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Autore: kannuki    06/04/2013    1 recensioni
Ogni cura ha la sua controindicazione.
“Lo resusciti per litigarci meglio? Voi donne siete geniali.”
“Tu mi aiuti a fare questa cosa ed io ti faccio tornare vampiro."
Klaus socchiuse le palpebre e il viso si compose in uno di quei sorrisetti irritanti e accondiscendi che Bonnie detestava tanto. “Mi piacciono le streghe mercenarie. Hanno sempre un prezzo che non puoi permetterti.”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bonnie, Bennett, Caroline, Forbes, Elena, Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Una buona azione non vuol dire nulla!”

Il dito di Caroline tagliò l'aria due volte, rimarcando la chiusura della faccenda. Aver salvato la vita della strega non implicava uno sconto sulla pena. Klaus pensò che poteva conviverci serenamente e sorrise della sua irritazione.

Bonnie ignorò il battibecco, gli occhi fissi sui cartoni animati che scorrevano in streaming sul mini tablet di Klaus ed Elena passò il braccio sulle sue spalle, sussurrando a fior di labbra. “Vuoi tornare a casa?”

Fra poco.”

Prima doveva finire il tramezzino, aggiornarsi su American Dad e solo dopo sarebbe tornata a casa, pensò mordicchiando il pane con gli incisivi e sorridendo ad una battuta sarcastica dell'alieno Roger.

Elena la sbirciò, preoccupata. Un'esperienza di morte ti lasciava senza forze, confusa e piena di domande. Bonnie, invece, era distaccata. Come se non fosse accaduto a lei. Le stropicciò la spalla, tornando in cucina a preparare un secondo tramezzino. Caroline la seguì: il suo viso aveva la stessa tonalità di un tizzone ardente del camino. Sbuffò, si appoggiò al tavolo della cucina e batté le mani sui fianchi. Elena sorrise con un angolo della bocca, svitò il barattolo della maionese e 'caricò' il panino di Bonnie. Il primo era stato più sbriciolato che mangiato... forse sarebbe andata meglio, col secondo.

Dobbiamo restare qui ancora per molto?”

Finché non avrà finito di vedere la puntata.”

E non può vederla a casa sua?”

Un sopracciglio inarcato fu il solo commento di Elena mentre impilava i tramezzini. Caroline sbuffò e colpì una seconda volta le cosce.

***

Nell'attesa dell'arrivo delle ragazze, Klaus aveva gironzolato attorno alla strega, studiando la sua pericolosa immobilità. Era certo che, da lì a dieci minuti, avrebbe aperto i rubinetti, prendendo coscienza dell'accaduto e non aveva alcuna intenzione di asciugare lacrime o udire ulteriori piagnistei. Ad essere onesti, Bonnie non aveva mosso un dito per irritarlo. Aveva ascoltato la sua spiegazione con rassegnazione bovina e mentre Elena era sgusciata come un ninja nell'abitazione, Caroline aveva scatenato il putiferio.

Klaus si sedette sul divano gemello, sbirciando la strega che seguiva le vicende con un risolino tenue sulle labbra. Non era un riso forzato, pensò incuriosito dall'assenza di reazioni che accompagnano sempre una rinascita. Tamburellò le dita sul bracciolo piatto e cambiò seduta, accomodandosi vicino alla ragazza e allungando il braccio dietro la sua testa. Bonnie si insaccò un po' e girò il tablet per permettergli una visione migliore.

Il pesce” borbottò con la mano davanti la bocca e un labbro fra i denti.

Il pesce” ripeté cauto, preparandosi allo scoppio di lacrime e disperazione.

Klaus Heissler!” Bonnie incrociò il suo sguardo e tutto il suo viso espresse ilarità. “Klaus Heissler!”

Il vampiro scosse la testa e sospirò platealmente, riprendendosi il tablet. La strega mugolò di disappunto. “Lo stavo vedendo... dai, non è ancora finita!” esclamò allungando prima il braccio e poi tutta se stessa per raggiungere l'Ipad.

Sono stato fin troppo paziente con te” dichiarò tenendolo ben fuori dalla sua portata e proteggendosi con la spalla opposta. “Non credi sia ora di tornare a casa?”

Il broncio di Bonnie si distese piano piano. Raddrizzò la schiena e si afflosciò sulle ginocchia. “Mi hai fatto perdere il finale” mugolò lanciandogli uno sguardo colpevolizzante che non lo scalfì di un millimetro.

