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Autore: Aout    19/04/2013    1 recensioni
Daniel è un ragazzo come tanti.
Ha diciannove anni e frequenta il secondo anno di college, lavora per mantenersi e ama lamentarsi di qualunque cosa gli capiti sotto tiro. Vive una vita normale, anonima e noiosa e, anche se a tratti la trova seccante, diciamo che l’accetta così com’è.
Ecco… peccato che il mondo così tanto "normale" proprio non sia, peccato che di mostri inquietanti ce ne siano a bizzeffe, peccato che perfino lo stesso Daniel nasconda qualche piccolo e trascurabile segretuccio...
Ci siete?
Prendete tutti i personaggi che conoscete, tutte quelle creature soprannaturali che di vivere in pace proprio non ne vogliono sapere, prendete la sete di vendetta e pure una buona dose di calcolo strategico ed ecco che avrete la storia.
Che altro dire?
Vi aspetto ;)
(STORIA SOSPESA almeno fino a quest'estate, quando avrò il tempo di rivedere la trama, la piega che sta prendendo mi piace poco. Chiedo venia a chi mi stava seguendo, ma ritengo di non poter fare altrimenti)
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 15
Di piccoli puntini all’orizzonte e rivelazioni inquietanti (non più del solito, comunque…)

 

 
- Mmh... – mormorò Eleazar, assottigliando lo sguardo rivolto verso di me, facendomi sentire ancora più insignificante e impotente di fronte a loro.
Supervelocità, superforza, bellezza inimmaginabile e una dolce e tenera passione per il sangue. Insomma, non è che mi potessi sentire particolarmente a mio agio, lì.
- Non riesco a…
Continuò, sempre rivolto verso di me, prima di girarsi improvvisamente alla sua destra.
Tutti e quattro, in effetti, nello stesso, preciso momento, si voltarono nella stessa direzione, fissando lo sguardo dorato in un punto indefinito all’orizzonte. La sincronia era stata perfetta in modo lievemente inquietante.
Stupidamente, mi girai sorpreso anch’io e l’unica cosa che potei constatare fu che… beh, c’era un sacco di neve.
Tutto lì, solo ed esclusivamente una grigia distesa di neve fresca.
Mah.
- Sono loro? – chiese Carmen, con una punta di apprensione nella voce limpida.
- È soltanto uno. Dubito siano loro, non avrebbe senso separarsi, non a questo punto. – intervenne Kate, con una voce fredda e calcolatrice.
Loro? Loro, loro? Oh, porca vacca…
Passò ancora qualche attimo, in cui tutti continuavamo a fissare, imperterriti, quella distesa vuota. Personalmente, stavo cominciando a chiedermi se non mi stessero per caso prendendo in giro.
Poi, improvvisamente, una figura scura, null’altro che un puntino insignificante, apparve all’orizzonte.
Un secondo prima era lì, ferma e decisamente piccola, poi, subito dopo, era già a distanza ravvicinata.
Si fermò giusto un passo davanti a Kate che, lo notai in quel momento, aveva rilassato i muscoli.
Io invece, e con tutta sincerità era più che dovuto, feci un provvidenziale passo indietro.
Mi ritrovai quel… quel vam…vamp… coso, a pochi metri, centimetri, di distanza e devo ammettere che per i miei nervi, già prossimi al crollo, non fu per niente un toccasana.
Constatai anche che quel… sì insomma, avete capito, era molto spaventoso, sul serio. Certo, con Sorriso-Malvagio Senior nessun avrebbe mai potuto competere, tuttavia… diciamo che pure quel biondo non scherzava.
Il viso era circondato da lunghi capelli disordinati, legati sulla nuca in un codino. Indossava una camicia bianca leggera, una di quelle che, viste in paesaggi del genere, fanno istintivamente rabbrividire, e un paio di pantaloni della stessa foggia, anonimi.
Anonimi… anonimi, già, peccato che un piccolissimo particolare non fosse poi così facilmente trascurabile.
Suvvia, ormai dovreste esserci arrivati, no?
Parliamoci chiaro, avete presente gli occhi rossi e lattiginosi di Sorriso-Malvagio Senior? Sì? Bene, dimenticateveli.
Quelli dorati degli eschimesi? Beh, dimenticate pure quelli.
Non avevo mai visto, mai, in tutta la mia esistenza, occhi così… così arancioni. Come si fa, ditemi voi, ad avere gli occhi arancioni?
