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Autore: Ashwini    21/05/2013    2 recensioni
Lucinda è un'orfana che cresce in orfanotrofio, cresciuta ed amata dalle suore che lo gestiscono.
Simpatica e sincera, abile tanto negli sport quanto nello studio, si è sempre fatta amare da tutti coloro che la circondavano.
Arrivata alla maggiore età però, è costretta ad andarsene dall'orfanotrofio e trovarsi un posto suo nella grande New York.
Alla sua festa d'addio incontra Raphael, un'uomo dal fascino pericoloso e con cui avrà un incontro piuttosto burrascoso. Da qua l'odio dominerà incontrastato i loro scontri/incontri nella metropoli newyorkese. Ma se decidessero di iniziare un pericoloso gioco di passione? Cosa accadrebbe?
*Dal secondo capitolo:
[...] - Come sai il mio nome? - mi informai allora, spinta dalla mia solita curiosità.
- Ho fatto alcune ricerche. - disse con nonchalance, come se quello che avesse appena detto fosse una cosa che facevano tutti, normale. [...]
[...] - Brutto idiota, chi ti ha dato il permesso di ciò, eh? - domandai furente.
- Modera i toni ragazzina, l'ho fatto perché volevo conoscere la donna che mi ha rifiutato, no? Devo pur avere una pista con cui cominciare il mio piano di seduzione. - affermò tranquillo.
Stava scherzando, vero?!
No, notai con orrore, dal sadico sorriso che gli era spuntato in volto. [...]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic CAPITOLO PRIMO- Preparativi, amicizia e nuove conoscenze Ciao a tutti! ^-^
Ecco qua il
primo capitolo della storia, spero vivamente che vi piaccia. Diaciamo che è un capitolo di passaggio, ancora non siamo entrati nel vivo della storia, cosa che avverrà nel successivo capitolo comunque. In questo però avviene una cosa molto importante: l'incontro fra i due protagonisti. Finalmente conoscerete Raphael, ma il suo carattere verrà meglio delineato nel prossimo capitolo, qua si vedrà solo l'incontro con Lucinda.
Come premesso è odio a prima vista. XD   
Bene, detto questo, vi lascio alla lettura del capitolo.

BUONA LETTURA!    


                            Eternity


                                                                                                                                   

                                                                                                                                    Quante vite dovresti vivere per trovare qualcuno per cui valga la pena di morire?

                                                                                                                                    (Torment-Lauren Kate)


CAPITOLO PRIMO: Preparativi, amicizia e nuove conoscenze


Un fresco vento spirò fra i mie lunghi capelli, formando tante onde che si muovevano dolcemente nell'aria mattutina. Il sole cominciava già a fare capolino dall'orizzonte, creando una lunga e luminosa linea da cui si irradiavano mille potenti raggi solari. Il loro calore riscaldava ogni lembo scoperto di pelle, le mie mani ed il mio viso venivano illuminati e riscaldati come rarissime volte accadeva nel periodo invernale. Si prospettava una bellissima giornata. Quel giorno compivo diciott'anni, quante volte in passato avevo desiderato che venisse in fretta quel giorno. Adesso invece non volevo altro che restare la bambina di un tempo. Non mi ero mai resa conto fino ad allora quanto fossi legata a quel luogo che, giorno dopo giorno, mi aveva vista crescere. Però c'era anche quella parte di me che voleva disperatamente evadere da quel luogo, perché io ero sempre stata una ragazza che ambiva alla libertà, nonostante lì fossi amata, io volevo uscire da quelle mura e vivere la mia vita. Sapevo perfettamente che sarebbe stato difficile all'inizio ma ero sicura che ce l'avrei fatta. Tutto potava essere difficile ma niente era impossibile. Non quando era una ragazza forte e determinata come me a lottare per la propria libertà.
Dopo aver rivolto un'ultima occhiata a quel meraviglioso spettacolo quale era l'alba, mi girai e mi diressi verso il mio armadio color lavanda. Osservai con una piccola smorfia il bianco vestito a balze stretto però dalla vita in su con scollatura a cuore, brillanti di varie misure adornavano la scollatura ed arrivavano fino al fianco destro come un rampicante luccicante. Accanto vi erano delle scarpe col tacco alto decorate anch'esse con vari brillantini. Decisamente un bel vestito con accoppiate delle scarpe perfette ma non era il mio genere. Ero sempre stata una ragazza semplice, di solito mettevo solo cose sportive ma Irina, la mia migliore amica, mi aveva convinto dopo lunghe ed estenuanti ore di lusinghe e valide, secondo lei, motivazioni per vestirmi in quel modo almeno per la mia festa dei diciott'anni. Avevo infine accettato, riluttante. 
Lo presi insieme alle scarpe e mi dirigei in bagno per cambiarmi. La mattina avremmo dovuto fare le foto, sempre per richiesta della mia amica, e poi avremmo pranzato tutti insieme nella sala grande. Poi altre foto e successivamente lei mi avrebbe aiutato a portare a termine gli ultimi preparativi per la partenza della sera stessa.

