Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ellapink    01/05/2013    13 recensioni
-Secondo te dovrei confessare al fratello del mio ragazzo le sue doti sessuali?- sorrisi furba abbuffandomi di biscotti per il nervoso.
-Da come ti ho sentito ieri sera, ecco non è così dotato come dice- alle sue parole non riuscii a contenermi dallo sputare tutti i biscotti sul pavimento.
Cazzo, ci aveva sentiti.
E ora come lo potevo guardare in faccia senza sentirmi in imbarazzo?
Questo ragazzo era tornato per complicarmi la vita, davvero.
Lo vidi alzarsi di fretta come se questa conversazione lo avesse annoiato, prima però decise di affiancarsi a me ,osservandomi a lungo.
-Ehi piccola, quando vuoi sono a tua completa disposizione, basta chiedere- e con queste semplici, ma mirate parole mi lasciò da sola in cucina, accaldata e eccitata.
Ancora.
Dovevo stargli lontana.
Le sue parole avevano su di me un effetto deleterio, e perciò non potevo minimamente pensare cosa potesse causarmi un suo semplice tocco.
Emma è una ragazza di 17 anni, felicemente fidanzata con Filippo il quale però ha un fratello Tommaso appena tornato dall'estero.
L'attrazione tra i due è palese, fino a che punto riusciranno a controllarsi? Ma poi si sa, il modo giusto per affrontare una tentazione è cederle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Epilogo

Una come te


Passano gli anni e la vita non fa altro che regalarti sorprese continue, oserei dire inaspettate.
Quando il calendario segna la fine di un altro giorno hai sempre il timore che qualcosa in quel domani possa cambiare.
E' vero, le cose cambiano. Non restano mai le stesse, ed è per questo che delle volte ti puoi trovare di fronte a delle difficoltà che non sei pronto a gestire, sei costretto a compiere delle scelte.
Ma non è detto che il cambiamento sia sempre negativo.
Si, il nuovo spaventa sempre perché non sappiamo mai cosa aspettarci.
Ma se hai affianco a te delle persone che ti tengono la mano allora niente potrà più spaventarti. Perché le cose cambiano,  ma gli affetti, quelli veri, no.
E la mia vita è stata un cambiamento continuo, mai una volta che qualcosa fosse andato come avevo predetto.
Ma ho sempre avuto chi mi ha stretto la mano nei momenti più difficili e mi ha sorriso permettendomi di andare avanti.
Ah, l'amore.
Quello non cambia mai.



-La smetti di mettere in bocca ogni cosa?- ormai potevo considerarmi esausta.
Correre tutto il giorno dietro una bambina, meglio la mia bambina, di appena tre anni si stava rivelando il lavoro più arduo che esisteva.
Eppure ero un avvocato e conoscevo cosa volesse dire faticare, studiare e spendere energie.
Tuttavia quella piccola peste riccia era la reincarnazione di un piccolo diavolo.
-Beatrice ti prego, è ora di fare la pappa!- urlai disperata cercando di attirare l'attenzione di mia figlia mentre le sventolavo davanti il piatto con la minestrina fumante. Sapevo che era una grande mangiona, ma neanche questo servi per farla smettere di smontare casa.
-Fai come vuoi, quando arriverà tuo padre sarà molto arrabbiato- cercai di utilizzare un tono di voce duro, consapevole che se nominavo il padre lei avrebbe iniziato a calcolarmi.
E così face, mi guardò con quei suoi occhi profondi come se stesse aspettando che da un momento all'altro il padre comparisse.
E per fortuna fu così.
Sentii la porta di casa sbattere, e mi voltai osservando Tommaso camminare veloce verso il salotto ancora con il telefono in mano segno che ancora stava lavorando.
-Papà- pronunciò Beatrice completamente rapita dalla visione di Tommaso. Papà è stata anche la sua prima parola, già il mio ego venne distrutto completamente perché mamma lo pronunciò solamente qualche mese dopo.
Ma dopotutto, come io ero del tutto innamorata di Tommaso, lo era anche nostra figlia. Tale madre, tale figlia no?