- Garrett. – esalò Tanya, tirando un sospiro di sollievo e aggiungendo poi, con tono preoccupato – Che ci fai tu, qui? 
- Kate mi ha mandato un messaggio. – disse lui, con una ancora più roca di quella di Eleazar, - E lui sarebbe il “potenziale problema” di cui parlavi? – per poi rivolgersi verso di me, indicandomi e soppesandomi. Oserei dire pure con un leggero compiacimento.
- Più che lui, sono i Volturi che lo seguiranno. – e detto ciò, Kate si aggiunse a quello sguardo di… sfida? Disprezzo? Mah, non avrei saputo dirlo, sapevo solo che, di certo, non rappresentava niente di amichevole.
Se poi Garrett, ormai mi sono stancato di commentare i nomi, l’avesse smessa di stringere così spaventosamente le mascelle, sarebbe stato anche meglio.
- Garrett? – chiese Carmen, un po’ preoccupata. Aveva notato anche lei l’espressione irrigidita?
- Sto bene. – rispose lui, con nonchalanche – Ce la faccio. –
Sfida, sguardo di sfida, quello, assolutamente. Anche se, sapere “sfida a che cosa?” mi sarebbe piaciuto…
– Cosa diamine c’entrano adesso i Volturi?
Non avevo mai sentito una parola detta con tanto odio represso.
Mai fare incazzare il biondo. Registrò, saggia, la mia coscienza.
- Bene, così magari potreste spiegarlo meglio anche a me, già che ci siamo. – dissi e sì, il mio cervello era evidentemente scollegato alla lingua.
Non so perché, ma lo dissi. Lo dissi sul serio. Forse stavo semplicemente impazzendo.
E allora? Il mondo, al momento, mi sembrava la cosa meno razionale fosse mai esistita, perché avrei dovuto esserlo io?
Il biondo, Garrett per l’appunto, mi fissò con uno sguardo scettico. Come dire: “Come osi parlarmi, tu che non hai nemmeno un briciolo del mio fascino all’Indiana Jones ossigenato?”.
O forse smaniava semplicemente per assaggiarmi. Poteva essere.
- Sa prevedere il futuro. – disse Eleazar, indicandomi, come stesse constatando che non ci sono più le stagioni di una volta – E Aro lo vuole per questo. A quanto pare li ha visti arrivare, è scappato e ha trovato noi. – Uhm, caspita, tutta la mia tragedia personale ridotta a due frasi in croce… - Ma non era questo il punto, Dios mìo. – concluse, lievemente irato.
- Che cosa ti ha detto Alice, Tanya? – chiese Garrett.
- Mi ha detto semplicemente che lui non dovrebbe essere qui. – rispose lei, che aveva in mano il cellulare ancora aperto.
- No, seriamente? – interloquii, insomma, quella risposta doveva essere sarcastica.
Ok, ok, lo so, insomma, loro sono vampiri, come si può rispondere così?
Ma, ascoltatemi, la situazione si stava facendo troppo assurda per non rispondere, troppo, seriamente.
Mi sentivo… insomma, nessuno vorrebbe sentirsi preso in giro da delle creature fantastiche, vi pare? Era come se Trilli mi stesse dicendo di battere le mani per evitare la morte delle fate, suvvia!
Non dovevo essere lì? Beh, certo che non avrei dovuto esserci.
Porca vacca, nemmeno cose come i vampiri avrebbero dovuto esistere, no?
Tanya alzò un sopracciglio.
- In che senso? – le chiese Eleazar.
- Nel senso che, secondo Alice, lui dovrebbe essere dai Volturi in questo momento, mentre, beh, è qui.
- Questo non ha senso. – disse ancora lo spagnolo. Sempre che fosse spagnolo la lingua che aveva usato pochi attimi primi… - Intendi forse dire che fra poco sarà insieme ai Volturi?
Dovevo ammettere che il fatto che ne parlasse così tranquillamente mi metteva i brividi.
- No, Eleazar, ti sto dicendo che, secondo Alice lui è dai Volturi in questo momento.
Al che, di nuovo, mi ritrovai tutti gli sguardi addosso.
Ma quand’è che avevo mai desiderato tutta questa attenzione, si può sapere?
- Questo non ha…
- Senso? – interruppi il biondo. Io interruppi il biondo.
Ma sì, se dovevo combattere per vivere e fallire, che almeno lo facessi con stile. – No, non ha senso, mi pare che questo l’abbiamo appurato. Ma non potremmo preoccuparci del fatto che stanno arrivando i… quelli, piuttosto che dei poteri che fanno cilecca di qualche veggente?
 
