Capitolo Dodicesimo
La lunga mano del Destino
Shepard
si volta lentamente.
L’hanar
avanza verso di lei. Non ha espressione, ma emana un senso di profonda
soddisfazione.
-
Il sottoscritto è dolente d’informarla, gentile comandante, che il suo viaggio
di ritorno è stato cancellato.-
- Shaalon.- ringhia Konstantin, puntando
la pistola contro lo Spettro
-
Il sottoscritto è sorpreso dalla sua perspicacia, comandante.-
Il
Custode sogghigna, poi si affianca all’hanar e lo sfiora, rispettosamente
-
Padrone.- mormora
-
Il sottoscritto è compiaciuto del tuo lavoro qui.-
-
Si può sapere che diavolo vuoi?- impreca Shepard - e perché ci hai mentito per
tutto questo tempo?-
Shaalon
s’illumina nell’equivalente hanar di un sorriso.
-
Il sottoscritto è lieto di dare spiegazioni. Il servo del sottoscritto, cui vi
riferite con l’appellativo di “Custode” è stato autorizzato a predicare la sua
dottrina sul suolo di Kahje, perché il sottoscritto la approva grandemente.
Quando il sottoscritto ha avuto la ventura di intercettare le comunicazioni del
blasfemo dottor Zane, si è reso conto che il progetto del suo servo era
minacciato.-
-
Come ti arroghi il diritto di giudicare cosa sia giusto o meno per il popolo
drell?- sbotta Kolyat e, anche se non lo sa, sta usando la stessa intonazione
di sua madre, quando, tanto tempo prima, ha affrontato un assassino, esclamando
“come ti permetti?”
-
Si da il caso che un avo del sottoscritto facesse parte della flotta hanar che
soccorse Rakhana.- spiega Shaalon, serafico, con quel tono distante e melodioso
che Shepard sta iniziando ad odiare - Quindi il sottoscritto si è sentito in
dovere di disfare l’errore del suo antenato.-
-
Tu credi a tutte queste stronzate,
vero?- esclama Konstantin
-
Il sottoscritto crede, sì.- annuisce Shaalon.
-
Dov’è mio zio?- lo interrompe Kolyat - Che gli hai fatto?-
-
Quando non è stato più utile per aggiornarlo sui vostri piani e spostamenti, il
sottoscritto ha dato ordine al solerte agente Temnos di porre fine alla vita
del dottor Zane.-
La
frase colpisce Kolyat come un pugno allo stomaco.
Ha
coinvolto lui Hiram nel progetto, è stato lui a chiedergli di aiutare suo
padre, di riesumare quella sperimentazione cui aveva rinunciato. E’ stato lui a
portarlo su Kahje.
E
ora suo zio - l’ultimo legame con la sua infanzia - è stato ucciso.
Hiram
aveva delle pecche, ma era davvero una brava persona. Era gentile, altruista,
aveva quello spirito di sacrificio ed abnegazione che lo rendevano un grande
medico. Kolyat sente le lacrime pungergli gli occhi, prova lo stesso accecante
dolore che ha provato per la morte di Irikah.
-
Addio, comandante Shepard.- dice Shaalon in quel momento, strappandolo dal
limbo della sofferenza.
Dalle
tenebre del corridoio emerge un suono metallico, prima distante, poi sempre più
forte man mano che s’avvicina. Alla fine sovrasta la pioggia e, oltre il velo
d’acqua, appare un compatto gruppo di mech.
-
Maledizione.- impreca Shepard.
Lei,
Kolyat e Mordin riescono ad aggirare l’abisso nero e si riparano dietro
l’altare.
Ad
un segnale del Custode, i mech aprono il fuoco.
-
Maledizione!- ripete Shepard - Avevo promesso che non ti avrebbero sparato.-
Nonostante
la situazione, la battuta strappa un sorriso a Kolyat
-
Qualche idea, comandante?-
-
Farne fuori il più possibile - si volta verso lo scienziato salarian - Mordin,
vedi una qualunque via di fuga?-
-
Negativo, Shepard. Unica opzione è saltare in abisso, in modo da incontrare
morte più rapida e meno umiliante di fuoco mech. A te scelta.-
Konstantin
non spreca nemmeno il tempo necessario a capire se sta scherzando:- Non se ne
parla nemmeno.-- Allora unica soluzione è continuare a sparare. Forse avremo
colpo di fortuna.-
-
Quante volte abbiamo avuto un colpo di fortuna, Mordin?- sospira Shepard
-
C’è sempre prima volta. Sarebbe interessante sperimentare impatto di fattore
“colpo di fortuna” su risultato di nostre missioni, Shepard.-
La
comandante di sporge dal riparo, mira e centra un mech in piena faccia. La
macchina emette un suono metallico, poi la sua testa esplode.
