Capitolo 47: Il nemico già affrontato (parte 2)
Franky gettò a terra la bottiglia di cola appena
bevuta per prepararsi alla battaglia contro Moira. La prima volta che l’intera
ciurma l’aveva affrontato, aveva dato non pochi problemi a tutti loro, ma ora le
cose sarebbero cambiate. Moira era potente, ma il cyborg non era da meno e aveva la certezza che
sarebbe riuscito a sconfiggerlo con le sue sole forze. Sperava solo che quella
sua sicurezza non gli si ritorcesse contro.
Moira si trovava di fronte a lui. Era confuso per il cambio di scenario,
dato che un momento prima si trovava a Marineford a
combattere una guerra, ma il suo catapultamento improvviso non era per lui una
spiacevole situazione. Amava creare problemi, ma trovarsi di fronte a tutto il
trambusto che la guerra comportava e i nemici pericolosi che si trovava
davanti, tra cui anche Barbabianca, lo facevano
sentire un po’ troppo al di fuori delle sue possibilità. Si era già scontrato
con Mugiwara Rufy e aveva
perso miserabilmente e ritrovarsi in un campo di battaglia con lui come
avversario e mille altri suoi alleati, gli facevano temere per la sua
incolumità.
La sua bizzarra risatina si fece sentire ed entusiasta disse “Mi ricordo di
voi!” disse guardandosi intorno, “Voi siete i compagni di quel moccioso di
gomma. Sarà divertente farvi pagare la figuraccia che mi avete fatto fare a
Thriller Bank. Per colpa vostra ho perso la mia
credibilità come membro dei sette!” disse stizzito.
“Ehi fratello, guarda che il tuo avversario sono io!” disse Franky, il quale non venne subito riconosciuto dato il suo
aspetto molto cambiato rispetto al loro primo incontro. “Oh tu sei quello
strano tipo mezzo robot…sei piuttosto ingrassato. Sarà un giochetto da ragazzi
batterti, non eri un granchè l’ultima volta e non puoi
essere migliorato molto in un paio di mesi!”
“Primo di tutto non è grasso, ma acciaio, secondo bello mio, sono passati
anni e anni dal nostro ultimo in contro…almeno per me!” disse caricando un
colpo con dei missili che gli spuntavano fuori dalle spalle.
I missili vennero sparati, ma non colpirono il bersaglio, ma scoppiarono a
terra ai lati del nemico, facendo un bel botto e un bel po’ di fumo.
“Questo è solo un piccolo avvertimento per farti capire che faccio sul
serio fratello, quindi se lo desideri, ti puoi dissolvere e tornare a casa
senza il minimo graffio!” disse Franky.
“Shishishishishishishi!!! Se pensi con questo di
farmi paura…” disse Moira per poi urlare “Black box”
Un cospicuo numero di pipistrelli violacei, si dispersero nel cielo con il
tentativo di concentrarsi ai piedi del cyborg, con l’intenzione di compattarsi
insieme e creare una scatola buia e chiusa dove il prigioniero non avrebbe
potuto ribellarsi al volere di Moira, ma Franky,
riconoscendo la stessa tecnica che era stata usata contro Rufy
a Thriller Bank, non si fece cogliere impreparato.
“Master Nail!” urlò infatti Franky
aprendo la bocca, dalla quale uscirono tanti chiodi quanti erano i pipistrelli,
beccandone uno ad uno, facendoli svanire e mandando così in fumo, il tentativo
del nemico di imprigionarlo.
Moira però non si fece spaventare. Per niente sorpreso della difesa del suo
avversario, si lanciò all’attacco con un lancia in mano, che aveva creato
concentrando parte della sua ombra in mano e plasmandola come voleva.
Nonostante l’arma fosse fatta di un materiale intangibile, essa era ben
affilata e ben capace di danneggiare l’acciaio di Franky,
il quale accorgendosi dell’attacco nemico, mentre era ancora intento a sparare
chiodi per sbarazzarsi dei pipistrelli, non fece in tempo a schivare l’arma
completamente e vide la sua folta chioma tagliarsi di netto.
