Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: claudineclaudette_    22/04/2013    8 recensioni
Dopo Doomsday Rose è rimasta intrappolata nell'universo parallelo, dove comincia a lavorare per Torchwood. Il Dottore rimane da solo nel TARDIS.
Lontani soffrono perché il loro destino è di essere il Dottore, nel TARDIS, con Rose Tyler.
E se trovassero il modo di incontrarsi di nuovo? Magari in un ospedale sulla luna?
Post-Doomsday, Reunion fic e Terza stagione con Rose tutto insieme! (E anche quarta e parte della quinta se tutto va come deve andare!).
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler, TARDIS, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Sette: A New York Story
 

Start spreading the news
I am leaving today
I want to be a part of it
New York, New York 

These vagabond shoes
They are longing to stray
Right through the very heart of it
New York, New York 

I want to wake up in that city
That doesn't sleep
And find I'm king of the hill
Top of the heap 

(New York, New York – Frank Sinatra)

 

Corsero attraverso le fogne ancora una volta. Più veloce che poterono, senza fermarsi.

“Forza! Muoversi! Muoversi! Muoversi!” continuava a incitarli il Dottore. Se i Dalek li avessero catturati di nuovo non sarebbe finita bene per nessuno di loro.

“Tallulah!” strillò Rose quando ci andarono quasi a sbattere contro. “Che ci fai ancora qui?”

“Corri!” le urlò il Dottore senza fermarsi.

“Cos’è successo a Laszlo?!” cerco di scoprire la donna ma la trascinarono via con loro senza risponderle.

Potevano sentire gli schiavi maiale avvicinarsi. Riuscirono a ritrovare la botola per il magazzino del teatro di Tallulah. Si arrampicarono il più velocemente possibile e se la richiusero alle spalle.

Tornarono a Hooverville dove trovarono Solomon e tutti gli abitanti del posto pesantemente armati.

Sia il Dottore che Rose fecero una smorfia vedendo quella distesa di fucili. La ragazza lo afferrò per una manica. “Dottore…se i Dalek ci attaccano…quelle armi non potranno niente. Sarà un massacro.”

“Hai ragione” annuì il Dottore cercando Solomon tra la folla. Gli raccontarono dei Dalek, cercando di fargli capire perché fosse una pessima idea quella di far loro guerra.

Solomon li ascoltò in silenzio. “Questi…Dalek. Sembrano essere il prodotto di un incubo. E vogliono riprodursi?”

“Si stanno fondendo con dei corpi umani” ripeté il Dottore incrociando  le braccia. “Se ho ragione hanno un allevamento di bestiame proprio qui, a Hooverville. Dobbiamo fare uscire tutti.”

Solomon incrociò le braccia. “Hooverville è l’ultimo posto in cui un uomo possa finire, non esiste un altro rifugio.”

“Verranno qui” insistette Rose. “Non potete difendervi da loro. Non con quei fucili.”

“Mi dispiace, Solomon, ma dovete disperdervi!” Il Dottore alzò la voce e si accigliò. Era sempre così: perché gli umani non potevano dargli ascolto? “Andate in un posto qualunque, seguite la ferrovia, attraversate lo Stato, basta che lasciate New York.”

Solomon scosse la testa, restio ad abbandonare tutto quello che gli era rimasto. Anche se non era niente. “Deve esserci un modo per ragionare con questi esseri.”

“Non è possibile, è questo il punto!” esclamò Rose esasperata. “Sanno solo conquistare e distruggere. E odiare. Non sanno cos’è la pietà. Non puoi ragionare con esseri del genere.”

Frank si avvicinò. “Tu non li hai visti, capo.”

“I Dalek sono sempre un brutto affare ma in questo momento sono vulnerabili” spiegò il Dottore. “E questo li rende più pericolosi che mai.”

Solomon sospirò. Si passò una mano sul viso, cercando di prendere la decisione migliore per tutti.

Rose si voltò di scatto. “Avete sentito?” domandò guardandosi intorno. Sentirono un fischietto, il segnale che erano sotto attacco.

“Stanno arrivando!” urlò infatti un uomo correndo nella loro direzione.  

“Una sentinella deve aver visto qualcosa” disse Solomon vedendolo avvicinarsi.

“Sono qui! Li ho visti! Sono dei mostri!”

Il Dottore non si mosse. “È cominciata.”

Rose gli strinse la mano. “Ormai è tardi per fuggire. Dovremo affrontarli. Insieme?”

Il Dottore ricambiò la stretta. “Insieme. Stiamo uniti, restiamo al centro. Finché ci sono solo gli schiavi maiale potremmo ancora farcela.”

Videro gli uomini correre a prendere le armi. Qualcuno tentò di scappare e li sentirono urlare quando gli schiavi maiale li catturarono e cominciarono a trascinarli via.

“Dobbiamo fuggire dal parco!” esclamò Martha spaventata.

“Non possiamo. Siamo circondati” urlò il Dottore vedendo i maiali stringerli in un cerchio. “Stanno raccogliendo tutti in un unico posto.”

“Siamo in trappola” si lamentò Tallulah.

Solomon imbracciò il fucile. “Allora restiamo uniti!” urlò, scrutando intorno a sé, pronto a colpire gli schiavi maiale a vista. Uno di loro si fece troppo vicino e partì il primo proiettile. Cominciò una sparatoria.

Martha afferrò un bastone e se lo rigirò tra le mani, più e più volte. Si ferì con le schegge ma non le importava. “Possiamo trattenerli finché non sarà giorno!” esclamò speranzosa e spaventata allo stesso tempo.

Il Dottore non si voltò a guardarla, fissava un punto sopra le loro teste. “No, Martha, questa è solo la fanteria.”

Rose seguì il suo sguardo e lo vide, un Dalek che levitava alcuni metri sopra di loro. Chiuse gli occhi. Contò cinque secondi, poi li riaprì. Sospirò. Fece un passo in avanti e prese la mano del Dottore.

“O mio Dio” imprecò Martha.

“È il diavolo!” urlò un uomo terrorizzato. “Il diavolo in cielo! Che Dio ci salvi! È la dannazione.”

Frank alzò il fucile, rabbioso. “Ah, sì? Lo vedremo!” urlò e fece fuoco. Il proiettile rimbalzò sulla corazza dei Dalek con un ‘cling’ metallico senza scalfirla minimamente.

