Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: leo rugens    17/05/2013    7 recensioni
George correva, e non sapeva più se fosse sulla collina dove andavano a giocare sempre a Quidditch o per un corridoio del terzo piano del castello.
“Fred, Fred!”
Lo rincorrevano solo l’eco dei suoi passi e una verità che non riusciva ad accettare. Dal niente, comparve una porta vecchia, levigata e di legno spesso.
“Fred?- Chiamò ancora, e quella si aprì, lasciando passare uno spiraglio di luce –Sei là dentro?”
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
leo rugens' stories 2013©
Disclaimer: Questa storia è stata scritta per mero diletto personale e per quello di chi vorrà leggerla.
Non si tenta in alcun modo di stravolgere il profilo dei caratteri noti.
Il mondo di Harry Potter non mi appartiene in alcun modo, così come i suoi personaggi.

Il banner è mio, fatto io, ci ho sanguinato io. Se copiate, giuro che vi prendo a sprangate.

 


Categoria: Harry Potter.
Contesto: II Guerra Magica, Battaglia Finale.
Personaggi principali: George Weasley, Fred Weasley.
Pairing: /
Rating: Arancione
Genere: Angst.
Conteggio parole: 1.283
Commento dell'autrice: Ho pianto scrivendola, devo ancora capire se le lacrime erano dovute alla storia o al modo schifoso in cui scrivo.

Che persona orribile che sono. Scusate, avevo questa OS in testa da secoli e secoli, dovevo scriverla. Finalmente sono tornata anche nel fandom della mia saga preferita, mi siete mancati tanto, anche se non verrò considerata minimamente.
Voglio autocongratularmi con me (egocentrica!) per il mio primissimo banner fatto tutto tutto tutto da sola. So che non è niente di che ma, vi prego, lasciatemi scritto cosa ne pensate, anche se è negativo, non mi offendo mica! :)
Se volete cercarmi sui social networks, i link sono nella mia bio.
A presto,

Sun.




 

 



 

 

Al terzo fratello.


 

Espejos


Harry Potter, quando aveva undici anni e i vestiti più larghi di circa due taglie, credeva che lo Specchio delle Brame esistesse solo nella favola babbana di Biancaneve. Mai avrebbe pensato di ritrovarcisi davanti, durante il suo primo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e rivedere per pochi minuti tutta la sua famiglia, che non aveva più.


George Weasley, incredibilmente romano dopo un anatema che si era voluto portar via il suo orecchio, lasciando al suo posto un incantevole foro -e qui, di battute migliori, potevamo pescarne a migliaia-, sapeva che se facevi il solletico alla pera del quadro della frutta, avevi libero accesso alle cucine. Mai avrebbe immaginato che, dopo la battaglia finale contro Colui Che Non Deve Essere Nominato, ogni superficie in grado di riflettere qualcosa sarebbe diventata il suo Specchio delle Brame.




***




Percy Wealsley era sempre stato estremamente pomposo. Se George lo avesse dovuto Trasfigurare in qualcosa, lo avrebbe trasformato, senza ombra di dubbio, in una bombetta nera, lucidata a dovere.
O in un bollitore per il tè, uno di quelli che borbottano e fischiano di continuo. Quando se lo ritrovò davanti, mantello da viaggio stracciato e occhiali storti, il 2 maggio 1997, rimase completamente basito.
“Allora, si combatte?”
“Percy?- Aveva chiesto incredulo, sbattendo più volte le palpebre mentre Fred sbiancava in modo preoccupante- S-sei sicuro di star bene?”
“Mai stato meglio in vita mia, fratellino!- Esclamò, sfoderando la bacchetta con leggerezza, come se un’armata oscura non stesse cercando di distruggere il castello –Sarei tornato prima, ma al Ministero ci tenevano sott’occhio, è stato difficile riuscire a seminare i miei inseguitori.”
“Perce?”
La signora Weasley fissava il figlio con gli occhi sbarrati, cercando di trattenere una Ginevra piuttosto infuriata per un polso e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, le lacrime.
“Mamma, io…”
“Oh, Perce!- Ululò la donna, gettandoglisi addosso –Il mio bambino!”
“Beh, grazie per la grande considerazione che hai di noi, mamma.” Commentò piccato Fred, appoggiandosi alla spalla di George, che assunse il suo stesso cipiglio accusatore.
Molly tirò su con il naso, stampando un bacio umido sulla guancia del terzogenito, ridendo acquosamente.
“Non essere sciocco Fred, sono contenta che tu sia vivo e…”
“Vedi, e hai anche il coraggio di definirti una madre? Non riconosci neanche i tuoi figli, io sono George!”
“Georgie caro, scusa io non…”
“Ah, te l’ho fatta di nuovo, sono Fred!”
Tutti sospirarono, mentre i gemelli ridevano come matti dandosi il cinque; delle urla terrorizzate provenienti dal cortile li fecero scattare sull' attenti.
“Stanno arrivando, Ginny… Dov’è Ginny?” Arthur Weasley, più stempiato e stanco di qualche anno, cercò con lo sguardo l’unica figlia, senza successo.
“Vado a cercarla di qua!” Si offrì volontario George, correndo verso la Torre di Astronomia.
“Noi invece andiamo verso l’entrata!”
Fred e Percy si affrettarono a raggiungere il portone, ma una schiera di uomini mascherati e incappucciati si parò loro davanti. Cominciarono a duellare, buttandosi nella mischia. L’uomo che combatteva contro Percy, ad un certo punto, perse il cappuccio, rivelando un uomo attempato, con i capelli grigi.
“Ah Ministro!” Urlò Percy, scagliandogli contro una fattura “Le ho detto che do le dimissioni?”
“Hai fatto una battuta Perce!” Gridò Fred, Schiantando il Mangiamorte con cui stava combattendo per poi fermarsi e sorridergli con l’allegria negli occhi “Hai davvero fatto una battuta, Perce… L’ultima che ti avevo sentito fare era…”
Non finì mai la frase, perché uno dei tanti incantesimi rimbalzò, facendo esplodere l’aria e crollare un corridoio. Sotto le macerie, mentre i suoi fratelli gli chiedevano di svegliarsi, Fred Weasley esalò  la sua ultima risata, congedandosi da quel mondo.





