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Autore: Lacrima_00    11/05/2013    3 recensioni
Era un giorno come tanti nell’isola Wujira; dolci melodie, prodotte dai tubi di metallo cavi dei carillon mossi dal vento, infondevano tranquillità e pace, riecheggiando dentro la piccola taverna. La proprietaria, con i gomiti appoggiati alla ringhiera del balcone, sorseggiava un bicchiere di Asahi*, affogando nella bevanda i suoi sospiri e i timori che le causava il pensiero del suo unico nipote. D’un tratto...
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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cap 2

Kon'nichiwa a tutti i lettori e le lettrici che intraprenderanno la lettura del secondo capitolo…
Per prima cosa colgo l’occasione di ringraziare, le persone che hanno recensito il primo capitolo… Arigatō ire40 e X3CamillaXD, sperò che in futuro ci saranno altri vostri commenti, e anche da altri. ^_^
Allora, ora vorrei anticiparvi alcune cose sulla seguente parte, (ma non pensate che vi posticipi i contenuti, questo non l’ho farò mai!!), dunque, in questo capitolo ho cambiato un po’, la narrazione degli eventi, cioè, invece di descrivere principalmente come ho fatto nel capitolo pretencente, ho voluto inserire molti più discorsi diretti tra i personaggi e tralasciare un po’ minimanente, le descrizioni. Diciamo che è un po’ un esperimento. Sperò che piaccia questo cambiamento.

 

Attentato_X_Padre_e_Figlio_X_Imparare

 

