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Autore: LaGraziaViolenta    18/05/2013    4 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove Serena Latini sogna ad occhi aperti durante la lezione. Niente di più, davvero.



Babbanologia coi Corvonero era come un elettroencefalogramma piatto. Il criceto smetteva di girare, le rotelle si arrugginivano e il cervello si spegneva. Ma andava tutto bene, finché non iniziavi a sentire un insopportabile ronzio. Fissavi la professoressa con gli occhi vitrei cercando di escludere il ronzio dalla tua testa, fino al momento in cui non ti rendevi conto che era la tua stessa testa a produrlo. Il cervello ha dei meccanismi di autodifesa davvero bizzarri contro la noia.
Studiare la telefonia fissa non era certo la mia passione. Forse le cose sarebbero potute migliorare l’anno prossimo, l’ultimo, quando avremmo studiato le connessioni internet. Allora sì che avrei dimostrato di avere una Cultura.
Lanciai uno sguardo a Jeanie, di fianco a me. Nonostante avesse al suo fianco una nata babbana, prendeva appunti furiosamente.
«Ehi, Jeanie.»
Niente.
«Jeanie.»
Arricciò il naso.
«Jeanie Joy.»
«Oh, ma che vuoi?»
Repressi un brivido. Mi sforzai di sorridere. «Chissà se ci faranno fare le prove pratiche di uso del telefono.»
Jeanie scostò la treccia bionda dalla pergamena su cui prendeva appunti. «Non credo. Le babbanate elettroniche non funzionano, a Hogwarts.»
«Potrei chiamare i miei.» Rimasi pensierosa. «Anche se penso che sarebbe una telefonata costosa. Chi pagherebbe la bolletta?»
«Ti ho detto che a Hogwarts non funzionano.»
Mi persi nei miei pensieri. Usare il telefono cellulare solo per tre mesi all’anno sembrava la cosa più conveniente al mondo, per qualsiasi genitore. Poi tua figlia fa amicizie in Gran Bretagna e scopri che il costo dei messaggi è esorbitante. Allora ci ripensi. E quando scopri che tua figlia potrebbe comunicare via gufo, praticamente gratis, inizi a bollire per il nervoso.
La comunicazione via internet è sempre la più vantaggiosa.
Sospirai. Ricominciai a sentire il ronzio. Dovevo scacciarlo dalla mia testa. Appoggiai il mento sulle mani e fissai la lavagna.
«Sai, Jeanie» mormorai. «Se fossi in Italia, e avessi internet, mi connetterei e leggerei fanfiction. In genere nelle fanfiction le lezioni non sono mai noiose. Gli alunni rispondono a tono ai professori, e i professori sono dei gran figaccioni con cui ti apparteresti volentieri in un’aula vuota. Oppure entrerebbe qualcuno in classe, sicuramente un gran gnocco, e direbbe “Professore, scusi il disturbo, mi manda il professor Tal dei Tali. Avrei bisogno di quella ragazza là, vicino alla finestra. Può uscire cinque minuti per favore?” e il tuo cuore batterebbe a mille…»
«Questa è la dura realtà, Serena.»
Jeanie Joy, la macellaia dei miei sogni.
  
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