 

“Come stai Freddie?”
“Bene.”
“Anche io.”




 

 

“George, Fred è morto.”
“Non è vero, dove si è andato a nascondere?”
“Tesoro…”
“Ho capito, adesso lo vado a cercare.
“Ma così ti farai ammazz…”




 


“George, io adesso mi nascondo, e tu devi trovarmi dopo aver contato fino a dieci!”
“Ma…”
Fred, sei anni e un incisivo mancante, gli sorrise tranquillo, indicandogli il capanno degli attrezzi del padre.
“Dai, quella lì è la tana!”
“E va bene, ma alla prossima la conta la fai tu!”
“Promesso!- Urlò l’altro, iniziando a correre verso i campi –Non barare, guarda che ti vedo!”
“Uno, cinque, sette…”






“Cavolo, ma secondo te la Stanza della Necessità funziona ancora?” Domandò Ron, osservando le ultime fiamme di Ardemonio sparire nelle crepe del muro.
“Non lo so.- Sospirò Hermione, aiutando Harry a rialzarsi –Ma guardiamo il positivo. Un Horcrux in meno, no?”
“Noi la chiama Stanza Va e Vieni signore, perché appare solo quando se ne ha realmente bisogno.” Mormorò Dobby, mortalmente serio, nella testa del ragazzo, che si scrollò i calcinacci di dosso e afferrò i resti del Diadema di Corvonero da terra.
“Secondo me, aveva un’altra missione da compiere.”





“Un’ora. Un’ora per raccogliere i vostri morti, curare i feriti. Harry Potter, adesso mi rivolgo direttamente a te…”
George correva, e non sapeva più se fosse sulla collina dove andavano a giocare sempre a Quidditch o per un corridoio del terzo piano del castello.
“Fred, Fred!”
Lo rincorrevano solo l’eco dei suoi passi e una verità che non riusciva ad accettare. Dal niente, comparve una porta, una di quelle vecchie, levigata e di legno spesso.
“Fred?- Chiamò ancora, e quella si aprì, lasciando passare uno spiraglio di luce –Sei là dentro?”





 “Guardaci Georgie, adesso siamo quattro!”
George rise, iniziando a fare smorfie davanti allo specchio, imitato subito dal fratello.
“I quattro gemelli Weasley… Ehi, non suona male!”
“Credo che io e te bastiamo e avanziamo!”
“Si, ma io sono più bello.”
“Ritira subito quello che hai detto, crosta di piede di troll che non sei altro!” Lo minacciò il gemello, iniziandogli a fare il solletico e svegliando mezzo dormitorio.






George entrò nella stanza e la porta si chiuse. Le urla di morte, incantesimi e disperazione sparirono, lasciando spazio al regno del silenzio. Le pareti, il pavimento, il soffitto, erano completamente spogli. Al centro della stanza troneggiava uno specchio dall'aria antica, leggermente incrinato al centro.
“Fred?”
Non ebbe risposta, ma lo specchio ruotò e, dopo quelli che sembravano secoli, vide il suo riflesso.
“Fred, sei tu? Adesso vado a farti tana!”
Non si era reso conto della voce spezzata e delle lacrime silenziose che gli inumidivano gli occhi.
“F-Fred, stai bene?”
Appoggiò la mano contro il vetro, fissandosi singhiozzare, inginocchiato per terra. Dal nulla, sentì un eco lontano, quasi sospirato.

 

“George, sto bene.”


Alzò lo sguardo e, per un attimo, il suo riflesso gli sorrise.
“Fred?”
Improvvisamente si ritrovò fuori dalla stanza, a fissare un muro bianco, uno come un altro.
“Fred?” Chiamò ancora. Nessuna risposta. Sospirò, passandosi una mano fra i capelli incrostati di sangue.
La sua attenzione fu catturata da un calcinaccio, abbandonato nel corridoio. Lo raccolse, rendendosi conto che si trattava di un frammento di uno specchio, probabilmente andato distrutto durante la battaglia.

Fu allora che George capì quanto fosse condannato. Quello nella Stanza delle Necessità era lo Specchio delle Brame, che gli aveva mostrato il suo stesso riflesso. Perché lui e Fred erano uguali, fratelli, stesso sangue. Avrebbe dovuto vivere una vita intera, specchiandosi e vedendo il suo gemello di fronte a sé. Ogni specchio avrebbe, in realtà, riflesso il suo desiderio. E, nel medesimo istante in cui Harry Potter sorrideva per l’ultima volta all’ombra di sua madre, George si guardò nel frammento dello specchio, rivedendoci Fred.
“Stammi vicino.” Sussurrarono, nello stesso momento.

Un sasso che cade fra le sterpaglie della Foresta Proibita, un coccio di vetro che va in frantumi contro il pavimento. Due ragazzi che hanno accettato la loro condanna, uno da una vita intera, l’altro per un’intera vita.


Avrebbero avuto qualcuno per cui valeva combattere, provarci, per quanto fossero distrutti.

 


"Sempre Georgie, sempre."


 

***




 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: leo rugens