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Autore: Lui_LucyHP    22/05/2013    5 recensioni
Alla fine della Guerra contro Voldemort, le vittime sono molte.
Harry, nel tentativo di tornare a Grimmauld Place con una Passaporta, si troverà invece in un'altra dimensione, dove le cose sono andate diversamente.
James, Lily e gli altri sono tutti vivi, ma combattono una guerra che dura più di vent'anni, perché lì, Voldemort, non è mai caduto la notte del 31 Ottobre 1981, ed è più forte che mai.
Harry si troverà di nuovo ad essere l'unico in grado di sconfiggere il Mago Oscuro.
Ci riuscirà? Come sarà il suo rapporto con i genitori che non ha mai conosciuto?
E quello con tutti gli amici che aveva, ma che lì non l'hanno mai conosciuto?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Non riusciva a crederci, non voleva crederci, ma era certo di non sbagliarsi; non c'erano altre possibilità.
La mente gli mostrò nitidamente le parole contenute negli appunti di Bode che più gli avevano dato da pensare, e tutto acquistava un diverso significato.
' Jessica Williams è uscita da una delle stanze dell'Ufficio Misteri, la stessa in cui, secondo la donna, si trovava al momento del Passaggio dalla sua Dimensione... La squadra pensava si trattasse di un caso, ma si fa strada l'ipotesi che invece faccia parte dell'Incantesimo... Siamo ormai certi che il luogo in cui si apre il passaggio per partire, sia lo stesso di arrivo'.
Harry si trovava nel parco di Hogwarts quando aveva attivato, o cercato di attivare, la Passaporta, ed era lì che sarebbe dovuto arrivare, non nell'Ufficio del Preside.
«Harry, posso spiegarti...» disse Silente, che non tentò di difendersi dalle accuse.
«Credo che sarebbe il minimo, da parte sua».
Silente sospirò, appoggiò i gomiti sulla scrivania e giunse le mani sotto il mento, come se la sua testa in quel momento pesasse a tal punto che non era in grado di reggersi da sola. Fece vagare lo sguardo per la stanza così a lungo che Harry temette per un momento che stesse prendendo tempo per inventare qualcosa.
«Confesso, Harry, di essere molto stanco di questa situazione, di questa guerra che, prima del tuo arrivo, sembrava senza fine» disse, posando nuovamente lo sguardo sul ragazzo. «Tu non puoi immaginare cosa significhino più di vent'anni in lotta contro qualcuno che diventa sempre più forte, perdere continuamente amici, compagni. Vivere ogni attimo nel terrore che accada qualcosa di male a chi ci circonda per così tanto tempo, non puoi saperlo».
Su questo doveva dare ragione al Preside. Aveva poco più di un anno quando la prima guerra era finita e la seconda, fortunatamente, era durata poco meno di tre anni, anche se le perdite che avevano subito erano enormi. Per i primi due anni, poi, era a Hogwarts al sicuro e al riparo da quanto succedeva nel mondo al di fuori del castello.
«A volte non avevo nemmeno il coraggio di presentarmi alle riunioni dell'Ordine della Fenice... Dicevo sempre le stesse cose, 'Voldemort è sempre più forte, ci sono stati altri attacchi e altre sparizioni e morti...'» proseguì Silente, in tono affranto. «Non sapevo più cosa fare, ero disperato e l'unica persona che, secondo la Profezia, era in grado di sconfiggere Voldemort era morta. Un pomeriggio, circa sei mesi fa, Broderick Bode venne da me e mi parlò degli studi che avevano fatto dopo l'arrivo di quella donna da un'altra Dimensione. Mi spiegò tutto quello che avevano scoperto e di come, data la pericolosità di alcune informazioni, avevano deciso di interrompere tutto ed eliminare il materiale. Lo convinsi a consegnarmi una copia dei suoi appunti, quella che hai letto anche tu... L'ho data io a Severus, come avrai capito ormai. Una sera, mentre rileggevo quelle pagine, mi è venuta in mente l'idea, era così semplice. Vedi, le persone possono entrare in una Dimensione in cui o sono morti o non sono mai esistiti; non possono entrare in una dimensione in cui sono già presenti. Così, dato che Harry Potter era morto, decisi che ne avrei richiamato uno da un'altra Dimensione, in modo da realizzare la Profezia e finire Voldemort una volta per tutte».
«Ha detto circa sei mesi fa, ma io sono arrivato da appena due...»
«Bode non sapeva come funzionava esattamente, non avevano mai provato ad evocare nessuna persona da un'altra Dimensione, solo qualche vecchio animale domestico... Disse che a volte ci volevano ore, altre giorni, ma io ero disposto ad aspettare anche anni, pur di avere un altro Harry Potter qui, vivo.
«A volte mi sentivo in colpa per quello che avevo fatto, perché le Dimensioni sono talmente tante che non potevo sapere quale Harry Potter sarebbe venuto. Avevo il terrore di aver strappato un ragazzo felice ai suoi genitori, che si accingeva a terminare i suoi studi a Hogwarts come anche, al contrario, di ritrovarmi con un Harry Potter Babbano, senza alcun potere Magico...»
