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Autore: SakiJune    01/12/2007    3 recensioni
Sei sempre stato una persona prudente. Fino al fanatismo. Ma davanti a due occhi neri che ti scaldano il cuore, e al ritorno di un amico che credevi perduto, le tue difese si allentano, fino a scomparire... non è vero Mad-Eye?
Una storia d'amore e di guerra ambientata subito dopo il sesto libro, tra vecchi e nuovi membri dell'Ordine della Fenice. Piccoli spoiler, relativi all'identità e ai retroscena dei personaggi, e non agli avvenimenti del settimo libro.
CONCLUSA!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Remus Lupin, Severus Piton, Sorpresa, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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QUALCHE GIORNO PRIMA

- Racconta a beneficio dei nostri amici, Peter, racconta la tua avventura.

C'era poco da dire. Era penetrato nel castello come Animagus, e aveva recuperato l'ingrediente segreto, e anche se vari incantesimi d'allarme erano scattati mentre correva via, aveva raggiunto i cancelli per poi smaterializzarsi al quartier generale. Omise alcuni particolari, che comunque Voldemort e Snape gli lessero nella mente.

"Hai superato tutte le mie aspettative, sorcio. Approvo in pieno"

Quando furono (apparentemente) soli, Peter si inginocchiò davanti all'Oscuro Signore e chiese con grandissima umiltà:
- Avrei dovuto ucciderlo... credete? Quando mi ha scoperto mentre rubavo quel flacone...
- No, Wormtail. Avrei ucciso te, se il vecchio fosse morto. Al contrario, ora che sono sicuro che si nasconde ancora a Hogwarts... lo voglio qui, al più presto. Vivo. E sano di mente.
Peter tremò.
- N...non sarebbe p...prudente mandare qualcun altro? Se mi prendessero, questa volta, il V...vostro piano non sarebbe più al sicuro...
Voldemort lanciò una lunga, agghiacciante risata.
- Che ne sai, tu, lurido topo, del mio piano? Non ho intenzione di prenderlo con la forza. Sarà lui a venire da me. Dico bene, Severus?
Peter si voltò. Sulla soglia della porta era apparso Snape.
- Precisamente, mio Signore. Avery se ne occuperà personalmente: non può soffrire le Harpies, da quando hanno vinto lo scorso campionato. Volete ammirare il nostro caro Jugson, adesso?
- A che pro? So benissimo che faccia avesse prima della battaglia dell'anno scorso. Wormtail, ora tocca di nuovo a te. Istruiscilo bene sulla sua identità: deve sapere tutto, specialmente i particolari che sembrano insignificanti. Ricorda che Moody non dovrà sospettare nulla.

"In qualche modo, tra non molto l'Ordine della Fenice lavorerà per me"

- E nemmeno Jugson dovrà sospettarlo.
- Che cosa, mio Signore?
- Di interpretare se stesso, ovviamente. Perché non dirà altro che la verità.


FINE FLASHBACK

****************************


Uno dei Mangiamorte aveva indietreggiato quasi fino ai binari, supplicando, con le mani protese.
- Non voglio farlo. Vi prego, è troppo per me... Non posso far finta di nulla!
Gli altri l'avevano circondato lentamente, e una voce che riconobbero per quella di Rodolphus Lestrange disse:
- Ora mi hai stancato, smettila immediatamente o finirai male.
- Non posso uccidere dei Babbani indifesi!
- L'hai già fatto, temo. Millenovecentosettantanove. Millenovecentoottanta...
- Mi avevate bloccato la memoria! Solo ad Azkaban ho ricominciato a ricordare!
Lestrange si scambiò un cenno con gli altri, gli fece saltar via la bacchetta e gli puntò contro la propria.
- Addio, Dearborn. Non ci servi più adesso... Avada Ked...

- Protego! - gridò Moody con tutto il fiato che aveva in corpo, mentre Hestia si chiedeva se fosse impazzito. Era stupido intervenire proprio quando i nemici si stavano eliminando a vicenda...
Ma Dedalus non doveva essere di quel parere, perché non rispose al suo sguardo interrogativo. Anche lui era saltato fuori dal loro angolo, e anche Remus, e avevano cominciato a duellare contro i Mangiamorte. La mancata vittima della maledizione non aveva trovato di meglio che trovare riparo dietro le macchinette degli snack. Probabilmente era troppo spaventato per riuscire a smaterializzarsi.