I miei poteri non fanno cilecca.
Pensò Alice, con ben poca cognizione di causa. Ma Edward lo sapeva, i pensieri accidentali non vanno presi troppo in considerazione.
Quella da considerare, in quel momento, era invece la visione che, persistente, continuava ad occupare la mente della sorella.
Il ragazzo, in quel momento, era in una segreta del Palazzo dei Priori in preda alla trasformazione. Lo vedeva davanti a sé, chiaramente. Lo sentiva urlare, i battiti del suo cuore scandivano impazziti un tempo che, lo sapevano, sarebbe presto scaduto.
Già, peccato che il ragazzo in questione fosse, in quel momento, a pochi chilometri da loro e non aldilà dell’oceano. Fosse umano e in compagnia del clan di Denali.
Non capisco.
Alice aveva intuito, una sorta di sensazione, che qualcosa stava accadendo in Alaska e li aveva chiamati, sapeva che quel ragazzo, in qualche modo c’entrava. Ma… 
Ma la visione non cambiava, perché non cambiava?
Nel senso, avrebbe potuto essere che la possibilità di quel futuro fosse ancora lì, che si stesse per realizzare. Eppure, Alice continuava a sostenere che era un futuro troppo vicino, per realizzarsi effettivamente, che il ragazzo sarebbe già dovuto essere in Italia in quel momento per essere in quella fase della trasformazione.
D’altronde, non aveva osservato insieme a lei l’evoluzione dei fatti? Non aveva visto Felix accompagnare il ragazzo nella torre, parlare con Aro? Non aveva visto anche lui il morso?
Questo non ha senso. Perché non sta succedendo?
- Cosa dici, Alice? – chiese la voce distorta di Tanya, dal cellulare.
- Cosa dico? Cosa… io non lo so, non riesco a vedere oltre alla realtà che mi si para davanti, non so perché… - esalò la sorella, con tono deluso.
Tutti loro, nella stanza, erano fermi, immobili, come scolpiti nel marmo.
Perfino la sua bambina, Reneesme, se ne stava lì, di fianco a Jacob, mano nella mano con Bella, ad osservare la scena con quegli occhi troppo consapevoli.
Una piccola parte della sua immensa mente si chiese se avrebbe fatto meglio a tenerla lontana da tutta quella strana storia…
Intanto, i pensieri di tutti gli riempivano la testa, assordanti.
Oh, poveri noi…
Dobbiamo muoverci!
Un’altra guerra, in questo momento…
Di nuovo. Perché accade di nuovo?
Dovremo chiamare qualcuno.
Sopravvivremo, stavolta?
Umpfh, sempre pensato che confidavano troppo nei poteri del folletto. Ma se non riesce a vedere noi, non riesce a vedere Reneesme, non è certo così impensabile che anche qualcun altro possa bloccarla, no? Devo andare a riferire a Sam, appena ci capisco qualcosa…
Jacob. I suoi pensieri si sovrapposero improvvisamente a tutti gli altri.
- È un veggente anche lui. – disse Edward, rivolto agli altri. – Non abbiamo mai avuto a che fare con... è possibile, che questo c’entri qualcosa.
- Cosa stai cercando di dirci, Edward? – disse Carlisle, fissandolo serio.
- Bella, – disse inaspettatamente lui, rivolto alla moglie – ricordi che una volta di dissi che forse non sentivo i tuoi pensieri perché viaggiavano ad una frequenza diversa da quella di tutti gli altri? – Bella, sorpresa di quella domanda, annuì.
- Vagamente, ma…
- Intendi dire che quel ragazzo… interferisce con Alice?
- Beh, potrebbe…
 
- Secondo te è realmente possibile? – chiese Tanya a Eleazar.
- Non so davvero. Anche se… no, i loro poteri sarebbero troppo collegati, se così fosse. Ogni potere è a sé. O almeno, così ho sempre creduto, ma…
Cosa è possibile? Quale potere? Di cosa diamine state parlando?
Un bel minutino era passato tutto dalla mia stupida affermazione. Inizialmente tutti erano rimasti a fissarmi, che novità!, poi si erano avvicinati al cellulare nelle mani di Tanya ed erano rimasti in ascolto.
In ascolto di cosa, ancora non mi era dato di capirlo.
- Ma…- tentai, prima di bloccarmi.
Perché? Beh, ma perché era successo di nuovo. Di nuovo, gli sguardi di tutti si erano fissati su un punto sulla sinistra.
Beh, almeno stavolta notai subito quello che stavano osservando.
Era troppo evidente per sfuggirmi, benché non fossi altro che un umano deboluccio.
 
 

 
 
 

Note: Chiedo immensamente scusa per il ritardo, ma, visto come è pressante la scuola in questo periodo, mi sono vista costretta a pensare prima al rendimento che a EFP. Da adesso in poi temo anche che sarò costretta ad allungare di qualche giorno (solo qualche giorno, eh!) la settimana di consegna.
Voi non disperate, i capitoli arriveranno, solo un po’ più lentamente ;)
PS Non ho la minima idea se “Dios mìo” abbia un qualche senso logico in spagnolo, non avendolo io mai studiato, nel caso, chiedo venia ;)
  
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