« Killu! Killu! Killu! »
Una voce stridente continuava insistentemente a ripetere, gridando, quel nome. Tanto che la persona ostinatamente annunciata si era celata all’interno di una casetta, posizionata su uno dei tanti alberi della proprietà famigliare; erano questi i momenti in cui non gli dispiaceva affatto che attorno alla villa ci fossero così tanti ettari di bosco ma, anzi, considerava questo una fortuna. Il quindicenne, tornato al nido da ben due anni, era seduto al centro di una piccola stanza, e meditava, sugli ennesimi insegnamenti del padre e sulle somme perle di saggezza del bisnonno, come lui amava definirle; eh, sì: Maha, così si chiamava il padre del nonno, era una persona fortissima, oltre a essere unica, dato che era il solo membro Zaoldyeck ancora vivente a far parte del potenziamento.
« Prima regola dell'assassino: nasconditi nell'ombra e cela il tuo respiro; seconda regola dell'assassino: osserva il tuo nemico e sfrutta le sue debolezze; terza regola dell'assassino... »  
« Elimina il bersaglio prima che si accorga della tua presenza... »
Una voce roca parlò. Il pensatore sgranò improvvisamente gli occhi, nell’accorgersi troppo tardi che dietro di lui stavano spuntando delle mani: molto grandi, sicuramente di una persona più robusta di lui. Esse si strinsero, come la presa di un pitone, all’esile collo del ragazzo, che sbiancò,  pietrificandosi. Ormai non c’era scampo.
« Pa-dre...? C-cosa state face...? »
« Cosa faccio?! Sto eseguendo una commissione su pagamento! »
« Ah… e questa “commissione” consisterebbe nell’uccidere il proprio figlio?! »
« No... veramente mi è stato richiesto solo di trovarti » Le mani del padre allentarono la stretta  mortale, mentre egli provava a sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi.
« Quanto ti ha pagato la mamma? » 
« Circa 400…  »
« Valgo così poco? » Rispose, simulando ironicamente delusione il figlio.
« Intendevo 400.000. »
« Ripeto: valgo così poco? » Ripeté, alquanto seccato, questa volta.
« Ah, ah, ah, ah!! Giusto... giusto. »
« Sapete, non ci posso credere che voi l’abbiate amat... volevo dire che voi amiate ancora quella donna... »
« Perché? » Domando il padre, alquanto divertito, ma sicuro di conoscere già la risposta.
« Padre, mi domandate anche il perché?! Riesco a sentire il suo gracchiare fino a qua, e siamo quasi ai piedi della montagna. »
« Si: ammetto che, di questi tempi, sta diventando snervante e opprimente, ma rimane il fatto che lei è la madre dei miei figli e, mai e poi mai, potrei non amarla; e poi, obiettivamente, rimane un’assassina con i fiocchi. »
« Mah... letteralmente con i fiocchi: il suo senso estetico lascia davvero a desiderare! Che si modernizzi; fra pochi anni saremmo nel Ventesimo secolo. A proposito, papà, come è successo l’incidente di mamma? »
« Intendi dire quello al volto? Non starai pensando ad una vendetta? Ah, ah, ah, ah! »
« Allora? »
« Credo che non sia ancora arrivato il momento di parlartene. » Disse il padre, accarezzando i morbidi capelli del piccolo albino.
« Ma pap... » Un mugolio si sovrappose alle poche parole pronunciate dal ragazzo.
« Niente ma: ci sono cose o persone molto più forti di te, di me o dell’intera famiglia. »
Il volto di Silva mutò espressione, come se tutto l’amaro, che aveva masticato nel pronunciare quella frase, traboccasse fuori, dai suoi occhi felini color
epidoto verde.
« Padre?! » La voce del figlio interruppe quegli istanti di silenzio angosciante, che ne seguirono.
« Io vi prego, voglio solo sap... »
« Killua, tu non avresti dovuto mantenere una promessa? »
« Promessa? » Si interrogo il figlio.
« Figliolo, se non sbaglio ora hai degli amici, tra cui uno, in particolare, a cui hai fatto una promessa, firmata con il sangue. »
Ora che ci pensava, aveva veramente fatto un promessa, e non una da poco.
« Ah, sì, ora ricordo... aspetta un momento, non cambiare discorso. »
L’albino dai capelli corti sbuffò, completamente rassegnato all’idea di non riuscire a estorcere al padre nemmeno un parola, riguardo alla storia della madre.
« Ehi, Killu, ti andrebbe di combattere contro di me? »
« Combattere? »
« Sì, se tu riuscirai soltanto una volta a sfiorarmi con uno dei tuoi attacchi ti prometto che acconsentirò a farti partire per le preselezioni. » Propose il sicario.
« Padre, voi sapevate fin dall’inizio della lettera spedita dall’organizzazione Hunter. »
Un’espressione incredula si disegnò sul volto di Killua.
« Bè dovevo pur sapere il motivo per cui il mio “bambino” si è segregato, in questa catapecchia, postata su un albero. »
« Perché mi state proponendo questo? »
« Perché tengo molto a mio figlio e al mio futuro erede e dato che, come ho accennato prima, ci sono persone molto più forti di te, che sicuramente parteciperanno al torneo, voglio accertarmi delle potenzialità di cui disponi per affrontare tutto questo, e da quanto potrò osservare valuterò se sei pronto per un’impresa del genere o meno. »
« Va bene papà, che vinca il migliore » Un mesto sorriso apparve sulle labbra del giovane, che scomparve nell’ombra della stanza.

***

Villa Kukuro, terrazza, ore 15:24

« Nonno, cosa state osservando di bello? » Il vecchio fu interrotto da una voce giovanile e quieta.
« Ah… Illumi, sei tu... »

« Allora? » Lo interrogò il moro.
« Niente, solo Silva e Killua che stanno combattendo. »
« Ah... Capisco, è per la lettera. »
« Se non sbaglio, dovrebbero averla spedita anche a te... »
« Beh, ora che mi ci fai pensare, sì... può darsi, ma non ne terrò conto; d'altronde, non mi pare che ci sia un guadagno sufficientemente interessante. »  rispose il nipote, con tono alquanto indifferente.
« Illumi, tu ragioni troppo come tua nonna. »
« Tu dici? Non starò mica invecchiando? »
« Chi lo sa? Senti, Illumi, potresti andare a chiamare Gotoh? »
« Mmmh... perché? »
« Ho un favore da chiedergli. » Il vecchio abbozzò una piccola risatina sotto i baffi e se ne andò. 

***

 Padre e figlio andarono avanti per quasi tutto il pomeriggio con questa sorta di allenamento- scommessa. Nessuno dei due aveva intenzione di arrendersi; soprattutto Killua, ci teneva troppo a voler superare chi gli stava davanti, a voler raggiungere quella schiena, che adesso distava solo alcuni metri. Ci mancava davvero poco, per afferrarlo.

