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Autore: Satellite_29    28/04/2013    7 recensioni
Sono Lavinia Merryweather, una sedicenne con una paura folle per il Latino. Perchè? Non me lo so spiegare neanche io.
So solo che per colpa di questa stupida lingua morta Kyle Hunter, un figo da paura, mi farà da professore di ripetizioni per aiutarmi. Riuscirò a resistere al fascino del bel professorino?
Dal capitolo 1:
Chissà com’è ‘sto tizio. Sarà il solito sfigato che per racimolare un po’ di soldi per cambiare città è disposto a fare ripetizioni ad una ragazzina come me. Deve stare messo proprio male per voler iniziare così presto.
"..." Tutte le teorie sul povero sfigato figlio di una povera vedova erano sbagliate, completamente. Nella mia stanza c’è un bellissimo ragazzo, che non ha nulla a che vedere con la vecchia amica di mia madre. E io dovrei fare lezioni con questo tizio che potrebbe benissimo essere uscito da Abercrombie? Prevedo giorni duri, molto duri.
Dal capitolo 7:
Si avvicina all’orecchio e mi sussurra con voce sensuale – Tu mi piaci molto, Lavinia. Però com’è che hai detto .. Ah già, al momento le relazioni di coppia non sono la tua priorità. Beh sappi che ti farò cambiare idea. Ad ogni costo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 20: Piccoli tranelli
 

Toc toc. Io e le mie compagne di stanza ci guardiamo dubbiose.
- A quest’ora può essere solo quella vecchia zitella della Crayer. – dice Liz a bassa voce. Jules va ad aprire alla porta e, come si era aspettata, la nostra acida professoressa di Storia entra in camera.
- Castell, Connor, Merryweather, Prism. Bene, ci siete tutte e quattro. Mi raccomando, non voglio essere costretta a rimandarvi a casa. Adesso andate a dormire. – ci dice, con la sua voce da cornacchia.
- Sì, professoressa. A domani. – Le diciamo in coro, mentre lei è già sgattaiolata via dalla stanza. Io e le mie amiche ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Eravamo tutte e quattro col pigiama, intente a fare la parte delle santarelline con la prof. Pensa che staremo zitte e tranquille nella nostra camera? Beh, diciamo solo che non sentirà nulla solo perché la stanza sarà vuota fino a stanotte.
Ci spogliamo velocemente dei nostri pigiami per indossare i nostri vestiti normali. Oddio, l’aggettivo normale vale solo per me, visto che le altre hanno indossato tutte minigonne e vestitini.

- Brooke perché non ti metti quel vestito che ti sei portata? Quello blu che non vedevi l’ora di mettere .. – dico alla mia amica.
Lei mi sorride – Non ho bisogno di fare colpo, io rimango con Lucas stasera.

- La ragazzina vuole già darsi da fare! – commenta scherzando Liz. Ridiamo tutte, Brooke fa un sorriso timido e imbarazzato.
- Ragazze, forse è meglio che non esca con voi. – dico, pensando a come potrebbe reagire Kyle sapendo con chi devo uscire stasera.
- CHE COSA? Assolutamente no! Tu devi esserci! Cinque sono i ragazzi e cinque dobbiamo essere anche noi. – urla Jules contrariata.
- Ma che dici, non è assolutamente necessario che venga anche io! Tanto non siete coppiette ufficiali, non farà minimamente la candela. – dico io, ripensando al sabato precedente. Era stato gentilissimo per ogni minima cosa, mi piacerebbe uscirci di nuovo. Ma solo come amici, e con Chris preferisco non rischiare visto che è palese che mi venga dietro. Non sarebbe giusto nei confronti di Kyle. E se mi vedesse?
- Ma l’intenzione è proprio quella! Dai, chi è che non combina qualcosa in gita? Non fare la parte della zitella e vieni con noi! Ti prego! – mi fa Liz, terminando con la vocina da cucciolo a cui non so resistere. Al diavolo tutti i buoni propositi.
In fondo, non è detto che debba succedere per forza qualcosa, giusto?

