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Autore: Focosa    23/05/2013    2 recensioni
Ho sempre immaginato Ginny come la più ''malvagia'' della famiglia Weasley, anche se non la descrivo come malvagia in questa storia. Tuttavia trovo che starebbe stata molto bene fra i Serpeverde, e di sicuro sarebbe stata molto in sintonia con il bel Malfoy.
Ma siccome ho voluto complicare le cose... Leggete, leggete!
* Interrotta da ormai diveso tempo. Non so se e quando riprenderà *
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Dopo quel bacio, uscendo dalla stanza, Draco voltò l'angolo e si poggiò al muro subito vicino alla porta. Si mise una mano fra i capelli, scompigliandoseli. Sospirò. Una parte di lui sapeva ancora che tutto ciò era sbagliato, eppure non riusciva a smettere di sorridere.
Ma poco dopo ne perse completamente la voglia. Da un angolo buio del corridoio spuntò sua madre, facendosi luce con la bacchetta, abbastanza da illuminare entrambi i loro volti quando si fu avvicinata di qualche metro. Continuò ad avanzare. Draco la scrutò attentamente, ora che poteva. Il volto di lei era assolutamente indecifrabile: di primo impatto sembrava avere uno sguardo vuoto, ma subito dopo Draco percepì anche una grande severità, in contrapposizione a tristezza e comprensione. Il tutto era nell'insieme semplicemente agghiacciante, tanto da fare quasi tremare Draco, che stava sempre contro al muro, ma per sorreggersi ora, visto che le gambe sembravano cedergli.
«Che cosa hai intenzione di fare con quella ragazza, figliolo?»
«Che intendi dire?»
«Lo sai»
«Se è perchè è una Weasley, mamma...»
«Non centra niente il suo sangue. Non è di questo che sto parlando. Vi ho sentiti prima. Lei sa, non è vero?»
«Ci stavi spiando?» disse lui, sconcertato, nel vano tentativo di cambiare discorso.
«Dimmi la verità, Draco»
«Si, lo sa. Perchè glie l'ho detto io» disse rassegnato.
«Cosa?» quasi soffocò per trattenere l'urlo.
«Si mamma, ma fammi finire. E' stato un momento di debolezza, glie l'ho detto, e ho sbagliato. Non riuscivo più a tenermi tutto dentro. Ma non preoccuparti, le ho cancellato la memoria subito dopo».
Narcissa sospirò e le si allargò un sorriso «Mi hai fatta spaventare, dovevi dirmelo subito, ho temuto che...»
«Non ho ancora finito» disse lui, e Narcissa sbiancò nuovamente. «Ginny non è una stupida, ha capito tutto di nuovo. Anche prima, io non le ho detto nulla, ma lei ha capito. Non so come, ma ha capito, mamma. E io non voglio più ingannarla. Mi fido di lei»
Alla donna si affannò il respiro, senza pensarci diede una sberla al figlio. Draco ne rimase basito, ma non si scompose. Era una cosa che non aveva mai fatto, e subito dopo se ne pentì. Lo accarezzò nello stesso punto dove lo aveva colpito. Ma rimase lo stesso fredda, e quando parlò le sue parole furono come una lama «Fa come credi, Draco. Ma bada: se quella sciocca non sarà muta come una tomba, lì ci finirà. L'ammazzerò io stessa, e insieme a lei anche tutti coloro con cui ne avrà parlato. Sai che posso farlo»
Subito dopo rivolse uno sguardo dolce a Draco, del tutto fuori luogo, eppure sensato, perchè lei tutto ciò lo diceva per amore. Lo avrebbe protetto a qualunque costo. E anche se Draco lo sapeva, rispose a quello sguardo con uno decisamente freddo, ferito dal comportamento di sua madre. Appena la donna scomparì nuovamente nell'oscurità dei corridoi, Draco si fece cadere a terra, e si sedette con spalle e testa al muro.

***

Ne Draco ne Ginny avevano chiuso occhio quella notte.
Ginny era troppo emozionata, tanto felice che dormire sarebbe stato tempo perso. Si vergognava un po' per essere così eccitata, si chiedeva cosa sarebbe successo se Draco fosse entrato lì improvvisamente e l'avesse trovata in quello stato. Come avrebbe reagito? Probabilmente sarebbe arrossita e poi gli sarebbe saltata di nuovo addosso. E se si fossero spinti oltre al bacio in quel momento? Ne sarebbe stata pronta? Certo che sì, infondo Draco in quel momento era tutto per lei, e poi aveva quindici anni ormai, non era più una bambina, era pronta per certe esperienze...
