Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Raven_Phoenix    21/05/2013    8 recensioni
Kira non é mai esistito... non é mai esistita nessuna organizzazione segreta di detectives...la wammy's house non é mai stata eretta... e allora... dove sono ora Mello, Near e tutti gli altri? *Rimasi per tutti i diciassette minuti di tragitto immobile, cercando di non dare peso alla puzza di sudore e di fumo attorno a me... come cavolo facevano a fumare dentro a una bolgia simile?! Non vedevo l'ora di poter rimettere i piedi saldamente contro all'asfalto, anche se questo significava l'arrivo all'inferno: Scuola.* Narrata direttamente da Mello, la sua vita e quella degli altri alle prese con i "normali" problemi di tutti i giorni... o forse non saranno tanto normali come si crede? (Yaoi... ma c'era bisogno di dirlo? XD MxM principalmente/ LxL)
Genere: Generale, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok... ci siamo... PREPARATE I FAZZOLETTIIIIII ç____ç SIAMO ARRIVATI ALL'ULTIMO CAPITOLO! 
Ancora non ci credo di essere riuscita ad arrivare alla fine, e pensare che per un certo periodo avevo pensato che sarebbe per sempre rimasta in sospeso, che avrei fatto meglio ad eliminarla da efp perché ormai dava solo false speranze ai lettori. E INVECEEEEE ce l'ho fatta, anche grazie a voi *_*
Bene, le smancerie le proseguo alla fine u.u meheheh!
Non mi resta che augurarvi per l'ultima volta BUONA LETTURAAAA!


Capitolo 19:
 