- E va bene. – sospiro sconfitta. Liz e Jules esultano – Dai, ci divertiremo!
- Non credi sarebbe meglio dire anche a loro quello che è successo? Così puoi vederti con Kyle. – mi sussurra Brooke preoccupata.
- Non preoccuparti. – le sorrido – Penso di poter gestire la cosa. In fondo, per stare con Kyle ho ancora una settimana. – le dico all’orecchio.
Lei scuote la testa – Sarà, ma Chris non mi convince molto. Anche Lucas mi sembrava turbato quando ha saputo che voi cinque uscite con quelli lì.

- Che vuoi dire? – le chiedo, insospettita.
- Non mi ha detto di preciso cosa gli da fastidio di Chris, penso che dovresti chiedere meglio a Lucas.
- Vabbè adesso non c’è tempo, glielo chiederò domani. – le dico, mentre le mie due amiche hanno finito di preparasi.
Mi alzo dal letto e saluto la mia amica, ma quando ho già chiuso la porta, mi rendo conto che Brooke ha sussurrato qualcosa che suonava come un “Sì, quando la frittata sarà già fatta”

* * *

Sono appena tornato dal ristorante. Quanto cazzo è buona la cucina italiana! Guardo l’orologio, sono le nove e mezza. Chissà Lavinia cosa starà facendo. Quasi quasi le chiedo di uscire, tanto uscirà sicuramente con le sue amiche, ci potremmo incontrare in giro. Giro la chiave nella serratura ed entro nella mia camera. Appoggio la giacca su una sedia vicina e accendo la luce.
Mi guardo nello specchio dell’armadio, che riflette quasi tutta la stanza, e sobbalzo.
- Sorpreso di vedermi, ciccino? – mi chiede Meredith, sdraiata con nonchalance sul letto matrimoniale, con una voce più melensa dello zucchero.
E’ vestita (più che altro, svestita) con un completo intimo di pizzo rosso e nero e sopra ha una vestaglietta semi trasparente che, molto teoricamente, dovrebbe coprirla.
- Meredith, che cazzo ci fai qui? – chiedo, evidentemente irritato. Lei si alza lentamente, cercando palesemente di sedurmi con i suoi movimenti.
- Sai, questa tua fuga a Roma non mi è piaciuta affatto. Soprattutto perché non mi hai avvisato. Ma possiamo sempre rimediare .. – lascia la frase in sospeso, passando un dito sulla mia camicia. Mi allontano bruscamente.
- Lasciami in pace. Io con te ho chiuso, te l’ho già detto. – le dico. Lei scoppia in una risata.
- E pensi davvero che io ci sia cascata? Si capisce benissimo che mi vuoi. – sussurra, e appoggia le sue braccia sulle mie spalle.
Si avvicina al mio orecchio e mi dice a bassa voce – Pensaci, in fondo con quella nanetta non puoi fare ciò che vorresti fare con me. Posso ben immaginare che tu sia in astinenza da un po’ e che voglia .. diciamo sfogarti.
La solita gatta morta. Non la sopporto quando fa così. Però in quanto ad astinenza, purtroppo le devo dare ragione. Deglutisco rumorosamente, e Meredith sorride soddisfatta.
- Dai, dammi quest’ultima possibilità. Se dopo continuerai a dire che non vuoi più stare con me, me ne andrò per sempre. Tornerò a Milano e ci lasceremo definitivamente. Almeno, ti sarai fatto una sana scopata dopo un bel po’ di tempo che sei stato a digiuno. – afferma, stranamente seria. Io scrollo la testa.
- Questo è il punto. – prendo le sue braccia e le lascio cadere via da me.
- Tu vuoi semplicemente scopare. Io invece voglio stare con Lavinia proprio perché lei mi vuole bene sul serio. Dopo tutte le volte che l’ho fatta incazzare, mi ha perdonato: ha avuto la forza e il coraggio di perdonarmi perché mi vuole bene per quello che sono. – Meredith ha gli occhi spalancati. Non si capacita di ciò che le sto dicendo.
Mi avvicino al suo orecchio e sorridendole le sussurro – Ti dirò un segreto: a lei piaccio io, non l’amico dei Paesi Bassi.
- Come ti permetti?! – urla, dandomi uno schiaffo. Di certo avrò una faccia stupita, ma l’espressione di Meredith è impagabile. A stento riesco a non riderle in faccia.
Impettita, indossa il suo impermeabile nero come i suoi capelli e attraversa il corridoio della mia stanza. Apre la porta, si gira un secondo verso di me.
- Te la farò pagare. Puoi scommetterci, ciccino.
Detto questo, esce fuori sbattendo la porta. Quel “ciccino” alla fine della frase era alquanto inappropriato e inquietante.

