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Autore: LucyFire    22/04/2013    2 recensioni
Una cena, un appuntamento, un uomo strano e una ragazza che capisce ben poco.
DAL CAPITOLO:
“Modesto?”
“Credo solo di essere realista. O almeno ci provo: non mi piace dire cose in cui non credo.”
“Mai detta una bugia?” Fece una mezza risata. Quest'uomo era davvero strano: prendeva ogni mia domanda come frase filosofiche, facendomi presente tutto ciò che pensava.
“Ok, rewind. Non mi piace dire cose che credo siano delle emerite cavolate.”
“Quindi dici sempre quello che pensi.”
“Teoricamente, perché anche in quel caso potrei dire stupidaggini.” Stavo per aprire la bocca per rispondergli a tono, ma la richiusi all'istante, rendendomi conto che non sapevo cosa dire. Era la prima volta che mi trovavo senza parole, inconcepibile.
“Non sai cosa dire.” Molto intelligente, si.
“Non saprei cosa rispondere. Dici cose strane.”
“E' un complimento?”
“Prendilo come vuoi. Ho detto solo quello che penso.”
“In fondo è quello che faccio anche io; che coincidenza, diamo entrambi aria alle nostre idee facilmente.”
“Ma se mi hai appena detto che non dici tutto quello che pensi perché lo ritieni molte volte stupido.”
“No, calma. Ho detto che non mi piace dirlo, non che non lo faccio.” Giuro, mi ero persa.
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Appuntamento con La Stramba

 

Parte Due

 

 

 

Era un giornata calda con afa e tutto l'ambaradan che ci sta dietro, e perciò avevo invitato Cristina al mare per prendere il sole, anche se non eravamo nella stagione estiva. Ormai ci stavamo frequentando da molti mesi, e le cose fra di noi non potevano andare meglio. I nostri caratteri erano molto simili, ma allo stesso tempo diametralmente opposti: entrambi preferivamo nascondere una malinconia passeggera dietro ad un sorriso e i pensieri tristi dietro ad una battuta, ma per il resto non ci assomigliavamo più di tanto.

Nelle ultime settimane Cristina mi aveva ricordato spesso – e ridendo – di quanto l'avessi stupita al nostro primo incontro con paroloni sofisticati e filosofie di vita, ma se non mi riteneva con pensieri normali, non si era ancora sentita parlare. Dopo quella sera infatti il punto focale delle nostre discussioni stupide erano diventate le sue schizzate mentali, quello che faceva nella sua vita d'idiota e quello... che le passava per la mente all'istante, del quale ovviamente mi voleva rendere partecipe.

A volte era noiosa, a volte con lei ti faceva mal di pancia dalle risate, ma era un bel soggetto. E io, da gran filosofo-fai-da-te e da grande osservatore del comportamento delle altre persone, non potevo che ammirare il suo temperamento forte, ma allo stesso tempo quasi ingenuo.

La nostra attenzione fu catturata da una coppia davanti a noi, che era abbracciata su un asciugamano. O almeno, la ragazza stava stritolando quel povero ragazzo, che dall'espressione sembrava stesse soffocando.

Per me non dura un giorno.” Disse Cristina.

La biondona dall'aria poco intelligente ma molto poliposa, stava abbracciando quel suo ragazzo dall'espressione poco felice giusto davanti a noi. E lungi da noi il fatto che tirassimo fuori le nostre abilità di pettegoli naturali, scommettendo sulla speranza della ragazza di rientrare nelle grazie del bellimbusto!

Eh amico mio... prima te le fai, poi rimpiangi. Capisco perfettamente.

Nah, a una settimana ci arriva.”

Dici? Ma sembra così... stupida. Se ne accorgerebbe anche il mio pappagallo.” In effetti con quei suoi gridolini starnazzanti – che raggiungevano gli ultrasuoni – non si poteva pensare che fosse Einstein in persona.

Pappagallo? Non sapevo che ne avessi uno.” Le dissi.

E' carino: ha tutte le piume colorate e un umorismo di pochi.”

Umorismo?” E da quando in qua un pappagallo fa battute?

Si, spara cazzate a raffica, ma credo che ripeta solo quelle che sente dire da me. Soprattutto quelle rivolte a mia madre nelle chiamate settimanali del mercoledì sera.”

Capisco. Nome?”

Adriana del Rompi-beep Giornaliero.” Bhe, originale.

Quando conoscerò i suoi genitori questa cosa me la dovrò annotare.

Non lo metto in dubbio. Ma non lei, il pappagallo.”

Hai ragione, è sicuramente più interessante di mia madre. Si chiama Number Due.”

Perché non Number uno?”

Number uno sembra tanto importante come nome. Non voglio che si creda l'Illuminato della mia vita: non è mica al centro perennemente dei miei pensieri. Bhe, di quelli con io con una scopa che gli tiro in testa si, ma degli altri come soggetto ci gira al largo.”

