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Autore: HuggMeNiall    08/04/2013    1 recensioni
"Se tu sei un'errore, allora vuol dire che sei l'errore più bello della mia vita. Se tu sei uno sbaglio allora spero proprio di farne altri 1000 di sbagli così. Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata... voglio essere il tuo tutto. Lascia che io ti aiuti, lascia che io ti salvi."
Questa è la mia prima storia a capitoli, recensite e ditemi se vi può piacere o no! Non abbiate paura di offendermi scrivendo recensioni negative, accetto tutto (a parte gli insulti.)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“Oh. Mio. Dio.”

La voce di Elena stordì l’orecchio accanto al quale stavo tenendo il cellulare.

“Già. Sono rimasta bloccata in quel punto per un quarto d’ora abbondante! Poi è arrivato li Max che, tutto preoccupato, mi ha chiamata.”

“Oddio, mi immagino la scena: tu con un’espressione da ebete sul viso e lui che pensa che ti sia successo chissà quale catastrofe! AHAHAHAHAH!”

Al suono della sua risata non mi trattenni più e scoppiai a ridere anche io -così riuscivo a scaricare la tensione, il nervosismo e un mucchio di altre emozioni, a me completamente sconosciute, che si erano impossessate del mio corpo.

“Zoe, a lui piaci! Ci sta provando con te!”

“Si, bhè, me ne ero accorta. Va bene che non ho esperienza in queste cose, ma riesco a capire quando uno ci prova con me!”

“Si, lo so, scusa. È che sono felicissima per te!”

Anche se ero consapevole del fatto che Simone stava cercando in tutti i modi di avermi più vicina a lui, non riuscivo proprio a crederlo. Non riuscivo a credere che un ragazzo così maledettamente bello volesse una ragazza come me..

“Ma non è che magari mi sta solo prendendo in giro…?”

Chiesi alla mia amica con un filo di voce, e con la paura che la risposta potesse essere ‘si’ o anche ‘magari, chi lo sa’.

“No. Non è possibile! Lui è veramente interessato a te, e tu non devi neanche pensare che quelle attenzioni così dolci e così… così interessate possano essere, in realtà, solo una presa per il culo.”

“Quindi secondo te è vero? Nel senso, lui vuole me?”

“Certo! Sai, quando si è seduto vicino a te sul pullman ti stava mangiando con gli occhi!”

Mi si formò un sorriso involontario, ma inevitabile. Proprio non riuscii a bloccare le mie labbra dal curvarsi formando un sorriso felice.

“Ne parliamo meglio domani Zoe, ciao ‘fantastica’!”

Elena si mise a ridere imitando il saluto che Simone mi aveva rivolto in palestra.

“Ok, ciao El!”

Ci salutammo e dopo di che attaccai il telefono.
Pensai molto a ciò che la mia amica mi aveva detto, e in fine presi una decisione: se Simone avesse continuato a rivolgermi quelle attenzioni, allora io avrei ricambiato, avrei smesso di pensare al passato e avrei incominciato a guardare il presente.

Ero completamente immersa nei miei pensieri e non mi accorsi della presenza di mia sorella, la quale era entrata in camera mia per avvisarmi che la cena era pronta, così quando sentii la sua voce squillante mi spaventai e le tirai dietro un cuscino. Lei scappò via ridendo.
Mi alzai dal letto, raccolsi il cuscino e mi avviai verso la cucina cercando di dimenticare, almeno per un’oretta, il ragazzo che stava, piano piano, impossessandosi della mia mente e dei miei pensieri.

Mia mamma era appena tornata dal centro commerciale e non aveva ancora visto i lividi e il piccolo taglio che mi ero procurata durante l’incontro di quel pomeriggio. Quando mi vide non mi disse nulla, fece solo una piccola smorfia.
Si era ormai abituata a vedermi tornare a casa con qualche livido o qualche ferita superficiale.