Il Dottore fece un balzo in avanti e lo costrinse ad abbassare la canna del fucile. “Non serve a niente!”

Si immobilizzarono tutti quanti, in attesa di vedere quale sarebbe stata la prossima mossa del Dalek. Il Dottore si guardò intorno, controllando che sia Rose che Martha fossero al sicuro dietro di lui

Martha gli affondò le dita nel braccio. “Ce n’è più di uno” mormorò quando videro un secondo Dalek affiancarsi al primo. I Dalek girarono il loro unico occhio verso gli abitanti di Hooverville. Un attimo dopo aprirono il fuoco sulle tende e le capanne. La gente urlò, cercò di scappare ma i Dalek continuarono ad attaccarli con una precisione inesorabile.

Il Dottore non poteva far altro che restare a guardare, impotente, tanta distruzione. Rose avrebbe fatto qualsiasi cosa per non fargli attraversare di nuovo una cosa del genere.

I Dalek guardarono verso il piccolo gruppo armato che si era riunito intorno al Dottore. “Gli umani si arrenderanno!

“Lasciateli in pace!” strillò il Dottore avanzando di un passo. “Non vi hanno fatto niente!”

Il Dalek si limitò a fissarlo e smise di sparare. Almeno momentaneamente.

Solomon avanzò a sua volta, affiancando il Dottore. Rose dilatò gli occhi. “Cosa vuoi fare?” esclamò balzando in avanti, cercando di trattenerlo.

“Solomon, stai indietro!” Il Dottore lo afferrò per un braccio.

L’uomo ignorò entrambi. “Mi è stato riferito che mi sto rivolgendo ai Dalek, giusto? Da quello che sento, anche voi siete dei reietti.”

“Smettila” insistette il Dottore a denti stretti.

“Dottore, questa è la mia comunità. Rispetterai la mia autorità” gli mise una mano sul petto e lo fece indietreggiare. “Fammi fare un tentativo.”

Il Dottore scosse la testa, ma indietreggiò. Rose non poté fare a meno di fare un passo in avanti: quella situazione non andava bene per niente.

“Dalek…” invocò Solomon. Appoggiò il fucile a terra e tenne le braccia aperte davanti a sé come segno di apertura al dialogo. Rose si morse un labbro, glielo avevano detto che non si poteva parlare con i Dalek…perché non voleva dar loro retta? “…non siamo uguali? Sotto la superficie, non siamo fratelli? Perché, vedete…proprio oggi ho scoperto che l’universo di Dio è migliaia di volte più grande di quello che pensavo. E questo mi spaventa, mi fa scendere il gelo nelle viscere, ma sicuramente questo deve darmi speranza. Speranza che, forse insieme, possiamo creare un domani migliore” fece una breve pausa. Deglutì un paio di volte, cercando di rimediare alla gola secca. “Quindi vi prego: se c’è della compassione nei vostri cuori, allora vi unirete a noi e metterete fine a questa lotta.”

Il Dalek mosse l’occhio a destra e a sinistra, senza rispondere.

“Ebbene? Cosa ne dite?” insistette Solomon.

Era abbastanza, decise Rose. Fece alcuni passi in avanti verso Solomon per dirgli di lasciar perdere: quella era la dimostrazione che non si poteva discutere con i Dalek. Il Dottore la guardò allarmato.

STERMINARE”

Rose non ebbe nemmeno tempo di battere ciglio, si lanciò in avanti senza pensare alle conseguenze e trascinò Solomon a terra con sé. Lo stesso, non era stata abbastanza veloce. Solomon era stato colpito: giaceva a terra, agonizzante, ma non era morto.

“Rose!” gridò il Dottore balzando verso di lei.

“Sto bene!” allungò un braccio verso la folla. “Martha! È ancora vivo, dobbiamo aiutarlo!”

Martha non esitò e la raggiunse in un secondo cercando di trattenere un singhiozzo. “Gli hanno sparato. Hanno cercato di ucciderlo e basta.”

Rose spostò lo sguardo verso il Dalek ma si trovò davanti la figura del Dottore, ancora una volta pronto a mettersi tra lei e qualunque pericolo. Scattò in piedi e lo affiancò.

Rose Tyler. Il Lupo Cattivo, distruttore dell’imperatore” disse il Dalek puntando contro di lei il braccio armato.

Il Dottore la afferrò per un braccio e la costrinse a spostarsi dietro di sé. “Non osare! Non osare!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. “Non le farete del male! Prima dovrete passare sul mio corpo.”

Il Dalek lo analizzò, identificandolo. “Condizione accettata. Io sarò il distruttore del nostro più grande nemico!

Rose lo afferrò per le spalle. “Non puoi farlo! Non per me! Dottore!”

Il Dottore la guardò, cercando di memorizzare ogni tratto del suo viso. “Vale la pena morire per te” le afferrò il viso tra le mani e la baciò. Un breve contatto di labbra contro labbra, poi la lasciò andare e si girò per affrontare il Dalek.

STER-MI-NA…” cominciò prima di bloccarsi. “Non capisco. È il Dottore!” lo sentirono dire. Sembrava di ascoltare soltanto metà di una conversazione. “Il bisogno di uccidere è troppo forte” un’altra pausa. “Io…obbedisco.

Rose e il Dottore si scambiarono uno sguardo confuso. Potevano ancora cavarsela? “Cosa succede?” urlò lui.

Tu mi seguirai.

“Dottore” lo avvertì Rose, allarmata.

“No!” urlò Martha, ancora accucciata accanto a Solomon. “Non puoi andare!”

“Devo andare. I Dalek hanno appena cambiato idea.”

“E i Dalek non cambiano mai idea” finì Rose per lui con un sospiro tremante. Era spaventata quasi quanto Martha.

“Che ne sarà di noi se vai?” domandò Martha con le lacrime agli occhi.

Il Dottore si rivolse di nuovo al Dalek. “Una condizione! Se io vengo con te, risparmierai le vite di tutti quelli che sono qui, mi hai sentito?”

“Gli umani saranno risparmiati. Dottore…seguimi.”

Rose gli prese la mano. “Vengo con te.”

Il Dottore la guardò e gliela strinse, senza dire niente.

Martha li fermò. “E io?”

“Fai quello che ti riesce meglio. Salva Solomon e aiuta i feriti. Solo tu puoi farlo.”

