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Autore: CP Coulter    27/04/2013    7 recensioni
Spin-off di Glee ambientato dopo Furt. Kurt inizia un nuovo capitolo della sua vita alla Dalton Academy per Ragazzi. Blaine, Wes, David, e i ragazzi di Windsor faranno diventare la sua vita (nel bene e nel male) molto più vivace di quanto non si aspettasse.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: Ciao, sono CP Coulter e sono la vostra autrice per questa fic.

Mi scuso ancora una volta (lo faccio spesso) per il tempo che ci ho messo per postare questo capitolo. È molto lungo, più di 34mila parole ,nella speranza di compensare a un lungo ritardo del genere. Non fingerò che questo capitolo abbia molto senso, perché non è quello che intendo. È stato fatto in modo che possiate vedere la fusione di San Valentino e della Fiera, e vedere che molte cose fantastiche saranno scoperte nel caos. Questa sarà ufficialmente la fine del Ciclo di San Valentino.

Continuo a ringraziare ogni lettore che ha sopportato i miei ritardi ,la mia…evidente follia ,ed ha continuato a supportare questa fanfiction. Sta prendendo una strada fuori di testa ,e non sta già quasi per finire ,e continuo a sperare che vi piaccia la mia fic e i miei personaggi. Continuo anche a ringraziare i veri Warblers della Dalton Academy, che quasi ovviamente continuano a tollerare noi loro pazze fangirls e il nostro zelo. Vorrei ringraziare Aaron Page per le sue reazioni di non-personaggio come Logan, Dominic  Barnes per incoraggiare e leggere la fic, e Riker Lynch per essere anche così disponibile con il fatto che la gente sta provando a fissare lui e i suoi fratelli come i Gemelli, o solo per lui come Reed. Vorrei ringraziare Miss Lea Salonga per aver addirittura dato un’occhiata alla mia fic, e Mr. Moy Ortiz della Compagnia per la stessa ragione (grazie per i miei amici austenheironomani per queste informazioni).

Come sempre, continuo a sperare che vi piaccia la mia fic e questo capitolo e anche che siate arrivati a leggerla fin qui.

(La lista completa dei capitoli può essere trovata come sempre nel mio profilo di tumblr,cpcoulter.tumblr.com)

(Non possiedo Glee, gli Warblers, o fondamentalmente niente eccetto gli Ocs e la trama)

 

Note della traduttrice : Ciao, sono nessiep96 e sono la nuova traduttrice di Dalton, l’ennesima persona a susseguirsi a questo ruolo. Io sono una grande fan di questa fic e quando ho notato su efp che la traduzione non era stata finita ho cercato di contattare l’ultima traduttrice Caro (che purtroppo non ce la faceva più) per vedere se potevo rendermi utile…e così eccomi qui, alle prese con questa storia meravigliosa Dato che ,come già detto, tante persone si sono susseguite alla traduzione di questa storia, tutte bravissime ovvio ma con stili diversi ,ho deciso di ripartire semi-da capo e riaggiustare la storia sin dal primissimo capitolo (ovviamente limitandomi a correggere imprecisioni e simili senza ritradurre tutto da capo),ma ,con l'aiuto della mia fantastica beta Melipedia ,vi posto prima di tutto questo nuovo capitolo, data la vostra lunghissima attesa… Comunque ,i miei ringraziamenti vanno ovviamente a Sonia, Carolina e chiunque altro (scusate se mi sono persa qualcuno) che hanno tradotto questa fic prima di me per l’enorme lavoro che mi ha risparmiato e alla mia beta per l'enorme aiuto. Informo inoltre tutti che tra le altre cose che ho intenzione di fare (questo profilo mi sta dando la testa xD) ci sarà il tradurre e pubblicare le schede dei personaggi di Dalton e tante altre cose del Dalton! verse…Ora, vi lascio al capitolo
P.s. Se qualcuno volesse dare un’occhiata ,ho scritto qualche spin-off di questa stupenda storia e potete trovarla sul mio profilo autrice…

La storia ,i personaggi, Glee non mi appartengono minimamente ,ma purtroppo sono tutti proprietà esclusiva della Fox e di quel dittatore di Ryan Murphy. E, ovviamente, di quel grande genio chiamato CP Coulter

 

Dalton

Capitolo 23-Regolamento di conti




Era passata la mezzanotte.
Blaine si era cambiato i vestiti ed era pronto ad andare a letto, ma non riusciva a dormire. La sua testa era troppo piena e la coscienza si rifiutava di dargli tregua. I pensieri su chi avesse ragione, chi avesse torto-chi avesse dovuto rompere per primo-
-e ricordò quegli occhi blu-
Clink!
Blaine sollevò lo sguardo. Si voltò verso la finestra.
Clink!
Un altro ciottolo colpì la finestra. Blaine aggrottò le sopracciglia e si alzò dal letto camminando verso la finestra da dove sentiva il suono proprio come se qualcuno stesse continuando.
Clink! Clink!-Bang!
Blaine rabbrividì quando un sassolino-ma quale sassolino, doveva essere una pietra-colpì una finestra e la scheggiò per davvero. Velocemente afferrò il chiavistello e spinse la finestra per aprirla, guardando fuori alla luce della luna.
Sotto di lui, fermo nel terreno freddo, espirando vapore nell’aria gelida, avvolto in un pesante cappotto e in una sciarpa che era quasi troppo grande per lui, c’era Shane, che strinse un po’ i denti e si rianimò un po’ alla sua vista.
“Hey Blaine!” esclamò vedendolo.
“Shhh!” sibilò freneticamente Blaine, guardandosi intorno. Provò a parlare a voce bassa. “Shane, cosa cavolo ci fai tu qui alle-” lanciò un’occhiata all’orologio “-due e mezza del mattino?”
Shane batté i piedi a terra, le mani nelle tasche, provando a tenersi caldo. “Ho preso un taxi, scavalcato un basso steccato-tu sai che l’edera che ricopre i muri crea degli appigli davvero buoni per scalarli? Comunque-“
“Shane, si suppone che tu sia ferito!”
“-Penso di si, certo, ma non più, la mia gamba sta bene , ti ho detto che ci stavo lavorando. Non è al cento per cento e potrei zoppicare se l’affatico particolarmente-“
“Shane!”
“Comunque! Fammi entrare!”
“Qual è il tuo problema? Perché sei qui?”
“Tu sai che non ho risposto al telefono?”
“Si?”
“Io…” Shane provò a raccogliere i pensieri per spiegare adeguatamente al suo indignato fratello maggiore, ma riuscì solo ad avere un piccolo attacco di pazzia ed agitò le braccia. “Reed mi ha chiamato per tutto quel tempo?”
Blaine gemette e si sfregò il viso con le mani, pettinandosi indietro i suoi ricci neri in quel momento ribelli.
Fantastico. Alle due e mezzo del mattino. “Shane’’
“Cioè, nel senso, che cavolo, amico? Pensavo che tu fossi l’unico che mi avesse chiamato! Lui mi ha chiamato? Mandato messaggi? Sepolti sotto tutte le tue chiamate perse e i tuoi messaggi? È arrabbiato con me? È arrabbiato con me? Oddio-“
“Shane-“
Una finestra si aprì affianco a quella da cui era affacciato Blaine. Dwight mise la testa fuori con occhi appannati, sembrando infastidito e armato della sua arma d’argento e legno. “Mi dispiace interrompere la vostra incantevole chiacchierata a quest’ora della notte, ma sono molto vicino al colpirlo con la mia balestra. Blaine, per favore dimmi che questo è effettivamente Shane e non qualche creatura degli inferi mandata per impedire le mie naturali abitudini di sonno e offuscare i miei acuti sensi da cacciatore?”
“Mi dispiace, Dwight” Blaine cominciò con un sospiro.
Un’altra finestra si aprì alla destra e Evan sbirciò fuori, sembrando assonnato, e Ethan fece la stessa cosa con uno sbadiglio, ma ciononostante sembrando profondamente divertito. “Che ci siamo persi qui…?” chiese Ethan.
“Ciao Shane…” Evan sbadigliò e gli venne risposto con un, “Ciao gemelli…” da uno Shane di sotto, mentre Blaine si sfregava gli occhi, esasperato.
“Vieni dentro, Shane…” borbottò.
Shane stava saltellando su e giù sul terreno ansiosamente. “Aspetta! Rispondi alla mia domanda prima, Blaine! È arrabbiato con me? Dimmelo!”
“Blaine-“ Dwight gli puntò contro la balestra.
“Vieni. Dentro.” Blaine guardò in cagnesco suo fratello e sparì dalla finestra. Shane espirò in un gemito. Non era così che voleva che andasse tutto. Se solo l’avesse presa meglio prima-
Evan sorrise con occhi appannati a Shane, puntellò i gomiti sul davanzale e disse, “Lui è furioso. Reed lo è. Probabilmente non vorrebbe vederti.”
“Mai. Gli hai spezzato il cuore. In mille pezzi.” Ethan aggiunse con lo stesso sorriso assonnato.
Shane diventò bianco come un lenzuolo.
“Cosa?”
“Mm-hm…” i gemelli continuarono a sorridergli.
“…per favore ditemi che state scherzando,” Shane fiatò.
“In parte.”
“Forse.”
“Si, tu e Blaine?”
“Single per San Valentino.”
“Per sempre.”
“Già.”
Gli occhi di Shane si spalancarono per l’orrore.
“Oh no. Oh no. Ohnononononono…”
Si mise a correre verso l’entrata, ma finì per sbattere contro suo fratello che era appena uscito camminando a grandi passi nel terreno, sempre indossando una maglietta e il sotto del pigiama. Blaine afferrò il braccio del fratello e lo guardò con disapprovazione.
“Dai. Andiamo.”
“Aspetta, devo parlare non-“
“Non sveglierai Reed a quest’ora della notte. Così ti faresti uccidere.” Quella, certamente, sarebbe stato il favore del compagno di stanza del suddetto ragazzo che magari non sarebbe stato così emozionato dall’essere svegliato a quell’ora. Kurt era abbastanza arrabbiato, non aveva bisogno di ulteriore aggravamento.
“Ma-“
“Non ascoltare i gemelli, loro ti stanno solo prendendo in giro-ignorali…” Blaine trascinò via suo fratello.
“Buona notte, Shane” dissero in coro i gemelli, salutando con le mani.
Dwight roteò gli occhi, mise giù la balestra e svanì dalla sua finestra, brontolando sulla possessione e la maledizione del giorno di San Valentino. Era ufficialmente il giorno della Fiera, tanto lontano quanto chiunque se ne preoccupava, e la giornata certamente era già iniziata in una maniera di poco auspicio.
Windsor era ancora buia come una tomba e i loro passi risuonarono cupi sulla scala in legno quando loro vi salirono. Mentre Blaine spingeva in silenzio un petulante  Shane su per le scale e verso la sua stanza, il suo cuore si fermò quando la porta di fronte alla sua si aprì. Una testa di ricci capelli arruffati guardò fuori, sfregandosi gli occhi. “Blaine…?”
“Hey scusa, Reed, ti abbiamo svegliato…?” Blaine sospirò mentre spingeva avanti Shane -e trovava Shane ancorato al pavimento dov’era ed immobile. Si girò verso suo fratello e lo trovò lui e Reed  fissarsi a vicenda.
Reed sbatté via dalle palpebre il sonno nei suoi occhi, chiedendosi per un momento se al momento fosse sveglio- perché quello non poteva davvero succedere proprio ora. “…Shane…?”
“Reed…” Shane lo fissò. Diventò rosso. “Io…um…” lasciò fuoriuscire il respiro, avendo un piccolo attacco di spasmi alle sue mani per un minuto nel fallito tentativo di sembrare composto.
“Ciao.”
“Ciao,” disse lievemente Reed in risposta, guardando a terra.
“Sono…” Shane deglutì, torcendosi le mani. “Sono qui per la fiera.”
Finì con una goffa risata, ma l’occhiata indagatrice che lanciò a Reed diceva tutto quello che non poteva dire.
Reed gli lanciò una breve occhiata e sembrò incapace di sostenere lo sguardo.
“Oh…è…davvero fantastico.”
Con questa nuova tensione nell’ingresso, Blaine poggiò la fronte sulla sua porta, resistendo all’impulso di sbattere la testa su di essa. Non era proprio preparato a occuparsi di questo a quell’ora del mattino. Quello era proprio troppo in seguito allo scarso sonno, la cena molto leggera e nessuna colazione.
“Reed, cosa…?”
E stava proprio per peggiorare. La testa di Blaine si sollevò di scatto quando sentì quella voce. Kurt stava in piedi dietro Reed in un pigiama di seta blu e non sembrò vedere Blaine finché il fratello maggiore non si avvicinò affianco a Shane. “Oh,” mormorò Kurt quando vedette entrambi gli Anderson in piedi lì. Blaine lo fissò un attimo, ansioso, quando vedette gli occhi rossi di Kurt.
Shane li guardò adesso un po’ confuso, per la tensione tra Kurt e suo fratello che non sembrava avere spiegazioni, ma catturò gli occhi di Reed e il ragazzo più basso scosse la testa leggermente mentre diceva “no.” Sebbene fosse un po’ lento qualche volta, Shane non era completamente ottuso, così fece solo un cenno del capo…
…e disse, “Stiamo tutti per aggiustare questo casino?”
Blaine lo fissò, sbigottito, chiedendosi se Shane avesse veramente perso la testa. Shane continuò a parlare.
“Dico sul serio! Guardateci! Siamo pazzi! Blaine! Seriamente, stai litigando adesso? Adesso? Seriamente. Cioè, io sono un idiota ,ho perso tutte queste chiamate da solo ma che succede qui?”
Reed abbandonò la testa sulla mano e Kurt poggiò la testa a lato della porta, chiedendosi se stesse avendo un’allucinazione.
“Seriamente!” Shane continuò indignato mentre Blaine lo prendeva per un gomito, dicendo, “Andiamo…Andiamo dentro…”
“Ma-“
“Questa mattina, Shane…”
“Io voglio solo-“
“Questa mattina,” ripeté Kurt, facendo sì che tutti lo guardassero. Guardò Blaine per un momento, poi abbassò gli occhi. E Blaine ricambiò lo sguardo attentamente, fermando gli occhi, e un piccolo sorriso si fece strada con forza sulla bocca di Reed al sospiro.
“Si,” Blaine annuì. E spinse suo fratello nella stanza. Kurt afferrò la spalla di Reed e la tirò indietro velocemente, il ragazzo più basso che gli sorrideva adesso, e Kurt lo ammonì con gli occhi.


Sono Kurt. E questa è la Dalton Academy.

È il giorno di San Valentino, e dall’inizio, non mi è mai piaciuta questa festa.
Considerata la situazione, non vedo come questo giorno dovrebbe essere diverso e non sto trattenendo il respiro.
…sfortunatamente, ignorarlo non lo fa andare via.



La Fiera fu fragorosa quando finalmente arrivò a pieno ritmo. I cancelli della Dalton erano aperti e le persone si riversava nel campus. L’atmosfera normalmente seria e formale della scuola era completamente diffusa dalla totale quantità di decorazioni che i ragazzi avevano fatto per spargerle per i terreni. In loro difesa, loro affermavano che fosse tutto per attrarre meglio tutte le ragazze delle altre scuole che erano state invitate a venire. Vivendo in un istituto maschile, le occasioni in cui la scuola apriva ammettendo che entrassero le ragazze erano sempre fatte al meglio.
Oltre alla gente locale che veniva a partecipare e le ragazze della scuola gemellata alla Dalton, Dobry Hall, che venivano, c’era una rappresentazione di tutte le scuole della regione e, come voleva sembrare, anche da fuori da essa.
Un gruppo di adolescenti che portava una delle mappe che davano all’entrata arrivò allora, tenendo su la mappa. Mercedes, vestiva in eleganti abiti scintillanti di Valentino tra quei pezzi che le aveva dato Reed, con aria preoccupata era oscurata dalla mappa, che svelava la presenza di Finn, Rachel, Mike, Tina, Artie, Brittany e Santana.
“Bene. Dov’è,” ringhiò Mercedes.
“Semplice,” disse Tina con cautela mentre si guardava attorno. Stava indossando una massa di pizzo vinaceo da cerimonia, i capelli arricciati e tirati indietro, e per un giorno sembrava molto carina.
Mike non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. “Sono sicura che è qui intorno da qualche parte.”
“Lui chi?” chiese Rachel, guardandosi attorno. “Kurt? O Blaine?”
“Uno dei due, voglio colpire entrambe le loro teste.” borbottò Mercedes.
“Mercedes, per favore, dovrebbero farlo da soli,” Santana roteò gli occhi, ferma con una mano sul fianco e indossando un abito talmente aderente che nessun ragazzo nel raggio di trenta yard di distanza potesse concentrarsi. Non aiutava la sua ugualmente stupenda migliore amica, sovrastante Artie, che stava indossando degli short e delle bretelle, in piedi vicino a lei. L’effetto era devastante. “Se vuoi sapere il mio parere,” sospirò Santana, “questo è solo quel che succede quando non salti verso la prossima base! Sono stati insieme un’eternità-“
“Settimane?” Finn la fissò.
“-e probabilmente hanno solo bisogno di lavorarci orizzontalmente,” Santana rivolse loro un sorriso raggelatemene dolce.
“Seriamente, comunque…” disse Tina, guardandosi intorno. “Questo non conta come spiare, vero? Hai detto che gli Warblers si esibiranno.”
“Beh se li vedremo esibirsi, sarà solo una coincidenza,” fece Rachel in tono pratico. “È una performance aperta. Chiunque viene a vedere, e quindi noi lo faremo.”
Finn sospirò solo e roteò gli occhi.
“Andiamo. Dai.” E li guidò per una direzione giù nel terreno, e Brittany disse, “Mi piacerebbe una mela candita…ne hanno qui al circo…?” mentre camminavano.
Artie stava proprio per dirle che gliene avrebbe trovata una quando vide un po’ di persone che si comportava molto stranamente tra la folla. Se le New Direction erano preoccupate di sembrare spie, queste persone, in confronto, avrebbero potuto essere fans di James Bond per tutto quel girare di soppiatto intorno alle bancarelle.



I Pure Energy non spiavano. Loro categoricamente non spiavano, né avevano bisogno di spiare, e se loro l’avessero mai remotamente fatto per qualche ragione, non avevano ricavato le loro migliori esibizioni nel farlo. Era principalmente quello di cui Shay -la bellissima ragazza nera con le interminabili trecce-e Mia-la loro acrobata bionda-si stavano lagnando mentre le tre ragazze saltavano di bancarella in bancarella.
Brie, la brunetta e secondo capitano, ignorava che due di loro si guardassero intorno nella folla, assottigliando gli occhi.
Perché Tom le aveva mandate lì? Le stava bene andare-con tutto quel ben di dio-a guardare ricchi ragazzi, solo che fare un giro “turistico” era abbastanza senza dover fare nessun vero spionaggio-e ovviamente se lei stava andando, le altre ragazze sarebbero volute venire.
Anche Devon e Leo andarono-Devon perché Shay faceva andare il suo fidanzato ovunque, e Leo perché non aveva niente di meglio da fare-ma Tom stesso stava a New York con la maggior parte della squadra.
Se vedere questi Warblers esibirsi era così importante, perché Tom non era venuto con loro? E perché gli Warblers? I Vocal Adrenaline erano la squadra da battere quest’anno. Perfino le New Direction dovevano valere di più da spiare piuttosto che questi pigri e viziati ragazzi ricchi che probabilmente avevano materassi sotto di loro, quando tutto quello che avevano mai fatto era ondeggiare.
Qual era il grande affare, ripetere i sentimenti di Mia? C’era qualche arma segreta qui di cui Tom si preoccupava particolarmente?
“No, Devon!” Shay stava quasi urlando al suo telefono. Avevano provato a trovare i ragazzi per un’ora al momento. “Tu, e Leo, portate le tue mosse di breakdance qui vicino a…a…” guardò verso Brie. “…dove diavolo siamo?”
“Uh,” Brie accostò gli occhi a una targa lì vicino, “Casa di Hanover.”
“Casa di Hanover!” Shay urlò nel suo telefono. “Adesso, Dev, dico!”
e conficcò il pollice nel suo telefono con un brutale sguardo furioso. “Uomini.”
“Beh ce ne sono un sacco qui intorno,” sorrise Mia, guardando alcuni ragazzi lasciare la casa di Hanover, specialmente un tipo alto europeo. Gli fece un cenno del capo, un occhiolino e sorrise smagliante. Il ragazzo la squadrò dalla testa ai piedi e sorrise solo brevemente, ma immediatamente continuò a camminare, guardandola poco interessato.



“Justin. Amico . Quella ragazza sexy ti ha proprio fatto l’occhiolino.” Spencer Willis fissò il suo prefetto con occhi increduli, spalancati mentre lo seguiva attraverso l’edificio sud e quello principale.
“Qual è il tuo problema?”
“Non è il mio tipo,” disse Justin distrattamente mentre tirava fuori il suo walkie talkie, cercando un canale specifico. “Troppo glitter nel trucco. E troppa pelle esposta per essere umanamente al sicuro con questa temperatura fuori.”
Danny Abbot, uno dei pochi Warblers di Hanover, roteò gli occhi mentre dava un colpetto al suo amico.
“Justin, nessuna è il tuo tipo. Se qualcuno fosse stata il tuo tipo, saresti stato fidanzato adesso. Hai mai provato?”
“Ho provato! Solo che non mi piacciono dopo il primo appuntamento…” brontolò Justin. “Lasciatemi solo…”
“Comunque, amico,” Spencer roteò gli occhi. “I tuoi sono ancora intenzionati a ucciderti.”
“il loro errore è quello di mandarmi a una dannata scuola maschile quando vogliono che mi fidanzi perfino prima di arrivare al college,” ribatté Justin, guardandolo infastidito. “Ho ancora il resto dell’anno scolastico per andare. Troverò da solo una ragazza che considererei anche solo remotamente di sposare, non ho bisogno che mamma e papà intervengano.”
“Amico, ci saranno due dozzine di ragazze pronte a sposarsi in quella lista che i tuoi genitori hanno fatto in Inghilterra,” Spencer lo fissò.
“Loro non mi sposerebbero, loro sposerebbero la mia famiglia,” sbottò Justin. “Questo suonerà disgustosamente da libro di storie-credetemi lo so-ma resto dell’idea che voglio sposare qualcuno che io voglia davvero sposare e a cui piaccia sposarmi. È così incredibile?”
Spencer e Danny si guardarono l’un l’altro con la coda dell’occhio cosa che significava che anche se capivano il sentimento, non erano sicuri della vera praticabilità-il tempo limitato implicato era nefando, e loro avevano sentito troppe buone cose sulle ragazze europee. Allora, il walkie talkie crepitò. “Hey, Hanover!”
Justin lo alzò per parlare. “Windsor, salvami-i miei ragazzi di Hanover stanno provando a forzarmi a sposarmi di nuovo.”
Una pausa. E poi Charlie chiese con cautela, “…Spencer e Danny hanno cominciato a canalizzare gli spiriti dei tuoi genitori?”
“Devi smetterla di aggirarti vicino a Houston, compagno.”
“Se potessi, amico, lo farei. Ma sono bloccato con lui e il resto di questa casa fino al diploma.”
“La casa di Windsor continua a stare in piedi?” Justin sorrise mentre camminava attraverso la fiera, gli altri ragazzi che lo seguivano. “O hai deciso di farla esplodere di nuovo questa mattina?”
“Amico, stai zitto. Ho fatto quello che dovevo fare.”
“Mm. Continui a controllare Blaine e Kurt?”
“Ho lasciato Blaine al dovere medico con il resto della folla e Kurt ai doveri di corridore per i ragazzi dello stadio. Dovrebbero stare bene. Il fratello pazzo di Blaine è venuto, quindi Blaine si sta divertendo ed è incatenato a lui. Che mi dici del tuo prigioniero di guerra?”
“Ho lasciato Logan sotto controllo al banco informazioni.” Justin sorrise. “Ho scelto il più banale, innocuo lavoro che gli potessi dare per la fiera. Certamente non potrà incasinare le cose da lì.”
“Sembra tranquillo.” Charlie doveva star sorridendo della situazione del loro compagno prefetto. “Suppongo che sia riconoscente.”


