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Autore: Iamthedandelion    20/05/2013    1 recensioni
"Sono Elettra Lacroix. Ho 16 anni. Abito in Italia, o quello che ne rimane. Vengo dal distretto 4, il distretto della pesca."
Cosa succederà alla vita di Elettra, una comune sedicenne, quando il presidente dello stato dove abita, prendendo spunto da un libro, farà vivere le stesse crude esperienze contenuto in esso alla sua popolazione?
Una storia di lotta, ribellione e amore. La storia di Elettra e Bale, i cui destini saranno segnati per la vita.
E tu? Cosa faresti se ti trovassi catapultato nella realtà di un libro?
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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It's hard to keep promises





«No, Demetra!» Medoro si getta sul corpo della ragazza e le afferra il polso, sperando con tutto il cuore che il cannone non abbia sparato per lei.
Un lamento flebile si leva dalla giovane del sette e il ragazzo dalla chioma rossa la prende in braccio, stringendola forte.
«Grazie a Dio non ti ho persa.» le sussurra ad un orecchio.
Di colpo mi avvicino a Sabrina che si sta tenendo a due mani la ferita che ha sul fianco, nella quale sono ancora conficcate le due frecce lanciate dal ragazzo dell’1, il cui corpo giace poco lontano.
«Stai bene? Avvicinati, ti aiuto.»
«No, sto bene.» dice a bassa voce. Mentre la fronte le si imperla di sudore, con uno strappo secco estrae entrambe le frecce dal suo corpo ed urla di dolore, accasciandosi a terra.
Corro in suo aiuto e la prendo in braccio, portandola al sicuro all’interno della grotta, accanto a Demetra.
Nel frattempo Medoro è corso a recuperare la mannaia, l’arco e due zaini che possedeva il ragazzo dell’ 1, il cui corpo viene trasportato via da un hovercraft.
Subito Demetra viene assalita da un conato di vomito, mentre Sabrina ha iniziato a tremare.
Medoro a bocca spalancata riesce a pronunciare una sola parola.
«Veleno.» rimango spiazzato. Non so nulla di antidoti.
«Medoro, tu sei del sette. Avete i boschi, sicuramente sai come preparare un antidoto.» parlo invano, visto che il mio alleato è entrato in panico.
Mi alzo e gli stringo le spalle, costringendolo a guardarmi.
«Stanno morendo, entrambe. Torna lucido, non farti prendere dal panico. Per favore.» chiudo le mie mani su di lui così forte che si risveglia, asciugandosi il volto dalle lacrime che ha appena versato e si abbassa ad esaminare le ferite. Dopo qualche secondo si infila le mani tra i capelli e scuote la testa.
«E’ un veleno troppo forte.» si volta verso di me «Solo gli sponsor possono aiutarci. Altrimenti..» la voce gli muore in gola. In un certo senso so cosa sta per dire, ma finchè non lo sentirò mi auto convincerò di non considerarlo vero.
«Altrimenti?»
«Altrimenti saranno morte in meno di un’ora Enea.»
Ed è come se sentissi tutto il peso della breve vita di queste due ragazze agonizzanti riversato sulle mie spalle. Prego perché il mentore di Medoro e Demetra possa fare qualcosa. Prego perché Henry possa aiutarci.
Passano i minuti, ma non arriva nessun paracadute. Nel frattempo le mie due alleate peggiorano sempre di più. Quando ormai penso di aver perso le speranze, un fruscio leggero mi fa sobbalzare, esco correndo dalla grotta e trovo l’unica via di salvezza per Sabrina e Demetra: un piccolo paracadute argentato sta oscillando impigliato ad una roccia. Mi sporgo a raccoglierlo e torno di nuovo nel nostro rifugio. Scarto l’involucro e dentro vi trovo un bigliettino scritto a mano, accompagnato da una fiala. “L’antidoto!” faccio un respiro di sollievo. Mentre Medoro inizia a curare le ragazze, leggo il messaggio.

“Per Sabrina. Usatene un po’ anche per la vostra amica.
Restate vivi.
-H”

Lancio uno sguardo al cielo innaturale dell’arena e ringrazio Henry.

