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Autore: meiousetsuna    04/04/2013    8 recensioni
Questa raccolta si è classificata seconda nel contest: Smorfia e Cabala, di Giacopinzia, sul forum di EFP.
Nove one-shot racconteranno i diversi rapporti tra Damon ed un altro personaggio, differente in ogni storia; le difficoltà come le relative risoluzioni, o la resa di fronte all’impossibilità di una tregua.
Amicizia, amore, odio, gelosia…sentimenti forti e contrastanti che si agitano nella mente e nel cuore del vampiro dagli occhi di ghiaccio.
I “partner” previsti, sono Stefan, Jeremy, Liz, Elena, Katherine, Alaric, Rebekah, Elijah, Klaus… ma qualcuno potrebbe ancora cambiare e provvederei ad aggiornare questo specchietto.
I singoli rating andranno da verde ad arancione, ma vale la stesso avvertimento!
Buona lettura, spero che vi fermiate in molti… baci, la vostra Setsuna
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Damon/Katherine
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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pugnal

Un ringraziamento a annaterra, Bloodstream, elyforgotten, fanny_rimes,Fefy_07, Iansom, LeLiNa, margheritanikolaevna, NanaBiancaTVD; e come sempre grazie a chi ha preferito, seguito o ricordato!

Per annaterra: È la volta di Katherine, e visto che è la tua seconda preferita... buon divertimento! Spero non ti deluda!

Pairing: Damon/Katherine  Rating: Arancione  Genere: Drammatico  Avvertimenti: Lime

Titolo: con un puñal, con besos y contigo (con un pugnale, dei baci e con te)

Katherine sollevò pochi centimetri di gonna, scoprendo le caviglie: sempre più di quello che una vera signora potesse ardire, ma non tanto da creare uno scandalo se qualche cameriera avesse riferito tutto al suo ospite, quel burbero Signor Salvatore che l’aveva accolta nella sua casa senza sospettare nulla.
Chissà cosa avrebbe detto se avesse visto suo figlio maggiore, in ginocchio per terra, allacciarle più strettamente le scarpette da ballo interrompendosi  spesso per accarezzarle con un dito il retro dei polpacci fasciati di seta, godendosi il contatto con il tulle delle sottovesti bordate di pizzo.
Le stesse che proprio quella  notte sperava di strapparle di dosso, sentendola ridere divertita della sua foga, della sua inesperienza, della sua passione, con quel suono argentino ma privo di anima che offuscava ogni capacità di giudizio nei suoi confronti.
Prima si sarebbe fatta supplicare, guardandolo come un bambino che vuole partecipare ad un gioco da adulti, poi l’avrebbe ammesso nel suo letto, tra quelle lenzuola che profumavano di limone, di zenzero e di sesso.


Terminato di infilare il nastro nell’ultimo passante, Damon si chinò a darle un bacio sul collo del piede, rialzandosi con agilità per porgerle il braccio, fiero di stare per fare il suo ingresso nel salone dei ricevimenti con lei.
“Ci deve essere un equivoco”. La voce della fanciulla era diventata tagliente come un diamante.
“È Stefan che mi accompagnerà alla festa, non l’avevo detto?”
“Ma Katherine…” Un sopracciglio sollevato con riprovazione fu assolutamente sufficiente a bloccarlo.
Miss Katherine”. Il bruno tremava leggermente per tutte quelle continue, piccole umiliazioni che gli infliggeva, anche se non poteva negare che era proprio quello che lo faceva impazzire così tanto: lei era bellissima, seducente e lo dominava completamente.
“Bene, vedo che un po’ di buone maniere le conoscete; ho deciso così dall’inizio e non vedo perché avrei dovuto giustificarmi, io faccio solo quello che voglio. Ma vi penserò tutto il tempo quando potrò ballare senza incidenti visto che le scarpe mi stanno così comode”.


Il ragazzo rimase senza parole, impietrito nel corridoio mentre con un fruscio lieve lei si allontanava; non ci provò nemmeno a girarsi tanto lo sapeva che non c’era niente da fare, l’aveva lasciato solo e mortificato e non si sarebbe privata di quel sottile e cattivo piacere.
Più tardi  Katherine si muoveva leggiadra tra le braccia del suo cavaliere, sbirciando di sottecchi da sopra la sua spalla: l’abitudine a tenere tutto sotto controllo non la abbandonava mai, quando li vide; Damon stava danzando con una ragazza veramente graziosa, con boccoli dorati e occhi verde lago, drappeggiata in un abito rosa antico che le donava moltissimo.
Sembrava genuinamente interessato alla sua dama e lei pareva sul punto di scoppiare di gioia, anzi, non si sarebbe stupita se da un momento all’altro quell’oca provinciale avesse cominciato a starnazzare per tutta la stanza.
Certamente lo stava facendo solo per sfidarla, dandole più soddisfazione che se l’avesse semplicemente ignorata ritirandosi dopo cena, ma non poteva fargliela passare liscia doveva essere chiaro chi comandava.
‘Attento, stai giocando col fuoco’.