Mordin
dà fuoco ad un gruppo di nemici. Le scintille sprizzano ovunque mentre i mech
conflagrano.
Konstantin
lancia un’onda di energia biotica, che attira i mech e li trascina fino
all’abisso. Quatto di loro cadono nel pozzo e scompaiono nel buio.
Per
un lasso di tempo indefinibile, riescono a tener testa all’orda, che però si
avvicina progressivamente.
Poi,
all’improvviso, i mech si arrestano ed un rombo crescente si unisce allo
scrosciare della pioggia.
-
Ti prego, dimmi che non è quello che penso.- geme Kolyat, prendendosi la testa
fra le mani.
-
Temo che tua supposizione sia corretta.- sospira Mordin.
Poi
la cannoniera appare da oltre l’edificio vicino e volteggia sopra di loro,
tempestandoli con una granula di colpi.
-
Questo mi riporta alla mente tanti ricordi…- grida Shepard, scivolando sotto un
riparo di fortuna.
Mordin
sorride:- missione contro mercenari su Omega. Colpo di Donovan Hock. Altri
scontri. Tu raccontato.- risponde, mentre la comandante prova a sovraccaricare
gli scudi della cannoniera - Ma io mai espresso desiderio di sperimentare di
persona. Avevo fiducia in tuoi resoconti.-
-
Non puoi dire di aver vissuto davvero se non ti sei mai fatto sparare da una
cannoniera!- ribatte Shepard
-
Bello di nuovo lavorare con te, Shepard.-
Una
scarica di proiettili si abbatte sul rifugio della comandante, infrangendo i
suoi scudi.
Konstantin
riesce a riattivare la corazza olografica prima di subire gravi danni, poi si
guarda intorno, cercando un altro posto dove ripararsi.
-
Qui, Shepard!- la chiama Kolyat.
Il
giovane drell è rannicchiato dietro un cumulo di macerie, dove un colpo ha
fatto crollare parte del porticato. Mordin è al suo fianco e sta per lanciare
un’altra esplosione contro il nemico.
I
mech superstiti intanto si stanno avvicinando, incuranti della minaccia del
fuoco amico.
Shaalon
e il Custode, al sicuro nelle ombre del corridoio, li fissano, godendo di ogni
loro difficoltà.
-
Schifosi vigliacchi.- sibila Shepard, respingendo alcuni mech con un’onda
biotica.
Improvvisamente,
una luce rossa brilla sulla fronte del Custode della Memoria.
-
Richiama queste fottute macchine, Shaalon!- grida una voce, resa metallica e
tonante dagli amplificatori.
L’hanar
si guarda intorno, con circospezione, ma non gli riesce di trovare il cecchino.
-
Il sottoscritto - risponde poi, con calma glaciale - non può considerare
un’eventuale resa.-
-
Peggio per te.- ribatte la voce.
Il
puntino rosso sembra brillare più intensamente, poi un proiettile sibila nel
manto della pioggia, aprendo un buco in mezzo alla fronte del Custode.
Il
drell si accascia, con un’espressione confusa sul volto. Rimane immobile in una
pozza di acqua e sangue.
Shaalon
dice qualcosa - e il suo tono cortese ha un’inflessione quasi stridente -, ma
Shepard non riesce a sentire bene, perché la cannoniera riprendere a bombardare
il loro rifugio.
-
Shaalon!- grida la comandante, dopo aver fatto esplodere un altro mech - Non
deve finire così! Arrenditi!-
-
Il sottoscritto non ottempererà a questa richiesta.- replica lui
Di
nuovo, compare il puntino rosso, stavolta in mezzo al gelatinoso corpo
dell’hanar.
Shepard
riesce ad individuare il tiratore.
Mordin
intanto spara un paio di colpi contro la cannoniera, riuscendo finalmente a
penetrare il suo scudo.
- Il
sottoscritto può anche morire - considera Shaalon, a voce alta - ma le sue
macchine porteranno a termine l’opera. Shepard, a questo punto dovresti essere
tu a offrire la tua resa al sottoscritto.-
-
Questo non succederà!- ribatte la comandante.
