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Autore: FairyJuls    04/04/2013    2 recensioni
Infine si rivolse a Percy, avvicinandosi a lui di qualche passo, -Ciao Percy. E' bello conoscerti.- il sorriso che rivolse a lui fu probabilmente il più radioso.
L'espressione di Percy non era delle più eroiche, aveva gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta;
Annabeth fu la prima a notare l'espressione da pesce lesso sul volto di Percy, trattenne una risata e lo affiancò dandogli una leggera gomitata.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con il capitolo nove.
Mi ripeto sempre dicendovi che vi ringrazio e spero che vi piaccia anche questo...
Aspetto sempre vostre recensioni per sapere come lo trovate...

Quindi...
BUONA LETTURA!!




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Era pomeriggio inoltrato quando Ginevra si svegliò.
Si ritrovò da sola nel letto matrimoniale che verso mezzogiorno aveva iniziato a condividere con Thom.
Si allarmò subito nel non vederlo steso, iniziò freneticamente ad osservarsi attorno fin che non lo notò in piedi di fronte alla finestra.
Con estremo silenzio la semidea si alzò e si diresse verso di lui, si fermò alle sue spalle e poggio delicatamente la fronte sulla sua schiena nuda.
-Ben svegliata dormigliona!- ridacchiò lui restando fermo in quella posizione.
-Non sei più arrabbiato con me perchè sono qui?- domandò lei con voce tremante,
lui scosse il capo, -Certo che sono arrabbiato perchè sei qui. Non voglio ancora che tu combatta. Ma almeno siamo riusciti a dormire insieme per un paio d'ore...- sorrise ancora muovendosi appena in avanti in modo che la fronte di lei si staccasse dalla sua schiena in modo da potersi girare;
-Sul tavolo ci sono Nettare ed Ambrosia.- asserì lui con un cenno del capo, -Ne avrai bisogno se hai intenzione di tornare la fuori.- Ginevra annuì ed alzò lo sguardo verso il volto di lui,
-Ne hai più bisogno te!- un sorriso e un gesto del capo ad indicare al semidio che è obbligato a mangiare accompagnarono la frase.
Si sedettero insieme al tavolo, e mentre lui ingeriva veloce ciò che vi era nel vassoio lei ne prese solo un sorso e un pezzetto di entrambi.
Rimasero in silenzio, ma se gli sguardi potessero parlare, ci sarebbe stato molto rumore...
 
Come normale che è, entrò Percy a rovinare il tutto.
-Ci stiamo preparando...- era palesemente rivolto alla sorella, ma salutò anche Thom con un cenno del capo e se ne andò richiudendo la porta.
Ginevra rivolse lo sguardo nuovamente sul volto del figlio di Atena che stava sbriciolando l'ultimo pezzetto di Ambrosia nel pugno,
la tensione si sentiva nell'aria. La semidea si alzò e posizionandosi alle spalle di lui gli posò le mani sulle spalle.
Chinò il capo in modo da avere le labbra affianco all'orecchio sinistro di lui,
-Tornerò! E' una promessa!- sussurrò, di rimando lui le rispose solo baciandole il dorso della mano destra che ancora giaceva sulla sua spalla.
Non aspettò risposta alcuna, ed uscì dalla porta lasciandolo solo.
 
Le camere, che fino a quel momento erano state affollate da semidei e cacciatrici in cerca di riposo e cibo erano ormai vuote, rimanevano solo i feriti gravi.
 
Percy era all'ingresso ad organizzare le truppe e quando Ginevra lo raggiunse le sorrise debolmente.
L'armata di Crono si sentiva scalpitare per le strade mentre si avvicinava a loro.
Ed ecco che arriva e la battaglia inizia.
Le due parti diventano un unico e grosso miscuglio di mostri e semidei.
Ginevra combatteva da una parte mentre Percy si scaraventa con l'aiuto di Grover e degli altri spiriti della natura contro Iperione.
All'arrivo della scrofa gigante e volante il Titano della Luce era già diventato un acero e la semidea intravide il fratello saltare in groppa a Blackjack e seguirla nel tentativo di distruggerla.
La battaglia infuriava, e mentre giungeva la sera, l'esercito nemico non sembrava affatto avere intenzione di ritirarsi.
Ginevra ed Annabeth, che dopo essersi bendata la spalla tornò a forza a combattere contro il volere di Percy,
si ritrovarono più e più volte spalla a spalla o schiena a schiena, erano eccezionali a combattere insieme, aiutandosi a vicenda;
sembrava quasi che i loro movimenti fossero tutt'uno con un balletto,
erano in perfetta sincronia; una ruotava a trecentosessanta gradi e l'altra che le stava dietro si abbassava in modo che la spada colpisse chiunque fosse a tiro attorno.
 