Klaus sorrise come a dire che 'così andava la vita' e si spostò di due centimetri verso il divano vuoto. “E portati via le tue amiche, sono stanco anche di loro.”

Elena entrò nella stanza in quell'istante, si fermò con il piatto in mano e una pila di tramezzini dentro e lo guardò, seccata. “Raccogli le tue cose” ordinò a Bonnie con un tono che non ammetteva repliche. La strega si affrettò ad obbedire e appena le due ragazze fuori fuori, Klaus sospirò di piacere, allungandosi sul divano di nuovo tutto per se. “Sii un amore, porta qui quel piatto” ordinò a Caroline che si fermò a metà di un passo.

La vampira guardò la catasta di tramezzini e subito dopo il vampiro. Sollevò il piatto e lo lasciò cadere a terra, omaggiandolo di un sorriso di scherno e odio.

Klaus sospirò e portò le braccia dietro la testa. Rebekah avrebbe avuto parecchio da pulire, l'indomani mattina...

Una settimana dopo, Giovedì

Cos'era? Un invito di compleanno?

Ti faccio mordere da mio fratello vampiro, se non vieni!”

Era stata fin troppo a contatto con Klaus per sopportare una minaccia del genere. Bonnie sventolò debolmente l'invito e annuì, infilandolo fra le pagine del quaderno. “Verrò” promise a Rebekah, guardando la data del diario. Martedì. Il martedì era il giorno della fidanzata. Dalle 17 alle 19. Quella seccatura avrebbe mai avuto termine?

Abbiamo già messo il nome sul biglietto. Non cercare di squagliartela all'ultimo!”

Di solito detestava quel piglio da sergente maggiore in Caroline, ma stavolta si trovò ad invidiarla. Aveva metaforicamente sputato in faccia a Klaus tutte le volte che l'aveva incontrato, ma letteralmente si era limitata ad una. “Contatemi nel regalo.”

Caroline sbarrò il suo nome nella lista del quaderno e si allontanò con una piroetta. Avercelo, il suo spirito di ripresa.

Il racconto che le avevano fatto era stato sufficientemente macabro da toglierle la voglia di praticare la magia. Soprattutto il pezzo della terra dei capelli!, pensò con un brivido. A sentire Klaus proveniva direttamente dalla bara di Jeremy...

Sei in ritardo.”

Bonnie sospirò per calmare i battiti improvvisi del cuore e girò un'occhiataccia al vampiro, apparso dal nulla. “Non la perdi, l'abitudine.”

Non si fanno aspettare le persone anziane. Ha ottantotto anni” rispose amabilmente, sorridendo tanto che Bonnie desiderò piantargli un paletto nel cuore. “Avevo un buon motivo!”

Che motivo?”

Lo sguardo si fece torvo e Bonnie lo distaccò di un passo. “Lo vedrai.”

*/*

Nik mi ha detto che il suo primo marito è morto in guerra... ho fatto una ricerca e ho trovato questa”

Non era il marito e non chiamarmi Nik, non siamo amici” sussurrò il nominato a bassa voce e Bonnie fece 'ssh' fra i denti, linciandolo con lo sguardo. “E' una foto del battaglione. Lo riconosce?”

Devo mettere gli occhiali, cara...” mormorò con voce tremolante. La vecchietta afferrò la cornice e l'alzò verso la luce. “Il mio Jim...” sussurrò commossa “guarda com'era bello in divisa...”

Molto bello” ammise non distinguendolo dagli altri. La vecchia donna le afferrò la mano e la strinse forte. “Mi hai reso felice, cara... tanto felice...” singhiozzò asciugandogli gli occhi in un fazzoletto pescato dal golfino. “Brava ragazza... brava...”

*/*

Non dovresti far provare certe emozioni alle signore anziane, se ci resta secca è colpa tua.”

Non accetto suggerimenti da te.”

Le hai portato la foto dell'amante ucciso da un comunista!” esclamò fermandosi in mezzo alla strada.

Bonnie lo ignorò spostando i sacchetti da una mano all'altra. “Regalo di ringraziamento.”

Lo ringraziava di cosa? I loro rapporti erano ben più tesi di prima e quelle ore di finzione, Bonnie le sopportava a malapena. Klaus guardò la busta di carta, anonima e opaca, spezzò il sigillo e tastò qualcosa di delicato e setoso. “Non credo sia della mia misura...” sussurrò ammirando la sottovestina “... e non credo sia destinata a me.”

