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Autore: effe_95    02/05/2013    2 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

34. Buona fortuna, per tutto quello che farai.

 
Nicola si passò una mano tra i capelli e picchiò ripetutamente la testa sul tavolo, se la massaggiò, guardò il libro fotocopiato che giaceva li davanti a lui e lo scaraventò per terra, facendo rompere la rilegatura di plastica, così tutti i fogli si sparsero per terra.
<< Perfetto >> Borbottò il ragazzo sbuffando e abbandonando le braccia sul tavolo come la testa, gli stava scoppiando la testa, e non riusciva a farsi entrare in mente tutti quei nomi e quelle formule, si pentiva la notte e il giorno di aver scelto la facoltà di Chimica.
Proprio in quel momento, nella cucina entrò Claudia, reggeva tra le mani un piatto e una tazza nera, guardò i fogli per terra e lanciò un’occhiataccia al fratello morente sul tavolo.
<< Che cos’hai? >> Chiese distrattamente, lavando il piatto e la tazza nel lavandino.
<< Un mal di testa colossale >> Mormorò Nicola alzando gli occhi rossi sulla sorella, era davvero pallido quel ragazzo, Claudia si asciugò frettolosamente le mani e corse ad aprire il mobile nella dispensa, prese una merendina e la offrì al fratello.
<< Mangia questo, vado a prenderti un antidolorifico >>
<< Non ce la faccio, mi viene da vomitare solo a guardarla >> Commentò il ragazzo scacciandola con la mano, Claudia sospirò e gliela rimise tra le mani con aria insistente.
<< Ma se non mangi poi ti farà male allo stomaco! Me l’hai insegnato tu ricordi? >>
Nicola sbuffò e annuì, con un’aria da martire, mangiò la merendina mentre Claudia correva in bagno a prendergli la medicina.
Nicola la mandò giù come se fosse la soluzione per tutti i suoi mali e tutti i suoi problemi, mentre Claudia si sedeva sulla sedia davanti a lui e lo guardava con i gomiti poggiati sul tavolo e i pugni chiusi sotto il mento.
<< Hai dormito stanotte? >> Domandò notando per la prima volta che Nicola era dimagrito ancora di più, i jeans gli andavano un po’ più larghi e adesso doveva indossare una cintura per non farli cadere. << Si più o meno >> Mormorò Nicola massaggiandosi gli occhi.
<< Più o meno quanto?! >> Insistette lei prendendogli le mani tra le sue.
<< Tre ore credo >>
<< Nicola! Ma vuoi ammalarti per caso?! >> Gridò lei, Nicola si portò le mani alle orecchie e fece una smorfia terribile, come se la voce di Claudia lo avesse reso sordo, e più o meno era davvero così.
<< Sta zitta, non gridare! Sono andato ai corsi dell’Università di mattina e poi subito dopo sono corso al lavoro, ma non preoccuparti, oggi niente di tutto questo, me ne vado a dormire va bene? >> Mormorò lui alzandosi con lentezza, Claudia lo vide avvicinarsi alle scale con passo strascicato e pesante.
<< Per ora di cena di chiamo però, perché devi mangiare >> Gli ricordò con voce rotta, Nicola si girò verso la sorella con i capelli scombinati, gli occhi rossi e le guancie con un leggero accenno di barba. << Va bene … ti voglio bene Clo, a dispetto di tutto quello che posso dirti quanto sono arrabbiato >> Claudia spostò lo sguardo per non piangere.
<< Anche io e lo sai, adesso però vado a finire la versione di greco e Sant’Agostino ok? >>
Claudia lanciò un ultimo sguardo a Nicola che saliva le scale e si sentì stringere il cuore, Nicola si stava ammalando davvero, lui lavorava soltanto perché lei potesse aveva qualcosa di più, potesse vivere come tutti gli altri, lo stipendio di Luna serviva solo a coprire le spese della casa e quelle degli studi, potevano bastare in qualche modo, ma Nicola aveva deciso di no e Luna non aveva mai pensato di lasciare quella casa per una più piccola e meno cara.
Si mise a fare greco con aria distratta, ma poco dopo suonò il campanello, guardò l’orologio con aria accigliata, Luna sarebbe tornata più tardi e Francesco andava a mangiare fuori con Iliana, Claudia non aveva idea di chi potesse essere.
<< Chi è? >> Domandò con voce titubante.
<< Papà >> Rispose la voce dall’altro lato della porta, Claudia non riconosceva la voce di Andrea Andreotti, non sapeva se era davvero lui e questo la uccise, fu costretta a guardare dallo spioncino e a pensarci due volte prima di aprire quella porta.
<< Ciao >> Rispose l’uomo quando la vide li sulla soglia, con il suo solito sorriso triste stampato sulla faccia e i capelli ribelli come quelli di Nicola.
<< Ciao >> Disse Claudia sforzandosi di fare un sorriso naturale, Andrea le porse con fare impacciato una piccola rosa rossa e le sistemò con imbarazzo e incertezza una ciocca di capelli dietro le orecchie.
<< Sono passato solo per parlare con Nicola, posso? >> Disse indicando la casa, Claudia sospirò rumorosamente e non aprì di più la porta per farlo entrare.
<< Sta dormendo adesso >> Disse giocando con la rosa tra le mani, Andrea sorrise ancora una volta come se nulla potesse più fargli del male, Claudia non ricordava se Andrea avesse sempre posseduto quel tratto, perché era troppo piccola quando era andato via.
<< Va bene, allora non fa niente. >> Andrea le diede le spalle e fece per andarsene, quella scena le fece venire la pelle d’oca, un vuoto immenso nel petto, perché quelle spalle erano sempre state girate in quegli anni? Lo afferrò per la manica della camicia e lo tirò lievemente pur di non lasciarlo andare.
<< Se vuoi puoi salutarlo anche così >> Mormorò guardando il pavimento, Andrea si girò lentamente e poggiò una mano sulla testa della figlia.
<< Te ne sarei grato per tutta la vita >>
Claudia lo condusse fino alla stanza di Nicola facendo il meno rumore possibile, e quando Andrea entrò nella stanza del figlio in punta di piedi, decise e corse il rischio di lasciarli da soli. Andrea Andreotti vide Nicola raggomitolato confusamente tra le coperte, la testa sprofondata nel cuscino e il viso da bambino troppo cresciuto. Si avvicinò con lentezza e gli accarezzò la guancia con aria tremante, la stanza di Nicola era cambiata dall’ultima volta che l’aveva vista, era sobria e piena di libri, cd e dvd, era la stanza di un uomo quella, non di un ragazzo. Una lacrima cadde inevitabilmente dal suo occhio e atterrò sulla guancia del figlio, che mosse solo un po’ la mano, Andrea trattenne il fiato e prima di andarsene e godere di quel premio immeritato, lasciò un bacio sulla fronte di Nicola e accanto al cuscino depositò una piccola foto, la foto di quando Nicola aveva appena due giorni, gliel’aveva scattata lui stesso e l’aveva portata via con se quando era andato via.
<< Buona fortuna figlio mio, per tutta la tua vita, per tutto quello che farai >>
 
