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Autore: Ashwini    22/04/2013    3 recensioni
Amia non è una semplice umana.
Andras è il demone che regna sull'Impero di Alloces.
Andras riuscirà a conquistare l'intero pianeta Terra tranne un piccolo territorio "protetto" dalla CGE, un'organizzazione umana corrotta da Rea e le sue sacerdotesse.
Rea vuole vendetta per un torto subito in passato a causa di Andras.
Ma chi è il vero nemico?
Una leggenda influenzerà i destini dei personaggi.
Damien, un simpatico demone biondo, e Raina, una spumeggiante umana, sapranno aiutare Andras e Amia, loro amici?
Dalla storia:
«Ti ho visto, ho incrociato i miei occhi con i tuoi. Ti ho conosciuto, ho intrecciato le fibre della traccia della mia vita con le tue. Ti ho guardato dentro, ho voluto te nella mia storia e me nella tua. Ti ho amato, ho combattuto, mi sto battendo, ci sto difendendo per farti restare lungo il mio percorso, ma mai ai suoi confini perché lì c'è solo dolore. Ti ho visto, ti ho conosciuto, ti ho guardato dentro, ti ho amato. Ti vedo e ti vedrò ogni giorno chiaramente, ti conoscerò sempre di più, ti affonderò ancora dentro, ti amo e sarò innamorata di te in eterno.» - Amia.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Capitoli:
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Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic 02 CAPITOLO SECONDO- Verso un nuovo futuro. Buonasera ragazze! ^-^

Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia. :)
Vi avviso che questo è un capitolo di passaggio che servirà per spiegare alcune cose, la vera avventura inizierà dal prossimo capitolo.
Seguite Amia nel suo viaggio, provate le emozioni che prova lei e tentate anche di immedesimarvici, voi cosa fareste al suo posto?
Adesso vi lascio alla lettura del capitolo, ci vediamo sotto.

BUONA LETTURA!

****





Una persona riesce a diventare veramente forte solo quando
ha qualcosa per cui valga la pena di combattere e per cui
farebbe qualsiasi cosa pur di non perderla!




Capitolo secondo: Verso un nuovo futuro.





Quella mattina, mi svegliai grazie ai tiepidi raggi del sole che già facevano capolino dall'orizzonte, era l'alba di un nuovo giorno e, chiamatelo sesto senso, sentivo che quella sarebbe stata una giornata pessima.
Mi sentivo strana e inquieta, da quando gli occhi dell'imperatore si erano distolti dai miei mi sentivo come se una parte di me mancasse, come se con quell'atto si fosse portato via un frammento importante della mia anima.
Una sensazione terribilmente inquietante.

Non capivo cosa diavolo mi aveva fatto, il perché mi sentissi così dipendente da un nuovo contatto con i suoi occhi, e il solo pensiero di ciò mi mandava in bestia, non capivo questa mia nuova e prepotente esigenza di averlo vicino, insomma io neanche lo conoscevo! Odiavo il solo pensiero di sentirmi dipendente da qualcuno in modo così morboso e poi, non era neanche normale!
Scacciai con forza quei pensieri dalla mia mente, pensando che avevo cose molto più urgenti da fare al momento e, facendo mente locale, decisi che la prima tappa era trovare il più in fretta possibile un rifugio, possibilmente più comodo della caverna in cui avevo dormito, ma soprattutto sicuro, da cui mettere in atto il mio piano. Anche se mi sarei imbattuta in molte difficoltà, qualcosa avrei sicuramente trovato; ero determinata e niente avrebbe potuto fermarmi.
Niente, nemmeno lui.

Uscii cauta e il più silenziosamente possibile dalla caverna in cui avevo passato la notte, dicendomi che non dovevo essere avventata, nessun passo falso o avrei potuto rimetterci la pelle. Avevo visto con i miei occhi di cosa erano capaci quei mostri e non volevo averci nulla a che fare.
Dopo non molto arrivai nuovamente all'entrata del bosco e, guardando verso le mura, notai con sollievo che non vi erano guardie, forse era ancora troppo presto...
Bene. Avrei avuto meno problemi.
Guardandomi intorno scorsi una strada che doveva sicuramente portare alla capitale dato che era rivolta verso di essa. Mi resi conto con orrore che però sarei stata completamente allo scoperto dato che non vi erano alberi o altro a coprirmi le spalle, e che se fosse passato, per disgrazia, uno di quei soldati di ronda sarei finita dritta dritta nei guai. A quel pensiero, mi vennero in mente le mille e più torture che avrebbero potuto infliggermi prima di morire, provocandomi brividi di freddo simili a lamine appuntite che passarono lungo tutta la mia spina dorsale.
Ok, dovevo calmarmi e pensare lucidamente, potevo farcela.
Bene... pensa Amia, pensa, cosa si può fare adesso?
Sorrisi pensando che anche Winnie Pooh faceva così e... cielo, come diavolo potevo mettermi a pensare a quell'orsetto proprio adesso! Dovevo restare concentrata!

