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Autore: ToscaSam    14/05/2013    5 recensioni
Orube era stata una fredda guerriera ma qualcosa sulla Terra l'ha cambiata: l'amore. E adesso l'ha perduto per sempre.
.... Per sempre?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quello che era stato il corpo del capo delle Guardie di Meridian ai tempi del tiranno, il principe Phobos, giaceva ora privo di vitalità, in mezzo alla stanza delle stille nella fortezza di Kandrakar.
Una creatura di un altro pianeta, appartenente ad una razza semifelina, al popolo di fieri guerrieri del pianeta di Basiliade, si teneva quel volto mostruoso in grembo, accarezzandolo.
Gli occhi del gigantesco rettile erano aperti, ma sbarrati, fissi, immobili. Come quelli di un morto.
Questo dava i brividi alla giovane di Basiliade.
Questo la faceva fremere con convulsi scatti e singhiozzi.
-          Cedric … - sussurrò: - torna da me … -
Le lacrime di Orube bagnavano il volto serpentino di Cedric, impassibile, freddo.
Un lieve gemito continuo, come un fischio, si propagava nell’aria e proveniva dalle labbra del mostruoso serpente.
-          Perché fa così? –
Orube si guardava ora intorno in cerca di spiegazioni, o semplicemente di aiuto.
Yan Lin si avvicinò ansando: la manovra che aveva appena effettuato le aveva richiesto una grande fatica.
-          C’è qualcosa di strano … è vivo, ma è come se non lo fosse –
Orube, dopo aver ascoltato tali parole, si ripiegò sul volto della creatura e appoggiando le sue labbra impallidite sulla fronte verde, lo strinse forte a sé.
Will si sentì stringere lo stomaco: capiva bene quello che Orube stava provando; lo stesso le era capitato quando aveva saputo che Matt era stato inglobato dal libro.
Si era piegata su sé stessa anche lei, incapace di combattere il dolore che la circondava. Si era aggrappata ad un pupazzo, un pupazzo che le ricordava ciò che aveva perduto.
Cornelia la risvegliò da quell’ondata di malinconia, tastandole un fianco con delicatezza, per richiedere la sua attenzione.
-          Will … anche Caleb si era comportato così-
-          E come sei riuscita a farlo tornare normale?-
-          Bastò una mia lacrima –
Disse la bellissima bionda, con una punta di amarezza nella voce.
Will guardò la scena di Orube che stringeva Cedric al petto.
Sussurrò all’amica:
-          Credo che di lacrime se ne siano versate anche troppe. Non dire questo a Orube. Non servirebbe … -
Si asciugò gli occhi con il dorso della mano: le veniva da piangere.
-          Caleb dopotutto era una emanazione magica … per Cedric che è un essere vivente a tutti gli effetti servirebbe di più –
Aggiunse Irma, che aveva ascoltato lo scambio di parole fra Cornelia e Will.
 