«E invece sono arrivato io» commentò Harry, amaro. «Harry Potter, che aveva appena sconfitto Voldemort una volta dopo averlo affrontato molte altre volte, che sapeva tutto degli Horcrux; deve essersi sentito felice come non mai... In un attimo aveva tra le mani la possibilità di porre fine alla Guerra. Eppure, quando sono piovuto nel suo ufficio, non sembrava avermi riconosciuto».
«Erano passati mesi da quando avevo pronunciato l'Incantesimo, ormai avevo perso le speranze e non immaginavo che saresti piovuto dentro dal nulla. Avevo dei sospetti, vana speranza, e ti ho fatto seguire da Draco. Quando alla fine mi hai confessato chi eri, mi hai raccontato la tua storia ho capito che era arrivata la svolta che stavo aspettando da tempo».
«Certo, perché una volta saputa la mia storia, sapeva anche che non mi sarei mai tirato indietro nella lotta contro Voldemort, che non ci avrei pensato due volte a cercare gli Horcrux e combattere, perché ancora una volta mi trovavo ad essere l'unico che poteva cambiare le cose».
Sentiva il suo corpo fremere da una rabbia crescente, mista anche a tutti quei sentimenti che aveva trattenuto da quando si trovava in quella Dimensione, per tutte le morti che non aveva avuto il tempo di piangere. Stava per esplodere, lo sentiva distintamente. Era molto più forte di quando aveva distrutto l'ufficio dopo la morte di Sirius al Ministero, dannatamente più forte. Ancora una volta qualcun altro aveva preso in mano i suoi fili e lo aveva controllato come una marionetta; ancora una volta quel qualcuno era Silente e lo aveva tenuto all'oscuro di tutto. Da un lato poteva capire quello che doveva aver passato il Preside e comprendeva, almeno in parte, i motivi che lo avevano spinto ad agire in quel modo, ma non accettava il fatto di essere tenuto all'oscuro di qualcosa.
«Perché quando le ho spiegato tutto, non mi ha detto la verità?» chiese, dopo aver preso fiato alcune volte, per cercare di calmarsi. Il tono aggressivo con cui uscì la domanda gli fece capire che non ci era riuscito.
«Non ero contento di quello che avevo fatto, Harry, e non ne vado ancora fiero» rispose Silente, affranto. «Eri convinto di essere arrivato qui per errore, perché smentirti e rischiare di ritrovarmi di nuovo solo? Sapevo che il tempo non era molto prima che le Dimensioni cominciassero a fondersi e sta cominciando. Ronald Weasley da quando si è svegliato dal coma ricorda vagamente di aver avuto quattro compagni Grifondoro, non come i tre di questa realtà e anche Severus mi ha confessato questa mattina di ricordare di aver messo più volte Harry Potter per aver combinato guai nelle ore di Pozioni. Sono i tuoi ricordi, Harry, che stanno entrando nella mente di tutte le persone con cui hai a che fare qui».
«È per questo che non mi ha mai permesso di partecipare alle ronde con gli altri Membri dell'Ordine!» esclamò Harry. «Sapeva che se avessi avuto qualche scontro con i Mangiamorte avrebbero cominciato a ricordare un Harry Potter vivo... Ma, se sono i miei ricordi che entrano nelle menti degli altri, cosa succederà quando Voldemort ricorderà di aver ucciso i miei genitori e di essere stato quasi sconfitto definitivamente da me bambino? Lily e James qui non sono morti... come si uniranno queste due realtà?»
«Non morirà nessuno, se è questo che ti preoccupa» disse Silente. «Purtroppo non so con certezza cosa accadrà, ma posso supporre che le due realtà cercheranno un compromesso. Per esempio, Voldemort potrebbe ricordare di aver visitato personalmente casa Potter quella sera e di aver fallito l'attacco per qualsiasi ragione».
«Capisco. È stato lei anche a eliminare alcune pagine del diario di Bode?» chiese Harry, anche se ormai sapeva già la risposta.
«Sì» rispose Silente. «Contenevano informazioni dettagliate sul Richiamo di una persona e tutti i meccanismi che si attivano una volta che le due Dimensioni cominciano a fondersi. Pensavo che se avessi letto quelle parti, avresti cominciato a capire che non eri arrivato qui per caso. Capisco la tua rabbia, Harry, e confesso di non essere fiero di quello che ho fatto: sono stato debole».
«No, professore, è stato umano» lo corresse Harry. «Non sono felice di trovarmi nuovamente in mezzo a una lotta contro Voldemort, ma se tutto finirà bene, avere i miei genitori vivi, Sirius e tutti gli altri potrebbe essere la migliore ricompensa».
«Direi che te la meriti veramente, ma sei sicuro di poter creare un rapporto con Lily e James? Per quanto tempo tu passi con loro, mi sembri sempre distaccato».
Silente, come al solito, sapeva tutto quello che succedeva attorno a lui, anche se non era presente. Ma Harry non si sentiva pronto a confessare tutto quello che aveva passato e quanto aveva sofferto per le continue perdite che aveva subito. E non poteva farlo finché Voldemort era vivo. In pochi giorni sarebbe stato di nuovo Harry Potter e tutti quelli che lo circondavano sarebbero stati più in pericolo che mai, senza nemmeno sapere bene perché, questa volta.
Come poteva spiegare quello che aveva provato nella sua Dimensione, quando era vicinissimo a rivivere tutto in quella?
«Credo che andrà meglio quando Voldemort sarà morto».
Se riusciremo a sconfiggerlo.