“Io odio davvero Justin Bancroft.”
Derek scoppiò a ridere dalla tenda delle informazioni a righine bianche e rosa. Era appoggiato a uno dei pali della frivola tenda con l’odioso grande cartello “informazioni” appeso all’esterno. Logan sedeva alla scrivania, muovendosi tra fogli e mappe, studenti, eventi e programmi che comprendevano la fiera. Il perché non gli avessero dato tutta quella roba digitalmente andava al di là della sua comprensione specialmente dopo le vanterie della Dalton sul fatto che avesse una delle più micidiali menti tecnologiche dell’Ohio-che tra parentesi era stata trascinata da Charlie fuori dal suo buco e stava attualmente gironzolando per la Fiera con la testa che continuava ad abbassarsi sul suo quaderno.
“Hey là su-non stai correndo in giro come stanno facendo Kurt e Blaine,” disse Derek con noncuranza con un alzata di spalle mentre Logan si toglieva la giacca della sua uniforme. “Devi stare fermo.”
“Sono un fottuto segretario.” Logan seppellì il viso nelle mani, reprimendo un sospiro di frustrazione. “Sono stato ridotto ad essere un fottuto segretario.” Senza guardare su, raccolse una cartellina e colpì il fianco di Julian con essa -l’attore era seduto sul tavolo, vestito in abiti scuri e con indosso gli occhiali da sole. “Scendi dalla scrivania.”
Julian gli fece una smorfia, roteando gli occhi da dietro gli occhiali, e scese dalla scrivania, girando intorno al tavolo verso l’entrata della tenda. “Beh sei incredibilmente stronzo oggi.”
“Pensavo che saresti stato di umore migliore adesso che Pavarotti è tornato,” commentò Derek.
Logan gli lanciò un’occhiata di sbieco. Si, il prezioso usignolo era miracolosamente riapparso dentro la Casa di Stuart quella mattina. Bailey era stato quello che l’aveva trovato per primo, e stava provando a tirar fuori la compromettente sciarpa di Hermes ancora nella gabbia quando Logan era entrato nell’anticamera.
Bailey assomigliava ad un cervo colpito dalle luci dei fari, ma Logan aveva semplicemente tirato fuori la sciarpa e gliel’aveva porsa. Non poteva darla a Kurt da sé, quindi lasciava che lo facesse Bailey.
“Comunque…sono sicuro che quelli di Windsor si debbano proprio essere stancati di stargli dietro.”
“Sarebbe ironico se Blaine finisse per venire ricompensato con lui per il prossimo anno?” sorrise Julian. “Dato che sembra che lui faccia un lavoro molto migliore del tuo nelle cose.”
Logan finalmente mise giù la penna e guardò in cagnesco i due Stuart in occhiali scuri nella tenda. “Che cosa state facendo voi due qui?”
“Facendoti compagnia?” suggerì Julian sarcasticamente. “Sai che moriamo senza stare a distanza di tre metri dalla tua maestosa presenza tutto il tempo.”
Derek fece uno sbuffò di una risata di scherno e Logan lo fissò soltanto, scrutando gli occhiali scuri che anche Derek aveva abbinato al suo cappello. “Ditemi che non vi state entrambi nascondendo qui,” pregò Logan.
“Derek accidentalmente ha mandato un messaggio a tutte le sue fidanzate,” disse Julian con uno sbuffo. “E adesso sono tutte qui. Alla fiera. Che lo cercano.”
“Complimenti,” disse Logan a Derek con un sopracciglio sollevato. “Cosa devo fargli mettere sulla tua lapide? ‘Qui giace il bugiardo Derek, ucciso dall’avidità e dalla libido’?”
“Anche Julian si sta nascondendo qui,” fece notare Derek.
“A differenza di te, io mi sto nascondendo dai paparazzi e dalle fan,” si lagnò Julian, sollevando gli occhiali. “La Dalton è aperta al pubblico, qualcuno dei miei fan già sa che io studio qui-fa tu i conti.”
“Perché non gli hai solo detto che non saresti stato presente?” chiese Logan.
“Ho detto al mio agente di dirgli che sarei volato a Miami per un servizio fotografico ma questa notizia non è uscita abbastanza presto. Ho già notato delle macchine fotografiche in giro e alcuni dei miei pazzi fan.”
“Fai l’uomo e affrontali,” sbottò Logan. “Smettila di essere così melodrammatico.” Lo onorò con uno sguardo. “Sarai al sicuro finché sarai all’interno della scuola. Non m’importa cosa fate, se non avete intenzione di rendervi utili, uscite di qui e andate da qualche altra parte.’’
Derek prevedete che Julian avrebbe dato una tagliente risposta su quanto Logan fosse melodrammatico quanto lui, se non di più, ma Julian fissò soltanto il prefetto, senza parole. L’attore sentì Derek fissarlo, e alzò lo sguardo, elargendogli uno sguardo raggelante che gli diceva di stare zitto senza bisogno di parlare.
“Bene, allora.” Julian si alzò bruscamente, afferrando la sua borsa e mettendosi i suoi occhiali scuri, tutto con un sorriso che sembrava essere una smorfia altezzosa, ma che era, in effetti la cosa più gelida che Derek avesse mai visto. E senza un’altra parola, l’attore uscì dalla tenda ed si addentrò nella folla.
Logan e Derek fissarono dietro di lui sorpresi. Logan aggrottò la fronte. “Quale diavolo è il suo problema?”
“Gli hai detto di andarsene, se n’è andato,” disse come se niente fosse Derek. Ma sapeva quello che intendeva Logan. Loro non pensavano che se ne sarebbe davvero andato. Forse aveva qualcosa contro il fatto che a Logan sembrava davvero non importargli.
Logan lanciò uno sguardo nella direzione in cui era andato l’attore. “È il più grande smorfioso che io abbia mai visto e questo dice tutto considerato chi conosco,” borbottò e ricominciò a organizzare di nuovo i suoi fogli. Derek voleva gettargli addosso una sedia di plastica. In nessun modo qualcuno poteva essere così ottuso dato che Julian era stato davvero così palese da abbassare la guardia abbastanza per l’uscita drammatica.
O forse era davvero solo accecato da Kurt al momento.
Mi arrendo. Decise Derek irritato. Mi arrendo davvero. Magari si pensa che ci siano meno drammi di questo genere in una scuola maschile. Ma no…devo rimanere bloccato con il più grosso cretino di Stuart e della Dalton, quanto una gargantuesca primadonna con i suoi problemi da confessare. Che casino, mi trasferirò nella vecchia scuola di Hummel, forse lì sarà pacifico in confronto.
Ovviamente aveva sbagliato. Ma non sapeva davvero cosa.
“Hey,” disse improvvisamente, dando una gomitata a Logan. “Guarda quei ragazzi. Non li abbiamo già visti prima?”
Logan alzò lo sguardo verso dove Derek, abbastanza sicuro, accennava a un gruppo di persone che si guardava intorno come se stesse cercando qualcuno. Gli occhi di Logan si posarono sulla giacca del ragazzo più alto e aggrottò le sopracciglia. “Grande. Il McKinley.”
Proprio mentre diceva questo ,dopo che un breve battibecco nel gruppo finì, la ragazza più bassa si incamminò a grandi passi verso la cabina delle informazioni guardandolo come se si stesse contenendo dall’esplodere contro chiunque fosse lì. “Ciao,” disse con un grande sorriso finto. “Sai dove possiamo trovare Kurt Hummel?”
Logan alzò gli occhi su di lei e sorrise un poco. “Rachel Berry, giusto?”
Rachel sbatté le ciglia e lo squadrò dalla testa ai piedi, e poi si fece un po’ più alta mentre lo guardava e infine lo riconosceva dalle Provinciali e dalla festa in cui erano irrotti alla Dalton. “Oh. Si. Logan, no?”
Logan sorrise leggermente. “Vedo che la mia fama ha raggiunto il McKinley.”
“Beh, considerato chi sei ,la tua fama dovrebbe essersi diffusa molto più lontano che lì,” disse Rachel, ma non in modo poco gentile-semplicemente attenendosi ai fatti. Si schiarì la gola. “Hai visto Kurt?”
Logan valutò lei e poi le persone poco più indietro e poi guardò di nuovo Rachel. “Puoi provare vicino allo stadio. Ma sta facendo il suo dovere di corridore, potrebbe essere…ovunque nella fiera.”
“Dovere di corridore?” Rachel aggrottò le sopracciglia. “Beh, non credi che si stia preparando per una performance?”
Derek sbatté le palpebre. Quindi loro non sapevano niente. Logan sospirò e si poggiò indietro sulla sua sedia, sembrando perfino troppo alto per il suo sedile. “Gli Warblers lo stanno facendo. Solo che loro non includono me, Kurt, o Blaine.”
“Perché no?” chiese Rachel mentre la sua fronte si aggrottava di più.
“Qualcosa non va qui?” chiese Finn, camminando finalmente verso la tenda. Rachel gli lanciò uno sguardo, ma Logan fu più veloce. “Finn, giusto?” domandò. Rachel vide quando Logan si alzò in piedi che era alto quanto Finn-non era mai successo prima.
“Oh, tu sei…” Finn aggrottò le ciglia un secondo, un po’ diffidente. “Tu sei Logan. Tu sei quel ragazzo che, uh…è venuto fuori prima?”
Sono io.” Logan fece un cenno. “Non ci siamo davvero presentati come si deve.” Ci fu una tesa pausa tra tutti loro, prima che Logan indicasse col capo nella direzione dello stadio. “Le ho detto che probabilmente potreste trovare Kurt lì. Che corre in giro.”
“Bene, allora.” Finn sorrise un poco. Derek sbuffò e scosse la testa da dentro la tenda mentre gli studenti del McKinley tornavano al loro gruppo e si allontanavano in direzione dello stadio. Gli amici di Kurt sembravano non avere praticamente nessun idea di quello che era successo il giorno prima. Se l’avessero saputo, le cose sarebbe state parecchio più complicate.
“Lo sai, che quando lo scopriranno, il fratellastro di Kurt ti darà la caccia, vero?” disse Derek. “O quella ragazza con loro che sembra già voler dare la caccia a qualcuno.’’
“Il suo nome è Mercedes, e non dubito di questo neanche per un secondo…” rispose Logan con calma. Aveva esaminato Finn. “Probabilmente lo prenderò io, comunque.”
“Non stai pensando di prenderlo in qualsiasi posto?” Derek alzò un sopracciglio. “Sei molto vicino ad essere espulso.”
“Vero…” Logan si sedette sul tavolo silenziosamente. Dopo un momento a fissare il pavimento, sembrando perso in profonde considerazioni su cose che immaginava sempre di dover pensare ma su cui non lo faceva mai davvero così seriamente, guardò verso Derek.
“…Ho mandato tutto all’aria, vero? Di più e in modo peggiore questa volta?”
“Che cosa?”
“Kurt…Blaine…la scuola…la vita?”
“Benvenuto al liceo.” Derek si alzò e sospirò. “Comunque, ammettere di avere un problema è il primo passo.” Si mosse verso l’uscita della tenda-
“…Sto…Penso che smetterò di correre dietro alla gente dopo Kurt.”
Derek si fermò a quella dichiarazione che non si era aspettato di sentire almeno prima dell’ultimo anno. Si voltò lentamente. “Pardon?”
Logan lo stava guardando attentamente ,misurando la sua reazione. “Dico…ci proverò seriamente. Prima, io…io non ci stavo davvero provando. Mi sentivo solo come…se mi piacesse davvero, non sarei potuto tornare indietro così facilmente. Penso…dovrei provarci adesso. Per davvero. …se davvero m’importa.”
Lentamente ,Derek si voltò verso il suo amico.
“Sei serio.”
“Si.”
“Bene…” accennò Derek.
“Già.”
Una pausa. “Non che io non sia completamente sollevato, ma…cos’ha provocato questa epifania?”
Logan scosse la testa, lo sguardo basso.
“Sono…stanco. Non-non nel modo in cui pensi tu. Sono stanco di…lui che mi guarda come se fosse così sulla difensiva. È una cosa che non cambierà mai. Lui è così…guardingo quando mi guarda, come se…fosse spaventato.” Sorrise brevemente a Derek. “I momenti migliori che abbia mai avuto con lui sono stati tutte le volte in cui lui mi ha sorriso…quando mi guardava e sorrideva senza nessuna guardia alzata. Solo che non succedeva mai…forse un paio di volte.”
Logan sospirò profondamente- molto più stanco di quanto avrebbe davvero dovuto essere. “…Volevo solo che lui mi guardasse.”
“Non importa che a lui non importi di te, Logan.”
“Il punto è-se continuo…se continuo a fare così, lo perderò. Devo perderlo. Penso…penso di doverlo spingere via. Di doverlo lasciar andare.”
Un’altra pausa. Derek sollevò lo sguardo su di lui, un po’ a disagio. “Tu…tu farai tutto questo?”
Logan si sollevò dal tavolo e si sedette di nuovo sulla sedia. “…devo provarci.” Le sue nocche erano bianche mentre stringevano con forza la sua penna. Si riscosse un poco. “…devo provarci.”
Derek lo squadrò e finalmente realizzò cosa intendesse Julian. Logan era così concentrato su Kurt adesso che di fatto non c’era un modo in cui Julian potesse apparire sul suo radar. E guardandolo alla fine, si, poteva vedere quanto davvero si sarebbe bruciato. Doveva davvero esserci qualcos’altro per Julian-a cui doveva aver resistito in quegli anni passati. Forse correre aiutava. O forse non poteva proprio stargli lontano. Proprio come Logan non poteva proprio lasciare Kurt da solo.
Derek uscì soltanto dalla tenda, borbottando, “Sei così ottuso.”
“Cosa c’è?”
“Niente! Sto andando ad affrontare la zona di guerra e spero che il karma non mi colpisca!”
“Hey!”
Derek si fermò e gli lanciò un’occhiata di rimando per vedere Logan sollevare il bordo della tenda e guardarlo con aria preoccupata, irritato. “Fai in modo che Julian non faccia niente di colossalmente stupido mentre corre in giro. Non voglio doverlo difendere dalle fangirls o dai paparazzi impazziti.”
L’urgenza di dirgli tutto in faccia era opprimente. Derek si sentiva quasi furioso. Ma non avrebbe detto a Logan niente che Julian non fosse preparato a dirgli da solo. Questo era un problema di Julian, non il suo. Quindi lui avrebbe solo fatto finta di niente. “Bene.” E s’incamminò prima che lui facesse qualsiasi cosa.
Logan si chiese, mentre ritornava dentro la tenda, se i suoi amici fossero delusi del fatto che lui avesse rinunciato, o se fossero solo contenti che stesse provando ad aiutarsi per una volta.



“Quindi se sei così in fin di vita da andare con Shane alla fiera, perché ti stai nascondendo sotto il mio cappotto?” chiese esasperato Kurt al ragazzo più basso, afferrando il retro del suo cappotto e guardando la folla apprensivamente. Era difficile spingere Reed avanti e trasportare la pila di attrezzatura che si supponeva dovesse portare in direzione dello stadio.
Sembrava essere una lunga giornata di doveri e di commissioni-specialmente dopo che i ragazzi del Comitato AV l’avevano svegliato troppo presto via telefono perché li aiutasse a sistemare lo stadio. Ovviamente loro erano Stuart -se fossero stati Windsor, lo avrebbero svegliato subito dopo l’alba.
Reed si era svegliato con lui e gli si era attaccato come un paperotto che seguiva la madre. Kurt guardò accigliato in basso verso di lui. “Sono sicuro che Shane sia alzato adesso, non dovresti essere con lui alla fiera? Sei stato piagnucolante per questo per giorni.”
“è difficile,” borbottò Reed, vergognandosi così terribilmente di sé stesso. “…sai che dopo che lui non ha chiamato, e mi sono turbato e…solo che improvvisamente lui si è fatto vivo e…e io ho messo il broncio e…pensavo che gli avrei mostrato com’era avere le chiamate rifiutate e-“
“Sei arrabbiato per il fatto che lui ti abbia deluso,” chiarì Kurt mentre posava l’attrezzatura della stazione audio.
Reed gemette con fare impotente. “Che sto facendo, Kurt? Cosa sono diventato?”
“Oh siediti…” Kurt lo sedette su una delle sedie mentre lui lottava per sbrogliare i fili nelle sue mani. “Le persone mettono il broncio, fanno cose di cui non sono fiere, dicono cose che non intendono dire-“
“Cerca di concentrarti su di me, Kurt-“
Kurt lo guardò in cagnesco soltanto. Ok, forse era vero. Aveva detto “questa mattina” a Blaine ma non gli aveva ancora dato l’occasione di sedersi e fermarsi e avere la possibilità di aggiustare quello che c’era tra di loro, anche se avesse saputo cosa stava per dire o fare, e non era così. Ma entrambi al momento stavano correndo su e giù per la fiera e se non aveva effettivamente visto Blaine tutta la mattina non era stato per mancanza di tentativi.
Reed sospirò. “…pensi che dovrei rispondere alle sue chiamate?”
“Quante volte ha chiamato?”
Reed tirò fuori il suo cellulare. C’erano ventiquattro chiamate perse da “Shane Anderson” come diceva lo schermo, e anche trentotto messaggi. Kurt sospirò. “Blaine ti ha chiamato?” chiese Reed mentre afferrava il suo telefono.
Kurt alzò le spalle mentre finiva di avvolgere il filo. “Non ho avuto modo di controllare. Comunque…è una grande fiera e dev’essere comunque troppo impegnato. Una volta che finiremo questa folle giornata, potremo parlare.” Kurt gettò un microfono nella sua custodia e la chiuse sbattendola, irritato. “Non riesco a credere che non canterò per questa Fiera. Guarda questa folla.”
“È davvero affollato,” ammise Reed, impallidendo. Fece una pausa, fissando la folla che brulicava, e guardò Kurt. “Pensi che se supplico Harvey, lui scambierà te con me? Cioè tu vorresti farlo e io-“
“Oh no non lo farai,” Kurt lo fulminò con lo sguardo. “Primo, Harvey non cederebbe. Hai visto la sua faccia. E credimi, se io pensassi di poterlo convincere, starei parlando con lui proprio adesso e non me ne andrei prima di poter essere sul palco. E secondo, non ti tirerai indietro per il tuo primo assolo.”
“Non importa se ho ottenuto il mio primo assolo o no,” piagnucolò Reed, cadendo sulla sedia come una bambola di pezza. “A nessuno importerà, e a me interessano le luci dei riflettori molto molto meno che a te-“
“Reed! Non getterai via questa opportunità, non lo farai-o ti ripudierò,” lo guardò in cagnesco Kurt ,le mani sui fianchi.
“Tu ti definisci uno Warblers? Alzati. Andiamo.” Afferrò la mano di Reed e provò a tirarlo su dalla sedia, ma Reed si afflosciò completamente-cadde sul pavimento come un cappotto fradicio e non si alzò. “Reed! Dai, ti stai comportando come un bambino.”
Reed si mise in piedi riluttante e si pulì mentre Kurt gli rivolgeva un’occhiata di profonda disapprovazione. Il ragazzo riccio guardò il suo amico con sguardo colpevole. “Mi dispiace, so che non dovrei fare così con te intorno specialmente dato che tu volevi cantare per la fiera…Ma…davvero non mi sento sicuro di me adesso.”
Kurt increspò le labbra. “Beh devi smetterla di psicanalizzarsi.” Prese la mano guantata di Reed. “Dai. Andiamo.”
“Andiamo dove?”
“Andremo a farti diventare sicuro di te nel cantare davanti a questa folla.”
“Cosa?” Reed guardò Kurt come se avesse appena suggerito di astenersi dalla Settimana della Moda a Parigi. Kurt ignorò l’improvvisa mancanza di colore sul viso di Reed e lo sospinse verso la fiera. Dopo una mattina di corse in giro con l’attrezzatura del comitato ed ad aiutare a montare tutto, Kurt probabilmente sapeva già dove si trovava ogni cosa alla fiera.
Un trio di Warblers aveva lavorato insieme per montare una specie di cabina chiusa di registrazione, con un programma molto buono di microfonia-così che le coppie potessero cantare canzoni d’amore l’uno all’altro e portarsi a casa il CD della canzone. Era stata una mossa davvero molto intelligente e già abbastanza popolare. Mentre andavano lì, c’era una folla di ragazze che aspettavano il loro turno, e di ragazzi che speravano di fare una serenata alle fidanzate, dato che la cabina dava l’opzione di trattenere il suono all’interno, o di permettere ai ragazzi che volevano di accendere gli altoparlanti all’esterno così che le persone potessero sentirli.
Quest’ultima opzione era sorprendentemente popolare.
Quando Reed vide dove Kurt lo stava portando, si bloccò immediatamente come un peso morto che quasi trattenne Kurt indietro. Kurt roteò gli occhi. “Dai. Devi farlo. Vuoi davvero essere così ansioso quando ti esibirai dopo? Ti sei esibito durante il Festival Invernale per la miseria.”
“Si, ma tu stavi cantando con me e quello rendeva le cose un po’ più semplici!”
Kurt lo guardò in cagnesco. “Sei sicuro di voler essere così ansioso? Shane ti guarderà esibirti non importa quanto diventi imbarazzato con lui nei paraggi.”
Quando il viso di Reed divenne cremisi, ebbe l’effetto desiderato. Kurt sorrise e andò davanti alla fila verso Bailey ,che era, cosa prevedibile, uno dei ragazzi che si occupava della cabina musicale.
“Hey Kurt!” disse lui allegramente, mettendo giù le cuffie-come sempre ,da esse si poteva sentire la musica suonare ad alto volume. “Guarda come è un successo la nostra bancarella. Contribuirà un gran bel po’.”
“Anche se non venite tutti dalla stessa Casa,” fece notare Kurt.
“Si, beh, abbiamo deciso di dividere i profitti in tre parti, così ogni Casa ne avrà una parte,” Bailey sorrise a lui e a Reed, che gli sorrise vivamente.
“Non male,” sorrise Kurt ,la mano su un fianco. “Abbiamo bisogno di un piccolo favore.”
“Vuoi provare a farlo uscire, huh?” sorrise Bailey in risposta.
La musica cominciò a risuonare dalle cuffiette di Bailey e dentro gli altoparlanti esterni nel momento in cui toccò i controlli. Reed ridacchiò da dentro la cabina mentre Kurt gli faceva scivolare le cuffie sulla testa. Quello non sembrava molto divertente. “Canterò solo se lo farai anche tu, comunque,” gli ricordò Reed.
“Questo non distrugge l’intero scopo di questa esercitazione?” Kurt alzò un sopracciglio.
“Kurt non mi lascerai in questa cabina-lo giuro, correrò fuori. Lo farò.”
“Ok! Ok…” Kurt roteò gli occhi mettendosi le sue cuffie, il secondo paio che stava vicino al microfono dello studio. Quella sarebbe stata probabilmente l’unica volta che avrebbe cantato per una folla quel giorno comunque. “Solo canta. Conosci questa canzone.” Fuori, le persone in fila guardarono curiosamente i due bei ragazzi al microfono.
Bailey gli fece un segno e gli diede il segnale mentre accendeva il microfono, segnalando che erano pronti. Kurt, che stava in piedi davanti alla finestra in vetro, in quel momento si spostò in modo da non bloccare la visuale di Reed sulla folla. Mentre “Fools Like Me” iniziava a suonare, Reed continuò a osservarla un po’ impacciato e lanciò a Kurt uno sguardo eloquente, pregandolo di iniziare per primo. Kurt sospirò, sorridendo un poco e piegandosi in avanti.

Everybody go…
The party's over
I want to be alone in my head, in my bed tonight
You never show…

Le ragazze fuori scoppiarono in esclamazioni di delizia. Fecero dei risolini mentre provavano a guardare dentro, chiedendo chi fosse l’elegante ragazzo che stava cantando nel microfono e chi il suo affascinante amico dai capelli ricci. I ragazzi della Dalton nelle bancarelle vicine alzarono gli sguardi al suono familiare della voce di Kurt e iniziarono a fare gran sorrisi.
Kurt fece un cenno d’incoraggiamento verso Reed mentre cantava, “I’m right back where I started…” e Reed cantava con lui, “When it comes to wanting you…”
“I can’t have what I wanted…” Kurt continuò, facendo cenno a Reed con un sorriso, ed entrambi cantarono:

But I did, I can; I was, I am only human; living, dying
Just like any fool who ever breathed…
If love is blind, if love's a drug;
It always is, it always was and love was surely made for fools like me…


Kurt sorrise, sentendo la folla raccolta fuori dalla bancarella, che guardava dentro con curiosità e si chiedeva chi stesse cantando. Fece un sorrisetto. Alla fine, questo avrebbe aiutato Reed a rilassare i nervi e Kurt poteva ancora avere il suo pubblico. Allora lanciò a Reed uno sguardo ,e il suo amico, sentendosi chiaramente meglio ora, si piegò in avanti verso il microfono e cantò,

I know where I'm going
I'm tripping, I'm sliding around, that's ok
At least I'm excited…


I due si unirono di nuovo insieme nella canzone, entrambi andando più vicini all’unico microfono:

It wasn't how I planned it (wasn't how I planned it; Feet are where I landed; At least I understand it now)
My feet are where I landed… (feet are staying on the ground)
But I did, I can; I was, I am only human; living, dying
Just like any fool who ever breathed…


La folla fuori cominciò a sorridere in segno d’approvazione dei due dentro la cabina di registrazione, e Bailey stava facendo un sorriso così grande che poté appena fermarsi dall’alzare il volume solo un po’ di più. E da in mezzo alla fila di bancarelle non troppo lontane da dove la musica veniva, Shane era fermo, ascoltando paralizzato, una mano che stringeva forte la giacca di suo fratello. “Blaine. Blaine!”
“Non sono sordo, Shane, lo sento…” rispose Blaine, un piccolo sorriso sulle sue labbra mentre alzava la testa dal sistemare il kit di pronto soccorso. Lanciò uno sguardo a suo fratello, la cui espressione faceva pensare che stesse sentendo degli angeli e non semplicemente una coppia di membri del coro del liceo.

Fools like me; Fools like me…


“Vuoi andare più vicino?” Blaine suggerì pazientemente dopo che sembrava che Shane fosse immobile e non potesse allontanarsi da quel suono.
“Siperfavore.” Fu la risposta automatica, e fu Shane a spingerli verso la musica.
Ma era più semplice dirlo che farlo, quando raggiunsero i dintorni della cabina musicale, dove c’era già abbastanza folla riunita, ascoltando i due membri del famoso coro della Dalton Academy. Sia gli studenti che gli ospiti che circondavano la bancarella ,e Blaine avrebbe potuto giurare di vedere una giacca del McKinley svolazzare attraverso i corpi nella folla.
Shane saltò su e giù per vedere ,e sopra al mare di teste, vide i due dentro la cabina, che si muovevano al suono della musica e cantavano sorridendo.

Maybe it's the sanest thing or just the sweetest kind of dream
But love was surely made for fools…
Love was surely made for fools…
Love was surely made for fools like me…


La musica si fermò e un applauso si sollevò dall’esterno della cabina, condotto dagli studenti della Dalton. Bailey gli sorrise dal vetro, alzando i pollici in segno d’approvazione, e Kurt e Reed risero mentre si toglievano le cuffie e le appendevano prima di dirigersi fuori dalla cabina.
Furono accolti dagli applausi e dagli sguardi di ammirazione della folla che si era formata.
“Oh ,posso certamente capire come Rachel viva di applausi, sai in momenti come questo…” sospirò Kurt con un sorriso soddisfatto mentre si guardava intorno nella folla.
Reed, davvero grato per la reazione raccolta dalla folla, lo guardò con la coda dell’occhio. “Allora dimentica Trilli, voi due dovete essere gli eterni governatori del mondo delle fate.”
“Ti ho sentito.”
I due alzarono lo sguardo per vedere le due dive titolari delle New Direction alla loro sinistra. Rachel li guardò in cagnesco, le mani sui fianchi, ma era Mercedes che li guardava davvero arrabbiata. Li fissò ad occhi spalancati. “Che ci fate qui?”
“Dobbiamo parlare.” Mercedes afferrò entrambe le mani di Kurt, ma lanciò a Reed un particolarmente luminoso ,amichevole sorriso. “Reed, tesoro, pensi che potresti trovare i ragazzi per noi? Li abbiamo persi nella fiera e stavamo programmando di urlare contro Kurt e Blaine allo stesso tempo?”
“Cosa?” sibilò Kurt.
“Okay,” Reed sorrise un po’ nervosamente all’occhiataccia di Kurt ma si mosse verso una diversa direzione. Prima che Kurt potesse anche solo protestare ,l’espressione di Mercedes si fece di nuovo scura e li spinse nella calca della fiera.
E dalla folla ,Brie lanciò uno sguardo agli altri membri dei Pure Energy che le si avvicinavano prima che lei voltasse di nuovo gli occhi verso la combinazione di Warblers e New Direction che si era appena divisa in due diverse direzioni.
“Non è male,” bofonchiò Leo, mangiando una mela candita, guardandoli andare via.
“Amico, stai zitto,” grugnì Devon, aggrottando le sopracciglia. “È per questo che Tom ci ha fatto volare da New York? Che schifo.”
“Non far finta di niente, sai che erano bravi,” Shay sbottò verso il suo fidanzato, anche lei con un espressione scura.
“Erano solo due di loro, Brie,” aggiunse Mia, per la prima volta non sembrando così compiaciuta. “Come sarà il resto di loro?”
“Vedremo,” disse finalmente Brie, in modo autoritario come loro co-capitano. Lei sorrise un poco.
“Inoltre…cantare in una cabina di musica è una cosa. Scommetto che quei ragazzi crolleranno sotto la pressione di una vera esibizione.” Dovette ammettere, le sue piume erano un po’ arruffate per la sorprendente scoperta, specialmente da parte del ragazzo più alto nella cabina, ma il più basso non sembrava materiale da prestazioni. “Cosa dici se gli mostriamo come si fa…?” mormorò.
“Aspetta.” Leo aggrottò la fronte, camminando verso di lei, gli occhi scuri. “Tu vuoi che noi-qui?”
“Adesso?” fece eco Mia, guardandola un po’ preoccupata. “Siamo nel loro territorio, Brie, credi sia una buona idea?”
“Hey, questa non è una competizione,” sogghignò Brie. “Ci stiamo solo…divertendo.” Si incamminò. Questo, e quegli Warblers, non è proprio per niente una competizione.

 


Shane si spinse in avanti per dissipare la folla e improvvisamente scoprì di aver perso di vista il suo obiettivo. Kurt e Reed non erano da nessuna parte che potesse vedere-era sicuro che fossero fuori dalla cabina un momento prima, e adesso erano spariti come se fossero evaporati nell’aria.
Velocemente, tirò fuori il suo telefono e compose il numero di Reed, vedendo se potesse trovarlo. “Shane, te l’ho detto, non scappare,” disse Blaine, apparendo al suo fianco con aria preoccupata. Il modo in cui si guardava intorno nella folla faceva pensare che magari non era proprio Shane che stava cercando, tuttavia. “Suppongo di essere responsabile per te, ricordi? E devo tornare alla tenda del pronto soccorso.”
La chiamata andò dritta alla segreteria telefonica. Shane brontolò e mise giù, sembrando davvero dispiaciuto. “Continua a non rispondere.”
“Se non ha risposto le prime due dozzine di volte che hai chiamato, cosa ti fa pensare che risponda adesso?” replicò Blaine, spingendo via suo fratello.
“Beh so che sei turbato, ma lasciami fuori, Blaine,” protestò Shane. “Questa è la tua brutta abitudine, tu tendi a farti avvolgere nella tua grande nuvola scura di depressione. E a differenza di te, io voglio andare a trovare Reed e a strisciare se necessario!”
“Beh, non sembra essere incline a sentirti strisciare adesso,” sospirò Blaine. “Sto solo dicendo di lasciare che si calmi.”
La folla si stava già infittendo. E il suo telefono lo stava giusto avvisando di una chiamata dal gruppo di pronto soccorso della Fiera-che all’improvviso si stava occupando di alcune persone che avevano avuto esperienza degli strani effetti collaterali di qualche genere di cibo della fiera. Blaine aveva l’inquietante sospetto che Drew e Satoru avessero davvero messo in atto i loro piani e avessero contaminato alcuni dei cibi con qualcosa che avevano cucinato all’ultimo minuto.
Se l’ultimo anno serviva da indicazione, aprire la scuola al pubblico di solito equivaleva a un sacco di lavoro per quelli assegnati alla tenda del pronto soccorso della Fiera, ma questo era certamente il doppio del lavoro. Blaine sentì l’apprensione salire a nuovi livelli-come poteva trovare Kurt in quel casino adesso?
“Ma anche tu dovresti parlare con Kurt,” piagnucolò Shane come se Blaine non fosse già completamente cosciente di quel fatto. “Non possiamo solo trovarli entrambi e riaggiustare tutto?”
“Ho provato a chiamare e neanche lui ha risposto.” Sospirò Blaine mentre mandava una raffica di messaggi a chiunque di Windsor: Drew ha avvelenato il cibo. Scoprite quale! “Pensavo fosse perché era occupato, ma se ha il tempo di cantare con Reed, allora suppongo che mi stia evitando. Non posso dire di fargliene una colpa.” Si lamentò con sé stesso, “…Mi sono davvero comportato come uno stronzo.”
“La tua nuvola di depressione è di nuovo qui.”
“Non posso farci niente ,Shane.”
“Ecco perché dovresti venire con me e sistemare tutto!” disse Shane a suo fratello con gli occhi spalancati. “Non puoi perdere Kurt, Blaine-hai perso già troppe persone. E non ti ho mai visto così coinvolto con una persona prima. Mai.”
“Non pensi che io lo sappia?” disse Blaine finalmente, girandosi verso di lui esasperato.
L’espressione di Shane si trasformò in un sorrisetto, non davvero uno che lasciava che l’umore di suo fratello avesse la meglio di lui in momenti come quelli. “Quindi? Che cosa stai aspettando? Andiamo a parlare con loro.” Afferrò la mano di Blaine e prese a correre a grandi passi nella fiera-e si fermò prontamente.
Blaine tolse la sua mano pazientemente. “Non hai idea di dove siano, vero?”
“…no.”
Il telefono di Blaine stava impazzendo per la squadra del pronto soccorso che lo cercava. “Ok, Shane. Ti prometto che li cercheremo, ma non ora, andiamo alla tenda? Perché devo scoprire che cosa ha messo Drew nel cibo e in quale cibo l’ha messo, solo per essere sicuri che nessun altro mangi quella roba. Inoltre, una volta che scoprirò cos’è, dovrò far si che Kurt e Reed lo sappiano così potranno stargli lontano anche loro. Non posso lasciare che Kurt mangi quella roba.”
“È probabile che sarà la prima cosa che Reed mangerà, vedendo quanto attira il pericolo ,come dici tu,” disse Shane, sembrando preoccupato mentre Blaine s’incamminava.
Shane sospirò profondamente. Si chiese se Reed fosse ancora di cattivo umore. Non ne aveva intenzione, per amor del cielo. Cosa doveva fare un ragazzo qui intorno? Perché a quel punto voleva fare quel prossimo qualcosa! Quell’espressione sul viso di Reed quella mattina! Shane voleva prendersi a schiaffi.
Stupido, stupido, stupido…Alexander Graham Bell avrebbe dovuto spaccare il primo telefono sulla mia testa…
Una testa biondo-fragola andò verso una delle bancarelle. Shane si bloccò all’istante. Cos’era…?
“Shane?” sentì Blaine chiedere.
“Solo-solo dammi un secondo.” Shane stava camminando velocemente attraverso la folla ,gli occhi verso dove l’aveva visto andare. Quello era lui, doveva esserlo. Non sapeva cosa stava per fare ,ma strisciare suonava bene. O solo-qualcosa, solo far si che Reed gli parlasse!

