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Autore: Andy Black    14/05/2013    10 recensioni
Non è la solita storia... qui non si scherza più. Il destino del mondo, come noi lo conosciamo, è in pericolo.
Pregare per il proprio futuro diventa lecito, quando scopri che il tuo dio ha finito di avere pietà e compassione per te. Troppi errori.
Troppe ingiustizie.
Ma qualcuno cercherà di cambiare tutto, e di salvarci. Di salvarci tutti.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon Courage'
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Terzo Interludio - Pt. 2


Due ore più tardi, Sandra tornò nell’antro.
In mano aveva un piccolo sacchetto.
“Ciao, Prima. Hai fame?”
“Un po’...”
“Tra poco preparo da mangiare”
“Dove sei stata?”
“A prendere questo”. Sandra aprì il sacchetto, e Prima fu in grado di vederne il contenuto. Era il frammento di una stella.
“Cos’è?”
“I mercanti lo chiamano pezzo stella. È proprio un frammento di stelle”
“E... cosa c’entrerebbe con la mia situazione?”
“Una leggenda dice che esiste un Pokémon primitivo, in grado di leggere nell’animo delle persone. Si chiama Mew. È un Pokémon quasi estinto, gli avvistamenti si contano sulle punte delle dita di una mano. C’è chi crede che sia venuto dallo spazio, tramite un’enorme stella. E questo è un frammento di quella stella. Beh, gli alchimisti mi hanno detto che bruciando questo pezzo di stella, assieme a del sangue di una vergine dovrei riuscire a produrre un profumo irresistibile per Mew... che verrà qui”
“Non ho intenzione di sanguinare...”
Sandra la guardò con sufficienza. “Ehm... tu non sei più vergine, Prima. Ma io ho mantenuto la mia virtù”
“Meno male. E Mew che farà?”
 “Non ne ho idea... ma è un Pokémon dagli straordinari poteri. Provare non costa nulla”
E fu così che il pezzo di stella fu immerso in un pentolone dove bolliva dell’acqua. Prima guardò inorridita quando Sandra, riluttante, incise il polpastrello del suo pollice destro per ottenere un po’ di sangue.
Andò a mettere il dito sotto la cascata, la donna con i capelli ricci.
“Beh... non resta che aspettare” fece poi.
Le due si addormentarono. E come ogni mattina fu il sole a svegliarle. Il cielo era di un colore strano, siccome albeggiava. Tra il nero della notte, il celeste ed un bianco luminoso. Quel sole non riscaldava. Quel sole illuminava.
Sandra aprì leggermente gli occhi, carezzandosi una guancia e stropicciandosi gli occhi. Sbadigliò, nell’aria si era espanso un profumo leggero, dolce, quasi come se fosse stata messa a bollire una pentola di arance e fragole. Forse un odore ancora più dolce.
Anche Prima aprì gli occhi. Ma lo fece con poca voglia di farlo. Aveva ancora sonno, e quel dannatissimo sole le dava fastidio.
Nonostante tutto, però, ringraziava Arceus per aver creato tale prodigio di bellezza.
Il sole. Caldo per l’inverno e luce per il buio.
Luce indisponente.
Come la mattina precedente allungò gli arti, e si alzò. Il silenzio era quasi monumentale in quel momento, ma le venne da urlare quando vide il volto impietrito di Sandra.
“Hey! Che c’è?!”
Quella non si mosse. Si limitò ad allungare una tra le sue dita affusolate, e a puntare una figura dormiente che fluttuava nell’aria.
Prima voltò la testa di scatto. Era Mew.
Sandra si alzò, dopodiché aiutò Prima a fare altrettanto.
L’oracolo si avvicinò al Pokémon, toccandolo con la punta dell’indice sulla testa. Quello aprì dolcemente gli occhi.
Prima sorrise quando i suoi occhi verdi si tuffarono nel blu di quelli del Pokémon.
 Poi, istintivamente, Mew li spalancò, e spaventato si nascose, diventando invisibile.
“No! Mew! Mew ti prego! Ho bisogno del tuo aiuto!”
Si sentì il verso del Pokémon. Sandra fu sollevata, perché pensava che fosse scappato.
“Io... mi chiamo Prima. E qui dentro c’è il mio bambino... o la mia bambina”
Mew apparve a pochi metri dalle due donne, facendo il suo dolce verso. Prima sorrise, si carezzò la pancia.
“Io sono l’oracolo che il dio Arceus ha prescelto. Mesi fa il tempio dove vivevo, sul monte Trave è bruciato. Ed io ho paura, perché cercavano questo cristallo. Sandra, passamelo per cortesia”
Sandra si chinò sulle sue esili gambe, raccolse il cofanetto e lo consegnò alla donna in dolce attesa.
“Ecco” disse poi Prima, aprendolo. “Questo è il cristallo di Arceus. È questo che cercano. Quelle persone sono malvagie e vanno fermate”
Mew svolazzò rapidamente verso il cristallo. Inclinò di lato la testa, emettendo ancora il suo verso.
“Tu sei un Pokémon potentissimo. E da quello che mi ha spiegato Sandra sei in grado di utilizzare ogni mossa”
Abra era nascosto dietro la breve sagoma di Sandra. Era impaurito da Mew. “Tranquillo” cercò di tranquillizzarlo quest’ultima.
“Puoi, Mew, celare questo cristallo, in modo che nessuno lo trovi più? E fare in modo che ci sia ancora un modo per contattare il dio Arceus semmai si presenterà il bisogno?”
Mew emise ancora una volta il suo verso, dopodiché i suoi occhi si illuminarono di un azzurro acceso, ed il blu delle sue iridi scomparve. Il cristallo si alzò di colpo, mentre Prima, come anche Sandra, sentiva il suo corpo fermo ed immobile. I poteri psichici del Pokémon erano incredibili.
Di getto il cristallo uscì dal cofanetto, e si illuminò anch’esso di bianco. Il bagliore costrinse i presenti a chiudere gli occhi.
Una forte energia stava fuoriuscendo dal Pokémon rosa,  una forte luce faceva lo stesso dal cristallo, ed un’enorme confusione si espandeva come fuoco sulla legna secca.
 
