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Autore: SakiJune    26/11/2007    4 recensioni
Sei sempre stato una persona prudente. Fino al fanatismo. Ma davanti a due occhi neri che ti scaldano il cuore, e al ritorno di un amico che credevi perduto, le tue difese si allentano, fino a scomparire... non è vero Mad-Eye?
Una storia d'amore e di guerra ambientata subito dopo il sesto libro, tra vecchi e nuovi membri dell'Ordine della Fenice. Piccoli spoiler, relativi all'identità e ai retroscena dei personaggi, e non agli avvenimenti del settimo libro.
CONCLUSA!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Remus Lupin, Severus Piton, Sorpresa, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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So che questa non è una fanfiction all'acqua di rose, né particolarmente avvincente. Anche se non commentate, spero di donarvi qualche emozione.
Grazie alla mia cara Feux e a Cucciola_83, che hanno messo la storia nei preferiti.

P.S. Caradoc Dearborn era stato creduto morto nella prima guerra. Nelle mie fic, a volte ritornano...

SakiJune





La notizia della morte di Shacklebolt si abbatté come un fulmine a casa Weasley, dove si stava già in pensiero per Ron, e per quel disgraziato di Percy che non voleva mollare le sottane di Scrimgeour.
Era venuto Remus ad avvertirli, imbarazzatissimo e disfatto, e Tonks gli era saltata al collo gridando di non riuscire a sopportarlo, e che anche lei voleva andare a combattere, come loro...
Ma lui le ricordò il patto.

"Se fai tanto di allontanarti da qui, non vorrò vederti mai più"

E finora aveva funzionato.
Finora.


Hestia non aveva il coraggio di dire ad Alastor della gravidanza, perché sapeva che non le avrebbe permesso di restare, e l'avrebbe guardata con disprezzo, pentendosi di essersi lasciato andare con lei. E sarebbe stato orribile sentire quelle cose. Quando la sera le chiedeva di dormire con lei, lo seguiva con la consueta tenerezza, senza una parola che sciupasse tutto.
Lo lasciava sfogare:
- Jugson... quel bastardo che ha ucciso Kingsley... è l'unico Mangiamorte di cui nessuno conosce le origini. Dopo quella battaglia all'Ufficio Misteri, gli è rimasta una testa orribile, come quella di un bambino appena nato... è il braccio destro di Dolohov, uno degli uomini più crudeli al mondo...
Così passavano le ore. Abbracciati. Immobili. Finché giungeva l'alba che li vedeva di nuovo estranei.

"Sembra quasi che lui lo sappia, del bambino"

Ma non era così. Semplicemente, non era il tipo di uomo che sfrutta ogni occasione di piacere, solo perché la vita è breve e Tu-sai-chi aspetta dietro l'angolo.
E non era vero che voleva scaricarla: gli era cara più di quanto lei sperasse. Ma quello era un periodo di lutto, e l'avrebbe osservato.
Anche se la sentiva tiepida e morbida e profumata contro il suo corpo. Anche se faceva una fatica tremenda a non allungare il braccio e stringerla fin quasi a farle male...
- Siamo sempre di meno, Hestia. E loro sono sempre di più.
Lei continuò a tacere.
- Che cos'hai?
- Nulla. Ti amo - sussurrò lei, nel timore che Alastor potesse fraintendere il suo silenzio.
- Lo so bene, bimba. E mi fai paura per questo, più di quanto abbia mai temuto i Mangiamorte.



^^^^

Moody aveva ragione; Jugson in quanto tale non aveva un passato. Era nato una notte di vent'anni prima, dal corpo privo di conoscenza di un membro dell'Ordine, e da un incantesimo di memoria che ne aveva cancellato l'identità. Era una macchina per uccidere, e non aveva altro scopo nella vita che servire Voldemort.
La bolla di tempo nell'Ufficio Misteri, che aveva attraversato durante la lotta contro Harry, Hermione e Neville, l'aveva reso irriconoscibile, ma anche prima di quell'episodio non ricordava il vecchio se stesso.

Era rimasto indispettito quando l'Auror che stava a guardia del numero 10 di Downing Street si era smaterializzato subito dopo essere stato colpito. Non temeva che si potesse salvare; quella maledizione era infallibile se pronunciata ad alta voce, e Antonin era stato un ottimo maestro. Ma era una sconfitta ugualmente, per la sua coscienza limitata.