In effetti la modestia è fondamentale.” Vai così! Non sapere che rispondere e dire una solita minchiata che va sempre bene. Ti stimo Matteo.

Parla quello senza peccato.”

Se non fossi vanitoso, sarei perfetto; lungi da me il fatto di non essere uomo con l'aggiunta di difetti vari.” Aggiunsi un sorriso, per conferirmi più charme. Avevo notato nelle ultime uscite che quando le sorridevo sembrava sciogliersi e rispondermi all'istante, la maggior parte anche baciandomi delicatamente.

Si avvicinò per scoccarmi infatti un bacio a stampo, come volevasi dimostrare.

Hai ragione, sarebbe troppo noioso starti ad ascoltare senza la tua fastidiosa superbia.”

Io si che adoravo questa ragazza per come mi adulava!

Lo dico sempre io. Comunque ritorniamo all'argomento di prima: capisco il perché dell'uno al posto del due, ma perché il nome del pappagallo è metà in inglese?”

Gli anni stanno avanzando, ormai la lingua inglese viene sempre più parlata: mi devo adeguare. Non ci ho mai capito una cippa di quella materia alle superiori, ma questo non vuol dire che, con l'avanzamento della lingua in tutto il mondo, non possa essere anche io alternativa.”

Alternativa?” Del tipo: più di così?

La scelta ricadeva su due possibili mie azioni: o mi rimettevo a studiare, oppure tutto il dizionario di inglese lo distribuivo per la casa per ricordarmelo meglio. E siccome il solo pensiero di ritornare sui libri mi impressiona, la scelta è ovvia.”

Distribuirlo per casa? Sei una serial killer di vocabolari e non me lo hai detto? Se vuoi ti passo quelli miei di latino e greco, non si sa mai che me li levi dalla libreria.”

Scemo. Nel senso che tutto ciò che compro lo battezzo con il primo nome che mi viene in mente della lingua.”

Quindi se in questo momento tu stessi per acquistare un divano come lo chiameresti?” ma la stavo veramente incoraggiando a continuare un discorso di questo tipo?

Così deciso su due piedi... credo Donut o Hurricane.”

Come mai, se posso chiederlo?”

Al divano ci ricollego due momenti della mia vita. Il primo è quando mi sono strafogata di gelato in quarta superiore e sono diventata un budino, o una ciambella, come preferisci. Ma non pensare male eh, era solo stress pre-traumatico per la maturità!”

Ero rimasto agli anni in cui il diploma era in quinta.”

Ho un metabolismo che fatica a digerire i cibi che ingurgito. Sono dovuta prendermi per tempo.”

In anticipo di un anno?”

Eh, i misteri della vita. Comunque il secondo, ovvero Hurricane, è perché lo ricollego con il mio ex. Mi teneva sempre sul divano quando andavo a casa sua, nemmeno fossi un cane.”

Ok la faccenda si fa interessante. Quindi uragano... perché?” Pensai in due secondi alle cose a cui lei avrebbe potuto ricollegarlo, e capii che in verità non volevo esserne messo a conoscenza.

Ho cambiato idea, non lo voglio sapere.” Mi strozzai con i miei stessi pensieri, mentre mi veniva un leggero mal di pancia. Aveva detto ex fidanzato... quindi in teoria era cancellato, tolto completamente dalla sua vita, vero?

Ma dai sciocchino,” E via con lo scappellotto “non è niente di perverso!”

Ho appurato che il tuo cervello di perverso ingrana tante cose e ne spara altrettante in stile mitragliatrice, quindi non vorrei essere a conoscenza di...”

Nemmeno avevo finito di sparare una dozzina di scuse, che aveva già ripreso a parlare. E poi dicevano che quello strano e schizzato ero io! Ma guardate lei, amici ingrati del cavolo! Sembra esser stata rinchiusa per ore dentro una stanza piena di droghe a inalazione.

Soddisfacente se all'inizio è visto da lontano, disastroso alla fine se lo vedi da vicino.”

Uh bene.” Quindi dell'ex non aveva bei ricordi? Perfetto. Assolutamente perfetto.

Ti sei imbarazzato? Oh povero scricciolo.”

Ma quando mai! Stavo solo cercando di cancellarmi le immagini mentali che mi stavo facendo.” Si, di te e del tuo tizio passato che ve la spassate sul divano.

Seguì un silenzio lungo pochi minuti, mentre osservammo la miss X che si piegava per raccogliere il portafoglio del suo santo ragazzo, permettendoci – a me e a lui – un'ampia visuale su quelle che avrebbe potuto battere le montagne dell'Himalaya.

Cristina intercettò il mio sguardo – anche se non del tutto, perché non mi arrivò nessuna strigliata sul fatto che stessi bellamente stampandomi in testa le doppie virtù di un'altra ragazza – e felice capì che poteva ritornare sull'argomento iniziale.