Hestia stava per correre ad aiutare i compagni, ma Alastor, che era riuscito a disarmare Lestrange, le aveva urlato di portare quell'uomo al sicuro.
"Bene. E' completamente impazzito, avevo ragione... gli avranno lanciato un Imperius non verbale!"
- Fai quello che ti ho detto... - ripeté lui, ma si interruppe, perché Lucius Malfoy era riuscito a schiantare Dedalus e lo scontro era entrato nel vivo.
Non voleva lasciarli soli...
(non voleva lasciare lui)
Ma d'altra parte...
(gli ordini non si discutono)
Si avvicinò al Mangiamorte ripudiato, lo afferrò per un braccio ed entrambi scomparvero.

"Ho vissuto in perfetta salute per 152 anni. Mi dispiacerebbe un infarto proprio adesso" pensò Elphias Doge, quando vide i due materializzarsi al centro della stanza.
Ma Hestia lo rassicurò, per quanto le era possibile, un po' a parole e un po' a gesti, vista la stranezza della situazione; e insieme spinsero il Mangiamorte sul divano e con una mossa parecchio teatrale lei gli tolse il cappuccio.
- Santo Flamel! - mormorò Elphias con voce strozzata, portandosi per la seconda volta le mani al petto.
Gli occhi dell'uomo erano di un verde trasparente, con lunghe ciglia, quasi femminili; i capelli biondi e foltissimi ricadevano in un ciuffo davanti al viso. Non si sarebbe potuto definire bello, perché la durezza del mento e della mascella contrastavano con quello sguardo delicato.
- Lo conosci, Doge? - chiese Hestia al compagno, che ripresosi dallo stupore, sembrava sul punto di piangere.
- C-Cary... - riuscì a balbettare l'anziano mago dai capelli d'argento, con un tono di triste e paterno rimprovero.
Hestia era molto giovane, sapeva così poco riguardo al vecchio Ordine degli anni '70, e non poteva capire cosa passasse per la mente di Elphias in quel momento, cosa lo stesse spingendo a scoppiare in lacrime senza alcun ritegno, facendo volare il cappello all'angolo opposto della stanza.

- Cary... preferivo continuare a crederti morto.

Seguì un silenzio intollerabile, tra i respiri affannosi dell'uomo in nero e i battiti del cuore di Hestia, per cui lo scorrere del tempo portava con sé un terrore crescente, mentre si accorgeva della realtà paurosa di quella situazione: lei e Doge soli con un seguace di Tu-sai-chi, nel loro nascondiglio che non era più inviolato, e Alastor che rischiava la vita con gli altri e lei che non aveva fatto nulla per aiutarli... forse sarebbe dovuta tornare là...

"Ma lui vuole che esegua i suoi ordini. E' la mia lealtà, che lui apprezza in me..."

- Locomotor Mortis! - pronunciò per precauzione, anche se l'uomo chiamato Cary non aveva dato cenni di voler fuggire.

E si lasciò cadere su una sedia, in attesa.
In tutti i sensi... com'era quel titolo?
"Great Expectations"
Un libro Babbano. Quello che le aveva regalato la professoressa Burbage al quinto anno, con l'inutile augurio che passasse il suo GUFO.
Perché le veniva in mente proprio adesso, visto che non l'aveva nemmeno letto?
Perché era in speranze. Si diceva così, un tempo, per definire il suo stato, con un termine dolce e pieno di pudore.

Lei
attende.

Attende che Alastor torni dalla missione, che la sua ansia si trasformi in gioia e sollievo.
Attende che il suo bambino venga alla luce.
E che la luce risplenda nuovamente sul Mondo Magico.



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Il titolo del capitolo è quello di una canzone dei Queen. E' anche quello che stava per venire al vecchio Doge quando ha visto Caradoc^^
GRAZIE A:
nin: io invece non riesco a pensare a Moody senza una donna nascosta "dietro le quinte"... è così "maschio"! Io adoro così tanto Brendan Gleeson che vorrei sposarlo!
Rainsoul: per la fantasia lo so^^ E' la forma che a volte lascia a desiderare... non riesco a mettere giù le idee come vorrei!!
Feux: più diversa che diversa non si può... è proprio quello che vorrei realizzare.
lyrapotter: benvenuta sulla barca!! no, non mi smentisco, io amo regalare ai personaggi snobbati un amore vero... e siccome ormai mi conosci, da questo capitolo capirai quale altro personaggio da me idolatrato comparirà in futuro.

   
 
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