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Autore: LaGraziaViolenta    14/05/2013    8 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove Serena Latini si occupa di pettegolezzi e una merenda le rovinerà la giornata.



Giravano pruriginose e indecenti voci riguardo ad alcuni festini che si sarebbero tenuti ogni notte nella Casa di Serpeverde. Con la luna nera, fai da te. Con il primo quarto, coppie. Con la mezzaluna, triangoli. Con la luna piena, orge.
Ma era ovvio che si trattassero solo di voci. Voci che screditavano la nobile Casa dei rettili. Qualunque Serpeverde l’avrebbe smentito, no? No?
«Serena, stai sragionando.» Jeanie si portò una mano alla tempia e gli occhiali le scivolarono lungo il naso. Se li rimise a posto con l’indice.
«E non ti dico la Stanza delle Necessità!»
«Ah, sono voci che girano anche a Grifondoro…» fece Chelsea. Io la guardai e annuii risoluta. Era impossibile che tutte quelle voci circolassero se non ce n’era motivo. C’era sempre un fondo di verità nelle voci.
Jeanie sbuffò e scosse il capo. «Ma secondo voi qui, a scuola, dove ci sono addirittura incantesimi che impediscono ai ragazzi di accedere alle stanze delle ragazze, è possibile che si tengano festini del genere?»
Raddrizzai la schiena e proclamai in tono solenne: «Un giorno anche i maghi avranno la connessione internet. E allora quel giorno, quel giorno sapranno la Verità.»
«Cos’è la connessione internet?»
«Non è roba per te, Chelsea. Babbanate» fece Jeanie.
«E conoscerete la religione dei My Little Pony e il Verbo delle fanfiction.»
«Fanfiction?» Chelsea sgranò gli occhi.
«Serena, smettila. O finirà per crederti.»
«Jeanie Joy, anche tu, un giorno!» La afferrai per un braccio e la guardai implorante, ad occhi sgranati. «Un giorno diffonderai il Verbo!»
«Diffonderai il Verbo nel linguaggio dei sordomuti se mi chiami ancora Jeanie Joy» sibilò lei di rimando.
«In effetti, però»  intervenne Chelsea grattandosi il naso, «James Potter parla spesso delle porcate che fanno a Serpeverde.»
«James Potter?» chiesi. «Non si chiamava Albus?»
«Potter bis» chiarì Jeanie.
«Ah! E allora chiamatelo col suo nome!»
«L’ha fatto…»
«Comunque» ci interruppe Chelsea «stavo dicendo che anche a Grifondoro girano queste voci che riguardano i Serpeverde.»
Jeanie spinse gli occhiali alla base del naso. «James Potter non mi pare una delle fonti più attendibili in circolazione. Se ne parlasse Rose Weasley, forse…»
«Chi?»
«Weasley femmina.»
«Ah. Ok.»
«James Potter è un tipo divertente.» Chelsea si strinse nelle spalle.
«Non lo rende attendibile» puntualizzò Jeanie.
«Direi» dissi, e tirai un respiro per fare una pausa ad effetto, «direi che è giunto il momento di indagare di persona.»
Jeanie alzò una mano e iniziò a contare sulle dita. «Non schianto persone. Non faccio rissa. Non occulto cadaveri. Non entro di nascosto in sale comuni altrui. Non faccio da esca vivente. Non preparo pozioni proibite. Non preparo pozioni consentite se non a pagamento.»
«Allora, magari…»
«Non mi travesto da pony.»
Sporsi il labbro inferiore, contrariata.
«Io invece farei tutto questo» disse Chelsea. «Escluso travestirmi da pony. Per un’amica ci sono sempre!»
«Grazie, Chelsea.» La abbracciai. Chelsea ricambiò la stretta, poi mi tirò una gomitata e mi fece l’occhiolino.
«E se scoprissi che con la luna piena ci sono davvero le orge, che faresti?»
Ripensai alle fanfiction. Arrossii. «Niente. Ma qualcuno deve pur difendere la moralità dei Serpeverde. Le voci ci sono per un motivo, no? E se sono vere devo saperlo. E proteggere l’onore serpentesco.»