So scared of breaking it that you won't let it bend
And I wrote two hundred letters I will never send…
Sometimes these cuts are so much deeper then they seem
You'd rather cover up, I'd rather let them be…


Shane corse verso la curva, ma non trovò nessuno. Dove…? Si guardò freneticamente intorno e vide un guizzo vicino a un altro angolo. Scappò verso di esso proprio mentre Blaine cercava di raggiungerlo.

So let me be and I'll set you free…


Niente. Di nuovo! Shane lasciò fuoriuscire il respiro con un gemito. Continuava a scivolargli tra le dita! e allora mentre vedeva un altro guizzo di un familiare cappotto costoso andare verso uno delle bancarelle, si mise in piedi di nuovo e cantò disperatamente,

I am in misery
There ain't nobody who can comfort me, oh yeah…
Why won't you answer me?
The silence is slowly killing me, oh yeah…


E continuò mentre cominciava a correre in avanti di nuovo, schivando gli avventori della fiera e saltando le cose nella via,

Oh, you really got me bad
You really got me bad
Now I'm gonna get you back
I'm gonna get you back…


Blaine voleva afferrare Shane dal retro della giacca ma suo fratello stava correndo via di nuovo. Cosa aveva di sbagliato il mondo contro di lui? Stava per inseguire ulteriormente suo fratello prima che pensasse di aver sentito una voce familiare. Si girò velocemente-e avrebbe potuto giurare di aver visto Mercedes spingere avanti il ragazzo di cui era follemente innamorato.
Orgoglio, volontà, e responsabilità volarono via dalla finestra alla vista di Kurt. Corse da lui.

Your salty skin and how it mixes in with mine
The way it feels to be completely intertwined…
Not that I didn't care, it's that I didn't know
It's not what I didn't feel, it's what I didn't show…


Si spinse attraverso la folla ,muovendosi oltre le bancarelle, e allora posando le mani su una delle mura delle bancarelle mentre si guardava intorno per vedere Kurt essere condotto via da qualche parte.

So let me be and I'll set you free…

Si muoveva avanti ,determinato, da dove Kurt adesso stava ancora fermo, guardandolo mentre aveva un’assorta discussione con Rachel e Mercedes. Le tre dive stavano tutte parlando con delle arie preoccupate sui visi. Blaine corse velocemente verso di loro.

I am in misery
And there ain't nobody who can comfort me, oh yeah…
Why won't you answer me?
The silence is slowly killing me, oh yeah…


Un gruppo dal St.Patrick passò davanti a Blaine in una folla animata, e nel mentre che l’intero gruppo passava, le tre dive erano andate. Blaine stette in piedi, ferito ,e si guardò intorno preoccupato prima di vedere la giacca scarlatta di Rachel che si dirigeva nella direzione delle bancarelle vicino a Stuart. Li seguì immediatamente.

Oh, you really got me bad
You really got me bad
Now I'm gonna get you back
I'm gonna get you back…


Blaine era determinato a non perderli di vista mentre correva, Shane stava correndo quasi nella stessa direzione, seguendo dopo aver visto i capelli di Reed nella folla-era guidato da quello che sembrava essere un alto ragazzo bruno, che indossava una giacca da football. Si sentiva un po’ in apprensione. Non stava passando del tempo con quel ragazzo per la Fiera ,no? No?

You say your faith is shaken, and you may be mistaken
You keep me wide awake and waiting for the sun…


Blaine mantenne gli occhi sulla vivace giacca di Rachel e sulla splendente sciarpa di Kurt, che lo rendevano sicuro che stessero andando in una certa direzione, e continuò ad andare per una piccola parte per essere sicuro di correre verso di loro al prossimo vicolo. Le New Direction erano lì. Sarebbero state furiose. Dall’espressione del viso di Mercedes, lei era furiosa. Ma se c’era qualcuno a cui lui avesse bisogno di spiegare, non erano loro-era Kurt. Doveva riavere indietro Kurt, lo sapeva mentre cantava senza fiato,

I'm desperate and confused, so far away from you
I'm getting there, I don't care where I have to roam…

Shane ansimava ,il suo piede cominciava a pulsare un po’, ma lo ignorò.
Dov’era scomparso Reed?
Perché stava andando con quei ragazzi, e perché non stava rispondendo al suo telefono?
Non molto lontano, Blaine si stava autocommiserando. Shane vide suo fratello mentre stava davanti alla stessa bancarella di Blaine, entrambi che guardavano nella direzione in cui avevano visto i due andare ed entrambi si mossero in quella direzione ,schivando le persone mentre andavano.

Why do you do what you do to me, yeah?
Why won't you answer me, answer me yeah?
Why do you do what you do to me yeah?
Why won't you answer me, answer me yeah?

Schivarono un vortice di palloncini di vernici quando passarono vicino a una delle bancarelle che i gemelli avevano messo su, venendo mancati per un pelo dai proiettili-uno sfiorò la maglia di Shane-ed entrambi arrivarono al posto dove supponevano che l’intero gruppo stesse passando proprio in quel momento:

I am in misery
And there ain't nobody who can comfort me, oh yeah
Why won't you answer me?
The silence is slowly killing me, oh yeah
Only to be met with no sign of them.
Oh you really got me bad
You really got me bad
And now I'm gonna get you back
I'm gonna get you back…

Shane stava ansimando, una mano sulla sua gamba recentemente ristabilita. Sembrava come Gregory House in una brutta giornata. “Dove sono andati?”
“Non ne ho idea ,ero sicuro che stessero venendo da questa parte…” Blaine si guardò intorno per cercare qualche segno di Kurt. Come potevano essere semplicemente scomparsi? “Magari sono andati-“
POW!
Ed entrambi gli Anderson si trovarono schizzati di vernice bianca e rossa, sbalorditi in un silenzio a bocca aperta. I rivoli di rosso e bianco scorse sulle loro facce ,capelli e vestiti, cortesia di palloncini di vernice oscenamente grandi tirati con precisione chirurgica. Dietro di loro, un’esplosione di risate isteriche riecheggiava da due voci identiche.
“Un colpo diretto!” lanciò un gridolino Evan.
“‘Le loro armi sono potenti, signore, non possiamo fare un altro colpo come questo!’” citò Ethan, sorridendo da orecchio a orecchio.
Blaine li guardò a bocca aperta, praticamente incapace di reagire.
“Hey ,siete passati davanti alla nostra bancarella e non ci avete detto ciao, l’avete proprio chiesto.” Fece un gran sorriso Evan.
“Quindi, ciao,” disse Ethan felicemente ,ghignando.
Loro stavano affrontando ancora un silenzio ammutolito mentre gli Anderson continuavano a gocciolare. Evan procedette in avanti e avvolse il suo braccio intorno alla spalle di Blaine. “Oh dai, brutti scorbutici. Siete stati giù tutta la mattina ,vi abbiamo visti!”
“Su con la vita!” disse Ethan felicemente, un braccio attorno a Shane allo stesso modo. “Tutto si risolverà, vedrete. Non c’è motivo di essere così giù quando chiunque altro è così felice lo sapete?”
“Noi ci stiamo tutti divertendo qui e anche voi dovreste!”
“Sollevare un pochino il vostro umore- credeteci, renderà la chiacchierata più tardi un po’ più semplice quando il vostro umore è migliore!”
A quelle parole, Shane chiuse gli occhi e si pulì attentamente la vernice dalla faccia con le mani. Assomigliava a un frullato alla fragola al momento ma sembrava spettacolarmente composto per qualcuno a cui di solito erano dirette le traiettorie di simili insanita dei gemelli. “Blaine…” disse molto calmamente mentre lanciava uno sguardo a suo fratello, giustamente indignato. “Vorrei avere il tuo permesso per annientarli.”
“Oh ,ti aiuterò,” ringhiò Blaine mentre faceva un balzo verso i gemelli, che gridarono di gioia e scapparono via ,tirando più palloncini di vernice ai due Anderson.

 


Julian sibilò irritato mentre un paio di alti gemelli biondi gli passavano accanto di corsa, i loro palloncini di vernice che lo mancavano per un pelo mentre li lanciavano a un paio di Anderson estremamente colorati, che gettavano vernice in tutte le direzioni mentre correvano.
L’attore lanciò un’occhiataccia alla vista di Blaine, con della vernice rossa, bianca e rosa nei capelli arruffati e la vernice che ancora scivolava sul suo viso ,e si chiese che cosa in nome di tutto ciò che c’era di buono in Hollywood Boulevard ci avesse mai visto Logan nel basso tenore. Certamente era molto semplice a vederlo e poteva sostenere un brano, ma a parte questo…
Ipocrita. Questo è quello che i tuoi occhi hanno visto in Logan la prima volta.
La propria voce mentale gli si stava rivoltando contro. Meraviglioso.
Non ci volle molto alle donne della Fiera per scoprire il fatto che Julian Larson stava gironzolando nelle vicinanze, senza guardie del corpo e praticamente non protetto salvo per i ragazzi di Stuart che probabilmente non avevano idea delle reali conseguenze di quello che succedeva quando lui compariva in un area pubblica.
Le prima due ragazze che realizzarono chi era quasi si ruppero il collo per squadrarlo mentre dimenticavano i rispettivi ragazzi. Julian si era momentaneamente tolto gli occhiali scuri per sfregarsi gli occhi-non aveva dormito molto la notte dopo che aveva pensato e ripensato al lasciare la Dalton. Alla fine, il risultato era prevedibile, “Che casino-sono stanco. Ho chiuso.”
I suoi impegni, il suo lavoro, la sua vita forse erano davvero stancanti alla luce di tutte le lampade alogene di Los Angeles, ma era meglio che bruciare sotto il disprezzo di Logan. Perché diavolo erano perfino amici comunque?
Questo era quello a cui stava pensando quando si avvicinò a una delle bancarelle di cibo e provò a trovare qualcosa da mangiare. Una ragazza vicino lo stava fissando e sussurrava qualcosa alle sue amiche. Dopo qualche gomitata ,lei si avvicinò, mantenendo una prudente distanza, ed educatamente chiese se era Julian Larson.
E se diceva no? Lei conosceva la risposta, la domanda era solo per formalità. Quindi le disse che lo era. Dopo che il gruppo gli chiese gentilmente di firmare le loro maniche e di fare un paio di scatti con la macchina fotografica del cellulare (i ragazzi che lavoravano alla bancarella di cibo ridacchiarono per tutto il tempo), era solo una questione di tempo prima che le cose precipitassero.
Il cibo di Julian non venne toccato dato che sciamarono più vicini ,il piccolo gruppetto che gradualmente s’infittiva. Una persona non sarebbe stata in grado di percepire che lui dentro era davvero in tumulto dovuto al pessimo inizio di giornata e al fatto che era affamato. Quando Julian era “in onda”, lo era per davvero. Erano in troppi che ben esercitavano a Hollywood per fare diversamente. 

Fu così che i membri del fanclub ufficiale di Julian Larson che pervadevano la fiera si resero conto di quello che stava succedendo.

Aveva letteralmente un paio di secondi per scappare.

Anche la sicurezza della fiera si accorse di quello che stava succedendo ma non potevano fare poi molto mentre provavano ad intervenire, e Julian aveva bisogno di scappare finché poteva.

Fu allora che incontrò Adam.

La mano che afferrò il polso di Julian era incredibilmente forte, per appartenere a qualcuno che aveva proprio la sua altezza e taglia. Il ragazzo della Dalton che l’aveva afferrato attraverso la folla lo stava tirando avanti con forza così velocemente che Julian pensò di cadere.

“Dai!” fu il sibilo del ragazzo che indossava l’uniforme della Dalton sotto il suo spesso cappotto nero.

Mentre le guardie di sicurezza provavano a calmare tutti-nessuno era molto contento, ovviamente e qualche ragazza aveva inseguito l’attore- l’alto ragazzo dai capelli neri che aveva preso Julian saltando in mezzo alla folla, si tolse il suo cappellino da sci e lo mise su Julian nel tentativo di camuffare la sua chioma fin troppo ben riconoscibile.

“Chi diavolo sei tu?” domandò Julian mentre loro due si spingevano ansimando in un vicolo vicino all’edificio sud e a quello principale, fra parentesi lo stesso posto dove Karofsky aveva portato Kurt diverso tempo prima. Loro adesso stavano provando a riprendere fiato, ansimando, e Julian provò a osservare il suo improbabile soccorritore. Sembrava avere la sua età, era più alto e con le spalle po’ più larghe. Il ragazzo stava sorridendo, ma ciononostante sembrava imbarazzato. “Adam Clavell,” rispose, la voce che suonava profonda.

Julian lo squadrò. “Perché sei in uniforme?”

“Mi sono appena trasferito; non sapevo che non dovevamo indossare l’uniforme oggi. E poi non mi sono potuto preoccupare di cambiarmi.” Il suo distintivo era visibile sul suo risvolto. Un ragazzo di Hanover.

“Si beh…” Julian provò a riprendere fiato. “Grazie per avermi salvato, credo.”

“Le star del cinema conducono delle vite pesanti…” sospirò Adam, tirando fuori una sigaretta e mettendosela tra le labbra. Le sue mani erano pallide e tremanti, scoperte all’aria fredda mentre alzava il suo accendino.

Julian lo guardò ,e lui sembrò notarlo. “Oh. Scusa. A te non piace quando le persone ti fumano vicino.” Pestò la sigaretta sotto il piede.

“Come lo sai?” Julian sollevò un sopracciglio.

Adesso Adam lo guardava più imbarazzato, abbassando i suoi occhi grigi. “Scusa. Io…suppongo di essere anch’io uno dei tuoi fan.”

Julian sbuffò mentre si poggiava alla costruzione in mattoni. “Dalla padella alla brace…” lo guardò con divertimento. “Mi hai portato qui per un colloquio privato?”

“Non proprio…” rispose Adam con un alzata di spalle. “Prima di tutto ho già il tuo autografo. Tu non te lo ricordi ma me ne hai fatto uno molto tempo fa nella seconda stagione di Something Damaged. È stata la prima volta che è stato annunciato che stavi per diventare un personaggio fisso.”

Le labbra di Julian si arricciarono in un sorrisetto. “Tu sei mio fan.”

Adam lo guardò dispiaciuto. “Lo so, sono spaventoso.”

L’attore adesso si chiese su quale sponda stesse quel ragazzo, dato che la maggior parte dei ragazzi erano più interessati alle belle ragazze del cast dello show. Ma gli importava davvero? “Comunque…” Julian si sollevò e si guardo intorno. “La marea di ormoni furiosi è andata.” Si tolse lo stupido cappello dalla testa e lo lanciò ad Adam. “Grazie per il salvataggio. Io vado.”

“Hey aspetta.” Adam gli si avvicinò e tirò fuori un paio di sandwich dalle tasche e glieli porse. “Non hai mangiato. Ho visto quelle ragazze saltarti addosso. Tieni.”

Tacchino. Il preferito di Julian.. ovviamente il suo fan sapeva cosa gli piaceva. A dispetto di sé, si sentiva divertito per questo. Gli fece un cenno, porgendogli l’altro sandwich. “Andiamo a prendere qualcosa da bere con questo.”

Il viso di Adam s’illuminò. “Oh. Okay.”

Julian emerse dal vicolo, seguito da Adam, che sembrava più imbarazzato ora che non stava più galoppando come un cavallo per i terreni ,e mentre camminavano, Julian vide Kurt, Reed e un gruppo di ragazzi sconosciuti che non riconobbe. Kurt era l’unico seduto. Gli altri lo circondavano.

“Hey, ti dispiace se facciamo un salto alla tenda informazioni?” borbottò Julian.

“Perché?”

“A un amico forse piacerebbe sapere che la sua ‘diva’ è stata intrappolata.”

“È questo che è successo?” disse in fine Mercedes, guardando in cagnesco giù verso Kurt dopo la lunga e tesa storia che era finalmente finita.

“Proprio così,” sospirò profondamente Kurt, le braccia incrociate sul petto.

“…Okay quindi-adesso io non so quale di voi due io voglia condire e fare al forno per primo.”

Avevano cominciato a parlare quando avevano iniziato a camminare, camminare ma non potevano andare in un posto nella Fiera abbastanza tranquillo dove potessero veramente parlare di tutto. Ogni volta che si spostavano in un altro posto ,qualcos’altro succedeva lì-una trappola dopo l’altra nella scuola che sembrava labirintica-finché non avevano cercato riparo vicino all’edificio sud e a quello principale che non era così frequentato.

Reed era arrivato con un po’ più di membri del Glee club del McKinley (perché onestamente come poteva non scorgere la testa di Finn spuntare oltre le spalle del resto della folla?). In presenza alla riunione c’erano Rachel ,Mercedes, Santana e Finn, ma gli altri rimanevano dispersi nella fiera. Non aveva neanche potuto localizzare Blaine-che stava probabilmente in mezzo al frenetico gruppo di pronto soccorso, apparentemente preso da un fascio di ragazzi che avevano mangiato qualcosa nella fiera che li faceva correre in bagno ogni quindici minuti.

L’intero gruppo alla fine cercò riparo su alcune panchine poco frequentate vicino all’edificio sud e a quello principale, e finalmente gli eventi furono pienamente raccontati, incluso quello che era successo nella hall, nella caffetteria, e in punizione.

“Quindi tu non ti esibirai nemmeno?” chiese Rachel, suonando quasi più compassionevole sulla perdita della ribalta che non del litigio con il fidanzato. Kurt la guardò incredulo ma disse, “No, non lo farò. Nessuno di noi lo farà.”

“Penso che dovrei parlare di nuovo con quel Logan,” disse Finn, un cipiglio inciso in profondità nella sua fronte.

“No!” disse Kurt immediatamente ,fissandolo duro. “Lascialo stare. È finita.”

“Non è finita finché non lo dirò io,” sbottò Mercedes. “Adesso non mi preoccupo di un alto, biondo modello dell’Abercrombie laggiù nella tenda-mi preoccupo di quanto sia stupido questo litigio tra te e il tuo ragazzo.”

Kurt fece una leggera smorfia. Il termine “il suo ragazzo” era stato applicato a Blaine dai suoi amici per la prima volta e sembrava come un’accusa. guardò in cagnesco su verso di lei e ribatté, “Avrei almeno pensato che tutto fosse dalla mia parte qui. Penso di aver fatto una bella osservazione della fiera-che lui ha fatto due standard diversi e che non ho fatto niente degno di essere accusato di adulterio. Perché comparato a qualcuna delle buffonate che tutti voi avete fatto…” sollevò un sopracciglio. All’assalto spietato della verità, alcune delle facce dei suoi amici si colorarono di un profondo cremisi, in vari gradi di imbarazzo e collera interiore.

Fu Finn che sospirò e si sedette accanto lui e disse, “Senti, non stiamo dicendo che anche quello che ha fatto lui è giusto.” Scrollò un po’ le spalle. “Cioè, quella è stata una cosa davvero da stronzi da fare e non avrebbe dovuto scoppiare con te in quel modo.”

“Stiamo solo dicente che questo non si risolverà se entrambi non vi confrontate con l’altro e se tu non gli dici quello che stai dicendo a noi adesso,” fece Mercedes.

“Scusatemi, non l’ha già fatto questo?” Santana sollevò un sopracciglio. “E questo era il risultato finale. Che cosa volete, che abbiano il loro festival-delle-risate nel bel mezzo della Fiera?”

“Ok bene ,è tempo per voi due pugili di avere il secondo round,” Mercedes alzò un sopracciglio “E questa volta, entrambi dovete ascoltare all’altro e provare a vederla dal punto di vista dell’altro.”

“Ho provato a vederla dal suo punto di vista nei giorni passati,” borbottò Kurt, le braccia incrociate al petto.

“Allora dovrebbe essere facile.” Lo guardò in cagnesco Mercedes.

“Hai detto che volevi parlare,” aggiunse Reed piano, guardando il suo amico. “E sono abbastanza sicuro che Blaine non vorrebbe ignorarti. Penso che anche lui ti voglia vedere.” Si sedette affianco a Kurt dall’altro lato. “Il giorno dopo che voi avete litigato ,l’ho visto stare fermo davanti alla sua porta come se ti stesse aspettando. Sembrava…un po’ distrutto quando gli ho detto che tu saresti andato avanti.”

Kurt gli lanciò una piccola occhiata, poi ai suoi amici, che lo guardarono con aspettativa. “Ok, ma posso chiedervi una cosa -c’è qualche ragione per cui tutti voi mi state addosso in questo modo?”

“Kurt, noi abbiamo visto quant’eri felice…” rispose Rachel con un’alzata di spalle. “Vogliamo solo essere sicuri che tu resti così ok?” lei sorrise.

“Onestamente adesso,” Mercedes sollevò un sopracciglio. “Non puoi dirmi che una piccola parte della ragione per cui te la stai prendendo adesso è perché è il giorno di San Valentino e voi due state litigando.”

“A me non piace neanche il giorno di San Valentino.” Fece presente Kurt.

“Ma ti piace lui, giusto?” Mercedes sorrise quando si scontrò con un silenzio glaciale e un’occhiataccia da parte del suo amico. “Ok, dai.” Lo spinse in piedi. “Andiamo a cercarlo, e poi andremo in fondo a questo.”

“Adesso posso andare a parlare con Logan?” chiese Finn, sempre con un cipiglio di disapprovazione. “Per essere sicuro che ne resti fuori?”

“No ,Finn,” Kurt sospirò esasperato. “Ho già urlato contro di lui nella hall, penso che abbia afferrato l’idea.” Le ragazze lo fissarono e rotearono gli occhi. “Uno dei miei momenti meno eleganti, ma ero di pessimo umore al momento. Non l’ho neanche visto tutto il giorno…”

“Beh sembrava un po’ giù di morale quando l’abbiamo visto,” disse Rachel, sbattendo le palpebre. “Suppongo che abbia funzionato.”

Ovviamente avrebbe funzionato, Kurt lo sapeva quello. Era arrivato al punto con Logan in quel modo perché sentiva che era l’unico modo per farsi ascoltare da lui. E forse avrebbe dovuto essere deciso sin dall’inizio, ma aveva sempre sentito che metà del perché Logan fosse così insistente era la sua condizione. Doveva iniziare a ricordare a sé stesso che il motivo era solo una parte di quello-e che il resto di esso era anche il Logan che voleva la sua strada e l’avrebbe ottenuta se avesse potuto.

Ma non se n’era preoccupato. Si era preoccupato di come questo avrebbe potuto influenzare quello che sentiva così forte per lui.

“Oh no tu non lo fai,” Mercedes gli lanciò un’occhiata mentre lo tirava avanti. “Posso dirti a che cosa stai pensando e tu non complicherai questo adesso. Primo, ci occupiamo di te e Blaine ,e poi ci occupiamo di lui.

“Dovremmo anche trovare gli altri prima che facciano qualche pasticcio in questo posto-che gli è successo, comunque?” bofonchiò Rachel, guardandosi intorno.

“Li abbiamo persi dopo che Britt ha iniziare a spingere Artie per la fiera sovreccitata.” Santana roteò gli occhi, ma li tenne sul telefono. Lo squadrò mentre leggeva un messaggio. “Aspettate. Sembra che lei sia nella tenda del pronto soccorso con gli altri.”

“Come mai?”

“Cosa ne so? Tutto quello che ha detto è che Artie e Tina hanno mangiato qualcosa di cattivo.”

Finn la guardò confuso e preoccupato. “Non capisco-tutto quello che li ho visti mangiare erano quei biscotti al cioccolato.”

Kurt lo guardò sorpreso.

“Biscotti? Quali biscotti?”

Perplesso, Finn tirò fuori una busta trasparente di biscotti dalla tasca della sua giacca e glieli porse. “Questi.” Kurt li afferrò e li fisso. Sembravano quasi esattamente come quelli che faceva per la casa di Windsor. Finn aggiunse, “Li abbiamo avuti da una delle bancarelle blu a righe dorate.”

Kurt fece una smorfia-sentire di qualcosa che veniva dai blu e oro non era quasi mai una buona notizia. E poi all’improvviso Finn poggiò la mano sullo stomaco come se fosse stato colpito nelle budella. “Veramente…A pensarci bene…Non mi sono sentito tanto bene da quando noi-“

Mercedes si ritrasse quando un rumoroso borbottio provenne dallo stomaco di Finn. “Andiamo,” Kurt sospirò profondamente e prese il gomito di Finn spingendolo via. “Alla tenda del pronto soccorso.”

“Oddio,” Rachel fece un sorrisetto. “Hai detto che Blaine era in servizio-forse dovremmo correre da lui.”

“Penso che sia meglio che io vada al bagno…” gemette Finn, diventando pallido.

“No, andiamo a vedere se possono darti qualche medicinale prima…” insistette Kurt, spingendolo avanti. Lo stomaco di Finn emise un altro agghiacciante gracidio e il gruppo immediatamente gli creò il vuoto intorno.

“Oh, Finn, quel suono era davvero brutto…” fece una smorfia Rachel mentre Kurt li conduceva indietro per i terreni della fiera. Finn stava cominciando a lamentarsi come una mucca morente.

Fu a quel punto che Kurt notò una faccia familiare nella folla e immediatamente catturò la sua attenzione. “Charlie! Hey, Charlie!”. Sventolò la mano per avere la sua attenzione sopra le teste della folla.

Il prefetto, sembrando solo leggermente logorato ,guardò su e corse da lui. “Hey ,Kurt.” Guardò Finn. “Cos’ha questo ragazzo?”

“Un’altra vittima della guerra dei gemelli,” brontolò Kurt. “Sono i biscotti. Sono i biscotti, Chaz -è meglio se li togli dalle bancarelle.”

“Ho dei seri dubbi sul fatto che i gemelli abbiano qualcosa a che fare con questo-loro amano fottutamente i tuoi biscotti,” borbottò Charlie, lanciando uno sguardo a Finn mentre staccava il suo walkie talkie dalla cintura per avvisare l’altro prefetto.

“Ma Drew e Satoru potrebbero aver deciso di fare una loro infornata e questo è il risultato finale.”

“Quante volte devo dire a voi ragazzi di non provare e servirvi senza un’appropriata supervisione?” chiese Kurt.

“Non dirlo a me, Kurt, loro sono gli unici che-“

“Amico” Finn quasi urlò a Charlie. “Il bagno! Dov’è?”

Charlie lo fissò. “Devi entrare in quell’edificio-“ indicò. “Sud e principale-tutti i gabinetti sono pieni-“

Finn si staccò da Kurt e corse così veloce che qualcuno avrebbe potuto pensare che stava correndo per un touchdown dell’ultimo minuto, evitando la gente nel passaggio che non sembrò troppo seccata-segno che doveva essere stata una cosa comune per tutto il giorno. “Hehe abbiamo perso Finn,” ridacchiò Santana.

“Parlando dei gemelli,” Charlie guardò Kurt con aria preoccupata. “La devastazione che hanno fatto è quella apparentemente di lanciare palloncini di vernice alle persone,  quindi fareste meglio a stare attenti. Penso che stiano provando a fare pubblicità alla loro bancarella di palloncini di vernici come una specie di vendetta di San Valentino. Il tuo fidanzato e suo fratello sono stati colpiti davvero in modo brutto.”

Sia Reed che Kurt fecero una smorfia. “È stato così brutto?” chiese Reed.

“Risponditi da solo- c’è Shane proprio adesso.”

