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Autore: ary_gg    22/05/2013    3 recensioni
Allison è la figlia dei protagonisti di Through. Ovviamente le due storie sono separate e possono essere lette indipendentemente. Allison vedrà molti rapporti cambiare nel nuovo arco della sua vita, farà molte esperienze che prima non aveva mai pensato di fare e probabilmente le apriranno gli occhi. Con lei Rebekah la sua migliore amica da sempre. Lucas che lei definisce migliore amico e una nuova conoscenza Daniel. Probabilmente i triangoli sono spesso utilizzati, ma d'altronde sono anche i più interessanti. Spero che ci darete un'occhiata. Ari.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO VENTIDUESIMO

Allison dopo un po’ notò che Daniel non era ancora tornato e sentiva del chiacchiericcio sulla soglia della porta così decise di avvicinarsi.
“Mi dispiace non volevo piombare qui all’improvviso”
Disse educatamente la ragazza abbassando lo sguardo.
“Posso almeno sapere il tuo nome? A quanto pare non sono state coincidenze gli incontri negli ultimi due giorni”
“Che succede?”
Allison si avvicinò guardando la ragazza e riconoscendola. Lei cambiò espressione.
“Oh, pensavo fossi solo..meglio che vada..”
“Aspetta, posso almeno sapere che succede?”
Insistette il ragazzo abbastanza confuso.
“E’la tua ragazza?”
Disse lei guardando Allison, lei corrucciò la fronte.
“Si lo sono, ma direi che sai un po’ troppo di noi, noi non sappiamo nemmeno il tuo nome”
Anche Allison cercò di fare pressione, la cosa stava per diventare inquietante più che divertente. La ragazzina spostò lo sguardo da lei a lui e lo fissò, poi, prima di parlare, prese un grande respiro.
“Mi chiamo Charlotte. Sono tua sorella”
“Cosa?!”
Esclamarono all’unisono Daniel e Allison guardandola allibiti. Daniel la guardò attentamente scrutandola dalla testa ai piedi. Lo sguardo preoccupato e curioso che aveva anche quando l’aveva vista in ospedale, cambiò rapidamente divenendo freddo e scostante.
“E’ impossibile”
Charlotte cambiò velocemente espressione, il suo sguardo si incupì e la delusione faceva capolino nei suoi occhi.
“Credo davvero che tu abbia davvero sbagliato persona.”
Allison si accorse del cambiamento di entrambi e la ragazzina sembrava sul punto di svenire.
“Daniel, magari è meglio se entra dentro non credi?”
“Non c’è..”
Allison lo zittì con lo sguardo e poi guardò Charlotte.
“Avanti entra”
Charlotte titubante restò qualche secondo ferma immobile come se muoversi da lì avrebbe cambiato l’equilibrio del mondo, poi si fece coraggio e fece qualche passo verso l’interno del loft. Si guardò intorno impacciata ed Allison la invitò a sedersi.
“Ti va qualcosa? Sei pallida..”
“Come lo sai? Chi te l’ha detto?”
Irruppe poi Daniel con poca delicatezza guardando fisso la ragazza.
“Daniel”
Allison lo rimproverò sottovoce, ma con decisione.
“Io..beh, l’ho scoperto un mese fa”
“Charlotte quanti anni hai?”
Chiese poi Allison.
“Quindici, li ho compiuti un mese fa..”
“Come mai credi che Daniel sia tuo fratello?”
“Il giorno del mio compleanno, sono andata a curiosare un po’ in soffitta, dovevo mettere a posto un vecchio abito di Halloween e..c’erano delle scatole aperte. Ho curiosato un po’..c’erano delle foto di papà con due bambini e..ho chiesto a mia madre. L’ho assillata molto, ho minacciato di scappare di casa, qualsiasi cosa finchè non mi ha detto che mio padre aveva altri due figli”
“Mio padre probabilmente è morto chissà quanto tempo fa per coma etilico, magari sotto un ponte, te lo assicuro. Non è di certo un uomo in grado di avere una moglie e una figlia o di portare avanti una famiglia”
“Ti sbagli lui non è così. Forse lo era prima, ma mio padre è..”
“Oh andiamo Ali, è una cavolata”
Charlotte abbassò nuovamente lo sguardo turbata, Allison lo guardò malissimo.
“Posso parlarti un attimo in privato?”
La ragazza si avviò verso la camera da letto e attese che Daniel la raggiungesse.