La ragazza annuì e fece un passo indietro, lasciandoli passare. Rose e il Dottore si fermarono pochi metri più in là. Sembrarono dirsi qualcosa, Rose tornò indietro da Martha e l’abbracciò.

“Te lo prometto, andrà tutto bene” le disse riuscendo a infilarle la carta psichica in una tasca dei pantaloni, di nascosto dai Dalek. Si voltò e prese di nuovo per mano il Dottore, insieme seguirono i Dalek.

 

………¿DW?………

 

“È tutto a posto” assicurò Martha finendo di fasciare l’ultimo di una lunga serie di feriti. “Starai bene, non è che un taglio. ”

“Grazie” disse l’uomo prima di allontanarsi. Tallulah prese il suo posto.

“Come sta Solomon?” volle sapere Martha appena la vide. Aveva dato istruzioni di avvertirla se ci fosse stato anche il minimo cambiamento.

Lei scrollò le spalle. “Come prima. Credi che sopravvivrà?”

Martha si abbandonò sulla sedia lasciata vacante dall’ultimo ferito che aveva curato. “È possibile. Non ho mai lavorato in queste condizioni e non sono ancora un medico a tutti gli effetti. C’è poco che possa fare.”

Tallulah si accucciò accanto a lei e le appoggiò una mano sulla schiena. “Allora, che ne sarà di noi? Cosa facciamo adesso?”

Martha tirò qualcosa fuori da una tasca e lo mostrò alla donna. “Mi hanno dato questo. Deve esserci un motivo.”

Tallulah osservò incuriosita la carta psichica. “A cosa serve?"

“Ti fa entrare ovunque…palazzi e cose simili. Ma non so che fare. Immagino voglia che vada da qualche parte, ma dove? Non mi sono mai trovata in una situazione simile. Cosa dovrei fare? In situazioni come questo il Dottore si rivolge sempre a Rose.”

“Deve avere molta fiducia in te se ha pensato che ne fossi in grado. Se no avrebbe fatto rimanere qui Rose.”

Martha sorrise, rigirandosi ancora una volta la carta psichica tra le mani. “Non credo sia stata esattamente una scelta da parte sua. Non credo sia in grado di separarsi veramente da lei” il sorriso si affievolì e scomparve. Sospirò. “Infatti non mi vuole veramente a viaggiare con loro, nel TARDIS. È Rose che mi permette di rimanere. Fosse per lui mi avrebbe già scaricata un bel po’ di tempo fa.”

“Oh, tesoro. Sono certa che si sarebbe reso conto di quanto sei speciale anche senza Rose. Pensa a quello che hai fatto questa sera. Tante di queste persone sarebbero morte senza il tuo aiuto.” Balzò in piedi e batté le mani. “Lascia che ti aiuti dolcezza. Cosa posso fare?”

Martha si guardò intorno, in cerca di qualche ispirazione, e vide una catasta di giornali abbandonata in un angolo della tenda. “Sfogliamo quelli” indicò. “Potremmo trovare qualche notizia utile!”

Tallulah si mise subito all’opera. Martha camminò su e giù per la tenda, sbattendo pensierosa la carta psichica sul palmo della mano, cercando di farsi venire una qualche idea. Non riusciva a stare ferma. “Aspetta un attimo!” esclamò arrestandosi. “Giù nelle fogne, i Dalek hanno parlato di questo…conduttore di energia.”

Tallulah la fissò, speranzosa. “Cosa significa?”

Martha rimase a bocca aperta per un secondo, cercando di riordinare i pensieri. “Non…non lo so. Forse è come un parafulmine o…Dalekanium!” esclamò davanti alla realizzazione. “Hanno detto che il Dalekanium era in posizione” spiegò a Tallulah.

“In posizione, dove?” domandò lei esasperata.

“Frank potrebbe saperlo” decise Martha quasi correndo verso la tenda dove avevano ricoverato Solomon. Sapeva che Frank sarebbe stato al suo capezzale.

Lei e Tallulah entrarono silenziosamente, non volendo disturbare il sonno del ferito. Martha gli si avvicinò e gli controllò il polso e la temperatura, semplicemente poggiandogli una mano sulla fronte. Purtroppo non aveva nessun vero strumento medico con sé. Sospirò, non sembrava peggiorare.

“Se riesce a superare la notte le probabilità che riesca a sopravvivere si raddoppieranno” assicurò sottovoce. “Frank?” disse poi rivolgendosi al ragazzo.  “Ho bisogno di parlarti. Vieni un attimo fuori.”

Il ragazzo si alzò e la seguì. Martha si fermò solo quando furono abbastanza lontani da non disturbare Solomon. “Quel signor Diagoras, era una specie di faccendiere, vero? Vi procurava lavori ovunque?”

“Sì e riusciva sempre a guadagnarci.”

“Ma dove, esattamente? Che tipo di cose?”

Frank scrollò le spalle. “Qualunque cosa ti venga in mente. Ci serviva così tanto un lavoro che speravamo solo che Diagoras ci scegliesse per qualcosa di buono” sospirò. “Il lavoro nell’edilizia era quello che pagava di più.”

Martha lo prese per mano, cercando di incoraggiarlo. Era ancora molto scosso per quello che era successo a Solomon e lo capiva, ma aveva bisogno del suo aiuto. “Ma che tipo di lavoro nell’edilizia?” lo spronò.

“Per lo più per costruire quello” rispose Frank indicando qualcosa dietro di sé. Martha alzò gli occhi e vide l’Empire State Building.

 

………¿DW?………

 

Rose si appoggiò contro uno dei tavoli del laboratorio e osservò Dalek Sec e il Dottore lavorare insieme. Aveva mostrato loro dei corpi di essere umani, quasi cadaveri ormai, che avrebbero fatto parte della nuova razza Dalek, una volta riempiti quei gusci vuoti con una nuova coscienza. Una razza che sarebbe stata più umana, secondo il volere del loro nuovo leader, e che sarebbe andata alla ricerca di un nuovo pianeta solo per loro. Il Dottore aveva accettato di aiutarli: per fare quello che volevano i Dalek serviva un’enorme quantità di energia e l’Empire State Building avrebbe fatto da conduttore con la più grande eruzione solare da un millennio a quella parte. “Dobbiamo tornare alla carne e al cuore” questo aveva detto Dalek Sec.