 
Claudia non aveva mai visto Yulian così agitato, continuava a camminare avanti e indietro, saliva e scendeva in continuazione le scale stringendo tre la braccia il vocabolario di latino, aveva la fronte impregnata di sudore e gli occhi grigi come se dentro vi fosse in atto una tempesta, la decima volta che Yulian fece per scendere le scale, Claudia lo afferrò per un braccio e lo fece voltare verso di lei.
<< Yulian, calmati! >> Disse afferrandolo per entrambe le braccia, aveva la pelle increspata dalla pelle d’oca e più bianca del solito, nonostante fuori facesse un caldo terribile quel 22 Giugno. << Io me ne vado >> Disse il biondo scuotendo la testa, Claudia lo strattonò verso di lei e lo guardò dritto negli occhi.
<< Ehi, nell’ultimo mese abbiamo tradotto insieme più di cento versioni di latino ok? Andrà tutto bene >> La sua voce era ferma e sicura, Yulian contrasse le sopracciglia e sulle labbra gli affiorò una smorfia terribile, era stano che proprio a lui fosse venuta la paura da esame di stato, e proprio all’ultimo momento.
<< E se esce Seneca? O Vitruvio? Potrebbe uscire anche Cicerone però, e lo sai che io e Cicerone non andiamo d’accordo! Помощь! >> Pomoshch’ … Aiuto … Claudia era davvero scioccata, non aveva mai visto il fidanzato così in crisi, sembrava davvero andato nel panico totale.
<< Oh Yul, guardami! Andrà tutto bene, e se ti comporti bene ti faccio un regalo >> Yulian respirò profondamente e guardò Claudia dritta negli occhi, bene o male aveva studiato nell’ultimo mese e si era impegnato, non poteva andare poi così male.
<< Va bene mi calmo, ma posso sapere che regalo hai intenzione di farmi? >> Claudia sorrise e gli lasciò un bacio a timbro.
<< Un regalo che ti piacerà molto >> Rispose enigmatica, Yulian sorrise divertito e fece per rispondere, ma arrivò la professoressa che annunciò a tutti i ragazzi raggruppati fuori l’entrata della scuola che bisognava entrare.
<< Mi aspetti qui, vero? >> Chiese Yulian, stringendole la mano.
<< Per tutto il tempo, tra un po’ arrivano anche Iliana e Francesco, stai tranquillo >>
<< спасибо, моя любовь, a dopo >> Spasibo moya lyubov … Grazie amore mio …
 