“Smettila di comportarti così! Ha quindici anni, è spaventata e tu l’aggredisci”
“Senti è impossibile, avrà sbagliato, mio padre era ancora a casa con noi quindici anni fa, se ne è andato l’anno dopo”
“So che è dura da accettare, ma..”
“Cosa? Che non solo mio padre si ubriacava continuamente, non mandava avanti la sua famiglia e ci ha abbandonati, ma per giunta ha tradito mia madre? Mentre viveva con noi? Questo è decisamente troppo, si”
Allison sospirò cercando di far calmare Daniel.
“Non puoi prendertela con lei, cerca solo un fratello”
“Bè ha sbagliato posto”
Il ragazzo si diresse nuovamente verso il salone seguito dalla ragazza.
“Daniel!”
Quando i due tornarono nel salone, non c’era più nessuno, solo una semplice foto abbandonata sul tavolo. Daniel la prese e la osservò, erano lui e Tom, erano davvero molto molto piccoli, lui probabilmente aveva quattro anni, suo fratello otto o nove. C’era anche suo padre nella foto, uno degli ultimi momenti ancora felici. Girò la foto, una calligrafia maschile e disordinata aveva scritto i loro nomi sul retro e l’anno. In quel momento fu consapevole che la ragazza era davvero chi diceva di essere, probabilmente lo aveva sempre saputo, le sue sensazioni nei confronti della ragazza erano sempre state strane, le aveva creduto subito, semplicemente non voleva accettarlo.

Charlotte rientrò in casa infreddolita, il profumo della legna scoppiettante nel camino e il calore che procurava era confortante. Si sentiva a casa nonostante nell’ultimo mese non era stato così. Non aveva detto nulla a suo padre, sua madre l’aveva pregata di far finta di nulla e di non cercare nessuno dei due ragazzi della foto, glielo aveva promesso. Aveva mentito. Ora cosa avrebbe fatto? Aveva cercato quei due ragazzi così tanto ed era riuscita a trovare qualche informazione solo su Daniel, nonostante internet fosse un aiuto incredibile di Tom non c’era traccia. Tolse guanti, sciarpa e cappotto e allisciò sotto le mani i lunghi capelli biondi.
“Charlie dove sei stata?”
La ragazza sussultò appena e vide sua madre precipitarsi davanti alla porta.
“Fuori”
Disse semplicemente lei sfregandosi le mani per il freddo.
“Lo hai trovato vero?”
Charlotte si irrigidì e guardò la madre titubante.
“C-chi?”
La donna le mostrò i fogli che la ragazza aveva in camera con sopra varie informazioni su Daniel.
“Hai fugato tra le mie cose?”
Disse lei irritata prendendo le sue cose con rabbia dalle mani della madre.
“Non cambiare discorso signorina..e non provare a scappare eh!”
Aggiunse la donna vedendo la figlia che si dirigeva verso le scale.
“Charlotte!”
“Perché non posso cercarli? Non sto facendo niente di male! Non vuoi nemmeno che lo dica a papà! E’ assurdo. Non posso credere che lui non voglia vedere i suoi figli, non posso credere che voglia mentirmi così!”
“E’ una sua scelta Charlie, non riguarda noi”
“Riguarda anche me, sono sua figlia così come lo sono loro, hanno il mio stesso sangue, certo che riguarda anche me”
Charlotte salì velocemente nella sua stanza. Non era grandissima, ma era abbastanza per lei, ci entrava un letto a due piazze e quello era ciò che contava. La stanza era tappezzata di disegni, ritratti, paesaggi. Amava disegnare e dipingere, la sua camera profumava costantemente di tempera e pastelli. La ragazza prese il suo album da disegno, la sua matita morbida e si lanciò sul letto pronta a finire il ritratto di quel ragazzo che, seppur scontroso, era pur sempre suo fratello.

Dave sentì bussare alla sua porta così corse incontro alla porta per poter aprire.
“Wow, mia nipote ha deciso di fare visita al suo povero zio..e con del cibario per giunta”
Il viso di Allison si allargò in un sorriso ed entrò con il  cartone della pizza tra le mani.
“Spero tu non stessi già cucinando qualcosa”
“No, stavo per preparare qualcosa, ma preferisco questa”
Dave prese il cartone dalle mani della ragazza e l’appoggiò sul tavolo. Poi prese dei piatti e dei bicchieri.
“Come mai questa sorpresa?”
Allison si sedette su una delle sedie ed alzò le spalle.
“Non posso venire a trovare mio zio?”
Disse sorridendo innocentemente. Lui la guardò scuotendo la testa e posando un piatto con un pezzo di pizza davanti a lei.