E c’era Shane, arrivato a fermarsi a diversi passi di distanza da loro, per lo più pulito ma i suoi vestiti non potevano essere salvati-i suoi vestiti come i grembiuli da pittura di Reed dopo una sessione no stop di pittura.

I suoi capelli avevano ancora tracce di pittura e Shane sembrava spaventato possibilmente perché non si aspettava di trovarli proprio lì. Kurt guardò le sue condizione incredulo.

“Oh Shane…” lo fissò Reed, sbalordito, guardandolo dalla testa ai piedi. “Che è successo?”

“Questa è perfino la versione pulita,” si lamentò Shane, sembrando dispiaciuto. “Penso di aver inalato un po’ di quella roba.”

“E Blaine?” suggerì Kurt, incapace di sopportare l’idea che Blaine potesse dover andare in giro con un aspetto peggiore di quello di Shane in quel momento.

“Penso che sia alla tenda del pronto soccorso,”

A questo, Rachel e Mercedes tirarono Kurt per i gomiti. “In questo caso-andiamo!” Le due dive sorrisero mentre il terzo le guardava in cagnesco prima di attaccarsi alla spalla di Reed e fare un cenno a Shane. Reed diventò cremisi e gli rivolse un occhiata da “Me la paghi,” mentre gli studenti del McKinley portavano via il loro ex-compagno.

“Buona fortuna,” sbuffò Charlie, dando una pacca sulla spalla a Reed prima di correre via anche lui, presumibilmente per andare a urlare contro i due infedeli venditori di biscotti, lasciando Shane e Reed lì insieme.

Si guardarono l’un l’altro, e Reed arrossì, scostando lo sguardo.

“Um…”

“Uh…” Shane si grattò la nuca, sembrando imbarazzato. “Dovrei cominciare a strisciare adesso?”

“Cosa?” Reed sbatté le palpebre.

“Io…ho davvero fatto un casino in questi ultimi giorni, mi dispiace. E ti avevo detto che sarei stato a tua completa disposizione, e…ovviamente non lo sono stato, sono stato davvero idiota e ho solo finito per turbarti-dato che non hai risposto alle ultime quarantotto chiamate che ti ho fatto e…e…e sto di nuovo parlando troppo.” Shane si lasciò il viso tra le mani.

Reed lo guardò un poco.

“…dovresti stare in piedi in questo modo? Stai zoppicando un pochino.”

“Io? Nah-sto bene! Sto alla grande, imponente-riguardo a quello strisciare-”

“Shane.” Reed aggrottò la fronte.

“Sono stato concentrato su fare tutto meglio questa volta,” sospirò finalmente Shane. “Volevo portarti alla fiera senza stampelle. Ma sai quanto io sia sbadato e quanto mi distraggo facilmente-quindi ho messo via il telefono per potermi concentrare solo a stare meglio e a non tormentarti.”

Scosse la testa. “Avrei dovuto pensare attraverso quello un po’ di più. Non ho pensato che tu potessi chiamarmi… Ho immaginato che Blaine mi avrebbe assillato per controllarmi ,ma-perché sto ancora parlando? Sentiti libero di farmi stare zitto in ogni momento ,Reed, seriamente-”

Reed rise un po’,e Shane alzò lo sguardo con una scintilla di speranza.

“Hey, ti ho fatto ridere. È una buona cosa?”

L’artista roteò solo gli occhi con un piccolo sorriso. “Tu sei davvero pazzo.”

“Blaine me lo dice spesso. Ma soprattutto in questi giorni è per te che sono pazzo quindi…”

Reed diventò di una profonda sfumatura cremisi che gli fece temere che gli fosse scoppiato un vaso sanguigno. Shane stava cominciando a sorridere di nuovo alla vista di esso e Reed lo guardò. “Stavo per perdonarti ma se devi ridere a mie spese-”

“Okay, scusa! Scusa!” Shane gli disse in fretta, sorridendo.

“Smettila di sforzare il tuo piede-vai a sederti o altro,” gli disse Reed.

“Il mio piede sta bene,” lo scacciò Shane. “Ho detto che ti avrei portato alla fiera, e ti ci sto portando.”

“Siamo già alla fiera, Shane.”

“Allora divertiamoci!” Shane afferrò la sua mano e lo spinse nella folla. Reed non riuscì a trattenere un sorriso all’eccitazione del più giovane degli Anderson-e si chiese perché nel mondo alcune cose non potessero essere semplici come quella tutte le volte.

Charlie gli lanciò una breve occhiata e guardò Shane e Reed muoversi. Sorrise tra sé e sé. Suppongo che quello fosse una vittoria. E allora rivolse la sua attenzione di nuovo a Wes ,che stava aiutando a riparare una delle arcate che i gemelli avevano sfondato nei loro scherzetti più primitivi.

“Dannazione ,Chaz, ci stiamo lavorando a morte adesso!” protestò Wes, agitando e quasi colpendo il prefetto di Windsor con il martello mentre lo faceva. “Come dovrei sapere dove sono i gemelli? Hai controllato nella loro bancarella dei palloncini di vernice o nella loro Casa degli Specchi?”

“Ho già controllato.” Perché i gemelli avessero due attrazioni (e come loro riuscissero a gestirle) andava oltre la comprensione di Charlie, specialmente perché loro non erano evidentemente a nessuna delle due. I palloncini pieni di vernice erano stati lasciati da soli in un enorme cesto sotto il controllo della bancarella vicino. Con l’arsenale lasciato completamente solo, Charlie stava iniziando a preoccuparsi che i gemelli avessero deciso di cambiare tattica e fare qualcos’altro di più dannoso.

“Non sono lì, e non sono nella Casa degli Specchi che hanno messo su a Orione. Non vedo perché-dato che è una delle più popolari oggi. Ma le montagne russe di Hanover ci stanno ancora uccidendo. La loro fila sta salendo sulle gradinate.” Charlie si lamentò con sé stesso. Se avessero continuato in quel modo, Hanover avrebbe vinto per il terzo anno di seguito.

“Beh non so,” alzò le spalle Wes. “Potrebbero essere ovunque-loro amano la Fiera. Personalmente, penso che sarei lì fuori a cercare Kurt e Blaine. Per quanto mi piace farmi il culo lavorando nel giorno di San Valentino…” fece una smorfia mentre si alzava. “…Mi preoccupa che non abbiamo ancora fatto pace.”

“Beh, Justin tiene Logan chiuso nella bancarella delle informazione-dovrebbero poter parlare senza interruzioni se ne avessero la possibilità,” alzò le spalle Charlie.

“A proposito di Justin…” Wes martellò il cartello a posto. “Digli che il nuovo ragazzo di Hanover lo sta cercando.”

Questo fece alzare lo sguardo di Charlie. “Il nuovo ragazzo di Hanover? Intendi Adam?”

“No, l’altro,” Wes si pulì le mani sui jeans.

“L’altro?” Justin aveva detto che di recente avevano una nuova persona ad Hanover ,e che questa era il tranquillo Adam Clavell che ancora non avevano sentito parlare molto.

Ma Wes scosse la testa, sembrando stanco. “Quello basso. Dello scambio culturale. Qual era il suo nome? Laurel?”

Charlie fissò Wes, sbigottito.

“Cosa?”

Wes si guardò intorno un po’ impaziente e indicò. “Lui. Proprio lì!”

Charlie si voltò per vedere un ragazzo basso in un’uniforme della Dalton-uno dei pochi che indossava l’uniforme-che sembrava troppo grande per lui, correre via da una delle bancarelle, provando a vedere oltre le teste delle persone. Mentre correva, teneva una mano sul cappuccio sulla sua testa. Faceva molto Oliver Twist.

Charlie scosse la testa con un sospiro esasperato mentre staccava il suo walkie talkie dalla cintura. “Hey Wes, perché non ti prendi cinque minuti o ti fai un giro con David o altro?”

Wes borbottò con un respiro ,“è con Katherine. E io non ho una ragazza. Non pensavo che fosse educato interrompere.”

“La gelosia non ti dona.” Charlie evitò il calcio di Wes e parlò nel walkie talkie mentre usciva dal piccolo banco. “Hey ,Hanover! Sei vivo?”

La trasmittente gracchiò in risposta mentre la voce di Justin arrivava attraverso il canale. “Che c’è?”

Charlie stava camminando velocemente attraverso la folla, gli occhi che seguivano velocemente il “ragazzo di Hanover” che si stava guardando intorno. “Dove sei?”

“Alle bancarelle del cibo. Sto morendo di fame. Tu vuoi qualcosa?”

Si stava avvicinando al ragazzo adesso, che sembrava distratto dalla vicina bancarella di lancio degli anelli. Scosse la testa con un sospiro mentre si avvicinava alla sua preda in silenzio.

“Io? Vorrei che venisse qui vicino alla fila dei giochi di lancio degli anelli.”

“Problemi?”

“Per te, si.”

Finalmente arrivò al suo ovvio piccolo obiettivo. Charlie immediatamente si avvicinò e afferrò il ragazzo dal retro del blazer , tirandolo indietro. “Hey!” fu l’oltraggiato strillo-che era solo un po’ troppo acuto.

Charlie sorrise, afferrando il blazer fermo dato che sapeva che avrebbe potuto metterci dei soldi sulla sua impressione. “Il cappello era un bel tocco,” disse in modo casuale.

“Fammi andare giusto un minuto, Charlie!” un sacco di capelli biondi vennero giù mentre il cappello veniva fatto cadere con tutte le furiose lotte da parte del più piccolo. Un paio di occhi blu fissarono, mentre il viso a cuore era rosso dall’umiliazione.

“Charlie, che succede?” domandò Justin.

“Justin?” catturò un ansimo spaventato nella sua voce.

Charlie sospirò e alzò il ricevitore di nuovo. “Vieni a prendere tua sorella, Hanover.”

“Dannazione, Laura!”

“Guarda ,ragazzina-“ cominciò Charlie.

“Sono solo un pochino più piccola di te ,grazie tante, e sarebbe meglio se tu lo ricordassi,” Laura Bancroft lo fissò. “Adesso lasciami andare.”

“Ok.” Charlie la lasciò in modo poco cerimonioso-Laura cadde in piedi e si spazzolò.

Justin suonò imperioso. “Laura, stai ferma lì dove sei-sarò lì in un attimo e sarà meglio che tu abbia una buona spiegazione per questo.”

La giovane ragazza sembrava davvero frustata e incrociò solo le braccia ,lamentandosi. “Questo è veramente ridicolo! Una ragazza non può più andare a un evento pubblico?”

“Tu dovresti essere a Londra,” le ricordo Charlie. “E tu lo sai. Non puoi semplicemente attraversare l’Atlantico quando ti va, Laura. E viaggiare da sola può essere tutto meno che sicuro per te.”

“Non sono una bambina,” mugugnò Laura.

Charlie sospirò alla sorella del suo migliore amico. Quella non era la prima volta che Laura metteva su un tentativo di infiltrarsi alla Dalton, e si domandò perché i suoi genitori la lasciassero ancora andare in giro così liberamente per qualcuno che si supponeva essere a scuola. Forse le mancava solo suo fratello. Sollevò il walkie talkie un’altra volta. “Hanover, lascia stare ,stai lì ,veniamo noi da te.”

Poi fece un cenno a Laura. “Dai. Andiamo a prenderti qualcosa per pranzare prima che Justin ti faccia una lavata di capo di nuovo.”

Laura si illuminò immediatamente-di solito poteva contare su Charlie per essere un po’ meno rigido di suo fratello. “Oh, bene. Possiamo prendere quei biscotti che sembra che mangino tutti?”

“No.”

 

“Cosa vedo,” fissò sorpreso Dwight, vedendo Charlie camminare con la bassa ragazza bionda che appariva al di sotto del cappello. “Charlie si è preso un ‘fiore parlante’.”

“Non per forza,” dissero in coro i gemelli con un sorriso. “Quella è Laura Bancroft.”

“Bancroft-la sorella di Justin?”

“Uh huh. Ci piace lei. È matta.” Entrambi adesso guardavano il Cacciatore che si era aggirato furtivamente per la fiera anche se detestava essa e la sua capacità di ammassare cuori con tutta la sua anima. “E tu che ci dici, piccolo Cavaliere? Non galoppi dietro una fanciulla della fiera per i fatti tuoi?”

“Se fosse così facile ,lo starei facendo proprio adesso,” ribatté Dwight. “Ma no, il dovere chiama. Ho scoperto alcune vibrazioni davvero molto negative proveniva da certi punti in questa fiera e ho intenzione cercarle e sterminarle per il bene di chiunque si trovi qui. Ed ecco perché vi ho portato.”

I gemelli lo fissarono. Dwight roteò solo gli occhi e fece voltare i gemelli davanti-indicando attraverso l’area dello stadio dove al momento, era in atto la competizione di danza.

Nella magnifica tradizione di provare a vedere la cosa più folle e al limite più imbarazzante che una persona potesse fare per amore del dare agli altri importanti uno smagliante giorno di San Valentino ,un paio di ragazzi avevano scelto di organizzare un evento nella Fiera che avrebbe fatto ballare le persone per vincere una cena romantica tutta pagata a un ristorante francese davvero caro. Un gran numero di coppie ci stavano provando (la maggior parte dei ragazzi era trascinata dalle loro fidanzati che sarebbero morte per avere un elegante cena romantica)-ma c’era di sicuro un’interferenza nella Forza, come aveva detto Dwight.

Gli era capitato di essere nella zona quando era successo il disastro. Primo erano apparsi una coppia di ragazzi afro-americani, ed erano stati i primi a chiedere perfino una certa canzone che fosse suonata per la loro danza. Questo non era contro le regole, e la squadra dello stadio aveva acconsentito.

Mentre “She’s a Genius” dei Jet iniziava a uscire dagli amplificatori ,la coppia cominciò in effetti a distruggere tutte le altre coppie che al momento stavano gareggiando. Loro ballavano senza un pizzico di imbarazzo e potevano davvero muoversi. L’applauso che raccolsero eliminò le altre coppie dalla gara.

Mentre una folla si formava lentamente per guardare la coppia di ballerine ,loro erano “affrontati” da una coppia diversa-questa volta una bionda ragazza carina e un agile ragazzo pantaloni larghi e enormi scarpe da tennis. Affrontavano i due con dei sorrisi luminosi, per niente intimiditi. E mentre i primi due ballavano, la folla urlò stupita quando la nuova coppia uguagliò i loro movimenti proprio prima di tirar fuori il proprio stile di danza-che coinvolgeva alcuni mosse acrobatiche. La ragazza bionda era particolarmente brava e il ragazzo forte con lei poteva facilmente lanciarla in aria in flips.

La prima coppia dell’invasione dei Pure Energy (Devon e Shay) stavano ridendo ai due acrobati (Leo e Mia) e non sembravano per niente intimiditi. Loro risposero con una sequenza di mosse di danza di hip-hop freestyle prima che entrambe le coppie finissero facendo le stesse esatte mosse di danza.

Ormai Dwight aveva riconosciuto chi erano davvero quei ragazzi che avevano invaso la pista da ballo. Dopotutto aveva visto il video durante Capodanno. Aveva trovato i movimenti familiari. Se non era stato sicuro prima che quelli fossero i ragazzi dei Pure Energy, ne fu certo quando vide l’espressione sulle facce dei gemelli.

“Che ci fanno qui…?” sibilò Dwight. “Sono delle spie? Ci stanno spiando?”

“Oh questo non è spiare…” disse Evan con un piccolo, gelido sorriso sul volto, guardando le due coppie sulla pista muoversi.

“Questa è una sfida, penso,” sorrise Ethan nello stesso modo.

“Scusatemi…” una ragazza alta e bruna passò davanti ai gemelli con un sorriso-lei li guardò come se quello sguardo fosse riservato proprio a loro-e camminò dritta attraverso la folla e verso le coppia al centro della pista. Senza esitazione ,si esibì in una serie di salti all’indietro sulle mani che la fecero atterrare al centro del gruppo e ballò in mezzo a loro, mettendosi a caro e integrandosi senza discontinuità nelle loro mosse di danza. La folla applaudì e strombazzò mentre la squadra dello stadio confusa li fissava, non sicuro di cosa fare esattamente a questa improvvisa invasione di ballerini.

Mentre Brie ,il capo, si esibiva in una mossa particolarmente complicata con Shay e Mia prima di gettare i capelli indietro e sorridere direttamente ai gemelli.

I gemelli sorrisero un po’ di più. “Oh, quindi è così ,huh…?”

“Di cosa state parlando?” chiese Dwight.

“Si stanno mettendo in mostra giusto un pochiiiiiiino,” disse Evan, voltandosi con il suo gemello e camminando a grandi passi.

“Hey aspettate!” protestò Dwight. “Ve ne volete andare e lasciarli fare in questo modo? Vi hanno sfidato!”

“Oh non gliela lasceremo passare liscia,” lo assicurò Ethan. “Resta qui, Dwight, prova a trattenerli nel tuo mirino se puoi-torniamo subito.”

“Cosa? Dove state andando?”

I gemelli sorrisero solo. “A radunare qualche Momeraths (http://static.tumblr.com/2a95c4b680e3aebedbbef424e7b14555/kdiqgbf/J8Gmh93gv/tumblr_static_momeraths-2.jpg , sono questi cosini ballerini di alice nel paese delle meraviglie), ovviamente.”

 

 

Derek corse davanti ai gemelli-ero preoccupato riguardo a quei subdoli sorrisetti che avevano sui loro visi, ma era molto più preoccupato di salvarsi la pelle. Corse tra le persone delle fiera finché non notò qualcuno di familiare e si gettò da lui.

“Derek, ma che cavolo c’è?” Julian domandò mentre il suo ovviamente più massiccio amico al momento si riparava dietro di lui da tutte le persone ,attaccandosi al cappotto di Julian. Adam lo guardò un po’ allarmato, ma Derek disse immediatamente, “Jules! Te lo giuro su dio ,tu devi salvarmi-“

“Adesso cosa hai fatto?” sbuffò Julian ,alzando un sopracciglio. “Dimmi che non è Tabitha.”

“Fosse solo Tabitha. Heather e Louise mi hanno già visto. E io ho già sentito che una coppia di mie ex mi stanno fottutamente cercando in zona. Sono al limite qui, amico!”

“Chi è questo…?” chiese Adam, guardando Julian confuso.

“Un morto che cammina, a quanto pare,” increspò le labbra verso l’amico, che si stava ancora aggrappando a lui. Roteò gli occhi con finta saggezza-tipo pazienza. “Questo è davvero patetico ,D, penso solo che dovresti saperlo.”

“Adam, non provare neanche a rimproverarmi-ti ho visto correre per salvarti prima.” Derek allora fece un cenno ad Adam. “Eri tu, vero? Bel salvataggio, ragazzo di Hanover.”

“Grazie,” lo fissò Adam, ancora un po’ perplesso da lui. “Um…il mio nome è Adam, comunque.”

“In ogni caso,” Derek riportò lo sguardo su Julian ,che stava cercando di seguire come l’attore riprendeva a muoversi. “Dove state andando? Perché sei all’aperto dove sei un obiettivo gigante per ogni fangirls nella fiera?”

“Non siamo antilopi,” ribatté Julian. “Sto tornando alla tenda informazioni, per dire a Oh Quello Burrascoso seduto lì che un certo qualcuno che ha ossessionato è insieme ad un gruppo di ragazzini di bassa lega da qualche altra scuola.”

Derek sembrò un po’ confuso per un momento mentre lo seguiva, ma poi chiese, “Intendi Kurt ,giusto? Oh, quei ragazzi erano probabilmente quelli della sua vecchia scuola.” Sbuffò. “Gli piace davvero molto farsi coinvolgere anche se lui non va più lì.”

“Che cosa disgustosamente dolce,” brontolò Julian. “Niente di cui preoccuparsi allora?”

“A meno che tu non chiami il loro essere nel Team Blaine un problema,” Derek sbuffò.

“Beh ,non sono io ad avere il problema, quindi…”

“Per fortuna. È il tuo problema.”

“C’è qualcosa che mi sono perso qui?” chiese Adam, un po’ confuso, ma i due lo ignorarono.

“Ma dovresti saperne qualcosa,” disse Derek, sembrando un po’ dubbioso, ficcando le mani nelle tasche della sua giacca. “Logan mi ha detto qualcosa sui suoi problemi con Kurt prima nella tenda.”

Adam alzò lo sguardo. “Logan…? Logan Wright? Il prefetto di Stuart? Quello che ha fatto quel gran litigio nell’ingresso e nella caffetteria, giusto?”

“Wow, ragazzo nuovo, hai avuto voce di tutto davvero velocemente,” brontolò Julian sarcasticamente.

“Dai, chi non ne ha sentito parlare?” sbuffò Derek. “E ti ha tirato una gomitata in faccia, quando hai provato a tirarlo indietro, stavi sanguinando.

Julian fece una risata falsa mentre Adam lo fissava shockato. Derek allora scosse la testa e si aggrappò al gomito di Julian. “Ma comunque-questo è importante. Dopo che tu ti sei precipitato fuori dalla tenda imbronciato, Logan ha detto—“

“Parlando del diavolo.” Julian alzò lo sguardo alla figura alta che adesso avanzava verso di loro dalla direzione del banco informazioni. Il diavolo in effetti-perfino Derek era trasalito all’espressione scura sul viso di Logan. Sembrava furioso e si stava precipitando dritto verso di loro ,fissando in particolare Julian.

Perplesso, l’attore lo fissò mentre Logan finalmente li raggiungere. Senza una pausa di un momento, scatenò la sua ira su Julian. “Che diavolo c’è di sbagliato in te?” chiese.

“Adesso cosa vuoi, sei diventato lunatico?” sbottò Julian duramente di rimando, fissandolo praticamente esasperato. “Prima di ora sono stato a un campo da football di distanza da te!”

“Pensavi di essere poco appariscente?” Logan praticamente gli urlò. “C’è un casino nella tenda informazione, tutte le tue fottute fan stanno chiedendo che noi ti tiriamo fuori da qualsiasi cavolo di buco dove ti sei nascosto! Così tanto a preoccuparti di essere visto-hanno detto che sei andato in giro a firmare autografi e adesso ne vogliono tutte uno!”

“E?” Julian alzò un sopracciglio freddamente. “Questo è un problema perché…?”

“Perché finisce per essere un mio dannato problema!” esplose Logan. “Ho abbastanza persone che è andata fuori di testa per quegli stupidi incidenti con il cibo avvelenato di quei pazzi di Windsor senza che tu faccia sfoggio del tuo te primadonna per tutta la fiera-“

“Adesso calmati, Logan-“ Derek cominciò ma Logan diresse un lampo di furia anche verso di lui. “E tu! Tutte e cinque le tue fidanzate e le tue ex sono già stata a quella dannata cabina cercandoti! Non dovresti fare l’uomo e lasciare che loro ti strozzino?”

Derek lo guardò in cagnesco. “Hey, solo perché sei stato di cattivo umore tutta la mattina—“

“Direi anno,” sbuffò Julian e Logan strinse gli occhi verso di lui.

“—e tu non te la devi prendere con noi!” sbottò Derek.

“Beh non è che voi mi rendiate le cose più facili!” sibilò Logan furiosamente. Si voltò verso Julian fumante di rabbia. “Avresti potuto mantenere un profilo basso ma non potevi farne a meno, vero? Dovevi proprio saltellare in giro.”

“Hey aspetta un minuto,” fece un passo avanti, aggrottando la fronte. “Questo non è giusto-“

“L’hai notato?” tutti e tre gli Stuart si girarono verso di loro per un momento prima di voltarsi di nuovo l’uno all’altro. Adam li guardò a bocca aperta e Bailey si materializzò al suo fianco. “Nuovo ragazzo! Psst!” E lo spinse via lontano dai tre che bisticciavano.

“Stai lontano da quello,” sibilò Bailey.

“Che succede qui?” Adam domandò ,facendo un gesto verso i tre Stuart.

“Lasciali soli,” gli chiese Bailey. “Seriamente-tu non vuoi essere coinvolto nello scontro.”

“Sta urlando contro Julian per nien-“

“Devi lasciare che ci lavorino-“

Un altro scoppio da parte di Logan gli fece alzare lo sguardo. “Non m’importa cosa devi fare!” Logan urlò contro Julian. “Io non ho proprio bisogno di questo adesso ,Jules-davvero! Ne ho abbastanza nella mia testa senza che tu debba rendermi tutto più difficile!”

“Riguarda sempre tutto te!” Julian quasi gridò verso di lui. Era rosso in viso e furioso, più fuori controllo di quanto Bailey o Derek non l’avessero mai visto. “Forse sarò io la grande celebrità qui in giro, Logan, ma sei tu quello che è sempre al centro della scena! Fuori e dentro la tua testa! Quindi puoi davvero andare al diavolo-perché non  mi catturerà di nuovo!” Julian indietreggio, scuotendo la testa. “Al diavolo l’amicizia se vuoi chiamarla così-sono stufo di tutto questo. Sono solo il tuo rimorchio-in ogni caso.”

“Julian!” protestò Derek.

“Ho chiuso!“ urlò Julian di rimando. “Ho davvero chiuso con tutta questa storia.” Lanciò uno sguardo di rimando a Logan, ma sembrava molto più disgustato di sé stesso che di qualsiasi altra cosa. “Non riesco a credere di essere stato bloccato qui per questo.” Si allontanò a grandi passi, mettendosi i suoi occhiali scuri con così tanta forza che quasi lo tagliarono alla base del naso. “Adam! Andiamo.”

“Non farlo, non vuoi entrarci ,seriamente-“ gli disse Bailey, ma Adam era già andato. Fulminò con lo sguardo Logan e seguì dietro Julian.

Sbigottito, Derek guardò Logan puramente incredulo.

“Che c’è di sbagliato con te, amico? Non risparmi nessuno, eh?”

Logan era più sbalordito di chiunque altro, sorprendentemente. “Gli stavo solo dicendo che-“

“Si, ci stavi solo dicendo quant’è difficile per te,” disse Derek sarcasticamente. Scosse la testa. “Bel lavoro. Magnifico. Hai davvero centrato il punto.” Spinse Logan una volta prima di allontanarsi.

“E adesso te ne vai?” chiese Logan.

“Lo sai, Logan…” Derek si voltò e aprì le braccia, “Sai quello che mi hai detto nella tenda sul fatto che volevi cambiare? Ecco un gran bel consiglio: smettila di allontanare gli amici. Perché apparentemente noi siamo le uniche persone che ti sopportano-e ci stai perdendo. Lui più che me. Ma questo non fa davvero la differenza per te, giusto? O si…?” Derek si girò e si allontanò dopo Julian.

Bailey li guardò andare ,mortificato, e guardò Logan che fissava dietro di loro. Si avvicinò a lui, preoccupato. “Logan…”

“No, Bailey. No.”

“Hey, adesso-sono tutto quello che hai,” disse Bailey ,lanciandogli un’occhiata. Sembrava dispiaciuto. “Logan. Nessuno ha detto che sarebbe stato facile. Ma…lo sai, loro potrebbero aiutarti. Questo è tutto quello che stanno provando a fare. Perfino la loro pazienza ha un limite ,però. E penso che tu sia andato un po’ troppo oltre questa volta.”

Logan si girò solamente e camminò di nuovo verso la tenda. “Apparentemente l’ho fatto di molto.” Si passò le dita fra i capelli, mentre provava a rimettere insieme i suoi pensieri. “Loro se ne sono andati proprio come chiunque altro.”

“è questo ,allora?” Bailey sorrise. “Torneranno. Sono tuoi amici.”

“Non hai sentito Julian? Ha finito.”

“Quando mai questo è stato vero?” Bailey sorrise ,le mani nelle tasche. “Pensaci. Loro saranno tuoi amici per sempre ,no? O non l’hai notato?”

Logan si bloccò e allora gli lanciò un’occhiata di rimando. Bailey sorrise di più, sapendo che alla fine gli aveva dato qualcosa su cui pensare. “Devo tornare a lavorare…ma tu, Tipton-devi davvero smetterla di lavorare così duramente per mantenere tutto calmo e felice.”

“Non sono un Hanover, ma mi piace l’armonia nella casa di Stuart,” ribatté l’altro ragazzo. Logan gli fece giusto un segno e lo lasciò.

Bailey stette lì, guardandolo curiosamente con un accenno di sorriso. Considerate tutte le cose ,quello non era il momento migliore del trio di Stuart ,ma non era neanche la peggiore situazione che avevano passato. Bailey rifletté sulla situazione e decise che se davvero avesse premuto il bottone giusto, magari sarebbe stato capace di ricomporre l’intero casino che era sorto fuori. Se ne avesse ancora avuto tempo ,ovvio.

“Bailey!”

Un paio di gemelli immediatamente lo afferrarono per le spalle mentre il ragazzo più basso strillava sorpreso quando lo strattonarono via senza preamboli.

“Abbiamo bisogno di te per assumere il controllo dei comandi del suono dello stadio!” dichiarò Evan.

“Per cosa?” li fisso Bailey.

“Tu fallo e basta-noi abbiamo alcune rappresaglie da svolgere!” lo informò Ethan con un grande sorriso.

“Qualsiasi cosa stiate progettando è legale nello stato dell’Ohio?” chiese Bailey immediatamente.

