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Autore: funkia    16/11/2007    15 recensioni
Piccoli pezzetti di vita mancanti dalla saga di Nothing's too Easy! “Catherine Jacinthe?” L’aveva appena sussurrato tra sé, ma C.j. balzò spaventata e si voltò di scatto coprendo quella che doveva essere una lettera. Lo guardò con occhi sgranati e a bocca aperta, prima di diventare rossa di rabbia e alzarsi in piedi per fronteggiarlo. “Come diavolo ti permetti di leggere la mia roba senza il mio permesso?!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“… e così ho cercato di avvertire ma la pianta è esplosa e ci siamo ritrovati pieni di melma blu

                           TUA E SOLTANTO TUA

 

I shouldn't love you but I want you
I just can't turn away
I shouldn't see you but I can't move
I can't look away                                       Jesse Mccartney- Just so you know

 

 

 

“… e così ho cercato di avvertire ma la pianta è esplosa e ci siamo ritrovati pieni di melma blu.”

 

Il gruppetto di ragazzi scoppiò a ridere richiamando l’attenzione di tutti i presenti in Sala Comune. Vicino a loro il caminetto scoppiettava nonostante fossero appena gli inizi di marzo e l’aria stesse diventando sempre più temperata. Matt, al centro dell’attenzione, si passò una mano tra i capelli scombinati lanciando sorrisi a chiunque. Micheal scosse la testa con un sorriso di chi la sa lunga passando un braccio attorno alle spalle di Shelly, la sua ragazza.

 

“Non sei mai stato un portento in erbologia, Potter, ma almeno potevi evitare di farci finire dritti in infermeria a tre giorni dalla partita.”

 

Gli altri risero ancora e Matt mise il broncio incrociando le braccia al petto. Micheal e Shelly risero di gusto fino a che lei non si strusciò a Micheal posando la testa sul suo petto e accarezzandolo con una mano. “Ma adesso stai bene, vero amore?”

 

Micheal si voltò verso di lei e le sorrise. “Sto perfettamente, grazie anche a te.”

 

Un coretto di sbaciucchiamenti si alzò tra il gruppo e Micheal si guardò intorno fulminando gli amici con lo sguardo. Matt rise forte tenendosi la pancia. “Oh, Mickey, come ti avrebbe aiutato la tua fanciulla? Ti ha per caso fatto da infermiera?”

 

Gli altri ragazzi partirono a prenderli in giro nuovamente fischiando e urlando in apprezzamento. Micheal si lasciò scappare un sorriso rassegnato mentre Shelly ridacchiava compiaciuta e dolcemente arrossita al suo fianco. Era il suo ultimo anno in quella scuola e non era certo stupido, aveva capito benissimo a cosa stesse alludendo Matt; per tutta risposta si fece più dritto sulla poltrona e strinse Shelly di più a sé.

 

“E se anche fosse?” Iniziò con un sorriso trionfante. “Magari è la gelosia che ti fa aprire quel forno, Matthew.”

 

Matt non se la prese minimamente, scoppiò anzi a ridere portandosi teatralmente una mano alla fronte. “Ah, come farò a vivere adesso che mi hai scoperto?”

 

“Matt?”

 

Una vocina più leggera delle altre arrivò loro da dietro le spalle del ragazzo. Un po’ sorpresi dall’interruzione si voltarono verso di lei, persino Matt prestò la massima attenzione alla ragazza che l’aveva chiamato.

 

Sarah se ne stava lì con un debole sorriso sulle labbra carnose e i capelli un po’ scomposti che ricadevano sulle spalle. Gli porse una lettera senza dire niente. Sembrava che tutti si fossero ghiacciati sul posto, rimasero a guardarla in silenzio mentre Matt leggeva velocemente la lettera. Improvvisamente uno dei ragazzi la squadrò da capo a piedi con un sorriso e mise su un’espressione sfacciata.

 

“Ehi, cosa fai stanotte, dolcezza?”

 

Matt alzò subito lo sguardo dalla lettera puntandolo circospetto sull’amico, subito seguito da Micheal che cercò di essere meno evidente possibile nonostante la fronte corrucciata. Sarah non si scompose e ricambiò il sorriso con uno dei suoi chiedendo politicamente. “Pensavo di dormire, perché?”

 

Quello le fece l’occhiolino. “Se non riesci a prendere sonno vieni a farmi una visitina. Terza stanza a sinistra, secondo baldacchino a destra.”