 Fu un momento.
Prima e Sandra ritornarono a sbattere le palpebre, che forse traumatizzate dalla luce cercavano di cancellare tutto quello che era successo chiudendosi ed aprendosi velocemente.
Il verso di Mew riecheggiava in lontananza, ma entrambe avevano capito che quello era andato via.
Il cofanetto ricadde dalla mano di Prima, sul pavimento della grotta. Ed il cristallo al suo interno non c’era più.
“Prima!” urlò Sandra, muovendosi ed afferrandola per le spalle.
“Sandra, tranquilla, sto bene”
“Hai visto il bagliore?! Arceus ti ha detto qualcosa?”
“No. Non era Arceus. Non mi ha detto niente. Ma... il cristallo è sparito?”
“Tu hai chiesto questo a Mew, no?”
“Chissà che cosa avrà fatto?”
“Già. Chissà ora dov’è quel cristallo?”
“Non ne ho idea... so solo che ora non rischiamo più la vita, perché il cristallo non c’è più. Posso lo stesso parlare con Arceus, ma non rischiamo di morire in un agguato. Voglio andarmene da questa grotta, e dare alla luce il figlio di Timoteo in un posto più accogliente. Mi seguirai, vero?”
“Certo!” sorrise Sandra.
E fu così che Prima e Sandra, aiutati dal teletrasporto di Abra, si materializzarono nel bosco. Il bosco Memoria.
“Dove siamo?” domandò Prima.
“Siamo vicine ad un piccolo centro abitato. Nuovaluce, si chiama”
Beh. Col senno di poi, Nuovaluce sarebbe diventata Primaluce, in onore della donna.

 
   
 
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