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Autore: Nori Namow    04/05/2013    12 recensioni
Harry più la osservava, più si chiedeva perché non fosse un gatto anche lui.
Magari proprio il gatto di Louis, che poteva dormire con lui, mangiare con lui, guardarlo mentre si spogliava.
-Beata te, che puoi strusciarti contro Louis quanto ti pare.- il riccio emise un sospiro sognante, sorridendo poi malizioso mentre faceva pensieri che è meglio non scrivere.
Però quel sorriso scomparve quando ritornò vicino al portone di casa sua, pronto a spaparanzarsi sul divano.
Rimase per due minuti buoni, ad osservare la porta chiusa.
E le chiavi che non aveva.

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Minilong/ Larry Stylinson
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6. Hide and seek (the end)




Probabilmente, Harry pensò che la domanda posta da Louis riguardasse l’incubo avuto quella notte. O almeno sperava.
In quel momento stavano mangiando le loro crepes, e lui si chiedeva se valesse la pena confidarsi con lui, esporsi a tal punto da essere mandato via a calci.
-U-Una persona mi ha fatto soffrire, ad Holmes Chapel. Ha finto di amarmi quando in realtà era tutto a causa di una scommessa. La gente poi ha cominciato a prendermi in giro, e così ho deciso di trasferirmi qui, lontano da quelle lingue maligne. Però gli incubi sono rimasti, non vanno via.- spiegò con tristezza,
mentre il sorriso di Jack faceva capolino nella sua mente distrutta. Era sempre stato così carino con lui, come aveva fatto a fingere talmente bene da far innamorare Harry in così poco tempo?
-I-Io ero innamorato di una presa in giro.- sussurrò a mezza voce.
Louis decise di non chiedere altro, perché lo sguardo di Harry parlava da solo e anche fin troppo bene.
Si avvicinò ad Harry quel tanto che bastava per avvolgerlo fra le sue braccia, offrendogli la protezione che probabilmente non aveva mai avuto.
Rimasero abbracciati in quel modo per qualche minuto: la schiena di Harry circondata dalle braccia di Lou, mentre la sua maglietta diventava un appiglio
alla quale le mani di Harry si erano disperatamente aggrappate per non cadere a pezzi.
E Louis capì che Harry non era solo un ragazzo dai bei ricci e dalle fossette adorabili. Era fragile, spezzato dentro da un dolore antico e inaccettabile.
Si chiese chi fosse la persona che l’aveva fatto soffrire a tal punto.
-Che troia che è stata.- sussurrò al suo orecchio per cercare di consolarlo, ottenendo l’effetto contrario.
Harry si morse violentemente il labbro, sperando di non scoppiare furiosamente in lacrime.
Perché l’idea che Louis pensasse che fosse etero non faceva altro che ucciderlo nuovamente, ancora e ancora.
Come avrebbe fatto Louis ad accettare la sua omosessualità, se non ne sospettava nemmeno l’esistenza? In quel preciso istante,
Harry capì che si stava esponendo troppo, stava uscendo fuori dal muro che aveva costruito attorno a sé.
Fu per quel motivo che si staccò Louis, chiedendogli di chiamare un fabbro per ritornare a casa sua.
Avrebbe tagliato qualsiasi contatto con Louis Tomlinson, a costo di sentire il suo cuore sanguinare, chiedendo pietà.
 
 
 
Harry si accasciò contro la porta di casa sua, cominciando a piangere.
Aveva preso quella decisione da poche ore, e già sentiva un peso opprimente sul petto.
Forse stava sbagliando tutto, forse avrebbe dovuto solo accettare il fatto che per Louis non sarebbe stato altro che un amico e andare avanti con la sua vita.
Magari un giorno avrebbe incontrato qualcuno come lui, si sarebbe innamorato e sarebbe stato felice.
Magari Louis lo avrebbe capito in quel modo, che il suo amico era gay.
Pulì con la manica della felpa una lacrima che stava scorrendo lungo la sua guancia, poi prese il cellulare.
Quando la voce calda e tenera di Anne riecheggiò nelle sue orecchie, si sentì subito meglio.
Parlarono di molte cose, Harry accennò persino al suo vicino di casa che era stato gentile.
Non gli parlò della cotta stratosferica che aveva preso lui, degli incubi che lo tormentavano.
E non parlava ad Anne dei suoi incubi per un motivo ben preciso.
-Ora devo andare, Harry. Ah, comunque ti saluta quel tuo amico, com’è che si chiama? Ah sì, Jack!- esclamò lei, felice.
E Harry Styles capì che era stato uno stupido a credere anche solo per un attimo che tagliare i ponti con Louis fosse stata una pessima idea.
Già. Sua madre non sapeva cosa Jack aveva fatto a suo figlio.
Anne non sapeva degli incubi, di quante volte avessero sussurrato ad Harry che doveva morire.
 