Il silenzio era rotto solo dai singhiozzi strozzati di Orube e dai bisbigli leggeri delle Guardiane.
-          Possiamo tentare un’ultima cosa –
Yan Lin ruppe il silenzio con tono deciso e severo.
Orube smise di singhiozzare e tese le orecchie in direzione della saggia di Kandrakar.
-          No, Orube, non agitarti. Devi fidarti delle guardiane, perché quello che si può ancora fare è in mano loro –
Orube strinse forte la faccia allungata del rettile che aveva appoggiata alle sue ginocchia, guardando con occhi supplichevoli e di totale affidamento verso le cinque amiche in piedi dinnanzi a lei.
-          Che cosa possiamo fare … noi?-
-          Pensaci bene, Hay Lin, nipotina mia. Per Caleb, emanazione magica del principe Phobos, servì lo scintillio di una lacrima della nostra Cornelia per farlo tornare in vita … -
-          … ma noi conosciamo una luce molto più forte e intensa che quella di una singola lacrima. Dico bene, onorevole Yan Lin?-
Disse Will, a cui si accese un sorriso determinato.
Yan Lin la guardò e i loro occhi si strinsero in un unione d’intesa.
-          Elyon! –
Gridò Cornelia.
La silenziosa approvazione di Yan Lin ebbe un piacevole effetto.
Le guardiane esalarono come un sospiro di sollievo e si abbracciarono a vicenda.
-          Elyon è la più brillante luce in tutto l’universo! E inoltre lei è la regina di Meridian! –
-          Lei ci aiuterà!-
Yan Lin si spostò al centro della stanza e usando la mano destra aprì un varco nel pavimento.
-          Non dite che è giorno prima che il sole sia sorto, anche se è già visibile l’alba. Non gonfiate il cuore di Orube con la vostra sicurezza. Noi non sappiamo se Elyon potrà risolvere i nostri problemi … -
Orube guardò speranzosa verso il varco:
-          E io non posso in nessun modo andare, onorevole Yan Lin? –
La sua voce era soffocata, affievolita da pianto violento cui era stata protagonista principale.
Cornelia si staccò dal gruppo delle guardiane e con passo sinuoso ondeggiò verso la guerriera sconfitta.
Si accovacciò al suo fianco, le mise entrambe le mani sulle spalle e si fece fissare negli occhi. Quelli color ambra di Orube cercarono nel mare celeste degli occhi di Cornelia una risposta, un conforto, una spiegazione.
-          Tu devi rimanere qui a vegliare su Cedric. Lui non può né vederti nérisponderti, ma sente tutto quello che gli dici e che gli fai. Se tu smettessi di chiamarlo, di abbracciarlo, … lui perderebbe il contatto con la realtà e anche l’ultima briciola di speranza che abbiamo svanirebbe per sempre. –
Orube non distolse lo sguardo dalla detentrice del potere della Terra: pensò che sotto la sua maschera dura e fredda, essa nascondeva un cuore caldo, fatto di miele.
-          Resterò qui –
Disse convinta, ma più che altro commossa.
Mentre Cornelia si allontanava, Orube si chinò di nuovo sul volto del rettile e gli accarezzò la fronte, sussurrandogli il suo nome.
Insieme alle altre guardiane, Cornelia varcò il portale che Yan Lin aveva aperto e per un attimo credette di cadere nel vuoto. Come quando uno sta per addormentarsi e scalcia immaginando di cadere da un’altura, Cornelia si slanciò in avanti e per poco non perse l’equilibrio aprendo gli occhi e accorgendosi di essere in piedi sulla terraferma.
La terra che calpestavano non era buia, non era triste, non era cupa: Meridian risplendeva di una purezza che non aveva mai visto nel corso di tutti si suoi secoli.
 
-          Le guardiane! –
Gridò una  voce.
Le ragazze si voltarono e trovarono dinnanzi ai loro occhi una folla sorridente che si mise ad esultare ed applaudire.
Erano comparse nei pressi della piazza cittadina, luogo affollato di gente dabbene e serena.
-          Le guardiane che hanno riportato la Luce sul nostro pianeta! –
-          Evviva le guardiane! –
-          Un urrà per le guardiane di Kandrakar!-
-          Evviva! –
Molti bambini si avvicinarono per abbracciare le nuove arrivate, molti si fermarono a fare domande a chiedere mille particolari a fare mille complimenti e ringraziamenti.
-          Insomma, Irma, il bagno di folla che avevi sempre desiderato, èh? –
-          Puoi scommetterci Hay Hey! Alla prossima tournée ci chiederanno anche gli autografi e i poster! –
-          Ragazze, non dimentichiamoci perché siamo qui – le rimproverò Cornelia.
-          Uffa, sempre a guastare le feste, lei! –
Sbuffò Irma, poi tutte insieme si avviarono il più velocemente possibile (per quanto trattenute dalla folla) al castello della Luce di Meridian.
 