Il
corridoio partorisce un altro gruppo di nemici, capeggiati da due mech pesanti.
La
cannoniera continua a volteggiare in aria, sparando con tutto quello che ha a
disposizione.
- Merda.- geme Shepard, quando un
proiettile le passa sibilando accanto alla guancia.
Si
abbassa e si rende conto, con un moto di sorpresa, che il suo factotum si sta
illuminando. Preme l’avvio e una voce maschile fuoriesce dal dispositivo
- Tieni duro, Lola! Sta
arrivando la cavalleria!!-
-…
James?-
Nell’attimo
in cui Konstantin realizza quello che sta accadendo, la navetta della Normandy
appare dal cielo, facendo esplodere due possenti colpi contro la cannoniera.
- Yeeeah!- grida James, attraverso il
comunicatore - Beccatevi questo, bastardi!-
- Vieni su, comandante. So quanto ami
combattere contro forze numericamente schiaccianti, ma noi vorremmo andarcene
al più presto da questo maledetto pianeta!- aggiunge la voce di Garrus
-
Va bene, ragazzi.- Shepard sorride, sollevata - Abbattete la cannoniera e poi
venite a prenderci.-
- Non preoccuparti, Lola.- la rassicura James - Il nostro Esteban non sta dando tregua a
quella dannata cosa! Stiamo facendo una strage!-
Shepard
lancia un’estesa onda di energia, spazzando via un gruppo di mech
pericolosamente vicino.
Kolyat
tempesta di colpi uno dei mech pesanti, finché quello non si accartoccia su sé
stesso ed esplode, danneggiando anche le unità vicine.
Non
sa se gli hanar possono impallidire, ma Shaalon gli sembra sempre meno roseo.
Finalmente,
la navetta della Normandy ha la meglio sulla cannoniera, che si ritira dallo
scontro prima di subire danni irreversibili.
Il
portellone si apre e Garrus si sporge per tendere una mano verso gli altri.
-
Vai Kolyat - ordina Shepard, alzandosi in piedi - ti copro io! Muoversi!-
Il
drell annuisce, poi abbassa l’arma e scatta verso la navetta. In un balzo è
oltre il portellone.
-
Tocca a te, Mordin.-
Il
salarian lancia l’ultima sfera esplosiva contro i nemici, mentre Cortes fa
fuoco per tenerli lontani, poi raggiunge anche lui la navetta.
Per
ultima, tocca a Shepard. Con la coda dell’occhio vede Shaalon avvicinarsi - con
la sua andatura lenta e buffa, non rappresenta nemmeno una minaccia - per poi
crollare a terra, in un convulso agitarsi di tentacoli.
Il
suo corpo roseo si muove ancora una volta, emanando luminescenze isteriche, poi
una seconda raffica di proiettili mette fine alla sua agonia.
Mentre
termina di issarsi sulla navetta, Konstantin sente la voce di Kolyat
-
Questo è per quello che hai fatto alla mia gente.-
Una
volta al sicuro sulla navetta, Konstantin si appoggia al sedile ed emette un
lungo sospiro.
-
Tempismo perfetto, ragazzi.- si congratula - Ottimo lavoro.-
Garrus
sorride e James ammicca, battendole una mano sulla spalla
-
Siamo qui per questo, Lola. Nessuno tocca il nostro comandante.-
-
Come facevate a sapere che avevamo bisogno di aiuto? Vi avevo detto che andava
tutto bene.- realizza poi, perplessa
-
Sono stati informati del contrario.- le risponde una voce maschile, affilata,
familiare.
Il
cecchino che li ha aiutati è appoggiato al muro e la guardia sorridendo.
-
Agente Temnos?- lo riconosce Kolyat, incredulo - tu… perché?-
Il
turian ripone il fucile di precisione e si prende qualche istante, prima di
rispondere.
-
Per tante ragioni - dice poi, in tono conciliante - non approvo che a un’intera
razza venga fatto il lavaggio del cervello da uno stupido mollusco. Sono un
agente SSC, quindi per principio diffido dell’operato degli Spettri. Il
comandante Bailey mi ha detto di rimanere con Shaalon finché non avessi avuto
delle prove tangibili della sua corruzione e immoralità. Ho atteso il momento
più opportuno e, quando se n’è andato, lasciandomi con l’ordine di uccidere il
dottor Zane, ho saputo che il momento era giunto. Non è stato difficile
contattare
-
Hai corso un rischio terribile…- considera Kolyat, perplesso -… solo per la
devozione al tuo lavoro?-
Il
turian scuote la testa:- non solo.- ammette alla fine.