Afferro velocemente il mio cellulare e compongo il numero della causa di tutti i miei problemi.

- Pronto? – risponde una voce femminile.
- Adesso basta fare la santarellina, cosa vuoi da me?
- Fratellino caro, come saluti le persone tu, non c’è nessuno al mondo! – risponde ironicamente, mia sorella Julie. E’ l’unica che possa aver detto a Meredith che ero a Roma. La sento ridere dall’altra parte della cornetta.
- E’ già arrivato il regalino? – chiede, curiosa.
- Fanculo, Julie. Mi spieghi che cazzo hai intenzione di fare? Solo perché Meredith fa tanto l’amica con te, non vuol dire che mi deve ronzare attorno peggio delle mosche! – le urlo. Lei risponde impassibile.
- Voglio aiutarti. Sai meglio di me che Meredith è il tuo vero amore e che vuoi soltanto giocare con quella lì. – dice quelle ultime parole con un veleno che non credevo potesse avere.
Julie non era mai stata così con me. Era sempre stata la perfetta sorella maggiore, persino da piccola.
- Sai bene che non è così. – le dico. È
 vero, il primo giorno che ho incontrato Lavinia, forse ho pensato che potesse essere uno svago. Mi era parsa una sfida: lei così ingenua e innocente, non credeva all’amore. Volevo farla innamorare per gioco, dicevo a me stesso. Eppure mi sono innamorato di lei prima che potesse farlo lei. Quando è tornata Meredith, ne ho avuto la prova: nonostante lei si volesse concedere a me, e nonostante io fossi in astinenza da mesi, non ce l’ho fatta. Quella sera ho capito che non sarei riuscito mai più a fare sesso senza amore. Ho capito che amo Lavinia, come non ho mai amato nessuno prima d’ora.
- Vuoi forse farmi credere che ti sei innamorato di quella troietta? – chiese, con un tono canzonatorio.
- Non ti azzardare mai più a chiamarla così. O giuro che non mi sentirai più per il resto dei tuoi giorni. – rispondo, incazzato come non mai.
- Non fare il bambino, Kyle. Credi davvero che lei ti ami? Pensi sul serio che voglia avere una storia seria con te? Me l’hai detto tu stesso che non è propensa a questo genere di cose.
- Quando l’ho detto, intendevo dire che lei non è mai stata fidanzata e che aspetta il ragazzo giusto. – quasi ruggisco. Mia sorella si è dimostrata una vera cogliona. Non capisco cosa le importi se sto con Lavinia o meno.
- Certo, come no. E che mi dici di quello con cui ballava alla festa di mamma? – continua, la serpe. Cerco di ribattere, ma lei mi anticipa.
- Si vede lontano un miglio quando sei geloso. Non ho potuto fare a meno di notare chi fosse l’oggetto del tuo sguardo rabbioso.
Prendo un respiro, per raccogliere le idee e per provare a calmarmi. Peccato che non ci sia riuscito.
- Adesso basta. Julie, non so che cazzo volete tu e quell’altra puttana da me, ma sappi che questa te la farò pagare. Non voglio avere altre grane quindi avverti la tua cara amichetta di stare lontana da me. O giuro che non sarai più mia sorella. Detto questo, vai a dormire. – ringhio, chiudendole il telefono in faccia. Dopo essermi assicurato che la chiamata sia terminata, mando un messaggio a Lavinia.
Alzo lo sguardo e vedo un Kyle sconvolto, in tutti i sensi. Non bastava Meredith a rabbuiarmi, si era messa in mezzo anche mia sorella che mi ha insinuato più dubbi di quanti ne possa sopportare.

Ho bisogno di vedere Lavinia. Adesso.
 

