#8 ricordo - violenza
Non è sempre stato facile.
La prima volta che avete fatto l'amore, ne siete usciti con qualche livido di troppo e un dolore pulsante tra le cosce umide.
La prima volta che avete litigato - litigato sul serio - avete fatto sembrare una scaramuccia amichevole la guerra in Vietnam.
Siete nati - cresciuti - nella violenza senza motivo - o forse ne aveva fin troppi - di una città torbida e malata.
Vi si è attaccata addosso come una seconda pelle, un'armatura incapace di incrinarsi e di piangere.
Mordere per primi, per non essere sbranati.
Graffiare per non essere colpiti, trovare il punto debole e lì affondare.
Sparare per uccidere, perché la Vita cova rancore e vendetta, mentre la Morte svuota ogni cosa.
C'era qualcosa di perversamente affascinante nella furia dei suoi colpi, qualcosa che avevi notato fin dal primo combattimento sui tetti di Gotham.
Era imbrigliata la bestia, ma languiva sotto strati e strati d'umanità, una fiera bellissima e che, con tutta probabilità, vi avrebbe distrutto.
Ti eri lasciata andare contro la sua schiena, sospirando soddisfatta.
"Mi hai fatto male."
Annuisci sardonica, inspirando il suo odore.
"Il grande Batman che si lamenta?"
Era vibrato sotto le tue mani, ridendo sommessamente.
"Non sono più un vigilante, Selina."
Gli avevi baciato la nuca, strofinandogli il naso nell'incavo del collo.
"Puoi togliere la maschera a Bruce Wayne forse, ma non a Batman, pipistrello."
E nel silenzio quieto d'un pomeriggio d'estate, la bestia s'era infine liberata.