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Autore: _Elisewin_    29/04/2013    1 recensioni
"Nel frattempo, al tavolo dei Serpeverde, due occhi color del ghiaccio la stavano guardando girandosi tra le mani un coltello. Draco Malfoy era molto arrabbiato con Hermione. Non le aveva obbedito. (...)"
Affinchè un cuore smetta di sanguinare quanto tempo occorre? Quanto tempo occorre che le ferite dell'anima guariscono completamente? Cosa può essere successo a Draco&Hermione? Come regirà Draco al segreto di Hermione volutamente taciuto?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11

 

“…It’s everything you wanted, it’s everything you don’t
It’s one door swinging open and one door swinging closed
Some prayers find an answer some prayers never know
We’re Holding on and letting go.
E' questo tutto ciò che vuoi,è tutto ciò che non vuoi
E' una porta che si apre e una porta che si chiude
Alcune preghiere trovano una risposta
Alcune non ne avranno mai una
Noi ci stiamo stringendo e ci stiamo lasciando andare.”
 (Ross Copperman, Holding On And Letting Go)

 
 

Alcuni anni dopo

 
Alcuni raggi di sole entrarono prepotentemente in una camera da letto.
Nella stanza si sentiva un leggero russare.
Il rumore della sveglia all’inizio, sembrava non dare per niente fastidio, ma poi una mano, lentamente scivolò fuori dalle coperte e la spense.
Prima un braccio e poi un altro riemersero dal groviglio di lenzuola intrecciate.
Piano senza far rumore, la ragazza in punta di piedi, si girò per guardare la persona che per una notte intera era rimasta per farle compagnia.
Negli ultimi anni, aveva saputo rivalutare diverse persone, e lui, rientrava in esse.
Hermione sorrise lievemente al ricordo di come si era presentato la sera prima a casa sua.
Era un ottimo amico, ma alle volte, si lasciavano andare a qualcosa di più di qualche abbraccio o innocente carezza. Delle volte aveva paura di quello che lui poteva provare per lei.
Si infilò la vestaglia che aveva lasciato come sempre sulla poltroncina, e aprì poi la porta, lasciandola leggermente socchiusa.
Si passò una mano tra i capelli per rendere un po’ più vivibili quei ricci per cui la sua famiglia era tanto famosa.
Prima di scendere in cucina si diresse verso la cameretta di Lizzie.
Come ogni notte le lasciava sempre socchiusa la porta per poterla sentire meglio quando si svegliava.
Piano si avvicinò al lettino e sorrise nel vedere come la piccola stringeva con la sua manina un peluche.
Le accarezzò lievemente i capelli e le rimboccò meglio le copertine lasciandole poi un bacio sulla piccola fronte.
Velocemente si diresse in cucina a preparare un po’ di pancake e caffè.
Erano le sette e mezzo del mattino e alle nove avrebbe avuto il suo primo colloquio di lavoro presso l’Università Magica.
Era emozionata.
Ma stranamente non sapeva come comportarsi.
Hogwarts era conclusa e lei per diverso tempo si era sentita persa, si era immersa nel ruolo di mamma a tempo pieno, insieme, ad un piccolo lavoro part time in una libreria babbana che le dava piacere… poi all’improvviso dopo anni di silenzio, le arriva un’offerta piovuta come una manna dal cielo.
Non poteva che essere grata dei suoi voti a scuola.
Una prestigiosa e facoltosa università magica le aveva offerto un buon posto di lavoro.
Acconsentì senza neanche pensarci.
Lizzie stava diventando grande e aveva deciso di affidarla ad un nido vicino l’università nelle ore in cui era a lavoro. Le conveniva sotto ogni punto di vista.
I suoi genitori erano contentissimi del traguardo raggiunto.