***

- Una volta per tutte, ci spieghi perché non ti sei messa una gonna o un vestito? – mi chiede Liz mentre aspettiamo nella hall i ragazzi. Sbuffo per l’ennesima volta.
- Primo, ho portato solo jeans e leggins. Secondo, non devo fare colpo su nessuno, ergo, non ne ho bisogno! – esclamo. È davvero così difficile per loro capire che Chris non mi interessa?
- Come se non si sapesse che Christian ti ha puntato. Peggio per te. – afferma Jules. La guardo di sottecchi. In fondo è colpa sua se mi trovo in questa situazione.
- Dai adesso basta litigare, tra un po’ i ragazzi saranno qui. – dice Willow, cercando di calmare le acque. Povera piccola ingenua, non sa che cosa aspetta Jules! 
- Buonasera ragazze. – ci saluta Eddy, con lo sguardo da ebete rivolto a Willow. Sembra cotto a puntino, il ragazzo! Lo seguono i suoi amici Mike e Sebastian.
- Scusate se abbiamo fatto un po’ tardi, abbiamo avuto un contrattempo. – si scusa Mike, con un sorriso cortese.
- Quei due ancora non sono scesi? – chiede Sebastian irritato, riferendosi a Jake e Chris.
- Parli del diavolo, e spuntano le corna! Da quanto tempo, caro! – grida Jake alle spalle di Sebastian. Il biondo sbuffa nervoso. Mi viene spontaneo alzare un sopracciglio.
- Non puoi capire che gli abbiamo fatto passare in camera. – mi sussurra Chris all’orecchio, facendomi sobbalzare per la sorpresa. Gli lancio uno sguardo di fuoco e lui, come se non avesse notato nulla, mi sorride benevolo.
- Allora, andiamo? – chiede Leslie, tirandomi una gomitata nel fianco, facendomi sussultare e tossire non poche volte.
- Prima che mi prendo un infarto, meglio che esco. – dico a bassa voce, in modo che solo Chris, il più vicino a me, riesca a sentire. Lui scoppia a ridere e mi dice nell’orecchio – Non preoccuparti, potrei sempre rianimarti io.
Ecco, è esattamente quello il problema!