 
E un mese passò.
Lo vivemmo quasi come se niente fosse… quasi.
Rimanevo in silenzio mentre vedevo la casa di Matt svuotarsi lentamente e lo osservavo preparare varie iscrizioni per la possibile scuola che avrebbe scelto una volta in America. Proprio per quello una sera mi venne spontanea una domanda mentre lo assistevo nell’affrancare francobolli.
-Matty, perché stai scegliendo solo scuole private o iper lussuose?- chiesi dopo aver controllato l’ennesimo formulario prima di imbustarlo.
-Sono sempre andato in una scuola privata tranne qui.- rispose lui intento a staccarsi un francobollo dal dito litigandoci a bassa voce.
-Come mai allora a settembre avevi deciso di venire proprio nella nostra umile e orrenda scuola?- feci finta di non vedere le tasse d’iscrizione allucinanti che mi passavano davanti agli occhi; e dire che mi lamentavo della mia che era forse un terzo delle cifre che stavo vedendo.
Lui alzò le spalle.
-Così, sesto senso. Per una volta volevo provare una scuola normale, e siccome pensavamo di fermarci qui definitivamente avevo chiesto questo favore ai miei. Forse… il destino ha voluto che ti incontrassi ancora prima che ti conoscessi, che dici?- mi sorrise.
-Dico che hai guardato troppi anime e film fantasy.- risposi io alzando un sopracciglio e continuando la mia missione di chiudere buste.
In realtà stavo pensando esattamente la stessa cosa, ma non volevo ammetterlo. Se davvero il destino aveva voluto che Matt si iscrivesse alla prima scuola pubblica di turno facendomelo ritrovare addirittura nella mia stessa classe voleva dire che avremmo potuto superare anche la lontananza. Ero andato avanti così, pensando serenamente a questa soluzione, e mi aveva aiutato molto a non avere crolli emotivi man mano che mi rendevo conto di quanto si stesse accorciando il tempo prima della partenza. Iniziavo a vedere ogni momento senza Matt come tempo perso, perciò iniziammo a saltare lezione quasi tutti i giorni, ormai che ripetessi un anno o meno non mi interessava, sapevo che quando Matt sarebbe partito come minimo non mi sarei più presentato fino all’inizio del nuovo anno scolastico, avevo già preso i formulari per i ripetenti (tanto per riempirne uno mio, ero stufo di compilare quelli per Matt) e mia madre era stata straordinariamente comprensiva, per questa ragione vissi quell’ultimo mese estremamente sereno.
Poi arrivò il giorno della partenza.
Quella mattina mi svegliai ancora abbracciato a Matt, avevamo dormito avvinghiati, stretti il più possibile, come se sentissimo una forza che già ci stava trascinando via per separarci.
-Dovrei farti una foto adesso e metterla sul comodino, sarebbe più facile svegliarmi ogni mattina.- disse lui già con quegli occhi verdi da capogiro tristi e lucidi.
Sentivo la paura aumentare nonostante cercassi di restare tranquillo e preservare la calma per non svenire prima di arrivare all’aeroporto.
Mentre ci preparavamo mi sembrava fossimo una comune coppia sposata da anni che si apprestava ad andare a lavoro. Sarebbe stato bellissimo, avrei potuto preparare il caffè per tutti e due e poi dopo averlo salutato con il consueto bacio della buona giornata sarei andato a lavorare in chissà quale ufficio, per poi tornare la sera, ordinare cinese e starmene con lui sul divano a vedere qualche telefilm da nerd.
E invece? Ci preparavamo come se niente fosse anche se sapevamo che di lì a qualche ora non ci saremmo più visti per tanto, tanto, tanto tempo. Era come se stessimo per morire e chiacchierassimo tranquillamente di andare in vacanza al mare mentre stavamo lucidando le nostre bare. Ok, stavo iniziando di nuovo a fare paragoni inutili e macabri, ma in quel momento non me ne importava molto.
Stavo pensando a come avrei dovuto salutarlo, se trattenermi e non piangere oppure una vera e propria tragedia greca.