Il Dottore era stato incredulo per un po’. “Cambiare tutto quello che rende Dalek un Dalek.”

“Voglio modificare la sequenza genetica” aveva spiegato Dalek Sec.

“Per renderli ancora più umani?”

“Gli umani sono i grandi sopravvissuti. Abbiamo bisogno di questa capacità.”

C’era poco che Rose potesse fare, se non osservarli. Sperando che, forse, finalmente avevano trovato il modo di liberarsi dei Dalek. Non distruggendoli, come sia lei che il Dottore avevano provato a fare, ma cambiandoli e trovando loro una nuova casa.

Uno dei Dalek le passò accanto e Rose non poté fare a meno di fare un passo di lato per allontanarsi da lui. Per sbaglio urtò Dalek Sec.

“Scusa” disse automaticamente.

“Rose Tyler.” Sec la guardò ma continuò a lavorare.

La ragazza cercò di capire cosa stava facendo, con poco successo, e per la prima volta si concesse un momento per osservare senza timore quel Dalek umano. Spostò di nuovo lo sguardo sul banco da lavoro, anche se non sapeva esattamente cosa stavano facendo, grazie all’addestramento a Torchwood era in grado di riconoscere la maggior parte degli strumenti scientifici presenti in quella stanza. Gli unici che non aveva mai visto erano tre strani aggeggi metallici, tondi, simili a delle tenaglie.

“Cosa sono quelli?” chiese prima di rendersene conto.

Con sua grande sorpresa fu Dalek Sec a risponderle. “Fanno parte del sistema di emergenza. Non ne avremo bisogno.”

 

………¿DW?………

 

Martha, Frank e Tallulah usarono la carta psichica per intrufolarsi nei piani superiori dell’Empire State Building, fino a uno degli ultimi piani costruiti.

“Guardate questo posto” esclamò Tallulah meravigliata. “La cima del mondo.”

Martha non perse tempo. Notò immediatamente dei grafici di lavoro, degli schemi di costruzione, su un sostegno e corse a prenderli. “Ok, ora, questo sembra utile.”

Frank le si affiancò. “Guarda, è la data di oggi” indicò l’angolo in basso a destra del primo foglio. “Devono averli aggiornati all’ultimo minuto.”

“Dici che i Dalek hanno cambiato qualcosa?”

“Potrebbe essere.”

Martha afferrò i progetti e li sparse per terra. “Qui la data è più vecchia” esclamò indicando uno dei fogli. “Qualunque cosa abbiano cambiato, deve essere sul primo foglio ma non su questo. Dobbiamo confrontarlo con gli altri.”

Sentirono tuonare in lontananza. Frank si alzò in piedi e indicò distrattamente la porta. “Vado a controllare fuori, voglio che sia sicuro qui: non voglio che ci interrompa nessuno.”

Tallulah prese il suo posto. “Sta arrivando un temporale.”

Martha sbuffò, afferrando l’ennesimo progetto uguale al precedente. “Come vorrei che Rose e il Dottore fossero qui. Saprebbero certamente cosa cercare!”

Tallulah incrociò le braccia. “Spiegami una cosa. Loro due…chi sono veramente?”

“Perché lo chiedi?”

“Sembrano diversi” spiegò Tallulah con una scrollata di spalle. “Voglio dire, tu sei straordinaria…per come hai curato quelle persone a Hooverville e tutto il resto ma sembri…normale.”

“La loro vita è diversa dal la nostra. Queste cose…il pericolo, gli alieni, sono cose normali” raccontò Martha senza distogliere gli occhi dai piani di costruzione. “Loro viaggiano. Sono stati insieme per anni, viaggiando solo loro due. Sono rimasti separati, per un po’, ma ora sono di nuovo insieme.”

“Ma stanno insieme insieme?”

“No. Credo sia anche per questo che Rose continua a farmi rimanere. La uccide essergli così vicino pur senza essere mai veramente con lui.”

“Ma che peccato!” si lamentò Tallulah accucciandosi accanto a Martha con uno sbuffo. “La adora: si vede! È la sua famiglia vero? Classi sociali differenti?” si accigliò, sospettosa. “Non è che è uno di quelli a cui piacciono i musical, magari?”

“Non è…cioè, direi di no. È solo…diverso.”

Tallulah le fece l’occhiolino. “È un uomo tesoro…che ti aspetti?”

“Solo…mi dispiace per lei. Sai, all’inizio mi ero persa una sbandata per lui…ma è passata in fretta. Siamo diventate amiche e… mi dispiace vederla soffrire.”

“Pensa che c’è chi sta peggio” le sorrise Tallulah. “Pensa a me e Laszlo. Almeno loro hanno ancora tempo.”

“Oh” fece Martha, addolorata e sentendosi un po’ in colpa per essersi completamente dimenticata di Laszlo. “Ascolta, se è insieme al Dottore, è probabile che riesca a scappare.”

Tallulah fece una smorfia. “E poi? Non diciamo follie. Non esiste alcun futuro per me e lui. Quei Dalek me l’hanno portato via. Era l’unica cosa buona nella mia vita e me l’hanno distrutta” si alzò in piedi, lentamente, e si allontanò andando a piazzarsi sul ciglio del piano, per poter guardare lo skyline di New York.

“Guarda! Ho trovato qualcosa!” la richiamò indietro Martha un secondo dopo. “Là. Sull’antenna: quelle piccole linee…sono nuove! Hanno aggiunto qualcosa, vedi?”

“Aggiunto cosa?”

Si guardarono. “Dalekanium!” esclamarono contemporaneamente.

 

………¿DW?………

 

Il Dottore si muoveva per il laboratorio sempre più freneticamente man mano che l’eruzione solare si avvicinava. Rose, non potendo aiutare, si era avvicinata senza farsi notare a Laszlo, che a sua volta si era introdotto nel laboratorio mimetizzandosi insieme agli altri schiavi-maiale.

Le linee di flusso sono pronte” riferì uno dei Dalek.

“Allora tutti gli impianti stanno per partire” esclamò il Dottore senza fermarsi.

Dalek Sec stava analizzando i dati da uno schermo sul muro. “L’eruzione solare è imminente. La radiazione raggiungerà la Terra in pochi minuti.”

“E noi saremo pronti! Quel composto permetterà ai legami genetici di riconfigurarsi in una nuova struttura. Date energia! Rose, vieni qui!”