Guardandomi allo specchio vidi che il vestito cadeva morbido sulle mie curve, ben proporzionate, valorizzandole al massimo proprio come mi aveva anticipato Irina. Lei era una ragazza che se ne intendeva di moda, nel tempo libero la si trovava con sempre in mano una rivista o il catalogo della nuova stagione di chissà quale marca prestigiosa. All'apparenza poteva sembrare la classica snob con la puzza sotto il naso, ma se la si conosceva meglio si capiva il perché le fossi così tanto legata. Dolce, gentile e sempre pronta a darti una mano, questo e molto altro era Irina. Lei era la mia migliore amica, la sorella che non avevo mai avuto ed era la persona a cui tenevo di più. 
Come me, avrebbe dovuto andarsene dall'orfanotrofio molto presto, lei però compiva diciott'anni fra quattro mesi e mi aveva chiaramente detto che mi avrebbe raggiunta nella casa che avrei scelto come mia dimora. Infatti fin da piccole sognavamo di vivere insieme, come quelle ragazze dei film, dicevamo ridendo felici. Adesso potevamo realizzare quel sogno ed io non vedevo l'ora che la mia amica arrivasse nella nuova casa con miliardi di valigie contenenti tutti i suoi vestiti ed i suoi trucchi. 
All'improvviso sentì bussare alla porta con la tipica fretta di Irina ed andai ad aprire, ritrovandomi di fronte quell'uragano biondo quale era la mia amica. Sorridente e con una valigetta in mano entrò nella stanza, cominciando già ad elencarmi il programma del giorno in ogni sua sfumatura.
Poi aprì la valigetta e sorridendo sorniona mi fece vedere la sua collezione di trucchi e prodotti di bellezza.
<< Adesso tu ti siedi qua sulla sedia e non ti muovi finché io non te lo dirò, ok? >> mi disse perentoria, puntandomi il dito contro.
<< Ok... ma non mi fare sembrare una maschera di Carnevale. >> la avvisai dato che lei tendeva ad esagerare sempre troppo con il trucco.
<< Si ok. Adesso ferma, ti farò diventare una vera bomba! >> mi disse raggiante e per un attimo credetti davvero che gli occhi le sarebbero diventati due piccole stelle brillanti.
Annuì un po' preoccupata, facendomi il segno della croce mentalmente.
La sentì armeggiare con vari strumenti da truccatrice e prodotti ed io ,inerme, non potevo fare altro che aspettare. Mentre lei mi truccava parlavamo della festa che di lì a poco si sarebbe tenuta e della nostra futura vita a New York. Poi Irina, finito di truccarmi, cominciò ad acconciarmi i capelli.
Alla fine, mi portò in bagno per farmi vedere completamente, infatti vi era uno specchio che si estendeva per metà della lunghezza della parete ed era anche molto largo.
Spalancai la bocca sinceramente sorpresa. Quella ero davvero io?!
I capelli erano lasciati sciolti ma la mia amica aveva fatto in modo che fossero raccolti sul davanti, lasciando solo due lunghe ciocche ai lati della testa, inoltre cadevano lisci sulla schiena per metà per poi formare tanti boccoli di un nero lucente. 
Il trucco, con mia somma sorpresa, era semplice. Gli occhi erano di un bel color perla, con leggere sfumature rosa ai lati, poi aveva messo un sottile strato di matita. Le labbra carnose erano invece di un bel rosa acceso e le guance le aveva leggermente adornate con un rosa chiaro.
Aveva fatto un ottimo lavoro, dovevo proprio ammetterlo stavolta.
<< Allora? >> mi sorrise attraverso il suo riflesso nello specchio, allargando le braccia.
<< Direi che hai superato te stessa per una volta. >> risi allegra, ottenendo in risposta un borbottio simile a ''Io faccio sempre tutto perfetto''.
Poi mi si avvicinò e abbracciandomi mi disse: << Buon compleanno piccola strega. >>
<< Dopo una mattinata che sei qua me lo dici solo adesso? >> scoppiai a ridere mentre ricambiavo l'abbraccio con forza.
<< Si, perché solo ora sei una vera reginetta! >> disse sciogliendo l'abbraccio ed alzando una mano in alto per darmi il cinque cosa che io non feci ed, alzando un sopracciglio, dissi fintamente offesa: << Ah, quindi con questo mi stai dicendo che di solito sono inguardabile? >>
Lei parve credere alla mia finta arrabbiatura e cominciò a farneticare cose senza senso. Allora io la fermai scoppiando a ridere di cuore e le dissi: << Irina stavo scherzando! >>
<< Tu, brutta... >> rispose saltandomi addosso per poi cominciare a farmi il solletico. 
<< Basta... Irina... così mi disfai... l'acconciatura... >> dissi fra le risate.
Lei a quelle parole si bloccò subito e cominciò a scusarsi dicendo che adesso sistemava tutto lei, io la fermai dicendole che per fortuna era ancora tutto a posto e che potevamo pure andare a fare le foto. Accettò riluttante e così ci incamminammo verso il giardino dove avremmo fatto mille foto da tenere come preziosi ricordi.