I suoi amici erano contenti per lei. Persino i vicini di casa avevano saputo che una prestigiosa università l’aveva chiamata, e si congratularono con lei, ignari, che l’università in questione fosse magica e non babbana.
Tutti erano assolutamente felici per lei.
Tutti eccetto uno.
Draco Lucius Malfoy.
Draco dal giorno dopo il diploma era diventato completamente assente.
Per la prima volta da quando lo conosceva, aveva preso in seria considerazione, tutto ciò che lei gli aveva riferito quel fatidico giorno nella Stanza delle Necessità.
Dal giorno dopo il diploma seppe anche dell’imminente fidanzamento con la più piccola delle Greengrass.
A Hermione non le era dato pensare niente a riguardo… anche perché, se si fosse permessa il lusso di pensare a Draco e ad Astoria, sarebbe iniziata una nuova ondata di tristezza e tutto quel poco di equilibrio che aveva cercato di ottenere, sarebbe andato completamente in frantumi.
Draco le aveva chiuso ogni singola possibilità e lo stesso aveva fatto lei.
E dalla fine di Hogwarts, Draco, non andò neanche una volta a trovare la figlia.
Non si curò di lei se non solamente il giorno del compleanno… un misero biglietto di auguri e un peluche come regalo.
Meglio di niente si rispondeva Hermione.
Intanto nella sua mente frullavano un sacco di ipotesi su Draco… e meno male che aveva deciso di non pensarci più!
Ma sapeva benissimo come andavano a finire queste cose.
Niente Cenerentola, niente Principe Azzurro, niente Fata Turchina e Topini Magici… solo lei e la triste realtà.
La realtà era che, per quanto Hermione affermasse agli altri che tra Lei e Draco, non ci sarebbe mai stato un lieto fine, in realtà pensava il contrario.
A dispetto di Draco, non aveva mai pensato di fare chiodo schiaccia chiodo, ma aveva ventuno anni, e aveva tutto il diritto di divertirsi e di provare a trovare qualcuno che la rendesse felice.
Due braccia la avvolsero tutta facendole dimenticare tutto quello che stava pensando.
Non ne era sorpresa.
Lui le faceva questo effetto ogni volta. Ormai ci era abituata ma ne era sempre contenta e felice.
Un lieve bacio sul collo le fece risvegliare i sensi.
“Buondì mammina cara” disse il ragazzo dietro di lei continuando a lasciarle una scia di baci.
Si girò di colpo e lo abbracciò dandogli anche lei un leggero bacio sullo stesso punto.
“Buongiorno signor ‘mi presento a casa tua nelle ore più impensabili’!”
“E dai Herm non l’ho fatto apposta… ero in giro, mi mancavate tu e la piccola fatina,così ho pensato di stare da te. Notte compresa.” le rispose facendole un occhiolino.
“Sfacciato!” esclamò ridendo Hermione dandogli anche un leggero pizzicotto sul braccio.
Il ragazzo intrappolò tra le sue mani le dita di lei e gliele baciò una ad una.
“Mi sei mancata … veramente…”
Occhi languidi colmi di desiderio… era questo quello che stava vedendo Hermione.
Tra i due vi era solo una semplice attrazione fisica… ma se avesse voluto, sapeva benissimo, che avrebbe potuto ribaltare la situazione in qualsiasi momento.
Il ragazzo glielo ripeteva spesso e sapeva che non era cosa di poco conto.
Non si potevano comandare i sentimenti, ma sapeva, che avrebbe potuto provarci poco a poco.
Il ragazzo che stava davanti a lei, intento a gustarsi i pancake, era un ragazzo cresciuto con sani principi e di ampie vedute.
Era sempre stato buono e sincero con lei.
Non le aveva mai rivolto una sola parola cattiva sul suo conto… non l’aveva neanche mai giudicata sul fatto di essere una ragazza madre, anzi, da quando lo conosceva la lodava in continuazione per essere comunque presente per la figlia.