Rose lanciò uno sguardo a Laszlo, che si stava limitando ad eseguire gli ordini dei Dalek, e raggiunse il Dottore. “Ecco la soluzione genetica” le spiegò quando videro il liquido a cui aveva lavorato fluire attraverso dei tubi, verso i corpi degli umani. Sembrava che tutto andasse come previsto, poi scattò un allarme.

“Che cos’è?” volle subito sapere il Dottore, allerta.

Sec si rivolse agli altri Dalek. “Che succede? C’è un malfunzionamento?”

I Dalek si limitarono a puntare su di lui i loro occhi metallici.

Il Dottore balzò verso il macchinario principale. “No, no, no! Il flusso genetico! Stanno interferendo col flusso genetico!”

“Impossibile! Non possono disobbedire agli ordini!”

Il Dottore si allontanerà dai comandi” ordinò uno dei Dalek tenendolo sotto tiro.

“Fermatevi. Voi non sparerete!” urlò Sec ma il Dalek non esitò. Il Dottore fu costretto a indietreggiare fino al centro della stanza con Rose e Sec, circondati dai Dalek e dagli schiavi-maiale.

Il Dottore è un nemico dei Dalek. E anche tu.

“Io sono il vostro comandante. Io sono Dalek Sec!”

Tu hai perso la tua autorità!

Tu non sei più un Dalek!

“Cosa avete fatto?” si intromise il Dottore. “Che succede al flusso genico?”

I nuovi corpi saranno Dalek al 100%”

Schiavi maiale, trattenete Dalek Sec! E il Dottore!”

“Lasciatemi!” urlò Sec quando gli schiavi maiale lo trattennero tenendolo per le braccia. Laszlo si buttò davanti agli altri e fu il primo a raggiungere Rose e il Dottore e afferrarli.

Cominciò a suonare un ulteriore allarme. “Eruzione solare imminente” annunciarono i Dalek voltandosi verso il macchinario. “Prepararsi a intercettarla.”

“C’è un ascensore” fece notare Laszlo non appena i Dalek smisero di tenerli d’occhio.

“Rose” disse il Dottore facendo un cenno con la testa dietro di sé.

“Pronta!” assicurò lei. Si voltarono di scatto e ci si buttarono dentro.

“Il Dottore sta scappando! Fermatelo! Fermatelo!”

Il Dottore estrasse il cacciavite sonico e fece chiudere le porte appena in tempo, prima che gli schiavi maiale riuscirono a fermarli.

“È solo una questione di minuti prima che i raggi gamma raggiungano la Terra. Dobbiamo arrivare in cima all’edificio.”

“Dottore!” chiamò Rose, sostenendo Laszlo per un braccio. Sembrava non riuscire a stare in piedi da solo.

“Non è niente” assicurò lui, all’improvviso era senza fiato. “Mi manca il respiro, tutto qui.”

“Non possiamo fare niente?” Rose lo guardò con uno sguardo supplicante.

“Non qui” rispose lui. “Non ora.”

Laszlo si tirò in piedi con grande sforzo. “Siamo riusciti a sfuggire. È tutto ciò che conta.”

Rose e il Dottore scambiarono uno sguardo: avevano sentito tutti quello che Dalek Sec aveva detto sugli schiavi maiale: “Sono solo bestie. La loro aspettativa di vita è limitata. Nessuno è sopravvissuto per più di qualche settimana.”

Le porte si aprirono e si ritrovarono davanti a Martha, Frank e Tallulah.

“Dottore! Rose!” esclamò Martha appena li vide.

“Primo piano: profumeria” scherzò il Dottore prima di raggiungere la ragazza. Rose perse un secondo per guardare Tallulah e Laszlo che si ritrovavano e sorrise.

“Ci siamo arrivati, sappiamo cos’hanno fatto!” stava spiegando intanto Martha. “Il Dalekanium è sull’antenna! Bello vedervi comunque!”

Il Dottore la strinse in un abbraccio. “Oh, vieni qui!”

Le porte dell’ascensore si chiusero. “No, no, no! Vedi? Mai sprecare tempo con gli abbracci!” il Dottore cerco di bloccarle con il cacciavite sonico ma ormai erano andate. Sbatté una mano sul muro. “Chiusura ermetica. Non posso fermarlo!”

Martha lo guardò mortificata. “Dove sta andando?”

“Dai Dalek. Non ci lasceranno in pace, quassù. Rose che ore sono?”

Rose, prima di rispondergli, gli diede un leggero pugno sul braccio.

“Ouh! Perché l’hai fatto?”

“Oltre che maleducato, sei anche ingrato!” lo rimproverò lei accennando a Martha e al modo in cui le aveva appena parlato. Lui la guardò contrito. “Le undici e un quarto, comunque.”

“Mancano sei minuti” calcolò il Dottore velocemente. “Devo togliere il Dalekanium prima che i raggi gamma lo colpiscano.”

Martha lo afferrò per una manica e lo portò sul ciglio della costruzione: l’unico modo per salire era arrampicarsi usando le impalcature.

“Oh…è alto” commentò il Dottore guardando giù. “Accidenti se è alto!”

Rose deglutì, ringraziando di non soffrire di vertigini. “E dobbiamo salire ancora più in alto, immagino.”

Martha annuì e indicò sopra le loro teste. “Quella è l’antenna, guardate. Dobbiamo togliere tre pezzi di Dalekanium dalla base.”

“Niente noi” corresse il Dottore. “Devo farlo io.”

“E io” aggiunse Rose. “Può non essere il migliore sul mercato, ma anch’io ho un cacciavite sonico. I tempi sono già abbastanza stretti, non abbiamo tempo di discutere!”

“Se saremo ancora lassù quando i raggi gamma colpiranno, potresti morire!” insistette il Dottore.

“Anche tu. In due faremo prima e non ci saranno problemi!” Rose non attese risposta e cominciò a salire velocemente la scala a pioli.

“Aspettate! Non potete lasciarmi qui a guardare con le mani in mano!” pregò Martha.

“No, avrai le mani impegnate comunque” sospirò il Dottore prendendola per le spalle. “Mi dispiace, Martha, ma dovrai combattere!”

Rose si voltò per guardarla. “Tutto ok?” le chiese.

“Ce la posso fare. Andate ora!”

