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Autore: Masayume Pachirisu    06/04/2013    3 recensioni
I loro sguardi si incrociarono.
Entrambi con il fiato corto, le guance rosse e gli occhi liquidi per il piacere appena provato.
La mano destra di Yong Guk finì sul collo di Zelo, tirandolo verso di sé, facendo scontrare così le loro labbra arrossate e gonfie per i troppi baci.
Il piacere li riprese nuovamente e i ruoli tra loro cambiarono, così che Zelo si ritrovò tra quelle coperte.
E Dio se ci stava dannatamente bene tra tutti quei Tigro stampati in mille pose diverse. Accaldato ed eccitato, lo fissava con trepidazione, aspettando che l'altro lo toccasse nuovamente e lo facesse sentire vivo...
Tema: Amori, tradimenti, band e musica. -Attenzione Crack Paring-
Principali: B.A.P (tutti) - SHINee (Onew - Taemin - Key - Jonghyun) - Infinite (Sungjong - Hoya)
Secondari: EXO (Baekhyun - Chanyeol - Kai - Kyongsoo) - Teen Top (?) - Yong Nam
Meteore: f(x)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era assolutamente assurdo come un ragazzo come lui potesse suonare la batteria in quella maniera! Dove trovava la forza se lo erano chiesti in tanti, ma nessuno aveva osato mai chiederglielo. 
Non per paura naturalmente, ma per vergogna. 
Si, Sungjong metteva in soggezione chiuque si trovasse davanti. Sarà stata colpa del suo faccino da gattino innamorato, per il suo corpo esile, per la sua somiglianza ad una ragazza, o per la sua voce leggera, disarmante. La colpa poteva essere anche di tutte queste cose messe assimene, nessuno riusciva a capirlo, ma allo stesso tempo nessuno riusciva a sottrarsi dai suoi sguardi pieni di adorazione. 
Sungjong era fatto così, sempre sorridente, sempre con il volto pieno di vita, sempre perfetto in qualsiasi occasione, sopratutto quando era giovedì sera e poteva posare il suo sedere sullo sgabello della sua batteria. 
Nessuno poteva toccarla a parte i componenti della sua band, anche se a volte avevano rischiato anche loro la vita.

La sua Julia, così l'aveva chiamata. 
Quella batteria era stata un regalo di sua madre e lui l'aveva chiamata proprio come lei. 
Non poteva fare a meno di adorare quei pezzi che insieme creavano la sua musica. 
Grancassa, rullante, tom, charleston, senza di loro non era nulla. Senza la sua Julia lui era un semplice ragazzo sfigato senza grinta ne voglia di vivere, perché quella musica che sprigionava battendo sul suo strumento, riusciva a tirare fuori anche quel coraggio che gli era sempre mancato per poter vivere insieme agli altri. 
Eppure a vederlo nessuno ci avrebbe mai creduto, tranne i suoi amici di band che ormai lo conoscevano meglio di chiunque altro, forse meglio della sua stessa mamma.

SungJong si era presentato quattro anni e mezzo prima alla porta di Bang Yong Guk, il creatore degli Humanoids, oltre che il suo più grande ostacolo. 
Con le bacchette tra le mani e una fifa assurda, si era presentato a quel ragazzo dai capelli all'epoca neri con varie treccine africane. 
Gli aveva detto di essere un batterista, che voleva essere messo alla prova perché voleva assolutamente suonare con lui. Yong Guk non aveva esitato nemmeno per un istante e lo aveva seguito a casa sua per sentire un pezzo a caso.
Ne rimase affascinato.
Se poco prima Sungjong pareva un ragazzino imbarazzato, terrorizzato dalla risposta di Bang, mentre suonava pareva tutt'altra persona. Sembrava un ragazzo con coraggio da vendere, con lo sguardo perso in un mondo tutto suo fatto solo di ritmiche sempre diverse ma allo stesso tempo equilibrate. 
Sungjong stava vivendo grazie alla sua batteria e Yong Guk si rivedeva in lui con la sua Secret. 

Da quel giorno gli Humanoids si formarono del tutto come quattro membri. 
Da li Sungjong aveva iniziato a far parte di quella band strampalata quando adorabile. Quattro ragazzi completamente diversi ma uniti da un unico destino: la musica.
Ormai Sungjong non tremava più davanti alle persone. 
Non aveva più paura di mostrarsi, anzi, era il più spigliato di tutti e quando era nei paraggi non potevi fare a meno di essere felice. 
Tutti tranne Kibum naturalmente, che da quando lo aveva conosciuto, si era subito ritrovato messo da parte dai suoi hyung, che sembrava preferissero il sorrisino del maknae piuttosto che il suo sguardo da micio. 
Il maknae dal canto suo aveva cercato più volte di avvicinarsi al moro, con scarsi risultati a dire il vero. Ogni tanto riusciva ad avere qualche risposta più lunga di un misero "ciao...", "tutto bene", "ok...". 
Questo però non aveva di certo preoccupato il dolce Sungjong, che ogni volta gli riservava il solito sorrisino. 
Kibum doveva ammetterlo, Sungjong era adorabile, ma allo stesso tempo non poteva sopportare le sue mani addosso a Yung Guk. 

-Ya! Sungjong batti meno sui piatti per favore!- gridò Jonghyun una volta sceso dal palco, mentre si asciugava il sudore con un asciugamano blu rubato a Taemin. 
-Veramente sto facendo pianissimo...- rispose l'altro ritirando le bacchette nella sua sacca.
-Si certo... ma se tremavano anche le pareti?- continuò il vocalist del gruppo andandosi a sedere al solito tavolo che occupavano dopo le prove.