 
 
 
-Lou, cosa ti succede?-
Una settimana dopo, Louis era in libreria con lo sguardo perso nel vuoto.
Il suo collega, Max, l’osservava curioso e un po’ apprensivo, domandandosi cosa stesse accadendo al suo solare collega di lavoro.
-Niente.- rispose secco il moro, ponendosi delle domande.
Perché Harry non gli parlava più? Cosa aveva sbagliato? Però di risposte non ne trovava mai, e si limitava a sbuffare.
Forse aveva intuito qualcosa. Magari aveva capito che era gay e gli faceva schifo tanto da non volerlo nemmeno più vedere, pensava sempre.
-Certo, niente. E io sono castano.- rispose l’amico, indicando i suoi capelli biondo platino. Louis sorrise, ma i suoi occhi erano diversi.
-Credo di essermi tipo… innamorato.- confessò con voce tremante, mentre il ragazzo esultava, abbracciandolo.
-Wow amico, era ora. E dimmi, chi è il fortunato?- domandò ingenuamente, scatenando una miriade di farfalle nello stomaco del moro al solo pensiero di occhi verdi e capelli ricci.
-S-Si chiama Harry, però… lui è etero e non mi parla da una settimana. Forse se n'è accorto.-
Il collega sbuffò spazientito, trascinando una sedia accanto a quella di Louis per poi sedersi. Osservò l’amico negli occhi, paziente.
-Uno: scommetto che è il tuo vicino di casa. Due: se è il tuo vicino di casa, quello che ha dimenticato le chiavi di casa sua e ha dormito da te,
da quello che mi hai raccontato non sembra proprio il massimo dell’eterosessualità. Tre: io non sono gay, però se lo fossi e mi piacesse
un ragazzo, mi farei i complessi mentali, capisci? Mi chiederei: e se lui non mi accettasse?-
Louis rifletté sulle parole dell’amico, trovandole abbastanza veritiere. Lui per primo non aveva confessato ad Harry le sue preferenze sessuali.
-E poi scusa, mi hai detto che questo tipo ha sofferto, no? E se non volesse soffrire ancora? Se ti stesse allontanando per non farsi del male?-
Ora Louis sentiva una calda scintilla di speranza brillargli dentro, mentre i pezzi del puzzle, quei pochi che aveva, si incastravano.
Harry aveva parlato di una persona, non di una ragazza che lo aveva fatto soffrire.
Il modo in cui quella sera osservava incantato il suo lato B, faticando persino a masticare.
La curiosità di sapere se avesse una ragazza, anche se l’aveva chiesto in un modo tutto suo, quasi convinto di aver ragione di pensare che Lou fosse impegnato.
Quella richiesta indiretta di passare a trovarlo anche il giorno dopo, portando dei cupcake per farlo guarire.
Louis si alzò, facendo sobbalzare il ragazzo.
-Ti bacerei se non fossi già innamorato di Harry e tu non fossi etero. Perciò mi limito a dirti un ‘grazie’. Non ti dispiace se vado via prima, vero?-
Max scoppiò a ridere, alzando poi i pollici all’insù per dare il suo consenso.
Louis cominciò a correre, come faceva da tempo quando doveva arrivare puntuale a lavoro o sarebbe stato licenziato.
Quella volta però correva per arrivare in tempo da Harry.
Prima che perdesse il coraggio.
 