Si pose quesiti del genere per tutta la notte e fantasticò a lungo sulle risposte possibili. La cosa notevole era che aveva pensato per la maggior parte a situazioni positive, ed anche quelle negative le rielaborava in modo da trovarne il lato positivo. Questo era da lei perchè anche nella solitudine dell'ultimo periodo aveva sempre guardato il lato positivo delle cose, e non si era mai fatta scoraggiare da niente e nessuno.
Fra un pensiero e l'altro, la notte passò relativamente in fretta, ma ebbe lo stesso il tempo per assaporare in pieno la propria felicità. Nonostante la notte in bianco era stranamente riposata e al pieno delle forze, forse non aveva ancora esaurito la carica di euforia. E anche il sorriso non si era ancora spento, non aveva perso una sola sfumatura di luminosità. Era pronta a rivederlo, e non riusciva a pensare ad altro.
Draco, al contrario, avrebbe preferito barricarsi in camera, magari fingendosi malato, pur di evitarla. Per colpa di sua madre era tornato dell'idea che evitandola l'avrebbe protetta. Ma sapeva allo stesso tempo che l'avrebbe ferita. Perciò l'unica soluzione che lo avrebbe salvato era probabilmente sparire dalla faccia della Terra, essere disconosciuto da ogni persona al Mondo. Ma ciò era impossibile, quindi era spacciato. Prima di uscire dalla stanza passò di fronte allo specchio. Aveva un aspetto orribile: capelli scompigliati e occhiaie che sembravano due lividi in contrasto al pallore del suo volto. Perfino il suo riflesso non aveva la forza di muoversi come di consuetudine, e chinò solo il capo in segno di rassegnazione, mentre il vero se stesso lo alzò e sospirò per cercare le forze di uscire.
Scese le scale dalla parte opposta della casa, sicuro che Ginny avrebbe preso le altre visto che erano le sole che conosceva. In effetti non le aveva ancora mostrato tutta la casa. Pensandoci lo avrebbe sicuramente fatto al più presto, almeno era un buon modo per evitare un certo tipo di conversazioni. Forse. Con Ginny era tutto imprevedibile.
Arrivò in sala da pranzo per primo. La disposizione dei posti a tavola era ancora la stessa della sera precedente. Si sedette subito al posto dove era Ginny a cena, quello più lontano, e aspettò di vedere entrare entrare lei e sua madre. Poi gli venne in mente che in questo modo le due donne si sarebbero dovute sedere vicine, e avvertì il terrore invaderlo. Subito sfrecciò per prendere il suo posto di ieri sera, ma appena lo ebbe raggiunto vide Nikki sbucare dalla cucina.
«Buon giorno, padrone» questi s'inchinò fino a sfiorare terra, e poi cominciò a portare via bicchiere e posate dal posto accanto a lui.
«Che stai facendo?»
L'aspirante-elfo ebbe un tremito nel sentire la forte voce del proprio padrone, con un altro profondo inchino disse «La vostra signora madre ha fatto sapere a Nikki che quest'oggi non sarebbe scesa per la colazione, signore»
''Strano'', pensò Draco, convinto che sarebbe scesa a tutti i costi per tener d'occhio lui e Ginny, ''chissà perchè?'' si domandò. Nikki, nel frattempo, era rimasto piegato in attesa di un ordine.
«Lascia stare, apparecchia solo per i capotavola»
«Certo signore, Nikki provvede subito»
Appena finì di riapparecchiare, Ginny entrò. Era talmente raggiante che Draco ne rimase a bocca aperta, e se avesse saputo che era così dopo una notte insonne ne sarebbe rimasto ancora più stupito. Bastarono pochi secondi e la stanza fu come illuminata dalla sua luce. Lo aveva notato solo ora, ma era come se una fiamma bruciasse in lei continuamente, talmente potente che anche lui ne fu invaso. Infatti non ci fu più spazio per la preoccupazione, che si dissolse.
«Nikki è felice di rivederla, signorina» disse l'aspirante-elfo con un inchino non troppo esagerato. In realtà non lo disse seriamente, era una frase fatta che era costretto a dire ad ogni ospite importante dei Malfoy, ma Draco non volle correggerlo, per lui Ginny era un ospite importate quanto poteva esserlo un funzionario del Ministero o il Ministro in persona. Abbozzò un sorriso fra se e se, dopo essersene reso conto.
«Prego, da questa parte» continuò Nikki, scortando Ginny a tavola, facendo le veci dei propri padroni.