 
-          Le Guardiane sono qui?! –
Elyon balzò giù dalla sedia come presa da un improvviso spavento.
Il sorriso stupito che le si era dipinto sul volto radioso tuttavia fugava ogni dubbio.
-          Si, mia signora! Desiderano riceverla con estrema urgenza –
Annunciò una serva inchinandosi rispettosamente.
-          Falle entrare subito, Nadhari! Ho tantissima voglia di vederle! –
La serva si inchinò nuovamente, salutando la sovrana e dirigendosi nei corridoi.
Elyon saltò sul letto raccogliendo una tunica da mettere sopra la veste leggera da camera che stava indossando.
La sua stanza era ordinata, brillante, degna di una regina quale lei era.
Sulla scrivania dove Elyon sedeva fino a poco fa erano sparsi tuttavia dei fogli e dei pennelli, insieme a una serie di vaschette di colore.
Mentre la sovrana del Metamondo si abbottonava la tunica si sentì chiamare:
-          Quanto tempo, Ellie! –
La voce di Hay Lin la fece voltare, raggiante, e quando vide tutte e cinque le sue migliori amiche saltò loro letteralmente in braccio.
-          Come sei bella Ellie, sei serena e felice!-
-          Lo sono, Cronelia! – disse Elyon abbandonandosi all’abbraccio della sua migliore amica, affondando il volto nel suo petto; ne riemerse pochi istanti dopo, notando un velo di freddezza in quella manifestazione di affetto: - non si può dire lo stesso di voi, però. Che cosa succede? Cornelia, perché sei preoccupata? –
-          Non riguarda noi, Elyon. Riguarda Orube … e Cedric –
-          Cedric?! È riuscito ad evadere dalla Torre delle Nebbie? –
Elyon si guardò intorno, spaventata.
-          No, Elyon. È stato l’oracolo che ha deciso di lasciarlo vivere sulla Terra per fargli imboccare la via della redenzione. L’ha privato completamente dei suoi poteri e lo ha confinato sul nostro pianeta –
Elyon sorrise, amaramente:
-          Mi sembra un’ottima punizione. Anzi, un ottimo modo di fargli fare finalmente la cosa giusta –
-          Non è finita qui, Ellie. Sono successe parecchie cose da quando Cedric è stato condannato a vivere come un normale essere umano. Ha trovato un libro magico, che era appartenuto ad un vassallo di tuo fratello, un certo alchimista di nome Jonathan Ludmoore. Il libro ha inglobato Matt e …-
-          Matt?! Matt Olsen?! Voglio dire … quel Matt Olsen?!-
-          Proprio lui! Insomma, per farla breve siamo riusciti ad entrare nel mondo di questo libro magico e a recuperare Matt. Ma abbiamo pagato un caro prezzo … -
-          Che cosa è successo? –
Elyon inclinò di lato la testa e i suoi capelli color cenere ondeggiarono con lei.
-          Cerdic era d’accordo con Ludmoore per farsi restituire i poteri in cambio del cuore di Kandrakar, ma al momento opportuno ha deciso da quale parte stare. Il periodo di riabilitazione sulla Terra gli aveva fatto capire il valore di cose che non aveva mai neppure immaginato –
-          Cioè? –
-          Ellie … Cedric si è sacrificato per salvare Orube, perché ne è innamorato –
Elion si ritrasse.
Sbatté le palpebre un paio di volte.
-          Cedric … è morto? –
La notizia la colpì più del previsto.
Cornelia le prese la mano:
-          No, Ellie, ma è vivo per pochissimo. Caleb ti ha raccontato di come io l’ho riportato in vita, vero? Quando era diventato un fiore! Ellie, se tu non provi ad aiutarci Cedric morirà per sempre, definitivamente. E Orube è disperata, non sai quanto e come stia soffrendo! –
Elyon era ancora sconvolta e … stupita.
-          Cedric è innamorato? E per davvero? –
-          Si, Ellie. La Terra lo ha fatto diventare un altro. Lui non sarebbe mai più una minaccia. Lui ha capito cosa sia importante! –
-          Tutto questo è … stranissimo! – Elyon riprese fiato un secondo: - … ho conosciuto Cedric come il più grande maestro degli imbrogli e della finzione. Eppure siete sincere. Cedric … innamorato … sacrificato … -
La regina di Meridian portò una mano alla fronte.
-          Che stiamo facendo ancora qui? Portatemi da lui! –
Disse rivolgendo alle ragazze uno sguardo grande quanto i suoi occhi verdi potessero abbracciare.
 
 
Nella Fortezza Orube stava perdendo ogni speranza.
Sentiva quel lieve gemito fischiante e la spaventava molto più di quanto l’avrebbe spaventata un silenzio tombale.
Yan Lin l’aveva lasciata sola, forse per riservatezza, forse per andare ad avvisare l’Oracolo ed Endarno dei fatti accaduti.
Si ritrovò a fiutare come una felina l’oggetto delle sue cure: i capelli biondi avevano lo stesso profumo intenso di cui Cedric era perennemente impregnato. Sapeva di buono, di dolce, ma allo stesso tempo di polvere e di libro antico. Ogni respiro le ricordava un attimo diverso nel quale lui l’aveva guardata o le aveva rivolto parola durante il suo soggiorno presso la Ye Olde Bookshop.
-          Cedric. Non te ne andare, ti prego. Anche tu sei stato per me la migliore accoglienza che potessi trovare su un pianeta alieno. Mi hai trascinata in un mondo sconosciuto a entrambi. E ora che fai? Mi ci abbandoni? Non puoi farmi questo, non posso lasciarti andare un’altra volta … Cedric, non dimenticarti chi sei. Sei un uomo meraviglioso, Cedric! Svegliati! Non sei il mostro che credi, Cedric. Sei un uomo meraviglioso … sei un essere umano meraviglioso, speciale. Non voglio tornare a Basiliade, Cedric. Non voglio più stare a Kandrakar. Voglio stare a Heaterfield con te, Cedric. Dovunque tu sia io voglio stare con te. Non da sola, mai più da sola.  Con te, solo con te. Non andare via, Cedric, non lasciarmi qui da sola un’altra volta … -
Le sue parole erano poco più che un sussurro e il volto di rettile che accoglieva in grembo veniva coperto dai suoi capelli, dalle sue lacrime e dalle sue carezze.
 