- I miei poveri piedi! Non puoi capire il dolore! – urla Liz, che mi sta sfruttando come stampella per reggersi in piedi. Io l’ho sempre detto che è meglio evitare di mettere i tacchi quando si sa che di camminerà per un pezzo.
Le altre ragazze almeno evitano di sbraitare le loro pene ai quattro venti, mentre Liz, impulsiva com’è, non riesce a farne a meno. Willow e Eddy sono andati a fare un giretto da soli.
E a quanto vedo, anche le altre coppiette che si sono formate hanno intenzione di fare lo stesso. Soltanto a me non importa nulla di quei cinque?
- Se vuoi cerchiamo una farmacia insieme. Credo che qui in centro ce ne sia almeno una che faccia il turno di notte. – dice Mike a Liz. Almeno dall’espressione, sembra esausto anche lui delle sue continue lamentele.
Quando finalmente Liz si è convinta a comprare dei cerotti ed è abbastanza lontana da me, tiro un sospiro di sollievo.
- Che fai, non vedevi l’ora di stare sola con me? – mi chiede Chris all’orecchio, facendomi spaventare per l’ennesima volta. Ecco a cosa non avevo pensato: tutti gli altri non ci hanno messo tanto quanto Liz e Mike a defilarsi!
- No, è solo che era diventata peggio di un’ambulanza. – affermo, esasperata. A sapere che sarebbe andata a finire così, però, avrei preferito tenermi stretta quella sirena nelle orecchie.
Il mio telefono vibra. Guardo lo schermo: è un messaggio di Kyle.
- Questo adesso lo prendo io. – sussurra Chris, sfilandomi il cellulare dalle mani con tutta la nonchalance di questa Terra.
- Ehi, che vuoi? Dammi il telefono! – urlo, ma lui non cede. Tiene il telefono sopra di lui in modo che, nemmeno saltando, riesca ad afferrarlo. Odio i ragazzi più alti di me!
- Per adesso, scordati pure di avere un cellulare. Lo terrò in ostaggio. – afferma, sorridendo beffardo.
- Dai, potrebbe essere importante! – urlo, cercando inutilmente di acchiappare il mio telefono. Ma questo qua che diamine vuole adesso?
- Se fosse stato realmente importante, ti avrebbero chiamato. – dice lui, con fare da sapientone.
- E magari potrebbero farlo, se non rispondo a quel messaggio! Smettila di fare il bambino e dammi quel telefono. – dico io, arrabbiata. Il gioco è bello finché dura poco, soprattutto se ci va di mezzo il mio rapporto con Kyle.
Chris non da segni di comprensione e continua a tenersi stretto il mio telefono.
- Te l’ho detto, adesso è un mio ostaggio. Lo potrai riavere solo se mi farai un favore.
I nostri due volti sono vicini, troppo vicini. Lo guardo dubbiosa.
- Che genere di favore?  - chiedo. So dove vuole andare a parare, ma può scordarsi un “favore” di quel tipo. Chris sorride, irriverente, e mi alza il mento verso di lui.
- Un bacio. Nulla di più. – sussurra, visto che siamo a così pochi centimetri di distanza. Istintivamente, mi allontano.
- Sei impazzito o cosa?! – urlo. Mi guardo attorno: per fortuna siamo in un vicoletto e non passa nessuno. Momento, che via è questa?
- Nessuna delle due. Lo rivuoi il tuo telefono o no? – chiede lui, tranquillamente.
- Sono fidanzata, col cavolo che ti bacio! – urlo, incrociando le braccia al petto e sperando che mi ridia il cellulare. Chris si blocca per un attimo. La notizia deve averlo colto alla sprovvista. Ma poi scoppia a ridere.
- Non preoccuparti. – si avvicina lentamente a me. Non riesco a muovermi, sono paralizzata. Mi accarezza il braccio scoperto. Sale su fino alla spalla e poi si sofferma sulla mia guancia.
Si avvicina al mio orecchio e sussurra – Non ne saprà mai nulla, io non parlerò se tu non parlerai. E adesso è occupato in faccende da sbrigare nell’albergo …
- Aspetta. – dico, ritrovando la capacità di muovermi che avevo momentaneamente perso.
- Come fai a sapere che Kyle è qui? Non lo sa nessuno tranne me, Lucas e Brooke. E qualcosa mi dice che con loro non hai parlato molto. – affermo. Lui ride.
La sua risata non mi piace per niente, non è allegra. È derisoria. È quasi cattiva. Mi ricorda tanto quella di una troia di nome Julie.
- Diciamo che ho un’amica molto fidata che conosce i suoi spostamenti. – risponde.
Non mi ci vuole molto tempo a fare due più due. Quella serpe è capace di mettersi in mezzo anche quando non c’è.
- Vai a farti fottere, Chris. – dico. Riesco a rubargli il mio cellulare dalla tasca, e scappo letteralmente da lui.
Corro alla cieca, poiché non ho la più pallida idea di dove sia. Non ho una mappa e ho perso completamente l’orientamento. Il mio telefono, il mio caro e vecchio telefono, non ha nemmeno un gps o delle mappe satellitari.
Sono sola, persa in una città che non conosco.
Bella situazione di merda.

Mi siedo su una panchina di una piazzetta. E’ notte tarda, non c’è nessuno. Non passa né un taxi, né un autobus. Sono disperata.
- Aoh, signorina! Le serve una mano? – urla un tizio su una Vespa grigia.
Dalla corporatura e da qualche ruga sul viso, si direbbe che abbia più o meno quarantacinque anni. Rimango ferma e muta come un pesce.
Già non so come tornare a casa, non ci tengo ad avere altri guai!
- Signorì, sto dicendo a te! Non c’è molta gente qui in giro, sai? – dice, sorridendo. Alzo lo sguardo verso di lui. Perlomeno, non sembra un maniaco.
Lo sconosciuto appoggia il motorino ad un palo della luce e si avvicina.
- Successo qualcosa? Mi si stringe er core a vederte così, potresti essere mia figlia.
Ed è a quel punto che scoppio in lacrime. Non mi importa di fare una figura del cavolo davanti a uno sconosciuto. Troppe cose messe insieme, ho assolutamente bisogno di sfogarmi.
- Signorina non fare così! Te l'ho detto, mi si stringe er core! Fatti abbracciare. – dice col suo strano accento, e lo lascio fare tranquillamente.
Verso fiumi di lacrime, come ho fatto poche volte in vita mia. Tra le lacrime e i singhiozzi, provo ad articolare una frase, non riuscendoci. Riesco solo a fargli capire che mi sono persa.
- Eh, e qual è il problema? Ci sono qua io! Lo vedi quel bel motorino? Adesso tu mi dici la strada di casa e ti ci porto sana e salva. Non avrai paura di un motorino? – dice lui, come se tranquillizzare le ragazzine fosse il suo mestiere. Scrollo la testa, così l’uomo si rimette in sella e mi fa accomodare dietro di lui. Gli dico la via dell’albergo e lui, senza chiedere nulla, mi ci accompagna.