Jeanie alzò un sopracciglio. «Non ha a che vedere con Scorpius Malfoy tutto questo, vero?»
«Ovvio che no.»
«Menti con la convinzione che ci metterebbe un bambino se venisse scoperto con le mani nel vasetto di marmellata.»
«A me è capitato» disse Chelsea. «I dieci minuti peggiori della mia vita. Anzi, a parlare di marmellata, mi è venuto un certo appetito… Andiamo nelle cucine?»
«Contro le regole» scattò subito Jeanie.
«Tu, Serena, sei con me?»
Mi morsi il labbro. «Ma le regole…»
«Niente ispezione a Serpeverde.»
«Vengo subito.»
Jeanie alzò gli occhi al cielo. «Siete due vandale. Ci vediamo tra mezz’ora in biblioteca.»
Lasciammo Jeanie al suo destino e ci dirigemmo verso i sotterranei. In verità l’idea di infrangere una regola mi stringeva lo stomaco, ma probabilmente anche lo stomaco di  Chelsea era stretto, seppure per la fame. Povera Chelsea. Dimagrire era un sogno ancora lontano.
Dopo aver fatto sghignazzare la pera entrammo nelle cucine. Chelsea si stava già fregando le mani quando udimmo una voce.
«Non esagerare.»
Afferrai Chelsea per una manica e la guardai ad occhi sgranati. Era una voce conosciuta…
«Ma Albus, sei incivile. Guarda Rosemary, lei mica si sbrodola come te.»
Scorpius Malfoy. Malfoy Radar in attivazione.
Potter, Albus. Identificato.
Higgs, Rosemary. Identificata.
Guardai Chelsea e alzai le sopracciglia. Mi portai l’indice davanti alla bocca, per farle segno di tacere. Restammo immobili, nascoste. Tesi le orecchie per ascoltare la conversazione.
«E si vede che Rosemary ne mangia più spesso.» Albus.
Rosemary rise.
«Attento, guarda come cola! Se non lecchi intorno…»
Anni e anni di connessione internet e di fanfiction non solo italiane mi avevano addestrata a recepire qualsiasi significato poco consono. Le voci inglesi, poi, stavano incrementando il mio potenziale.
Questa era sicuramente una Conversazione che Non Avrei Dovuto Udire. Mi venne il batticuore. Strinsi convulsamente la manica di Chelsea.
«Ehi, Serena, tutto bene?» mi sussurrò.
«Ma lo fai colare tutto, così.» Rosemary. «Non puoi stringerlo in quella maniera, vedi come sbrodola? Albus, sei un imbecille patentato.»
«E si vede che voi donne lo fate meglio.»
«Idiota.»
Guardai Chelsea, implorante.
«Chelsea… Non dirmi che…»
«Oh. Sì invece.» Chelsea mi sorrise con un’espressione di beatitudine dipinta sul volto. «Devono essere freschi freschi, fragranti… Si sente il profumo da qui…»
Inorridii. Il profumo? Il profumo?
Mi girai e fuggii. Non c’era neanche la mezzaluna, pensai, era novilunio. Uscii di corsa dal ritratto e mi fiondai in corridoio.
«Ehi!»
Chelsea mi afferrò il braccio e mi costrinse a fermarmi. Mi girai verso di lei e mi scostai.
«Che ti è preso, Serena?»
«Non…» deglutii. «Non riuscivo a sopportarlo! Anni e anni di fanfiction non mi hanno preparata a tutto questo! Yaoi puro! Anzi, no! Misto!»
Chelsea mi fissò preoccupata. «Che è la yaoi? Una crema italiana?»
Scoppiai a ridere, nervosa. «Sì, certo, una crema italiana…»
«Eppure non capisco. Credevo che le brioches appena sfornate ti piacessero. C’era un profumo… A colazione le mangi! Non stai bene, per caso?»
Mi irrigidii. Brioches.
Brioches.
Brioches.
«Credo» mormorai lentamente, «che non mangerò mai più una brioche in vita mia, Chelsea.»

  
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