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Autore: controcorrente    27/04/2013    4 recensioni
Perla ha dodici anni e fa parte di una nobile famiglia. Un giorno suo padre annuncia il matrimonio della sorella maggiore Carlotta con un aristocratico del posto. Attraverso il suo diario, scritto ad un'amica immaginaria di nome Penelope, Perla racconta le difficili traversie di un matrimonio della fine del 1600, i problemi e gli accidenti che possono succedere, con umorismo tagliente tra grasse zie monache, vecchi cicisbei e anziani parenti dai nomi improbabili e dall'udito poco sveglio. Perché in fondo, occorre saperci ridere sopra qualche volta.
Genere: Commedia, Satirico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Benvenuti cari lettori. Questo nuovo capitolo mostra un'altro elemento della preparazione al matrimonio di Carlotta che avrà non poche reazioni isteriche. Ancora non avete visto niente.
Perla è una vera sadica in questo. Ha un umorismo tagliente e letale e, purtroppo per voi, le cose si metteranno ancora peggio.
 
CAVALLI E SELLE
 
Cara Penelope
 
vi chiedo immenso perdono per le mie assenze. Spero che questa mancanza di zelo nello scrivervi non sia fonte di dispiaceri da parte vostra. L’amicizia è una dote assai rara, soprattutto tra donne.
Mi viene inevitabile pensare alla zia Mena ed alla signora madre.
Malgrado siano più o meno coetanee, non si sopportano molto. Colpa dello zitellaggio prolungato di zia Mena, bloccata in una condizione che, a detta della signora madre, è indice dell’assoluta incuria del volere paterno e della mancanza di volontà ad adempiere all’obbedienza che una figlia deve necessariamente al proprio genitore. Curiosamente queste sagge parole vengono fuori quando le rivolgo una risposta che ritiene irriverente…ma non posso farci nulla.
Io devo ridere e irridere il prossimo…è nella mia natura. Perla di qui, Perla di là…se non agissi così, nessuno si accorgerebbe di me! Passerei inosservata come una siepe.
Ad ogni modo, parliamo di cose serie.
Parliamo del fidanzamento di Carlotta…che è qualcosa di serio ed importante.
Messer Alberto era stato condotto nuovamente all’ovile dalla mano paterna. Pare che il genitore lo avesse minacciato di privarlo di alcuni importanti cavalli della sua scuderia, qualora avesse deciso di non andare dalla sua promessa sposa. Ma che ci vado a fare? Tanto è deciso! aveva detto…quello screanzato. Non trovate che sia stato segno di maleducazione la sua? Pensa che sia divertente essere svegliate alle luci dell’alba, mangiare meno del solito ed indossare i nuovissimi e scomodissimi vestiti di fattura francese, fatti venire per l’occasione? Pensa che sia divertente vedere tutte le leccornie sul piatto e non poterle mangiare con soddisfazione per paura che il corsetto non regga il naturale regime alimentare della femmina che lo indossa? Pensa che sia altrettanto entusiasmante seguire, in perfetto silenzio, la lunga serie di raccomandazioni fatta dal signor padre, dalla signora madre e da zia Mena? No, non lo è…e spero che metta in atto velocemente il suo impegno o giuro che potrei fare una pazzia. Come gettare nel camino le preziose bambole di Capodimonte di Carlotta.
Invece mi tocca subire e soffrire.
Meschina sorte è la mia!
Comunque, dal giorno delle scuse, Alberto ha cominciato la serie d'incontri con mia sorella, sotto la severa giurisdizione di zia Mena. La signora madre non ha apprezzato molto la cosa ma l'organizzazione di questi appuntamenti, previsti dalla consuetudine, occupano tutto il suo tempo...e Mena è l'unica donna che possa assolvere a quel tedioso compito.
Un vero peccato che abbia coinvolto persino la mia persona.
Essere presenti a queste fasi di corteggiamento e ripetere costantemente sempre le stesse frasi annoia non poco. E'uno strazio, credetemi.
Ottenuto il consenso del signor padre, Alberto ha iniziato le sue visite.
Innanzitutto, ha cominciato con il saluto dalla finestra.
Ogni mattina, il giovin signore passa sotto i vetri della camera di mia sorella Carlotta, ad un'ora convenuta ovviamente. Come ben sai, la signorina deve essere sempre accompagnata da una presenza femminile che attesti l'avvenuta procedura. Di solito, se ne occupa Zia Mena.
Oh, guardate come monta con grazia il suo cavallo!oppure Oggi ha un'aria particolarmente regale! sono le parole più consuete, che devono essere rivolte alla futura moglie del corteggiatore per tutta la durata dell'evento. Le cose devono sembrare assolutamente casuali, al fine di non cadere nel cattivo gusto.
Nulla di veramente spontaneo ma è la prassi.
Quello che davvero mi ha infastidito è l'atteggiamento svenevole di Carlotta che, dopo aver visto Alberto, è ancora più melensa di quanto non lo è di solito. Se non la conoscessi, azzarderei la spaventosa ipotesi che si sia innamorata di lui...ma so che mia sorella non è così volgare.
Il suo atteggiamento è comunque assai inquietante.
Mi fa paura, sul serio.
Zia Mena guarda alla scena con sereno distacco, con il suo abito scuro che ne esalta il fisico elegante e asciutto. Ogni tanto, però, si reca nella tenuta che il signor padre ha comprato per lei. Vi soggiorna per alcuni periodi, al termine dei quali, appare assai serena e rilassata.
La signora madre dice che è dovuto all'aria salubre del mare...ma io ci credo poco. Ho saputo che l'edificio è abitato da un tale Messer Francesco che si occupa della libreria di quel palazzo. Zia Mena ha ereditato dal padre l'amore per i libri ed ha proposto a Messer Francesco di occuparsene, soprattutto ora che mio cugino Alfonso non ha più bisogno di un precettore.
Una soluzione assai comoda, in considerazione del fatto che il piccolo Paolo avrà bisogno di qualcuno che lo istruisca. Ho avuto il piacere di vederlo una volta. E'alto e ben formato...ma quello che colpisce maggiormente è il colore degli occhi: verde bosco.
Ora che ci penso, c'è un bambino nella casa di mia zia che ha gli occhi del medesimo colore di Messer Francesco. Ha pure i capelli mogano, come zia Mena...ma cosa vado a pensare? Zia Mena può assumere la condotta che desidera. Se al signor padre sta bene questa cosa, chi sono io per dire il contrario?   
In ogni caso, quel giorno, maledissi profondamente la sorella del signor padre. Aveva lasciato la residenza del fratello per via di alcune importanti commissioni, abbandonandomi al tedioso cerimoniale. Invero, Penelope, non ho nulla in contrario nel recitare la parte. Non devo pensare ma ripetere le stesse cose che dice la zia.
Mia sorella Carlotta non era però molto felice della mia opera.
Devi metterci più sentimento! mi aveva sibilato rabbiosa, sorridendo all'indirizzo del fidanzato. Buon Dio, chi me lo ha fatto fare, di nascere come sorella minore di una persona simile! Quale orribile peccato ho commesso!
Immaginati lo strazio. Io, dall'alto della mia bassezza, accanto a mia sorella, falsamente trasandata, ero costretta a tessere le lodi del mio futuro cognato...Io, pensa un po'! Sono stata obbligata a rispolverare le mie conoscenze di romanzo cortese. Il vero problema era che queste visite duravano davvero molto, tanto che, passati i primi minuti, mi ritrovavo costantemente a corto di lodi da fare all'indirizzo di Messer Alberto. Mia sorella allora sorrideva con sforzo, incalzandomi a continuare...ma non avevo fantasia e lei, non vista, mi pestava i piedi. Ed io sorridevo e soffrivo.
E Messer Della Rovere rallentava, non appena si avvicinava a noi, conversando amabilmente con mia sorella che, superato il torpore iniziale dei sensi, rispondeva, alla stessa maniera di un cavallo costantemente tenuto dal freno...rallentava, capite?
Era un autentico strazio.
Passati i primi giorni, il fidanzato di mia sorella prese ad eseguire il cerimoniale con maggiore lentezza rispetto al solito. Mia sorella gongolava, ovviamente ed anche Messer Alberto pareva apprezzare la cosa. Più volte, ho intravisto del compiacimento, quando udiva tessere lodi in suo onore.
Cara Penelope, dovresti vedere come gongola compiaciuto. Il mio precettore non fa che mettere in guardia dal peccato di superbia ma, a quanto pare, questo genere di lezione è estraneo all'indole del mio futuro cognato.
Dovresti vedere come si pavoneggia! Comunque, quel giorno la sorte non fu benevola con lui. Proprio mentre Messer Alberto si avvicinava alla finestra e mia sorella stava martoriando il mio piede senza pietà alcuna, poiché non ero capace di adulare con il giusto sentimento il suo futuro sposo come zia Mena, un orrido tarpone uscì dalla tana, proprio nel punto in cui si trovava il nobile destriero ed il suo cavaliere.
Ah, quale orribile scena fu quella!
Il plebeo roditore, nero e invidioso, forse, dello splendido farsetto del nobile cavaliere, si frappose nel cammino che lo conduceva alla sua dama. La bestia, vedendolo, si spaventò assai, scattando su due zampe, contravvenendo alle leggi di Nostro Signore. Non contento, lo stolto animale, dimentico del nobile compito che gli spettava, cominciò a saltare, per schiacciare o allontanare il reo sacrilego.
Peccato che, così facendo, anche il fidanzato di mia sorella venne coinvolto in tal singolar tenzone...perdendo miseramente. E cadde, come corpo morto cadde.
Ah, mi ero dimenticata di aggiungere una cosa.
Preso dalla paura, l'animale aveva espletato i suoi bisogni, ancora caldi, a terra...e Messer Alberto ci finì sopra, insieme al suo nobile peso.
 