Jinki li raggiunse con un vassoio con sopra quattro birre, anche se Sungjong e Taemin non avrebbe potuto berne nemmeno una goccia visto che erano entrambi minorenni. 
Ma ormai era inutile protestare o dirgli di non bere, quelli non li avrebbero ascoltati. 
Tutti recuperarono la propria chiara, dicendo poi cosa avrebbero voluto mangiare al proprietario del locale, che dopo un dolce sorriso si avviò verso il bancone, lasciandoli riposare per quelle due ore che li dividevano dal loro ennesimo live in quel locale. 
Non erano preoccupati questo era certo, sentivano solo l'adrenalina crescere lentamente dentro di loro insieme al passare dei minuti. 
Era naturale alla fine! 
Un live era sempre un live, anche dopo venti volte che sali sullo stesso palco, la gente potrà essere sempre la stessa, ma la carica che ti mettono ogni volta che gridano, che ballano, che si fanno in quattro per ricevere una tua occhiata - nonostante siano solo una misera band squattrinata - li metteva nella condizione di sentirsi grandi, di sentirsi famosi, di avere come si suol dire - un pò di caghetta - ma giusto poca. 
Sungjong sospirò leggermente stiracchiandosi. 
Si levò l'elastico rosa che gli teneva ben saldi i capelli in una piccola coda di cavallo. La chioma scura gli arrivava alle spalle e il ciuffo gli nascondeva metà faccia, ma anche così non perdava di certo il suo fascino androgino, anzi, forse lo aumentava!

-Sungjong ma il parrucchiere sai cos'è?- chiese Jonghyun come al solito per infastidire il suo batterista.

Adorava prendersi gioco del maknae, ed essendo il più grande poteva anche permetterselo! 

-E tu quando hai intenzione di smettere di essere un nano hyung?- lo rimbeccò l'altro sistemandosi il ciuffo e dandosi una scrollatina al resto dei capelli. Ci avrebbe pensato dopo a dargli una forma migliore.
-E' che sono cresciuto da altre parti... Sai non si può avere tutto nella vita...- rispose il vocalist con malizia.

Certo quell'uscita poteva evitarsela, sopratutto in quel momento che Kibum si era avvicinato con le varie tovagliette in una mano e le posate nell'altra. 
Per poco non inciampò in qualcosa di invisibile e non piombò addosso a Yong Guk, che prontamente afferrò il suo polso, costringendolo a stare in equilibrio.

-Tutto bene Key? Mi sembri un pò stanco...- disse Jonghyun senza capire lo strano comportamento del barista.

Il minore annuì velocemente, apparecchiando la tavola con un pò di distrazione, dando due coltelli a Taemin e due forchette a Sungjong... e no, non l'aveva fatto apposta!
Se ne andò di fretta senza nemmeno accorgersi dell'errore, così i ragazzi si passarono la posata mancante chiedendosi che cos'avesse Key. 
Forse stava lavorando troppo o forse aveva la testa tra le nuvole, o magari entrambe le cose. Di certo non avrebbero potuto mai pensare che sì, Kibum era tra le nuvole, ma non c'era di certo da solo! 

-Yong Guk mi aiuti a sistemarmi i capelli?- chiese Sungjong al chitarrista che senza aspettare un secondo di più si alzò annuendo, avviandosi verso i bagni.

Taemin e Jonghyung si guardarono distrattamente, come chi sa esattamente cosa sta succedendendo, ma fa finta di nulla. 
Jinki alzò lo sguardo verso i due che erano allontanati, sorridendo tra sè e sè mentre Kibum guardò con odio il corpo di Sungjong, sperando che i suoi occhi si tramutassero in un laser per farlo in mille pezzettini.

-La smetti di essere geloso?- disse Jinki dandogli una lieve spinta.
-Non sono geloso hyung!!- rispose l'altro con un tono un pò troppo acuto.
-Sembrava che lo volessi sbranare...- 
-Solo perchè Yong Guk è mio...-
-E' tuo?!- domandò senza capire Jonghyun, che nel frattempo si era avvicinato.

Il cuore del povero Kibum iniziò a pompare troppo forte, quasi iniziò a fargli male. 
Che cosa ci faceva lui lì? 
E cazzo, lo aveva anche sentito dire quella frase pressochè stupida e da bambino! 
Cercò di calmarsi. 
Sorrise ironicamente negando, sperando che l'altro si dimenticasse della sua frase, ma Jonghyun non era poi così avanti e non perse la sua espressione perplessa.

-Ma si sto scherzando...- rispose finalmente Kibum, cercando di trovare la forza di non arrossire. 
-A ok, sai... Sungjong è abbastanza geloso delle sue cose... non so se mi spiego..- rivelò il vocalist facendogli l'occhiolino unito ad un sorriso mortale.

E Kibum lo guardò allontanarsi fissandogli le spalle larghe, la linea della schina era messa in risalto da quella maglietta nera aderente che si posava sulla cintura dei suoi pantaloni neri un pò strappati sulle cosce e anche sul retro. 
Non capì più un accidenti appena posò lo sguardo sulla vita stretta del vocalist e quel sedere che a parere suo era la fine del mondo!

-Smettila di sbavare..- lo ammonì sotto voce Jinki.

Perché alla fine solo lui lo conosceva bene. 
  
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