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Autore: effe_95    05/04/2013    5 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

31.Perse la voce.

 

Claudia sollevò le palpebre con una difficoltà immane, avrebbe voluto dormire almeno altre dieci ore, ma chissà perché, i suoi occhi avevano deciso di aprirsi proprio in quel preciso momento. Focalizzò con fatica il soffitto bianco sopra la sua testa, l’armadio azzurro davanti al letto, la scrivania poco lontana con sopra una confusione terribile e i suoi vestiti ripiegati con cura su una sedia. Claudia si alzò di scatto trattenendo le coperte a se, ma ricadde goffamente sul letto, sembrava non avere un briciolo di forza nelle gambe.
La porta si aprì lentamente proprio in quel momento, Yulian si affacciò nella stanza con un sorriso ironico dipinto sul volto, indossava una tuta grigia e una maglietta nera a mezze maniche, con i capelli più ribelli del solito.
<< Lo sai che ore sono? >> Le chiese, mentre Claudia si nascondeva tra le lenzuola in quel letto che sembrava aver combattuto la Prima Guerra Mondiale e scuoteva la testa.
<< E’ l’una passata моя любовь >> Moya lyubov’… Amore mio … Claudia spalancò la bocca e guardò il fidanzato con aria scioccata.
<< Cavolo! Nicola mi ucciderà! >> Sbottò lei con una voce rochissima, Yulian ridacchiò ma rimase fermo sulla soglia della porta, come se avesse paura di oltrepassarla.
<< Non preoccuparti, Iliana ti ha coperto. Ha detto che avresti dormito con lei da una vostra amica, mentre in realtà tu facevi le cosacce con me e lei stava con Francesco, è chiaro?>> Claudia diventò più rossa di un pomodoro quando sentì quella parola pronunciata anche con evidenza, gli tirò addosso il cuscino colpendolo proprio sulla faccia.
Yulian le lanciò uno sguardo di sfida e la raggiunse con due balzi,  saltandole addosso e rifacendola cadere sul letto aggrovigliata in tutte le coperte.
<< Come stai? >> Le chiese giocherellando con una ciocca dei suoi capelli, praticamente Yulian la stava schiacciando sotto il suo peso, questa sensazione Claudia se la ricordava benissimo, l’aveva provata tutta la notte.
<< Secondo te? >> Chiese con la voce strozzata, Yulian ridacchiò e le lasciò un bacio tra il collo e il mento, mentre la pelle di Claudia scottava rievocando tutti i baci che aveva avuto li quella notte.
<< Male? >> Le chiese lui, Claudia sollevò un sopracciglio e Yulian fece giusto in tempo a rialzarsi prima che lei lo strozzasse con le sue mani.
<< Perché dovrei stare male scusa? >> Chiese contrariata, per tutta risposta Yulian si portò una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere.
<< Ti ho preparato la “ colazione”, anche se a quest’ora … Il bagno è libero, adesso alzati che devo cambiare le lenzuola >> Ordinò il russo invitandola con un gesto della mano, Claudia gli fece la linguaccia e rimase ostinata su quel letto.
<< Perché dovrei alzarmi? >> Yulian le indicò semplicemente le lenzuola, Claudia arrossì.
<< Lasciale lavare a me! >> Sbottò agitatissima e imbarazzata più che mai, Yulian le si avvicinò ancora per lasciarle un bacio su una guancia e appoggiare la sua fronte su quella di Claudia, come amava fare praticamente da sempre.
<< нет моя любовь, tanto infilo tutto in lavatrice, non devi vergognarti!>> Net, moya lyubov … No, amore mio … Detto questo Yulian le rubò tutto lasciandola con addosso solo un piumino lasciandola con un palmo di naso, come faceva a dire certe cose con una naturalezza così?
 Claudia di alzò con una fatica immensa e corse nel bagno dove si fece una doccia calda che durò una vita, una vita dove ricordò ogni minimo particolare di quella notte, non sapeva definire con un nome quello che aveva provato, era tutto strano, ricordava le mani di Yulian su ogni centimetro della sua pelle.
Una volta che si fu vestita e asciugata lanciò uno sguardo allo specchio, si sentiva diversa, forse erano gli occhi, o forse la pelle, decise di lasciar perdere e corse in cucina perché aveva un buco allo stomaco.
Yulian aveva apparecchiato la tavola per entrambi e aveva cucinato per un reggimento intero, Claudia guardò il tutto con aria scioccata.
<< Ma tu non hai ancora mangiato? >> Chiese raggiungendolo in cucina, Yulian si asciugò le mani con lo strofinaccio e guardò la tavola imbandita.
<< нет, infatti sto morendo di fame. >> Net … no …
<< Cos’hai preparato? >> Domandò Claudia sedendosi a tavola, era davvero troppo affamata per aspettarlo o per pensare alle buone maniere, non mangiava dal pranzo del giorno prima.
<< омлет и qualcos’altro >> Omlet i … Frittata e … Quel qualcos’altro mandò Claudia in completa confusione, ma alla fine mangiò tutto quello che c’era senza fiatare, quando ebbero finito si misero a fare con calma la cucina, spruzzandosi ogni tanto un po’ di acqua e sapone.
<< Non ti avevo mai visto mangiare così tanto >> Commentò Yulian, mentre asciugava diligentemente i piatti, Claudia lo guardò di traverso e continuò a lavare.
<< Colpa tua, hai prosciugato tutte le mie forze >> Disse acida esagerando nell’uso delle parole, infatti Yulian le scoppiò a ridere in faccia, l’abbracciò da dietro e le morsicchiò l’orecchio destro, Claudia si accorse con piacere che adesso era diventato molto più facile stare tra le braccia di Yulian senza agitarsi.
<< Sono stato proprio bene lo sai? Diciamo che era la prima volta un po’ anche per me, spero di essermi comportato bene.  Спасибо >> Spasibo … Grazie … Claudia rabbrividì e la lingua le si fece improvvisamente secca, come se non riuscisse più a trovare le parole adatte.
<< Perché mi ringrazi? Non potevo sperare di meglio, mi hai trattato con riguardo e hai cercato di farmi il meno male possibile, quindi … Спасибо моя любовь, è così che si dice?>>
Spasibo moya lyubov … Grazie amore mio … Per tutta risposta Yulian la baciò facendo aderire il suo corpo a quello di lei, così Claudia scivolò leggermente all’indietro e sprofondò con tutte le braccia nell’acqua e sapone dei piatti, mentre Yulian non se ne accorgeva nemmeno.
<< да, право >> Da, pravo … Si, giusto …
 