“Ti sei medicata quel taglio?”

Si limitò a chiedermi con una voce calma e dolce ma allo stesso tempo anche preoccupata.

“Si, tranquilla mamma. Non vuoi sapere com’è andato l’incontro?”

“Oh, si, scusa. Dimmi, hai vinto?”

“Si. L’ho messa KO al primo round e fuori combattimento, con soli tre pugni, al secondo!”
 
Le risposi io molto fiera del mio risultato.

Mia sorella, di un solo anno più grande di me, odia ogni tipo di violenza quindi è contraria anche alla boxe.
Una volta, in estate, si è messa davanti alla mia palestra con dei cartelloni anti-violenza e anti-boxe. Lo ammetto, per me è stato molto divertente vedere uno degli allenatori prendere mia sorella in braccio e portarla dentro per poi farle una sorta di ramanzina, che io non ho ascoltato perché ero troppo impegnata a ridere come una iena! Comunque poi, dopo tutto, non è andata neanche tanto male a Gemma, perché il boxing trainer che l’aveva portata dentro con la forza aveva diciotto anni e non era per niente un brutto ragazzo, quindi lei alla fine ci ha guadagnato perché dopo circa un mesetto lui le ha chiesto di diventare la sua ragazza, e sono stati insieme per un bel po’!

“Non capisco come tu possa lasciarle fare e lasciarsi fare del male ad altre persone!”

“Oh dai Gemma! Non è che picchio la gente a sangue in mezzo alla strada! Lo faccio per sport!”

“Ragazze smettetela! Piuttosto, prendetevi un piatto che la pasta è pronta!”

Ricevuta la mia porzione mi sedetti al mio posto ed iniziai a mangiare.

“Zoe, io e Gemma la settimana prossima partiamo. In teoria dovremmo tornare dopo una settimana, ma se la zia dovesse stare ancora male allora dovremo restare ancora là.”

“Si, tranquilla. Basta solo che tu mi avvisi un po' prima.”

“Certo. Se dovessi aver bisogno vai da Jade, ho già parlato con sua mamma e mi ha detto che per qualsiasi cosa puoi chiedere a lei.”

“Ok mamma, me la posso cavare!”

La conversazione si spostò sul colore del costume di Gemma, quindi io mi dissociai e presi a guardare il telegiornale alla TV, anche se non riuscivo a concentrarmi sulle parole del giornalista perché la mia mente era occupata da tutt’altro…

SIMONE:

La mia cena consistette, ancora una volta, in un panino molto farcito preparato al volo.
Da quando non vivo più con mia mamma le mie cene consistono sempre più spesso in panini con dentro tutto quello che trovo in casa.
Iniziai a mangiare e accesi la TV sul canale dove fanno il telegiornale alle otto di sera: c’era un giornalista che parlava in diretta da Londra dove stava piovendo a dirotto. Non riuscivo a seguire perché sentendo la parola ‘Londra’ mi vennero in mente i pantaloncini blu che indossava Zoe al suo incontro, perché questi avevano la scritta ‘London’ sul sedere, e devo ammettere che l’ho studiato proprio per bene il suo sedere mentre lei era sul ring!

Mi chiesi come avrei potuto avvicinarmi a lei e chiederle il suo numero di cellulare, senza però spaventarla dato che Zoe era una ragazza molto timida e riservata.
Decisi di chiedere consigli alla mia vicina di casa Sam, una ragazza di due o tre anni più grande di me che per lavoro fa la cameriera. Io e lei siamo molto amici sin da quando io, appena trasferitomi nell’appartamento difronte al suo, una sera dopo un’uscita con gli amici sono tornato a casa un po’ brillo e ci ho provato con lei… solo il giorno dopo ho scoperto che a Sam non piacciono i ragazzi ma le ragazze. Da quel giorno siamo diventati inseparabili: se ho bisogno di qualsiasi cosa so di poter chiedere a lei, e so di potermi fidare di lei. Sam non è italiana, si è trasferita a Milano quando aveva quattordici anni, e a sedici è venuta a vivere qui da sola per seguire la sua –ormai ex- fidanzata.
Sam è originaria dell’America, più precisamente di Miami.