Passano le ore e le ragazze cominciano a stare sempre meglio. Ormai Sabrina si è ripresa completamente.
Mentre sono appoggiato ad una roccia guardando la superficie del mare incresparsi, sento dei passi leggeri dietro di me. Mi volto e la mia compagna di distretto si siede accanto a me. Le sorrido.
«Sei stata veramente coraggiosa oggi. » Sabrina fa spallucce.
«E’ solo istinto di sopravvivenza. Non posso fare altro. » inclina la testa e sorride leggermente.
Le do un buffetto sulla guancia, poi mi alzo per recuperare del cibo. Impugno la lancia ed entro in acqua.
Per un momento mi sembra di essere tornato al mio distretto, ma l’acqua di questo mare è troppo finta per sembrare quella del 4.
Riesco a pescare una dozzina di pesci che arrostiamo su un falò improvvisato la sera stessa.
Nel cielo compare il volto di Oscar, il ragazzo ucciso quest’oggi da Demetra. Dalla cornucopia poco lontana sentiamo levarsi un urlo straziante. Tutti sappiamo che lì si trova il campo dei Favoriti, il cui numero ormai si è ristretto a 3. Tutti sappiamo che la ragazza dell’1, Aida, era innamorata, o meglio, follemente innamorata di Oscar. Ma purtroppo si sa: ci può essere un solo vincitore.
E se voglio tornare a casa non dovrà essere nessuno di loro.
Passiamo i quattro giorni seguenti rintanati nella nostra grotta, cibandoci dei pesci che il mare ci fornisce. Il cannone spara ancora due volte: per Costantino dal distretto 8 e per Marlene dall’11. Rimaniamo così solamente in dieci.
La mattina del quinto giorno mi sveglio molto presto. Mi avvicino all’entrata della grotta quando davanti ai miei occhi si presenta l’eventualità che tutti noi avevamo previsto: la distesa di acqua salata è completamente prosciugata. Mi volto e mi rendo conto che tutta l’arena è cambiata nel giro di una notte: la foresta che prima era completamente innevata, ora è metà verde e rigogliosa e metà autunnale, con alberi carichi di foglie rosse, gialle ed arancioni.
Guardo la mia t-shirt rossa ed esulto come un bambino. Corro a svegliare gli altri e, dopo aver raccolto le nostre armi e gli zaini, ci avviamo verso il bosco autunnale, sapendo che gli strateghi non ci lasceranno sostare nella grotta ancora a lungo. Ovviamente ce ne saremmo andati comunque, vista la mancanza del mare, la principale nostra fonte di sostentamento nei giorni passati.
Ci addentriamo nella foresta. Le foglie scosse dal vento cadono a terra. C’è un silenzio surreale.
Decisamente troppo surreale.
Incrocio lo sguardo di Sabrina che alza le spalle, scuotendo la testa.
Avanziamo ancora, guardinghi, le armi strette in pugno.
Poi tutto accade in una frazione di secondo.
Da un albero sbuca il ragazzo del 5, Rolando. Gli occhi fuori dalle orbite, le labbra screpolate, le braccia coperte di ferite, le unghie. Si lancia addosso a me urlando e lo trafiggo con la lancia, senza pensarci due volte.
Il cannone spara. Ed io sono diventato un assassino. Ma purtroppo non ho il tempo di pensare, perché i miei compagni iniziano a correre. Mi volto e dietro di me vedo una specie di grande rinoceronte, con quattro corni e artigli affilatissimi al posto delle zampe.
«Via Enea, muoviti!» Demetra afferra la gamba destra dei miei pantaloni e mi incita a correre.
La seguo e scappiamo da quel mostro con gli occhi rosso sangue. Dopo attimi interminabili, l’animale cambia direzione e ci lascia in pace.
Troppo tardi mi rendo conto di essere nella piana della cornucopia.
Attorno a me vedo tutti gli altri tributi rimasti.
I tre favoriti, stetti al mio lato destro.
Lena, dal 6, che con le mani si tampona una profonda ferita al fianco. Non penso resisterà a lungo.
Zeno, il bestione dell’11 alla mia sinistra che stringe in mano una lunga falce.
Stiamo immobili per qualche secondo, osservandoci.
Demetra prende l’iniziativa e scaglia una freccia che prende in piena fronte Fulvia del 2. Il cannone spara.
Zeno si avventa su Lena che cerca in tutti i modi di difendersi.
Tobia crolla accanto al corpo senza vita della compagna di distretto, le accarezza il volto. Si tira in piedi e ci rivolge lo sguardo. Uno sguardo infuocato, pieno di rabbia e dolore. Raccoglie la spada. Poi si scaglia verso Demetra.
In un attimo Medoro gli è addosso, respingendo i suoi colpi con la mannaia.
«Demetra, porta via Sabrina, ci pensiamo noi qui!» urlo e le mie due alleate si dileguano. Le vedo arrampicarsi su un albero poco lontano.
Affianco il mio alleato nel combattimento e poco dopo Aida raggiunge Tobia, mollando fendenti con una sciabola a destra e a manca. Con la lancia riesco a respingere i suoi colpi, mentre vedo Medoro parecchio in difficoltà.
Un cannone spara. Medoro si volta ed in quel momento la spada di Tobia gli trapassa il petto da parte a parte.
«No!» urlo. Colgo l’attimo e colpisco Aida al petto con la lancia. Il cannone spara una seconda volta.
Tobia, spiazzato, corre come il vento e scappa.
Mi guardo intorno. Il cadavere di Lena è a terra a una ventina di metri da me.
Alle mie spalle sento delle urla strozzate. In un attimo Demetra e Sabrina sono giù dall’albero.
«Medoro!» la sua compagna di distretto si accovaccia accanto a lui.
«Ti prego non lasciarmi!» grida di nuovo, piangendo. Il ragazzo alza la mano e le asciuga le lacrime, sorridendo.
«Sapevamo come sarebbe andata a finire. Sei tu quella forte, non io. Sono morto comunque. Lo sono stato fin dall’inizio no? Ti prego, fammi questa promessa. Torna a casa per me, Demetra. Ti amo.» un ultimo sorriso. La ragazza si china su di lui e lo bacia. Un bacio leggero a fior di labbra.
E alla fine, almeno per questo giorno, l’ultimo cannone spara.










Eh già, ho fatto morire il povero Medoro. *lacrime a fiumi*
Mi ero parecchio affezionata a quel personaggio, mi è dispiaciuto ucciderlo D:
Beh comunque scusate il ritardo nella pubblicazione ma non ho proprio più avuto tempo!
Spero il capitolo vi sia piaciuto! Se vi va, mi raccomando recensite ;)
Alla prossima!
-iamthedandelion

  
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