Mentre ero in macchina mi sentivo tremendamente a disagio. Avevo visto i genitori di Matt dire addio alla casa in tutta tranquillità, e anche durante il viaggio verso l’aeroporto chiacchieravano tranquilli. Dovevano aver vissuto quella scena un migliaio di volte e probabilmente non dovevano avere troppi rimpianti, e come dar loro torto! Stavano per trasferirsi in un posto eccezionale, e mi chiesi cosa ne pensasse Matt che faceva finta di niente, probabilmente non voleva fare nessuna scenata davanti ai suoi genitori o non far cadere nel panico anche me. Non avrebbe dovuto abbandonare soltanto me, ora che ci pensavo. Doveva essersi affezionato anche a molte altre cose, e non ci avevo mai pensato da bravo egoista quale ero. Non potevo fare altro che stringergli la mano e starmene in silenzio.
Quando arrivammo all’aeroporto con mia grande sorpresa trovai un sacco di gente. C’erano Ryuk, Light, Ryuzaki, Near, Danielle e perfino Zack, il suo ragazzo. Meno male, almeno avrei avuto un po’ di sostengo.
Per circa l’oretta prima del checkin e quindi dei saluti finali ridemmo e scherzammo tutti insieme, come se non stesse succedendo niente. Sembrava fossi l’unico ad avere il morale sotto i piedi e sentire lo stomaco che stava per prendere e andare a suicidarsi talmente lo sentivo contorcersi.
Il panico saliva, non facevo altro che stringermi sempre di più contro Matt, e sentivo anche la sua tensione.
Arrivò il momento.
Ci fu qualche lacrima, da parte di Danielle che in ultimo si era scusata per la milionesima volta del cazzoto nell’occhio, e nemmeno io potei trattenermi, ma non esplosi nel pianto isterico che avevo pensato. Matt invece si dimostrò tenace, e anche se lo vedevo sul punto di esplodere non scese niente da quegli smeraldi perfetti, forse fu per quello che non mi feci prendere troppo dal panico e non finii in una fontana di lacrime.
-Allora… posso lasciarti qui sicuro che non faccia qualche cazzata?- mi disse quando i suoi ormai si stavano già avviando verso le scale mobili.
-Certo, il massimo che potrei fare sarebbe prendere un aereo a caso per la disperazione e invece che venire a trovarti finire a Buenos Aires o qualcosa del genere.- dissi io cercando di sorridere mentre mi asciugavo le lacrime con una manica.
Lui sorrise e mi abbracciò dolcemente, avrei voluto inglobarmi in quelle braccia o fermare quel momento per sempre anche se sapevo che quel momento non avrebbe segnato la fine di tutto, o così pensavo.
-Non pensare mai che tu non sia in grado di fare qualcosa solo perché non ci sono io. E qualunque cosa succeda, qualunque decisione tu voglia prendere, fallo pensando per il tuo bene, ok?- mi prese in mento fra le mani e mi guardò dritto negli occhi.
Io annuii sentendo la terra mancarmi da sotto i piedi. Come avrei fatto a colmare il vuoto lasciato da quei momenti?
-Ciao, Mel.- mi salutò così prima di baciarmi… quell’ultimo bacio… e fare lentamente qualche passo indietro sostituendo la mia mano con la maniglia della sua valigia –Ti chiamo appena arrivo.-
-Ciao, Matty.- dissi io con voce stridula seguendolo con lo sguardo e salutandolo con la mano finché non lo vidi sparire sulla scala mobile.
Avrei voluto dirgli “Ti amo” ma lì per lì la trovai una cosa totalmente inutile, non avrebbe cambiato qualcosa.
Non mi resi subito conto di cosa era successo, ne presi coscienza dopo circa una ventina di minuti, quando mi ritrovai ad un Mc donald’s con gli altri, davanti ad una porzione enorme di gelato. Eravamo tutti lì, TRANNE LUI.
Ebbi un terribile e improvviso attacco di panico, e me ne resi conto solo quando mi ritrovai fuori, sotto la pioggia, e con un sacchetto di carta sulla bocca per cercare di far tornare il mio respiro normale. Mi calmai solo con l’idea che nel giro di qualche ora avrei ricevuto la chiamata di Matt che era arrivato a destinazione, e tutto sarebbe andato meglio. Aspettai, aspettai, aspettai… tutti quanti aspettarono insieme a me per farmi forza.
Dovetti ringraziare proprio tutti loro che mi impedirono di impazzire.
 