Bonnie avvampò. Aveva confuso le buste! “Quello è per il fidanzato del mercoledì e venerdì” mormorò imbarazzata, scambiando i pacchetti.

Un custodia per il tablet? Bonnie aveva un affaire amoroso? Da quando? “Grazie.”

Rebekah sta preparando la festa di compleanno a casa vostra” disse sbirciandolo di sottecchi. “Te ne vai fuori dai piedi, vero?”

Non resterei neppure pagato” confermò con un sorriso placido. “Metti quello, sotto il vestito?”

Non so ancora cosa indosserò” brontolò, arrossendo. “E' la festa di Rebekah, non la mia.”

Bonnie non festeggiava come gli altri, se ne stava buona in un angolo a sorseggiare ponce e ballava solo con le sue amiche, rendendo impossibile ai ragazzi avvicinarla. Klaus la guardò, inclinando la testa. “Tu metti quello, metti un vestito ed io ti farò divertire” sussurrò girandole casualmente intorno.

Divertire... come?! Prima rendeva evidente che non voleva averla fra i piedi e poi faceva lo scemo con lei? “Hai sbagliato ragazza. Quella che cerchi è bionda, esile e ti odia a morte” dichiarò, soave, anche se la promessa scompigliava il sangue. Bonnie si sforzò di stare buona e regolarizzare il battito del cuore. Succedeva, dopo un'esperienza di morte come quella che aveva vissuto. L'istinto le diceva di fare le cose più stupide e insensate per dimostrare al mondo di essere viva, perciò aveva indossato la gonna per due giorni di fila. Bastava e avanzava, no? Non si sarebbe divertita con Klaus. La sola idea provocava una strana reazione fisica che la metteva a disagio.

Come si può impedire ad una goccia d'acqua di asciugarsi?"

Bonnie lo guardò, interrogativa. Klaus sorrise, facendo un passo indietro. “Non vale se cerchi su Google.”

Sabato

Mezzanotte e mezza. Bonnie si guardò intorno, nascosta nel suo angolino. Elena, in tiro da far paura, era piantata in mezzo al salotto a ballare con Damon, Caroline stava facendo fuori il barile di birra e Rebekah era nel mezzo di una scommessa di qualche genere. Bonnie posò la bottiglietta semi vuota di birra sul caminetto e si accorse che i divani di pelle erano scomparsi. Mica scemo. Li aveva fatti sparire. Con tutte le sue amiche occupate, poteva filarsela all'inglese...

Come impediamo alla goccia di asciugarsi?”

Il soffio caldo dietro la nuca la fece rabbrividire. Bonnie trattenne il respiro e si bloccò. “Tu non sei stato invitato...”

Mi sono imbucato” mormorò restando alle sue spalle a bearsi del battito impazzito del cuore. “Bel vestito.”

Grazie.”

Sono qui da più tempo di quel che credi e ti ho osservato. Quella birra sarà diventata calda, ormai. Ancora in lutto per il fidanzato?” Una minuscola contrazione delle ciglia di Bonnie e Klaus capì d'aver detto qualcosa di troppo.

Non voglio avere altri problemi con Caroline...”

Caroline? Klaus la guardò, incuriosito. La vampira non la smetteva con le prove di forza: aveva sfidato tutta la squadra di football e in quel momento, era impegnata in un braccio di ferro contro il quaterbak che aveva preso il posto di Tyler. “In che modo Caroline dovrebbe essere un problema?”

Diventerà un mio problema se non la smetti di girarmi intorno.”

Non giro intorno, sono proprio dietro a te. Fermo.”

Non importa quanto lei ti odi. Sei suo, per partito preso e possesso carnale.”

Gli piaceva come suonava l'ultima parte. “Tu parli sempre una lingua deliziosa, gattina...”

Niente 'gattine' con me. Niente 'cuoricini', niente 'dolcezze'” sibilò col cuore in gola. “Patti, favori, transazioni di denaro... non c'è altro fra noi.”

Ho solo detto che hai un bel vestito” mormorò pacato, sgusciando di fronte a lei.

Bonnie lo guardò negli occhi, tenendo il punto fino all'inesorabile conclusione. “Come impediamo alla goccia di asciugarsi?”

La gettiamo in mare. Se non ti lasci un po' andare, non resterà più niente di te” soffiò scrutandola dall'alto in basso.