 Nicola ritornò esattamente alle otto di sera, i corsi all’università erano finiti un po’ prima e ne aveva approfittato per rincasare subito e starsene un po’ nel caldo della sua casetta, tanto quella sera non doveva nemmeno lavorare.
Entrò in casa convinto di non trovarvi nessuno, invece Claudia era rincasata e se ne stava in cucina a preparare una cena almeno un po’ decente, la rossa sbucciava delle patate e contemporaneamente controllava il contenuto di una pentola che emanava un odore gradevole. Nicola la guardò contraendo le sopracciglia, da quando avevano avuto quella discussione non si rivolgevano più la parola così spesso, anche perché negli occhi dell’uno e dell’altra c’era sempre una domanda d’accusa.
<< Ciao >> Borbottò il castano sedendosi sullo sgabello alto accanto al muretto e prendendo tra le mani un giornale, probabilmente vecchio di qualche settimana.
<< Ah sei tornato? La mamma non c’è stasera, aveva il turno di notte all’ospedale >> Disse Claudia sempre concentratissima a pelare le patate senza tagliarsi un dito intero, non voleva di certo andare a far visita alla madre in quel modo.
<< Si, lo sapevo, lei e quei benedetti pazienti >> Si lamentò Nicola contraendo le sopracciglia, Claudia lasciò stare per un momento le patate e notò che il fratello aveva davvero un’aria stanca e afflitta.
<< Sei stanco? >> Gli chiese allora, anche se la domanda era veramente troppo scontata Claudia l’aveva fatta per fare un po’ di conversazione e arrivare al vero motivo di quella chiacchierata a metà.
<< Un po’, a te com’è andata da quella tua amica? Cos’hai fatto? Sembri più bella >> Commentò distrattamente Nicola, girando un’altra pagina di quel giornale che leggeva quasi per gioco, Claudia lasciò cadere la patata che stringeva tra le mani sul lavello e si portò le mani umide sulla faccia, bagnandosi.
<< Tu dici? A me non sembra proprio >> Commentò lei arrossendo, ma per fortuna Nicola non la stava guardando, per questo motivo il castano lasciò cadere il discorso senza curarsene troppo.
<< Ascolta Nicola, hai poi parlato con papà? >> Disse infine Claudia e finalmente il ragazzo lasciò cadere il giornale sul muretto e guardò la sorella con gli occhi che gli fiammeggiavano, Claudia si era preparata a sorreggere quello sguardo così arrabbiato, per questo continuò a reggerlo anche mentre raccoglieva le bucce e le gettava nel cestino della spazzatura accanto ai suoi piedi.
<< Non ho nessuna intenzione di farlo! E spero con tutto il cuore che anche tu abbia smesso di vederlo >> Rispose acido e come a voler chiudere quel discorso sconveniente, si alzò per lasciare la stanza, ma Claudia lo trattenne con le parole.
<< Io non l’ho visto in questi giorni, ma non ho intenzione di chiudergli la porta in faccia come fai tu, sei un codardo Nicola! >> Il ragazzo alzò una mano come se volesse colpirla, ma poi la riabbassò rosso in viso.
<< Va al diavolo cretina! Non sai niente e non capisci niente! >> Gridò, e se ne andò sbattendo nuovamente la porta, Claudia sospirò rumorosamente e si maledì per aver reagito ancora una volta in quel modo così rabbioso, con Nicola bisognava usare la calma e la ragione, lei lo sapeva perché lo conosceva, solo che non riusciva a controllarsi, perché quel benedetto ragazzo le faceva perdere davvero la testa.
Spense sotto il fuoco e salì in camera sua per finire di fare la versione di greco, tradusse giusto tre righi quando le arrivò un messaggio, afferrò il cellulare con aria distratta e lo aprì.
“ Che stai facendo nanerottola? “ Ridacchiò spontaneamente a quella parola, subito, fin dalla prima volta Yulian l’aveva chiamata in quel modo.
“ Sto facendo una bella versione di greco, tu? “ La risposta non tardò ad arrivare.
“ Sto cercando di preparare una bella tesina per l’esame, ma il mio cervello stasera gravita altrove “ Claudia ridacchiò di nuovo e lanciò uno sguardo afflitto alla versione del quale aveva tradotto sei righi su venticinque.
“ Male! Concentrati e studia, ci vediamo domani a scuola va bene? “
“ Va bene Мой капитан! Domani pomeriggio però vieni a studiare da me, мама и папа tornano domani sera, quindi puoi trattenerti tutto il pomeriggio … “ Moy Capitan … Mio capitano … Mama i papa … Mamma e Papà …
Claudia arrossì terribilmente, quei puntini sospensivi la mandavano nel pallone e poi lei non sapeva leggere i caratteri cirillici, quindi si arrangiò cercando di capire il necessario.
“ Va bene, poi vediamo, ti amo” Rispose frettolosa e poi spense il cellulare, così se Yulian rispondeva lei l’avrebbe letto dopo, quel messaggio, quando si era calmata o semplicemente quando le veniva voglia, raccolse tutta la concentrazione di cui era capace e tornò alla versione che finì dopo un’oretta, poi scese giù e apparecchiò la tavola per due, ma mangiò da sola, perché Nicola non volle scendere.
 