Perché quella chiamata non arrivò quel giorno.
Non arrivò nemmeno il giorno dopo.
Nemmeno quello dopo ancora.
 
Quella chiamata non arrivò mai…
 
Fu come se fosse sparito dalla faccia della terra, non solo per me ma per chiunque. Il suo telefono non tornò mai più raggiungibile, e se non fosse stato per Ryuzaki, che riuscì in qualche modo a sapere che il suo volo era arrivato tranquillamente a destinazione, avremmo potuto pensare che l’aereo fosse precipitato o qualcosa di simile. Nessuno si era mai preoccupato di chiedergli il suo indirizzo email, un numero di riserva, l’indirizzo della sua nuova casa o altro per rintracciarlo, credevamo tutti che un insignificante numero di telefono sarebbe bastato.
Fu come se Matt Hikinori non fosse mai passato per il nostro tranquillo paesino.
 
Per un momento, lo ammetto, pensai di non poter sopportare tutto questo, e dovevo ringraziare quel branco di esseri strani dei miei amici se riuscii a superare in parte il momento.
Per circa tre settimane non uscii dalla mia stanza se non per andare in bagno, mi sembrava di essere pari a un vegetale. L’unica cosa che mi passava per la testa era quell’ultima immagine che avevo di Matt, mentre mi salutava e spariva sulle scale mobili dell’aeroporto. Non avevo nemmeno una sua fotografia, non un oggetto che appartenesse o che potessi collegare a lui, tranne Ginger che mia madre aveva provveduto a coprire con un telone e metterla nell’angolo del garage. Non ne era rimasto niente di lui, e oltre alla sua esistenza si era portato via anche un pezzo di me.
Inizialmente la rabbia mi aveva posseduto insieme alla disperazione, e questo aveva scatenato gli attacchi di panico, violentissimi e devastanti che mi segregarono in casa; interagivo con il mondo esterno solo quando qualche anima si azzardava a venire a trovarmi.
Successivamente mi convinsi che sicuramente Matt non l’aveva fatto apposta. Doveva essere successo qualcosa, pensavo continuamente. Dopo quello che avevamo passato, dopo tutto quello che mi aveva promesso, era impossibile che avesse fatto carte false convincendo tutti noi. No… doveva esserci il suo perché, ma ormai non potevo farci niente. Potevo solo stare male e pregare che si presentasse davanti alla mia porta sorridente come sempre, che mi dicesse semplicemente “Eccomi, sono tornato!”
Non successe mai.
Il primo giorno in cui misi il naso fuori di casa per la prima volta fu per andare alla consegna dei diplomi di Light, Ryuzaki e Ryuk, e mi sembrava di essere un morto vivente. Mi ero guardato allo specchio e mi ero trovato più pallido e più magro del solito, rischiavo di riflettere la luce quasi quanto Near, e i miei capelli perfetti sembravano una parrucca di paglia arruffata, perfino la cicatrice era più visibile del solito. A metà cerimonia dei diplomi dovetti uscire a prendere una boccata d’aria, cercando di evitare un nuovo attacco di panico in mezzo a tutta quella gente.
Fu allora che conobbi inaspettatamente Miss Jinks. Era una insegnante di lingue, che non avevo mai avuto, ma mi disse che aveva sentito tanto parlare di me, a quanto pare era stata la megera. Mi sorpresi dal fatto che quella zitella di mezz’età, dopo tre anni dove sembrava mi sopportasse a mala pena, avesse capito prima degli altri di cosa avessi veramente bisogno. In effetti nemmeno io avevo mai pensato ad una soluzione come quella, ma decisi che se volevo tornare a stare bene doveva esserci un grosso cambiamento. Mi dispiacque soltanto di non averla più incrociata per poter ringraziarla.
 
Circa due mesi dopo ci eravamo ritrovati tutti di nuovo all’aeroporto per un’altra partenza strappalacrime.
La mia.
Con Miss Jinks ero riuscito ad organizzarmi per poter terminare il mio percorso scolastico all’estero con la scusa di un soggiorno linguistico. Per andare avanti avevo bisogno di un cambiamento radicale, e andarmene lasciandomi alle spalle tutte quelle cose che mi ricordavano Matt era la soluzione migliore. Dentro di me non lo odiavo, ed ero sempre convinto che non avesse mentito a nessuno, ma avevo deciso comunque di chiudere la questione, in fin dei conti era stato lui stesso a dirmi di fare qualunque cosa mi sentissi di fare senza pensare alle conseguenze che avrebbero avuto su di lui. Saremmo stati meglio entrambi, io non avrei mai saputo dove sarebbe finito lui, e nemmeno lui avrebbe più saputo dove fossi io, era semplice.
 