 

Sarah ridacchiò ma Matt saltò su sulla difensiva. “Ehi, Mars! E’ con mia sorella che stai parlando!”

 

Il ragazzo fece uno sguardo furbo e la guardò di nuovo con un sorriso. “Beh, non prendertela con me se hai una sorella che è uno schianto. E davvero non mi spiego come un gioiellino del genere possa essere single, ma cosa sono tutti ciechi qui intorno?”

 

“Adesso lasciala in pace, Mars!” Tutti si voltarono a guardare sorpresi Micheal, che aveva un’espressione più seria e nera di quanto non volesse, fissandolo increduli. Sarah gli sorrise riconoscente e lui si voltò evitando il suo sguardo stringendo a sé Shelly che lo fissava impietrita.

 

“Amore, ti senti bene?”

 

Micheal annuì appena. “Sto benissimo.”

 

La voce di Sarah li interruppe nuovamente, con un po’ di rossore sulle guance e l’espressione più compiaciuta che potesse avere, fece un altro sorriso enorme e li salutò congedandosi. Ci fu un momento di silenzio in cui tutti la seguirono con lo sguardo mentre andava via, Matt alzò un sopracciglio fissando il cugino muoversi a disagio sul divano.

 

“Ehi, Mickey, tutto ok?”

 

Micheal alzò appena la testa guardando con la coda dell’occhio verso Sarah, sussurrò appena. “Sì” si umettò un labbro. “Tutto perfetto.”

 

 

                                                                          *

 

 “… I Grifondoro conducono per 120 a 60 e Mars è più concentrato che mai a trovare il boccino prima dell’avversario, la rivalità tra le due squadre è più accesa che mai.”

 

I vari giocatori in campo sfrecciavano veloci, ognuno di loro concentratissimo sulla propria mansione: entrambi i portieri erano sbilanciati in avanti pronti a qualsiasi attacco nemico, i cacciatori agguerriti per cercare di rubarsi la pluffa, i quattro battitori colpivano violentemente i bolidi e, quando non erano visti da Madama Bump, anche qualche avversario. Solo i due cercatori galleggiavano qua e la alla ricerca di un punto d’orato.

 

Micheal, ad almeno sessanta metri dal suolo, sfrecciò veloce verso la sua destra. Bloccatosi di scatto e tenendo un equilibrio perfetto si mise un dito in bocca e lo tirò fuori alzando il braccio appena davanti a lui, strizzò un occhio puntandolo sul dito. In meno di un secondo afferrò la mazza con entrambe le mani e colpì un bolide facendolo finire preciso su uno dei cacciatori della squadra avversaria, esattamente dove aveva mirato un attimo prima.

 

Gli spalti esultarono e Matt gli arrivò di lato battendogli il cinque. “Bel colpo, Micheal! … certo una mossa un tantino scorretta, Madama Bump non ne sarà felice.”

 

Lui si asciugò la fronte con un sorriso maligno. “Ah, siamo ad alta quota e non si sarà neanche accorta che lo miravo millimetricamente. Sono i Serpeverde, Matt, quando mai loro sono stati accondiscendi con noi?”

 

Matt ricambiò il sorriso furbo, facendo sì che per un attimo sembrassero i perfetti eredi di Fred e George. “Giusta osservazione.”

 

Micheal si fece improvvisamente serio e impugnando la mazza con entrambe le mani fece un movimento violento come per colpire le testa di Matt, che spalancò gli occhi e si abbassò di scatto facendo sì che il cugino colpisse un bolide diretto su di lui. Quello volò dritto su uno degli avversari, disarcionandolo.

 

Matt lo guardò allibito. “Sei pazzo?! E se non mi fossi spostato?”

 

L’altro scrollò le spalle. “Beh, saresti finito in infermeria in ogni caso. Meglio per mano mia che per un bolide, non ti pare? Potevamo inventare una storia assurda, dire che abbiamo litigato durante una partita, ed acquistare un altro po’ di popolarità, no?”

 

Matt rise di gusto. “Sempre meglio di dire che ero distratto, sicuro! Grazie, per avermi salvato l’onore…e la testa.”

 

“Oh ma ti pare!” Disse Micheal con un sorrisino beffardo. “Mi hai salvato il culo tante di quelle volte, per una volta che posso ricambiare.”

 

“Davvero molto divertente, Weasley.”