Passammo ore intere a farci foto di ogni genere ed in tutte le posizioni possibili, poi riuscì a fermare quella pazza di Irina dicendole che ormai ero stanca morta. 
Ricordando vecchi aneddoti arrivammo nella sala grande in cui, non appena entrai, si sollevarono urla e gridi di gioia. Appena passavo mi facevano tutti i più profondi auguri che io accettavo con grande piacere. Ognuno si sbracciava per salutarmi ed alcuni mi si gettavano anche addosso per abbracciarmi calorosamente.
Notai che vi erano festoni d'auguri con inciso il mio nome dappertutto oltre ad altre decorazioni di vario genere che abbellivano la sala, come palloncini o fiori colorati.
Poi un ragazzo in fondo alla sala cominciò ad armeggiare con la musica, mettendola ad altissimo volume come se fossimo in discoteca. Cominciai a muovermi a ritmo di musica così come tutti gli altri. Dopo un po' però mi stancai, così mi diressi verso il lungo tavolo dedicato alle bibite e al cibo, decisa a gustarmi almeno una fetta delle buonissime torte al cioccolato di sorella Kate. Da quando ne avevo assaggiata una da piccola non ero più riuscita a farne ameno e avevo tutte le intenzioni di raccomandare alla suora di mandarmene almeno una al mese.
Mentre ne prendevo una fetta notai la suora madre che conversava con un uomo sui ventisei anni. Un bellissimo uomo aggiungerei.
Aveva una carnagione chiara, i capelli mossi erano castano chiaro, tendenti al biondo, gli occhi erano di un blu elettrico, simile al colore degli abissi marini. Era molto alto e la muscolatura ben definita si intravedeva dalla camicia che portava e dai pantaloni eleganti che gli fasciavano perfettamente le gambe.
<< Chissà chi è quel fusto... >> mi disse all'orecchio Irina, per farsi sentire nonostante la musica alta.
<< Mio Dio Irina ma da dove sei sbucata?! >> dissi mettendomi una mano sul cuore, mi aveva fatto prendere un colpo comparendo così, dal nulla.
<< Beh, io mi guardo intorno e uno come quello lì non passa certo inosservato. L'hai notato pure tu e questo è tutto dire. >> disse nascondendo una risata.
Feci una smorfia, contrariata. Ok, ammetto che non ero una che si interessava ai ragazzi, di solito mi limitavo a salutare i miei compagni ma la cosa finiva lì. Per adesso ritenevo che non mi era necessario avere accanto un ragazzo, quindi me ne tenevo alla larga se possibile.
<< Vacci a parlare! >> mi disse quella scema illuminandosi improvvisamente.
<< Stai scherzando spero! >> risposi scandalizzata. Voleva davvero che andassi a parlare con uno sconosciuto?! Ma neanche morta!
Ma non ebbi il tempo di risponderle che già mi stava trascinando di peso dalla suora madre e dal tizio misterioso. Puntai i piedi per terra ma ormai era troppo tardi, eravamo già arrivate difronte ai due che adesso ci guardavano incuriositi. O meglio, la suora madre lo faceva, l'uomo era restato impassibile, tranne per una piccola e mal trattenuta smorfia che stava ad indicare il suo irritamento per essere stato interrotto mentre parlava. Ecco, già mi stava antipatico quel brutto pallone gonfiato.
<< Care ragazze perché siete qua? Non volete andare a divertirvi? >> ci disse cortese la suora con un dolce sorriso stampato in volto.
<< Noi ci chiedevamo quando sarebbe arrivata la torta di compleanno di Luce. >> disse con un falso sorriso Irina, osservando insistentemente l'uomo che invece la guardava con una smorfia di disgusto.
<< Oh si, arriverà a breve, non preoccupatevi. >> disse la suora poi, seguendo lo sguardo da perfetta maniaca di Irina che stava ancora osservando l'uomo difronte a noi si premurò di aggiungere in fretta: << Ma che maleducata che sono, quest'uomo accanto a me è il signor Raphael Grigori, ragazze. >>
