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Autore: Dragasi    17/04/2013    4 recensioni
Mi rimisi in piedi e guardando in faccia il Sith gli dissi disprezzandolo con tutto il mio cuore:– Quello che tu chiami vecchio barbuto è il mio Maestro. Mi ha dato l’opportunità di addestrarmi per diventare Cavaliere, mi sta regalando il suo tempo e il suo affetto ogni giorno da quando siamo insieme. Mi sta insegnando a essere un Jedi, mi sta guidando nella mia crescita e mi sta evitando di diventare un uomo come te. Lui è il mio Maestro e io sono fiero di essere il suo Padawan –
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi, Yoda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sul tavolo c’erano sette oggetti, dal primo grosso quanto un acino d’uva, all’ultimo che vantava la grandezza di un’anguria. Misi le braccia lungo i fianchi e ripensai a uno degli insegnamenti del Gran Maestro Yoda di quando ero piccolo, piccolo anche per essere uno Youngling, “La grandezza non conta”. Alzai il braccio destro fino a metterlo parallelo al terreno, aprii la mano e mi concentrai sull’oggetto più piccolo e sulla Forza presente in esso. Chiusi gli occhi e mi concentrai sulla Forza presente in me, riaprii gli occhi e concentrandomi sul collegamento presente tra me e l’oggetto dovuto alla Forza riuscii a sollevarlo. Feci così anche con l’oggetto successivo e con il terzo che era poco più grande del mio pugno. Il quarto era grosso quanto due arance e riuscii a sollevarlo solo dopo parecchi minuti passati a concentrarmi, e quando finalmente lo riappoggiai sul tavolo crollai a terra stravolto. Ero sudato, talmente sudato che i vestiti mi si erano appiccicati addosso. I capelli erano talmente bagnati da gocciolare. Rimasi seduto a terra e guardai il mio Maestro. Quando finalmente ripresi la respirazione normale dissi:– Maestro, non riesco ad andare avanti. Mi spiace, va oltre le mie capacità… –.
Il mio Maestro mi interruppe: – Non darti dei limiti da solo, tu puoi arrivare fin dove la Forza ti conduce. È la Forza a darti dei limiti, non tu. Tiello bene a mente, mio giovane Padawan. Vedrai che in breve tempo ci riuscirai. Sei molto giovane e molto hai da imparare –.
Io rimasi un momento a riflettere sulle parole di Obi-Wan e poi gli chiesi: – Maestro, che cosa significa “La grandezza non conta”? È una cosa che mi ha detto il Maestro Yoda quando ero molto piccolo –.
Il mio Maestro si alzò in piedi e iniziò a parlarmi:– Vedi, Koi-Jon, la grandezza non conta affatto, ma conta quanta Forza è presente nel corpo stesso. Prova a vedere la Forza come un campo di energia emesso da ogni corpo ed essere vivente. Guarda il Maestro Yoda, è piccolo, ma è il più grande Jedi vivente. Per sollevare oggetti più grossi non devi “usare” più Forza, ma sentire la Forza presente intorno a te e concentrarti su Essa. Devi solo imparare a entrare completamente in contatto con la Forza, e so che ci riuscirai. Sei giovane, ma la Forza è possente in te. Con il tempo e l’addestramento ce la farai, ma non dire o pensare mai di non farcela, se lo pensi non ce la farai. Hai un lungo cammino davanti mio giovane Padawan –
– Maestro, quindi le mie capacità dipendono dalla Forza che è in me? –
– In parte, ma dipendono soprattutto dalla tua capacità di metterti in contatto con la Forza. Devi imparare a dominare le tue emozioni, specialmente la paura. La paura porta all’odio e l’odio al Lato Oscuro della Forza. Non devi mai avvicinarti al Lato Oscuro Koi-Jon, perché altrimenti ti dominerà per sempre. Il Lato Oscuro può sembrare più potente, ma non è così, è solo più facile e veloce. Sta' sempre in guardia e non cadere mai nell’Oscurità. Sei ancora un bambino, e per adesso non verrai tentato, ma quando sarai più grande correrai il rischio. Impara già da adesso a dominare e a controllare le tue emozioni, specialmente la paura, Koi-Jon. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Attento alla paura mio giovane apprendista –.