“Direi di no”
Disse sarcastico. Allison aprì la bocca in un misto di sorpresa e risentimento.
“Ehi! Bella considerazione che hai di me!”
“Ok, quando poi ti va di dirmi quello che devi dirmi, avvisami, io intanto mangio”
Il ragazzo addentò un po’ di pizza ed Allison sospirò.
“A Natale ci sarà anche Daniel per cena.”
“Wow, grandioso, sarà sicuramente una cena imbarazzante. Sei sicura che sia il caso? Io avrei aspettato almeno, non so, tipo una decina d’anni.”
Disse sarcastico continuando a mangiare, poi notò lo sguardo di rimprovero della ragazza e sorrise.
“Per quello che vale io mi comporterò benissimo, promesso”
Allison scosse la testa.
“Non è per questo che te lo sto dicendo. Credo, anzi sono sicura che tu conosca Daniel, l’ho scoperto un po’ di tempo fa, ma non me la sono sentita di dirtelo”
Allison catturò completamente l’attenzione di Dave.
“Tesoro manco da NY da molto tempo”
“Conoscevi suo fratello, era tuo amico. E’ morto poco prima che tu partissi”
Sul viso di Dave comparve il segno della consapevolezza, mollò il resto del cibo nel piatto e guardò attentamente sua nipote.
“E’ il fratello di Tom?”
Allison annuì, non sapeva cosa avrebbe detto o come avrebbe reagito Dave, ma sapeva di doverglielo dire, non voleva che lo scoprisse per caso.
“Oh. Come..vi siete conosciuti?”
“In ospedale. Te l’ho detto si sta specializzando in chirurgia interna”
“Si, ricordo, volevo sapere solo se vi eravate già visti prima”
“No..che c’è?”
“Niente..solo che è strano. Il destino è strano”
“L’ho pensato anche io”
“Sa che conoscevo suo fratello?”
Allison annuì.
“Si, gliel’ho detto.”
“Si, il destino è proprio strano”
Disse Dave pensieroso.

Ormai mancavano pochi giorni a Natale e Daniel stava facendo ancora molti turni, ma poi avrebbe avuto qualche giorno di tregua finalmente. Prescrisse degli antibiotici al paziente che aveva davanti, quella mattina lo avevano relegato al pronto soccorso. Preferiva di gran lunga assistere agli interventi del Dottor Green, di certo il pronto soccorso non era il massimo. Passavi dall’avere a che fare con madri troppo apprensive, che si allarmano per uno starnuto del figlio, a incedenti mortali in un batter d’occhio. Dopo aver congedato il suo paziente, Daniel si guardò intorno per capire come fosse la situazione. Sembrava tutto tranquillo finalmente, a parte l’infermiera che parlava con..non è possibile! Pensò il ragazzo sospirando. Era indeciso se avvicinarsi o no, ma poi decise di chiudere quella storia una volta per tutte.
“Grazie Kate, ci penso io.”
Disse all’infermiera, poi si rivolse a Charlotte.
“Che ci fai qui?”
La ragazza si voltò verso di lui realmente dispiaciuta e Daniel riuscì a vedere che era un po’ sporca di fango e si teneva la mano.
“Charlotte che è successo?”
Lei abbassò lo sguardo imbarazzata e arrossì. Odiava essere così pallida e così incline all’arrossamento facile sulle guance.
“Io..sono solo scivolata. Ho portato fuori la spazzatura e sono caduta. Sono tornata dentro e ho cercato di disinfettare la ferita..ma credo..credo di aver visto un po’ di osso. Credo che sverrò tra meno di cinque secondi.”
Daniel cercò di seguire il discorso della ragazza, poi le prese la mano che teneva stretta nell’altra.
“Ahi! No, no lì, cioè mi fa male, ma il ginocchio non la smette di sanguinare”
Daniel abbassò lo sguardo e vide metà delle calze che portava sotto il vestito completamente strappate e sporche di sangue. La ferita non smetteva di sanguinare. Il ragazzo la esaminò velocemente.
“Ci vorranno dei punti, vieni con me”
Il ragazzo l’aiutò ad andare nel suo studio.
“Charlotte puoi andare dietro al parapetto se vuoi, ma devi togliere le calze, devo ripulire la ferita e non posso farlo con quelle anche se sono strappate. Posso chiamare una dottoressa se vuoi”
“No, per favore sono già terrorizzata da quello”
Disse guardando l’ago che il ragazzo aveva preso.
“Preferisco te. Devo solo togliere queste”
Daniel sospirò e tirò il parapetto.