***

Lord Voldemort sedeva inquieto nella solida poltrona nera che dominava la biblioteca di Villa Lestrange. Ancora una volta i suoi Mangiamorte erano stati fermati dall'Ordine della Fenice prima di poter colpire Hogsmeade. Le sue forze erano numericamente superiori a quelle del vecchio, ma sembrava non bastare. Silente ormai lo conosceva molto bene e intuiva i suoi piani nonostante Piton, la spia, non fosse più all'interno dei Mangiamorte.
Ormai Agosto era cominciato e, se avesse continuato a trovarsi membri dell'Ordine tra i piedi, il piano di conquistare Hogwarts prima dell'inizio del nuovo anno scolastico sarebbe andato a monte e la conquista di Hogsmeade era un passo fondamentale.
Conosceva la scuola meglio di chiunque altro, era stata la sua casa per sette anni, e lo sarebbe stata di nuovo, molto presto. Era il modo migliore per assicurarsi il controllo sull'intero mondo magico; per controllare i padri era necessario minacciare i  figli. Ogni mago sopra gli undici anni avrebbe dovuto frequentare obbligatoriamente Hogwarts, separandoli così dai genitori, che avrebbero dovuto obbedire a lui, per non veder morire i figli. Per fare questo però era necessario vincere la resistenza a Hogsmeade e uccidere Silente.
Un insistente bussare interruppe il filo dei suoi pensieri.
«Sì!» quasi urlò.
«Mio Signore...»
Un uomo alto , leggermente ricurvo, dai corti capelli castani entrò nella stanza e si inginocchiò ai suoi piedi. Poteva fiutare la paura che trapelava dal suo corpo, sicuramente doveva comunicare qualche brutta notizia e non sapeva se sarebbe uscito vivo da quella stanza.
«Smithson, il mio Mangiamorte della Gringott... Cosa ti porta qui?»
«C-cattive notizie, Signore. Pochi minuti fa Bellatrix Lestrange è uscita dalla banca dopo aver prelevato una cosa dalla sua camera blindata. Il fatto strano è che, quando l'ho fermata per chiederle cosa facesse lì, mi ha risposto male... Non che di solito risponda bene» aggiunse abbassando la voce, «piuttosto, sembrava non avermi riconosciuto, Signore, ed è impossibile...»
«Sei sicuro che fosse Bellatrix?» chiese, mentre dubbi e sospetti si insinuavano in lui.
«Bellatrix Lestrange è uno dei miei più fedeli Mangiamorte e fino a pochi minuti fa era con me a discutere di alcuni piani futuri».
«Mio Signore, nessuno l'ha fermata dopo i controlli, la bacchetta era quella di Bellatrix, ho controllato al banco dell'ingresso; chiunque fosse, era ben travestito».
Non nutriva alcun dubbio sulla lealtà di Bellatrix, era stata una delle prime ad unirsi a lui, e si era sempre limitata ad obbedire agli ordini, senza fare domande. In questo modo, poco alla volta, si era guadagnata il diritto di sedere vicino a lui e di conoscere in quasi ogni minimo dettaglio i suoi piani.
«Che cos'ha portato via questo impostore?»
«Non ho visto precisamente l'oggetto, ma ero sicuro che fosse una piccola Coppa d'oro».
«Che cosa?»
Si alzò di scatto dalla sedia, mentre una furia cieca lo invadeva, come non succedeva da molto tempo. L'ultima volta era stato quando Silente aveva tentato di ostacolare ogni suo tentativo di uccidere Harry Potter; ma alla fine aveva vinto lui.
Smithson, che aveva probabilmente colto la sua rabbia, tentò inutilmente di scappare. Nella stanza risuonarono le grida dell'uomo, mentre veniva colpito dalla Maledizione Cruciatus. La sua agonia però non fu lunga; non passarono più di pochi minuti prima che il corpo dell'uomo cadesse a terra, non prima di essere raggiunto da un lampo di luce verde.
Voldemort superò il cadavere senza osservarlo, con ben altre preoccupazioni per la testa. Se la persona che aveva rubato la Coppa conosceva il suo segreto, era probabile che avrebbe tentato di prendere anche gli altri, e lui doveva impedirlo. Non gli interessava più di tanto sapere chi fosse quella persona, che sarebbe morta in ogni caso. Probabilmente era qualcuno dell'Ordine della Fenice; non sarebbe stato affatto sorpreso se Silente avesse scoperto quello che aveva fatto.
«Chiamatemi Bellatrix» urlò ad un gruppo di Mangiamorte raggruppati nel salone.
Prima di controllare gli altri Horcrux, doveva capire come l'impostore fosse entrato in possesso della bacchetta di una sua Mangiamorte. Nella sua mente c'era solo una possibilità che si delineava chiaramente: c'era un'altra spia tra i suoi seguaci.