Mentre ero impegnata nelle mie inutili e fuori luogo elucubrazioni mentali non mi accorsi minimamente di essere osservata da qualcuno dietro le mie spalle.
All'improvviso, infatti, qualcuno mi prese da dietro con forza, intrappolandomi in una presa d'acciaio, cercai allora di liberarmi muovendomi come un'ossessa ma non ebbi nemmeno il tempo di girarmi per vedere chi fosse o fossero i miei aggressori, perché subito ricevetti un forte colpo alla testa e il buio assoluto avvolse la mia mente.

Odore di ferro e ruggine, puzza di sudore e sangue rappreso, furono questi gli sgradevoli odori che mi avvolsero al mio turbolento risveglio causato da una profonda buca in mezzo alla strada.  
Mettendomi seduta, mi stropicciai gli occhi con una mano, cercando di mettere a fuoco il luogo in cui mi trovavo, e mi paralizzai sul posto non appena mi accorsi di essere dentro le sbarre di una cella incastonata sopra un carro malandato.
Ero stata davvero catturata allora, non me l'ero sognato... No, no, no, no. E adesso come facevo ad uscire?!  
Ancora una volta la mia mente fu invasa dalle immagini raccapriccianti delle peggiori torture possibili.
Accidenti!
Smarrita e preoccupata mi guardai intorno e notai che con me c'erano altre cinque persone, due ragazze e tre ragazzi che dovevano avere pressoché la mia età. Mmh, forse potevo chiedere a loro se sapevano qualcosa, così, con voce pacata, chiesi loro: << Ehm... Scusate, ma voi sapete per caso dove ci stanno portando? >>

Quattro di loro alzarono lo sguardo da terra e puntarono i loro occhi su di me. Erano tutti stremati e sofferenti oltre ogni dire; chissà quante ne avevano passate quei poveretti...
Sospirai, forse dovevo starmene zitta e non infierire su di loro ulteriormente...

<< Ci stiamo dirigendo alla capitale per essere venduti ai demoni come schiavi. >>
Colui che parlò fu uno dei ragazzi, quello seduto in un angolo della cella in disparte, aveva lo sguardo rivolto verso il cielo, come se solo ciò potesse dargli un qualche sollievo. Aveva i capelli rosso ruggine, gli occhi verde prato e una carnagione chiara. Le labbra sottili avevano pronunciato quelle poche parole con chiaro disprezzo.
Come lo capivo... ma aspetta. Aveva forse detto... Demoni?!
Sapevo che con quegli straordinari poteri non potevano essere dei normali esseri umani ma... demoni?! Andiamo, erano creature fantastiche, frutto di menti umane perverse, i demoni non esistevano!  Era assurdo! Tutte queste storielle su angeli, demoni, vampiri e compagnia bella sono solo baggianate, per impaurire i bambini, nulla più, nulla meno.
Ma, adesso, avevo visto con i miei stessi occhi di che cosa erano capaci quegli esseri: ormai non mi restava che arrendermi all'evidenza dei fatti, anche perché non c'era nessun'altra spiegazione logica al problema.
Perfetto, avevo a che fare con potenti demoni assetati di potere e pronti ad uccidere. Direi che, ora come ora, va proprio tutto alla grande, pensai sarcastica.
Fissai intensamente il ragazzo ed in un attimo decisi che dovevo assolutamente saperne di più sulla questione, la curiosità era un'altra delle mie peculiarità ed io avevo un urgente bisogno di sapere al momento.