- Non ha importanza, Jugson - disse Voldemort, soddisfatto della missione che aveva gettato il mondo Babbano nel caos più totale. - Sono sicuro che non ha avuto il tempo di fare nomi. Vai, adesso.

"Questa è l'ultima volta che ti mando allo sbaraglio, non preoccuparti. D'ora in poi non correrai più rischi, ora che so quanto vali per me"

Mentre guardava il suo fedele seguace allontanarsi, Voldemort si rivolse a Peter:
- Come si chiamava, quando combatteva dall'altra parte? Tu ricordi il suo nome, non è vero?
L'altro fremette.
- Caradoc Dearborn, mio Signore. Era quasi un fratello per quel...
- Questo lo so! E' pronta la pozione per ridargli il suo aspetto?
- Severus ci sta lavorando, ma sembra che l'ingrediente principale sia introvabile al di fuori del suo ufficio a Hogwarts.
- Sciocchezze! - tuonò Voldemort. - Cercate di fare in fretta! Jugson deve rientrare nell'Ordine, guadagnarsene la fiducia, e avere la sua protezione!
- La p...protezione di Moody, Signore?
- Silenzio! Intrufolati a Hogwarts, dovresti sapere come fare ormai. Ruba quello che serve a Severus. E vedi di non deludermi...
Con un profondo inchino, tremante, Peter Pettigrew si smaterializzò.

"Harry Potter ha già distrutto cinque dei miei Horcrux. Non metterà mai le mani sul settimo... perché quei perdenti... non oseranno uccidere un amico. Sarà lui a fare fuori loro".


^^^^



Remus irruppe nella stanza di Alastor, fermandosi però di botto quando si rese conto che sul letto c'erano due persone...

"E' così che stanno le cose, allora? Io non posso fidanzarmi e lui sì? Che gran pezzo di..."

Si voltò, per non mettere Hestia in imbarazzo, e disse tutto d'un fiato:

- Fletcher aveva visto giusto. Vogliono fare qualche brutto scherzo alla stazione di Paddington, questa mattina. Una strage di Babbani, Moody! Dobbiamo fermarli!

- Piano... che ore sono?
- Le quattro. Ma tu dormi vestito?
- Si capisce. Vigilanza costante.

Hestia ridacchiò nervosa, sotto le coperte. Non gli importava che Remus sapesse di loro due; ne era sollevata, anzi. Ma riguardo al bambino... no, nessuno doveva subodorare nulla. Che la guerra fosse finita presto, e ci sarebbe stato un futuro per tutti loro
(loro tre)
o che fossero destinati a morire, non faceva differenza. Era il presente che contava... un presente né felice né triste. Un'attesa che era insieme paura e speranza.


- E tu ti fidi ancora di Fletcher? Dopo quello che ha combinato con la roba di Sirius? Dovrebbe essere ancora ad Azkaban, quel balordo.
Remus alzò le spalle. Le spie dell'Ordine erano tutte di quel genere, non c'era da stupirsi: ladri, ricettatori, osti puzzolenti.
- Aaah, non mi convince. Mi sa di una trappola.

Ma ci andarono ugualmente, in quell'alba d'estate soffocante e umida, incontro al rischio totale. Per fermare una tragedia. O per esserne vittime, non sapevano ancora bene quale delle due cose...

- Sarebbe dovuto venire anche Bill. Siamo in pochi, ci faranno a fettine - si lamentò Dedalus. L'avevano convinto a vestirsi con un colore più sobrio del viola, per una volta. Non era necessario un incantesimo di disillusione, c'era ancora poca gente in giro, ma non si doveva esagerare nell'attirare l'attenzione.
- Deve sposarsi oggi.
- rispose Remus - Ti pare che potevo coinvolgerlo in questa storia?
- Donne, donne... - mugugnò Alastor, come se Hestia non fosse presente.

Ecco uno dei suoi difetti peggiori, pensò lei, e in quel momento sentirono delle voci su per le scale della stazione, voci lugubri e affrettate, poi decisamente furiose.

- Shhht! Mundungus non si era sbagliato. Sono loro.
   
 
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