Si
volta verso il drell e gli posa una mano sulla spalla, con una lieve stretta:-
tu probabilmente non lo sai, ma ti dovevo un favore. Lo dovevo a te, a tuo
padre e al comandante Shepard.-
-…
che favore?- chiede Kolyat, a bassa voce.
L’agente
sorride:- prima, permettimi di presentarmi. Il mio nome è Temnos. Temnos
Talid.-
-
Talid, eh?- annuisce Shepard, con una smorfia divertita
-
Sono il fratello di Joram Talid, il politico turian che eri stato assoldato per
uccidere. Dopo quell’episodio… lui è cambiato. Ha smesso di impicciarsi di
politica antiumana, ha ritirato la sua candidatura alle elezioni
dell’agglomerato… ha smesso di essere uno stupido burocrate interessato solo al
proprio rendiconto personale… ed è tornato ad essere il mio fratellino. Adesso
gestisce un centro di accoglienza sulla Cittadella e sta aiutando le autorità
con i rifugiati. E lo deve a voi.-
Il
sorriso intenerisce i lineamenti aguzzi del turian. Mostra che, sotto la
divisa, il distintivo ed il fucile di precisione, c’è una persona vera. Un
amico, un fratello.
-
Una buona azione non resta mai impunita, eh?- scherza Garrus.
-
Mai.- sorride Shepard, mentre Kolyat e Temnos si stringono la mano - Mai.-
-
Spero che la tempistica elaborata per i rinforzi fosse corretta, Shepard.- li
accoglie IDA, non appena mettono piede sulla nave. Joker sta già riscaldando i
motori per la partenza.
-
Io stessa non avrei saputo fare di meglio.- sorride la comandante - Notizie
dalla Cittadella?-
-
Non ci è stato possibile creare una connessione stabile.- spiega IDA - a questo
punto, le probabilità che sia in atto un attacco alla Cittadella sono piuttosto
elevate.-
-
Maledizione.- impreca Konstantin.
Alla
fine, la guerra si è ricordata di lei. I Razziatori e Cerberus le hanno
concesso una lunga tregua, ma adesso pretendono di nuovo la sua più completa
attenzione.
Deve
ragionare in fretta, calcolare tanti fattori diversi, considerare dati che
nemmeno ha per intero.
-
Vado a cambiarmi. Dieci minuti, poi facciamo una riunione di sala briefing.
Joker, quanto tempo ci mettiamo a raggiungere
-
Per come guido io, comandante?- scherza il pilota - Spera solo che non ci
facciano una multa.-
-
Oggi una multa è l’ultimo dei nostri problemi.-
James,
dietro di lei, sorride e le allunga una pacca sulla spalla
-
Così si parla, Lola.-
Undici
minuti dopo, l’intero equipaggio è riunito nella sala briefing.
Shepard
si appoggia al tavolo e prende un lungo sospiro. Il tempo si dilata e, nel
tempo di quel respiro, la comandante focalizza la situazione, attira a sé gli
argomenti che rischiava di perdere, impone su sé stessa il freddo manto del
controllo e del distacco. Cerca di vedere il mondo come un enigma, un gioco.
Cerca di non pensare al peggio ma di non nascondersi alcuna eventualità.
Sa
che nel momento in cui sbarcheranno sulla Cittadella, non ci sarà più tempo per
pensare.
Che
ogni azione andrà svolta in modo professionale e frenetico.
-
Bene.- esordisce poi - Dottoressa Chakwas, ci aggiorni sulle condizioni della
signorina Kane.-
-
Le sue condizioni sono critiche.- sospira Karin, scuotendo la testa - la
sindrome ha avuto un decorso molto rapido e i danni causati sono eccessivi
perché una terapia farmacologica possa migliorare il quadro clinico. L’apparato
digerente ha quasi cessato di essere funzionale. I polmoni sono in uno stato
relativamente buono, ma anche collegandola ad una macchina non faremmo altro
che ritardare il decesso. I danni maggiori sono stati subiti dal cuore, lì le metastasi
sono molto estese, l’organo ormai è compromesso.-
-
Quanto tempo le rimane?- chiede Kolyat, in un sussurro
-
Se tutto va bene, qualche settimana.- risponde la dottoressa Chakwas.
