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Autore: sihu    24/04/2013    6 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 72

RIVANGARE IL PASSATO

 

I ragazzi erano partiti subito dopo pranzo. Frank aveva suggerito di muoversi con il buio, per non correre il rischio di essere visti curiosare in giro, ma Remus aveva scosso la testa. Era troppo pericoloso cercare un pericoloso manufatto magico protetto dal più potete ed oscuro dei veleni senza un minimo di luce. Sarebbe stato un massacro, quasi come consegnarsi al loro nemico.

James aveva chiesto di poter accompagnare gli amici ma nessuno lo aveva preso troppo sul serio. Le stampelle non gli permettevano di essere veloce come i compagni, senza contare che correva il serio rischio di inciampare e cadere su qualche ramo o radice facendosi male e mettendo a rischio la loro copertura. Il ragazzo, a malincuore, aveva capito. 

“Porta pazienza, tra qualche settimana starai meglio.”

Cercò di tirarlo su di morale Frank, mentre Lily stampava un casto bacio sulle labbra del proprio ragazzo. James la guardò negli occhi, preoccupato. Conosceva bene Lily così come sapeva che non aveva affatto bisogno di protezione, specie se in compagnia di Harry, Sirius e Remus ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di stare in pena per lei. Non lo avrebbe mai ammesso a voce alta perchè non voleva proibirle nulla, ma era impaziente di vederla tornare sana e salva. 

“Sto già meglio, sono tornato quello di prima!”

Protestò James, orgoglioso ed imbronciato. Lily inclinò la testa di lato per guardarlo meglio, poi esplose in un sorriso contagioso. Non poteva fare a meno di innamorarsi di lui ogni volta che lo guardava.

“Con quegli affari rischi di cadere ogni volta che ti muovi, senza contare che sei lento. Se qualcuno ci inseguisse saremmo costretti ad abbandonarti..”

Affermò Sirius, cercando di strappare all’amico una risata. James sbuffò e lanciò al compagno di avventure uno sguardo torvo.

“Sei un amico Sirius.”

Disse James, ancora più imbronciato. Remus guardò entrambi, poi scosse la testa. Quei due non sarebbero mai cambiati, non erano in grado di restare seri e di smettere con gli scherzi nemmeno in una situazione come quella.

“Scherzavo, idiota. Credi davvero che ti lascerei indietro?”

Chiese Sirius, dando a James una pacca affettuosa sulle spalle.

“Mhm.. fammi pensare.”

Mormorò l’altro, prima di abbandonarsi nella stretta affettuosa del compagno. 

Due ore più tardi, i ragazzi si erano messi in marcia. Una volta definita la squadra e l’obiettivo della missione era inutile perdere tempo. La professoressa di Trasfigurazione era già abbastanza sospettosa, avrebbero fatto meglio a tornare per la cena per evitare di dover dare spiegazioni.

 

“Esattamente, dove ci troviamo?”

Chiese Sirius, scoraggiato dalla mancanza di punti di riferimento e da tutta quella campagna. L’esatto contrario della Londra magica nella quale era cresciuto, tra il caos delle macchine dei babbani e il sonoro crack degli incantesimi di materializzazione.

“Non te lo so dire con esattezza, ma qui abitava il nonno materno di Tom insieme allo zio.”

Spiegò Harry, guardandosi intorno cercando di ricordare quanti più dettagli fosse possibile. Quel luogo, piuttosto isolato e decisamente fuori dal mondo, lo aveva visto solo una volta nei ricordi di Silente. Non era con il Preside quando questi aveva recuperato l’anello, a discapito della sua mano, ma tutta via sapeva bene quanto potesse essere pericoloso quel manufatto. Aveva già messo in guardia i compagni: niente pazzie, non si gioca con l’anello. Non aveva detto loro quali poteri avesse quel manufatto, per paura che qualcuno di loro non fosse in grado di resistere alla tentazione di usarlo. 

“Credevo fosse un orfano, che non avesse nessuno..”

Mormorò Lily, diventando di colpo più preoccupata. Trovarsi di fronte dei parenti del loro più acerrimo nemico poteva rivelarsi un’esperienza dai tratti decisamente poco piacevoli, specie se erano tutti crudeli e senza pietà come lui.

“Si, infatti.”