Un po' della lucentezza di Ginny si spense quando si accorse che si sarebbe dovuta sedere al capo opposto del tavolo rispetto a dov'era Draco. Lui ne fu immensamente dispiaciuto. Ebbe la sensazione che la fiamma si fosse rimpicciolita, e di conseguenza anche il calore che emanava. Pensò che era un peccato, perciò... «Nikki!» tuonò, «razza di un incompetente! Perchè la fai sedere lì?»
«Ma è stato il padrone ad ordinare a Nikki...»
«Zitto! Non una parola! Osi dare al tuo padrone la colpa per i tuoi errori? Nessun Elfo Domestico per bene lo farebbe mai, sei un fallimento»
«Oh no, padrone, Nikki la prega di perdonarlo, Nikki vuole con tutto il cuore diventare un bravo Elfo Domestico» disse inchinandosi così tanto da capovolgersi quasi.
«Allora apparecchia dove devi. E sbrigati, o ti frusto!»
La creatura, già di orribile aspetto, fu ancora più disgustosa quando corse inciampando più volte, e procedendo a tratti aiutandosi con le mani per non scivolare ancora.
Ginny rimase impassibile a quella scena e quando fu il momento prese posto accanto a Draco.
«Buongiorno!» disse con un sorriso dolce.
«Giorno!» rispose lui.
«Ti senti bene? Sembri un po' sciupato» disse lei, preoccupandosi.
«No, sto benissimo. E' che non ho riposato molto bene questa notte»
«Oh, nemmeno io»
«Non si direbbe. S-sei... splendida. Beh, come sempre» disse lui, balbettando un po'. Non era abituato a dire frasi del genere. Anzi, non era proprio abituato a fare complimenti, non sinceri almeno. I suoi complimenti erano stati sempre formali prima di quel momento.
Ginny in un primo momento si limitò a ringraziare ed arrossire. Poi immaginò che probabilmente anche lui era rimasto tutta la notte a pensare a quel bacio. ''Già, ma in bene o in male?'', pensò. Allora provò a chiedergli «Come mai non hai dormito, se posso sapere?»
Draco ci pensò un attimo, e decise di rimanere sul vago. Qualunque cosa avesse inteso era uguale «Per qualcosa successa ieri sera»
Ginny capì che si riferiva al bacio, ma non capiva perchè ne parlava in modo indiretto. Forse se ne era pentito? Se così fosse si sarebbe spiegato il perchè di quell'atteggiamento freddo. Ma se se ne era pentito allora perchè l'aveva abbracciata?
Azzardò chiedendo, con aria un po' cupa e preoccupata, «Un avvenimento piacevole o spiacevole?»
«Entrambi»
«In che senso?»
Draco rimase in silenzio per un po'. Non ce la faceva a non parlarne con lei, però «Non posso spiegartelo»
Lei rimase un po' in silenzio, iniziava ad essere ferita da quel comportamento «Perchè non puoi?»
«Non voglio che ne rimani coinvolta»
''Coinvolta? In che senso? Coinvolta da te? Non vuoi che corro pericoli per te?'' si domandò, però non era sicura che stessero parlando della stessa cosa, eppure era chiaro che lei si riferiva al bacio. «Ma di cosa stai parlando?» gli chiese poi.
«Ninete, lascia stare. So cosa vuoi dirmi, ma non stiamo parlando della stessa cosa, ti basta sapere questo»
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, poi il nervoso divenne insopportabile, la rabbia salì, puntò i pugni sul tavolo, sempre più stretti, e poi esplose «Basta con gli indovinelli, Draco! Basta frasi vaghe! Se sai di cosa sto parlando, allora dammi una risposta: ti sei pentito di quel bacio?»
«No, non me ne sono pentito»
«E allora perchè fai così?»
Silenzio. Passarono i minuti, e ancora rimase in silenzio.
«Ok, ho capito» disse Ginny, alzandosi lasciando quasi tutto il piatto pieno.
«Dove vai? Non lo finisci?»
«Mi è passata la fame»
Uscì e salì in camera sua. Draco, rimasto solo, aveva perso di nuovo l'appetito, e si sentiva di nuovo vuoto senza di lei. Non capiva perchè le faceva questo effetto, ma non riusciva a non essere coinvolto da Ginny. Lei lo completava. Rappresentava il coraggio e l'ardore che in quel periodo gli mancavano più che mai. Sentiva che aveva bisogno di lei. Perchè lei di quelle qualità ne aveva da vendere, infatti sembrava quasi che glie le infondesse solo standogli vicino.