“Se svieni me ne accorgerò non preoccuparti”
Disse per alleggerire la situazione mentre aspettava la ragazza e preparava l’occorrente.
“Ah si? E come?”
“Farai un bel tonfo tutto qui”
La ragazza spuntò fuori zoppicando, così Daniel l’aiutò a stendersi.
“Hai sbattuto la testa?”
“No”
Il ragazzo tirò fuori la lampadina simile ad una penna che aveva nel taschino e la puntò dritta negli occhi della ragazza.
“Ehi!”
Charlotte si ribellò chiudendo gli occhi.
“Fammi fare il mio lavoro e sta ferma”
Dopo qualche controllo veloce il ragazzo si dedicò alla ferita sul ginocchio.
“Ok ora ti farò un’anestesia, non è molto forte, quindi sentirai comunque un po’ di dolore mentre ti metterò i punti ok?”
“Come se il dolore dato dal disinfettante non fosse abbastanza!”
Disse in agonia la ragazza sul lettino, Daniel accennò un sorriso.
“Come hai fatto a cadere?”
Disse poi lui per cercare di distrarla.
“Sono scivolata sul ghiaccio..”
“Eri sola a casa? Perché non hai chiamato qualcuno?”
Cosa avrebbe dovuto dirgli? Che erano giorni che era in protesta con i suoi? Che era in un silenzio tombale con entrambi? E che per giunta suo padre, anzi loro padre non sapeva nemmeno perché?
“Ho pensato di potermela cavare da sola.”
Dopo un attimo di silenzio riprese a parlare.
“Non l’ho fatto apposta davvero. A cadere dico. Sono venuta qui perché non sapevo dove andare, so che ci sono molti ospedali, ma ero spaventata”
Lui la guardò un momento, era visibilmente preoccupata e spaventata.
“Charlotte, non ho pensato che ti fossi fatta male di proposito, davvero”
Charlotte sospirò cercando di tranquillizzarsi, intanto entrò l’infermiera.
“Kate, chiama la madre ok?”
“Cosa? Oh no, ti prego”
“Charlotte, sei minorenne, deve firmare delle carte.”
Disse Daniel perentorio, poi si rivolse di nuovo all’infermiera.
“Può chiamarmi la dottoressa Thompson? Grazie”
Dopo che l’infermiera si era dileguata, il ragazzo prese la mano di Charlotte.
“Ti fa male?”
“Un po’”
Rispose lei mentre lui disinfettava i graffi, poi cercò di muoverla un po’.
“Non è rotta, non si è nemmeno gonfiata, è solo una leggera contusione, te la fascio per precauzione, se dovesse farti ancora male, torna in ospedale ok?”
La ragazza si limitò ad annuire, poi la dottoressa Thompson entrò nella stanza.
“Daniel, dimmi”
“Devo chiederle un favore. Può parlare lei con i genitori della ragazza?”
La dottoressa corrucciò la fronte.
“Papà non c’è”
Disse Charlotte capendo perché lo stesse facendo.
“Rientra stasera da un viaggio di lavoro. Verrà solo mia madre.”
Daniel guardò Charlotte pensieroso.
“Ti serve ancora questo favore? Altrimenti vado”
“No. Grazie dottoressa.”
“Figurati, buona giornata”
I due uscirono dallo studio e poco dopo la madre di Charlotte si presentò in ospedale.
“Charlie! Oddio Charlie, grazie a dio stai bene!”
La donna abbracciò la figlia palesemente preoccupata. Le assomigliava molto. Stessa pelle chiara, capelli biondi, solo che aveva gli occhi castani, Charlotte li aveva chiari.
“Cosa è successo?”
“Niente mamma sono caduta”
“Signora..”
“Collins”
Daniel rimase spiazzato, si aspettava di sentire il suo cognome.
“Signora Collins, sono il medico che si è occupato di sua figlia”
Gli porse la mano glissando volontariamente sul suo nome, sapendo che la donna preoccupata com’era non ci avrebbe fatto caso.
“Ho messo un paio di punti sul ginocchio destro, la mano sembra apposto, l’ho fasciata per precauzione, se dovesse farle male può tornare in ospedale. Per il resto è tutto apposto. Sua figlia sta bene, è solo molto spaventata”
“La ringrazio, davvero”
“Deve solo firmare delle carte, Kate?”
L’infermiera si avvicinò con dei moduli, così Daniel ne approfittò per congedarsi, lanciò uno sguardo a Charlotte e poi tornò al suo lavoro.

   
 
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