Sussurrò Harry, distratto, dimenticando che alcuni dei suoi compagni non conoscevano per intero la storia e la vita del mago, e prima ancora del bambino, che era stato Tom Riddle prima di diventare il Signore Oscuro.

“Fammi indovinare, trucidati dal nipote?”

Provò ad indovinare Remus, con un tono divertito. Tutto sommato era prevedibile.

Harry annuì appena, scoccando un’occhiata a Remus. Per quanto poco sapesse di lui, ormai anche il licantropo aveva cominciato a capire come funzionava la assolutamente contorta mente del loro nemico.

“Non ha senso..”

Sbuffò Lily, ancora restia nel dare giudizi. Per essere diventato così folle e malvagio da bambino Tom Riddle doveva essere stato decisamente solo. Quello spiegava, almeno in parte, ogni cosa. Sapere che in realtà una famiglia esisteva, e che era stato lui stesso a sterminarla, era qualcosa che la ragazza non poteva capire. Anche lei e Petunia si odiavano, e forse non sarebbe bastata una vita intera perchè potessero arrivare a capirsi, ma questo non voleva dire che l’una prima o poi avrebbe cercato di uccidere l’altra. Una famiglia è un porto sicuro nel quale fare ritorno nel momento del bisogno, non un luogo oscuro dal quale fuggire. Questi ultimi pensieri le ricordarono Sirius e Regulus, torturati e disconosciuti dai propri genitori, e bastarono a farle perdere ogni speranza nei confronti del prossimo. Come era possibile essere così crudeli ed oscuri?

Harry sospirò. Fare un po’ di chiarezza, forse sarebbe stato d’aiuto.

“Volete sentire la triste storia del nostro acerrimo nemico?”

Aveva chiesto Harry con un filo di ironia nel tono della voce, mentre Sirius, Remus e Lily si facevano di colpo più zitti e più attenti. 

“Potrebbero esserci dei dettagli utili.”

Annuì Sirius, cercando di nascondere la propria curiosità dietro motivazioni di carattere logico.

“Niente che Silente non aveva già preso in esame.”

Sbuffò Neville, senza scostarsi dal fianco destro di Harry. Ron, insieme a Sirius e Remus, camminava dal lato opposto mentre Hermione, Ginny e Lily chiudevano quella bizzarra gruppo.

“Racconta e basta.”

Sbuffò Remus secco, fulminando il giovane Paciock con lo sguardo.Niente affatto intimorito, Neville continuò a camminare. Odiava Tom Riddle per tutto quello che gli aveva fatto e nulla, nemmeno la sua triste infanzia piena di brutture, solitudine e cattiveria, poteva giustificarlo. Anche lui ed Harry erano cresciuti orfani, proprio a causa sua, eppure non avevano mai cercato di conquistare il mondo o sterminare chiunque avesse una visione delle cose diversa dalla loro. 

“Il padre era babbano, incredibilmente bello ed incredibilmente ricco. La madre una strega, famiglia di purosangue di antichissima data caduta in disgrazia.”

Iniziò Harry asciutto. Nonostante l’avesse vissuta attraverso i ricordi che gli aveva mostrato Silente non riusciva a immedesimarsi nel suo nemico. Certo, avevano molte cose in comune e molte volte si erano trovati in situazioni simili, eppure Harry aveva sempre scelto la via opposta. Come gli aveva detto una volta Silente, aveva sempre distinto chiaramente tra ciò che è facile e ciò che invece è giusto.

“Viveva in quella catapecchia?”

Chiese Sirius, indicando una baracca vecchia e cadente che si stagliava poco lontano da dove si trovavano. Stava ancora in piedi per miracolo, sarebbe bastato un alito di vento a buttarla già senza troppa difficoltà.

“Con il padre ed il fratello, uno più folle dell’altro. Parlavano in Serpentese tra loro, aggredivano babbani e non rispondevano a nessun tipo di autorità.”

Continuò Harry, cercando le parole più adatte a descrivere quelle persone. 

“Delle mine vaganti, insomma.”

Concluse Lily, attenta e severa. Harry annuì mentre tutti si erano fermati a pochi passi dalla casa per ascoltare il resto della storia. Nonostante fosse giorno a tutti loro erano venuti i brividi.
“Esattamente. Ad ogni modo un giorno la madre di Tom si innamora del ricco babbano, che ovviamente non la ricambia. Aspetta che il padre ed il fratello vengano arrestati e gli lancia un incantesimo.”