Bonnie sentì un pugnale che penetrava fra le scapole e girava piano. “Io lo amavo e non sono stato in grado di proteggerlo” sussurrò sentendo un peso dentro svanire col suo sfogo. “Non sono... non ho...”

... fatto nulla per aiutarlo? Ci hai provato, hai quasi perso la vita per lui. Non ti basta?”

Bonnie risucchiò le labbra, sentendosi di nuovo debole e inutile. “Ho aiutato te...”

Ho nove vite come i gatti.” Klaus fece spallucce e le porse la mano. “Vieni, ti mostro un dipinto.”

*/*

Era bello, pensò guardando la donna ritratta seduta di fronte al fuoco. Il busto a tre quarti e le guance luminose trasmettevano una tristezza rischiarata dalla speranza. Bonnie si avvicinò, mordendo l'interno delle labbra. Più la guardava, più le veniva voglia di toccarla. “Vuole uscire dal quadro” mormorò sfiorando la superficie asciutta.

Da quell'idea anche a me” ammise, restando alle sue spalle e scostando una ciocca di capelli dal collo.

Bonnie chiuse gli occhi quando la baciò. Inclinò il collo e seguì la carezza delicata delle sua labbra. Klaus la voltò verso di se, infilando le mani sotto i capelli e accarezzandola tanto dolcemente che Bonnie si sentì in trappola e di colpo le mancò l'aria.

Davvero un bel vestito...” bisbigliò sfiorandole le labbra con le proprie. Klaus la baciò e Bonnie senti distintamente che qualcuno, dentro di lei, le faceva lo sgambetto. “Ma che fai...” rantolò abbassando la testa. Il cuore era andato. Batteva, non batteva. Batteva troppo forte, poi sembrava spegnersi e riprendere più forte di prima.

Doveva girarci intorno, non poteva andare dritto al punto. Bonnie era celebrale, al contrario di Caroline. Doveva stuzzicarle la mente, non solo il corpo. Klaus la spinse contro la scrivania e la sollevò, guadagnando punti in altezza. L'afferrò sotto le ginocchia e la tirò duramente verso di se. Il piacere si irradiò in ogni angolo del corpo e Bonnie singhiozzò, inclinando la schiena per sfuggire al vampiro. Non poteva muovere il bacino e il vestito si era sollevato tanto da mostrare il bordino scuro delle mutandine. Afferrò l'orlo e lo tirò giù, sorda al richiamo del corpo. Klaus la lasciò fare, beandosi della sua timidezza. Non udiva alcuna preghierina protettiva uscire dalla sue labbra e la cosa si faceva interessante. La sua pelle era serica, liscia sotto le dita, pensò passando i polpastrelli sulla coscia scoperta che si ricoprì di pelle d'oca. Bonnie ansimò, tenendo bene stretto il tessuto. Essere a stecchetto da un po', non giustificava quell'esplosione di sensi incontrollati. Però... le sue... le sue mani sotto... il vestito...

Dimmi cosa vuoi.”

Bonnie trasalì internamente e lo guardò, spaventata a morte.

***

Era timida anche dietro una porta chiusa. Klaus si deliziò delle sue carezze tremanti, delle richieste appena accennate e ne approfittò a piene mani, prendendo tutto quello che poteva e concedendole libertà assoluta. Era una salita difficile, ma non per questo scoraggiante. Era stata sofferta, sudata, rimandata e negata. Soddisfarla sarebbe stata una sfida: Bonnie rifiutava di lasciarsi andare e premere troppo sarebbe stato poco raffinato. In fondo avevano tutta la notte, pensò prendendola alla larga, circumnavigandola affinché cedesse le armi, messa alle strette dal desiderio. Si infilò fra le sue gambe e la baciò. Mentre era distratta dalle sensazioni piacevoli, Bonnie si ritrovò presa e immobilizzata. Ansimò e il vampiro si fermò, studiando attentamente le emozioni che le passavano sul viso. “Sei mia...” sussurrò accarezzandola e posando la fronte contro la sua. “Lasciami entrare...” bisbigliò insinuante, muovendo appena il bacino. Si mosse di colpo e Bonnie urlò. Lo fece una seconda volta e le unghie penetrarono nelle braccia. Le richieste cambiarono di nuovo e il vampiro fu lieto di trovarsi d'accordo con la strega, per una volta.


  
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