« Killua, sei ancora troppo lento! » Gridò l’uomo che, con uno scatto repentino, si spostò sulla sinistra, impedendo così all’assalitore  di colpirlo con una scarica elettrica. Quest’ultimo, fallito l’assalto, usando un tronco come trampolino ed effettuò un balzo, portandosi di nuovo all’attacco, ma anche questa volta fallì miseramente. Ora si trovavano l’uno di fronte all’altro. I loro sguardi infuocati penetravano le ombre degli alberi, che facevano da ombrello ai cocenti raggi solari. L’armonia della foresta era turbata dall’ansimare del giovane, che grondava sudore, al contrario del suo avversario. Le ore passate si erano portate via il giorno e il tramonto immacolato e puro si stagliava sulle pendici della montagna, colorandola d’oro per una buona metà.
« Uff... Uff... papà, stop... basta così, per oggi! » Il figlio fece segno di timeout.
« Ma come: siamo già stanchi?… Ah ah ah... »
Le risa del padre ruppero il silenzio. Ma, con un breve cenno, il figlio confermò che non ce la faceva veramente più.
« Ohi, Killu, sono felice che tua abbia preso la decisione di fermarti; adesso sono sicuro che, se ti scontrerai con un avversario più forte, interromperai lo scontro e ti ritirerai. So che stai pensando che sarebbe da vigliacchi fare questo, e hai ragione, perché in un certo senso lo sarebbe; tuttavia, in quel caso, avresti acquisito anche una preziosa esperienza che ti spingerebbe ad allenarti ancora di più per  superare il tuo avversario. E poi, questa sorta di strategia ti aiuterà a tornare a casa, vivo. Non sei forse d’accordo? »
« Sì... Papà. Con questo vuoi dire che accetterai la mia partenza? »
« Certo, Killua  » Sul volto dell’adulto comparve un sorriso di affermazione che comunicava sicurezza.
« Aspetta un momento.. e la mamma? » Domandò l’albino.
« Non preoccuparti… penserò io a riferire tutto a tua madre. »
« Grazie, papà... »
Recuperate le forze, Killua lasciò il padre nell’atrio della villa e corse, il più velocemente possibile, a fare i bagagli, ma ebbe la sorpresa di trovarli, già sistemati, davanti alla porta della sua camera.
« Ma... cosa?! »
« Ho chiesto io a Gotoh di prepararti i bagagli. Sapevo che Silva ti avrebbe permesso di seguire la via che hai deciso di percorrere, per il tuo futuro. »
« Nonno! Siete già tornato dalla missione... » Il vecchio, che si parava dinanzi all’adolescente, si beava nel vedere l’espressione tanto meravigliata di suo nipote.
« Grazie nonno, ce la metterò tutta. »
I due si scambiarono uno sguardo d’intesa, dopodiché il giovane hunter, afferrati i suoi bagagli, si diresse alla grande porta che dava all’esterno della tenuta.
Lentamente, poggiò il palmo della mano sulla lastra di pietra eretta e, con una leggera pressione, l’aprì.
“Primo, secondo, terzo, quarto passo... finalmente fuori.”
«
Chissà dove saranno i checkpoint per la registrazione? Ok, gambe mie, fatevi coraggio. »
L’albino inspirò profondante e s’incamminò alla volta della città più vicina. Mentre ripensava a quella promessa fatturata, e a interrogarsi su chi o cosa potesse aver costretto sua madre a non mostrare più i suoi bellissimi occhi color granato.

 To Be Continued

 

N.d.A.:  Eccomi di nuovo in fondo a rompere l’anima, voglio fare le mie scuse alle persone, che sicuramente c’è l’avranno come dopo aver scopeto so che il protagonista principale del secondo capitolo non era Gon, ma Killua. Questo non ve l’aspettavate vero… ^_^”

Comunque, spero che vi sia piaciuto… Sicuramente per l’uscita del capitolo che ne dovrà seguire dovrete aspettare un po’, perché adesso sarei assai indecisa su chi  ne sarà il protagonista, raga voi preferite che sia Kurapika o Leorio??? Oddio, muoio già dalla voglia di scriverlo… XD

Link Autoritratto autrice:
http://lacrima000.deviantart.com/art/Auto-ritratto-Lacrima-00-370997826?ga_submit_new=10%253A1368286000
   
 
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