otto, un'ora e mezza che era sveglio. Si era fatto una doccia, si era cambiato d'abito e adesso stava leggendo il Telegraph, restando tuttavia teso.

La suoneria del cellulare lo avvertì dell'arrivo di un messaggio. Corrugò le sopracciglia, era Mycroft.

Vieni subito nel mio ufficio, è importante. MH

Sbuffò.

Non puoi venire tu qui? SH

Dopo alcuni secondi ricevette la risposta.

No. Sherlock è importante, davvero, vieni subito. MH

Fissò il messaggio confuso. Stava per rispondere quando Mrs Hudson entrò trafelata nel salotto accendendo la televisione sul canale della BBC News.

C'era l'edizone straordinaria del notiziario dove una giovane giornalista parlava velocemente, senza nemmeno respirare quasi.

"...alle sei e mezza ora locale di questa mattina, in Afghanistan, nella città di Lashkar Gah è successo questo terribile attentato che, come abbiamo già detto, ha portato alla morte cinque dei nostri dieci soldati coinvolti ferendone gravemente un sesto. Le uniche informazioni che ci sono giunte fanno pensare che l'attentato sia stato opera dei talebani che spacciano droga nella zona. L'ordigno non ha ucciso nessun civile. Per il momento non ci sono altre notizie, sapremo dirvi presto qualcosa in più sull'identità delle cinque vittime..."

Sherlock smise di ascoltare. John...oddio no!

"Sherlock" proruppe Mrs Hudson con gli occhi tremendamente lucidi.

Poi collegò il tutto ai messaggi di Mycroft, ma certo, lui lo sapeva...sapeva di certo qualcosa in più.

Si alzò in piedi, le mani tremanti.

"Vado da Mycroft, lui saprà qualcosa su John...la chiamo io, va bene?"

Mrs Hudson annuì. "Sta attento".

Sherlock prese di filato il cappotto e scese velocemente le scale spalancando la porta del 221B e piombando in strada. Stava per chiamare un taxi quando notò una macchina grigia fermarsi proprio davanti a lui. Era Lestrade.

"Salta su, andiamo da tuo fratello".

Sherlock obbedì facendogli un cenno di gratitudine e poi sfrecciarono tra le strade londinesi con tanto di sirena spiegata, perchè quella per loro era una vera emergenza.

ANGOLO AUTRICE
Povero il mio John, come l'ho bistrattato e fatto soffrire in questa ff, e dire che è il mio personaggio preferito. Beh pure con Sherlock non sono stata clemente, poveretto.
Beh spero che il capitolo vi sia piaciuto e invece di una canzone all'inizio stavolta ho optato per una frase tratta da uno dei miei telefilm preferiti, che secondo me si sposava bene con questo cap.
Ringrazio Roby22 che mi ha lasciato ben due recensioni (grazie mille per i complimenti!) e Alesherly (contentissima che la ff ti piaccia :)), e chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate.
Un bacio
Nikki Potter
  
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