Dopo qualche istante indefinito Orube sentì posarsi sulla schiena una mano.
Si voltò impaurita: i suoi sensi non l’avevano avvisata, era troppo concentrata sul suo dolore.
Il misto di emozioni che provò fu folle: Elyon, accompagnata dalle cinque Guardiane, risplendeva e illuminava la stanza delle stille nella fortezza di Kandrakar.
-          Oh maestà! Sei venuta per aiutarmi! Oh buona maestà! –
Disse Orube fissando la radiosa sovrana di Meridian.
-          Non chiamarmi così, Orube! Dopotutto noi ci conosciamo, siamo amiche! –
-          Lo so che Cedric ti ha raccontato molte menzogne in passato, ma ti prego, lui non è più quello che era prima, lui ora è cambiato, lui è … -
-          Tranquilla, amica mia – Disse Elyon poggiandole la mano che prima l’aveva toccata sulla schiena, su una spalla: - non sono qui per giudicare Cedric. Sono qui per fare il mio possibile per aiutarlo. Perché ho fiducia nel suo cambiamento e perché ti voglio bene –
Un rumore di porte che si aprono suggerì al gruppo di ragazze di voltarsi:
l’Oracolo, seguito da Yan Lin ed Endarno, stava facendo il suo ingresso.
-          Benvenuta Luce di Meridian, la Fortezza è onorata di ospitarvi in questo luogo di pace –
-          Pace a voi, Oracolo. Le Guardiane mi hanno raggiunta in cerca di aiuto che intendo del tutto concedergli. Spero che questo non vi manchi di rispetto, Oracolo –
-          No, affatto, Elyon. Yan Lin ha fatto capire a tutta la congrega che l’egoismo claustrofobico con cui Kandrakar si è comportata nei confronti di molte vicende è fuori luogo e non si addice al nostro comportamento –
-          Siamo venuti qui per aiutarvi, Luce di Meridian- disse Endarno inchinandosi a Elyon.
-          Endarno … sono molto felice di rivedervi-
Elyon ricambiò l’inchino.
-          Vogliamo donarti il nostro aiuto, Elyon- aggiunse Yan Lin: - ti offriremo l’aiuto magico di cui necessiti e che noi possiamo darti –
Elyon sorrise, poi inginocchiandosi dinnanzi al corpo di Cedric, si sfilò la Corona di Luce.
Fece cenno ai membri del Triumvirato di Kandrakar che se volevano procedere quello era il momento; così fecero: Himerish, Endarno e Yan Lin emanarono un raggio di energia pura e candida verso la Corona, che prese a brillare e a vibrare ancora di più.
Elyon, con tutta la grazia di cui le sue belle mani erano capaci, pose sul capo di Cedric la Corona di Luce, carica di tutta la buona magia di Meridian, sua terra natia, e di Kandrakar, luogo che gli aveva concesso la vita da umano.
La stanza si illuminò di bianco puro, né più luce né più ombre per una manciata di secondi.
Coloro che occupavano la stanza si sentirono invasi da un’ondata di immenso potere, innocente, buono, grandissimo.
 