 
 
Non immaginate nemmeno la sua indignazione.
La baldanza volò via, lasciando il posto ad un rossore degno di una pudica fanciulla colta in fallo.
Carlotta, per parte sua, si fece pallidissima e perse la parola, come il giovine sotto di lei.
Fu effettivamente una scena molto difficile ma, per qualche strano motivo, dopo quel fatto tristissimo, divenne incredibilmente facile per me tessere le lodi di Messer Alberto...al punto che mi trovai a parlar da sola, come una sciocca.
Mia sorella però non gradì...e, superato lo sconforto, mi dette un violento scapaccione.
Ora, dimmi te, Penelope! Prima dice che non mi complimento con lui con il dovuto entusiasmo, con lo stesso calore che lei, se le circostanze non la dicessero diversamente, farebbe personalmente...e poi, quando invece ci riesco che fa? Mi picchia! Ormai è chiaro, amica mia. Che sia contenta o meno, da queste nozze io ricaverò solo pestoni e schiaffi...carissima confidente, spero davvero di uscire integra da tutto questo! Quel che è certo è che la vicenda rese il signorino Alberto un po' meno profumato e alla moda.
 
Comincia il duro e difficile cammino verso le nozze. Preparatevi di tutto. Carlotta sarà ancora più isterica di come è adesso perché le sorprese per lei non sono finite. Ci sono tante cosette che ancora non si sanno...ma c'è tempo.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno letto.
   
 
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