 

Improvvisamente, si bloccarono sul posto. Il boccino era comparso tra loro e svolazzava qua e là come un forsennato, instancabile e luccicante. I due cugini si guardarono in pieno panico. “Mars!” urlarono.

 

Il ragazzo moro, un po’ robusto, si voltò di scatto verso di loro. I suoi occhi si illuminarono vispi quando la sua vista di falco individuò lo sbrilluccichio del boccino e in meno di un secondo partì nella loro direzione.

 

Matt e Micheal fecero solo in tempo a sentire l’ondata d’aria provocata dal loro amico prima di riaprire gli occhi e rendersi conto che Mars aveva sterzato bruscamente e si era gettato capofitto dietro il boccino diversi metri sotto a loro. Si scambiarono uno sguardo.

 

“C’è mancato un pelo, l’ultima cosa che ci mancava era uno scontro frontale… come se non avessimo passato abbastanza tempo in infermeria ultimamente.”

 

Micheal alzò un sopracciglio. “Non sono io che ho fatto esplodere una pianta.”

 

“Di nuovo Monk, vai così fratello siamo tutti con te… schiva Ullman… poi Fake… si avvicina agli anelli… ed ecco! Un altro centro per Monk! Grifondoro ha un vantaggio netto! Ben gli sta…gliel’avevo detto io a quel serpeverde del ca… ahia! No, scusi professoressa, scherzavo…”

 

Matt rise alla telecronaca. “Quel Pudmore, proprio un bel tipo… lo sapevi che ha una cotta per Sarah?”

 

Micheal voltò la testa di scatto verso di lui talmente in fretta da farsi male, e lo guardò allucinato. Poi, cercando di recuperare una certa disinvoltura, si fece serio e si schiarì la gola richiamando l’attenzione di Matt che stava seguendo attento il corso della partita. “Senti, c’è una cosa di cui dovremmo parlare…”

 

Matt si voltò verso di lui, sorpreso. “Va bene. Appena finisce la partita…”

 

“Non penso di poter aspettare fino alla fine della partita, è una cosa piuttosto importante.” Rispose sottovoce.

 

Matt lo guardò sbalordito. “Ok… riguarda il perché sei così strano oggi?”

 

Micheal si umettò un labbro senza smettere di guardarlo. “Sì.” Disse con voce fievole. “Matt, io…”

 

“MARS AFFERRA IL BOCCINO! La partita va a Grifondoro per 260 a 60! Congratulazioni ragazzi!”

 

I due ragazzi si voltarono di colpo per vedere tutta la squadra planare a terra e abbracciarsi baciando il boccino uno alla volta. Matt sfrecciò giù come una furia e Micheal sospirò guardandolo volar via e cominciò a planare verso gli altri. Appena messo piede a terra fu investito dal resto della squadra che urlava e rideva felice.

 

Micheal si lasciò trasportare dal momento, si guardò un attimo e si rese conto di essere completamente ricoperto di fango, aveva del sangue sulla divisa che usciva da chissà dove e era fradicio di sudore. Rise. Rise forte. Avevano vinto la partita, contro i Serpeverde per giunta, e non c’era niente al mondo che potesse avere un sapore migliore.

 

Si voltò verso Matt che gli sorrideva entusiasta e sorrise amaro. Magari quella conversazione avrebbe potuto aspettare.

 

                                                                       

                                                                               *

 

Negli spogliatoi si sentiva ancora un gran trambusto, chi rideva, chi scherzava, chi semplicemente chiacchierava con un tono allegro nella voce. Matt, già cambiato e con la sacca in spalla, tirò una manata scherzosa sulla nuca di Micheal che imprecò ad alta voce lanciandogli un’occhiataccia fulminante. Matt si limitò a guardarlo innocente.

 

“Hai intenzione di rimanere qui tutta la sera? Guarda che noi siamo tutti già pronti, anzi, metà della squadra è già andata via.”

 

Micheal sbuffò chinandosi ad allacciarsi una scarpa, ancora a petto nudo. “Non è colpa mia se mi fate sempre fare la doccia per ultimo.”

 

“Ti facciamo fare la doccia per ultimo perché sei una lumaca.” Disse Matt cominciando ad avvicinarsi alla porta dove lo aspettavano i compagni di squadra. “Mica ti dispiace rimanere da solo? Le mie fan mi acclamano alla festa.”

 

Mars alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere. “L’unica fan che tu possa avere, Potter, è tua sorella. Andiamo o si finiranno tutto il cibo. Ti dai una mossa, Weasley?”