-Dai, Near! Non mi serve tutta quella roba, me la ritirerebbero prima dell’imbarco pensando che ci abbia messo dentro la cocaina!- dissi rimettendo tra le mani di Near il pacco da sette tavolette di cioccolata… poi ci ripensai e ne sfilai tre sbuffando –Grazie, fratellino.- dissi sorridendogli.
-E dai, se dici queste cose mi commuovo!- rispose lui nascondendo un singhiozzo anche se la sua espressione restava sempre impassibile (chi l’avrebbe mai capito!).
Faceva strano, ora che me ne stavo andando mi rendevo conto di quanto mi fossi affezionato a quelle persone. Non ci avevo mai pensato avendole al mio fianco tutti i giorni; era come qualcosa di abituale come allacciarsi le scarpe o lavarsi i denti, ma ora sapevo che mi sarebbero mancati tutti, soprattutto Near che era diventato come un fratello minore per me in tutti quegli anni, avevo fatto non poca fatica ad ammetterlo.
-Tanto per essere precisi, io mi sono annotato numero di telefono normale, numero di telefono del tuo cellulare estero, e-mail, e-mail di riserva e contatto Skype. Appena sarai arrivato e avrai trovato un alloggio mandaci immediatamente il tuo indirizzo altrimenti ti veniamo a cercare per spezzarti le braccine. Ho dimenticato altro?- chiese Light mentre controllava la lista sul suo cellulare.
-Aggiungici pure il mio numero, caro. Stai pur certo che alla mamma non può sfuggire.- disse mia madre mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi con una espressione alla “prova a sparire da me e ti crocifiggo”, dopodiché mi abbracciò a lungo e mi riempì le guance di baci.
-Baaaah, mammaaa!- urlai cercando di farla smettere.
-Stai zitto, figlio! Anche se per lavoro mi vedrò costretta a venire a trovarti tra meno di due settimane mi mancherai un sacco, pulcino.- disse con gli occhi lucidi.
-Pulcino!- sentii gracchiare alle mie spalle Ryuk facendo partire una risata collettiva da parte di tutti.
-Ecco, mamma. Hai fatto il tuo dovere di mettermi in imbarazzo. Hai superato la missione.- dissi ironicamente.
-Va bene, va bene. Ti lascio andare, ma mi raccomando, se non mi chiami appena scendi dall’aereo tra due settimane arriverò e sguinzaglierò i cani da riporto per tutto il continente, sono stata chiara?-
Annuii sorridendo.
Era pur sempre la mia mamma, tralasciando le scene imbarazzanti.
La salutai di nuovo, poi se ne andò di corsa, doveva andare ad una conferenza importante. Per una volta il suo lavoro non ci avrebbe allontanati, ma ci avrebbe tenuti in contatto, e ne ero davvero felice, era una delle sicurezze che mi ero portato dentro per decidere se partire o meno.
Mi ritrovai lì, esattamente come eravamo rimasti l’ultima volta che ci eravamo trovati in quell’aeroporto.
-Dovremmo prendere un abbonamento per quelle poltroncine d’attesa se dobbiamo continuare così.- commentò Zack con il suo vocione, ma venne zittito da una gomitata di Danielle.
Non potei fare a meno di ridere.
-Ora dovrò trovarmi qualcuno da picchiare o guardare male. Terrò un taccuino per annotarmi tutte le battute che mi verranno in mente per voi, non mancherò di dovere al mio compito.- dissi alzando un sopracciglio come mio solito.
-E ti ricorderai di mandarmi qualche cintura di borchie? Vedrai, ne troverai ovunque! E tutte urleranno “portaci da Ryuuuuuk…yuuuuk…uuuuk”!- quando si accorse che tutti lo stavano guardando male si ingobbì tenendosi la testa con un braccio arrossendo.
-Questa me la devo già segnare.- commentai scuotendo la testa.
Gettai l’ennesimo sguardo al tabellone delle partenze. Il mio volo era pronto, dovevo andare ad imbarcarmi, e iniziai a sentire il mio stomaco contorcersi.
-È ora?- chiese Ryuzaki notando il mio sguardo.
Io annuii, sentivo un groppo di lacrime farsi strada verso i miei occhi.
Light mi strinse la mano, ma dopo un attimo di esitazione mi abbracciò dandomi qualche veloce pacca sulla schiena. Anche lui mi sarebbe mancato a modo suo.
-Fatti valere, Kheel.- disse sorridendomi.
Fu il turno di Ryuzaki che mi “abbracciò” anche lui, restando con le braccia rigide alzate a mezz’aria.
-Stai alla larga dai bagni pubblici, te lo consiglio.- disse serissimo come se mi stesse parlando di una faccenda mortale.
Cercai di non ridere e annuii.