<< Piacere! >> squittì allora la mia amica porgendo la mano a Grigori.
Lui allungò a sua volta la mano ma vidi chiaramente che lo stava facendo più per una questione di educazione che per altro. Era anche altezzoso, ma bene, la lista dei suoi difetti si stava allungando sempre di più.
<< Irina sta arrivando la torta, andiamo? >> dissi esasperata, facendo un cenno di pura educazione all'uomo. Lui mi guardò sorpreso per un attimo ma si riprese subito, riprendendo la sua maschera da bello e dannato.
Se credeva che io sarei caduta ai suoi piedi si sbagliava di grosso, quelli come lui li odiavo e non avevo alcuna intenzione di dargli la minima confidenza.
<< Ma... >> provò a dire lei, ma io la fermai prendendola per un braccio e trascinandomela via, dopo aver rivolto un sorriso alla suora madre e un debole saluto a lui.
Ci allontanammo dai due, dirigendoci verso il terrazzo della sala. Quest'ultimo era molto grande, vi erano un tavolo rotondo nel lato destro, circondato da sei sedie, e una lunga panca nel lato sinistro. Il terrazzo si affacciava nell'ampio giardino di rose dell'orfanotrofio e si poteva chiaramente sentire il buonissimo odore emanato da quegli splendidi fiori. Passavo lì molte ore del mio tempo libero, di solito mi rifugiavo nel padiglione al centro del giardino dopo gli allenamenti di pallavolo, per leggere in santa pace un buon libro.
<< Uffa Luce, sei una guastafeste! >> disse imbronciata come una bambina Irina.
Alzai gli occhi al cielo e dissi: << Irina... no, lascia perdere. Vai dentro, io ti raggiungo fra un attimo, ok? >>
<< Ok... >> rispose alzando un sopracciglio. La vidi incamminarsi, così mi rigirai per guardare ammirata le rose.
Tra poche ore tutto sarebbe finito e me ne sarei dovuta andare via, forse non avrei più rivisto quel luogo, pensai con nostalgia. C'erano davvero molte cose che mi sarebbero mancate di quel posto.
<< Davvero delle belle rose, ben curate devo dire. >> disse pacata e gelida una voce alle mie spalle.
Mi girai velocemente, lanciando un sguardo poco amichevole al tizio che aveva osato disturbarmi in un momento così intimo.
Era lui, pensai stizzita.
Che cavolo ci faceva lì?!
<< Già. >> mi limitai a rispondere, facendogli capire che la sua presenza lì non era gradita.
<< Io non ti sono molto simpatico, eh? >> disse avvicinandosi a me.
Io rimasi ferma al mio posto, non gli avrei mai dato la soddisfazione di farmi vedere in difficoltà spostandomi. Lui parve compiaciuto del mio gesto e si fermò proprio difronte a me, vicinissimo.
<< Si, tu non mi piaci e gradirei molto se adesso te ne andassi. >> risposi incrociando le braccia sotto il seno e guardandolo seccata.
<< Hai un bel caratterino ragazzina. E questo... mi piace. >> disse sensuale, avvicinando il suo volto al mio.
Io, dal canto mio, non mi mossi di un solo millimetro e risposi impassibile: << Credi che basti solo questo a farmi cedere? Non cadrò mai ai tuoi piedi, quindi adesso puoi anche andartene. >>
Lui rise e mi rispose: << Beh, volevo solo vedere se eri veramente una ragazza tutto pepe o stavi solo fingendo. Posso dire quindi di notare con piacere che sei proprio un'indomabile ragazzina arrogante. Ci rivedremo molto presto io e te, puoi giurarci. >>  
Stavo per ribattere infuriata quando lui continuò dicendo: << Ti farò cadere ai miei piedi ragazzina, da adesso comincia la nostra sfida. >>
Dopo aver detto questo se ne andò via, lasciandomi sola.
Brutto... Ah glielo avrei fatto vedere io chi era l'arrogante! Come diavolo si permetteva! Se mai ci fossimo rincontrati in futuro gliele avrei cantate io a quel signorino. Voleva giocare?
Bene.
Avrei giocato, ma secondo le mie regole.
Pensando questo, sorrisi sadica. Avevo certamente trovato pane per i miei denti.




