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Autore: Ino chan    29/10/2007    8 recensioni
....Professor Lupin?
Erano passati solo due anno da quando in quello stesso scompartimento Harry Potter aveva poggiato lo sguardo sulla figura addormentata di Remus John Lupin.
Sorrise, passandosi una mano sul viso.Era normale che quella figura accoccolata contro il vetro del finestrino avesse innescato nella sua memoria una violenta sensazione di deja-vu.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Came back to the hell'
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Le labbra sottili di Severus Piton si mossero un paio di volte in cerca di una risposta coerente da dare, ma non a quella forma contorta che percepiva ancora alle sue spalle, ma al suo cervello, a sé stesso. Mosse le labbra mentre la sua mentre cercava una logica a quell’incubo che sembrava essere un parto della sua mente. Perché lui non poteva essere vivo! Non poteva!
-Colley!-
-Ho sempre amato questo nome, forse perché amavo la persona che lo portava. Volevo diventare come lui, essere lui…Non lo so…Ormai, non credo abbia più importanza. -
Piton volse lentamente il capo. La figura curva di John  Edward Colley aveva ripreso a trascinarsi per il corridoio silente. Quella voce non poteva essere un parto della sua fantasia. Non poteva essere perché questo avrebbe significato che era pazzo, che quel gran cervello di cui si era sempre vantato era andato in brodo. Scosse il capo lanciando un’occhiata torva alla foto.
 
-Allora è vero che l’erba cattiva non muore mai!-
 
 ***
 
-È forte quel Colley vero? Cioè non abbiamo fatto un gran che, ma è stata una lezione fantastica. -
 Era questo più o meno il pensiero che animava gli studenti dopo la lezione fra i pipistrelli di Colley. Era stato semplicemente un grande a farli spaventare tanto per poi dirgli che non avevano nulla da temere, che nonostante l’aspetto quei pipistrelloni erano facili da addomesticare. Persino qualcuno dei Serpeverde, e questo si che era un vero miracolo!, dicevano che in fondo quello storpio, sicuramente Tassorosso, non era affatto da buttare via.
 Solo Harry non sembrava conquistato dal carisma di Colley. Solo Harry si chiedeva che cosa nascondessero in realtà quelle piaghe.
Sfogliando il vecchio album di famiglia donatogli da Hagrid alla fine del primo anno, Harry James Potter non poteva fare a meno di notare quando quel volto deforme somigliasse a un altro, allegro a pieno di vita. Dio, gli assomigliava, l’età era più o meno quella, così come il colore degli occhi e dei capelli, senza contare la sua voce.
 -Come fai a ricordare la voce di tuo padre?- chiese Hermione alzando appena gli occhi dal tomo di Aritmanzia che teneva sotto i gomiti- Eri piccolissimo quando…-
 -Ti ricordi le lezioni anti-dissennatore con Lupin?- rispose il ragazzo massaggiandosi il mento pensieroso, rispondendo con un cenno del capo al saluto di Ron che si era appena seduto al loro tavolo - Quando il molliccio-dissennatore si avvicinava troppo io rivivevo la morte di mia madre, te l’ho detto no?-
 Hermione annuì leggermente assestando una gomitata a Ron, facendogli segno di ascoltare con un gesto nervoso della mano e di lasciare perdere le gelatine.
 -Una volta però, ho sentito la voce di mio padre. L’ho sentito gridare a mia madre di scappare. La sua voce è uguale a quella di Colley.-
 Ron fece per parlare, ma Harry lo zitti con un gesto della testa- Ricordate quando Hagrid ha detto che il cadavere di mio padre non è mai stato trovato? Che forse Voldemort lo aveva fatto saltare in aria? E se si fosse salvato? Vedete com’è ridotto, forse…Mi credete pazzo vero?-
 Ron scosse dolcemente il capo mentre Hermione si allungava verso la mano dell’amico e la stringeva fra le sue- No… Non lo faremmo mai.- lo rassicurò- Ascolta se hai questa sensazione seguila, cerca di parlargli. Al massimo, se ti sei sbagliato, avrei intavolato una bella amicizia con una persona molto interessante.-
 -Dici?-