<< Posso chiederti come sai che sono per certo dei demoni? >> mi informai gentilmente, ma il mio tono tradiva la mia reale impazienza.
<< Come, tu non c'eri quando ci hanno attaccati? >> domandò incredulo il ragazzo.
<< No, io c'ero, ma prima che mi catturassero sono scappata attraverso un portale e sono arrivata nel bosco di prima, credevo che così non sarei stata catturata ma... beh come puoi vedere sono stata presa comunque. Non ho assistito al resto degli eventi accaduti a casa... Ma tu di dove sei? Se non sono indiscreta... >> chiesi incerta, torturandomi le mani.
<< Tranquilla, non farti alcun problema. Io sono di Londra comunque. Allora, per fartela breve, c'è stata una strage, gente che urlava disperata, chi cercava di scappare, chi paralizzato dallo shock... insomma, siamo stati presi, se non tutti, buona parte. Successivamente ci hanno messi in carri come questo e ci hanno fatto attraversare un portale, poi ci siamo fermati e, dopo averci legato con manette d'acciaio, ci hanno condotti in una cabina di controllo difronte le mura per registraci credo, non conosco la lingua in un cui parlano questi demoni ma a giudicare da quanto fatto deve essere stato così. Credo sia stato allora che ti hanno caricata qui dato che quando siamo risaliti nel carro, tu già eri qui priva di sensi. Posso poi dirti con certezza che sono demoni perché i conducenti del carro, ci hanno presi costantemente in giro dicendo che ora non avremmo più fatto quei deliranti discorsi sul fatto di essere la razza più evoluta e dominante dell'universo. Che ora avremmo conosciuto il vero inferno e che loro erano dei demoni notevolmente più forti di noi. Il tutto ridendo e schermendoci. Questo è tutto ciò che so al momento, mi dispiace. Tu di dove sei invece? >> Mi disse con la voce di chi è consapevole di essere impotente difronte a fatti più grandi di lui.
<< Io invece vengo da New York... quindi... è vero che stavano attaccando tutte le città del mondo... Cavoli, la cosa è molto più grave di quanto già non credessi... >> sospirai affranta ma con gli occhi fiammeggianti d'ira.
Da quel momento in poi nessuno dei due parlò più, sentivo che l'aria si era fatta più tesa e pesante sulle mie giovani spalle. A quel punto, mi chiesi se avrei veramente potuto portare a termine la missione che mi ero prefissata il giorno prima. Insomma, ero sola in un mondo sconosciuto, in mani nemiche e in procinto di essere venduta come schiava. La situazione andava di bene in meglio.
Però una cosa era certa, io non mi sarei mai fatta sottomettere da uno di quei dannati mostri!
Avrei resistito ad ogni cosa mi si fosse parata difronte, combattendo per i valori che mia madre mi aveva insegnato. Anche stavolta sarebbe stata così, sicuramente. 
Tanto meglio se sarei stata venduta ad uno di quei demoni. Avrei fatto in modo di finire nelle mani di una famiglia potente, vicina all'imperatore. Successivamente mi sarei premurata di sopravvivere in tutta tranquillità, senza dare nell'occhio. Nel frattempo però, avrei cercato ogni informazione possibile sull'impero e il suo sovrano, cercandone i punti deboli poi, come già detto in precedenza, avrei riferito tutto alle forze militari che erano riuscite a sopravvivere all'attacco nemico. 
Un sadico sorriso spuntò sulle mie labbra rosse come ciliegie mature. Si, ce l'avrei fatta e alla fine avrei gongolato difronte la faccia stupita di quel bastardo dagli occhi rossi e... No! Ecco che mi ritornavano in mente i suoi maledetti occhi, ecco che quella strana sensazione si faceva risentire prepotente in me, consumandomi e tormentandomi, seppur piacevolmente, l'anima.
Dovevo smetterla accidenti! Non dovevo avere distrazioni di nessun genere o avrei rischiato di compromettere tutto.
Mi sento tanto James Bond in questo momento. A quel pensiero risi come una scema e gli altri ragazzi mi guardarono come se fossi pazza, e come dargli torto, insomma, chi rideva mentre era in procinto di essere schiavizzata? Beh, forse non era un buon momento, ma una delle cose che mi diceva sempre mia madre era che bisogna affrontare tutti i problemi con un sorriso.
Ed è proprio per tale motivo che io avrei sempre sorriso, mostrando a tutti quei mostri che io sarei andata avanti sempre e comunque, non importa cosa loro avrebbero fatto per abbattermi, avrei trovato la forza di rialzarmi semplicemente perché volevo essere libera di vivere la mia vita.

Occhi rosso cremisi, penetrati e profondi come i rubini più preziosi.

Scossi la testa, no, nemmeno lui avrebbe potuto reprimere il mio animo battagliero. Guardando le nuvole in cielo, fissai con sfida l'immagine dell'imperatore che era comparsa prepotente nella mia mente.
Il signorino voleva la guerra?
Bene. Aveva trovato pane per i suoi denti.

E mentre sorpassavamo le porte della città e un leggero venticello mi sferzava il viso, guardai con ritrovata speranza la città che mi si parò difronte.
Ed allora sorrisi nuovamente, sorrisi al cielo e fu come risentire il caldo abbraccio di mia madre avvolgermi.

Sì, sarei sopravvissuta anche per lei.




***



ANGOLO AUTRICE:


Buongiorno a tutti! ^-^

Allora, iniziamo col dire che mi rende enormemente felice vedere che in molti stiate seguendo la mia storia! *-*

Ringrazio coloro che recensiscono e mi fanno sapere ciò che pensano, davvero, così mi spronate a continuare con sempre più vigore! <3
Ringrazio anche chi semplicemente legge la storia. Magari in futuro riuscirò a sorprenderlo e a farlo recensire, chissà! 
Questi sono stati dei capitoli di passaggio, un'introduzione a quella che sarà la vera e propria storia, infatti dal prossimo risulteranno più lunghi di così.
Spero che non vi creino disturbo, ditemi voi se li volete sempre così corti... in questo modo però si allungherà la storia e voi saprete dopo cosa accade perché io potrei decidere di fare la cattiva e interrompere il tutto in un momento cruciale... 
Ma tanto lo farò comunque, ahahahah.

Nel prossimo capitolo vi anticipo che ci sarà il tanto atteso secondo incontro tra la nostra protagonista ed il co-protagonista della storia! Faranno scintille, ve lo assicuro! ;)

Baci a tutti, vostra Ashwini. ;*
  
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