“Ne siamo abbastanza sicuri,” lo assicurarono loro.

“Ok, allora…”

 

“Solo perché lo sappiate ,la gente potrebbe intentarvi causa per avere intenzionalmente avvelenato le persone,” lanciò un’occhiata Kurt, a braccia incrociate, verso Drew e Satoru ,che stavano in piedi con aria imbarazzata davanti alla tenda del pronto soccorso. “Che cosa ne pensate?”

“Non era intenzionale ,questo è certo,” si lamentò Satoru.

“Quanto può essere difficile fare dei biscotti?” borbottò Drew.

“Voi non dovete fare biscotti usando attrezzatura da laboratorio!” ribatté Kurt, chiedendosi perché, a un paio di a quanto pare incredibilmente brillanti giovani uomini, questo piccolo fatto potesse sfuggire. “E non mettete “filtro d’amore” che voi due non avete neanche mai testato!”

“E con i tuoi amici fanno ventiquattro.” Blaine sospirò mentre usciva dalla tenda del pronto soccorso, apparendo stanco e, come Kurt si era aspettato, ancora un po’ macchiato di vernice. I suoi capelli erano puliti alla fine, i ricci liberi da prodotti. “Avremmo bisogno di una tenda più grande-la clinica è già piena, secondo Ms. Summers. E non so quanto abbia mangiato il tuo fratellastro ma sembra un caso davvero brutto.”

“Considerando che è Finn, immagino un paio di sacchetti.” Kurt roteò gli occhi.

Dentro la tenda, Mike stava tenendo su la fronte di Tina da un secchio. La sua reazione ai biscotti era un pochino diversa: era stata nauseata e stava vomitando. “Beh alla fine per alcune persone ,è venuto su in altri modi.” Fece una smorfia lui a un altro conato della sua fidanzata.

“Oh Dio asiatico, uccidimi,” gemette Tina, poggiandosi contro Mike, he l’accarezzo. “Non voglio mai più mangiare biscotti.”

Proprio allora Brittany ritornò sulla scena con Artie, con lei che lo respingeva indietro alla tenda, Artie che sembrava molto pallido ma sorrideva tristemente. “Penso che Artie vivrà,” disse Brittany con un sorriso trionfante. “è stato un sacco di tempo in bagno ma penso si sia liberato di tutta quella robaccia.”

“Congratulazioni,” grugnì Finn, forzato da Rachel a finire un’intera bottiglia per evitare che si disidratasse.

“Oddio…” Santana rabbrividì e spruzzò un deodorante per ambiente tutto intorno a loro.

“Santana, non farlo-oh…” Kurt gemette mentre i malati nella tenda tossivano una zaffata di spray e Tina cominciava a vomitare di nuovo.

“Questo è folle,” disse Blaine, guardandosi intorno al casino nella tenda del pronto soccorso. “Non penso che abbiamo avuto avvelenamenti da cibo così brutti prima.”

“Intendi dire che è questo è già successo prima?” Kurt puntò gli occhi su di lui.

“Fondamentalmente ogni anno succede qualcosa collegato al cibo…” sospirò Blaine. “Ma non così tanto. I visitatori fissi della fiera di solito sanno di tenersi alla larga dal cibo. Sapevo che sarei stato in brutti guai quando Charlie mi ha assegnato questo ruolo.”

Ci fu una pausa mentre due di loro realizzano che al momento stavano avendo una conversazione abbastanza decente e semplice che non aveva assolutamente niente a che fare con i dissapori che due di loro stavano avendo. Mercedes stava sorridendo da dove era seduta ,aspettando solo che loro lo realizzassero. I due si fissarono l’un l’altro per un lungo momento prima che finissero per distogliere lo sguardo con imbarazzo.

“…possiamo andare adesso?” chiese Drew con esitazione.

“No,” sia Blaine che Kurt dissero immediatamente ,con cipiglio duro.

Fu a quel punto che i gemelli scivolarono all’interno-uno che si portava dietro Shane e Reed ,l’altro con David e Katherine (seguiti da un Wes molto indignato).

“Ciao, amici più fiori parlanti!” dissero i gemelli in coro, guardandoli terribilmente eccitati, a livelli che assicuravano chiunque li conoscesse bene che stavano organizzando di nuovo qualcosa.

“Meglio che sia qualcosa di bello ,voi due,” li folgorò con lo sguardo David, sembrando infastidito e staccando Katherine da uno dei gemelli.

“Avete quasi decapitato Reed!” protestò Shane.

“Stiamo chiamando una performance d’emergenza,” dichiararono senza preamboli i gemelli. “Venite con noi immediatamente, tutti voi. Inclusi voi ragazzi!” fecero un cenno verso i ragazzi del McKinley come se loro fossero tutta l’autorità necessaria.

“Noi non siamo Warblers,” sollevò un sopracciglio Rachel.

“Lo sappiamo,” fece Ethan.

“Ma abbiamo bisogno di voi,” fece un cenno col capo Evan.

“Solo per oggi.”

“Perché sapete cantare.”

“E ballare.”

“E anche molto bene.”

“Beh…” Rachel sorrise un po’ in modo trionfante mentre i ragazzi del McKinley un po’ compiaciuti. “Ovviamente muoverci è una delle nostre specialità.”

“Abbiamo bisogno soprattutto di Mike e delle Cheerios,” dissero i gemelli. Evan si voltò verso Shane. “E anche di te. Perché sai ballare.”

“E Katherine!” disse Ethan con un enorme sorriso. “Perché è ancora la migliore ballerina di Dobry Hall.”

Una serie di proteste si sollevò dall’intero gruppo, che si chiedeva soprattutto se i gemelli avessero perso la testa-che era qualcosa che si chiedevano quotidianamente che i gemelli non trovavano del tutto offensiva ma più come un complimento che altro. I gemelli aspettarono che si calmassero abbastanza da rivolgergli qualche parola. “Siamo seri, e non abbiamo tempo. Abbiamo bisogno di rispondere a una sfida. Immediatamente.”

“Katherine non dovrebbe sforzarsi!” protestò David.

“No, posso farlo,” sbatté le ciglia Katherine, sembrando un po’ spaventata.

“E il piede di Shane!” esclamò Reed.

“Posso ballarci se provo,” rispose Shane.

“Voi due non state aiutando!” David e Reed dissero in coro mentre i due ballerini facevano una smorfia.

“Dateci una buona ragione per sostenervi in questa pazzia improvvisata,” chiese Wes, le braccia incrociate al petto.

A quel punto ,il cellulare dei gemelli squillò. Evan era quello che lo stava tenendo e mise il vivavoce quando vide che a chiamare era Dwight.

“Ragazzi, dove siete?” sibilò il cacciatore. “Loro sono ancora qui-quei ragazzi di New York hanno totalmente massacrato quei pochi che hanno provato a rispondere ai loro passi! Stanno iniziando a cantare e ballare! E quella ragazza alta-sta chiedendo degli sfidanti! Il pubblico è già dalla loro parte! Non so come voi tutti li batterete, ma fareste meglio a venire con qualcosa o loro vi prenderanno a calci in culo su e giù per la fiera!”

Silenzio nella tenda. Tutti si guardarono l’un l’altro.

I gemelli molto calmamente alzarono lo sguardo verso il resto di loro. “Un intero gruppo di New Yorkesi ci vuole abbattere proprio prima delle Regionali. Son venuti tutti per quello e non dovremmo deluderli. Quindi…?”

Kurt si erse in tutta la sua altezza e sollevò un sopracciglio. “Bene. Questo rende tutto un po’ diverso.” Lanciò uno sguardo alle New Direction. “Possiamo metterci insieme solo per questa volta?” propose al gruppo intorno a lui.

Rachel e Finn si guardarono l’un l’altro come co-capitani delle New Direction, e poi agli altri che li fissarono di rimando, e fecero un cenno. Loro guardarono i gemelli. “Ci stiamo.”

Allora Tina vomitò. Lo stomaco di Finn fece un altro gemito e dovette correre via di nuovo, mancando per un pelo Artie e Brittany mentre barcollava via.

“An-andate senza di noi,” gemette Tina, spingendo via Mike. Artie spinse avanti Brittany con una gomitata. “Si, uscite di qui e andate da loro, ragazze. Io devo andare al bagno…” sembrò malaticcio di nuovo.

“Lo controlleremo noi,” suggerì Drew. “Voi ragazzi è meglio che andiate.”

“Siamo già in ritardo!” i gemelli afferrarono Brittany e corsero via. Shane corse via dopo di loro e Katherine, facendo spallucce verso David con un sorriso, li seguì, forzando il suo fidanzato e il migliore amico a seguire. Reed sospirò e fece il resto-il resto della neo-formata combinazione Warbler-New Direction che correva via.

“Continuo a non pensare che questa sia una buona idea,” sibilò Reed mentre correva, inciampando un po’,accanto a Shane e Kurt. “Che cavolo supponiamo di fare?”

“Fare alla maniera di Windsor, suppongo…” rispose Blaine. “Improvvisiamo. Improvvisiamo sempre.”

Mentre i gemelli spingevano avanti Brittany, entrambi la guardarono con dei sorrisi luminosi. “Hey fiore parlante,” fece Evan con un sorriso subdolo.

“…tu balli Ke$ha?” chiese Ethan.

Brittany, non contraria all’essere trascinata dai biondi giocherelloni, sembrò perplessa ma sorrise. “Mi piace Ke$ha. Ho detto che avrei eseguito una sua canzone una volta…” Lanciò un’occhiata agli altri ragazzi del McKinley, che la stavano proprio fissando, perplessi.

“Bene, perché canterai con noi,” sorrisero i gemelli.

“Siete sicuri che questa sia una buona idea?” sibilò Mia di nuovo mentre incontrava Brie nel ballo. I ragazzi ,Devon e Leo ,erano assorti dal montare la folla verso la frenesia mentre il gruppo ballava di nuovo insieme. “Cioè, stiamo  catturando molta più attenzione di quanto-“

There's nothing left to say; Don't waste another day

Just you and me tonight; Everything will be okay…

“Che cosa faranno?” Brie sibilò verso di lei mentre turbinava per la pista da ballo. “Dondoleranno a ritmo nelle loro belle scarpe di cuoio? Per favore…”

“Voi due per favore tacete-e cantate!” sbottò Shay, il suo grande sorriso da esibizione ancora perfetto sul suo viso mentre saltava in mezzo e veniva immediatamente presa dal suo fidanzato cantante che ballava davanti con lei.

If it's alright with you then it's alright with me

Baby let's take this time let's make new memories…

Il gruppo invase la pista, i loro movimenti fluidi e le voci armonizzate insieme nel coro ,sicuri di sé e risoluti, crogiolandosi agli sguardi di apprezzamento della folla. I ragazzi presero il controllo della canzone, chiaramente felici dal loro tempo sotto i riflettori mentre l’avevano.

Do you remember…

Do you remember…

Do you remember…

All of the times we had…

Brie cambiò posizione sulla pista da ballo di nuovo e finalmente catturò gli sguardi di un paio di alti ragazzi biondi che sorridevano dritti verso di lei. Gli stessi che lei aveva visto prima, e quelli che aveva già identificato come Warblers, la coppia di gemelli.

Immediatamente divenne allegra alla loro vista. A differenza degli altri studenti della Dalton ,quei due non sembravano del tutto in apprensione -infatti, sembravano profondamente divertiti. Sollevò un sopracciglio ma continuò a esibirsi.

Do you remember…

Do you remember…

Do you remember…

All of the times we had…

“Beh sono bravi.” Mike sussurrò mentre stava fermo con gli altri.

“Davvero bravi…” Wes fece un piccolo cenno, sorpreso.

“Già…” Rachel alzò le spalle e sorrise. “Ma noi siamo meglio.”

“Sta indietro, nana,” replicò Santana, spingendo indietro Rachel con un sorriso freddo mentre lei e Brittany stavano insieme. “(Let the pros end these posers).”

“Sei sicuro di stare bene?” chiese Reed a Shane apprensivamente mentre il ragazzo più alto stringeva i lacci del suo stivale. Ma Shane sorrideva solo. “Hey se battiamo questi ragazzi, ti porterò sulle montagne russe?”

Reed diventò pallido. “Casa degli Specchi-questo è tutto.”

“Ti ci porterò.”

“Continuo a non pensare che-“ David cominciò ma fu prontamente zittito dall’occhiata della sua ragazza. Katherine allora sorrise. “Smettila di pensare. Concentrarti sul fato che devi farla vedere a quei ragazzi. Loro ovviamente pensano che tu non sappia ballare.”

“Beh loro non sapranno cosa li colpirà,” sorrise Wes mentre accelerava dietro David. “Loro hanno solo marcato il territorio sbagliato.”

Kurt guardò verso Blaine, che ricambiò lo sguardo e fece un cenno. Kurt lanciò uno sguardo all’area di controllo del suono dello stadio e sorrise mentre Bailey cattura il suo sguardo e sorrideva. Lo Warbler di Stuart corse verso i ragazzi membri della sua casa e senza tante cerimonie cacciò uno di loro lontano dai controlli. “Scusami!” sorrise.

Let's bring it back (Bring it back!)

Let's bring it back (Bring it back!)

Let's bring it back (Bring it back!)

Let's bring it back (Bring it back!)…

I Pure Energy continuarono a ballare, ma sapevano che qualcosa stava succedendo quando la musica cominciò a cambiare-deformando la loro musica come il remix di un DJ. La folla si guardò intorno sorpresa all’improvviso cambiamento.

I gemelli camminarono a grandi passi attraverso la pista da ballo, fiancheggiati dal gruppo che avevano radunato, e gli studenti della Dalton che li riconobbero applaudirono, realizzando che avevano intenzione di esibirsi. Il maestro di cerimonia del palco urlò, “Abbiamo degli sfidanti!”

“Bene, Warblers…” ghignò Brie mentre faceva appena un passo indietro.

I gemelli fecero un largo sorriso. “Cosa intendi con Warblers?” chiese allora innocentemente. “Ci stiamo solo un po’ divertendo, no?”

Sorpresi, il gruppo dei Pure Energy fissò la coppia e gli attualmente dimessi studenti dietro di loro. “Huh?” Brie li guardò.

“Non siate così seri.” Ghignò Evan.

Al segnale, Bailey fece suonare a tutto volume la musica dagli altoparlanti mentre i gemelli cominciavano a cantare e ballare all’unisono.

My first kiss went a little like this—and twist—and twist—

I gemelli si separarono mentre Brittany scivolò tra loro, gettando i suoi lunghi capelli biondi indietro con un sorriso, il corpo che si muoveva a ritmo.

Well my first kiss went a little like this—and twist—and twist—!

Brittany gli lanciò un altro bacio volante prima di raggiungere i gemelli. La folla cominciò a scoppiare in applausi mentre i gemelli e Brittany iniziavano a ballare insieme ,le devastanti mosse di danza di Brittany che catturavano l’attenzione della folla. Stava alternativamente ballando tra i due ragazzi che si muovevano perfettamente insieme. I gemelli presero il ritmo mentre la musica batteva forte, la folla che applaudiva a ritmo con la musica:

I said no more teachers and no more books

I got a kiss under the bleachers hoping that nobody looks—

Lips like licorice—tongue like candy

Excuse me miss, but can I get you out your panties?

Ci furono urla di risate dalla folla mentre Brittany fingeva di sembrare shockata e spingeva indietro entrambi i ragazzi-rivelando il resto di loro muoversi.

L’intero gruppo adesso si muoveva in avanti-i gemelli che stavano davanti a loro e si esibivano in una serie di movimenti in perfetta sincronizzazione per qualche secondo prima che il resto di loro riprendessero i passi e iniziassero a copiare il ballo con loro ,i gemelli e Brittany che cantavano con dei sorrisi sui loro visi alle facce dei loro avversari sbalorditi.

In the back of the car—

On the way to the bar—

I got you on my list (I got you on my list)

At the foot of the stairs—

With my fingers in your hair—

Baby, this is it—

La folla scoppiò in applausi mentre Shane e Mike si tuffavano in avanti dietro i gemelli e iniziavano a fare freestyle. Shane turbinò in avanti in una serie di complicate mosse di danza-il suo gioco di gambe a malapena ritardato dalla sua ferita. Mike letteralmente fece un salto mortale dietro di lui mentre Shane scivolava giù sulla pista e la folla esplose. Mike atterrò perfettamente sui suoi piedi con un sorriso, il corpo che si muoveva a ritmo di musica.

Il resto di loro cominciò a fare il coro con i gemelli ,ballando intorno a loro e lasciando che la musica stabilisse il ritmo selvaggio che guidava la folla ispessita alla frenesia.

She won't ever get enough—

Once she gets a little touch—

If I had it my way, you know that I'd make her say:

Ooooooh

Ooooooh

Mike e Shane si divisero in picchiata e David letteralmente si rivoltò all’indietro sulla pista da ballo. La folla esplose in urla d’acclamazione mentre David si girava indietro giusto in tempo per prendere Katherine ,lanciando sopra di lui in una mossa ritmica prima di farla piroettare indietro verso le altre ragazze.

She won't ever get enough—

Once she gets a little touch—

If I had it my way, you know that I'd make her say:

Ooooooh

Ooooooh

I ragazzi ballavano avanti in un plotone allineato mentre cantavano e saltavano indietro mentre l’intera linea delle ragazze camminava avanti, Santana che schioccava le dita al gruppo dei Pure Energy:

Well my first kiss went a little like this—and twist—and twist—!

I gemelli vorticarono in giro e sorrisero al resto di loro. “S’all yours--” sussurrarono, facendo dei passi all’indietro. Mentre la musica continuava a risuonare e il gruppo cantava, formarono un piccolo semicerchio, dando accesso ai principali ballerini del gruppo.

Mike fece un salto sulle mani al centro e iniziò a fare freestyle di nuovo. Brittany scivolò verso di lui e i due ballarono insieme in un modo che ricordava la loro spettacolare vittoria alla Provinciali. Mentre Mike faceva un passo indietro, Shane si mosse in avanti accanto a lui mentre Santana mentre il suo posto accanto a Brittany, il loro gruppo che ballava insieme.

In the back of the car—

On the way to the bar—

I got you on my list (I got you on my list)

At the foot of the stairs—

With my fingers in your hair—

Baby, this is it—

I ragazzi invasero il loro spazio di nuovo-questa volta con i gemelli che sollevavano Santana e la lanciavano in aria. La folla esplose in applausi al basket toss mentre i gemelli afferravano la mora e l’intero gruppo andava avanti di nuovo, forzando i ragazzi dei Pure Energy a indietreggiare-il gruppo combinato adesso aveva il pieno controllo del palco. Il pubblico era impazzito.

I movimenti dei ragazzi li lanciarono davanti nella danza ,i gemelli che passavano in testa mentre tutti loro cantavano.

She won't ever get enough—

Once she gets a little touch—

If I had it my way, you know that I'd make her say:

Ooooooh

Ooooooh

Le ragazze erano guidate in avanti da Brittany di nuovo, ma fecero coppia con i ragazzi, che procedettero con loro a ritmo. Mike e Shane seguirono dopo David in testa e balzarono in avanti mentre i gemelli afferravano Brittany e Katherine, rivoltando le ragazze proprio sopra le loro teste. L’intero gruppo ballò insieme tra l’assordante musica e le urla del pubblico. Kurt e Blaine si sorrisero l’un l’altro mentre ballavano con Rachel e Mercedes, l’intero gruppo che provava a mantenersi sotto la guida dei gemelli.

She won't ever get enough—

Once she gets a little touch—

If I had it my way, you know that I'd make her say:

Ooooooh

Ooooooh

I gemelli catapultarono Brittany in avanti tra di loro-lei si lanciò e rotolo e poi si allargò in una spaccata perfetta. La folla ruggì mentre Shane e Mike saltavano oltre i gemelli abbassati, a mani unite-David fece piroettare Katherine un’ultima volta-prima che i gemelli aggrappassero alle mani di Brittany e la spingessero in mezzo a loro in una giravolta.

She won't ever get enough—

Once she gets a little touch—

If I had it my way, you know that I'd make her say—!

La fiera eruttò. Gli applausi risuonarono da tutte le direzioni e perfino i ragazzi ai comandi stavano saltellando su e giù, terribilmente euforici.

Il gruppo combinato degli Warblers-New Direction si aggrapparono l’un l’altro, balzando in piedi eccitati.

I Pure Energy sembravano più che un po’ senza parole. Mia lanciò un’occhiata a Brie abbastanza da bruciare le sopracciglia. “Ondeggiare, huh? Da dove diavolo vengono fuori tutte queste acrobazie?” domandò.

Brie la guardò in cagnesco mentre Devon aggiungeva, “Beh diavolo, hanno qualcosa che ti prende.”

“Oh zitto,” Shay borbottò al suo fidanzato.

I gemelli stavano ridendo, abbracciando Brittany ,prima che si girassero indietro verso i ragazzi dei Pure Energy e alzavano le spalle mentre comunque dicevano, “Su col morale!”

Il maestro di cerimonie, ridendo forte da sopra il palco-forse all’espressione colpita sui visi dei ragazzi dei Pure Energy o al fatto che la risata isterica di Bailey era contagiosa-sventolò una mano verso la folla. “Bene adesso! Quindi cosa ne pensate di questo? E qui pensavamo che questa festa da ballo stesse diventando un po’ noiosa! Chi dite che dovrebbe essere il vincitore?”

La folla ruggì in risposta mentre il gruppo del McKinley e della Dalton continuava solo a ridere l’uno all’altro. I gemelli agitarono la mano verso il maestro di cerimonia per catturare la sua attenzione. Stavano sorridendo. “Non siamo qui per competere. Solo per divertirci.”

Kurt alzò un sopracciglio verso i gemelli, ma vide cosa intendevano quanto la ragazza più alta del gruppo dei Pure Energy sembrò aver appena inghiottito succo di limone. I gemelli sorrisero e indicarono al maestro di cerimonia verso l’altro gruppo alzando le spalle. “Non siate così seri tutto il tempo…” dissero con noncuranza.

Kurt sorrise e sventolò la mano verso i New Yorkesi prima che lui e l’intero gruppo si allontanassero dalla pista da ballo in mezzo alla confusione e agli applausi di incoraggiamento dall’intera folla.

Brie fremette di rabbia alla loro vista e scosse i capelli mentre si voltava. “Andiamo.”

“Cosa? Dopo tutto questo ,ce ne andiamo e basta?” la fissò Leo.

“Abbiamo visto abbastanza.” Si allontanò Brie, fumante di rabbia dalla testa ai piedi. Mia e Shay si scambiarono un’occhiata e velocemente la seguirono, un po’ preoccupate ,ma Brie non disse niente ,troppo occupato a scappare da tutto di nuovo.

Bene. Forse questo era quello che Tom voleva che vedessero-questo era quello per cui Tom l’aveva mandata in Ohio. Perché quello-lanciò un’occhiata indietro al gruppo di ragazzi e ragazze che ancora si sorrideva-era certamente qualcosa di peggiore di quello che si aspettava. 

“Ow…ow…ow…”

Reed aggrottò la fronte verso Shane, che stava zoppicando un po’ più apertamente adesso. “Te l’avevo detto. Adesso siediti.”

“Stai scherzando-io sto benissimo!”

Shane prese un respiro e si lasciò cadere su una panchina. Reed roteò solo gli occhi mentre Blaine sbatté una bottiglia di acqua fresca sul lato del viso di Shane. Il fratello minore rabbrividì. “Yay!” Bevette dato che era assetato.

L’intero gruppo aveva cercato riparo lontano dalla folla di nuovo ,sebbene fosse chiaro che qualcuno di loro si stesse crogiolando nella popolarità che la loro piccola esibizione gli aveva fatto guadagnare. Erano imitati dai sofferenti membri delle New Direction che sembravano doversi piuttosto riprendere.

Mike si chinò verso Tina che lo stava stringendo e strinse la mano a Shane con un sorriso. “Quelli erano davvero dei movimenti grandiosi.”

“Proprio come i tuoi,” Shane sorrise debolmente. “Sebbene l’ultima volta che ho provato a saltare in giro in quel modo ,penso di aver rotto uno specchio.”

“Voi ragazzi siete stati grandi, ho sentito,” Artie fece un grande sorriso verso Brittany ,che era seduta in grembo a lui di nuovo. “è davvero brutto che non abbiamo potuto vedere tutto questo bene-tra il vomitare e il correre in bagno e tutto.” Lanciò un’occhiata a Finn ,che sembrava ancora pallido da dove stava in piedi, provando a trattenere Rachel dall’essere un po’ troppo entusiasta- Todd, il compagno di stanza di Dwight, era un reporter del giornalino della Dalton e stava progettando di mettere la piccola esibizione nel servizio sulla Fiera e la stava intervistando. La stella del McKinley era solo troppo felice per costringersi in più che pochi commenti.

Wes stava sventagliando Katherine con una cartellina che aveva trovato da qualche parte, anche la ragazza seduta sulla panchina dove stava Shane. “Tutto bene ,Kathy?” chiese in modo preoccupato.

“Sto bene…” sorrise stancamente verso di lui, controllando il suo respiro. “Il migliore San Valentino di sempre. Anche il miglior divertimento che ho avuto in tanto tempo…”

Wes sorrise in basso verso di lei. “Beh ,non sforzarti troppo. David impazzirebbe più di quanto già non sia.” Lanciò uno sguardo a dove stava David a poca distanza, prendendo un’altra bottiglia d’acqua per lei.

Katherine seguì il suo sguardo, poi tornò verso di lui. Dopo un momento contemplativo ,gli sorrise. “Hey. Non ti ho praticamente mai ringraziato per controllarlo.”

Wes le fece un’espressione incredula. “Di cosa stai parlando? Questo è una specie di mio lavoro-specialmente da quando non puoi controllare quello sventato tutti i giorni 24 ore su 24.” Sorrise. “Quindi quando hai fissato di tornare a Dobry? Forse glielo renderesti un po’ più facile se fossi più vicina.”

“Mi mancano le ragazze,” Katherine sorrise un poco. “Forse tornerò…dipende da mia madre.” Ma guardò verso di lui. “Ma-che mi dici di te ,invece? Stai bene?”

“Sto bene-perché me lo chiedi?”

Katherine lo studiò. “…Ho solo immaginato che fossi un po’ giù. Non sei esattamente te stesso ultimamente. Qualcosa ti preoccupa?”

Wes fece un largo sorriso. “Oh si, decisamente. Sono circondato da questi idioti.” E fece segno col pollice agli Windsor “Loro sono la mia preoccupazione.”

“Mm…” Katherine annuì appena ,e David arrivò con l’acqua. “Ecco,” disse ,sorridendole. Lei la prese e sorrise. “Sono contenta di vedere che puoi ancora ballare.”

David scoppiò a ridere. “Beh stavo ballando con te-non riesco a guardare troppo lontano dal mio gruppo.”

“Dove stanno andando i gemelli?” chiese Blaine, guardandosi intorno nel loro casuale gruppo-i gemelli erano svaniti nell’aria di nuovo.

Brittany ,che stava poggiando la guancia sulla testa di Artie, disse, “Stavano seguendo un fiore parlante… hanno detto che aveva dei bei steli.”

Artie le lanciò un’occhiata. “Penso che intendessero che aveva delle belle gambe ,piuttosto…”

“No ,hanno detto steli.”

“Ah ,è la stessa cosa.”

Santana alzò un sopracciglio ma sembrò incuriosita. “Quegli strani gemelli non si fermano mai, vero?” commentò, sperando di scorgere il terribile duo.

“Non da quando li ho conosciuti,” sospirò Kurt con estrema pazienza. “Beh alla fine stanno terrorizzando altre persone e non noi al momento.”

Blaine rise appena. “Dagli tempo. Alla fine torneranno.”

Kurt rise un poco e lui e Blaine finirono per fissarsi a vicenda. Questo durò abbastanza perché Santana gemesse e roteasse gli occhi. “Per l’amor del cielo, questa tensione sessuale irrisolta sta soffocando il resto di noi-vedete di fare qualcosa o altro.”

“Santana!” Finn esplose mentre la coppia immediatamente la fissava, scarlatta e shockata. Santana fece soltanto un’espressione di disapprovazione e roteò gli occhi. “O per favore ,lo state pensando tutti.”

Wes molto attentamente mise giù la cartellina con cui aveva prima sventagliato Katherine. “Bene! Così tanto per il divertimento-David, Katherine, che ne dite delle montagne russe di Hanover?”

“Sembra grandioso!” Katherine afferrò le mani di David e Wes e immediatamente iniziò a trascinarli via, provando davvero tanto a non sorridere mentre lo faceva.

“Shane! Casa degli Specchi?” disse Reed con grandi occhi eloquenti a Shane-sebbene la messa in scene fosse completamente non necessaria: Shane balzò in piedi mentre il suo malanno evaporava completamente. Il più giovane degli Anderson, sorridendo da orecchio a orecchio ,sollevo per davvero Reed come si faceva con le spose ,fece l’occhiolino a suo fratello e corse via ,ignorando i comandi indignati di Reed di metterlo giù immediatamente.

“Beh se non avete bisogno di noi qui…” Artie sorrise mentre Brittany rideva ,spingendolo via ,Santana che roteava gli occhi con un “finalmente…” mentre si allontanava con loro. Mike e Tina fecero altrettanto-ma principalmente per trovare un altro secchio dell’immondizia a Tina in cui vomitare.