 
 
-          … Orube? –
Una voce familiare pronunciò quell’insieme di lettere.
Era una voce sorpresa, senza fiato, sconvolta.
Orube alzò finalmente la testa e fra le sue braccia non trovò più la mostruosa testa del rettile … ma l’affascinante faccia umana di Cedric.
Aveva gli occhi stralunati, chiari, persi nello stupore; vagavano nello spazio circostante e si erano fermati sul volto di Orube.
-          Cedric! Oh sei tu! Sei vivo! –
Orube gli si gettò addosso, quasi soffocandolo con il suo peso corporeo, stringendolo in un abbraccio che nessun essere umano sarebbe stato capace di caricare di così tanti sentimenti.
-          Piano … Orube … coff! … io non … -
-          Oh scusa! Scusami! –
Disse Orube drizzandosi di nuovo in ginocchio, accarezzando il volto dell’uomo che amava, sempre poggiato sulle sue gambe.
-          Elyon? –
Gli occhi dell’ex reo metamondese fremettero.
Elyon sorrise e fece cenno a cedric di tastarsi la testa.
Cedric alzò febbrilmente un braccio e posò la mano sulla sua fronte.
Orube osservava ogni suo movimento con gli occhi gonfi di lacrime pronte a esplodere di gioia da un momento all’altro.
-          Ma questa è … la Corona di Luce?!-
Cedric si sfilò velocemente il prezioso oggetto e dopo averlo osservato lo allungò senza pensarci a Elyon.
Elyon osservò il braccio teso, stupita.
-          Sei davvero cambiato, Cedric! –
Era commossa.
Riprese la corona e se la mise in capo.
Cedric posò il suo sguardo adesso negli occhi di colei che ancora lo stava sorreggendo.
-          Orube … i tuoi occhi brillano … come un sole –
Allungò la mano verso il volto della ragazza e gli appoggiò il palmo su una guancia; seguì con il pollice il percorso di una lacrima sfuggita al controllo della guerriera.
Non riusciva a proferire parola, non riusciva a dire niente.
 
-          Bentornato Cedric di Meridian –
La voce dell’Oracolo ruppe quell’infinito attimo fatto di sguardi e sentimenti.
Cedric cercò di voltarsi per vedere cosa gli accadeva intorno e Orube lo aiutò a mettersi a sedere.
-          Ma dove mi trovo? Sembra … Kandrakar –
-          Infatti è così. Alzati in piedi, Cedric, è giunto per te il momento di fare una scelta importante –
Orube aiutò Cedric ad alzarsi in piedi e la sua mano scivolò lungo il suo fianco e toccò il braccio di lui. Lui afferrò la manica della veste di Orube, involontariamente, come per impedire che il tocco di lei lo abbandonasse.
Quando si accorse di quello che aveva fatto, Cedric ritirò la mano e fissò Orube negli occhi, spaventato. Lei lo osservava, adorante, e sapeva che il suo carattere era ancora restio alle pulsioni umane.
Si guardò intorno, spaesato, e passò in rassegna tutti i volti che componevano la piccola folla presente nella stanza.
-          Ascoltami, Cedric –
Ripeté gentilmente l’Oracolo.
Il Metamondese fissò colui che parlava, stupito di poter di nuovo udire e vedere.
-          La tua ultima azione nel mondo incantato del Libro degli Elementi mi ha fatto capire che la tua riabilitazione è terminata. Da questo momento in poi io non sarò più qui per sottoporti un castigo per il tuo passato.-
A Cedric si illuminarono gli occhi e continuò a guardarsi intorno, stupito dalla meraviglia di essere di nuovo vivo.
-          Tuttavia … - continuò l’Oracolo: - devo costringerti a prendere una decisione molto importante riguardo al tuo futuro. Grazie a Orube, a Yan Lin, alle Guardiane e a Elyon, tu sei libero dalla prigione di inchiostro in cui eri stato confinato. Ora ti chiedo: che cosa vuoi fare? Si aprono due varchi di fronte a te. Io non avrei niente in contrario se la tua scelta fosse quella di tornare a Meridian, tua città natale, con il pieno controllo dei tuoi antichi poteri. –
Elyon sorrise dolcemente:
-          E Meridian ti accoglierebbe a braccia aperte –
Himerish continuò: - Oppure puoi decidere di tornare sulla Terra, privo di ogni potere magico, esattamente come ti avevo lasciato al momento del tuo esilio –
 