 

***

«James, potresti spiegarmi perché, mentre tutto l'Ordine è impegnato ad organizzare una battaglia a Hogwarts, noi ci teniamo fuori da tutto il divertimento inscatolando vecchie cose a casa tua?»
La voce di Sirius giunse attutita nella piccola soffitta in cui James si era inoltrato un'ora prima alla ricerca di della scopa giocattolo che Harry aveva ricevuto per il primo compleanno. Lily probabilmente lo avrebbe ucciso, se avesse saputo che aveva perso tutto quel tempo a cercare qualcosa che non sarebbe servito a nulla, ma la moglie non lo avrebbe mai scoperto. Nella casa c'erano solo lui e Sirius, e nessuno dei due avrebbe mai ammesso che c'era voluto così tanto.
«Te l'ho detto. Har... ehm, Silente crede che Voldemort abbia motivo per mettere piede qui e, anche se noi saremo al sicuro a Hogwarts, potrebbe sempre distruggere le casa. Mi ha dato il tempo di cercare le cose più importanti per non perdere tutto».
«Grandioso... Quindi tu stai perdendo ore alla ricerca di una stupida scopa giocattolo quando Voldemort potrebbe arrivare qui da un momento all'altro!» esclamò Sirius.
«Trovata!»
Sapeva che era inutile e che Harry non avrebbe potuto fare niente con quella scopa giocattolo, ma lui voleva comunque dargliela. Era un ricordo importante, uno dei pochi che conservava del figlio.
«Silente mi ha detto che saremmo stati in pericolo dalle dieci più o meno» aggiunse verso Sirius, che nel frattempo aveva estratto la bacchetta e si guardava
intorno. «Mancano ancora dieci minuti».
Speriamo che vada tutto bene e non capiti nulla a Harry.
«Come non detto».
Sirius ripose la bacchetta all'interno della veste e aiutò a raccogliere gli scatoloni, prima di spedirli a Hogwarts. James si guardò intorno, pensando a tutti gli anni che aveva passato in quella casa. Aveva passato solo anni di paura, dolore e tristezza, ma era sempre casa sua e avrebbe tanto voluto ritrovarla intera alla fine della guerra.
Se proprio sarà distrutta, avrò anche un figlio con cui ricostruirla, pensò mentre chiudeva la porta. Mise qualche incantesimo di protezione, per rallentare almeno di qualche minuto il lavoro di Voldemort, poi si smaterializzò con Sirius nella Stamberga Strillante.
«Silente è sempre più misterioso, non trovi?» chiese Sirius, mentre percorrevano i prati del castello.
«Dici?» fece James, cercando di non far capire che sapeva molto più di lui. Osservò distrattamente un gruppo di banchi che galoppava vicino alla capanna di Hagrid, dove alcuni membri dell'Ordine stavano organizzando la guardia degli ingressi di Hogwarts.
«Una settimana fa non faceva altro che dire le solite cose, sulle morti e quanto Voldemort stesse diventando sempre più forte, e oggi siamo qui a organizzare
una battaglia perché Voldemort è più vulnerabile».
«Sì... Sì, hai ragione, è strano! Ma, insomma, parliamo di Silente! È lui stesso un mistero il più delle volte».
«Sì, forse è così... In ogni caso, spero vada a finire bene».
Entrarono nel salone d'Ingresso, dove gran parte dell'Ordine era raggruppato accanto a Minerva McGranitt che dirigeva i lavori di organizzazione.