Quindi non sei geloso.” E io che pensavo volesse parlare del santo davanti a noi. Cacchio, ero stato preso sul fatto.

Neanche un po'.”

Bugiardo. Girai lo sguardo verso l'orizzonte segnato dal mare, mentre lei mi si avvicinava e posava le sue mani sul mio petto.

Quindi se ti dico che con lui facevo queste cose...” E mi morse una guancia, per poi scivolare con piccoli baci fino alla mascella, mentre io sospiravo piano.

Forse si, ma non che ci pensi... più di tanto.” Dentro di me invece mi stavo corrodendo. Lei al mare con un altro ragazzo, che gli faceva le stesse cose che stava facendo in quel momento a me: non riuscivo a sopportare tutti questi pensieri.

Le afferrai il polso della mano che era scesa ad accarezzarmi il petto.

Il tuo ex non lo vedi più, vero?” Quasi lo ringhiai. Emminchia! Fece un sorrisino di chi sa di avere la vittoria in tasca.

Mmm si, ogni tanto ci sentiamo ancora...” Che COSA? Eh no, cara. Ormai sei proprietà privata del sottoscritto. Non ti permettere.

Bene. Fai come vuoi.” Con un gesto secco le spostai le mani, girandomi incazzato. Subito sentii che aveva iniziato a ridere forte, appoggiando la testa contro una mia spalla.

Quando ritornò a fissarmi negli occhi capii il perché.

Mi stavi prendendo in giro, vero?” Le chiesi sussurrando, per non urlare un: Sono caduto nel tuo gioco, cazzo.

Ah-ah.” Altro sorriso. “Dovresti saperlo: ultimamente sto uscendo con un tipo, tutto filosofico e strano, ma che mi piace tanto. Non avrei nemmeno il tempo di chiedere a qualcun altro di trovarci.”

Bene, mi piaceva dov'era andato a finire il nostro discorso.

Sorrisi, felice di quella piccola dichiarazione.

Continua, dai. Il mio ego ti sta ringraziando.” la vidi spalancare leggermente gli occhi, e nella sua confusione mi allungai per rubarle un altro bacio. Forse si aspettava che dicessi qualcosa anche io di smielato?

Scemo! Io qui a fare la sdolcinata e tu che continui a fare battutine delle tue! Ingrato.”

Nascose la testa come all'inizio sul mio petto, mentre io sorridevo. Quando ero con lei mi sembrava quasi impossibile non avere perennemente il sorriso in faccia: mi faceva bene solo con la sua presenza.

Passarono alcuni minuti di silenzio, ma per entrambi non era di nessun peso.

Spostai nuovamente lo sguardo sulla coppia davanti a noi, con il ragazzo agonizzante.

Mi dispiace per il tipo.” Ammisi.

Vero, fra puttanieri ci si comprende.” Cara la mia dolce ragazza, sempre uno zuccherino con me.

Ma che centra quello! Si chiama semplice solidarietà maschile.”

Ah quella cosa che consiste nel battersi una mano sulla spalla e dirvi – con voce roca e bassa alla James Bond –: “Ehi amico! Se quella non te la fai entro questo mese, le do io una una bella ripassatina del kamasutra”.

Il fatto che siamo maschi non vuol dire che siamo tutti dei pervertiti cronici, sai?”

Bhe... circa.

Uh, capisco. Devo ammettere che a me questa rappresentazione di te me l'avevi data però.”

Quella del figaccione bello e dannato?”

No, quella del disperato.” Pugnalata alla mia autostima. Certo che questa ragazza ci sapeva fare nell'abbassarmi la cresta.

Simpatica.” In tutta risposta mi morse piano ancora la guancia. Se fare il finto arrabbiato le faceva fare certe cose, non avrei mai smesso.

Se ti può consolare, quello sembra più disperato di te.” Ammise, lanciando l'ennesima occhiata verso la coppia di fronte.

Risi, portando una mano fra i suoi capelli. Mi stava piacendo sempre di più Cristina, con le sue uscite infelici, con i suoi sorrisi sempre seguiti da un pizzico di timidezza... era affascinante. Non di quelle bellezze che si vedono nei film e dalle quali non si riesce a staccare gli occhi, nemmeno quelle che vedi per strada. Nella sua complessità caratteriale aveva quello spiraglio di ingenuità e felicità che mi piaceva un casino.

Come la potevo definire? Affascinante... sia dentro che fuori.

 

 

 

 

Ed eccomi qui! Vi sono mancata? E' da un bel pezzo che non pubblico un'originale, e perciò ieri mi è venuta voglia e voilà mi sono messa a scrivere.

Spero che vi piaccia e che nella sua semplicità vi abbia fatto fare almeno un sorriso.

Che dire? Mi ri-eclisso per un altro mesetto o giù di lì.

Au revoir,

 

Anna

  
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