 

Micheal si rialzò e gli fece cenno di andare con un sorriso. “Vi raggiungo, andate pure.”

 

Sghignazzando e colpendosi a vicenda come dei veri ragazzini lasciarono lo spogliatoio. Micheal rise tra sé scotendo la testa e raccolse la divisa da terra buttandola disordinatamente dentro l’armadietto. Quando una folata di vento gli arrivò sulla schiena nuda e la porta sbatté alle sue spalle sospirò senza voltarsi. “Matt, non sei divertente. Credi davvero che possa prendermi paura per così poco? Ti ricordo che viviamo in un castello infestato dai fantasmi.”

 

Quando non gli arrivò nessuna risposta si voltò curioso e sbiancò sul posto. Sarah era a pochi metri da lui, i capelli le ricadevano sulle spalle in ciocche perfette e l’ombra di un sorriso sulle labbra. In un gesto nervoso Micheal fece un passo indietro e si abbottonò i pantaloni nel giro di tre secondi. “Ch-che ci fai qui?”

 

Il sorriso di Sarah si allargò, rimanendo comunque molto mantenuto, e gli si avvicinò di qualche passo molto lentamente. “Volevo congratularmi personalmente per la vittoria.”

 

Micheal ingoiò il vuoto e ridacchiò nervosamente. “Eh eh, già… grazie… uhm… adesso puoi andare alla festa, così puoi congratularti personalmente anche con gli altri.”

 

Sarah avanzò ancora. Ad ogni suo passo, Micheal arretrava di altrettanto stando ben attento a non perderla di vista neanche un secondo come una preda che rallenta la morte certa. “Mi sono accorta da molto tempo di come mi guardi, sai?”

 

Micheal cercò di sorridere e chiese facendo il finto tonto. “Come ti guardo?”

 

“Sì.” Disse lei con un sorriso sincero. “E non mi guardi come mi guarda Matt, o James, o Simon… mi guardi come un uomo guarda una donna.”

 

Un ultimo passo e Micheal si trovò con le spalle contro l’armadietto. Chiuse gli occhi sospirando afflitto facendo fronte a tutto il suo buon senso per rimanere calmo. Solo quando il profumo dolce di Sarah gli invase le narici e la sua piccola mano calda si posò leggera sul suo petto, ancora nudo, riaprì gli occhi di scatto puntandoli negli smeraldi che si trovò davanti.

 

La voce di Sarah uscì calda e leggera. “Geena dice che sono molto brava ad ottenere quello che voglio.”

 

Micheal alzò la testa portando gli occhi, di un azzurro intenso, al soffitto e deglutì a fatica sentendo il corpo di Sarah pressato contro il suo. Le mani della ragazza gli accarezzarono tutto il petto prima di allacciarsi dietro al suo collo. Lui sospirò di nuovo e riuscì a mormorare roco. “S-sarah…”

 

“Ho aspettato tanto, Micheal, lasciati andare adesso…”

 

Micheal abbassò nuovamente la testa verso di lei, gli bastò guardarla negli occhi una volta ancora perché tutti i suoi buoni propositi se ne andassero al diavolo. Senza neanche rendersene conto si chinò più su di lei dischiudendo le labbra, e fu un attimo quando Sarah si alzò in punta di piedi. Le loro labbra si toccarono per la prima volta dopo tanti anni.

 

E come aveva previsto, qualcosa si scatenò dentro Micheal, come se l’impeto che aveva rinchiuso in gabbia fosse stato appena liberato. L’attirò di più a sé passandole un braccio dietro la vita e rese il loro bacio più profondo. Poi, come se neanche questo gli bastasse più, la sollevò per le gambe e si voltò facendole sbattere la schiena contro all’armadietto, scendendo a baciarle il collo.

 

Sarah sospirò appena. “Micheal.”

 

Appena si rese conto di quello che stava facendo, Micheal le fece toccare di nuovo terra e si allontanò da lei shockato. La fissò con la bocca semiaperta con un’espressione terrorizzata sul volto. “M-mi dispiace, io non…”

 

Sarah si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani baciandolo di nuovo. “No, non è vero. Tu volevi farlo e non ti dispiace affatto.”

 

Micheal la fissò spaesato. “Ma non possiamo, tu sei mia…”

 

Lei gli tappò la bocca prima che potesse aggiungere altro, gli sorrise tenendo però uno sguardo serio e determinato. “Sarò per te quella che vuoi che io sia, Micheal.” Lentamente fece scivolare la sua mano dalla bocca di Micheal ma lui rimase zitto.