 
 
 
Corse più che poté, arrivando vicino al portone di Harry con una mano sul cuore e il respiro mancante.
Si concesse due minuti per riprendere fiato, e per cercare qualcosa di sensato da dire al riccio. Voleva che confessasse, volente o nolente.
E anche se a Louis dispiaceva, sapeva che avrebbe dovuto usare la carta della vittima.
Perciò bussò a quella porta che da una settimana non si apriva più al suo arrivo, mentre aspettava trepidante che la testa di Harry facesse capolino.
Naturalmente Harry Styles aveva minuziosamente studiato gli orari di Louis, appuntandosi mentalmente quando usciva di casa e quando tornava,
così da sapere quando aprire quella porta e quando invece doveva rimanere ben chiusa.
Perciò quando quella mattina sentì il campanello suonare e una mano che bussava alla porta, pensò fosse il postino, o qualunque altra cosa.
Ma non Louis.
E quando l'aprì, trovandosi quegli occhi azzurri che lo guardavano offesi, tentò persino di chiudergli senza successo la porta in faccia.
Tomlinson però fu più furbo e, da un impeto dettato anche dalla rabbia per essere stato evitato, spinse il portone per entrare senza troppi complimenti.
La richiuse, voltandosi poi verso un Harry che somigliava più ad un cucciolo di foca, che ad un essere umano.
-Perché mi eviti?- sputò Louis, incrociando le braccia al petto. Si sentiva ferito, anche un po’ usato.
Harry cominciò a guardare il pavimenti di casa sua, non riuscendo più a reggere quella situazione.
-M-Ma io n-non ti sto evitando.-
Louis roteò gli occhi al cielo. –Certo, come no. Busso a casa tua e non mi apri. Poco fa mi hai aperto, e mi stavi richiudendo la porta in faccia. Dimmi perché, Harry.-
Il riccio sentiva le lacrime brillargli negli occhi, ma sapeva di non poter cedere.
Era già abbastanza difficile evitarlo, perché non contribuiva a rendere quel dolore meno intenso?
-Senti Lou, io credo sia meglio non… non frequentarci più. È complicato da spiegare…-
-Oh, no che non lo è.- lo accusò Louis, alzando il tono della voce. Forse aveva capito male, forse aveva letto male i segni.
-È perché sono gay, vero?- chiese di getto, mentre i suoi occhi azzurri guardavano con rabbia quelli verdi.
Harry strabuzzò gli occhi, boccheggiando in cerca d’aria e di parole da dire. Pensava di aver sentito male, o di aver avuto le allucinazioni.
-C-Cosa? Tu… Tu sei gay?- domandò stupefatto, mentre una nuova speranza si faceva strada nel buio tunnel delle sue insicurezze.
Louis la vide, quella scintilla nel verde intenso, ma decise di mantenersi sulla sua posizione.
-Sai che ti dico, Harry? Che hai ragione, non dovremmo essere nemmeno più amici. Del resto, quale ragazzo omofobo vorrebbe un frocio come amico, no?
Quale stupido ragazzo etero desidererebbe un amico omosessuale senza la preoccupazione di camminargli davanti? Avanti, Harry. Pensi che io non li senta i commentini delle ragazze che cinguettano: ‘oh, è proprio un peccato.’? Oppure quelli dei ragazzi che osservano il mio culo e si chiedono quante volte io l’abbia preso dentro?-
Ormai aveva perso il controllo, sentiva un peso sul cuore che pian piano stava svanendo, mentre affrontava le sue paure a voce alta.
Harry lo ascoltava affascinato e impaurito, sentendosi capito da qualcuno.
-Tu non lo sai Harry, quanto faccia schifo vivere in un mondo dove se non sei come loro, allora sei sbagliato. Ho passato la vita ad evitare gli sguardi della gente, ad osservare le mattonelle mentre camminavo per strada per paura di innamorarmi di qualcuno alla quale io potessi fare schifo.
E mi è bastato distrarmi un fottuto attimo –nella quale, lasciamelo dire, stavo pure per morire- e boom, affanculo ogni proposito.
Sì, mi sono innamorato di te e mi sta al cazzo il fatto che fra tutti i mongoloidi della quale potevo innamorarmi, ho scelto un ragazzino omofobo!-
sbatté un piede a terra preso da un impeto di rabbia, mentre Harry cominciava a sorridere pian piano.
Era gay, proprio come lui. E aveva detto che era innamorato di lui, nonostante pensasse che fosse omofobo.
-Forse sono state quelle tue fossette di merda. Sì, sono state sicuramente quelle, a farmi perdere la testa per te. Oh, per non parlare dei tuoi muscoli, dei tuoi tatuaggi, delle tue labbra, dei tuoi occhi, dei tuoi capelli. Ah, ma vogliamo parlare del carattere? Sei tutto ciò che desidero, tutto ciò che mi serve per vivere in pace con il mondo.
Ma ormai è andato tutto a puttane, perciò buona giornata.- concluse, voltandosi per riaprire la porta.
 