“Grande errore fratello, toccare i miei capelli!” disse Franky,
un attimo primo di premersi il naso e far ricrescere i capelli, facendogli
assumere una forma alquanto bizzarra. Successivamente attivò la sua arma che
aveva al polso, che gli permettevano di tirare diverse cannonate.
Moira però non gli diede la soddisfazione di farsi prendere nemmeno di
striscio. Usando la sua tecnica “Shadow warrior” usava la propria
ombra per teletrasportarsi ogni volta che ne aveva
l’esigenza, facendo sprecare munizioni inutilmente al cyborg.
I colpi a disposizione di Franky finirono in
fretta e Moira approfittò nuovamente della situazione per attaccare. Si lanciò
all’attacco con la sua lancia di ombra sguainata, ma Franky
facendo rotare il suo braccio come una catena
e lanciandolo verso l’avversario, riuscì ad agguantare l’arma e a
toglierla di mano dal nemico.
La lancia di dissolse, nel nulla.
“Shishishishi!” Moira cominciò a ridere,
confondendo Franky, il quale non si accorse di quanto
stesse accadendo.
“Franky, attento! Guarda la tua ombra!” disse
Chopper agitandosi a causa della preoccupazione che provava verso il suo nakama.
Franky fece quello che il dottore gli chiese e
notò che la sua ombra non rispecchiava il suo corpo, ma essa era diversa come
se altre ombre si fossero unite alla sua e solo poco dopo, si accorse che
questo fatto gli impediva anche di muoversi.
“Shishishishi. Hai dimenticato che sono in grado
di manipolare le ombre. Ho ordinato a parte della mia ombra di imprigionare la
tua e come dovresti sapere, l’ombra non può essere in una posizione diversa dal
corpo del suo padrone, per tanto il mal capitano, in questo caso tu, non può
muoversi. Shishishishi. Sei completamente in mio possesso!”
Franky
strinse i denti. Non potendo muoversi, non poteva nemmeno attaccare.
“Franky usa il Franky nipple light!” disse Robin, la quale aveva trovato una
scappatoia per il povero cyborg, il quale sorrise al consiglio datogli
dall’archeologa.
Moira guardò confuso la donna, non capendo che tecnica avesse mai potuto
consigliargli dato la sua momentanea immobilità. Rimase completamente
stupito quando dai capezzoli del cyborg
scaturì una fortissima luce, tanto da illuminare la zona circostante nonostante
la già forte presenza del sole che creava delle ombre perfette da manipolare.
Ma quella luce era talmente forte da dissolvere tutte le ombre intorno ai due
combattenti, compreso le ombre che tenevano prigioniero il cyborg.
“Franky!” urlò Usopp,
lanciando con la sua kabuto, dell’olio speciale verso
Moira. Franky prese un respiro profondo per poi
sputare dalla bocca una fiamma, che andando a toccare l’olio, ancora in volo
verso il nemico, si incendiò creando una palla di fuoco enorme, a cui Moira,
colto alla sprovvista a causa della velocità in cui tutto si era svolto, non potè sottrarsi.
Quando il fuoco si spense, una chiazza nera macchiava l’erba bruciacchiata.
Franky aveva vinto e i suoi compagni non poterono
fare a meno di esultare.
“Ottimo lavoro Franky, ora speriamo che Rufy e quel Marimo non si
facciano mettere ko. A loro sono capitati i nemici
più insidiosi!” disse Sanji raggiungendo i suoi nakama, i quali a vederlo accompagnato, si presero un
colpo.
“Sanji, non credi di aver dimenticato di sconfiggere
il tuo avversario?!” gli fece notare un Usopp
tremante, che si era nascosto dietro a Franky.
“I Tre Pacifista che erano apparsi li ho battuti facilmente e lui non causa
problemi. Ho deciso di lasciarlo stare, come ringraziamento di aver protetto la
Sunny durante i nostri due anni di assenza!”