 

Dopo qualche attimo di silenzio si umettò un labbro alzando di nuovo gli occhi al cielo, incerto, poi tornò a fissarla grave. “Sarah io… io non ho smesso di pensarti da quando avevo tredici anni, da quando… ma ti avevo pregato perché ne riparlassimo più tardi… io speravo che sarebbe passata e invece… invece ogni notte, appena chiudo gli occhi tu sei lì e… e lo sai che io dormo accanto a tuo fratello! Come credi che mi senta a fare certi pensieri su di te mentre lui è lì accanto!”

 

Sarah rise appena, compiaciuta dalle sue parole e Micheal arrossì rendendosi conto di ciò che aveva appena confessato.

 

“Quello che voglio dire Sarah è che… io non posso… sto con Shelly adesso.”

 

Il sorriso di Sarah si fece amaro quando abbassò lo sguardo. “Non è a Shelly che pensi quando chiudi gli occhi, però.”

 

Micheal sospirò di nuovo. La situazione gli stava sfuggendo di mano. “Vorrei che non fossi tu quella a cui penso. Quella che sogno. Vorrei comportarmi con te come fanno James e Simon e gli altri.”

 

“E io vorrei che tu non fossi figlio di zio Ron.” Disse lei con un sorriso dolce sulle labbra. “Ma non si può avere tutto dalla vita, giusto?”

 

Micheal scosse la testa e si avvicinò a lei prendendole il viso tra le mani, puntò gli occhi nei suoi. “Pensaci seriamente, Sarah, pensa a cosa andiamo incontro. Come pensi di dirlo ai nostri genitori, che facciamo se poi tra di noi non funziona, come pensi che la prenderà Matt? Non è una situazione facile.”

 

“E ti arrendi così?” Lo provocò lei sapendo di colpire un punto debole. L’orgoglio.

 

“Non mi sto arrendendo! Sto solo cercando di essere razionale!”

 

Lei mandò fuori una risata senza humor. “Non te l’ha mai detto nessuno? L’amore non è esattamente una cosa razionale.”

 

Micheal la pregò. “Sarah…”

 

“Io voglio stare con te.”

 

Avvicinò il viso al suo sfiorandogli di nuovo le labbra, socchiuse gli occhi verdi. “E se poi tra di noi funziona, se aspettiamo a dirlo ai nostri genitori finchè non siamo sicuri di quello che facciamo, se Matt capisse che vogliamo stare insieme?”

 

Micheal piegò la testa da un lato avvicinandosi ancora di qualche millimetro alle sue labbra carnose, esitando ancora molto titubante. Le sue mani, ancora sul viso di Sarah, accarezzavano pigramente la pelle appena arrossata delle guance. E cedette. In un battito di ciglia posò delicatamente le labbra sulle sue, per la prima volta abbandonandosi completamente l’uno all’altra.

 

Sarah sorrise contro le sue labbra e si lasciò andare contro al suo corpo, lasciò scivolare lentamente le braccia dietro al suo collo alzandosi leggermente in punta di piedi dato che Micheal era molto più alto di lei. Era così felice che il cuore rischiava di scoppiarle nel petto.

 

Micheal si tirò indietro dopo diversi minuti e posò la fronte sulla sua scotendo impercettibilmente la testa. “Tu sarai la mia morte, lo so.” Disse rocamente.

 

Lei si morse un labbro trattenendo le lacrime e affondò la faccia nell’incavo della sua spalla. La sua voce era appena un sussurro. “Tua e soltanto tua, Micheal.”

 

 

                                                                                       *

 

 

Quando Micheal rientrò in Sala Comune tutti quanti erano già andati a dormire. Solo una figura esile stava ancora seduta sul divano davanti al fuoco, il suo viso pallido e le sue labbra serrate in una linea nervosa. Balzò in piedi non appena lo vide entrare per il buco del ritratto.

 

“Oh, sei tornato!”

 

Micheal la fissò sentendo le viscere attorcigliarsi su se stesse. Annuì e camminò verso di lei, i capelli biondi le incorniciavano il viso. Shelly lo guardò preoccupata.

 

“Va tutto bene? Dov’eri?”

 

Abbassò la testa umettandosi un labbro. “Ho… avuto bisogno di pensare.”