L’equipaggio
tace. Molti di loro nemmeno sanno chi sia, Athira Kane, eppure parlare della
sua morte fa scendere un velo di tristezza nella sala.
-
Va bene.- Shepard s’impone di non pensare, di seguire la scaletta mentale che
ha preparato, per coordinare le mosse successive - siamo riusciti a contattare
Garrus
scuote la testa:- solo interferenze e scariche di statica. Non promette bene.-
-
Notizie dal maggiore Alenko?-
-
Nessuna, Lola.-
Sente
più forte che mai il desiderio di chiamare Thane, di sapere se sta bene e se è
al sicuro. Ma Konstantin e Shepard, pur essendo la stessa donna, hanno priorità
diverse e quelle della comandante devono prevalere su quelle della siha, altrimenti la galassia è
spacciata.
Siha. Un angelo guerriero, così
l’ha definita Thane. Un’instancabile protettrice.
Ed
è così. Lei non può fermarsi, non può stancarsi, non può esitare.
Ma
verrà un giorno in cui l’angelo potrà riposare le sue lunghe ali, in cui potrà
riporre spada e corazza. In cui potrà vigilare su un mondo in pace, in cui i
suoi occhi basteranno per vedere tutto. Verrà un giorno in cui la morte non
piomberà dall’alto, in cui gli edifici non crolleranno sotto laser di fuoco.
Shepard
sospira. Verrà un giorno.
-
Va bene - riprende, accantonando quelle riflessioni del tutto inopportune -
qualcuno ha qualche buona notizia?-
-
Io.- Kolyat sorride, posando sul tavolo un piccolo dispositivo argenteo - Ho
recuperato i dati.-
Hiram
annuisce, prendendo l’oggetto fra le mani:- appena tornati sulla Cittadella
avvierò le procedure di preparazione. Il mio vecchio collega della Primazia
Illuminata ha promesso di mandarmi prima possibile il tessuto polmonare di cui
ho bisogno per iniziare la clonazione.-
-
La nostra infermeria è dotata di alcuni dei macchinari più sofisticati in
circolazione, dottor Zane.- lo informa IDA, allargando le braccia - Suggerisco
di iniziare qui il suo lavoro, in quanto il laboratorio della Cittadella
potrebbe essere off-limits per qualche tempo, vista l’attuale situazione.-
-
Grazie, IDA.- annuisce il medico, stringendo la mano attorno al dispositivo.
Non
riesce a dare un nome all’emozione che prova. E’ una strana eccitazione,
un’energia che fruscia sotto la sua pelle, che s’insinua fra i suoi pensieri.
Ha
creduto di morire, su Kahje.
Ma
prima ancora, ha creduto che la sua vita non meritasse di essere vissuta.
Ha
sempre pensato di aver fallito nell’unico compito che fosse davvero importante:
rendere felice suo nipote, riuscire in qualche maniera a compensare la perdita
che aveva subito. Gli era stato accanto, ma non era riuscito a rendere meno
grave il fardello del lutto e dell’abbandono. Non aveva cercato di ammorbidire
il suo cuore, non gli aveva insegnato a perdonare… ma, in qualche strana e
assurda maniera, Kolyat l’aveva imparato comunque.
Lo
guarda, di fronte a sé e sa che, da qualche parte oltre l’Oceano, Irikah riesce
a vederli.
E
certamente sta sorridendo, per quello che sono, per quello che sono riusciti a
diventare, nonostante tutto.
-
E
la prossima settimana… tutti sulla Cittadella!!
Alcune
annotazioni:
1)
Non so scrivere le scene di lotta. Proprio no. Facciamocene una ragione.
2)
Oltre a questo, rimangono solo altri due capitoli (tre, se contiamo l’epilogo)
quindi… rimarrete col fiato sospeso ancora per poco, nel bene o nel male J (speriamo nel bene)
3)…
ero sicura ci fosse anche un punto 3, ma probabilmente era irrilevante.
4)
I miei legali mi dicono che, a scanso d’equivoci, è meglio se inserisco nelle
note che “questo scritto non è minimamente teso a screditare la cultura hanar né
ad insinuare che siano tutti dei viscidi traditori pazzi e vagamente
estremisti. Io, -
Alla
prossima!
--