Dopo una ventina di minuti buoni, siamo davanti all’entrata dell’hotel. Durante il tragitto ho avuto modo di calmarmi, perciò cerco di scusarmi in qualche modo con lo sconosciuto.
- Davvero, mi scusi per tutto il disagio. È solo che sono una turista e mi ero persa. Niente cartine o mappe. E in più sono venuta a sapere di brutte notizie. Non so come ringraziarla per avermi aiutato. Avrebbe potuto passare avanti senza fare niente, e invece si è fermato e mi ha riaccompagnato. Se posso fare qualcosa per lei, non si disturbi a chiedere. – dico, togliendomi il casco che mi aveva prestato l’uomo. Lui mi sorride.
- Tranquilla, nessun disturbo. Se proprio vuoi farmi un piacere, vieni a trovarmi in questi giorni, così puoi spiegarmi tutto con calma. Al Ristorante Alfredo, a Piazza Augusto Imperatore. Devo andare, se vedemo signorì! – dice, mettendo il
casco sulla testa e sfrecciando sulla sua Vespa.
Giuro che lo andrò a trovare. In fondo, qualche spiegazione gliela devo.

Salgo su per le scale, mi infilo nel corridoio della mia stanza. Quando la raggiungo, trovo una sorpresa.
- Mi dici dove cazzo sei stata per tutto questo tempo? Perché non mi hai risposto al messaggio? – urla Kyle, preoccupato.
Non rispondo. Semplicemente, gli salto addosso e gli lego le braccia al collo come solo i cuccioli di koala sanno fare.
Per l’impatto, Kyle perde leggermente l’equilibrio, ma riesce a rimanere in piedi. Appena stacco il viso dal suo petto mi rendo conto che sto piangendo di nuovo.
- Scricciolo, qualsiasi cosa ti sia successa, ci sono qui io adesso. Non piangere, ti prego. – sussurra, asciugandomi le lacrime che scendono copiose sulle guance. Annuisco, cercando di calmarmi nuovamente.
Kyle bussa alla porta della mia stanza e subito ci apre Brooke in pigiama.
- Lavinia! Eravamo così in pensiero! – urla, stringendomi tipo piovra. Lucas, che stava nella stanza, ci raggiunge subito. Prima di assalirmi con le domande, mi fanno sedere sul letto. Kyle si siede affianco a me e mi prende la mano.
- Tesoro, stai tranquilla adesso. Ci puoi spiegare che è successo? – chiede Brooke, con un tono molto più pacato del solito. Annuisco e, tra qualche singhiozzo e un'ultima lacrima, inizio a raccontare tutto il piano che aveva architettato Julie.


***
Eccomi qua! Dopo tre mesi (lo so, la puntualità non è il mio mestiere) sono riuscita a sfornare questo nuovo capitolo.
Beh, da questo momento in poi, verranno scoperte un po' di carte in tavola. Se Lavinia sperava di allontanare i problemi allontanadosi dalla città, sbagliava di grosso u_u
Si è capito che Julie non sa farsi i cazzi suoi e che si diverte a dare noie a suo fratello e alla sua novella ragazza, Meredith non smetterà mai di fare la troia, e Chris si è aggiunto a questa combriccola di "cattivi".
Spero di poter scrivere il prossimo capitolo al più presto, intanto ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito fino ad ora e quelle che recensiranno. Per quelli che seguono e basta, non fate i timidoni, mi fa sempre piacere conoscere nuovi pareri!
Alla prossima, Clau :3

  
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