-Uffa, non è giusto però! Fare casino mangiando i torsoli delle mele a testa in giù non sarà più lo stesso senza di te che mi insulti!- piagnucolò Ryuk avvolgendomi con le sue braccia ossute e stringendomi convulsamente.
-Avrai sempre Yagami, fidati.- risposi io, anche se mi sentivo onorato.
Sentii tirare su col naso dietro di me, e mi voltai per vedere Danielle che stava martoriando il povero braccio di Zack.
-Oh, che cazzo! Mi ero ripromessa di non farlo di nuovo!- si asciugò due lacrime –Vieni qui, piccolo!- mi gettò le braccia al collo scompigliandomi i capelli.
In ultimo rimase Near, e anche se tra noi vigeva la regola di non abbracciarci per più di una volta all’anno facemmo una eccezione. Affondai nei suoi mille strati vaporosi di camicia bianca, e fu allora che le lacrime iniziarono a scendermi lungo le guance.
-Siete i migliori grattaculo del mondo, grazie ragazzi.- dissi con voce stridula sforzandomi di sorridere, e scatenando l’ultima risata collettiva.
Mi avviai verso quelle scale mobili che tanto avevo odiato nei miei sogni, ma stavolta avrei visto quello che si nascondeva dall’altra parte, non sarei rimasto a guardarle inerme. Mentre scendevo lentamente e salutavo con la mano per l’ultima volta i migliori amici che potessi avere a questo mondo, mi chiesi se anche Matt avesse provato quello che stavo sentendo io: la voglia di ricominciare e di scoprire cose nuove, ma allo stesso tempo la tristezza infinita di doversi staccare dal consueto.
Più mi allontanavo dal mio mondo più mi sentivo solo, sperduto, tanto che dovetti farmi aiutare da più persone per trovare il mio gate da tanto ero terrorizzato. Quando mi sedetti al mio posto sul grande aereo di linea stavo tremando come se ci fossero meno cinquanta gradi, e per un momento mi venne la folle idea di alzarmi e correre fuori. Ma che figura ci avrei fatto? Quella del perdente e del bugiardo, avevo promesso a troppi che ce l’avrei fatta e non intendevo mancare di parola anche se mi sentivo più che un pesce fuor d’acqua.
Guardai dal finestrino casa mia che si allontanava sempre di più, baciata dagli ultimi raggi di sole. I mille reticoli di luci si sostituirono infine con la grande distesa nera del mare, e in qualche modo mi calmai. C’erano tante cose a me sconosciute che avrebbero potuto rendere la mia vita migliore, tante quante ne nascondeva il mare, e ce l’avrei fatta, avrei trovato quelle giuste.
Pioveva quando finalmente atterrai.
La prima cosa che feci fu chiamare mia madre appena mi fu concesso riaccendere il cellulare, subito dopo mandai un messaggio a tutti due volte per essere sicuro che li leggessero.
Improvvisamente mi sentivo piccolo in mezzo a quegli edifici pieni di vetri e le strade trafficate all’inverosimile nonostante ormai si fosse fatta notte fonda. In mezzo a tutta quella gente io ne cercavo solo una, anche se sapevo che sicuramente non poteva essere lì. A volte mi sembrava di intravedere qualche faccia conosciuta, ma ben presto si trasformavano tutte in sconosciuti, lasciandomi spiazzato.
Ero davvero solo, e se da un lato la cosa mi spaventava a morte da un altro ero felice. Fui estremamente orgoglioso di me quando riuscii ad usare la metropolitana e capii al primo colpo dove dovevo scendere per arrivare al mio hotel, ma soprattutto quando uscii da quelle porte mi si presentò davanti uno spettacolo che mi rapì immediatamente il cuore lasciandomi senza fiato.
Un tripudio di luci, cose, persone e profumi che mi accoglievano in questo nuovo mondo, e me ne sentii immediatamente parte nonostante la massiccia dose si smarrimento e paura che ancora dimoravano nel mio petto. Qualcosa, però, in quell’immagine mi rassicurò e mi strappò un sorriso.
Mentre me ne stavo lì, impalato sotto all’ombrello che avevo appena comprato tempestivamente da un marocchino biascicando qualche parola in inglese, fissavo la cabina telefonica rossa sul marciapiede, che stava li come a dirmi che avrei sempre avuto un collegamento a casa nonostante la lontananza, ovunque mi trovassi.
Davanti a me si stagliava in tutta la sua magnificenza il Big Ben.
No, la mia storia non era ancora finita.
Era solo l’inizio, e l’avrei affrontata con tutta la forza che avevo.
E con l’aiuto di qualche tavoletta di cioccolato.
Una marea di tavolette di cioccolato… forse.
 