-Domani passo in ufficio a firmare queste carte, va bene. Stai tranquillo, ora vado che le mie donne mi reclamano- chiuse il telefono avvicinandosi alla figlia che con le braccia ancora aperte lo aspettava.
-Scricciolo diventi sempre più bella ogni ora che passa- la sollevò da terra facendola roteare mentre Beatrice non smetteva di ridere.
Il potere di Tommaso.
-Non ha ancora cenato, né fatto il bagno. Sono quasi le nove e non so se riuscirò a fare tutto. Devo anche assolutamente finire una pratica perché sennò mi sbattono fuori dall'ufficio domani, e mi viene solo da piangere- mi lamentai io dando voce ai miei pensieri.
Tra il lavoro e la bambina rischiavo di impazzire, sopratutto perché fortunatamente anche Tommaso lavorava, e quindi mi occupavo spesso da sola della casa. E mi sentivo sempre più un peso addosso.
-Ehi piccola, perché non vai a finire quel lavoro? A Beatrice ci penso io, preparo la cena anche per noi due e una volta che sarà a letto potremmo stare un po' insieme che ne dici?- si avvicinò a me dolcemente lasciandomi un bacio leggero sul collo che mi tranquillizzò all'istante.
Alle volte avevo paura che tutto questo stress potesse infierire anche su di noi.
Di problemi ne avevamo avuti eccome, ed è per questo che mi dimenticavo spesso di quanto eravamo forti e di quanto ci amavamo.
-Ti amo- sussurrai sorridendo mentre lo vedevo allontanarsi verso la cucina con Beatrice che giocherellava con i suoi capelli.
La nostra vita è stata un'aventura continua.
Dopo qualche mese che stavamo insieme, due giovani e spensierati innamorati, siamo stati sottoposti ad una difficile relazione a distanza.
Io ero riuscita ad entrare all'università di Milano, e così iniziai giurisprudenza mentre Tommaso rimase a Roma, contro ogni nostra aspettativa.
Avevamo già programmato ogni cosa per la nostra vita insieme, quando arrivò la notizia che non era stato preso alla facoltà di architettura così dovette rimanere a Roma dando inizio ai cinque anni più difficili della nostra storia.
Ci siamo lasciati più volte di quante siamo stati insieme. Era un continuo litigio tra le mie ansie e paure, conoscendo bene come Tommaso conduceva prima di me la sua vita, e i suoi attacchi di gelosia che delle volte non facevano altro che soffocarmi e aumentare la tensione tra di noi.
Nonostante tutti questi problemi, noi ci amavamo. E' vero che non sempre l'amore è sufficiente, ci vuole fiducia, desiderio e tanta forza, ma per due giovani ventenni distanti cinquecento chilometri, l'amore è stata l'ancora di salvezza.
Dopo aver concluso i miei cinque anni, sapendo che non saremmo riusciti a stare lontani ancora per molto, decisi di prendere la specializzazione e a trasferirmi a Roma.
Una volta insieme, le cose riuscirono ad andare per il verso giusto nonostante piccoli litigi ed incomprensioni.
La più grande incomprensione durò un anno. Anno in cui ci lasciammo, e la mia vita non fu più la stessa.
Il motivo per cui questo accadde è difficile da spiegare. Stavamo insieme ormai da quasi sei anni, senza contare le varie crisi, e bastò qualche piccola parola di troppo a far capitolare la nostra relazione.
Seppi che in quell'anno Tommaso ebbe varie relazioni, le sue famose notti di fuoco mentre io mi concentrai nella mia specializzazione d'avvocato riuscendo a trovare lavoro in uno studio in cui oggi ho una scrivania tutta per me.
Il mio cuore, il mio cervello erano sempre rivolti verso di lui, non riuscivo a pensare che fosse finita per davvero.
Una sera Rebecca, che in tutti questi anni non mi ha mai abbandonata, mi accompagnò in un locale con l'intento di farmi divagare.
Ora non so ancora se quello fosse un suo piano, fatto sta che lì rincontrai Tommaso e ci ritrovammo a fare l'amore nel bagno del locale come ai vecchi tempi.