Damon si accostò al tavolo dei liquori, posando un calice vuoto per prenderne un altro… il quinto, il sesto? Non era sicuro di contarli più molto bene, quando suo fratello si unì inaspettatamente a lui, con l’aria di chi volesse chiedere scusa.
“Non dire niente Stefan, d’accordo? È libera di scegliere, alla fine”.
Il minore evitò di guardarlo direttamente mentre gli rispondeva.
“Comunque aveva un po’ di mal di testa per il caldo e ha voluto che la accompagnassi in giardino, è li che ti aspetta, vorrebbe dirti una cosa”.
Damon lo fissò stupito: il comportamento di Stefan era molto strano, un momento era pazzo di Katherine anche lui, poco dopo nel dirgli che lei ci aveva ripensato era assolutamente freddo, come se si trattasse di una sciocchezza che potevano benissimo gestire insieme.
Senza aggiungere altro, lo ringraziò con un cenno del capo, uscendo quasi di corsa nel cortile, dirigendosi subito verso la zona in fondo al giardino dove sapeva che a lei piaceva andare a nascondersi.


La vide subito, in fondo, il fresco della sera che non la disturbava le permetteva di stare all’aperto senza coprire le spalle incorniciate dal vestito bianco, qualche ricciolo discioltosi dall’acconciatura che lambiva il seno pieno.
Senza dire niente lo prese per mano, portandolo oltre il cancelletto laterale della tenuta verso l’inizio del boschetto che la fiancheggiava, fermandosi sotto la luce della luna; un sottile rivolo rosso cupo brillò nell’angolo delle labbra di rubino, come se il loro stesso colore fosse sgocciolato fino al mento.
Si era nutrita. Era normale, lo sapeva, era quello che attendeva anche lui quando finalmente l’avesse trasformato; però ogni volta sentiva un nodo allo stomaco che cercava disperatamente di convincerlo a rifiutare quella cosa così sbagliata quando lei lo obbligava a baciarla con ancora in bocca il sangue delle sue vittime.
Ma la sua forza di volontà era fermissima a questo proposito.
Lei lo spinse con la schiena contro un albero, accarezzandogli il petto, per poi insinuargli la lingua tra le labbra passandogli quel sapore di vita e morte.
La vampira abbandonò finalmente quella farsa del ‘voi’.
“Ti piace, vero?”


Damon non riuscì a risponderle perché nello stesso momento in cui inghiottiva con difficoltà la saliva dal gusto ferroso Katherine gli aveva appoggiato una mano tra le gambe facendolo sussultare, cominciando a strofinare la sua virilità con movimenti decisi, sbottonandogli i pantaloni, tirando fuori la camicia per arrivare a stringerla mentre continuava a solleticarla con il pollice.
“Mi hai tradita, Damon, proprio di fronte ai miei occhi”.
“Non è vero Katherine! Stavo solo ballando… certo volevo farti ingelosire, io…”
“Hai fatto davvero molto male; ma ho provveduto a mettere tutto a posto”.
La vampira si inginocchiò davanti a lui avvicinando la bocca alla sua erezione, raggiungendola col suo fiato caldo, fermandosi appena prima di quel contatto.
“Dopo. Adesso c’è qualcosa che devi vedere”.
Il giovane si girò lentamente colto dal presagio che quello che lo aspettava non poteva essere niente di buono; quella macchia rosa in mezzo agli alberi, poco distante da loro non lasciava dubbi di sorta.


La sua dama di poco prima giaceva riversa a terra in una pozza di sangue ma respirava ancora, a singhiozzi, visto che un polmone era bucato da un coltello conficcato nel busto fino a metà lama e la gola era squarciata dal lato sinistro in modo impressionante.
“Cosa hai fatto”. Non era neanche una domanda, la voce era quella di Damon, ma sembrava a lui stesso che provenisse da un’altra persona, da qualcuno che era capace di sentire orrore mentre era ancora eccitato per la vicinanza di quell’assassina; un piccolo assaggio di ciò che sarebbe diventato.
“Finiscila, dalle il colpo di grazia, non potrebbe mai sopravvivere sta solo agonizzando… non vuoi che smetta di soffrire?”
Katherine lo fissava aspettando tranquillamente la sua decisione.
Damon si avvicinò titubante alla ragazza, che ormai aveva la bocca piena di schiuma rossastra e senza poter ricacciare indietro lacrime di disprezzo per sé stesso e di pietà per la sua sfortunata amica, crollò vicino a lei chiudendo entrambe le mani sull’elsa del pugnale, poi con un colpo secco andò a fondo, provocando la sua fine istantanea.
Quando si rialzò guardò Katherine in modo diverso, un modo che a lei non piaceva.
“Seppelliscila e dimentica questo dettaglio”. Le pupille oscure catturarono quelle del giovane, facendole dilatare. “E torna a vedermi come hai fatto finora: la donna per la quale sarai felice di morire”.

  
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