 

Lei mandò fuori una minuscola risatina. “E dovevi metterti a pensare proprio dopo la vittoria perdendoti la festa di cui eri ospite d’onore? I ragazzi erano impensieriti, mancavi solo tu.”

 

“Mi dispiace.” Tentò di giustificarsi. “Ma era importante. Riguarda noi due.”

 

Shelly lo fissò veramente stupita non avendo proprio idea di cosa potesse trattarsi. Quando Micheal rialzò gli occhi su di lei cominciò a scuotere la testa incredula. Fece un passo indietro sentendo gli occhi inumidirsi.

 

“No, non puoi farmi questo.”

 

“Shelly…”

 

“Vuoi lasciarmi, non è vero?” Chiese lei con voce tremula.

 

“Io…” Iniziò lui. “…ho bisogno di stare da solo, di riflettere e… Shelly non posso più stare insieme a te. E’ un brutto periodo e…”

 

“C’è un’altra?” Lo interruppe lei aggressiva. “Dimmi chi è!”

 

Micheal soffocò quasi e scosse la testa velocemente. “No. Davvero, nessuna. Sono io il problema.”

 

Shelly lo fissò ancora per qualche attimo, poi tirò su col naso e lasciò andare un singhiozzo voltandosi, corse fino alla scalinata del dormitorio femminile. Micheal la guardò andar via in lacrime proprio mentre Matt scendeva le scale.

 

Matt si avvicinò a lui continuando a fissare le scale alle sue spalle con le sopracciglia inarcate, proprio dove un attimo prima la ragazza era fuggita via piangendo. “Che hai combinato, le hai detto che il suo smalto non ti piace?”

 

“L’ho mollata.”

 

Matt si voltò di scatto verso di lui. “L’hai… cosa?! Perché?”

 

Lui scrollò le spalle. “Ho… bisogno di stare da solo.”

 

Matt rimase in silenzio a fissarlo per qualche secondo poi si aprì in un sorriso malizioso e scosse la testa. “Certo, da solo. Immagino che le tue tre ore di ritardo siano dovute al voler stare da solo nello spogliatoio a riflettere. Andiamo, sono il tuo migliore amico, potevi anche dirmelo.”

 

Micheal ingoiò il vuoto. “E’ stata una cosa… inaspettata.”

 

“Ah, le fans… l’ho sempre detto che sono terribili.” Ridacchiò. “Allora, chi è?”

 

Il cuore di Micheal mancò di un battito. Se solo avesse detto la verità Matt gli avrebbe con tutta probabilità staccato la testa e l’avrebbe gettata nella Foresta Proibita. “Nessuno.”

 

“Oh, andiamo! Se non vuoi dirmi il suo nome descrivimela almeno!”

 

Si morse un labbro. “N-non posso… credo.” Matt alzò un sopracciglio e Micheal sospirò. “Va bene, è carina. Molto carina. Porta i capelli castani e lunghi e ha un paio di occhi verdi che sono la fine del mondo. Sei contento adesso?”

 

Matt sorrise. “Oh sì, molto. Ha un bel culo?”

 

Micheal avvampò improvvisamente e gli tirò uno scappellotto sulla nuca. “Fatti gli affari tuoi una buona volta e torna da dove sei venuto, Potter!”

 

Lui rise e scosse la testa avviandosi verso le scale. “Va bene, rompiballe, me ne torno a letto. Tu vieni o resti qui a pensare?”

 

“Salgo tra cinque minuti.”

 

Gli occhi di Micheal seguirono attenti l’ombra di Matt finché non scomparve del tutto. Alle sue spalle sentì il buco del ritratto aprirsi e dei passi leggeri si fermarono poco dietro di lui. Sospirò e scosse di nuovo la testa umettandosi un labbro.

 

“Sarà un vero casino.”

 

Di nuovo dei passi avanzarono, una mano delicata si posò sul suo braccio. Si voltò appena, a suo fianco Sarah sforzò un sorriso e posò la testa sul suo braccio, appena sopra la sua mano. “Ne varrà la pena.”

 

**

 

 

Trecento mila giorni per scrivere questo misero MM… mi vergogno tanto! Comunque sia, spero che vi piaccia visto che era pure stato richiesto ^^ a me piace molto… però io sono di parte XD

 

Nel caso qualcuno avesse voglia vi lascio il link del mio video su NTE2 ^^ enjoy http://www.youtube.com/watch?v=bf2QycCq6-Q

 

Un baciu! Zia Funkia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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