Avendola conosciuta a fondo aveva capito che anche se era calcolatrice, subdola, ambiziosa, sfruttatrice, capricciosa, altezzosa e molto altro che la facevano identificare come una perfetta Serpeverde, aveva talmente tanto coraggio e tanta audacia che bastavano a spiegare il perchè fosse finita fra i Grifondoro. E in quel momento Draco la invidiava, la invidiava più di ogni altra cosa, e la voleva per se. Sentiva non solo di aver bisogno di lei, ma anche di doverle stare accanto per evitare che così belle qualità venissero sprecate. Sentiva che nonostante i mille ostacoli, le mille differenze che li dividevano, loro dovevano stare insieme.
Per un momento dimenticò completamente sua madre, dimenticò suo padre, e dimenticò la sua missione per Voldemort. Dimenticò ciò che rischiava. In quell'istante, per la prima volta, pensò soltanto a Ginny. Esclusivamente a lei.
E resosi conto di ciò che stava lasciando scappare, sfrecciò come una furia fuori dalla sala da pranzo e poi su per le scale fino in camera di lei. La trovò in piedi vicino alla finestra, e dal riflesso di questa vide chiaramente delle lacrime che le rigavano il viso.
D'istinto corse ancora una volta verso di lei, e senza nemmeno darle il tempo di girarsi del tutto, la sopraffò, annullando con un caldo bacio le lacrime che le colmavano gli occhi fino ad un attimo prima.
«Scusami... scusami...» disse di fretta fra un bacio e l'altro mentre prendeva fiato.
La strinse a se, baciandola ripetutamente sulla fronte, e asciugandole ciò che rimaneva delle lacrime «Non pensare che mi sia pentito. Non pensare che non tenga a te. Non pensare a nulla di ciò, ti prego»
Altre lacrime, questa volta di gioia, sgorgarono dagli occhi di Ginny. Ora fu lei a sopraffarlo con un bacio ancor più caloroso, e Draco non seppe resistere ad una tale provocazione. La fece sdraiare sul letto, ma prima di poter fare qualunque cosa, prima di perdere la lucidità, le disse «Fermami, ti prego. Non è il posto giusto, né il momento giusto»
«Non voglio che ti fermi»
«No, ascoltami. Ho bisogno di dirti una cosa importante, ma dobbiamo essere ad Hogwarts» lei gli rivolse uno sguardo interrogatorio, così aggiunse «non posso spiegarti ora»
«Va bene, come vuoi» disse distanziandosi da lui, e dandogli un semplice bacio a stampo come per rassicurarlo.
Poco dopo si sdraiarono vicini nel letto, senza fare nulla, senza pensare a nulla, assaporando semplicemente la serenità di quell'istante.

Meno serena era invece Narcissa che li aveva tenuti d'occhio da quando erano usciti dalla sala da pranzo fino a quel momento. Non sapeva cosa fosse scattato in Draco per farlo reagire in quel modo. Non aveva sentito abbastanza da farsi un'idea, e anche se avesse potuto sentire i pensieri di Draco di sicuro non avrebbe compreso ugualmente, non facilmente almeno.
L'unica cosa che sapeva era che temeva per suo figlio. Sapeva che questa situazione era sbagliata, e che complicava soltanto una situazione già critica di per sé. Però ci fu qualcosa, forse il modo in cui aveva visto correre Draco da Ginny, o forse il tono di voce in cui le aveva parlato poco prima, che le fece pensare che forse non era poi del tutto sbagliato. Anzi, se fosse stata solo una questione di felicità del proprio figlio, non ci sarebbe stato nulla di sbagliato in questa faccenda. Ma sapendo per certo che la cosa che Draco le avrebbe detto ad Hogwarts era riferita alla sua missione, non poteva stare tranquilla. Ormai di quei tempi bisognava fare i conti con cose molto più importanti della felicità, e nonostante tutto quello che stava passando sembrava che Draco questo non lo avevesse ancora capito.



Spazietto di Focosa:

Scusate tanto per l'ennesimo ritardo.
Non avrei proprio dovuto farlo questo, ve lo avevo promesso, ma ormai...
Col senno di poi avrei dovuto finirlo prima del 6 maggio perchè poi c'è stata la gita e subito dopo una sfilza infinita di interrogazioni,
che per la cronaca non sono ancora finite (morirò prima della fine, me lo sento D: )
Vabbè... una recensione per una poveretta stressata?! xD

  
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