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Autore: oOLeylaOo    06/11/2007    1 recensioni
Grace Brine è un adolcescente molto particolare, prima di tutto perchè non è affatto un adolescente, poi perchè ha il piccolo difetto di diventare una sirena se finisce in acqua.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
-Hide and Sink-


Come promesso non fui espulsa, anzi riuscii a cavarmela senza alcun problema, anche se quando rientrai i miei abiti erano tutti stropicciati nessuno ci fece caso. La mia stanza non mi era mai sembrata tanto accogliente anche se c’ero solo io, mi buttai sul letto e dormii serenamente, compensando la notte in bianco che avevo trascorso.
Quando mi svegliai erano le quattro di pomeriggio, mi sentivo un po’ intontita, ma non avevo voglia di uscire di camera, rimasi sdraiata tutto il tempo a fissare il soffitto. Dopo poco mi addormentai di nuovo.
Fui svegliata da Violette che mi scuoteva. -Ehy, bella addormentata! Che ne dici di svegliati e andare a cena?!-
Saltai quasi sul letto mentre Violette si faceva indietro spaventata. -Come cena? Che ore sono?- Avevo ancora da fare fisica e delle indagini e non potevo aver passato l’intera domenica a dormire! Assolutamente!
-Sono le sette.- rispose lei con un sorriso.
La guardai con gli occhi sgranati, poi mi lasciai andare indietro sul letto, mettendomi il cuscino sulla faccia: che disastro! Ero un vero disastro! Avrei dovuto cercare i vampiri, degli altri vampiri perché dubitavo fortemente che quelli che avevo ucciso in città fossero gli stessi che avevano ucciso i ragazzi, e avrei dovuto anche studiare fisica… con Hanry. Chissà come l’avrebbe presa Violette? Ma a ben pensarci che c’era da prendere? Noi ci limitavamo a studiare insieme, non facevamo nient’altro. Però lui spiegava molto bene e studiare senza di lui sarebbe certamente stato difficile.
-Che ti prende?- domandò sorpresa. Non dissi niente e alla fine mi alzai buttando da parte il cuscino.
-Niente, andiamo a cena.- bisbigliai rassegnata: mica potevo far tornare indietro il tempo. Mi alzai quasi sbuffando e mi cambiai a velocità warp (vivere con Julie mi aveva influenzato).
Andammo a cena e Violette continuò per tutto il tempo a parlarmi di quello che aveva fatto e di chi aveva incontrato, dei negozi, dei vestiti che aveva comprato e degli accessori. Grazie al cielo quando arrivò al racconto del concerto rock a cui aveva preso parte con un ragazzo che aveva conosciuto sul posto, non so perché ma in quel momento pensai che forse, solo forse, quello che Hanry le aveva detto se lo era cercato.
Quando entrammo nella mensa , che si era incredibilmente ripopolata, iniziai a guardarmi intorno mentre ci dirigevamo a prendere da mangiare, solo quando Violette si accorse che non l’ascoltavo mi chiese chi cercassi mi resi conto che tra la folla stavo cercando Hanry. Che mi succedeva.
Scrollai le spalle e le dissi che cercavo Julie e Chantal, lei mi fece un cenno verso il tavolo in cui Cantale e Chris stavano chiacchierando amichevolmente, molto amichevolmente! Sorrisi senza volerlo mentre con il vassoio pieno mi dirigevo verso il tavolo, incerta se fosse o meno una buona idea. Quando siamo arrivati al tavolo mi sono fermata con in vassoio in mano, aspettando che alzassero lo sguardo, quando Chantal mi ha visto a sorriso e mi ha salutato con un : -Ehy! Grace!-
-Ciao ragazzi.- ho risposto -Vi secca se mi unisco a voi?- domandai un po’ incerta, non volevo disturbare e non volevo fare il reggi candela.
Violette si sedette al tavolo senza tanti complimenti ancora prima che finissi la frase, io mi misi a sedere solo quando Chantal mi fece segno di sedermi.
Mi misi a sedere scostando la sedia e domandai -Dov’è Julie?- non l’avevo ancora vista dal ritorno.