Era vero anche che per scherzo,più di una volta, le aveva rivolto una proposta di matrimonio… e lei gelava all’istante.
Gelava perché aveva sempre pensato che quando uno decide di sposarsi, è per sempre, non ci devono essere ripensamenti a riguardo.
Devi essere pronta ad ogni conseguenza.
Devi esserci con la mente e con il cuore.
Era il per sempre che la spaventava. Se sai di trascorrere il resto della tua vita con chi realmente ami, sai anche,che non importa quanti ostacoli incontrerai… sai che qualsiasi cosa accada l’uno ci sarà per l’altro.
Ma… e c’era un MA… ma se il per sempre non durasse per sempre? Cosa avrebbe dovuto fare? Chi avrebbe ricomposto nuovamente i pezzi del suo cuore?
D’altra parte aveva voglia di rimettersi in gioco.
Ma ritornando al per sempre… lei doveva crederci. Ne aveva bisogno.
E un matrimonio riparatore fatto con la persona sbagliata non era la soluzione al vuoto da colmare.
Il ragazzo alzò lo sguardo dal suo piatto e vide che lo stava fissando.
Ogni volta che la guardava si incantava e in quello stesso momento entrambi avrebbero potuto pensare la stessa cosa.
Erano pensieri legittimi.
Lui era un Purosangue come lo era una parte del mondo magico.
Quando scoprì che Hermione aveva avuto una bambina era rimasto a dir poco sorpreso e preoccupato.
Una ragazza di soli diciassette anni come avrebbe potuto mantenere e curare il bene di sua figlia? Come avrebbe fatto una volta tornata ad Hogwarts?
Eppure si era dovuto ricredere anche davanti le malelingue.
Hermione era una persona straordinaria.
A lui non interessava cosa la gente avrebbe potuto pensare su di una loro ipotetica relazione.
Gli avevano insegnato ad avere rispetto per i pensieri altrui.
Ad avere rispetto per le donne.
A curare bene ogni minima cosa lo interessasse.
E lui stava mettendo in atto tutto quello che sentiva.
Perché per lui non si trattava di semplice infatuazione.
Non pensava di provare una così forte attrazione per quella ragazza.
Ma valeva davvero la pena conoscerla sotto ogni punto di vista.
Chi si era fatto scappare una simile perla non sapeva allora cosa significava avere tra le mani qualcosa di importante.
Chi si era fatto scappare una donna del genere era una persona troppo superficiale.
Ma era vero anche che, una persona, per quanto si ritiene di conoscerla, sai di certo che non riuscirai mai davvero a conoscerla.
Puoi precederla su molte cose, ma non saprai mai se, come e quando, si farà avanti.
Si alzò lentamente e le tese una mano alla quale lei invece rispose nuovamente in un abbraccio.
Era uno di quei abbracci saturi di ogni cosa.
C’era il profumo di entrambi.
C’era il profumo di una notte trascorsa insieme.
C’era l’attesa di qualcosa di indefinito.
C’erano loro e questo importava e basta.
“Hermione se non ci sbrighiamo farai tardi al tuo primo giorno di lavoro”
“Hai ragione… sistemi tu qui?”
“Sì certo!” il ragazzo si abbassò per lasciare un veloce bacio sulle labbra.
Un’altra cosa di Hermione… le sue labbra erano sempre rosse… rosse come il frutto del peccato… rosse come l’amore.
Un lieve sorriso spuntò tra le famose labbra.
Gli occhi ancora lucidi di entrambi si cercavano.
Poi lei si allontanò e lui riprese a sistemare la cucina.
Arrivata alla porta si fermò e lo chiamò “Blaise … grazie di esserci e grazie per tutto quello che fai”
Il ragazzo anziché rispondere le fece il gesto con la mano di andare.
E lei se ne andò.
“Hermione … se solo sapessi” mormorò a se stesso il ragazzo.
 

