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Autore: pollama    10/04/2013    4 recensioni
Cacciatrici di demoni. Un mestiere improbabile per delle semplici ragazze, ma è la loro vita, il loro destino.
Quando tutto sembrava fosse tornato alla normalità, qualcuno va a cercarle, per metterle in guardia da un qualcosa di terribile.
Cosa accadrà alle giovani Cacciatrici? E cosa nasconderà questo insolito avvertimento?
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono convinto che anche nell'ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino. 
(Giacomo Leopardi)

 
 
Le ragazze guardarono prima Giustizia e poi i demoni, non capendo cosa stesse succedendo.
«Volete combattere allora?» disse all’improvviso Valerie portandosi leggermente avanti e procurandosi un’occhiataccia da parte del figlio di Fato, ma non disse nulla per evitare ulteriore confusione.
«Hanno ragione… sono diversa da lui» iniziò all’improvviso a dire Eleni che era ancora bloccata dalle mani del demone che continuava a sfoggiare il suo pugnale lucente e decorato da simboli intarsiati nel metallo.
A quel punto, Eleni, chiudendo gli occhi, continuò a parlare con una voce quasi cadenzata: «Credo sia meglio, quindi, non distrarvi.»
Il fratello e le amiche si voltarono contemporaneamente a guardarla confusi, forse eran più confusi anche  più dei demoni.
In un secondo dal corpo di Eleni si sprigionò una luce forte e intensa che inondò la stanza, accecando momentaneamente i presenti che si pararono il viso con le braccia.
Quando questi riaprirono gli occhi si osservarono sconcertati.
Eleni era sparita e con sé aveva portato anche Levon.
«Che diavolo significa?» sputò fuori Zorayr , ma  nessuno lo degnò di una risposta;  tutti erano rimasti stupiti da quell’azione.
«Visto che non mi puoi più minacciare… che ne dici di assaggiare un po’ dei miei trucchi?»
Giustizia fece segno con la mano alle ragazze di stare ferme, si portò avanti avvicinandosi al demone d’acqua che parve ancora più irritato.
Il figlio di Fato aprì le braccia facendo invadere la stanza di scariche elettriche, tanto che i capelli delle ragazze si elettrizzarono iniziando a svolazzare per fatti loro, tra gli sbuffi di Valerie e i sussurri divertiti di Sky.
Amira, invece era rimasta ferma ad osservare il ragazzo, pensando a dove potesse essere andata Eleni e provando una sensazione fastidiosa allo stomaco.
‘Spero solo che il demone...’, pensò ma non ebbe la forza di concludere il pensiero che socchiuse gli occhi stringendosi alle altre per allontanarsi da Giustizia che digrignò i denti, guardando con aria minacciosa Zorayr che si sentì umiliato da tanta spavalderia.
«Cacciatrici… se pensate di potermi scappare in eterno… avete sbagliato» fece una pausa durante la quale batté il suo bastone nero sul pavimento creando un vortice sotto i suoi piedi che lo inghiottì lentamente.
«Alla prossima.» disse ghignando prima di sparire del tutto.
Giustizia andò nel punto in cui Zorayr era sparito, come per assicurarsi che sia andato via per davvero,  poi tornò a vedere le tre ragazze rimaste ferme alle sue spalle.
Non era felice del fatto che il demone fosse scappato, lo avrebbe voluto scottare per bene con i suoi fulmini.
«E’ andato via quel codardo… comnque, ora dobbiamo cercare Eleni.» le guardò corrucciato e con una leggera nota di agitazione.
«Ma come… si fa a trovarla?» disse Sky aggiustandosi alcune ciocche di capelli.
«Dannazione! Sei una strega o cosa?» brontolò Giustizia.
«Calmati!» disse Valerie, mentre Amira gli si avvicinò e stringendosi nelle spalle gli chiese: «Non la riesci a rintracciare tu?»
Il ragazzo la guardò scuotendo la testa lentamente e socchiudendo gli occhi rispose: «No, c’ ho provato pochi minuti fa, ma se sta ancora con il demone… non la posso vedere nella mia mente.»
«Che vuoi dire?» chiese secca la cacciatrice, mentre le altre due ascoltavano in silenzio.
Giustizia sbuffò, in un primo istante, avrebbe voluto liquidare la cosa e andare via così come era arrivato, ma poi guardando gli occhi di lei capì che era giusto spiegare tutto ciò  che poteva rivelare.
«Avete sentito prima quando hanno detto che Eleni non è come me?»
Le ragazze annuirono, senza dire alcunché.
«Eleni è per metà come me… per metà immortale. Le lame demoniache la possono ferire e uccidere.» il ragazzo prese fiato a fatica, si sentiva in agitazione per lei ed era una cosa che lo snervava alquanto, non era abituato a provare sensazioni del genere.
Amira guardò le amiche con aria scossa per poi dire con determinazione: «Troviamola!»

 

§§§§


 
L’aria era nauseante per via dei vapori solfurei che il terreno sprigionava.
Eleni non sapeva nemmeno il perché avesse scelto quel vulcano apparentemente spento in una parte sperduta del sud America per eclissarsi da casa delle Cacciatrici.
«Dove ci hai mandato?» disse all’improvviso il demone, alzandosi da terra, dopo la smaterializzazione era caduto rovinosamente al suolo.
«In un posto lontano.» disse semplicemente la ragazza.
«Perché?» chiese confuso Levon stringendo sempre il pugnale nella mano.
Non capiva il motivo di questo ‘viaggio’ improvviso.
«Perché se mi uccidi mio fratello e le mie amiche non si lasceranno distrarre dalle sensazioni spiacevoli.»
Eleni lo guardò per un po’ con un aria di rassegnazione, poi osservò di fronte a lei, scrutando il paesaggio spoglio e rossastro dell’ambiente vulcanico.
Levon rimase fermo ad osservarla, riflettendo sulle sue parole. Si sentì leggermente sopraffatto da quella rassegnazione, sentì la mano, ancora stretta all’arma, tremare.
Non era abituato ad uccidere persone così… senza combattere o senza almeno inseguirle per un po’.
Si sentì strano, un senso di confusione lo attanagliò.
«Io… non ti ucciderò.» disse sfalsando quel silenzio che si era creato.
Eleni si voltò a guardarlo con aria interrogativa, quasi come se si era adattata all’idea di dover cessare di esistere.
«Non guardarmi così…»
«Così come?»
«In quel modo… strano…» fece qualche gesto con le mani prima di sedersi su di un grosso masso a sbuffare.
Cosa stava facendo? Avrebbe dovuto portare a termine il suo compito, ma invece in quel modo stava ostacolando gli ordini del suo ‘capo’.
«Perché hai cambiato idea?»
«Mh…?» mugugnò Levon avvolto ancora dai suoi pensieri.
«Se non mi vuoi uccidere… vuol dire che hai cambiato idea.»
Levon fece un’alzata di spalle, voleva eludere quella domanda, non avrebbe saputo rispondere e come avrebbe potuto spiegare le sue sensazioni, così nuove per lui?
Per lui che era un demone d’acqua?

 
 
 


 

  
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