“Ma…ma quello è…” disse Chopper cominciando a riconoscere il pacifista, con
il libro in mano e con un capello con le orecchie da orso in testa.
“Bartholomew Kuma!”
disse Robin tranquilla. Lo aveva riconosciuto subito e sapeva che non
costituiva un pericolo per la loro incolumità o almeno lo sperava, in quanto in
passato si era rivelato alquanto insidioso sebbene aveva sempre agito in modo
da proteggere la sua ciurma.
“Se non vi dispiace, resto a guardare gli incontri dei vostri compagni, finchyè non arriva il momento per me di tornare all’interno
del manga!” disse Kuma, sistemandosi ancor prima di ricevere il consenso dei Mugiwara.
Kizaru guardava dall’alto al basso il suo
avversario, che con mano ferma sguainava le sue due spade. La terza arma che
serviva a Zoro per scagliare numerosi dei suoi attacchi, era andata persa
durante un suo tentativo di scansar un attacco del perfido ammiraglio, che in
quel momento se la rideva e provocava il povero spadaccino, che cominciava a
trovarsi in seria difficoltà.
Egli infatti aveva una brutta ferita alla spalla, che aveva macchiato la
sua casacca di sangue e questo solo perché non poteva gareggiare in velocità
con la luce, di cui quell’uomo era fatto. Quella sua abilità rendeva
praticamente impossibile colpire l’ammiraglio, anche facendo l’uso dell’haki, in quanto, non stando fermo, difficilmente si
riusciva a colpire. Zoro questo lo sapeva. Per quanto uno poteva migliorarsi, Kizaru sarebbe stato sempre un ammiraglio temibile e lo
stesso valeva per Akainu e proprio in quel momento lui e il suo capitano, stavano
gareggiando con coloro che maggiormente temevano. Perché per quante difficoltà
avevano potuto incontrare con altri avversari, nessuno mai poteva essere paragonato
a quei due ammiragli.
Zoro aveva l’affanno. Era già da un po’ che combatteva contro Kizaru e sapeva di dover chiudere in fretta se voleva
sperare di non essere eliminato, perché sebbene quell’essere uscisse da un
manga, le sue intenzioni erano le stesse del Kizaru
reale: eliminare la ciurma di Mugiwara.
“Cosa aspetta a finirlo quella testa d’alga!” disse Sanji
nervoso e non staccando gli occhi dal suo compagno di litigi.
“Per caso sei preoccupato per Zoro?” disse divertito Usopp.
Sapeva che né Sanji, né Zoro avrebbero mai ammesso di
preoccuparsi del compagno, nemmeno quando questo era in pericolo di vita, ma i
membri della ciurma, li conoscevano e sapevano che nonostante i continui litigi
fra i due, vi era anche un profondo legame di amicizia.
“Baka, non mi preoccupo per lui, ma ti ricordo che se non lo annienta, i
prossimi a dovercela vedere con lui, siamo noi!” disse Sanji
accendendosi una sigaretta.
“Ragazzi sono preoccupato. Non solo Zoro sembra passarsela male, ma anche Rufy!” disse Chopper spostando lo sguardo dallo spadaccino
al capitano, per poter correre immediatamente in loro soccorso. Sperava solo
che un suo intervento non si rendesse
necessario.
I ragazzi spostarono lo sguardo verso il loro capitano. Egli si trovava
nelle stesse condizioni di Zoro, ma una cosa era certo, nessuno dei due si
sarebbe dato per vinto. Avrebbero affrontato quella sfida anche fino alla
morte.
Zoro era a terra ansimante. Non era riuscito nuovamente a essere abbastanza
veloce e l’ennesimo attacco contro l’avversario, si ritorse contro di lui. Kizaru infatti riuscì a ferirlo nuovamente e il sangue che
sgorgava dalle ferite, indebolivano sempre di più Zoro, il quale spalancò gli
occhi quando comprese cosa stesse accadendo, senza che egli potesse porre
rimedio.