Un paio di ore dopo

 
Il campus universitario distava circa un ora dal centro di Londra.
L’aria settembrina era fresca.
Un leggero vento muoveva i rami degli alberi presenti nel viale.
Un via vai di gente si smaterializzava davanti al portone di ingresso.
Lì ferma, immobile e incredula, stava Hermione Granger incurante dei passanti che la fissavano.
A bocca aperta, guardava quell’enorme edificio,che in tutto e per tutto, aveva le fattezze di un enorme palazzo reale.
Era imponente.E nulla a che vedere con Hogwarts.
Ancora incredula cercava di capire come fosse riuscita ad ottenere un posto lì… nell’università più antica del mondo magico.
Non era mai stata un tipo da raccomandazioni. Non le aveva mai tollerate.
Era dell’opinione che se uno sapeva di valere qualcosa, per ottenere ciò che voleva, doveva dare il massimo.
E lei quel massimo a distanza di anni l’aveva ottenuto.
Chissà chi era stato a fare il suo nome al Magnifico Rettore Magico.
Chi mai di così importante aveva potuto sceglierla.
Ed ora era lì. Al centro del suo mondo.
Con passo lento e posato si diresse verso l’ufficio del Rettore.
In quell’edifico, l’arte magica si fondeva con quella babbana.
Era come se i due mondi fossero stati fusi per creare qualcosa che nessuno poteva credere.
Superato il maestoso ingresso si diresse verso quello che doveva essere l’ala del Rettorato di Ricerca Magica.  Era lì che avrebbe dovuto sostenere un piccolo colloquio.
Era emozionata e felice.
Gli occhi le brillavano.
L’incarico che le era stato proposto era quello di Direttrice della Biblioteca Universitaria.
L’apice per un topo di biblioteca come lei.
Trovatasi davanti la porta del Rettore bussò con un colpo secco e deciso.
 Aspettò un “Avanti” ed entrò.
Davanti a lei seduto su di una poltrona stava Lord Robin Theodore Valley.
L’aspettava come si aspetta un qualcosa di importante per una vita intera.
Si alzò dalla poltrona e con molta grazia le baciò la mano da perfetto gentleman.
“Sono lieto che abbia accettato la mia proposta Miss Granger. Prego sieda di fronte a me accanto al fuoco.”
“La ringrazio Lord Valley… non le nascondo di essere stata sorpresa dalla sua richiesta. A cosa devo questo interesse?”
“Penso che lei abbia una bella mente Miss Granger. Penso che dopo Hogwarts una mente come la sua non debba andare sprecata….Penso anche che è un onore per la nostra università avere una persona che sappia tradurre testi antichi che nemmeno persone esperte hanno la capacità di fare. La voglio qui, con me, perché penso che lei debba dare qualcosa al Mondo Magico e… ovviamente anche quello babbano.”
Hermione posò con delicatezza la tazza fumante di the sul tavolino che la separava dal Lord.
Dentro di sé era felice e commossa per quelle parole.
La sua risposta fu un sorriso raggiante e scosse il capo a simboleggiare ancora la sua incredulità.
Lord Valley vedendo il sorriso di Hermione le porse la piuma e la pergamena con sopra scritto il suo contratto.
Hermione firmò senza esitare. Nessun tremore nella sua mano e nessun tentennamento.
Fatto questo entrambi si alzarono dalle loro poltrone e si salutarono cordialmente.
Camminando per i lunghi corridoi dell’università, Hermione intravide dall’altra parte del corridoio, il padre di Blaise Zabini parlare animatamente con qualcuno.
Cercò di avvicinarsi di più per capire come mai Zabini Senior, un uomo dal sorriso sempre pieno sul volto, fosse così arrabbiato.
Ed eccola lì la causa di tutti i mali.
Lucius Abraxas Malfoy con il solito sorriso strafottente sul volto e l’immancabile bastone pareva disinteressato da quello che il padre di Blaise gli stava dicendo.
“I Malfoy portano solo rogna per molti Purosangue Hermione” le disse una volta Arthur Weasley. E aveva abbastanza ragione.
Avere a che fare con i Malfoy non era mai un piacere per nessuno…specialmente poi se li calpestavi più e più volte.
Prima di fare incontri poco raccomandabili decise di fare un salto nel suo studio in Biblioteca e poi di smaterializzarsi a casa propria.
Del resto ciò che accadeva tra il signor Zabini e il signor Malfoy non erano affari suoi.
Decise di continuare a passeggiare per i corridoi evitando di proposito l’ala in cui vi erano i due Lord.
“Forza e coraggio Hermione. Oggi è la tua giornata non farti influenzare da eventi che non ti appartengono.”
E detto questo si avviò con più decisione verso quella che da oggi sarebbe stato il suo rifugio. La biblioteca.
 

In un Manor al di fuori della Londra Magica

 
Blaise smistava come ogni mattina la posta magica destinata alla sua famiglia.
Vi erano inviti a conferenze ed ennesimi ed estenuanti balli dell’alta società magica.
Sua madre avrebbe dato di matto nuovamente per le stesse feste lussuose che ogni buon purosangue organizzava per passare il fine settimana.
Per i purosangue l’apparenza era tutto.
Nonostante intorno a loro ci fossero persone bisognose di affetto, denaro e lavoro… a dispetto di tutto il resto loro festeggiavano.
Gli Zabini non erano rinomati per andare ai party dell’alta società.
Andavano solamente quando vi era una giusta causa: una donazione per la costruzione di qualche orfanotrofio inglese magico, il restauro di qualche ala particolare di un museo, strumenti magici per cure particolari ed infine donazioni benefiche per l’Ospedale Magico.
Blaise già immaginava sua madre sbuffare alla lettura del solito invito su una festa fatta per spettegolare su quanto è bravo il figlio di o su quanto ammonta il patrimonio di Tizio oppure su quante corna vanta la moglie di Tal de Tali.
Del resto, anche se non si sarebbero mai presentati ad una festa che aveva l’aria di essere solo una tortura sociale, era la madre che doveva rispondere a quelle “missive” scomode e particolari.
Preso com’era a mettere in ordine anche le varie carte che erano sparse sul tavolo dello studio, non si accorse di come appoggiato alla porte, ci fosse una persona del tutto inattesa.
L’estraneo tossì per rivelare la sua presenza e lui lentamente alzò lo sguardo.
Davanti a lui c’era Draco Lucius Malfoy.
Davanti a lui c’era il suo migliore amico.
Davanti a lui c’era una persona che mancava dall’Inghilterra da ben quattro anni.
Davanti a lui c’era la causa di tutti i mali di Hermione.
Era tornato.
E dal sorriso che aveva stampato sul viso era un ritorno pieno di aspettative.
E per lui…Blaise Zabini non era niente di bello.
Almeno a livello personale.
  
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