 
 
 
 
 
 
THE END
 
 
 
MWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH VI HO FREGATI TUTTIIIIIII! *______*
E mentre stavate già preparandovi a disperarvi gettandovi sui vostri letti con mille fazzolettini... TAN TAN TAAAAAN!
Ecco svelata finalmente la big big news di cui vi parlavo precedentemente u__u e se qualche ciompo non l'avesse ancora capito, CI SARÀ UN SEQUEEEEL *____* YUHUUUUU! Pensavate di esservi finalmente liberati di me eh? eh? eh? é__è Invece nonononono! Non avrei mai potuto dire bye bye a tutti con un finale così di merda XD
In ogni caso, mi vengon le lacrimuce lo stesso, perché anni e anni addietro, quando mi accingevo a pubblicare il primo capitolo di questa ff, mai mi sarei immaginata di ricevere così tanti complimenti, incoraggiamenti e tante altre bellissime parole! Avete contributo ad alzare la mia autostima ^___^ per questo vi voglio così bene da aver realzzato un seguito, e non preoccupatevi! È già tutto perfetto nella mia testa, non ci saranno blocchi dello scrittore (o sarà poco probabile) e la stesura é già ad uno stadio avanzato, quindi per un bel po' avrete da leggere u__u Per quanto riguarda la data della pubblicazione della nuova ff non dovrete attendere tanto, giusto far passare qualche settimana di modo che la leggano un po' tutti e partirò alla carica di nuovo ** spero mi seguirete sempre tutti, ne sarei davvero felice ^^

Ehm ehm... passiamo ai miei commenti finali su qesta storia, perché credo siano obbligatori u.u
Inizialmente l'avevo pensata come una trama molto più sobria, in quanto avrei voluto cimentarmi in un modo diverso di scrittura, abbandonando l'ironia che caratterizza solitamente le mie ff... ma mentre scrivevo mi assalivano le mille battute che avrei potuto aggiungerci, le scene imbarazzanti, le situazioni anomale (vedi il capitolo della festa in maschera con l'epica vestizione, la preoccupante scena delle ordinazioni al bar e l'apocalittico ritorno a casa XD credo di non essermi mai divertita così tanto a scrivere come in quel capitolo!) e dopo vari tentativi dove mi fermavo alla terza pagina e ricancellavo tutto... mi sono arresa iniziando il parto abominevole che ha portato a questo risultato ^__^'' alla fine ho capito che questo é il mio stile di scrittura e non devo soffocarlo siccome noto che ha riscosso molto successo ^^ mi impegnerò sempre per idearmi nuove idiozie, statene certi ^^

Nella prima bozza (Ohohoh arrivano gli spoiler OwO) non avevo ideato un finale strappalacrime, ma lentamente mi ero messa ad immaginare una sorta di "alternative end" ma che non avrei mai potuto inserire, perciò una sera mi é venuta la malsana idea: stravolgere il finale e prendere quell'alternativa come base per inziare il fantomatico seguito ^^ sì, sono problematica ma capitemi, amo troppo questi personaggi *_*