 
 
 
Non era mai stato uno troppo bravo con le parole, Harry.
A dire la verità, a volte preferiva dimostrarle le cose, invece che parlare per far capire quanto siano vere.
Perciò quando vide Louis Tomlinson, il ragazzo della quale si era innamorato, lasciare casa sua per entrare nell’appartamento affianco,
capì che era il momento di dimostrare quanto quel ragazzo si sbagliasse sul suo conto.
Infatti gli corse dietro, urlandogli di aspettarlo. E quando vide che il moro non lo ascoltava, capì che ciò che aveva in mente di fare, era l’unica soluzione.
Poggiò una mano sulla sua spalla, utilizzando tutta la sua forza per voltarlo nella sua direzione.
Dopodiché lo sbatté violentemente contro la porta, mentre Louis spaventato dalla sua altezza e dalla forza impiegata in quel gesto, strabuzzava gli occhi.
Un secondo dopo, le labbra rosee e carnose di Harry si poggiarono prepotentemente sulle sue, mentre Louis nella sua testa eseguiva un balletto ridicolo e felice. Mise una mano dietro alla nuca del riccio, attirandolo verso sé tanto che sembrava volersi mescolare del tutto, con Harry.
Sentì il battito cardiaco accelerare talmente tanto da fargli male, mentre il respiro cominciava a mancare.
I baci smisero presto di essere casti, diventando più esigenti, passionali, pieni di spiegazioni non date.
Un ragazzo mi ha preso in giro e da allora non mi fido più di nessuno, Louis.
Questa società mi ha insegnato che è meglio camminare a testa bassa, altrimenti ti metti nei pasticci, Harry.

 
 
 
 
Ma mentre Harry si staccava giusto il tempo di vedere la porta di casa sua nuovamente chiusa, e le chiavi che non aveva;
mentre Louis rideva di gusto per poi baciarlo di nuovo, perché tanto quella sera Harry sicuramente non sarebbe tornato a casa sua;
mentre Harry faceva scontrare i loro bacini, trovando le labbra di Louis migliori di come le avesse immaginate, così come il suo deretano;
oltre alle spiegazioni non date, si sussurrarono anche le conseguenze di quell’incontro.
Però tu, Louis, mi hai fatto capire che le persone speciali esistono, la cosa difficile è trovarle.
Però tu, Harry, mi hai fatto capire che le persone speciali esistono, e la cosa difficile è amarle e tenersele strette.

Ah, e visto che tu, Harry, sei tenero quasi quanto un gattino, e visto che ne ricaviamo benefici entrambi, allora fallo.
Fammi le fusa.






omg ragazze im crying tutte le mie lacrime ç.ç
scusate, non sapevo che questo fosse l'ultimo capitolo.
Pensavo ce ne fossero due, e invece questo era l'ultimo, anche se più lungo lol.
Boh, mi dispiace sapere che non aggiornerò più questa minilong, mi ci ero affezionata.
L'ho scritta tutta in pochi giorni perché m'ispirava tantissimo, bho *-*
ringrazio tutte le persone che l'hanno letta, recensita, messa fra preferite/seguite/ricordate.
Siete delle bonazze, giuro ♥
e idk, ho già in mente un'altra minilong larry da scrivere, meno dolciosa e un po' più triste (non ucciderò uno dei due, don't worry hahaha)
magari quando la pubblicherò vi manderò un bel messaggio, what do you think? 
aww sciao bele, e ricordate:
FATE LE FUSA. SDEFRGTYHJUILOKJ

 
   
 
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