 
***
 
-Proffessor Colley!-
 
Colley si volse lentamente rispondendo con un sorriso stentato al ragazzo che l’aveva raggiunto in mezzo al corridoio -Harry Potter.- mormorò facendo peso sul bastone da passeggio che usava per camminare - Che posso fare per te?- socchiuse un attimo gli occhi- A parte salvarti la vita.-
 
-Come?-
 
Harry si sentì spingere contro il muro, pochi secondi dopo, da un angolo del corridoio sbucò la professoressa Umbridge inseguita da una seggiola demonizzata che cercava di addentarle il posteriore. -Oh grande Merlino…- sillabò Harry mentre John scoppiava in una sonora risata che lo fece voltare nella sua direzione- Professore?- L’uomo rispose al suo sguardo indicandosi leggermente il petto, dando risposta hai sospetti del ragazzo che esplose in un - Non ci credo è stato lei!-
 
-Così quella vecchia megera impara a farsi i fatti suoi! Come ti sei fatto quelle ferite? Chi è stato a fartele?  Chi era il tuo medimago al St.Mungo? E che palle!-
Harry continuava a fissarlo con gli occhi sgranati: quell’uomo era un grande! Intanto che la Umbridge veniva salvata da un riluttante Silente, che chissà come mai stava guardando verso Colley e Harry con una luce di puro divertimento negli occhi, Harry  si ritrovò a pensare che molto probabilmente anche suo padre si sarebbe comportato in quel modo…Chissà forse lo era davvero. Basta, doveva sapere, prese il coraggio a due mani e
 –Professore posso farle una domanda?-
John si aprì in un sorriso birichino mentre poggiava una mano sulla spalla del grifondoro e gli faceva segno di seguirlo, sussurrando che non si deve mai rimanere troppo a lungo sulla scena del delitto.-…Sono stato torturato da qualcuno che conosci benissimo.- disse quando furono abbastanza lontani, togliendo le castagne dal fuoco al sedicenne chge cercava un modo per soddisfare la sua curiosità senza correre il rischio di essere inseguito da una poltrona demonizzata.
 -Lord Voldemort?-
 -Conosci qualcun altro in grado di procurare simili ferite e non concedere alla fine il lusso alla sua vittima di morire in pace?-
 Harry non rispose. La risposta era troppo ovvia per meritare di essere espressa in parole.
 -Mi ha reso deforme, mi ha portato via l’amore della mia vita e il mio bambino… E non mi ha concesso di crepare. Mi disse: Vivi…Vivi a lungo, guarda come il mondo cade nelle mie mani.-
 -Suo figlio è morto? - chiese Harry aggiungendo mentalmente Dì di no! Dì di no!” e per una volta fu accontentato. Colley scosse il capo- No. È ancora vivo. -
 -Come si chiama? -
 Le dita poggiate sulla spalla di Harry fremettero leggermente, John Colley socchiuse leggermente le labbra, ma la sua risposta fu bloccata da un grido di richiamo di Piton che fece voltare entrambi.
 -Colley, il preside vuole vederti! -
-Si… Grazie Severus.-
 La mano si spostò dalla spalla di Harry, mentre un sorriso che forse sapeva di sollevato si disegnò sul volto deformato di Colley.
-Professore come si chiama suo figlio?- insistè Harry, lottando contro il desiderio di trattenerlo per un braccio.
-Si chiama Harry.-
 
Fine capitolo
 
 
Un grazie a
 
SkeJune:Ciccia alla fine dovrò darti un premio fedelte per le mie fic! Fairydreams: È lui o non è lui? Vabbeh te lo dico… E invece no! Devi leggere! Lyrapotter: Spero che sia stato di tuo gradimento anche questo secondo cappy! Lela92: Grazie per  il commento, fammi sapere come hai trovato questo capitolo! Selene_90: Bella vero? Grazie per il commento, spero che continuerai a leggere!
   
 
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