L’ammiraglio era a pochi metri da lui e aveva appena lanciato un altro
fascio di luce. Zoro chiuse gli occhi in attesa del tremendo dolore che quel
colpo gli avrebbe causato o in attesa di vedere la luce bianca se mai quel
colpo lo avesse finito. Ma niente di tutto questo accadde e riaprendo gli
occhi, per la seconda volta in poco tempo, egli li spalancò.
Davanti a lui si trovava Sanji, che dolorante
stringeva denti e pugni. Il cuoco, intuendo il pericolo, intervenne in soccorso
di Zoro. Era riuscito a parare il colpo concentrando più haki
possibile sulla gamba, ma nonostante il colpo non fosse stato distruttivo, Sanji si ritrovava con la caviglia e il polpaccio
ustionato.
“Tutto bene baka!” disse il ragazzo non staccando gli occhi da Kizaru, che divertito guardava la scena. “Stai facendo una
pessima figura, altro che spadaccino migliore del mondo!” disse Sanji stuzzicando lo spadaccino.
“Chiudi il becco cuoco da strapazzo o ti faccio a fette!” disse Zoro,
tirandosi in piedi appoggiandosi a una sua katana.
“Ti servirà questa!” rispose il cuoco lanciandogli la spada che Zoro aveva
precedentemente perso, senza che Kizaru gli
concedesse la possibilità di riprenderla.
L’afferrò al volo dicendo “Ora non ti credere migliore di me solo perché
hai dovuto salvarmi!”
“Io sono migliore di te, cactus. Potrei batterti a occhi chiusi!”
I due ragazzi cominciarono a battibeccare come al loro solito, su chi fosse
il più forte e fu Kizaru, lanciando un altro raggio
di luce che dividesse i due, a richiamare la loro attenzione.
Sanji e Zoro fulminarono Kizaru
con lo sguardo, tremendamente infastiditi dall’interruzione dell’ammiraglio e
si prepararono alla lotta.
“Vuoi una mano?” chiese Sanji.
“Che sia chiaro baka, non voglio nessun aiuto da te!” disse Zoro
punzecchiandolo nuovamente.
“Non lo vuoi, ma ti serve!” rispose Sanji “Non
puoi sconfiggere Kizaru, non da solo!”.
Zoro si mise la spada in bocca, come segno che non avrebbe più posto
obbiezioni. Sapeva che Sanji aveva ragione, ma non
voleva semplicemente dargli la soddisfazione di chiedergli aiuto.
“Forza Rufy, sei il migliore!” urlò Karin, che
fino a quel momento era stata concentrata solo sulla lotta del capitano.
Nami guardò storto la ragazza e usando tutta
la voce che aveva in corpo, incitò il ragazzo a dare il meglio di sé. Cominciò cosi
una lotta a chi incitava di più il capitano, fino all’intervento di Kuma, che fece notare loro che quel baccano avrebbe
solamente distratto Rufy dallo scontro ed egli non
poteva permettersi errori, non con la lava di Akainu.
Il trio più forte dei Mugiwara ora era schierato
contro i due migliori ammiragli della marina. La tensione nell’aria era tanta e
la preoccupazione che le cose finissero male per i primi lo era di più. Non
restava altro che sperare, sperare e avere fiducia nelle capacità di Sanji, Zoro e Rufy.
Ok, io odio questo capitolo!!! Ma quanto
tempo ci ho messo a scriverlo? Pensavo di non riuscirci e quel che è peggio è
che gli scontri non sono finiti T_T Mai avuto così tanta difficoltà a scrivere
un capitolo. Uffa, perché mi sono andata a incasinare inserendo Akainu e Kizaru? Mi sono data la
zappa sui piedi da sola.
Bah, mi sento anche un po’ arrugginita
nella scrittura. Spero di non aver fatto troppi errori e soprattutto che il
capitolo sia di vostro gradimento.
Alla prossima e spero che sia presto, anche
se il casino del combattimento non me lo sono ancora tolto.
Byebye
Neko =^_^=