Ero in boxer e maglietta quando suonai alla sua porta, quello era l'abbigliamento con il quale mi vedeva di solito la mia migliore amica.
Mi aprì quasi subito sbuffando.

“Ti disturbo?”

Le chiesi masticando un pezzo di panino e guardando perplesso l’abbigliamento di Sam: intimo in pizzo rosso, calze autoreggenti nere, tacchi vertiginosi rossi e una vestaglia trasparente nera.

“No, per ora. Sto aspettando una tipa, quindi fa’ in fretta tesoro!”

“Ah ora capisco l’abbigliamento!”

Scoppiammo entrambi a ridere.

“Ho bisogno di un consiglio.”

Le chiesi entrando e chiudendo la porta alle mie spalle.

“Dimmi tutto Simo!”

“Allora..” iniziai a dire tuffandomi sul suo morbido divano “Ho conosciuto una tipa molto timida e non so come attirarla e come chiederle il numero..”

“Dimmi di più su questa ragazza..”

“Ha quindici anni, è abbastanza bassa, ha gli occhi verde smeraldo e i capelli di un colore stupendo, tra il biondo e il castano… Ah, quasi dimenticavo di dirti che fa boxe!”

“Ma... ti piace veramente tanto questa ragazza, vero? ”

“Bho, non ne ho la più pallida idea. Lo so, è più piccola di me di tre anni… ma tutte le volte che la vedo il mio cuore prende a battere a mille all’ora. Non so cosa mi stia succedendo, aiutami Sam!”

“Eh tesoro...! Si, ti piace veramente. E anche tanto! L’unica volta che ti ho visto così tanto preso da una ragazza è stato…”

“Non c’è bisogno di rievocare fantasmi del passato, Sam!”

“Si, si, scusa, hai ragione! Comunque il mio consiglio per riuscire ad avvicinarla è di andarci piano, di essere dolce e allo stesso tempo anche sicuro di te e di quello che fai.”

“Grazie mille Sam! Sapevo di poter contare su…”

Fui interrotto dal suono del citofono della mia migliore amica.

“Simo! È arrivata! Forza, muoviti, vai a casa. Veloce!”

“Ok, ok! Grazie Sam, ti voglio bene!”

Le diedi un forte abbraccio e un bacio sulla guancia.

“Anche io Simo, ma ora sciò, via!”

Una nostra risata risuonò nell’aria prima che io uscissi dal suo appartamento chiudendo la porta.

Stavo aprendo la porta di casa mia quando sentii qualcuno che mi chiamava.

“Ehm, scusa!? Sai dirmi dove abita Sam?”

Mi girai e vidi una ragazza bionda, alta che indossava un paio di occhiali da sole, dei jeans molto corti e una canottiera gialla. Dedussi che fosse la ragazza cha Sam stava aspettando.

“Certo, è al B6, quella porta là. Buon divertimento.”

Le feci l’occhiolino prima di mangiare l’ultimo boccone del mio panino.

“Grazie!”

Mi rispose la ragazza per niente imbarazzata ne per il fatto che io ero in mutande ne per ciò che avevo detto.

“Tu devi essere il migliore amico di Sam, Simone.”

“Esatto!”

Le risposi ancora a bocca piena.

“Sam mi ha parlato molto di te. Piacere, io sono Asia.”

“Piacere mio!”

“Ehm, Asia!?”

Vidi Sam affacciarsi dalla sua porta semi aperta e chiamare la ragazza.

“Bhe, direi che sia ora di lasciarvi sole! Piacere d’averti conosciuta Asia.”

Sorrisi a Sam prima di entrare in casa mia chiudendo la porta. 

  
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