“Possiamo solo dire…” cominciò Rachel, ma Finn si aggrappò alla sua mano e la strattonò via nella direzione di qualche altra attrazione della fiera o altro.

Fu Mercedes ad allontanarsi per ultima, e conferì a Blaine un’occhiata davvero raggelante per un momento prima di dirigere quella stessa espressione (a un livello meno intenso) al suo amico, che le rivolse giusto un sorriso amareggiato in risposta. Mentre Mercedes finalmente si allontanava, levando le mani mentre lo faceva, Blaine lanciò a Kurt un’occhiata e aspettò che i suoi occhi incontrassero quelli dell’altro di nuovo.

“Quindi…” Kurt fece un cenno lentamente. “Sembra che noi dobbiamo parlarne o rischiamo di venire smembrati da due diversi Glee club.”

“Sembrerebbe così…” Blaine annuì ,stringendo insieme le labbra in una linea risoluta.

Era una fortuna che gli altri se ne fossero andati dato l’imbarazzante silenzio che seguì avrebbe potuto far si che il gruppo alzasse le mani esasperato. Ma fu Blaine a rompere il silenzio per primo. “Senti…penso…penso di essere un po’ uscito fuori dai limiti.”

“Un po’.” Kurt rispose con una chiara alzata di spalle. Ma gli lanciò una lunga occhiata. “Non ero completamente privo di colpa, credo… Forse non consideravo che avrebbe…aggravato la situazione in qualche modo…”

Blaine annuì soltanto, i pollici agganciati alle tasche e guardandolo un po’ impacciato. Sospirò e scosse la testa. “…Che è successo comunque…?”

“Cosa intendi?”

Lui sospirò profondamente. “…come siamo arrivati fin qui, dico? Perché…ci sono alcune parte di questo che non riesco più a ricordare. Intendo…non vedo più il punto.”

Kurt sorrise molto debolmente mentre si guardava intorno ,cercando una distrazione. “Siamo entrambi evidentemente facilmente influenzati dai nostri umori. Ed evidentemente rispondiamo malamente a certe…provocazioni…”

“Mi manchi.”

Kurt alzò lo sguardo. Blaine lo stava fissando con quegli occhi che dicevano così tanto in un singolo sguardo. Kurt deglutì, fissandolo di rimando non sapendo bene come rispondere a quell’improvvisa piena apertura che aveva lasciato l’altro ragazzo vulnerabile.

“Davvero,” aggiunse Blaine, per enfatizzare, gli occhi che non lasciavano mai quelli di Kurt.

Kurt, piuttosto preso alla sprovvista, sentì le sue mani scuotersi leggermente, e le strinse in pugni, mettendole nelle tasche del suo cappotto. Espirò con solo il più insignificante tremito nel suo respiro, provando a mettere tutto quello che voleva dire in una forma coerente nella sua mente-

-e il telefono di Kurt suonò, insieme al walkie talkie ancora con Blaine.

Dal walkie talkie di Blaine ,una voce indignata da uno della squadra medica urlò, “Blaine! Amico, dove sei? Muoviti-abbiamo bisogno di aiuto qui alla tenda! Fai in fretta a tornare!”

Kurt provò a contenere la sua totale frustrazione mentre sollevava il suo cellulare all’orecchio. “Kurt, per l’amor del cielo-controlla di più i tuoi messaggi!” arrivò l’urlo di uno degli Stuart. “Hai avuto il tuo divertimento! Adesso vieni, abbiamo bisogno di te per aiutarci a organizzare per il prossimo evento!” e riagganciò senza più che un saluto.

“Deliziosi ,questi Stuart,” commentò Blaine blandamente.

“Tante personalità brillanti,” osservò Kurt, roteando gli occhi. Mise in tasca il suo telefono e alzò gli occhi verso Blaine di nuovo. “…sembra che ti dovrò mancare ancora per un po’.”

“Verrò a cercarti quando finisco,” mormorò Blaine. “E allora…ci occuperemo di questo. Riusciremo a capire dove stiamo.”

Kurt chiuse gli occhi e annuì. E dovevano farlo a San Valentino. “Giusto.”

“Blaine!” il walkie talkie urlò di nuovo mentre il telefono di Kurt belava l’arrivo di un altro messaggio. Entrambi i ragazzi gemettero e si separarono ,Kurt si allontanò verso lo stadio, possibilmente determinato ad insegnare agli Stuart come condurre decentemente una conversazione telefonica.

Mentre correva ,lanciò uno sguardo indietro verso dove Blaine si stava allontanando, e trovandolo ancora dentro in vista. Si era fermato a breve distanza e stava aiutando la signorina Medel ,che sembrava un po’ nauseata. In qualsiasi altra occasione, Kurt avrebbe ritenuto che la Medel stesse male per i biscotti, ma adesso si sentiva solo apprensivo.

Si domandò se Blaine avrebbe notato quello che lui e Reed erano già riusciti a capire, ma le possibilità erano assai improbabili ,con tutto il cibo venduto alla fiera. Aveva anche notato che il signor Harvey stava vicino alla signorina Medel, e sbatté le palpebre sorpreso alla vista di una alta donna con i capelli scuri con lui. Sua moglie?

La sta tenendo troppo vicina ,no, signor Harvey? Kurt scostò lo sguardo incredulo. La signorina Medel avrà dato di matto interiormente quand’erano venuti.

Mentre Kurt lasciava l’area, rimuginando su quello che avrebbe detto a Blaine più tardi e al casino in i loro direttori di coro sembrava li stessero lanciando, scorse i gemelli-che stavano seguendo una ragazza carina dai capelli castani in un pulito cappotto bianco. Loro la seguivano con degli enormi sorrisi sulle loro facce. Kurt gemette; dov’era Charlie quando serviva?

Gli Stuart potevano aspettare. I gemelli avevano bisogno di essere limitati.

“Ciao ,bel fiore parlante!” disse Evan, comparendo davanti alla ragazza ,che saltò, sembrando spaventata.

Ethan si materializzò dietro di lei, tenendo una rosa bianca che avevano rubato da una delle bancarelle di fiori. “Un fiore per un fiore!”

“Oh…grazie.” La ragazza ,che sembrava avere proprio la loro età e con delle specie di occhi nocciola, ridacchiò goffamente, non proprio sicuro di cosa fare di quella coppia di ragazzi biondi. Prese il fiore con un sorriso riconoscente. “Ciao anche a voi…”

Evan chinò la testa curiosamente verso di lei. Non succedeva spesso che una ragazza così carina passeggiasse per la fiera di San Valentino della Dalton da sola. Chissà quanti ragazzi avrebbe voluto accompagnarla. “Perché sei da sola?”

“Non ti piace la fiera?” Ethan chiese.

“Possiamo portarti in giro e vedere di più!” dissero in coro.

La ragazza sorrise, sembrando un po’ in apprensione ma non completamente uscita dai gangheri per i due.

“Um…no grazie, sinceramente-“ sorrise e si guardò intorno. “Mi stavo proprio trascinando qui con la mia ragazza e lei è corsa via a trovare quel ragazzo-“

Evan si rianimò immediatamente.

Quello era perfino meglio di quello che pensavano. “Oh quindi hai un amica con te!”

“Troviamola così saremo in quattro!” disse Ethan con entusiasmo, andando accanto alla ragazza.

“No, davvero, non dobbiamo-“ disse lei, sembrando preoccupata.

“Come ti chiami?” chiesero i gemelli nella loro solita sfacciata maniera, guardandola attentamente.

“Becca,” replicò ,sembrando perplessa. “E tu…?”

“Evan,” disse un gemello, “e Ethan,” disse l’altro. Entrambi si aprirono in identici sorrisi che la fece sorridere di nuovo. “Ti abbiamo vista guardarci ballare prima.”

“Siete stati molto bravi,” replicò Becca ,sorridendogli radiosamente, più a suo agio con quel particolare argomento.

“Non sei restata fino alla fine,” commentò un gemello.

“Ve l’ho detto, stavo cercando-“

“Voi due-“ In quel momento Kurt apparì dietro i gemelli, afferrando il retro dei loro cappotti e tirandoli indietro. Li guardò in cagnesco nonostante il fatto che loro lo sovrastavano ancora. “-smettete di far impazzire le persone!”

“Oh ciao, Alice.” I gemelli sbatterono le ciglia verso di lui sorpresi, e Kurt lanciò uno sguardo alla ragazza che sembrava confusa. “Mi dispiace ,hanno l’incapacità di comprendere certe etichette sociali.”

“Tutti i ragazzi qui sono così…strani?” chiese Becca, fissando i gemelli. “E Alice è davvero il tuo nome?”

“No,” sbottò Kurt. Guardò verso i gemelli. “Lasciatela sola, o tornate dritti alla casa di Windsor dove non potete far impazzire nessun altro.”

“Veramente…” Becca guardò i tre, forse notando il fatto che tutti loro avevano le spille di Windsor sulle loro giacche e cappotti. “Siete tutti studenti della Dalton? Tutti voi?”

“Si,” dissero immediatamente i gemelli, Kurt che li teneva ancora saldamente per i loro cappotti. Sembravano un po’ comici ,dato che i gemelli erano piuttosto inclinati all’indietro.

Becca sorrise. “Oh beh, bene, forse potete aiutarmi. Sto cercando uno studente. Conoscete Blaine Anderson?”

Tutti e tre la guardarono sorpresi. Kurt lasciò i gemelli e si mosse avanti ,un sopracciglio sollevato. “Si. Perché?”

“Sapete dove posso trovarlo?” chiese lei. “Noi lo stiamo cercando da quando siamo arrivate ma non riusciamo a trovarlo.”

“Noi?” riecheggiò Kurt.

“Oh quindi è lui il ragazzo che la tua amica stava cercando,” dissero i gemelli, capendo.

“Beh è alla tenda del pronto soccorso ,è di servizio per quella squadra,” replicò Kurt ,le braccia incrociate e la fronte aggrottata. “Perché lo state cercando?”

Becca semplicemente alzò le spalle con un piccolo sorriso. “Abbiamo una storia.”

Tutti e tre i Windsor li fissarono in completa e assoluta sorpresa. Becca sembrò essere contenta della loro reazione e disse, “Blaine alla tenda del pronto soccorso, huh… piuttosto appropriato, immagino. Ma sai se starà lì per un po’?”

“Probabilmente, ma potrebbe essere chiamato da qualche parte,” rispose Kurt, la cosa che gli piaceva di meno ogni minuto, sentendo una strana fitta alle budella.

“Beh sono sicura che le persone lì possono aiutarmi a rintracciarlo se non c’è.” Becca sorrise. “Devo andare a trovare la mia compagna e dirle che l’ho trovata. Grazie per l’aiuto. Come ti chiami?”

“Kurt Hummel,” rispose lui, sorridendo lievemente. “Sono il suo fidanzato,” aggiunse chiaramente.

I gemelli adesso stavano reprimendo i sorrisi e stavano fallendo miseramente. Becca adesso sembrava genuinamente sorpresa. “Sono Rebecca Douglas.” Gli diede la mano, sembrando interessata. “Il suo fidanzato…? Beh questa è una sorpresa-non mi aspettavo che avesse un fidanzato. Era così…riservato.”

Sorrise semplicemente, e Kurt le rivolse un sorriso forzato. “Oh, saresti sorpresa della sua storia in questi giorni.”

“Sarebbe una chiacchierata interessante, allora.”

“Alice, il tuo telefono sta squillando da impazzire,” Evan suggerì.

“Potete smetterla di chiamarmi così davanti a persone che non capiscono cosa state dicendo?” sibilò Kurt, fissandoli entrambi mentre tirava fuori il suo cellulare e lo folgorava con lo sguardo.

“Beh voi ragazzi sembrate occupati quindi-andrò a cercare la mia compagna,” sorrise Becca. “Ci vediamo più tardi-si spera anche te, Kurt.” Lei sorrise e si allontanò senza un’altra parola.

Kurt la guardò andare e guardò i gemelli ,che gli sorrisero. “Semplice adesso, Alice. Hai quell’espressione da che-cosa-è-successo sulla faccia di nuovo,” sorrise Evan.
”Devi ricordare,” disse Ethan, dandogli una pacca sulla spalla, “che le cosa possono impazzire un po’ qui.” Un messaggio arrivò loro in quel momento. Questa volta Ethan aveva il telefono ,e lo tirò fuori dalla tasca. Lui e il suo gemello sbirciarono verso di esso, e scoppiarono in risate isteriche.

“Adesso cosa?” chiese Kurt ,suonando come se stesse avendo un’emicrania, e sentiva davvero che una stava arrivando.

“è Dwight!” ghignò Evan. “Dice…”

“Shane e Reed sono nella nostra Casa degli Specchi,” ghignò Ethan.

“E sono stati separati,” disse Evan.

“E si sono disperatamente persi!” Ethan scoppiò a ridere di nuovo.

“E tu lo trovi buffo?” Kurt gli urlò dietro dato che loro erano immediatamente scappati via verso l’altra fonte di interesse che i loro periodi di attenzione limitata trovavano attraente in modo concepibile. Per tutto quel che ne sapevo ,stavano andando a provare e peggiorare la situazione in qualche modo.

Kurt si premette le mani sulle tempie, aspettando di svegliarsi da quel pazzo sogno-perché decisamente doveva ancora stare dormendo nel suo dormitorio e non si era mai svegliato. Quella non poteva essere la realtà. La pazzia non aveva mai cominciato a coprire quella fiera. Proprio quando pensava che il diluvio fosse finito…


“Reed?”

“Shane?”

“Dove sei?”

“Sono proprio qui!”

“Dove?”

“Dall’altro lato del muro.”

“…dovresti saltare così che io possa vederti, sei troppo basso.”

“Shane!”

“Mi dispiace-scusa! Ma non riesco a vederti, seriamente.”

Reed sospirò arrendendosi. Non aveva idea di come i gemelli avessero creato quello (allora di nuovo, nessuno aveva mai saputo come i gemelli erano mai riusciti a fare qualcosa che sembrava troppo lontano da uno scopo di comprensione umana),ma erano riusciti a costruire una fantastica Casa degli Specchi che doveva aver compreso l’intera Sala Orione, dall’entrata all’uscita sul retro. Era ricoperta di specchi ,e aveva forma di labirinto. Ogni pannello di specchi era alto più di sei piedi, e la via diventava davvero confusa dato che le uniche luci che erano state lasciate accese erano quelle piccole sopra le teste disseminate sul soffitto.

L’unico mezzo di direzione nell’intero posto era il lampadario lontano al di sopra di loro ,e non era acceso. Al meglio ,mostrava solo se stavi già al centro della Sala. Diversamente ,non aiutava affatto.

Le regole della casa erano semplici. Tu entri insieme al tuo partner, e dovete separarvi, altrimenti la gente fuori non apre la porta. Dovete lavorare insieme per uscire.

Reed e Shane non sapevano com’era successo .forse Shane pensava che Reed lo stesse cercando e viceversa-ma avevano realizzato di essere separati dopo un momento. E in qualche modo non riuscivano a trovare il modo di tornare l’uno dall’altro nel labirinto. Reed stava iniziando ad avere il segreto sospetto che qualche specchio si era aperto davvero verso altre strade e i gemelli si erano davvero divertiti a incasinare le teste delle persone.

“Ho mandato un messaggio a Dwight di trovare i gemelli per salvarci…” sospirò Reed. “Ma conoscendoli, probabilmente vedranno quanto a lungo possono trattenerci qui.”

Alzò lo sguardo quando vide Shane sventolare le dita sopra il muro provando a catturare la sua attenzione. “Hey, stai bene?” chiese Shane. “Riesci a vedermi?”

Reed ridacchiò. “Si ,posso. Appena.”

“Oh bene.” Shane suonò così sollevato che Reed sorrise. Si sollevò da dove era appoggiato contro uno specchio e alzò lo sguardo alle dite sopra lo specchio. “Non devi essere così tanto premuroso. Non devi rimediare a tutto.”

“Beh io voglio.” Le dita di Shane tamburellarono leggermente sul muro. “Non devi esattamente completamente perdonarmi ,lo so questo.”

Reed alzò lo sguardo in modo incredulo ,e Shane aggiunse, “So perché non mi hai davvero sorriso. Intendo ,per davvero. Non mi hai neanche guardato molto in faccia.”

Lo so che non l’ho fatto ,ma non per quello che pensi… Reed arrossì. Ricordava ancora tutte le cose che aveva detto a Kurt-sul realizzare cosa sentiva davvero per Shane. Metà della ragione che l’aveva portato così a lungo anche solo remotamente a considerare il fatto che forse era innamorato del minore degli Anderson era il fatto che era ancora mezzo confuso sul perché era così attratto da lui al primo posto, e se era una qualche indicazione sul suo orientamento.

Ancora non aveva risposte.

Ma sapeva che gli piaceva Shane. Un sacco. Romanticamente. Ed era l’unica cosa che era chiara nella sua testa in quel momento. E stranamente, non la trovava così inquietante. Forse avrebbe considerato di dirglielo direttamente, dato che a Shane sembrava davvero piacergli. Ma era strano perfino pensarlo. Non sapeva come dirglielo ,come fargli capire la situazione.

“Sei diventato silenzioso.”

Reed sobbalzò alla voce improvvisa ,ed era sorpreso che suonasse così avvilito. Shane disse, “Ti ho davvero turbato così tanto?”

“Non sono scombussolato,” sorrise Reed. “E tu non mi scombussoli.” Camminò per la via su cui stava, strisciando le dita sul vetro. “Mi rendi abbastanza felice, perfino…”

Shane arrossì fino alla punta dei suoi ricci. “Oh…davvero?” disse in modo evasivo ,pregando che l’euforia non fosse del tutto ovvia in quel tono. Notò che la voce di Reed si stava allontanando e la seguì in quella direzione.

“Già,” mormorò Reed con aria pensierosa. “Tu non pensi di farlo?”

“Penso di renderti abbastanza poco a tuo agio a volte, questo lo so bene,” replicò Shane. La voce di Reed si stava allontanando di più, ma il suo sentiero doveva fermarsi e svoltare un angolo che l’avrebbe anche portato via dalla direzione di Reed. “Ma tu ti sei aperto con me, quindi immagino di doverlo fare bene nonostante questo?”

Reed si fermò, notando che la sua voce era un po’ più distante. “Shane, dove sei?”

“Quaggiù. Penso di star finendo in una direzione diversa dalla tua.”

“Cosa?” la voce di Reed si alzò, un po’ allarmata.

“Uh…” Shane si guardò intorno ,disorientato dagli alti specchi tutto intorno a loro. “Beh, tanto a lungo quanto continuiamo ad andare ,saremo obbligati a finire per correre l’uno verso l’altro di nuovo. Proviamo solo a trovare la strada di ritorno dall’altro.”

“Non riesco a vederti, ed evidentemente sono troppo basso per te da trovare,” grugnì Reed. “Come supponi di sapere dove andare?”

Shane fece una pausa ,mettendo le mani sugli specchi e guardandosi intorno. Allora alzò lo sguardo e sorriso. “Hey. Canta.”

“Cosa?” Reed fissò, incredulo dall’’angolo in cui si trovava. “Questo non è il momento per-“

“Dai, canta! Io canterò con te-e proverò a seguire il suono della tua voce, e tu segui me.”

“Questo è ridicolo.”

“Hai idee migliori?”

Silenzio.

“Hey, hai detto che eri nervoso per l’assolo!” chiamò Shane allegramente. “Ti aiuterà a calmare i nervi finché non dovrai gettarti nella preparazione il prima possibile.”

Reed fece una smorfia. E in quel momento, aveva ragione. Sospirò profondamente e lo soffocò in un grugnito.

Shane stette fermo per un momento, ascoltando in silenzio, e allora sentì la voce di Reed sollevarsi da qualche parte in lontananza.

 

I'm still feeling the rain fall, bouncing off my skin.

How long do I have to wait for the sun to shine again?

Come out and paint me a rainbow, so I can follow it.

I don't know where it will take me, but I like wandering…

 

Shane sorrise ampiamente, seguendo quella direzione, gli occhi illuminati al suono della voce di Reed-seguendola come un faro. Si! Sorrise.

Reed continuò a muoversi lungo la via su cui stava, guardandosi in giro con un sorriso, trovandone uno che portava verso dove aveva sentito l’ultima volta il suono della voce di Shane. Alzò la voce, sperando che portasse Shane a lui.

 

Whoever you are, where will you be?

Are you the same old dreamer I've been waiting on for me?

Waiting for love, waiting for the same old dreamer on the other side,

Hoping no matter how far, I'm gonna find my way to you…

Following a rainbow…

 

Shane sorrise mentre trovava un  sentiero attraverso una serie di specchi che portava verso la voce. Alzò la sua voce, sperando che anche Reed stesse andando verso di lui mentre accelerava il passo. Si sentiva un po’ eccitato, un po’ speranzoso, sperando che la canzone non fosse solo una canzone-sperando che fosse solo un po’ di più.

 

I'm gonna stop in the middle, hang my feet off the edge.

I got no reason to worry, I know I'll find the end;

And that's where you'll be waiting; I hope you don't forget,

That I won't quit 'til I find you, no matter the risks…

 

Reed arrossì notevolmente al suono della voce di Shane e felicemente andò verso la sua direzione. Era stato a una svolta con due differenti sentieri, ma la sua voce l’aveva guidato verso quello giusto. Mentre si muoveva in avanti, poteva sentire la voce di Shane diventare più vicina, e cominciò a sorridere di nuovo.

 

Whoever you are, where will you be?

Are you the same old dreamer I've been waiting on for me?

Waiting for love, waiting for the same old dreamer on the other side,

Hoping no matter how far, I'm gonna find my way to you…

Following a rainbow…

 

Erano molto vicini adesso, quasi all’altro lato della sala. E le loro voci si stavano avvicinando l’una all’altra. Quando Reed trovò una via, poteva sentire la voce di Shane unirsi alla sua così chiaramente che avrebbe dovuto essere solo all’altro lato del puro di nuovo adesso, loro due che cantavano l’uno all’altro facilmente.

 

Stuck in my mind—I'm wasting time—Still on my own—

I never thought that I would find my way into the light;

Dreaming to find…

 

Le dita di Reed, strisciando sul moro di specchi, ne sfiorarono un paio reali. Alzò lo sguardo per trovare Shane stare lì all’ingresso del sentiero, sorridendo brillantemente verso di lui. Reed rise, guardando verso di lui, e gli diede un abbraccio di sollievo, facendo trasalire l’altro ragazzo, ma Shane rise in risposta.

 

Whoever you are, where will you be?

Are you the same old dreamer I've been waiting on for me?

Waiting for love, waiting for the same old dreamer on the other side,

Hoping no matter how far, I'm gonna find my way to you…

Following a rainbow…

 

Shane prese la mano di Reed e lo trascinò per l’unico sentiero che avevano trovato adesso, dove una porta stava aspettando all’altra estremità. Alla fine avevano trovato l’uscita del labirinto. Quasi si aspettava che Reed lasciasse la sua mano mentre finivano di percorrere questo posto, ma Reed trattenne la sua mano semplicemente nella sua ,camminando con lui.

 

I know I'm gonna find you, I know.

I know I'm gonna find you.

I know I'm gonna find you,

I'm never gonna let you go…

 

Loro raggiunsero la porta alla fine e Reed sospirò profondamente di sollievo. Prima che potessero perfino toccarla, la porta si aprì immediatamente.

I gemelli stavano lì con dei sorrisi brillanti. “Congratulazioni,” commentò Evan con noncuranza.

“Voi due dovreste passare tutto il tempo a registrare.” Replicò Ethan.

“…per lungo tempo attraversando la Sala,” dissero in coro insieme, crollando in risate isteriche-così forte che quasi caddero a terra.

Dwight, che stava vicino a loro, sospirò. “Non so dov’è Charlie, ma il perché devo preoccuparmi di tutti voi va oltre me,” commentò in modo scontroso. “Ho portato i gemelli, ma insistevano per aspettare che voi due che riusciste a capirlo da soli.”

“Grazie, ancora,” sorrise Shane.

Dwight notò che si stavano tenendo la mano e sollevò un sopracciglio. Reed notò dove stava guardando e arrossì, ma la sua stretta sulla mano di Shane si intensificò un po’ di più. Dwight gli lanciò un’occhiata ,poi alzò le spalle. “Bene. Sembra che voi due abbiate chiarito. Comunque, ti interesserà sapere che l’interferenza demoniaca di quegli specie di Stuart ha impedito che Blaine e Kurt chiarissero di già.”

“Di nuovo Logan?” domandò Shane.

“No, quella casa in generale ha degli inquilini vendicativi,” disse Dwight calmamente. “Han mi ha detto che gli Stuart hanno richiamato Blaine e Kurt ai loro rispettivi doveri prima che potessero davvero parlare. Sinceramente, ho provato a esorcizzare quella casa dal suo regine di terrore della caffeina ,ma sembra che io avrò bisogno di un esercito di cacciatori per scacciare il diavolo da quel piano.”

“Han al momento è fuori…alla luce del sole?” fissò Reed. “…sta respirando?”

“Ha internet in rete Wi-Fi, vivrà,” lo congedò Dwight. Guardò verso Reed. “Credi di essere pronto a cantare? Tutti voi credete di poter ‘condurre la performance’?” lanciò un’occhiata ai gemelli.

Reed impallidì ,accorgendosi dell’ora. A momenti ,sarebbe sceso il crepuscolo. Gli Warblers si supponevano che facessero un’ultima ,magnifica performance. Stava per fare un assolo davanti alla folla radunata e sentiva il sangue prosciugarsi rapidamente dalla sua faccia.

“Andrai bene,” gli sorrise Shane.

“Tu…starai guardando, no?” gli chiese Reed ,quasi spaventato del si o no.

Shane lo guardò in modo incredulo. “Reed. Sono stato colpito da una valanga non molto tempo fa. Dovrei essere in un periodo di ripresa. Eppure sono qui. Hai capito che significa che neanche i disastri naturali possono fermarmi dal vederti cantare?”

“Andiamo adesso, per favore, puoi continuare tutta questa soap opera dopo…” disse Dwight, spingendo gli Warblers di Windsor fuori in direzione dello stadio, sembrando estremamente disgustato da tutta la sdolcinatezza che stava accadendo.

“Sarai un bravo prefetto un giorno, sai, a preoccuparti di tutti in questo modo,” disse Evan all’improvviso, sorridendo verso Dwight, che fissò lui e il suo gemello, facendosi delle domande sulla loro sanità mentale per la quinta volta di quella giornata (la media di solito era otto).

“Vero,” si dichiarò d’accordo Ethan, anche lui sorridendo. “Hey, noi non saremo qui per sempre. Quando ci diplomeremo ,tu diventerai senior. Qualcuno dovrà controllare.”

Dwight sbuffò solo e roteò gli occhi. “Ho dei seri dubbi su questo. Sarò così tanto occupato a essere sicuro che tutti gli inquilini della casa siano vivi e non storpiati.”

“Beh cosa ne sai, questo è esattamente il modo in cui Charlie descrive il suo lavoro…” sorrise radiosamente Reed.

Dwight li spinse tutti avanti, i gemelli che correvano in testa mentre Shane si stringeva attorno alla mano di Reed di nuovo e correva dietro di loro. Si lamentò con sé stesso mentre andavano, ma realizzò qualcosa.

“Dov’è Charlie?” chiese a voce alta Dwight, guardandosi intorno. Invece di seguire dietro gli altri, fermò il suo passo e lanciò un’occhiata in giro, sentendo che qualcosa non andava.

Veniva completamente dal campo a sinistra e tuttavia Dwight aveva qualche idea sulle sue capacità psichiche (che potevano essere veramente accurate o completamente inesistenti),era sicuro che sentiva una vibrazione negativa che veniva da qualche parte-qualche posto non troppo lontano.

Si voltò nella direzione in cui la sentiva e realizzò perché: Julian e un ragazzo che non conosceva erano fuori dai gradini del cortile dietro l’edificio sud e quello principale. Adesso ,nei buoni giorni di Dwight ,non era mai stato colpito dalla celebrità di Stuart, ma c’era qualcosa di diverso nelle vibrazioni.

Julian era seduto sui gradini, fissando così tanto il terreno che c’era il rischio che qualcosa prendesse fuoco. Ma non sembrava arrabbiato. Solo come se stesse provando a sistemare se stesso. E il ragazzo che Dwight non conosceva guardava completamente addolorato la sua condizione.

C’era qualcosa di sbagliato lì, Dwight lo sapeva. Ma non sapeva puntare esattamente il dito su cosa. Era il fatto che Julian ,ben lontano dal suo solito candore, adesso era seduto come se  fosse proprio sulla scia di qualche grande tragedia a cui ancora non poteva reagire come si deve?

Julian e il ragazzo nuovo sembravano come avessero avuto una discussione: il ragazzo nuovo provava a tirare qualcosa fuori da Julian, facendogli domande ripetutamente, ma l’attore-dopo aver ignorato diverse delle sue domande-erano solo troppo infastidito e si stava irritando con lui. Di qualsiasi cosa stessero parlando, sembrava seria.