Rose ricominciò a salire, il Dottore subito dietro di lei.

Le impalcature li portarono in alto, fino all’ultima piattaforma in legno che circondava l’antenna. Il Dottore fu il primo ad arrivare e subito tese una mano a Rose per aiutarla nell’ultimo tratto. Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che chiedersi come aveva potuto farsi convincere da lei.

“Ancora quattro minuti!” urlò cercando di farsi sentire oltre il rumore del vento. Estrasse il cacciavite e cominciò a sonicizzare la prima placca di Dalekanium. “Comincia da quella!”

Rose gli si affiancò, prototipo in mano, e cominciò a lavorare sulla placca che le era stata indicata. Era molto più lenta del Dottore ma era meglio che lasciarlo lavorare da solo. “Presto, presto, presto” borbottò quando sentì la tempesta avvicinarsi.

Il Dottore riuscì a staccare la prima placca mentre lei era ancora alle prese con la prima. “Ricorda che hai promesso di sistemarmelo quando torneremo al TARDIS!” gli disse riuscendo finalmente ad a mollare il primo dei due perni.

Il Dottore cercò di sorriderle ma era troppo teso. Rose riuscì finalmente a staccare la sua placca, la afferrò e la gettò lontano dall’antenna.

“Meno di un minuto!” urlò il Dottore a denti stretti cercando di fare il più velocemente possibile. Rose si concentrò sul secondo perno dell’ultima placca. Mentre si stava spostando, a gattoni per non rischiare di cadere, al Dottore scivolò di mano il cacciavite sonico. Rose cercò di afferrarlo senza risultato e lo videro scomparire al piano di sotto. Si guardarono col panico negli occhi. Tutto ciò che restava loro era un prototipo di cacciavite sonico malfunzionante.

“Rose, dammi il cacciavite e scendi!” ordinò il Dottore.

“Non ci penso nemmeno” ritorse Rose senza smettere di lavorare. Dopo un secondo il secondo perno di staccò. Ormai ne mancava solamente uno. “Non ti lascio qui a farti arrostire. Cerca di allentarlo con le mani mentre lo sonicizzo. Forse faremo prima.”

“Mancano pochi secondi!” urlò il Dottore cercando di aiutarla come lei aveva suggerito. “Dieci…” contò. “Nove…”

L’ultimo perno venne via. Rose esultò, aiutò il Dottore a staccare il Dalekanium dall’antenna e ad abbandonarlo per terra. Cominciarono a scendere dalla piattaforma il più velocemente possibile.

Avevano quasi raggiunto il piano di sotto ma non avevano abbastanza tempo. Quattro secondi…tre secondi…e sarebbero stati colpiti entrambi. Il Dottore balzò in avanti, afferrò Rose per un braccio e la lanciò verso il piano, facendole saltare diversi metri…e il fulmine colpì l’edificio.

Rose riaprì gli occhi con un rantolo. Aveva smesso di respirare, ne era certa. Quanto tempo era passato? Qualche minuto? Qualche secondo? Scattò in piedi appena si ricordò cos’era successo prima che perdesse conoscenza e vide il Dottore. Era caduto quasi sopra di lei dopo essere stato colpito in piena dal fulmine. Si gettò in ginocchio accanto a lui. “No, no, no, stupido alieno. Non osare rigenerarti! Non puoi baciarmi e poi morirmi tra le braccia.”

Il Dottore gemette e riaprì gli occhi. Alzò un braccio tremante e le accarezzò una guancia col dorso della mano. “Grazie al cielo, Rose. Stai bene” le sorrise beato. Si tirò faticosamente a sedere e Rose lo colpì su un braccio, come aveva fatto solo poco prima, ma con molta più forza.

“Perché l’hai fatto?” squittì il Dottore massaggiandosi il braccio e guardandola incredulo.

“Quello che hai fatto lì?” disse lei indicando l’antenna dell’edificio. “Quello era l’equivalente idiota del protocollo di emergenza uno. Non provarci mai più a morirmi sotto il naso, capito? O ti prendo a calci fino alla prossima rigenerazione.”

Rose stava tremando dalla rabbia. Il Dottore intrecciò le dita con le sue. “Farei qualunque cosa pur di tenerti in salvo, Rose. Anche farmi prendere a calci da te.”

“A me basta che tu ci sia per farti prendere a calci.”

Si abbracciarono.

“Stiamo bene!” urlarono poi quando si sentirono chiamare dal piano inferiore. Si alzarono in piedi, aiutandosi uno con l’altro, ancora scossi. Rose si chinò per recuperare il cacciavite sonico del Dottore e glielo infilò nella tasca del cappotto con un sorriso.

Si ritrovarono con gli altri. “Ce l’abbiamo fatta!” esclamò Rose con un sorriso smagliante.

“Voi state tutti bene?” chiese il Dottore.

Martha annuì. “Il fulmine ha neutralizzato gli schiavi maiale.”

“Cosa facciamo adesso?” volle sapere Tallulah stretta tra le braccia di Laszlo.

“Dobbiamo distruggere il laboratorio del Dalek” informò il Dottore trucemente. “Non possiamo rischiare che trovino un nuovo modo per dare vita ai Dalek umani” guardò verso Martha. “C’è un altro ascensore?”

“Noi siamo saliti con quello di servizio.”

“Bene, allora. Allons-y!”

 

………¿DW?………

 

Il Dottore fece entrare tutti nell’ascensore che li avrebbe condotti al laboratorio, purtroppo era l’unico accesso disponibile. Lungo la strada avevano raccolto delle cariche esplosive dal cantiere e ognuno ne stringeva una in ogni mano. “Proprio non resisti a far saltare in aria i posti di lavoro della gente, eh?” scherzò Rose mentre il Dottore gliene passava una.

Le sorrise. “Mi conosci.” Premette il pulsante per il laboratorio e si rivolse agli altri, ripetendo il piano per l’ennesima volta. “I Dalek saranno lì. Io li distrarrò mentre voi piazzerete le cariche. Appena avrete fatto allontanatevi subito: le cariche non sono abbastanza potenti da tirare giù il piano ma quanto basta per farvi male se resterete troppo vicini.”

L’ascensore arrivò al piano sotterraneo con un ‘ding’. Da un momento all’altro le porte si sarebbero aperte. Il Dottore strinse Rose in un abbraccio veloce. “Buona fortuna” le disse prima di lasciarla andare e uscire. Gli altri uscirono subito dopo di lui, Rose e Frank a sinistra, Martha, Tallulah e Laszlo a destra.

