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Autore: menestrella 07    06/11/2007    1 recensioni
Ecco la mia prima fanfic relativa al mondo del pattinaggio... e della pasticceria! Prima parte conclusa!
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa dell'autrice

Non sono una pattinatrice e in linea di massima non conosco gli aspetti tecnici di questo sport, che si tratti dell’atterraggio da un triplo axel o dei criteri di ammissione alle competizioni internazionali. Faccio del mio meglio, ma nel caso troviate degli errori considerate che questa storia nasce al solo scopo di divertire chiunque avrà la bontà di leggerla!
Grazie a Mile che ha recensito... praticamente subito!! E grazie ancora a chi leggerà questo secondo capitoletto!

M.


* * *




Due.
Defezione



Defezione. Quel Castellano aveva parlato di defezione. Di una doppia defezione per la precisione. Unico motivo per cui un quarto posto agli ultimi campionati italiani poteva essere convocato in nazionale. La situazione era tragica.


«Io non ci vado» proclamò risoluta Emma.


A pochi centimetri dalla sua mano si abbatté con violenza il pugno del suo allenatore, Tobias Liendermann, che fece tremare il tavolo al quale erano seduti.
«Ti ho forse dato il permesso di rifiutare?»


«Francamente, Tobby, non credo che tu possa avere tutto questo ascendente sulla mia vita»
«Oh, ma posso rendertela molto difficile se non accetti...»


Emma valutò rapidamente quanto potesse risultare estesa la rete di contatti del suo allenatore. Quando sollevò lo sguardo su di lui si accorse che stava ridendo.


Emma si guardò attorno, alla ricerca dell’ispirazione per iniziare una nuova conversazione, ma il pub in cui Tobias l’aveva portata aveva un aspetto massimamente desolante.


Dobbiamo seminare la concorrenza e tenere lontani gli occhi indiscreti, le aveva detto prima con fare cospiratorio, mentre raggiungevano in macchina il luogo dell’appuntamento.


Qui non ci troverà nessuno.


«Tu sai che ti voglio bene, Emma, vero?» riprese lui con fare poco rassicurante. «Ma se ti tiri indietro sarà mia cura spezzarti a una a una le ossa delle gambe...» di nuovo una risata diabolica. Completamente rasato, sulla quarantina, Tobias era uno di quei tipi che si compiacevano delle proprie pratiche di terrorismo, ma fortunatamente le mettevano in pratica di rado.


«Non capisci?» continuò quello, visto che la ragazza si limitava a sorseggiare in silenzio la sua coka-cola light. «E’ stato il destino a toglierci dai piedi Miss Il-mio-doppio-axel-riesce-sempre!»


 A Tobias piaceva appioppare soprannomi alle persone che più gli stavano antipatiche: in questo caso si riferiva ad Eleonora De Rossi, pattinatrice trentina che, nella loro mutua carriera, le aveva ripetutamente soffiato l’ultimo gradino del podio.


«Una vera manna dal cielo! Frattura della caviglia... frattura, dico! Non tornerà in condizione prima del prossimo passaggio di Hale-Bopp!» concluse, sghignazzando sonoramente.


«Non sta simpatica neanche a me, ma non mi sembra giusto...» provò Emma, ma Tobias la interruppe di nuovo.


«E non si è neanche infortunata durante un allenamento... è caduta dai tacchi!» aggiunse, facendo di nuovo risuonare la sua risata inquietante. «Che scema!» proclamò, battendo ancora il palmo sulla tavola.


Qualcuno dai tavoli vicini lo fissò con aria preoccupata.
E’ una brava persona, in fondo provò a suggerire Emma con un sorriso imbarazzato.  


«E l’altra?» riprese Tobias inesorabile, mentre le ultime sorsate di birra cantavano la ninna nanna ai pochi neuroni rimasti ancora svegli.
«Marcella?» giunse Emma in aiuto.


«Miss Fattore-C? Stiramento... Musica per le mie orecchie! Che dico, per le nostre orecchie!»
«Non mettermi in mezzo!» si difese Emma. «Questo affare è tra te e la tua smisurata fame di medaglie!»


«Non che tu me ne abbia mai portate tante»


Quello era un colpo basso. Non se lo sarebbe aspettato da lui.
Un silenzio scomodo cadde fra loro.


«Ero fuori allenamento» replicò piccata Emma, citando le parole che Giovanni le aveva rivolto poche ore prima.


«Scemenze!»


La ragazza serrò gli occhi.
«Non ci hai neanche provato! Sei scesa in pista con le gambe molli!»
Emma lo fissò infuriata.
«Era la prima gara dopo mesi di assenza! Te la sei dimenticata la mia ernia?»


«Quella era un’occasione d’oro!» la rimproverò Tobias. «Il tuo fisico era apposto. Tu non c’eri con la testa!»
La ragazza distolse lo sguardo, ma il suo allenatore non le risparmiò altri commenti oltraggiosi.


«Tu sei debole! Lasci che le tue emozioni distruggano gli sforzi di mesi! Non sai reggere la tensione e ti fai abbattere dalla prima difficoltà!»


Emma si alzò improvvisamente e fece per andarsene, ma Tobias la afferrò per il braccio.
«Che c’è? Non sai neppure trattenere le lacrime?»
«Io non sto piangendo!» esclamò con forza la ragazza, piantando due occhi lucidi in faccia al suo allenatore. «E non sono debole!».



* * *


  
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