Continuarono a lottare senza tregua per tutta la sera, indietreggiando piano piano verso l'Empire State Building; finalmente arrivarono i rinforzi.
Chirone a capo di cinquecento Party Pony arrivò in aiuto dei suoi ragazzi.
Finalmente il nemico si ritirò!
Percy fece ritorno dopo che la scrofa diventò polvere.
S radunarono tutti davanti l'Empire State Building, i feriti ora venivano sistemati su delle brandine nell'ingresso del palazzo.
 
Annabeth, Chirone e Ginevra stavano parlando di quello che si sarebbero dovuti aspettare nelle prossime ore. E il quadro non era molto felice.
Quando Percy raggiunse il gruppetto sembrava leggermente stranito, si girò a guardare Annabeth,
-Come stai?- domandò con tono preoccupato per la sua ferita, lei gli sorrise e gli rispose di sentirsi bene.
Si guardarono tutti intorno, la situazione non era delle migliori, erano poche le persone ancora in grado di combattere e i Party Pony erano ormai tutti ubriachi.
-Mamma!- la voce scioccata di Percy fece girare tutti di scatto.
La macchina di Paul era ferma sulla carreggiata della strada, e dentro Paul e Sally erano addormentati.
-Mamma!- appena Ginevra riconobbe la macchina si precipitò dietro a Percy;
-Dobbiamo toglierli da qui! Finiranno in mezzo alla battaglia!- la voce di Percy era disperata, ma per fortuna Chirone salvò, ancora, la situazione.
Lui, assieme ad un'altro paio di centauri spostò la macchina in un vicolo in modo da allontanarla dalla strada.
 
Annabeth dette un leggera gomitata a Ginevra e le fece cenno con il capo verso una direzione.
Alcuni mezzosangue che si erano ripresi erano usciti dall'hotel dove avevano alloggiato il girono prima ed avevano raggiunto il gruppo.
E tra loro vi era Thom.
Ginevra corse verso di lui, lo sguardo preoccupato e la spada che tintinnava al suo fianco.
-Che ci fai qui?! Devi riposare.- asserì lei quasi inferocita dal vederlo li in quelle condizioni,
-Calmati, mi sono ripreso. I medici di Apollo hanno fatto un ottimo lavoro.- rispose lui abbozzando un sorriso,
-Hey, se ti preoccupi cosi potrei pensare che ti interesso.- ridacchiò lui.
-Tua madre mi ucciderebbe se ci provassi con te!- ribatté lei con un sorrisetto,
-E tuo padre ucciderebbe me... Ma combatterei anche contro un Dio se ne valesse la pena.- l'ultima parte della frase la sussurrò in modo che solo lei potesse sentirla, e a quelle parole Ginevra arrossì di botto.
Thom se ne accorse ma non disse null'altro, si diresse solo verso una delle brandine vuote all'entrata dell' Empire State Building.
 
Non si poteva avere un momento di tregua, in quel momento un elicottero entrò il raggio d'azione dell'incantesimo di Morfeo,
e dopo che il pilota si fu addormentato l'elicottero minacciò di schiantarsi a terra.
Si svolse tutto molto velocemente, e Ginevra rimase scioccata, alla fine, nel vedere che Annabeth aveva pilotato l'elicottero fino a terra, salvando un'amica di Percy.
 
Ginevra corse veloce verso l'amica mentre il fratello aiutò l'altra ragazza a scendere dall'abitacolo dell'eliveivolo.
-Wow, Annabeth, sei stata fortissima!- la tenne su mentre la bionda rischiò di svenire ma riuscì a riprendersi.
Percy presentò Rachel alla sorella e poi insieme all'amica si allontanò per parlare.
Ginevra fissò Annabeth, capendo a prima vista che odiava a morte quella ragazza.
Quando Percy tornò da loro stava farfugliando qualcosa sul fatto che non era lui l'eroe, su un dragone e sui figli di Ares.
 
Il ruggito di un Dragone rimbombò tra i palazzi, tutti si girarono a guardare da dove provenisse.
Ed ecco che il Dragone comparve davanti ai loro occhi.
 
 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°


TO BE CONTINUED...

   
 
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