ANGOLO AUTRICE:

Eccoci arrivati a fine capitolo gente! ^-^
Allora, che ne dite? La storia si farà sempre più interessante man mano che prosegue, ve lo posso assicurare. ;)
Ho tantissime cose in mente per questi due, la mia fantasia non ha limiti. Ahahahah XD
Ora che i protagonisti si sono conosciuti le cose andranno di male in peggio! u.u
Vicende divertenti e altre più serie si sussegueranno nei capitoli, prima di arrivare al tanto agognato amore ne passaranno delle belle.
Domanda: Cosa ci faceva nell'orfanotrofio Raphael?
Mistero. Per scoprirlo non perdetevi le prossime puntate e vi garantisco che non ne sarete delusi!
Le vicende sono molto più complicate di quel che sembrano, ma se vi svelassi tutto ora, poi non ci sarebbe più gusto no? XD
Se lo vorrete, metterò anche dei pov Raphael in futuro, così saprete cosa passa per la testa del bel tenebroso. *-*
Vi anticipo che metterò i banner personali dei protagonisti e dei loro amici ad inizio dei prossimi capitoli. Nel frattempo vi chiedo: il banner con il titolo e le immagini dei due protagonisti della storia vi piace? Per quest'ultimo ringrazio moltissimo la bravissima Jess Graphic.
Infine, i capitoli vanno bene così o li volete più lunghi? :)
Ditemi ogni vostro pensiero in una, anche piccola, recensione, mi farebbe molto piacere, anche perchè solo grazie a voi potrò migliorare! :D

Ringrazio infinitivamente colore che hanno aggiunto la storia fra le:
- preferite: 1
- seguite: 4
ed anche
valespx78 per aver recensito lo scorso capitolo. GRAZIE a tutti, davvero. 

Adesso vi saluto, bacioni, vostra Ashwini. <3



*L'altra mia storia in corso:

Il Dominatore del Mondo
In un tempo futuro scoppia la cosiddetta ''Apocalypse Demons War'', a causa della quale l'intera umanità si ritroverà sottomessa ad una nuova e potente razza di demoni, esseri crudeli e quasi privi di ogni sentimento.
La loro razza arriverà a conquistare quasi l'intero pianeta Terra e tutti questi territori verranno riuniti sotto il Grande Impero di Alloces, governato dal più potente demone della razza demoniaca: l'imperatore Andras detto ''Il Conquistatore'' famoso, oltre che per la sua enorme forza, per grande malvagità e freddezza, bello oltre ogni dire.
Amia, ragazza umana, si ritroverà catapultata in un mondo oscuro e completamente diverso dal suo, dovrà adattarsi e soprattutto dovrà combattere per ciò in cui crede. La ragazza è caratterizzata da una grande determinazione e forza di vivere, qualità che l'aiuteranno in molte occasioni.
Ma all'Impero si opporrano i Cavalieri della Giustizia Eterna(CGE), un'organizzazione umana altrettanto forte che userà ogni mezzo per abbattere il nemico, arrivando anche ad usare mezzi disonesti.
Le vite dei protagonisti e di coloro che gli stanno vicino verranno irremediabilmente sconvolte da eventi di enormi proporzioni.
La storia ha inizio, preparatevi ad entrare in un mondo completamente nuovo.








  
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