Finalmente Julian finiva completamente di mangiare e se ne andò. Dwight guardò il nuovo ragazzo che stringeva i pugni mentre Julian svaniva nella luce abbagliante del giorno. I suoi pugni si stavano stringendo così saldamente che Dwight fissò quando lo vide assolutamente scosso. Il nuovo ragazzo si guardò attorno per un momento, un po’ disorientato, e dovette prendere un respiro profondo.

Un profondo ,calmante respiro.

Piuttosto che innervosirsi, Dwight camminò indietro e quasi corse dritto sopra Laura Bancroft. Balzò via da lei ,scartando il contatto nella frettolosa maniera di qualcuno che temeva perennemente una contaminazione di qualche tipo. Laura era quasi seccata da questo, ma alzò lo sguardo su di lui a occhi spalancati. “Hai visto quello?” soffiò verso di lui senza esitazione, facendo un cenno indietro ad Adam, che stava ancora in piedi lì.

“Già,” Dwight guardò indietro e si voltò verso di lei. “Lo conosci?”

“Julian Larson, se le fans chiacchierone sono affidabili-e quel ragazzo laggiù, è Adam. Almeno ho sentito qualcuno dire così. Viene da Hanover, dove c’è mio fratello.”

“Beh non pensi che sia un po’ strano, quell’Adam…?” commentò Dwight, lanciando uno sguardo indietro di nuovo. “E non mi aspetto che tu capisca, ma venendo da uno Windsor…”

Laura gli lanciò un’occhiata distratta. “…non conosci moltissimi ragazzi di Hanover, vero?”

Hey Hummel.”

Kurt, che era stato mandato per una commissione a recuperare qualcosa dalla Sala degli Warblers proprio prima che il gruppo salisse sul palco per la loro esibizione, quasi fece un salto quando Julian apparì dietro di lui. Guardò in cagnesco lo Stuart, che sembrava un po’ pallido quel giorno, e cominciò a chiedersi perché a tutti in quell’intera scuola sembrava piacere tendergli degli agguati. Oh il prezzo della fama-dove veniva praticamente ignorato al McKinley, ogni cosa cadeva su di lui-nel bene e nel male-qui alla Dalton. “Sei peggio dei gemelli. Tu appari proprio dal nulla,” gli disse.

“Andrò dritto al punto,” disse con calma Julian. Camminò dritto verso Kurt e tese la mano.

Kurt fissò la mano tesa verso di lui. “Perché questo…?”

“Io cedo.” Disse Julian con risolutezza, un grande sorriso sul suo viso. Kurt, che doveva adesso conoscere cosa il sorriso di qualcuno che poteva o non poteva aver perso assomigliava completamente, riconobbe quell’espressione immediatamente.

“Cedi per cosa?” Kurt sollevò un sopracciglio.

“Non c’è bisogno che tu lo sappia in particolare.” Julian abbassò la sua mano e le ficcò nelle tasche della sua giacca. Alzò le spalle. “Ma hai vinto. Sono stanco. Me ne sto andando.”

Sorpreso, Kurt si girò completamente verso di lui. “Stanco di cosa? La scuola?” aveva sentito dagli altri che Julian aveva l’abitudine di apparire e scomparire dalla scuola a causa dei suoi impegni, ma dato che era sempre tornato, Kurt supponeva che all’attore piacesse stare alla Dalton.

Julian alzò solo le spalle. “Sima soprattutto, di Logan. Sto andando. Così è principalmente un tuo problema adesso.”

“Aspetta-cosa ha fatto adesso?” chiese Kurt, aggrottando la fronte. “è cosa significa che lui è un mio problema?”

“Non ha fatto niente,” fece spallucce Julian. “Quello è il problema qui alla fine… E lui è un tuo problema adesso perché se si allontanerà da Derek, tu sarai l’unico rimasto a cui importa di lui.”

“Stai lasciando la Dalton. Definitivamente?” Kurt lo fissò in modo incredulo. “Gliel’hai detto?”

Julian lo guardò in cagnesco. “Lui non mi possiede né comanda la mia vita. Non c’è bisogno che lui abbia una parola in niente.”

“Quello è un ‘no’.” Kurt incrociò le braccia e aggrottò la fronte verso di lui mentre si avvicinava un po’ di più. “Non so per quale accordo esattamente tu continui a provare a spingermi verso di lui, ma posso dirti che la tua messa in scena da non-me-ne-potrebbe-importar-di-meno non funziona con me.”

“Davvero.” L’espressione di Julian era tanto calma-e proprio tanto fredda-quanto uno stagno ghiacciato.

“Tu non sei stato rifiutato da molte persone nella tua vita, vero?” disse Kurt, sollevando un sopracciglio. “Credimi, riconosco l’amarezza di non essere ricambiato quando la vedo. Esperienza diritta. Quindi tu non mi prendi in giro.”

Per la prima volta, il viso di Julian tremolò in un’espressione di reale rispetto. Annuì lentamente e si sporse indietro, agganciando i pollici alle tasche dei suoi pantaloni mentre gli scappava una risata vuota. “Bene…”

“Mm-hm…” Kurt gli rivolse un sorriso che era ben lontano da conoscere.

“Interessante per te da notare quando lui è l’unico che è stato esposto a esso in tutti questi anni… Ti chiederei di non dirglielo, ma non penso che tu lo farai in qualsiasi caso.”

“Non lo farò?”

Julian alzò le spalle. “Perché non è il tuo segreto da raccontare e tu sei stato tirato su meglio di quanto non sia stato io-hai davvero dei principi. Quella è la tua debolezza.” Si sporse verso Kurt. “Ma io non li ho. Quindi farò la cosa irresponsabile e lo farò cadere sulle tue ginocchia, perché sono davvero stanco di questo.”

“Tu e lui siete amici,” fece notare Kurt. “Ha bisogno di te proprio adesso e lo sai. E sai com’è stato. Non ha molti amici. Non puoi solo lasciarlo perché ti senti così.”

“Oh credimi, lo farò. L’ho fatto.”

“Ma da quello che ho sentito, sei sempre tornato.” Kurt rispose al suo sguardo senza una punta di dubbio. “Questo è il problema, giusto? Non è qualcosa da cui tu puoi solo voltarti. Non l’ho nemmeno conosciuto per così tanto e sono preoccupato della sua situazione.”

Julian sbuffò con derisione. “Forse sai com’è, ma non conosci me.”

Kurt fece un passo avanti verso di lui, completamente indifferente alla spavalderia dell’altro ragazzo. Per tutto quello che aveva visto, l’attore viziato non era neanche sul suo radar. “So che ho davvero parlato con solo poche volte, ma già da questa sola conversazione posso già dire che tu stai più che volendo mandar giù il tuo ego per il suo bene. E vedendo come tu sei probabilmente più egocentrico di me, il che dice tutto, questo è certamente un segno che tu non ti allontanerai da lui così facilmente.”

Julian lo folgorò con lo sguardo e Kurt sorriso. “Tu non te ne stai andando, Julian. Non penso che tu lo stai facendo davvero. Puoi anche dire che lo farai, ma penso davvero che torneresti giusto per essere sicuro che stia bene. Perché perfino se non stai progettando di dirglielo, lui significa troppo per te.” Diede le spalla all’attore e iniziò a camminare verso la Sala degli Warblers.

Julian strinse i pugni e fissò dietro di lui. “Da quando sei diventato un gran sapientone?” urlò.

“Veramente stavo cercando-ma grazie per la conferma!” Kurt fece in risposta, mentre sorrideva e si allontanava. “Buona fortuna per dirglielo! Prova a cantare! Sembra essere tutta la mania nei Glee club al giorno d’oggi!”

“Inizierai a tenerlo fuori dalla mia testa, vero?” chiese Julian con un po’ meno convinzione e iniziando veramente a sembrare un po’ preoccupato.

Ricevette una risata in risposta. Una di “Windsor”, come gli Stuart tendevano a chiamarla adesso-dato che era una risata che significava “solo aspetta e vedrai”.

Julian gemette nel corridoio, grattando nell’aria per un momento frustato prima di allontanarsi con passo pesante. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe stato una cattiva idea. Non c’era proprio una chiacchierata con uno Windsor. Ma per il resoconto, alla fine adesso aveva un’idea di quello che Logan vedeva in quel ragazzo.

Quando Kurt chiuse la porta della Sala degli Warblers, vi si appoggiò contro e lasciò uscire un sospiro di puro esaurimento. Era una giornata molto molto lunga che lo aveva aspettato per quella pazza fiera, ed essersi svegliato molto prima per essa senza aver usato molto di quel tempo per aggiustare tutto. Non poteva aspettare che il giorno fosse ufficialmente finito-e allora avrebbe ammonito lui stesso i gemelli per aver fatto qualche rappresaglia ai quei sadici Stuart.

Kurt si lasciò cadere su uno dei divani e si lasciò affondare completamente in esso, a faccia in già, sentendosi esausto. Sapeva che si sarebbe dovuto alzare, sapeva che avrebbe solo dovuto fare quello che si supponeva facesse, uscire fuori, andare dal gruppo del palco e aiutare la preparazione degli Warblers per la loro esibizione, andare a controllare se Finn era già fuori dal bagno e spedirlo a casa da Burt e Carole se non si era ripreso, ma proprio allora, non poteva costringersi ad alzarsi.

Cominciava ad appisolarsi un po’,sentendosi troppo al caldo e comodo, volendo essere da solo per un momento, in un posto dove poteva cancellare tutto quello che aveva sentito e detto quel giorno. Voleva dimenticare Warblerland per pochi attimi, e stare solo in qualche posto sicuro.

Il calore stava iniziando ad emanare dal basso della sua schiena ,e mezzo-addormentato, realizzò che c’era una mano lì, appoggiata solo abbastanza attentamente da catturare la sua attenzione senza provare a svegliarlo con la forza. Kurt borbottò nei cuscini, “…Ti porterò a casa più tardi, Finn…”

Una lieve risata. “Stai ancora dormendo, Alice…?”

Sorpreso, Kurt aprì un occhio, e vide Blaine inginocchiato vicino al divano, sorridendogli un poco. Kurt gli sorrise di rimando debolmente. “…mi hai spaventato per un minuto lì.”

“Ti ho detto che sarei venuto a cercarti,” disse semplicemente. “Se sei così stanco, gli dirò che devi tornare a Windsor.” Ma lascio che Kurt prendesse la sua mano per usarla come aiuto per alzarsi e sedersi come si deve sul divano.

“No…” Kurt lasciò uscire il suo respiro mentre si sedeva. Blaine non lasciò del tutto la sua mano, così strinse un poco la mano di Blaine. “…avevano detto che avremmo capito tutto questo.”

“Si…” Blaine si sedette accanto a lui. Kurt notò che non aveva il suo walkie talkie con lui. Chiaramente, non era interessato ad essere interrotto una seconda volta. “Questo è davvero…Beh…Penso che questo non doveva durare quanto l’ha fatto. Perciò, se va avanti ancora a lungo, sono completamente convinto che Mercedes mi ucciderà. E seppellirà il mio corpo nei boschi.”

Kurt rise un po’ con lui, guardando giù. Anche Blaine si voltò con un piccolo sorriso, apparentemente felice di avere anche guadagnato una risata e un grado di benessere tra loro. Le loro mani si poggiarono sul divano a un pollice dall’altra, ma non abbastanza da toccarsi.

Blaine chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. “Senti…Mi disp-“

“Fermo.” Kurt lo guardò attentamente. “Fermo così.”

Blaine lo fissò. “Ma-“

“Beh io no voglio sentirlo,” rispose Kurt semplicemente, nonostante stesse stringendo i suoi pugni contro le sue ginocchia adesso.

“Perché no?” Blaine quasi rise allo sguardo deciso sul volto di Kurt.

“Perché è chiaro che in qualche modo abbiamo sbagliato entrambi.” Kurt guardò fuori dalla finestra. “Ed avevano entrambi ragione allo stesso tempo. Nessuno vince.”

“Kurt, io…” Blaine scosse la testa. “Kurt, quello che ho fatto…Era la prima prova per noi come coppia e non ce l’ho fatta. Ho fallito realmente. Avrei dovuto fidarmi di te e invece…” Lo fissò per un lungo momento prima di aggiungere, “…Non posso fingere di non averlo fatto.”

“Non sto dicendo che tu stia fingendo di non averlo fatto, perché l’hai fatto.” Kurt replicò. “E non fingerò che questo non mi abbia ferito…non fingerò neanche che ero completamente sicuro che non sarei stato convinto da Logan dal fare tutto quello cose con lui. E poi…Non ti ho detto tutto perché sapevo che avresti pensato…bhé, esattamente quello per cui abbiamo litigato. Se ti avessi solo detto cosa intendevo, non penso che questo l’avrebbe esagerato come quest’altro.”

“Beh…Non ti ho detto tutto,” ammise Blaine.

Kurt scosse la testa. “…abbiamo veramente bisogno di parlare di più. Non avrei mai pensato che ci sarebbe successo considerando tutto il parlare che facciamo quando siamo insieme…”

“E non pensavo che mi sarei mai sentito così geloso,” commentò Blaine.

“Tu eri geloso…” Kurt lo guardò con un sorriso veloce.

“Ovviamente,” Blaine gli sorrise. “Non puoi davvero incolparmi per volermi tenere aggrappato a te assolutamente tanto quando faccio.” Sospirò. “è il peggio che ho fatto. Ero così geloso di te e…” alzò le spalle. “Mi ha fatto fare cose davvero stupide.”

Kurt si morse le labbra alla sincerità arbitraria, sorridendo un po’ mentre posava una mano su quella di Blaine, tenendola strettamente e facendosi guardare dall’altro ragazzo.

Blaine strinse la sua mano. “Sai che cosa mi spaventava di più di tutto questo cosa…? Che…ti avrei perso definitivamente-specialmente dopo quel grosso litigio. Sarebbe stata la cosa più stupida che io abbia mai fatto.”

“Se hai finito con un’altra playlist infelice, penso che Wes e David siano preparati a farti veramente esorcizzare da Dwight.”

“Sono serio,” Blaine sorrise un poco, allacciando le sue dita in quelle di Kurt, che alzò solo leggermente le spalle.

“Beh,” mormorò Kurt, gli occhi lontani, “…suppongo che mentre io ho avuto i miei dubbi, ho scoperto che stavamo per parlarne finalmente. Dovevamo farlo. Siamo entrambi…davvero stanchi di correre. E non dovremmo correre via dall’altro…”

Kurt si alzò e si avvicinò alla finestra, dove il sole stava gradualmente scendendo. Blaine lo guardò con un espressione calma.

Ci fu una pausa che scese nell’aria, mentre entrambi stavano ancora aspettando qualcosa di più da dire. Kurt stava fissando fuori dalla finestre mentre il sole moriva, e considerando che voleva dirgli e domandargli se anche lui gli avesse detto tutto. Fuori, poteva vedere persone radunate in direzione del palco, guardando se possibile gli Warblers. Sorrise un po’ tristemente.

“…pensavamo che avremmo cantato insieme per il giorno di San Valentino…” mormorò Kurt alla fine. “Volevo cantare con te. Davanti alla folla. Sarebbe stato un bel cambiamento rispetto a tutti gli altri deludenti San Valentino. Volevo passarlo con il mio primo fidanzato.”

Blaine si alzò lentamente e si voltò verso di lui. “Pensavi che non credessi in San Valentino.”

“Oggi ne prova il motivo,” Kurt replicò con un piccolo sorriso mentre guardava verso Blaine. “Che casino, no?”

“Ci conosci, quindi,” disse Blaine, camminando verso di lui. “Siamo sempre in ritardo in qualche modo, ma lo facciamo.” Stese la mano e prese la mano di Kurt di nuovo.

Kurt guardò giù alle loro mani unite e rise lievemente, abbassando la testa. “A un certo punto nei giorni passati, quando non potevano neanche guardarci l’un l’altro…Avevo questo pensiero davvero persistente in un angolo della mia mente. Mi conosci, tendo forse a essere un po’…drammatico, ma Reed mi ha detto che questo particolare momento era importante.

Sospirò. “Stavo probabilmente fissando i fogli delle persone per un sacco di tempo prima che io realizzassi che…” lo fermò per un momento, guardando come doveva ammettere che questa era già imbarazzante. Blaine aspettò, ma ricominciò quando Kurt sbatté via la strana espressione che stava provando a nascondere. “Non voglio…cantare questa dannata canzone con qualcun altro oltre te. E voglio farlo senza radiazioni d’odio da qualcun altro di noi.”

Kurt leccò le sue labbra umide e alzò un po’ le spalle, guardando tutto eccetto Blaine. “Tu sai quale. Quello che continuava a provare prima che avessero perfino assegnato i compagni. …quello è tutto quello che volendo in quel momento, ed era solo bloccato nella mia testa.” Rise brevemente. “Stavamo litigando e tutto quello che riuscivo a pensare era a pensare con te. Riesci a crederci…?”

Blaine lo guardò con fermezza, così tante cose delle parole di Kurt che voleva confutare. Quindi cominciò con la cosa più importante. “…prima di tutto…Non ti ho mai veramente odiato. Neanche per un singolo minuto. Mai.” Si fece un po’ più vicino. “ Perché…hai mai pensato che io ti avrei odiato? Cioè tu potresti odiarmi, e non vorrei davvero incolparti, ma al contrario è…”

Kurt non guardò su verso di lui. “Te l’ho detto. Era giusto un pensiero, più probabilmente indotto da un’insanita temporanea. Sembra essere prevalente in quella casa in cui siamo.”

C’era qualcosa di davvero bizzarro in quella distanza, che rendeva solo abbastanza per loro vedere ogni cosa che dovevano. Un po’ di tempo dove tutto era sospeso silenziosamente nell’aria, pezzi che aspettavano di cadere perfettamente a posto, e lacci con qualche speranza-che sarebbe andata a posto.

Blaine stese in avanti una mano e toccò il viso di Kurt per farsi guardare da lui. Kurt sollevò gli occhi, e Blaine lo fissò come se stesse provando a memorizzare completamente il suo viso proprio in quel momento. Questo era una sorpresa per Kurt, che lo guardò di traverso, chiedendosi perché l’umore cambiava così improvvisamente, e perché diventava proprio così poco caldo, solo che un po’ più vulnerabile, e solo così leggermente urgente.

“Se…va tutto bene…” mormorò Blaine, chinandosi un po’ più vicino, il pollice che sfiorava la guancia di Kurt dolcemente.

Il respiro di Kurt si bloccò un po’ mentre Blaine si avvicinava di più, fissando attentamente negli occhi che lo guardavano con sincera supplica. Sentiva la mano di Blaine tremare un po’,e sollevò la sua per coprire quella sulla sua guancia. Il respiro di Blaine era caldo. “…possiamo per favore provare di nuovo…?” chiese Blaine dolcemente.

Gli occhi di Kurt si annebbiarono un poco, un sorriso timido sulle sue labbra. Blaine vide lo sguardo sul suo viso e lo tirò vicino a sé, tendendolo strettamente dato che avrebbe aspettato un eternità per questa possibilità, e in qualche modo, sarebbe certamente stato così. Mentre Blaine lo portava vicino, le braccia di Kurt si avvolsero intorno alle spalle di Blaine e lui tenne proprio così strettamente, sperando che le sue braccia non tremassero in modo così ovvio, sicuro con nessuna intenzione di lasciar andare.

“Mi dispiace…” sussurrò Blaine nella spalla di Kurt, stringendolo più strettamente. “Mi dispiace così tanto…”

Kurt chiuse gli occhi e si strinse solo in risposta, prendendo un vibrante sospiro, ricacciando indietro il pizzicori agli occhi e parlando a voce così bassa che poteva essere sentito solo nel silenzio. “Mi dispiace…” sussurrò in risposta, stringendo forte.

Nessuno di loro poteva aver davvero vinto. E l’orgoglio di rado era sbagliato da conservare quando uno comincia a considerare che forse c’è qualcosa di più grande da perdere. Questo genere di cosa non accadeva sempre tra le persone? Lì andava che i sentimenti senza parole di chiedere perché erano perfino separati con cui cominciare-lasciava solo un momento effimero, solo abbastanza veloce da essere senza senso dopo che bruciava via-contro la realizzazione che potevano provare di nuovo, movendosi con più cautela questa volta.

Nel silenzio, Kurt poteva sentire tutto. Poteva sentire il cuore di Blaine che martellava, la mano calda ferma sul retro della sua testa, e l’altro braccio saldamente intorno alla sua vita. Si chiedeva se Blaine sentisse le lacrime calde che cadevano sulla sua spalla, quelle che non voleva che lui vedesse ma che avevano trovato il modo per uscire comunque.

Forse lo faceva. Blaine solo si strinse a Kurt per un lungo, calmo momento, il suo corpo rilassato leggermente mentre sentiva il respiro di Kurt contro di lui. Forse era per quello che quando cominciò, cominciò così dolcemente, come se fosse quasi una ninna nanna. Solo per alleviare le ferite che nessuno di loro poteva vedere.

Never knew I could feel like this

Like I've never seen the sky before…

I want to vanish inside your kiss

Every day I love more and more…

Kurt alzò gli occhi verso di lui, il cuore che batteva giusto un po’ più veloce mentre riconosceva la canzone dal primo verso. Blaine prese il viso di Kurt tra le mani con attenzione, nel modo in cui le persone lo facevano quando erano preoccupati di rovinare qualcosa se l’avessero stretto troppo.

Blaine poggiò la sua fronte contro quella di Kurt, non abbastanza da sollevare i suoi occhi verso di lui ancora. Non c’era tanto che potesse fare per lui in quell’esatto momento, ma quello…entrambi avevano bisogno di quello.


Listen to my heart, can you hear it sing?

Telling me to give you everything…

Seasons may change, winter to spring…

Blaine ora guardò direttamente verso di lui con un piccolo sorriso. “But I love you…until the end of time”

Gli occhi di Kurt sgorgarono di nuovo, il respiro quasi trattenuto mentre Blaine continuava la canzone, con le sue mani che scivolavano giù prima di prendere quelle di Kurt, chiudendosi su di esse dolcemente.

Come what may

Come what may

I will love you until my dying day…

Kurt alzò lo sguardo su di lui, sorridendo timidamente attraverso il velo nei suoi occhi. Quello era molto più quelle prove senza fine-significava molto di più adesso-tutto era cambiato in pochi giorni, e in qualche modo, loro stavano trovando la loro strada per tornare indietro.

Strinse le mani di Blaine e dolcemente cominciò a cantare di rimando.


Suddenly the world seems such a perfect place…

Suddenly it moves with such a perfect grace…

Le voci si sollevarono insieme, loro stettero un po’ più vicini, gli occhi che non lasciavano mai l’altro: “Suddenly my life doesn’t seem such a waste…”

E Kurt sorrise a Blaine, i cui occhi solo si illuminarono in un modo che Kurt non aveva mai davvero pensato che avrebbe mai causato in qualcuno quando lo guardava. “It all revolves around you…” cantò, tenendo le sue mani.

Blaine lo portò vicino, mentre le loro voci crescevano insieme di nuovo per risuonare attraverso la stanze, le loro dite allacciate a quelle dell’altro.

And there's no mountain too high no river too wide

Sing out this song and I'll be there by your side…

Storm clouds may gather and stars may collide…

Blaine gli lanciò uno sguardo con un dolce sorriso. “But I love you…”

“I love you…” rispose Kurt, il viso che proprio arrossiva leggermente.

“Until the end of time…” entrambi cantarono, mentre fuori, al di là del vetro delle finestre, le luci della fiera si illuminarono in successione, penetrando attraverso il buio che stava calando sulla scuola-centinaia di luci brillanti che riempivano il palco, rivestendo il terreno della Dalton e ricoprire il palco contro il buio.

Come what may, come what may…

I will love you until my dying day…

Oh come what may, come what may…

I will love you…

“I will love you…” mormorò Kurt, guardando attentamente Blaine e la luce riflessa nei suoi occhi. “Suddenly the world seems such a perfect place…”

Blaine lo attirò più vicino, baciandolo brevemente, condividendo un respiro.

E senza preavviso, al di là del terreno della fiera, i fuochi d’artificio si librarono in cielo. Gli Warblers dovevano aver finito la loro esibizione da un bel po’-un orgia di luci e colori eruttarono tutti nel cielo scuro, riempiendo l’aria con luci e suoni, lasciando cadere migliaia di scintille verso terra come magia.

La coppia nell’ingresso poteva appena riconoscerne l’intensità che rischiava fuori dalle finestre della stanza in cui stavano-troppo assorti l’uno nell’altro, gli occhi pieni di speranza.

Come what may…

Come what may…

I will love you until my dying day

I fuochi d’artificio continuavano a bruciava anche mentre le loro voci proseguivano, gli occhi che non lasciavano mai l’altro, respirando profondamente per recuperare il fiato-come se rigorosamente scampassero all’annegare in una tempesta, e magari lo stavano facendo.

Kurt stava proprio per riprendere il fiato quando Kurt glielo fermò di nuovo movendosi in avanti e baciandolo più profondamente di prima, la mano che si muoveva su a prendere la guancia di Kurt mentre lo faceva. Il viso di Kurt si riscaldò, e rispose al bacio, la mano appoggiata al retro del collo di Blaine.

Non sarebbero mai stati più grati a un’unica canzone.

E allora la sala degli Warblers eruttò in acclamazione e applausi.

I due si separarono e si voltarono con gli occhi spalancati per trovare gli Warblers alla porta spalancata, ululando e fischiando mentre applaudivano così forte che Kurt poteva vedere le mani di Reed diventare rosse. Shane con lui stava saltando su e giù e si stava dimenticando del suo piede di nuovo-e le New Direction erano con loro, anche loro sorridendo da orecchio a orecchio. Harvey e la Medel stavano sulla porta, sorridendo un poco, ma anche loro stavano applaudendo sommessamente.

Reed stava davvero ridendo. “Okay adesso considereremo di perdonarvi per non averci visto esibirci!” disse, sorridendo al suo compagno di stanza.

“Finalmente!” disse Wes, lanciando le mani in aria, Mercedes che sollevava gli occhi al soffitto in sollevato consenso.

“Grande canzone!” sorrise Bailey, applaudendo.

“Perfettamente a tempo con i fuochi d’artificio, comunque-wow…” disse Finn, lanciando uno sguardo alle finestre, dove i fuochi d’artificio continuavano a bruciare. I gemelli si guardarono l’un l’altro e con discrezione si diedero un cinque-in realtà, i fuochi d’artificio erano partiti prima del previsto, ma erano arrivati al momento giusto. Loro erano sicuri che un certo Brucaliffo avesse fatto in modo che fosse proprio così.

Artie stava fischiettando e Santana stava sorridendo alla coppia nella sala che chiaramente aveva mancato di chiudere la porta alla loro precedente esibizione. Gli Warblers avevano intenzione di tornare alla Sala per fare una riunione, e le New Direction li avevano seguiti, dopo che Finn aveva espresso il bisogno di trovare Kurt.

Kurt rise un poco, ma lui e Blaine guardarono su sorpresi di vedere Logan tra gli Warblers. Stava anche lui sorridendo un poco-un sorriso un po’ più vero di quelli che entrambi avevano visto sempre-mentre anche lui batteva le mani. Fece a entrambi un piccolo cenno col capo, che era in sé un riconoscimento. Diceva alla coppia la sua attenzione di ritirarsi.

Kurt guardò Blaine, che continuava a tenere gli occhi su Logan. Blaine, ancora stando vicino a Kurt, gli fece un lieve cenno in risposto. Logan sorrise solo un po’ di più e con cautela si allontanò dagli Warblers, dietro gli altri, e svanì nel corridoio oltre.

Allora Kurt si voltò verso Blaine per un momento, considerando qualcosa prima di sussurrare, “Devo parlarti di una cosa dopo, va bene?”

Blaine lo guardò sorpreso e annuì. “Va bene.”

“Okay, sistematevi, sistematevi.” Disse Harvey, applaudendo forte per avere la loro attenzione. “Dato che sembra che abbiamo visitatori in Sala…” e sorrise alle New Directions, che gli sorrisero di rimando, “dobbiamo dimenticarci della riunione post-performance.”

Il viso di Rachel si abbatté lievemente. Tina ridacchiò.

“Ma, per beneficio dei due assenti…” sollevò un sopracciglio verso Blaine e Kurt, che arrossirono. “Ripeterò che tutti voi siete stati eccellenti oggi.”

Shane sorrise a Reed, che gli sorrise raggiante. I gemelli fecero l’occhiolino a Brittany, che rise.

“Se continuiamo così, saremo più che pronti per le Regionali. Dove voi ci aspetterete, presumo,” aggiunse verso le New Directions, e Rachel allora fece un enorme sorriso. “Assolutamente!” disse orgogliosamente.

“Accettiamo la sfida ,Signor Harvey,” rise Mercedes.

“Sarà ‘accettata’, non ti preoccupare,” la assicurò Harvey con un sorriso. “Anche se devo ammettere…” guardò verso l’insieme di ragazzi degli Warblers e delle New Direction che si erano esibiti a metà giornata. “Che sembra che tutti voi lavoriate bene insieme.”

