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Autore: Neko    14/05/2013    1 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 56: Il portale

 

Era diverso tempo che Tashiji e Zoro camminavano in cerca dell’accampamento, ma ormai era palese: si erano persi.

Non fu tanto difficile capirlo quando si ritrovarono in prossimità del mare.

“Direi che non è questa la strada!” disse Zoro seccato.

“Ma che genio! Lo hai capito dal fatto che la base si trovava su di una collina o che da qui in poi non si va avanti a meno che tu non sia un pesce?” chiese Tashiji sarcastica.

“Se sapevi che la strada era sbagliata, perché non hai detto niente?” chiese Zoro sbuffando.

“è da più di un’ora che te lo sto dicendo, ma il tuo orgoglio è troppo grande per dare retta a una donna!”

“Per dare retta a un marine piuttosto!” la corresse Zoro “Visto che sei tanto brava, perché non fai strada?”

“Con piacere!” disse guardando il ragazzo storto e poi incamminarsi. Tashiji però, nonostante il suo orientamento non fosse pessimo come quello di Zoro, non sapeva esattamente l’accampamento fosse, ma per non darla vinta allo spadaccino, fece finta di niente e si fece guidare dal proprio istinto. Avrebbero potuto seguire il fiume al contrario, peccato che il rio si era volatilizzato, stando alle calcagna del pirata.

Sbuffò, quando qualcosa attirò la sua attenzione. Corse facendo attenzione a non inciampare nei numerosi sassi che trovava lungo il cammino. Raggiunse così una grotta, aperta in più punti permettendo alla luce di entrare e dando visione di quel luogo che riputava straordinario, per le stalagmiti e stalattiti che decoravano soffitto e pavimento che a contatto col sole, diffondevano nell’ambiente diversi colori.

Si fermò a guardare i muri sui quali vi erano diversi  disegni.

“Cosa diavolo stai facendo?” chiese Zoro raggiungendola, per niente affascinato dal luogo.

“Guarda che meraviglia!” disse Tashiji, passando da un muro all’altro.

“Si, certo, bellissimo, ora andiamo!” disse lo spadaccino incrociando le braccia.

Tashiji si girò contrariata “Sei proprio uno zoticone, ma non ti rendi conto che potremmo essere i primi a scoprire delle antiche pitture di una popolazione ormai estinta?”

Zoro scrollò le spalle “Non mi tocca, non è questo che  mi interessa! Voglio solo ricongiungermi con i miei nakama, nel caso tu e il tuo capo decidiate nuovamente di metterci i bastoni tra le ruote!”  disse lo spadaccino, ma si accorse di non essere ascoltato, perché la ragazza di era inoltrata ulteriormente all’interno della grotta.

 

Era tentato di andarsene e lasciarla da sola, ma un urlò da parte di Tashiji, lo fece desistere e corse a vedere cosa le fosse successo.

La trovò a terra tremante con le gambe al petto.

“Cosa è successo?” chiese Zoro con la katana sguainata, pensando a qualche sorta di bestia feroce, disturbato dalla loro presenza in quel luogo.

“Un topo!”

“E tu mi hai fatto correre fin qui per un topo?” disse seccato.

“Non mi pare di averti chiesto niente Roronoa Zoro. Puoi benissimo andartene, perderti e morire di stenti per quel che mi importa!” disse Tashiji infastidita dal comportamento dello spadaccino.

Tsè!” rispose Zoro andandosene.

“Non moriresti se ti mostrassi un po’ più gentile!” urlò Tashij,i provocando una reazione a catena.

Le stalattiti più pesanti e quindi meno stabili alle urla della ragazza, si staccarono, portando con sé differenti pezzi di roccia, provocando una frana che separò Tashiji e Zoro.

Il secondo si trovava dalla parte dell’uscita e Tashiji per quanto ne sapesse, poteva essere in trappola, se non peggio.

Tashiji!” urlò, provocando un altro crollo “Accidenti, queste donne sono solo portatrici di guai!”

Usò la sua katana per sbaragliare i detriti che gli impedivano di raggiungere la ragazza.  Ella era nuovamente a terra e soprattutto dolorante. Zoro scalò il piccolo muro che la separava da lei e la scrollò.

“La mia gamba!” disse Tashiji, stringendo gli occhi per attutire il dolore.

L’arto della ragazza era intrappolato sotto i detriti del crollo e si poteva vedere del sangue colare dalla gamba.

Zoro, sebbene non fosse mai delicato, cercò di levare i pesi piano, in modo da non danneggiare ulteriormente la ferita.

“Deve essere rotta!” disse Zoro guardandosi intorno. Vide una stalattite intera e abbastanza resistente, capace di arrivare intatta fino al campo dei marine. Si strappo la maglia e improvvisò una fasciatura di emergenza, sotto sguardo stupito di Tashiji.

“Sai che non ti capisco. Prima mi tratti come se fossi una seccatura, adesso invece sei completamente diverso!”

“Continui a essere una seccatura, ma come ho detto prima, il fatto che sei un marine e per di più seccante, non è un motivo per farti morire…anche se credo che te la saresti cavata ugualmente!” disse Zoro “Ora cosa ne diresti se ce ne andassimo da qua? O ti devo portare via con la forza?”

Tashiji annuì e  non potendo camminare, si fece portare in braccio dallo spadaccino, sebbene provasse un certo imbarazzo.

 

Nami e gli altri decisero di muoversi. Non avevano la più pallida idea di dove cominciare le ricerche, ma rimanere li fermi ad aspettare l’inevitabile avrebbe di sicuro peggiorato la situazione. Rufy aveva ripreso conoscenza per pochi secondi, ma non sembrò riconoscere nessuno dei suoi compagni.