Altro spoiler che nessuno sapeva e che probabilmente non avrebbe mai potuto indovinare nessuno, é rivolto ad uno dei personaggi di mia invenzione presenti in questa ff ^^ e parlo di Danielle *__* ebbene, questo personaggio, di base, appartiene ad un'altra mia ff che non ho mai pubblicato, e sinceramente non so se la renderò mai pubblica un giorno, in quanto si tratta di un originale con una trama abbastanza contorta, e ci voglio lavorare veramente bene prima di pubblicare qualcosa. In quella storia risulta essere la protagonista, e oltre a preservare un carattere totalmente diverso da quello che avete visto, le due ff non sono collegate in nessun modo. Semplicemente ho "preso in prestito" il modulo del personaggio in quanto (scusate il megalomanismo XD) é un personaggio troppo figo che quasi non mi capacito di averlo creato *_* anche se qui non ha tantissimo spazio XD

In ultimo, ci tengo a precisare su un fatto con la quale ci ho litigato non poco XD LA LOCATION 
In quanto mi piace inventare anche i luoghi senza prendere particolari spunti, quindi essere libera di ideare tutto come più mi piace senza dover badare a punti fissi, prevalentemente non é mai indicato dove sia ambientata questa fanfiction, ma da come penso tutti abbiate potuto constatare, il sequel sarà ambientato a Londra *_* Perché diciamo che oltre ad essere la città del mio cuore mi sembrava perfetta come location per gli avvenimenti che ho previsto. Quindi mi sembra giusto dare un'ambientazione precisa anche ai fatti accaduto in Chocolate and Smoke on the School ^^ irrimediabilmente la mia decisione é caduta sul Giappone, che mi sembra l'ipotesi più probabile, in linea con la storia originale di Death Note, e siccome gran parte dei nomi sono giapponesi. Ho pensato ad una regione molto tranquilla, in netto contrasto con la caoticità futura^^
Ok... credo che con questo sia tutto, se avete qualsiasi altra domanda scrivetemi pure una recensione, sarò più che contenta di risponvervi *_*

Bene... che dire... ODDIO SONO TROPPO SENTIMENTALEEEE *abbraccia tutti i personaggi*
Mello: Tanto ci  stai già sfruttando nel sequel, a cosa servono tutte queste moine? >___>
Raven: Ma... ma poi... ma poi...
Ryuk: Autrice, NIENTE SPOILER! *le ficca in bocca una mela*
Raven: T_____T

Ringrazio tutti, ma proprio TUTTI, un'ultima volta per avermi seguita, in primis gli ultimi recensori: Bella_DN, Mihael_River, loryiloveyou e Giuggiola_chan ^___^  a seguire agli altri teneri esserini per aver recensito, per aver messo questa ff nei preferiti, tra le seguite o tra le ricordate, e anche soltanto a tutta quella gente che si é limitata a leggere nel silenzio! GRAZIE GRAZIE MILLE A TUTTI QUANTIIIIIIIIIII!!! >______________<

Ora mi accingerò a spuntare quel quadratino nel layout di pubblicazione con scritto a lato "Completa", e per un attimo mi dispererò, ne sono sicura ç___ç  ma vi do appuntamento per le nuove fantomatiche avventure very british dei nostri personaggi preferiti u__u Rivelo ufficialmente che il titolo del sequel si intitolerà "The city of the sweet flavors"! Quindi tenete gli occhi aperti ^^ 
Nel frattempo, se volete ingannare l'attesa e se vi interessa il genere, ho appena iniziato a pubblicare una nuova ff su Iron Man, intitolata "The mechanic and his problems", buttateci un occhio se vi va ^__^
Ho detto veramente tutto, scusate per il luuungo monologo ma dovevo farlo, only for youuuu >___< 
Appuntamento al primissimo capitolo di "The city of the sweet flavors" ^____^ vi aspetto in tantissimiiii! CIEEEEEEEEUUUUUUUUUUU <3 <3 <3 <3 <3 <3 
 
 
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Raven_Phoenix