Cedric si ricompose, schiarendosi la voce.
Pareve molto più lui, adesso, e la sua posa era composta e rettilinea.
Abbassò lo sguardo per pochi secondi, si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-          Signore- disse: - la vostra malignità è illimitata –
Tutti sgranarono gli occhi e Orube strinse i pugni.
-          Avete impostato il vostro pomposo discorso in modo tale da farmi cadere in trappola per l’ennesima volta. Meridian è la mia casa natale, luogo al quale lego ricordi spiacevoli: invidia, brama, odio, falsità … ma voi celate tutto questo nelle vostre parole con la promessa che io là potrò vivere felice, visto che mi restituirete i poteri di cui mi avete privato. Ebbene, voi tutti mi conoscete e sapete quanto io brami il potere. Lo bramo più di ogni altra cosa al mondo … -
Irma si avvicinò a grandi passi, ma Cornelia la trattenne.
-          … perciò- continuò Cerdic: - non mi lascerò sfuggire il potere più grande di qualsiasi altro trucchetto da fattucchiere, ora che l’ho trovato. Voi avete finto che la terra fosse un luogo desolato e privo di magia. Ma se pensavate di tenermelo nascosto per sempre, beh, vi sbagliavate.-
Cerdic si voltò e tese il braccio verso Orube. Esitò un attimo, poi le afferrò entrambe le mani, e non staccò i suoi occhi chiari da quelli di lei.
-          La mia decisione è dunque dettata dalla mia sete di potere, inestinguibile. Che cosa me ne farei di inutili capacità di mutare le mie sembianze? Che cosa, ora che ho trovato una magia in grado di devastare qualsiasi sentimento o emozione io avessi mai provato a Meridian? Ho deciso di restare sulla Terra, insieme all’unica creatura in grado di condividere con me il più grande e potente potere magico. Desidero farla mia regina e mia complice finché questo esile corpo umano me lo permetterà –
Così dicendo accarezzò i capelli scuri di Orube, inclinò la testa e la baciò.
Orube schizzò come un gatto cui hanno gettato un secchio d’acqua, ma dopo essersi ritratta in quel primo momento, contrattaccò, da vera guerriera, e rispose a quella dolcezza fredda e delicata di Cedric con tutta la forza e il fuoco di cui era capace.
Fu il bacio più strano che qualcuno avesse mai visto, sembrò quasi come uno scoglio spigoloso che si fonde e si incrina a contatto con un iceberg. Eppure fu agli occhi di tutti un meraviglioso segno di qualcosa di grande, che va al di là della comprensione.
L’oracolo, suo malgrado, sorrise, e così fecero Endarno e soprattutto Yan Lin.
-          Sei un vero romanticone, sai?-
Disse Irma tirandogli una gomitata.
L’Oracolo intervenne prima che Irma rischiasse la vita.
-          Dunque i cancelli di Meridian ti si chiudono, Cedric. Tu rinasci adesso come essere umano a tutti gli effetti, per sempre.-
-          Non cercare di tentarmi, oracolo-
Rispose Cedric con tono quasi infido e minaccioso.
-          E dai, serpentone!- insistette Irma: - puoi sempre chiedere un passaggio a noi se avrete voglia di passare un week-end dalle tue parti!-
Will salvò di nuovo la situazione lanciando a Cedric e Orube uno sguardo caldo e accogliente:
-          Davvero. Quando avrete bisogno di noi, saremo sempre ponte ad aiutarvi. Sapete dove trovarci-
-          E voi sapete dove trovare noi –
Disse Orube, stringendosi al petto di Cedric, annusando ancora una volta il suo profumo meraviglioso.
Quello che aveva perduto, adesso finalmente, l’aveva ritrovato.
 
 
 
 
 
 
 
->Angolo dell’autrice <-
Salve a tutti coloro che hanno letto la mia breve/lunga fan fiction. Vi ringrazio infinitamente di essere arrivati fin qui, perché significa che la lettura vi ha entusiasmato e avete voluto portarla fino in fondo.
Premetto che il fumetto W.I.T.C.H. è stato l’accompagnatore insostituibile della mia prima adolescenza e ora che vedo la soglia dei 20 anni avvicinarsi sempre di più vengo presa spesso da attacchi nostalgici per quel passato che mi ha fatta così tanto sognare.
La perdita di Cedric e la scomparsa definitiva di Orube dal fumetto mi hanno devastata. Il fumetto, dopo la serie di Ludmoore è caduto veramente in basso, verso una fine così indegna di cui non voglio parlare oltre.
Questa fiction vuole essere il mio grido disperato contro il mancato happy ending per la storia d’amore più bella dell’intero fumetto. Vuole essere uno spiraglio che mi è mancato e che sono stata costretta a costruirmi da sola.
Vi ringrazio ancora per aver seguito questa mia fantasticheria fino alla fine.
Un abbraccio
Nerina
(p.s. E DOVE CAVOLO HANNO FATTO FINIRE JOEL?! Ridatemi Irma e Joel! Vengo lì e distruggo tutto!!)
  
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