Alcuni marine tornarono, dopo aver ricevuto ordini da Smoker, con sei pistole per segnalare la presenza.

“Dividiamoci. Ognuno andrà per conto suo e il primo che trova il portale, lo segnalerà agli altri. “Karin, dammi la chiave. Nel caso lo trovassi, comincerò ad inoltrarmi in quel mondo, non ha senso che aspetti l’arrivo di qualcuno se nessuno vi può entrare!” disse Nami con uno sguardo che non ammetteva repliche.

Karin titubante, in quanto voleva andare anche lei, consegnò la chiave alla ragazza, per poi partire immediatamente  alla ricerca. Voleva trovarlo lei per prima, per impedire alla navigatrice di andare in quel luogo da sola.

Andia…aspettate, dov’è finito quello stupido spadaccino?” chiese Sanji, accorgendosi della sua assenza.

“Non abbiamo tempo per lui…si sarà perso!” disse Nami incamminandosi, fermandosi di colpo quando vide Zoro e Tashiji  comparire nel suo campo visivo.

“Finalmente vi abbiamo trovato!” disse Zoro.

“Non posso crederci, qui sta succedendo il finimondo e tu vai a farti una passeggiata romantica con la nemica? E perché sei a petto nudo?” disse Usopp spalancando gli occhi.

Zoro arrossì di colpo per l’imbarazzo, al pensare di aver suscitato un certo genere di pensieri ai suoi nakama.

“Non è come cre…”

“Non importa, dobbiamo salvare Rufy, Robin e Chopper!” disse Nami interrompendolo, ma allo stesso momento all’armandolo.

Smoker, che aveva già dato ordine di curare Tashiji, spiegò alla veloce la situazione.

“Noi abbiam visto una grotta con strani disegni, potrebbe essere lì quel portale, sebbene non abbia visto quello specifico disegno!” li informò Tashiji.

“Io si! Era vicino al luogo dove ti sei ferita!” la mise al corrente Zoro, il quale subito venne sommerso di domande.

“Sai portarci sul luogo?” Chiese Nami, non sperando nell’orientamento del compagno. Infatti Zoro fece una faccia come a dirle che stava chiedendo alla persona sbagliata. Fu grazie a Tashiji, che indicò loro il luogo sulla mappa che i Mugiwara giunsero a destinazione.

“Non dovremmo avvertire Karin?” Chiese Usopp ricordandosi di colei che avrebbe potuto salvare i suoi compagni.

“Ci penso io, tu Nami vai pure avanti!” disse Franky armandosi di pistola.

 

“L’avete trovato?” chiese Karin giungendo sul posto il prima possibile.

I mugiwara annuirono e dall’assenza di Nami, la ragazzina comprese che ella era già entrata.

Non diede spiegazioni, né interpellò nessuno, si fiondò all’interno del portale, che mostrava a coloro che non oltrepassavano la porta, una spirale azzurra e violacea che volteggiava freneticamente.

 

L’interno era un luogo assurdo e strano. La fisica non esisteva e si poteva camminare in qualsiasi senso si volesse. Si poteva camminare sul soffitto, in orizzontale, in obliquo, ma sembrava sempre di camminare nel modo giusto. Il colore dominante di quel luogo era l’azzurro e in certi punti non vi era nemmeno la gravità, nei quali si vedevano volteggiare degli vari oggetti di natura ignota. Non sembrava esserci vita in quel luogo, solo quel misterioso fiore era capace di trarre giovamento in quelle precaria situazione. Non c’era sole che lo riscaldava e non vi era acqua che lo nutriva… era un fiore speciale proprio come quel luogo.

Una leggenda raccontava che era un luogo fatto di sogni. Sogni andati perduti e non realizzati che si perdevano in quel luogo e il fiore era probabilmente il sogno di coloro che volevano curare tutte le malattie del mondo, cosa fino a quel momento impossibile.

Il fiore aveva la fama che se raccolto e messo sotto il letto della persona malata, questa guariva miracolosamente e per questo suo prezioso potere, erano molte le persone che si erano dirette in quel luogo per strapparlo dalle sue radici. Inizialmente non vi era distinzione di chi poteva entrare in quel luogo. Uomo, donna o animale, chiunque vi poteva accedere, ma quel mondo aveva ideato un sistema di difesa. Troppe volte qualcuno aveva rubato qualcosa, troppe volte quel fiore era stato strappato solo per arricchire la gente, finchè un giorno nacque una regola. Il fiore poteva essere raccolto solo da coloro che realmente lo volevano per curare le persone amate e da quello che aveva visto il mondo fino a quel giorno, solo le pochissime donne che erano entrate, avevano avuto questo desidero. Gli uomini, per lo più briganti, vedevano in esso solo denaro.

Karin rimase a bocca aperta alla visione di quel luogo. Sebbene glielo avessero descritto, era tutt’altra cosa vederlo coi propri occhi. Si dimenticò quasi del suo motivo per cui era li in quel momento, fu un mancamento a farglielo ricordare.

“Oh no, Nami!” disse prima di cominciare a correre.

 

 Et voilà!!! Dite la verità, dopo un giorno di non aggiornamento avete cominciato a temere che non avrei aggiornato per un altro secolo eh? Mi dispiace deludervi XD, ho semplicemente deciso di lasciare più tempo per far leggere la storia a più persone, sebbene a volte sia difficile, quando ho voglia di scrivere.

Allora, cosa ne pensate di questo capitolo? Un po’ di stallo vero? Non succede un granchè…eh in effetti volevo far succedere una cosuccia, anche se l’ho introdotta, ma ho rimandato al prossimo capitolo.

Bhe che altro dire?
Alla prossima

Ciao

Neko =^_^=

 

  
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