Quella sera cambiò completamente e letteralmente la nostra vita.
Tre mesi dopo mi ritrovai seduta di fronte la scrivania del ginecologo che pronunciava con una calma inimmaginabile la frase-
" Signora, lei è incinta."
A soli ventisei anni io Emma Mancini ero incinta.
Incinta di un ragazzino che non era pronto ad aver un bambino, ma che quest'ultimo lo trasformò in un uomo.
Nove mesi dopo arrivò Beatrice, e capì che tutto quello che mi era successo nella vita, tutte le difficoltà che avevo incontrato, ora avevano un senso.
E il mio senso era mia figlia.
Io e Tommaso alla fine non ci siamo sposati, per meglio dire questa fu un opzione che non ci è mai passata per la mente.
Abbiamo trovato così il nostro equilibrio, nella nostra piccola casa, con i nostri lavori e nostra figlia.
Forse un giorno il desiderio di ufficializzare il nostro amore arriverà, ma per ora va bene così.
-Dorme amore- la voce di Tommaso mi fece sobbalzare distogliendomi dai miei pensieri. Ero rimasta con il viso incollato al computer assorta nei miei soliti viaggi mentali, mentre ora la mano di Tommaso attraversava dolcemente la mia schiena da sotto la maglietta.
-Beatrice ti ama, come farei senza di te?- mi voltai verso di lui alzandomi dalla sedia per accoccolarmi tra le sue braccia accoglienti.
-Sono l'uomo perfetto- disse ridendo mentre io gli lasciavo un colpo sul braccio.
-Uomo perfetto, che ne dici di andare a dormire? E' stata una giornata pesante- lo baciai dolcemente pronunciando questa frase.
-Prima ho un regalo per te- lo guardai interrogativa non sapendo bene cosa aspettarmi. Davanti a me trovai un piccolo pacchetto e quando notai con la coda dell'occhio il nome del negozio capii dove voleva andare a parare.
Mi aveva regalato un tanga nero di pizzo.
-Sei sempre il solito- scoppiammo a ridere insieme mentre ci avvicinavamo alla camera da letto.
-Perchè non ti piace?- commentò lui ironico togliendomi la maglietta.
- Le tue tecniche persuasive non cambiano mai amore-
-Beh, se funzionano ancora perché dovrei farlo?- dopo poco ci infilammo nel letto rimanendo stretti completamente avvinghiati.
Respiravo il suo profumo, la sua pelle, il mio odore addosso a lui.
-Pensavo..- disse guardandomi negli occhi con quello sguardo malizioso che ormai lo contraddistingueva. - potremmo pensare ad un fratellino per Beatrice..- scoppiai a ridere nel vederlo così concentrato e convinto.
-Amore, non ne hai avuto abbastanza di pannolini e biberon?- scherzai lasciandogli un bacio nel petto.
-Non potrei averne mai abbastanza di noi, e della nostra famiglia- sussurrò dolce facendomi sorridere d'istinto.
Le sue parole riuscivano sempre a farmi sentire  più leggera.
-Potremmo iniziare a provarci allora- dissi prendendo l'iniziativa e cominciando a percorrere con la mano sensualmente tutto il suo corpo.
-Amore lo sai però- rispose lui togliendomi il reggiseno mentre con la bocca esplorava avido il mio collo - io faccio centro al primo colpo-










Questa è la mia prima storia e per questo ci sono molto affezionata, ecco perché mi dispiace molto che sia arrivata alla fine.
Ma era giusto darle un lieto fine, perché io sono un inguaribile romantica e non potevo regalare a Tommaso ed Emma un finale diverso.
Spero di avervi appassionato quanto avrei voluto, e che questa mia storia vi sia piaciuta.
Forse tornerò con un'altra, chi lo sa!
Però ci tengo a ringraziare con tutto il cuore tutte le persone che hanno commentato, letto e che con le loro parole mi hanno fatta sentire in qualche modo speciale.
Vi ringrazio tantissimo.
Alla prossima.
Bea.
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ellapink