Luna si passò una mano dietro il collo e sospirò, era davvero distrutta e voleva solamente dormire, ma il turno si prometteva lungo e faticoso, ultimamente c’era stata un’affluenza esagerata in ospedale e come medico aveva lavorato tantissimo.
Qualcuno bussò timidamente alla porta e Luna si ricompose velocemente, immaginando un’altra urgenza improvvisa, ma era solamente una sua collega.
<< Luna, c’è un uomo che ti cerca >> Disse l’amica affacciandosi nella stanza solo con la testa, Luna annuì con gli occhi stanchi.
<< Grazie Marzia, digli che arrivo subito >> Rispose sciogliendosi i capelli e rifacendosi con classe una bella coda di cavallo, imprigionando i suoi capelli rosso fuoco in un elastico strangolatore. Marzia lasciò la stanza e Luna la seguì poco dopo con aria distratta, sicuramente era il parente di qualche paziente che voleva entrare anche se non era assolutamente orario di visita, ma quando Luna entrò nella reception rimase ferma immobile su posto e il sorriso le morì sul volto.
<< Ciao Luna >> Disse l’uomo, con il suo sorriso triste e gli occhi spenti.
<< A- Andrea >> Sussurrò lei e poi perse la voce.  




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Effe_95

Buona sera a tutti.
Scusate se ho postato in ritardo, ma le vacanze di  Pasqua sono finite ed è ricominciata la scuola, la settimana prossima ho tre compiti in classe e sono veramente molto, ma molto avvilita :S
Passando al capitolo, spero che vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate se vi va.
Adesso scappo, a presto.
  
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