Il Dottore avanzò lentamente, in mezzo alla stanza. I tre Dalek si stavano guardando intorno, confusi, senza capire perché il loro piano non aveva funzionato.

Il Dottore!” esclamò uno dei Dalek appena lo vide.

Il Dottore! Il Dottore!” ripeterono gli altri due.

Hai ostacolato i nostri piani per l’ultima volta, Dottore. ora morirai e con il grande nemico dei Dalek sconfitto, finalmente riusciremo a creare Nuova Skaro sulla Terra.

Il Dottore mosse la testa di lato, con stizza. “Oh e che mondo sarebbe. In cui ogni deviazione dalla norma verrà trascinata nel fango. Quello è Dalek Sec!” esclamò indicando il Dalek umano, costretto a rimanere inginocchiato per terra, con le braccia incatenate al muso. “Ve lo ricordate?”

Anche Rose lo notò e scivolò verso di lui, stando ben attenta a rimanere nascosta dalla vista dei Dalek. Estrasse il suo prototipo di cacciavite sonico e cominciò a sonicizzare le manette di Sec. In quel momento ringraziò il cielo che una delle tante funzioni che il suo prototipo non riusciva a emulare dell’originare era quella sorta di ronzio che emetteva quando era all’opera.

Il Dottore capì subito cosa stava cercando di fare e si spostò a destra di qualche passo, costringendo i Dalek a seguirlo con lo sguardo, per evitare che la vedessero. “Il Dalek più intelligente di sempre! E l’avete incatenato a un muro, come un animale. È questo il vostro nuovo impero? Sono queste le basi della vostra nuova civiltà?” con la coda dell’occhio vide Martha, Tallulah, Frank e Laszlo finire il loro lavoro e allontanarsi, aspettando nascosti dietro una colonna la possibilità di entrare nell’ascensore senza essere notati.

Anche Rose riuscì a liberare Dalek Sec e gli fece cenno di seguirla. Il Dottore non riuscì a sentire ciò che si dissero ma vide Sec fare cenno a Rose di allontanarsi senza di lui. La ragazza guardò verso il Dottore con uno sguardo interrogativo. Lui annuì con un leggerissimo cenno della testa, per non farsi notare dai Dalek e la guardò camminare, accucciata, lungo il perimetro del laboratorio solo per ricomparire al suo fianco.

Nel frattempo Dalek Sec era riuscito ad alzarsi in piedi e aveva afferrato due di quella specie di tenaglie che Rose aveva notato l’ultima volta che era stata nel laboratorio. Guardò Dalek Sec posizionarsi silenziosamente alle spalle dei Dalek, che non avevano distolto l’attenzione dal Dottore nemmeno per un secondo.

“Miei Dalek. Se scegliete morte e distruzione, allora morte e distruzione sceglieranno voi.”

Errato” rispose uno di loro voltandosi per guardarlo. “Noi sopravviviamo sempre!”

“Non questa volta!” urlò Sec azionando i due dispositivi che aveva in mano e attaccandoli alla corazza dei Dalek come se fossero una calamita. Sembrarono attraversati da una scossa rossa e un secondo dopo la spia luminosa all’interno degli occhi dei due Dalek si spense. Erano morti.

Era rimasto un solo Dalek. Dalek Caan. “Spiegare! Spiegare!” ordinò indietreggiando.

“Sistema di emergenza” ghignò Rose.

STERMINARE!” disse Dalek Caan e sparò contro Dalek Sec che stramazzò a terra, ma non era ancora morto. Respirava a fatica e cercò di attaccare il terzo dispositivo su di lui con le ultime forse che gli erano rimaste.

Dalek Caan fu più veloce. “Trasferimento temporale d’emergenza!” disse e scomparve.

“No!” urlarono Rose e il Dottore facendo un balzo in avanti, ma ormai il Dalek era scomparso. Corsero da Sec per cercare di aiutarlo. Gli si accucciarono accanto.

“È morto” stabilì il Dottore con un sospiro. Rose chiuse l’occhio senza vita di Dalek Sec con le dita.

Si rialzarono in piedi e si abbracciarono.

Gli altri andarono loro in contro. Frank e Tallulah sorreggevano Laszlo tenendolo per le braccia. Respirava sempre più a fatica.

“Dottore!” chiamò Martha con urgenza. Lui e Rose si separarono e corsero loro incontro. “Sta male!” spiegò loro la ragazza.

Laszlo rantolò e lei, Frank e Martha lo aiutarono a distendersi per terra. Tallulah si accucciò con lui lo prese tra le braccia. Il Dottore gli si accucciò accanto.

“È il suo cuore” continuò Martha sentendogli le pulsazioni sul collo. “Corre all’impazzata. Non ho mai visto niente di simile.”

“Cos’è, Dottore?” gemette Tallulah, pallida dalla paura. “Che cos’ha? Lui dice che non può respirare. Cos’ha?”

Laszlo alzò lo sguardo su di lei. “È arrivato il momento, tesoro” ansimò.

“Quale momento? Di cosa stai parlando?”

“Nessuno degli schiavi sopravvive a lungo. Molti di loro sono vissuti solo per poche settimane. Io sono stato fortunato.”

Il Dottore strinse le mani in una morsa e se le appoggiò sulla bocca, fissandoli. Rose gli mise una mano sulla spalla. Il Dottore gliela strinse.

“Ho resistito perché avevo te” continuò Laszlo facendo fatica a tenere gli occhi aperti. “Ma adesso… sto morendo, Tallulah.”

A ragazza singhiozzò. “No, non è vero. Non adesso, dopo tutto questo. Dottore, non c’è niente che tu possa fare?”

“Oh, Tallulah, con tre L e un’H…sta a guardare!” esclamò balzando in piedi. Si tolse il cappotto e lo passò a Rose che lo prese al volo con un sorriso. “Cosa mi serve? Oh, non saprei… forse un grane laboratorio di genetica?” fece un giro su sé stesso indicando intorno a sé. “Oh, ma guarda. Eccone uno! Laszlo, tu resisti!” urlò cominciando a lavorare freneticamente. “Non ti lascerò morire: ti salverò e poi faremo saltare in aria questo posto. Tallulah, fuori dai piedi” estrasse lo stetoscopio dalla tasca della giacca. “Il Dottore riceve.”