Yulian uscì dalla classe parecchie ore dopo, quando ormai Claudia si era addormentata sulla spalla di Iliana che prendeva il sole su una panchina, mentre Francesco leggeva allegramente steso nell’erba. Li raggiunse reggendo tra le mani il vocabolario e con una pessima cera.
<< Com’è andata? >> Lo accolse Iliana, lasciando un buffetto tra i capelli di Claudia, Yulian la guardò così addormentata e gli scappò un sorriso.
<< Bene credo, l’ho tradotta in parte io e in parte me l’hanno passata, una cosa giusta >> Francesco sbadigliò teatralmente e si alzò riponendo il libro nella borsa, lui era andato a scuola per i corsi di recupero, alla fine la professoressa di greco gli aveva messo il debito.
<< Possiamo andare? Avete finito di parlottare nella vostra assurda lingua? >> Bofonchiò grattandosi la nuca, Yulian lo fulminò con lo sguardo e si accostò a Claudia che dormiva profondamente, le accarezzò dolcemente la guancia.
<< Amore, svegliati che andiamo a mangiare >> Claudia aprì lentamente gli occhi e se li strofinò furiosamente.
<< Com’è andata? >> Domandò come prima cosa, Yulian ridacchiò e l’aiutò ad alzarsi, Claudia si aggrappò completamente a lui e camminarono così fino a casa del ragazzo.
Quando arrivarono Katerina li accolse con un bel sorriso e gli occhi che scintillavano.
<< Allora? >> Domandò in russo, Yulian le fece l’occhiolino e l’abbracciò bruscamente.
<< Credo sia andata bene >> Rispose il ragazzo sempre in russo, Claudia e Francesco si scambiarono un’occhiata divertita, ormai ci erano abituati e stavano anche imparando qualche parolina.
<< Привет Клаудия и привет Фрэнсиса, как дела ? >> Privet Claudiya i privet Frensisa, kak dela? … Ciao Claudia e ciao Francesco, come state?  Esordì la donna facendoli accomodare in casa, Claudia arrossì furiosamente perché di tutta quella frase aveva capito solo due parole, Francesco invece sorrise e mostrò la linea dritta dei denti bianchi.
<< хорошо Катерина и вы ? >> Korosho Katerina i vy? … Bene Katerina e tu? … Disse Francesco guardando la donna con interesse, Katerina sorrise divertita e Iliana si gettò tra le braccia del fidanzato con aria teatrale.
<< Bravo l’amore mio! >> Disse baciandolo calorosamente su una guancia, Francesco si grattò la nuca e le fece l’occhiolino.
<< A furia di stare con te che parli in russo >> Disse vago per poi sparire nella cucina insieme alla fidanzata, Claudia invece si girò a guardare Yulian che poggiava distrattamente il vocabolario nella libreria e sistemava la sedia per terra accanto all’appendi abiti.
<< Ti dispiace che la tua fidanzata non sappia una parola in russo? >> Gli chiese giocherellando con una ciocca di capelli, Yulian sbadigliò e le prese la mano automaticamente.
<< Sinceramente anima mia? Ora come ora mi importa solo di mangiare >> Claudia scoppiò a ridere e si trascinò in cucina insieme al fidanzato, solo Yulian poteva fare una cosa del genere in un simile frangente, e solo lui sapeva cosa dire quando lei si sentiva o fuori luogo o sbagliata.
 
 
 
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Effe_95

Buonasera a tutti.
Per prima cosa chiedo immediatamente scusa se dovessero esserci degli errori riguardanti la procedura dell'esame, mi sono informata frettolosamente e non so se ho fatto tutto bene, tra l'altro mi viene il panico solo al pensiero dell'anno prossimo, quindi chiedo venia.
Oggi vengo da un compito di latino pessimo, quindi ho riso tantissimo quando rileggendo il capitolo ho percepito l'ansia di Yul, povero ragazzo :)
Detto questo, cosa ne pensate? Fa schifo? Vi è piaciuto? Fatemelo sapere se vi va.
Alla prossima.

  
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