-E' andata via con Hanry Ororo e con Isabelle Jefferson.- raccontò Chantal -Prima sono venuti qui e poi sono andati tutti via insieme.-
-Oh… che stano…-bisbigliai un po’ confusa, senza saperne bene il motivo mi sembrava strano non aver visto Hanry, mi irritava l’idea che se ne fosse andato via con Julie e Isabelle, specialmente con Isabelle che era praticamente una modella francese, o per meglio dire la versione umana di Afrodite.
-Ti senti bene? Hai un espressione strana…-Chantal mi osservava preoccupata.
Scrollai le spalle e fissai il piatto: non avevo affatto fame. Avevo passato tutta la giornata senza mangiare niente ma ugualmente non avevo fame, mi era passata tutta in quell’istante: che mi stesse succedendo qualcosa di strano? Io… non potevo ammalarmi. Almeno mi pare.
-Io… penso sia meglio se torno in camera.-farfugliai, mi sentivo veramente male, era una sensazione strana, una stretta allo stomaco e una sensazione bruciante, mi sentivo anche arrabbiata senza che ne capissi con chiarezza il motivo.
Mi alzai senza dire niente e mi trascinai stancamente verso la mia camera, affacciato al piano di copra scorsi Hanry, si volto un attimo a guardarmi, ma si voltò di nuovo senza nemmeno salutarmi. Corsi in camera, discretamente depressa e mi buttai nuovamente sul letto, senza rendermene conto mi misi a piangere.
Quando le ragazze tornarono feci finta di dormire. Julie rientrò incredibilmente tardi ma io rimasi immobile, senza dire niente, non volevo parlare, preferivo che pensasse che fossi addormentata. Quando finalmente il sonno scese su di me era quasi l’alba.
Il mattino dopo Chantal mi svegliò scuotendomi, feci colazione con lei e Violette: di Julie nessuna traccia. Anche dopo non parlava quasi per niente con me, mi ignorava senza un motivo preciso e io non sapevo come comportarmi. Non provai a chiedere spiegazioni, la verità è che non ero sicura di voler conoscere la risposta che mi avrebbe dato.
Per tutta la settimana non vidi Hanry nemmeno una volta, lo cercavo praticamente ovunque senza riuscire però a incontrarlo mai. Mi sentivo come se stessi continuamente giocando a nascondino e i miei sentimenti non mi erano mai chiari, ero confusa e sempre di cattivo umore, Chantal e Violette non mi chiedevano mai cosa avevo, probabilmente si rendevano conto che non avevo voglia di parlarne.
Senza che ne avessi una chiara percezione passò una settimana in cui fui tutto tranne che tranquilla, grazie a quello che Hanry mi aveva spiegato riuscivo a seguire facilmente la lezione, almeno per il tempo in cui mi concentravo. Il più delle volte invece finivo per distrarmi pensando a un certo ragazzo dai capelli biondi e gli splendidi occhi azzurri. Il proff mi riprendeva spesso quando avevo la testa tra le nuvole, così mi trovai a dover fare anche dei compiti extra.
La cosa che più mi seccava è che parlare con Hanry o con Julie era impossibile, perchè non erano questi mai soli, e io non riuscivo a capire perchè ce l'avessero con me. Anche se ci pensavo attentamente non mi venivam in mente niente che avesse potuto ferirli o seccarli, non mi pareva di essermi comportata male con nessuno dei due, in special modo con Julie. Era tornata e senza una ragione chiara aveva iniziato a evitarmi.
Per di più questi problemi mi distoglievano dal mio compito fondamentale: la cattura e uccisione di vampiri che potevano da un momento all'altro attaccare nuovi innocenti. Mi sentivo un tantino in colpa, ma la mia testa era altrove e non potevo farci niente.
Più il tempo passava più iniziavo a pensare che le cose non sarebbero più tornate come prima, anche se dieci giorni non possono dirti con certezza che fine faranno le tue relazioni, di sicuro possono indicarti cosa potrebbe accadere. Ma forse le parche, ignorando il mio pessimismo o proprio per via di quello, non erano d'accordo con me e non so ancora con chiarezza se questo fosse un bene o un male, fatto sta che la ruota del destino, lenta, seguiva il suo inevitabile corso.

  
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