 

………¿DW?………

 

Il Dottore, Rose e Martha scesero dal traghetto e si ritrovarono di nuovo su Liberty Island.

“È stato in gamba Frank” stava commentando Martha.

“Sì, non c’è stato nemmeno bisogno che Solomon aprisse bocca per convincere la gente di Hooverville ad accogliere Laszlo” ammise Rose facendo dondolare spensieratamente avanti e indietro la mano che aveva intrecciata con quella del Dottore.

Martha buttò un ultimo guardo alla città. “Credete che funzionerà per quei due?”

“Non lo so” rispose il Dottore seguendo il suo sguardo. “In qualunque altro posto dell’universo mi preoccuperei per loro, ma New York? Questo è quello che la città fa alla grande. ‘Datemi le vostre stanche, povere masse affollate’” citò. “…e forse anche lo strano, vecchio, schiavo maiale-ibrido-mutante di Dalek.”

Martha rise. “Il maiale e la showgirl!” guardò verso Rose e il Dottore, ancora per mano. “Questo dimostra, credo…che per tutti c’è qualcuno.”

Il Dottore continuò a guardare la città in lontananza e non disse niente ma Rose sentì che, per un breve istante, le aveva stretto la mano con più forza. Guardò verso l’altra ragazza e le sorrise.

Si voltarono ed entrarono nel TARDIS. Solo allora il Dottore lasciò andare Rose. Si avvicinò alla console e li spedì nel Vortice.

“Ora vado a bruciare questi vestiti” annunciò Martha dirigendosi verso i corridoi. “Con tutti il tempo che ci ho passato nelle fogne, non credo di volerli indossare mai più.” Prima di scomparire si girò verso il Dottore. “Volevo solo dire…mi dispiace.”

“Per cosa?”

 “Solo…perché quel Dalek è scappato. So cosa significa per te. Credi che lo rivedrete di nuovo?”

Il Dottore si accigliò “Oh, sì” rispose. “Un giorno.”

Martha si girò di nuovo e si allontanò. Rose e il Dottore rimasero da soli. La ragazza passò una mano sulla console e gli si avvicinò. “Beh, è andata bene, dopotutto.”

Lui scrollò le spalle.

Rose gli sorrise, lasciando spuntare la lingua tra i denti. “Credo che abbiamo ancora qualcosa in sospeso.”

“Vuoi che ti aggiorni il cacciavite sonico?”

“Anche. Ma mi sembra pure che tu abbia accennato a un bacio, prima.”

Lui non osò alzare lo sguardo e continuò a trafficare con i comandi della console. Rose non poteva definirsi un’esperta a riguardo ma era abbastanza sicura che quel set di comandi avesse a che fare con il sistema di irrigazione della serra. “Ah, sì” balbettò lui. “Quello…quello era... Tecnicamente io…”

“Tecnicamente” ripeté lei. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò.

Il Dottore chiuse gli occhi facendo un respiro profondo, riempiendosi del profumo di Rose, sentendo il sapore del suo bacio sulle labbra. Così diverso da quello di Lilith o da quello di Cassandra. Stava per stringere Rose tra le braccia quando lei si staccò e i suoi cuori gli mancarono un battito. Si ricordò di respirare. Lei aveva ancora le mani sul suo viso. Gli accarezzò una guancia e attese.

Lui la guardò, guardò le sue labbra. Gli sembrava ancora di sentirne il contatto contro la bocca.

Rose rimase ferma davanti a lui, osservandolo, lasciandosi guardare, chiedendogli silenziosamente di ricambiare il bacio. Pregando che questa volta fosse lui a farsi avanti.

Il Dottore deglutì e alzò una mano per spingerle una ciocca di capelli dietro l’orecchio, trattenendo la mano sopra la sua tempia più a lungo del necessario.

“Credo” le disse, senza riuscire a evitare che la parola gli si incastrasse in gola. “Ah… di averti promesso un nuovo cacciavite sonico.”

Lei lo fissò per diversi istanti, poi sospirò. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e fece un passo indietro. “Credo di sì.” Tirò fuori il prototipo dalla tasca della giacca e lo appoggiò sulla console. Girò sui tacchi e lasciò la stanza.

Appena scomparve dalla sua vita, il Dottore si passò una mano tremante sul viso, dove poteva ancora sentire la traccia incandescente lasciata dalle dita di Rose. Si coprì gli occhi col palmo della mano, cercando di ricomporsi, cercando di convincersi che sarebbe stata una pessima idea seguirla.

Sarebbe mai finita quell’agonia? Ma voleva veramente che finisse?

Si appoggiò alla console con tutto il peso. Sospirò e impostò le nuove coordinate.

 

 

NDA: I’m sorry, I’m so sorry, per citare il nostro caro Ten. Questa settimana è stata un inferno fatto e finito e non sono assolutamente riuscita a finire il capitolo entro giovedì. Adesso è mezzanotte…è appena cominciata domenica 21 aprile…fatemi gli auguri che oggi invecchio! :D (sempre che riesca a pubblicare il capitolo entro oggi. Devo ancora rivedere alcune cose)(Sì, alla fine è già lunedì…amen! Ancora sorry per il ritardo!)
Se ci sono di nuovo errori di battitura comincerò seriamente a dubitare delle mie capacità di rilettura, comunque.
Come promesso questo capitolo ha sviato un po’ dal copione originale…spero vi siano piaciuti i cambiamenti!
Inoltre piccolo aggiornamento riguardo il prossimo capitolo “The Lazarus Experiment”…probabilmente ci vorrà un po’. Non troppo, credo che riuscirò comunque a farlo uscire entro la fine del mese ma non ho ancora lavorato per bene alla trama (so solo come iniziarlo) quindi abbiate un po’ di pazienza!
Spero di non starvi frustrando troppo con tutta questa tensione tra Rose e il Dottore…ci sarà un piccolo bonus apprezzamento del prossimo capitolo (ispirato dalla cara Amy Tennant, quindi ringraziate lei, probabilmente non ci avrei pensato da sola :-P). Poi arriverà un nuovo capitolo originale “Quattro cose e una lucertola”…credo possiate immaginare di cosa tratterà! :D Un bacione a presto!

   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: claudineclaudette_