 

***

 

Al Signore Oscuro

So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole

ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto.

Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile.

Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale,

sarai di nuovo mortale.

R.A.B.

 

L'urlo di rabbia che gli uscì dopo aver recuperato il finto medaglione risuonò a lungo nella buia caverna. Era convinto di aver fatto un ottimo lavoro nel creare e nascondere i suoi Horcrux, ma non lo aveva confidato a nessuno, nemmeno ai suoi Mangiamorte, nei minimi dettagli. Regulus Black, un altro seguace che lo aveva tradito... Era sicuro che quelle fossero le sue iniziali. Quanti altri lo avevano fatto? Di chi poteva ancora fidarsi veramente tra i suoi Mangiamorte?
Lucius Malfoy era la spia che aveva sostituito Severus per l'Ordine della Fenice, quando invece avrebbe dovuto spiare Silente per conto suo. Voldemort ne era certo; prima di recarsi nella caverna aveva visitato Villa Malfoy e non aveva trovato né il Diario né l'uomo a cui lo aveva affidato anni prima. Avrebbe potuto scappare in capo al mondo, ma non sarebbe scampato alla vendetta di Voldemort; avrebbe ucciso lui, non prima di averlo costretto a guardare la morte del figlio e della moglie che tanto amava, L'amore, quell'inutile, sciocco sentimento che Silente tanto decantava, altro non era che un'inutile perdita di tempo.
Probabilmente il Diario era già in mano di Silente, forse era già stato distrutto... Ma il Medaglione? Che cosa ne aveva fatto Regulus Black? Era riuscito a distruggerlo, oppure aveva fallito e l'Horcrux era ancora integro, in un altro posto?
Avrebbe potuto incaricare un paio di Mangiamorte di scoprire informazioni a proposito di Regulus e di quel Medaglione, al momento aveva ben altro
di cui preoccuparsi.
Doveva scoprire se gli altri Horcrux erano ancora al loro posto.
Prima di tutto avrebbe controllato la misera abitazione di Little Hangleton, dove aveva vissuto la madre prima di scappare con il Babbano che poi l'aveva abbandonata, poi avrebbe fatto visita ai Potter, per controllare che avessero ancora il braccialetto che aveva messo con il cadavere del figlio. In ogni caso, li avrebbe eliminati tutti e due, prima di raggiungere Hogwarts.
Appena mise piede nella vecchia catapecchia capì subito che non avrebbe trovato alcun Horcrux. La misera stanza era completamente sottosopra, ogni anta, cassetto e scatole spalancate e il contenuto riversato sul pavimento. Solo il minuscolo tavolo da pranzo era stato risparmiato dalla furia di chi aveva cercato l'anello che Voldemort credeva di aver nascosto in un luogo più che sicuro. Era certo che non fosse un caso.
Si avvicinò e vide due fotografie che gli raggelarono il sangue.
Non è possibile.
Una delle fotografie ritraeva un Harry Potter bambino, poco prima che lui lo uccidesse, mentre la seconda raffigurava un ragazzo che, tranne per l'età e una curiosa cicatrice sulla fronte, era del tutto identico al bambino.
Girò la foto.

 

Ci vedremo presto, Tom Riddle.

Harry Potter,

il bambino sopravvissuto.

 

«No!»
L'urlo di rabbia fu seguito da stormi di uccelli che si levarono in fuga da quel rumore che aveva disturbato i loro nidi. Qualche abitante delle case più vicine mise la testa fuori dalle finestre aperte e si guardò intorno, alla ricerca della fonte. Quello che videro fu solo una sottile colonna di fumo grigiastro che si levava dalla collina che dominava la città. Della vecchia catapecchia dei Gaunt non rimaneva altro che polvere.

__________________________

Ciao a tutti!!

Ecco il nuovo capitolo, che spero vi sia piaciuto!!
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate, non fatevi alcun problema!
Il messaggio di Regulus, è preso pari pari dal sesto libro.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo e a chi ha solo letto.
Grazie a quelli che hanno la storia tra le Preferite(59), le Seguite(159) e le Ricordate(24).
Il prossimo capitolo arriverà mercoledì 29.
Alla prossima,
Lucy

   
 
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