WARNING: piccolo spoiler su "La ragazza di fuoco" e "Il canto della rivolta", riguardante un personaggio minore.




Darius, ghiaccioli



 
Quando era piccolo, d’inverno, capitava spesso che la febbre lo cogliesse all’improvviso. Era un ragazzino gracile, si ammalava con una facilità sorprendente.
I sintomi erano sempre gli stessi: secchezza della gola, orecchie in fiamme e subito, di colpo, un calore che gli invadeva le guance, il viso, il collo. In quei momenti Darius capiva di essersi ammalato di nuovo.
“Mamma, mi dai i ghiaccioli?” diceva allora, semplicemente, e sua madre comprendeva al volo: apriva una finestra e staccava le piccole stalattiti formate dal gelo, le raccoglieva in un sacchetto e appoggiava questo sulla fronte del suo bambino malato.
A contatto con quel freddo improvviso, Darius provava subito un sollievo indicibile.
 
Adesso non ha la febbre, ne è pienamente conscio, eppure i sintomi sembrano gli stessi: calore ovunque, gola secca, brividi – brividi – brividi. La parte di lui che ancora resiste e rifiuta di arrendersi urla di dolore, urla perché quella tortura finisca una volta per tutte; ma un’altra parte della sua mente sta venendo a galla, una parte che si stupisce di quanto sia strana quella febbre – perché quella è solo febbre, sì, ha la febbre e presto arriverà la sua mamma, col sacchetto di ghiaccioli per fargli passare quel caldo tremendo al viso – al cervello – alle viscere.
Mamma, mi dai i ghiaccioli?
 
Ma nessuno porta i ghiaccioli a Darius. E la febbre lo trascina via, una volta per tutte.
 










Note:
ricompaio dopo un sacco di tempo per aggiungere questa drabble alla raccolta. Era un sacco che non scrivevo su Hunger Games, e sono contenta di averlo fatto usando Darius. Nonostante sia una mera comparsa, mi piace moltissimo ^^
Qui ho raccontato, in un certo senso, la sua tortura e conseguente morte, partendo dal prompt "ghiaccioli". Spero vi sia piaciuta.
Grazie di aver letto!