Mi alzai in piedi e, reclinando leggermente il capo in segno di rispetto, dissi:– Sì, Maestro. È per questo che ai Jedi è proibito avere legami affettivi? –
– Sì, Koi-Jon, se ti affezioni a qualcuno hai paura di perderlo, e quella paura non la puoi controllare. È una paura profonda che non ti puoi togliere. Tu ti ricordi la tua famiglia? –.
Io scossi il capo in segno di diniego e aggiunsi: – Sono stato portato al Tempio che avevo tre anni, ricordo solo di avere un fratello e il giorno in cui il Maestro Jedi mi era venuto a prendere. Non so neanche dove sono nato, i primi veri ricordi che ho sono legati al Tempio, sono i Jedi la mia famiglia –.
Obi-Wan andò avanti:– Tu hai un vantaggio: non hai paura di perdere la tua famiglia. Ma ricorda i Jedi possono, anzi devono, provare emozioni, anche l’affetto, ma devono saperle controllare. Prendi un Padawan e il suo Maestro, tra loro si crea con il passare del tempo un legame profondo di affetto e comprensione. Nessuno chiede ai Jedi di non provare emozioni, saremmo dei mostri altrimenti, è richiesto però il controllo. Ricorda il Codice Jedi, Koi-Jon, anzi dimmelo –.
Io lo richiamai alla memoria, l’avevo imparato poco tempo dopo essere entrato al Tempio come Youngling, e recitai:– Non c’è emozione, c’è pace. Non c’è ignoranza, c’è conoscenza. Non c’è passione, c’è serenità. Non c’è caos, c’è armonia. Non c’è morte, c’è Forza –.
Obi-Wan sorrise e mi mise una mano tra i capelli e li arruffò:– Bravo piccolo Padawan,  ricordalo sempre. Soprattutto il primo punto, “Non c’è emozione, c’è pace”. Questo non significa che non dobbiamo provare emozioni, ma che dobbiamo imparare a controllarle, solo così raggiungeremo la pace in noi stessi e riusciremo a controllare la Forza. Per adesso abbiamo finito, fra poco raggiungeremo Naboo. Preparati a sbarcare –.
Mezz’ora dopo eravamo atterrati poco distanti dal palazzo della regina di Naboo. Obi-Wan scese dalla nave e si diresse con passo sicuro verso il palazzo. Io lo seguivo a ruota cercando di rimanergli accanto. Le guardie del palazzo ci fecero entrare senza chiedere nulla, avevano notato il nostro abbigliamento e le nostre spade da Jedi. Il mio Maestro si muoveva con passo sicuro dentro al palazzo come se già lo conoscesse, e io non potei trattenermi dal domandare:– Maestro, sei già stato qui?–
– Molto tempo fa, Koi-Jon, ero ancora un Padawan –                                         
– Maestro quanto è durato il tuo apprendistato? Se posso chiedere –.
Continuando a camminare Obi-Wan mi rispose:– Tredici anni, Koi-Jon, senza contare gli anni da Youngling. Quelli sono stati otto più o meno –. Non chiesi nient’altro, ma iniziai a guardarmi intorno incuriosito. In fondo fino a quel momento il mio mondo si era limitato al Tempio, non conoscevo altro, neanche il mio pianeta natale e non potevo neanche chiedere a qualcuno di intuirlo dall’accento, visto che avevo acquisito l’accento di Coruscant. 
Il soffitto era alto sostenuto da massicce colonne arancio scuro, il pavimento era piastrellato di blu e bianco. Tutto era enorme e non capivo il perché, in fondo lì dentro ci viveva solo la regina e la sua servitù. Lo domandai ad Obi-Wan:– Maestro, perché tutto è così grosso? Qui ci vivono poche persone. Il palazzo è grande quasi quanto il Tempio Jedi però nel Tempio ci vivono centinaia di persone –
– Vedi, mio piccolo Padawan, i politici amano circondarsi di grandezza per ostentare il loro potere. E solitamente non sono mai del tutto onesti, se non completamente disonesti, e tendono troppo spesso a fare i loro interessi. Tiello a mente –.
   
 
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