La Medel sembrò soddisfatta. “Questo è sempre un buon segno, sapete. Dovremmo provare questo di nuovo una volta-in un ambiente di non competizione. Mi chiedo cosa se penserebbe Will Schuster di questo.”

Ci fu un ruggito di desideroso assenso da chiunque nella stanza e Harvey dovette calmarli tutti di nuovo. “Questo è abbastanza per un solo giorno, penso, tutti-andate. Uscite da qui-ricordatevi di prepararvi per la serata dei genitori con i vostri suggerimenti per la canzone ed iscrivervi, quelli interessati agli assoli.”

“Cos’è la serata dei genitori?” chiese Tina a David mentre l’intero gruppo iniziava a uscire dalla sala.

David sorrise tristemente. “Una notte d’inferno, più che altro.”

“Tutti i genitori e i tutori vengono tutti eleganti soprattutto per essere messi al corrente su quello che sta succedendo nell’anno in corso,” disse Evan. Ethan annuì, “Si suppone che noi ci esibiamo per loro, i migliori vengono premiati, tutta quella cerimonia e pubblica ostentazione.”

“Perché è una notte d’inferno, allora?” chiese Rachel, la fronte aggrottata. “Non siete felici di esibirvi davanti a un simile pubblico esclusivo?”

“Perché tutti facciamo questo davanti agli occhi più giudicatori del pianeta: i nostri genitori,” Wes brontolò mentre lasciavano la stanza.

Kurt e Blaine seguirono gli altri fuori dalla sala, ma Harvey li bloccò. Guardò attentamente i due, ancora con le mani intrecciate. Sembrò considerarli per un momento e disse, “Se aiuta, sono ancora abbastanza sicuro sul lasciare che voi due prendiate il comando nella serata dei genitori. E non solo perché siete due dei migliori.”

“Avete già mostrato un miglioramento,” disse la Medel con un sorriso. “Abbiamo detto che avete lavorato davvero duramente durante tutta la fiera…Perfino Logan si è comportato abbastanza bene oggi. E i vostri compagni Warblers hanno espresso la vostra mancanza sul palco con loro.”

Kurt sorrise un poco-ma non troppo. Non avrebbe voluto sembrare troppo appassionato adesso…

Harvey e la Medel si scambiarono uno sguardo l’un l’altro, e finalmente, Harvey disse, “Tutto ok ,beh… Permetteremo tutti voi tre di provare per la guida la sera dei genitori. La preferenza andrà ancora verso i solisti attuali-Reed e i gemelli, ma i vostri compagni Warblers potrebbero eleggermi, potresti guadagnare il palco.”

“Abbiamo bisogno di due solisti-solo due, separati solisti.” Medel annuì, ignorando lo sguardo di speranza che stava di sicuro apparendo negli occhi di Kurt. “Quindi dovreste prepararvi.”

“Grazie, signore,” annuì Blaine con un sorriso verso il direttore. Harvey mise una mano sulla spalla di Blaine. “Ho bisogno di prenderti in prestito per un momento, voglio parlarti di tuo fratello.”

Blaine sembrò confuso. “Shane? Cos’ha fatto?”

“Beh, mi è capitato di vederlo in azione oggi…” e condusse Blaine attraverso la stanza ,il ragazzo preoccupato che lasciava la mano di Kurt mentre seguiva il direttore.

Kurt fu lasciato con la Medel ,verso cui si giro allora. La Medel gli sorrise e disse, “Sono molto felice che tu e Blaine abbiate risolto le cose. Dev’essere stato difficile per entrambi. E da come appare…Logan si è calmato un po’. Spero che le cose migliorino.”

“Anche io, Miss Medel,” rispose Kurt.

Si fermò per un momento, chiedendosi se dovessi-stava saltando terribilmente alle conclusioni, ma cos’altro poteva essere?-ma se lei non era neanche riuscita a dirlo ad Harvey ,probabilmente aveva bisogno di tutto il supporto che poteva avere. Quinn e Babygate non avevano esattamente lasciato a Kurt con piacevoli ricordi sulle gravidanze non programmate. Prese le sue mani velocemente con un sorriso precipito attraverso i suoi lineamenti. “Signorina Medel. Sta bene?”

Perplessa, il direttore femminile lo fissò. “Oh, si, certo che sto bene.”

“è solo che…L’ho vista stare male l’altro giorno,” le disse Kurt, lanciandole un occhiata piena di significato.

Lei non la colse. “Oh, te l’ho detto-ero solo un po’ nauseata.”

“è stata male anche oggi,” aggiunse Kurt con enfasi.

“Oh è che…erano solo i biscotti.” Il suo sorriso cominciò a tremare un poco.

Kurt la fissò con gli occhi spalancati. “Okay…beh…” e disse questo lentamente, “Voglio solo che lei sappia…che ho questo tipo di cosa prima con alcune persone che conosco e…” la guardò attentamente. “Lei può fidarsi di me.”

La Medel lo fissò, ancora un po’ insicura, ma le sue mani si strinsero su quelle di lui. “Cosa intendi?”

“…sto solo dicendo che posso stare attento per lei un po’,se ha bisogno di aiuto.”

Dovette averle fatto capire alla fine, perché le mani di lei si strinsero in quelle di Kurt un po’ di più. “Kurt…sei davvero un bravo ragazzo e uno studente eccellente,” cominciò lei, suonando un po’ incerta. “Ma…io penso che tu e io possiamo essere d’accordo…sul tenere questo tra noi due per un po’. Va bene?” disse, allargando i suoi occhi verso di lui.

“Gliel’ho detto,” replicò Kurt ,chiedendosi se lei avesse realizzato che stava impedendo la circolazione nelle sue mani. “Può fidarsi di me.”

La Medel sembrò preoccupata. “Hai… Hai parlato di questo a qualcuno…? Della mia, um…situazione?”

Kurt sentì un campanello d’allarme. Reed sapeva. Lui era lì, aveva sentito tutto. Ma forzò un sorriso verso la Medel e mentì splendidamente. “No, certo che non l’ho fatto.”

Il sollievo passò attraverso gli occhi di lei. “Okay. Allora…allora mettiamo da parte l’argomento adesso ,va bene? Andrà tutto bene.” E da quello ,lei intese che non si sarebbe dovuto parlare di quello. Mai più. C’era risolutezza in quello.

Kurt annuì. “Capisco.” Lasciò andare le sue mani. “A domani, signorina Medel.”

“A domani…” annuì la Medel ,guardandolo con ancora un senso di preoccupazione mentre lui adesso camminava fuori nel corridoio, seguendo dietro Harvey e Blaine, che si erano mossi in direzione delle uscite come gli altri Warblers.

Quando Kurt arrivò alle porte dell’edificio sud e di quello principale, Blaine corse verso di lui, sembrando un po’ logorato. “Allora?” chiese Kurt mentre andava verso di lui ,uscendo dalle porte verso di lui. “Cosa voleva Harvey?”

“Ha visto Shane esibirsi in quella battagli di danza,” borbottò Blaine. “Mi ha chiesto se Shane sapesse cantare.”

Gli occhi di Kurt si spalancarono. “…stai dicendo…”

“Era solo un pensiero-o meglio io sto pregando che sia solo un pensiero,” rispose Blaine, sembrando un po’ imbronciato. “Mi ha chiesto perché Shane fosse in un'altra scuole mentre io ero in questa. Gli ho detto che era stata una decisione di Shane andare a Walcott-non mi ha detto perché.”

“Ha chiesto se Shane considererebbe un trasferimento alla Dalton?” sorrise compiaciuto Kurt.

“Per favore non cominciare a spaventarmi, Kurt, davvero, è troppo,” Blaine nascose il viso nelle sue mani mentre arrivavano ai gradini di davanti e trovavano gli altri ragazzi ad aspettarli lì. “Sono stato a scuola con Shane prima e posso dirti proprio adesso che mi ha preparato ad entrare a Windsor.”

“Cosa su di me?” sorrise Shane mentre li raggiungeva.

“Niente,” rispose Blaine tranquillamente. “Che sei un terremoto.”

“a quanto pare lo sono,” disse Shane mestamente a Reed, che rise solo verso di lui. “Sempre stato. Ho una lunga, documentata storia di essere-terremoti.”

Alla parola “storia”, un pensiero passò di corsa nella mente di Kurt e si voltò verso Blaine immediatamente. “E parlando del dirci l’un l’altro tutto, ho incontrato una ragazza oggi che ti stava cercando. Ha detto che avevi un passato con lei? Di cosa parlava?” incrociò le braccia al petto.

Blaine lo guardò, perplesso. “Una ragazza?”

Perfino Shane sembrò sorpreso e si voltò verso suo fratello. “Non dirmi che uno dei tuoi finti appuntamenti ancora ti rintraccia.”

“Cosa? No!” lo fissò Blaine. “L’avrei sentito-“

“Wow, questa storia di famiglia va un po’ più lontano di quanto crediamo…” David fissò i due Anderson.

“Bhé c’era un fiore parlante che cercava Blaine prima,” commentò Evan, inclinando la testa. “Capelli castani, stelo carino ,davvero carina con lunghi capelli castani.”

“Cosa?” chiese Blaine, confuso e schivando l’intenso sguardo fisso da Kurt.

“Quel fiore parlante!” disse improvvisamente Ethan, puntando il dito.

E lei era lì. La ragazza che Kurt aveva incontrato prima stava correndo attraverso la folla che si disperdeva lentamente per il terreno della fiera verso Blaine in una linea diretta ,sembrando davvero euforica. “Blaine!” urlò, scuotendo la mano.

Blaine alzò lo sguardo e la vide, per un momento spaventato, e poi il suo viso immediatamente si illuminò nello stupore assoluto. “O mio Dio…Rebecca! Non ci credo!” Corse in avanti e immediatamente la abbraccia mentre lei lo raggiungeva. Lei gli baciò la guancia e colpì affettuosamente le sue spalle, sembrando molto felice.

Kurt rimase a bocca aperta. Blaine sembrava emozionato. “Cosa-quando sei venuta? Quanto sei stata in Ohio?”

“Rebecca?” disse Shane ,sembrando anche lui sorpreso e abbastanza felice.

“Anche Shane è qui!” esclamò Rebecca ,sembrando perfino più felice mentre gli dava un abbraccio stretto. “Pensavo che tu andassi in una scuola in Colorado!”

“È così-sono venuto per una visita-“

“Pronto ,siamo ancora nel buio qui,” suggerì Kurt al suo fidanzato, che saltò. Blaine rise un poco. “Oh, no, Kurt non è così. Questa è Rebecca ,lei è-“

Fu bloccato dalla ragazza veramente eccitata. “Finalmente, Blaine! Ti abbiamo cercato ovunque in questa fiera, non stavi fermo per un minuto!” Si voltò all’improvviso dietro di lei e cominciò ad agitare la mano, saltellando su e già eccitata quanto Shane prima. “Tesoro! Dolcezza, qua! Ho finalmente trovato Blaine!”

Fu così che un’adorabile ragazza in jeans, scarpe da corsa e una giacca in pelle si avvicinò ,i suoi bellissimi capelli rossi liberi sulle sue spalle. Se Kurt pensava che Blaine fosse sembrato sbalordito quando aveva visto Rebecca ,non era niente in confronto allo shock che ebbe ora nel vedere la rossa.

“O mio Dio… Erin!” restò senza fiato Blaine, immediatamente afferrandolo in un abbraccio senza esitazione. “O mio Dio ,sei qui! Sei davvero qui!”

“Lo sono davvero!” la rossa rise, abbracciandolo forte di rimando. “è passato così tanto! Amico, Blaine, ecco-sono così felice di vederti di nuovo! Sono passati secoli!” lo fissò ,le mani sulle sue spalle. “…e non sei cresciuto di un centimetro.”

“Tu-!”

“Erin!” Shane esclamò e placcò la ragazza a terra per il divertimento di Reed.

“Che diavolo-sei anche tu qui, tu piccolo vermiciattolo?” la rossa brontolò da terra. “Sei cambiato del tutto, Shane? Entrambi?” Ma sbuffò di rimando una risata mentre si alzava con lui, chiaramente felice di vederlo.

“Erin…?” sussurrò Reed a Kurt ,chiedendosi se il suo amico sapesse più di lui. Kurt ci pensò per un momento e guardò Reed ,realizzando. “Erin…? Come…Erin dalla tua vecchia scuola?” aggiunse Kurt, fissando Blaine. “Una dei tuoi ‘Fabulous  Five’?”

“Ci chiami ancora così?” chiese Erin a Blaine ,la sua espressione un po’ ammorbidita.

“Certo che lo faccio,” rispose Blaine con un sorriso. Rebecca sembrò contenta della risposta, sorridendo e stringendo la mano di Erin. “Vedi?” disse, poggiando la testa sulla spalla di Erin. “Te l’ho detto che sarebbe stato lo stesso di sempre.”

“La stessa cosa per voi due,” sbuffò Shane mentre Erin fece scivolare un braccio intorno alla vita di Rebecca per darle un bacio veloce sulle labbra. La relazione tra Erin e Rebecca fu capita da chiunque istantaneamente-i gemelli gemettero un poco capendo perché erano stati così rifiutati prima, e cosa intendeva lei davvero con “ragazza”.

Erin all’improvviso si separò da Rebecca. “O cosa sto facendo? Non vi ho detto la parte più importante!” afferrò le mani di Blaine. “Non crederai mai a questo-te lo giuro, non lo farai.”

“Per favore dimmi che non ti stai trasferendo a Dobry Hall o qualcosa del genere,” disse Blaine ,quasi spaventato della risposta se veniva dall’entusiasmo esplosivo della rossa.

“Che cosa diavolo è Dobry Hall? No!-Cioè-zitto per cinque secondi!” Erin sembrò davvero euforica quanto Rebecca ,che Shane stava presentando a un Reed ancora confuso. “Sapevamo che dovevamo venire dritte qui per dirtelo!”

“Dirmi che cosa?” fissò Blaine. “I tuoi genitori ti stanno riportando qui? Stai correndo di nuovo? Olimpiadi? Cosa?”

“Wow ,non stai zitto.”

“Ho provato a farlo stare zitto, qualche volta.” Fece Kurt.

“E questo deve essere il fidanzato di cui mi ha parlato Becca,” sorrise Erin, sollevando Kurt in un veloce abbraccio da orso. “Aaah ,finalmente. Una parola di avvertimento: quando comincia a fare cose folli come scalare mobili, solo tiralo giù, starà bene. Distrailo dalla sua pazzia interna.”

“Lo faccio ,un sacco, evidentemente,” sorrise Kurt verso Blaine ,che divenne scarlatto.

Erin si spostò e disse, “Cosa sto dicendo? Non te l’ho ancora detto!”

“Detto cosa?” domandò finalmente Blaine.

Reed fissò Shane ,chiedendosi perché lui fosse fermo lì ,bianco come un lenzuolo e immobile. Sembrava come sotto shock. Toccò la sua mano. “Shane? Shane, cosa c’è che non va?”

Rebecca si voltò con gli altri, sorridendo quando vide cosa Shane stava fissando. “lui è qui.”

“lui…?” chiese Reed.

Kurt fissò l’alto ,magro, ragazzo dai capelli castani che camminava verso di loro, vestito di abiti curati e indossando un paio di occhiali bordati d’oro. Il suo sorriso era gentile ,ma i suoi occhi sembravano stanchi. Ma quegli occhi dovevano già aver mai lasciato Shane.

“L’abbiamo trovato, riesci a crederci?” Erin fischiò selvaggiamente verso un ugualmente colpito Blaine. “Pensavamo che non l’avremmo mai visto di nuovo ma l’abbiamo trovato! Ci siamo imbattute in lui in una convention su un libro a San Francisco.

Shane era reso muto e paralizzato. Reed fissò da lui al ragazzo alto e di nuovo indietro. “Shane?”

Il ragazzo alto sorrise a Shane, sembrando abbastanza dispiaciuto. “…ciao.”

Shane sbloccò la sua gola ,la sua voce che suonava distante. “…tu…”

Kurt guardò Blaine, che disse, completamente atterrito, “…Micah.”

Erin e Rebecca stavano sorridendo impazientemente, e tutti gli altri ragazzi di Windsor sembravano confusi. Ma Kurt sapeva chi fosse Micah, e, dall’espressione sui visi di Shane e Blaine, e mentre ora si voltò verso il suo basso compagno di stanza, che sembrava in ansia-come se stesse cominciando a fare una terribile e accurata supposizione-che non erano completamente fuori pericolo.

Loro c’erano giusto appena entrati.

Era tardi. Lo spazio aveva solo pochi studenti che stavano ancora volendo mettere via tutta la roba della fiera-gli altri erano andati via e collassati nei loro dormitori. Bailey era proprio pronto a smontare la cabina di studio quando sentì qualcuno arrivare dietro di lui. “Hey, Tipton.”

Lo Warbler di Stuart si voltò e trovò Julian che stava lì, sembrando un po’ pallido in viso, le mani nelle tasche. Era da solo. Sorpreso ,Bailey disse, “Oh hey, Julian. Che succede? Sembra come se…stessi male. Non hai mangiato quei biscotti, vero?”

“No, no…” Julian sorrise un poco. Sembrava davvero sottomesso e Bailey si stava proprio per offrire di portarlo alla clinica quando Julian disse, “Hey, posso…uh…” si bloccò poi solo scrollò le spalle e indicò la cabina di musica un po’ in modo depresso. “…pensi che io possa provarlo? Prima che tu lo smonti?”

Bailey lo guardò incredulo. Che cosa se ne faceva Julian di una cabina di registrazione fatta da studenti? Poteva probabilmente registrare qualcosa in uno dei centinaia di studi che sarebbero stati più che felici di averlo. “Vuoi fare un CD?”

“…Si ,in qualsiasi modo tu voglia chiamarlo…” mormorò Julian ,gli occhi verso il terreno. “Va bene?”

Lui non aveva mai chiesto permessi. E da tutto quello che Bailey aveva sentito e sapeva, era sicuro che quella era infine il crollò di Julian. “Sicuro…cioè…se vuoi.” Indicò la cabina. “Vuoi che lo trasmetta?”

“Per cosa…?” borbottò Julian. “…nessuno ascolterà.”

Il terreno era praticamente vuoto, ma Bailey era sicuro che non era proprio quello che Julian intendeva. Si sentiva un po’ colpevole ,sapendo il suo segreto adesso. Ma se l’avesse fatto sentire meglio… “Okay. Cosa canterai?”

Julian glielo disse. Bailey si sentiva peggio adesso. “Julian…”

“Cosa?”

Non supponeva di sapere niente. Si supponeva che fosse un altro Stuart nell’oblio. Ma voleva davvero tanto chiedere cosa ci fosse nella mente di Julian proprio adesso perché altro avrebbe voluto cantare una canzone da solo ,freddo, tardi nella notte? Stava cantando per qualcuno che non avrebbe mai ascoltato, che non l’avrebbe mai saputo. Bailey era sicuro adesso ,se non l’era stato prima, che Julian aveva ogni intenzione di andarsene.

Non pensava che andasse così male. Pensava davvero che avrebbero aggiustato questo.

L’attore nella cabina si sedette a un alto sgabello che era stato messo lì, e infilò le cuffie, gli occhi chiusi e dimentico del fatto che il suo compagno di classe fuori era davvero scombussolato. C’era abbastanza dolore in lui da non notare nemmeno che Blaine stava mostrando ogni segno di conoscere il suo segreto.

Kurt aveva avuto l’idea giusta-cantare, ecco. Forse avrebbe aiutato. Era una lunga prova-una prova davvero lunga-ma avrebbe provato ogni altro modo per sentirsi meglio su quello. Per la prima volta dall’anno da matricola, si era confrontato con la presenza di essere veramente capace di staccare e svanire solo, non poteva respingere indietro quello che provava: quel sentimento di essere schiacciato sotto i piedi e trascurato.

Non aveva potuto nasconderlo con la spavalderia-Kurt aveva visto dritto dentro di lui-non aveva potuto nasconderlo comportandosi come un idiota-Derek l’aveva trovato trasparente-e non aveva potuto neanche nasconderlo da quel nuovo ragazzo fan che non lo conosceva neanche-Adam lo sapeva e aveva detto così quando era con lui alle gradinate.

Solo la persona che contava davvero non l’aveva notato. Ma come poteva?

Bhé…non importava più. Stava dicendo addio.

Catturò lo sguardo di Bailey, e fece un cenno verso di lui. Bailey ,ancora non piacendogli questo, sospirò soltanto e fece partire la base. Mentre la musica suonava, tenne i suoi occhi assorti su Julian mentre stese la mano in avanti attentamente ,e colpì un bottone con una luce rossa, con la scritta “registrare”.

Julian fece un passo verso il microfono, gli occhi chiusi, una mano sulla cuffia, pronto a cantare dentro le mura della Dalton per un ultima volta.

The time is right; I'm gonna pack my bags

And take that journey down the road…

Cause over the mountain I see the bright sun shining

And I want to live inside the glow

Yeah…

Bailey si sedette, sentendo Julian cantare. Era un cantante fantastico. Ma quello era il problema-le persone che erano cantanti fantastici esprimevano così tante emozioni quando cantavano. E il modo in cui Julian stava cantando adesso… quasi sentiva che si stava intromettendo in qualcosa di molto privato. Era qualcosa che non aveva mai visto o si sarebbe aspettato dall’altezzosa celebrità. Voleva fermare la registrazione-perché stava registrando più che solo la canzone di Julian.

Stava registrando lui come la persona che nessuno avrebbe mai davvero visto.

I wanna go to a place where I am nothing and everything…

That exists between here and nowhere…

I wanna go to a place where time has no consequences oh yeah

The sky opens to my prayers…

Julian non riusciva a ricordare molto bene il preparare le valigie. Ricordava il prendere i suoi vestiti e le cose personali, e metterle dentro la valigia e la borsa da viaggio. Ricordava il lasciare la sua uniforme ,i libri di scuola ,e tutte le altre cose che non erano davvero sue in fondo.

O più che altro ,tutto quello che aveva anche il più insignificante ricordo del suo tempo alla Dalton Academy.


I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

Ricordava il prendere la pila di fotografie dalla sua scrivania. Non ce n’erano tante, ma ognuna coinvolgeva lui ,Derek e Logan, in tutti i modi dall’anno da matricole. Derek diceva che se si dava una scorsa a esse, si poteva veramente vederli crescere un po’.

Julian c’era di meno in quelle foto. Soprattutto ,Derek e Logan erano presenti. E quindi l’attore le tese attentamente verso il bidone della spazzatura e le lascio cadere.

Non c’era neanche stato abbastanza in giro perché loro sentissero la sua mancanza in qualche modo. E perché avrebbero dovuto…? Cosa aveva mai fatto per cui a loro mancasse in qualche modo? Seriamente  adesso-

-Logan l’avrebbe perfino notato?

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

Derek andò alla casa di Stuart dopo aver parlato con Murdoch nell’edificio sud e in quello principale. Era disperato di prendersi qualche pausa. Quindi le sue fidanzate l’avevano preso e aveva un sacco di spiegazioni da dare. Era finita adesso.

Si fermò quando vide le valigie affianco alle porte di Stuart ,si infilò senza dare nell’occhio all’angolo dell’ingresso. Sentiva il sangue bruciare alla vista delle targhette. Sapeva a chi appartenevano quelle borse e immediatamente corse su per le scale, andando attraverso il corridoio.

Prima che potesse perfino chiamare il suo nome ,si bloccò di nuovo. Vide Julian in piedi davanti alla stanza di Logan. La luce era accesa nella stanza, filtrava attraverso una fessura sotto la porta. Ma Julian stava lì ,alla porta, fissando la luce sotto di essa.

Please understand that it's not that I don't care

But right now these walls are closing in on me…

Derek guardò, il cuore che affondava, mentre Julian continuava a stare lì. Fissò il suo amico, mentalmente spronandolo. Vai. Dai, puoi farlo. Solo bussa a quella dannata porta, Julian, dai. Devi dirglielo. Devi!

Per un momento, quando Julian sollevò gli occhi e uno dei suoi pugni stretti si mosse in avanti per colpire la porta ,Derek volette saltare.

Poi Julian solo si riscosse leggermente, e fece un piccolo passo indietro, chiudendo gli occhi e prendendo un respiro scosso.

Non poteva. Proprio non poteva. Era troppo difficile. Ed era troppo lontano per cadere.

Perché stava piangendo. Voleva prendersi a pugni-perché non riusciva a smettere? Voleva urlare alle sue lacrime di smettere di scendere. Perché quello era stupido-quello era niente.

Era sempre, sempre-sarebbe sempre stato-niente.

I love you more than I love life itself…

But I need to find a place where I can breathe

I can breathe…

Derek vide le lacrime cadere e calare nei suoi occhi. Lasciò uscire un respiro, e camminò verso il suo amico ,che forse aveva saputo per tutto questo tempo che lui era lì. Si avvicinò a lui, e dolcemente mise il suo braccio intorno alle sue spalle. Julian crollò contro di lui, scosso.

“Mi dispiace ,D…” disse senza fiato. “Ero solo-“ un idiota.

“Va bene…” Derek mormorò alla fine, la voce così bassa che solo Julian poté sentirlo. Scosse la testa. “…va bene ,Jules… Ci hai provato. In fondo…in fondo ci hai provato.” Quello contava qualcosa. Non stava per spingerlo. Era troppo difficile da guardare.

Lo condusse lontano dalla porta, silenzioso come erano venuti. La persona dall’altra parte non avrebbe mai saputo che erano perfino stati lì.

I wanna go to a place where I can hold the intangible

And let go of the pain with all my might…

I wanna go to a place where I'm suspended on ecstasy

Somewhere between dark and light

Where wrong becomes right…

Bailey guardò dalla stanza comune mentre Julian, avvolto in un grosso cappotto ,passava con Derek nell’ingresso principale. Si sollevò dalla sua sedia, la fronte aggrottata. Quella notte? Stava andando quella notte? Logan lo sapeva? Guardò su per le scale da cui i due erano appena scesi. Non c’era nessun movimento al piano di sopra…

Dalla sua stanza ,Logan sedeva ignaro. I suoi pensieri non erano in nessuno posto vicino a Julian in quel momento. Stava ponderando un messaggio che non si aspettava di ricevere.

Era di Blaine.

‘Kurt ci vuole parlare. Tutti e tre. Vuole sapere tutto. Voglio dirgli la mia parte. Ma non conosco la tua.’

Logan poggiò i gomiti sulla sua scrivania e si voltò verso la finestra, stupito.

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

Bailey guardò Derek aiutare Julian a caricare i bagagli nell’ingresso, Julian che prendeva la sua borsa da viaggio e Derek che prendeva la valigia. Guardò Derek lanciare a Julian una lunga occhiata senza dire una parola, chiedendo in silenzio se il suo amico voleva davvero farlo.

Julian stette davanti alla porta per un momento, perso nei suoi pensieri ,e guardò Derek alla fine con un piccolo cenno.

Aprì la porta.

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

I wanna go to beautiful, beautiful, beautiful…

L’aria era fredda ,e pungente. La Dalton era tranquillo come mai di notte.

Dalla casa di Stuart ,Julian si voltò indietro verso Derek con un ansito spaventato, afferrando il suo amico che sembrava in orrore: schizzò tutto sulle scale d’ingresso della casa di Stuart che sembravano rose rosse schiacciate ,petali pianti e piegati ovunque ,e un liquido rosso tingeva il terreno ,nero alla luce della luna.

Una fotografia mutilata di Julian-presa dall’annuario della scuola-stava sui gradini.

Derek sibilò una maledizione e tirò Julian indietro dentro velocemente, guardando intorno per terra in cerca di qualche segno su chi l’avesse fatto. Spinse Julian dentro ,e immediatamente chiuse la porta mentre andava a prendere un secchio d’acqua per sbarazzarsi del “regalo”.

Julian si gettò contro il muro ,il cuore in gola. Era peggio adesso. Sapeva che era peggio adesso che il messaggio era forte e chiaro.

Non poteva andarsene.

E in un sentiero, lontano oltre il terreno, nel silenzio della notte, goccioline rosse brillavano sulla strada per la casa di Hanover. Justin Bancroft non le aveva notate mentre ci andava, spingendo avanti sua sorella e ansioso di darle un serio rimprovero. Ma Laura Bancroft le notò. Vide le gocce rosse, confusa, chiedendosi se fosse vernice.

Vide che la scia andava dentro la casa, e su per le strada.

L’ultima cosa che vide prima che Justin la spingesse nella casa comune fu Adam Clavell di sfuggita, che fissava fuori dalla finestra del secondo piano che si affacciava sulla casa di Stuart.

 

Nel prossimo episodio: Lo scorso anno, un ragazzo venne alla Dalton Academy. Si era trasferito dalla Stanton High School. Era arrivato per sfuggire ai bulli della sua scuola, cercando un rifugio. Era stato assegnato alla casa di Windsor, dove incontrò per la prima volta i suoi folli occupanti ,e incontrò l’alto cantante solista, Logan Wright. La storia dello scorso anno sarebbe stata raccontata da tante persone a Kurt, che credeva che merita di sentire esattamente cosa fosse successo che li avesse portati tutti a quel punto.

  
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