Proseguò Harry, cercando tra le sterpaglie il sentiero che conduceva a casa Riddle, dove il giovane Tom viveva con i genitori prima dell’inizio delle disgrazie che lo avrebbero portato alla morte per mano del figlio. 

“Ha davvero funzionato?”

Chiese Sirius, perplesso all’idea che fosse bastato uno stupido filtro d’amore per dare inizio a tutti i loro problemi.
“Certo, i due scappano. Vita felice, fino a che lui torna in sé, la manda al diavolo e la abbandona sola ed incinta. Lei muore mettendo al mondo il bambino, al quale da lo stesso nome del padre e che in seguito viene affidato ad un orfanotrofio poco lontano dalla grotta dove Regulus ci ha quasi rimesso la pelle.”

Concluse Harry, scuotendo la testa. Per un attimo i ragazzi restarono in silenzio. Nessuno sapeva bene cosa dire. 

“Da qui, l’odio di Voldemord per il suo nome e per la sua famiglia. Da entrambi i rami.”

Aggiunse Ron, lasciando a Harry qualche minuto per riprendersi. La sua storia e quella di Tom avevano talmente tanti punti in comune da fare quasi male al solo pensiero. Certo, Harry era orfano essenzialmente a causa del suo nemico e non aveva mai pensato di vendicarsi con il primo che capitasse a tiro. Poco lontano, Ron poteva vedere gli stessi sentimenti disegnati sul viso di Neville. Anche lui era cresciuto orfano solo perchè suo padre e sua madre avevano avuto il coraggio di opporsi ad un folle.

“Infatti per non fare distinzioni ha sterminato entrambi. Sia la famiglia del padre che quella della madre, entrambe colpevoli di non averlo voluto.”

Concluse Ginny, stringendosi nel mantello.

“Beh, non si può dire che avesse fatto preferenze.”

Mormorò Sirius, cercando di fare dell’ironia. Nessuno tuttavia era dell’umore giusto per riderne. Remus scosse la testa, ma apprezzò il tentativo dell’amico.

“Se ha tagliato i ponti con il passato, perchè questo luogo è importante?”

Chiese il licantropo, cercando lo sguardo di Harry. 

“Conosci la leggenda dei tre fratelli?”

Chiese Harry, voltandosi verso gli amici. Remus annuì, stupido.

“Tutti la conoscono, è la favola più comune nel mondo magico.”

Disse Remus, confuso.

“La madre discendeva da il secondo fratello, e nella loro famiglia si sono sempre tramandati un anello contenente la famosa pietra..”

Spiegò Hermione, raccontando brevemente agli altri ragazzi di come erano venuti a conoscenza di tutta quella strana e complicata storia.

“Scherzi?”

Chiese Sirius, incredulo. Per tutta la vita aveva creduto che le favole fossero storielle inventata per spaventare e divertire i piccoli maghi, ed ecco che improvvisamente una di loro diventa reale. Talmente vera al punto che qualcuno è disposto ad uccidere per conquistare potere, fortuna e immortalità.
“Purtroppo no.”

Mormorò Harry, incerto se raccontare o meno del mantello. 

“Come può essergli utile?”

Chiese Lily, tornando all’oggetto della loro ricerca: un anello con una pietra in grado di riportare indietro le persone passate oltre.

“Beh, lui è mezzosangue ma vuole affermare davanti al mondo magico tutto il suo potere. L’anello è lo strumento ideale per mostrare a tutti che ha origini nobili.”

Spiegò Neville, lasciandosi cadere seduto su un grosso masso per riprendere fiato.

“Ed è anche immensamente potente.”

Aggiunse Ron, impaziente di trovare quel maledetto gingillo e di tornarsene a casa.

“Esattamente. Il potere e il sangue puro sono le due cose che Tom brama di più.”

Concluse Hermione, voltandosi verso la catapecchia che sorgeva a pochi passi da loro.

Improvvisamente il vento cambiò, prendendo a soffiare contro di loro. Una ventata di aria gelida li colpì in pieno, insinuando paura e oscurità nel profondo della loro anima. 

Non c’era possibilità di sbagliarsi: l’anello era lì, finalmente erano arrivati nel posto giusto.

  
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